Pio XII ha anche Consacrato la Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria.
L’undici ottobre 1954, S. S. Pio XII istituì la festa della Regalità di Maria, da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo il giorno 31 maggio; fu poi trasferita al 22 agosto, giorno ottavo dell’Assunzione, per sottolineare il legame della regalità di Maria con la sua glorificazione corporea.
Ave Regina caelórum, ave, Dómina angelórum: Salve, radix, salve, porta, ex qua mundo lux est orta. Gáude, Virgo gloriósa, super omnes speciósa; vale, o valde decóra, et pro nobis Christum exóra. |
Ave, Regina dei cieli, ave, signora degli angeli Salve, radice, salve, o porta dalla quale è sorta la luce al mondo Godi, vergine gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore. |
Mentre il mondo era sconvolto dalla Seconda Guerra Mondiale, il Vicario di Cristo Pio XII, il 31 ottobre 1942, consacrava al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa e il genere umano tutto nello spirito del messaggio di Fatima. L’atto fu ripetuto con maggior solennità l’8 dicembre dello stesso anno. L’11 ottobre 1954 infine lo stesso Papa Pacelli ne ordinava l’annuale rinnovamento per la festa di Maria Regina: “Con la Nostra autorità apostolica, decretiamo e istituiamo la festa di Maria Regina, da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo il giorno 31 maggio. Ordiniamo ugualmente che indetto giorno sia rinnovata la consacrazione del genere umano al Cuore Immacolato della beata Vergine Maria. In questo gesto infatti è riposta grande speranza che possa sorgere una nuova era, allietata dalla pace cristiana e dal trionfo della religione“.
Il Concilio Vaticano II secondo i voti di molti Padri avrebbe dovuto rinnovare solennemente l’atto di consacrazione, ma il lavoro dei Padri (Frings, Koning, Silva Henriquez, Garrone, e altri) e periti (Congar, Ratzinger, Rahner, Laurentin) neomodernisti e progressisti, nemici dell’esaltazione della Vergine Maria, lo evitò, come pure evitò ogni formulazione dogmatica sulla Mediazione e Corredenzione1 [qui - qui ] di Maria che pure già abbondantemente erano state trattate nel pontificato di Pio XII.
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1. Quanto alla Mediazione e Corredenzione della Vergine, voglio ricordare la bellissima distinzione di mons. Gherardini. La Corredenzione è la singolare unione di Maria con Cristo sulla terra e termina con la missione terrena di Maria: indica consociazione, unione sponsale. La Mediazione, invece, è il collegamento tra due estremi, il cielo e la terra, il Figlio e gli uomini. Essa non termina con il pellegrinaggio terreno, ma si prolunga anche in cielo, con la sua intercessione celeste. Il fondamento dell’Assunzione è la Corredenzione di Maria, in quanto corredenzione consociativa, che richiama la consors, la consociata, la socia del Redentore. In questa linea si collocano Pio IX, Leone XIII e Pio XII. Quanto alla corredenzione del corpo mistico penso sia più immediato vederla nella sofferenza vicaria. Nella normalità dei casi la sofferenza è motivo di espiazione. Ma effettivamente ognuno di noi, se davvero è 'pietra viva', ha un suo piccolo ruolo nella storia della salvezza.
Il problema di Bergoglio e dei cattolici tiepidi è che si ha molta più paura del Mondo che fede in Cristo.
RispondiEliminaSe ci si comportasse verso il mondo come Cristo, dicendo le stesse parole di Cristo con gli stessi pensieri e sentimenti la cristianità rinascerebbe.
Ma non lo si fa!
Perché le parole di Cristo sono dure, violente, per il mondo, odiate dal mondo e da Satana che lo domina
Perciò le si cambiano, le si renndono accettabili al mondo, tradendo Cristo.
Teniamo più alla nostra vita e reputazione che a Cristo.
Sacratissimo Cuore di Maria, specchio della Passione di Gesù Cristo, prega per noi.
RispondiEliminaUn capolavoro:
San Giovanni Eudes: Il Cuore Ammirabile della Santissima Madre di Dio, Casa Mariana Editrice.
La cosa più importante è di salvarsi e di salvare gli altri: l’anima. Prima di essere dotti e attivi è necessario essere santi. Se uno non si converte prevertirà se stesso e il prossimo. Perciò prima di essere missionari bisogna essere santi. In questo tempo estivo sto incontrando le vicende di grandi missionari che furono santi. E di santi innamorati di Maria, la regina del Cielo, autrice del Magnificat, inno dell’umile ancella del Signore che dispensa la misericordia di Dio su coloro che si Dio hanno il santo timore: non della sferza, ma della tracotanza che il nostro orgoglio può riservare all’amore di Dio.
RispondiEliminaAd esempio quello di chi schifa le messe di riparazione dopo orgoglioso oltraggi madidi di bestemmie e blasfemie.
Purtroppo la Chiesa oggi insegna a non essere missionari: lo si capisce dal fatto che non aiuta nessuno ad essere santo.
Regina del Cielo, mia Signora, gridalo tu a Gesù quanto mi amareggia la pena per questa parodia straziante della Sua Sposa… quanto mi addolora un sacerdote come Bergoglio, che per molti sarebbe il Papa. Maria Santissima, gridalo tu al Cielo e voi tutti angeli e santi siatene il coro! Amen
Ridicoli. E dire che sul caso della comunità shalom si erano lamentati dei giornalisti di la7 e fanpage per le incursioni e i giudizi a loro dire temerari. Ora su questioni delicatissime e gravi, lunghe di decenni, dibattute da personaggi di spicco da tutte le parti, papi, cardinali, vescovi, studiosi, canonisti e su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, la Nuova Bussola Quotidiana (testata giornalistica virtuale) pensa di dovere e potere fare chiarezza con qualche articoluccio scritto da una ex lefebvriana?
RispondiEliminaPerò c'è da ringraziarli: hanno svelato i loro e gli altrui cuori, riuscendo come pochi a rendere unita una buona fetta di tradizionalismo intorno alla Fraternità e, ancor meglio, a mons. Lefebvre. Che continuino pure.
La mia era un’esistenza disordinata. Non avevo orari. In casa non c’ero quasi mai. Anche perché avevo una seconda casa che era la Casa del Popolo, sede del Pci. Una volta l’anno, per contentare la moglie, andavo in chiesa, ma le mie idee erano tutte all’opposto. Volevo trasformare le chiese in magazzini per gli stracci e di un prete avrei voluto farne quattro. Mia moglie, donna di fede granitica e d’infinita pazienza (ce ne voleva!), con incessante e intensa preghiera chiedeva al Cielo la mia conversione. Aveva conosciuto e frequentava una signora di Campi Bisenzio: tale Demarista Parretti che, dicevano, era in contatto con un frate che faceva i miracoli e aveva impresse nel corpo le stimmate di nostro Signore. Roba da esaltati del medioevo. Erano trascorsi una decina d’anni da quando m’ero risposato e la moglie, con altre persone, non aveva mai cessato di pregare per la mia conversione. Nel 1947 (l’ho saputo dopo), era andata da questo frate con la Demarista per lo stesso scopo.
RispondiEliminahttps://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=2&id=2411