La guerra bussa alle porte dell’ospizio occidentale
di Marcello Veneziani
La Verità, 11 maggio 2024
“La Russia si è assunta la grande responsabilità storica di aver riportato la guerra sul suolo europeo”, ha detto Sergio Mattarella alle Nazioni Unite a New York.
Per la verità, sul piano storico, la guerra in Europa fu portata dagli Stati Uniti venticinque anni fa, nella primavera del 1999, intervenendo in Serbia. E l’Italia fu coinvolta per la prima volta direttamente in un’operazione di guerra a due passi da casa: era Presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, e Vice-Presidente del Consiglio, con delega ai servizi segreti e poi Ministro della Difesa, Sergio Mattarella (omonimo?).
Diciannove basi Nato sul suolo italiano furono utilizzate per due mesi per attacchi contro la Serbia, in un’operazione chiamata Allied Force, per farvi decollare gli aerei, per la logistica e la copertura radar: furono bombardate centrali elettriche e la sede della televisione serba a Belgrado. I bombardamenti e le operazioni militari, a cui partecipò il nostro Paese con nostri aerei e nostre portaerei, non ebbero l’autorizzazione dell’ONU anche se furono giustificati come un intervento umanitario: le famose bombe umanitarie del progressista dem Clinton, con l’appoggio del governo progressista e umanitario nostrano…
Fu quella la prima guerra europea dei nostri anni, ai confini di casa nostra, con diretta partecipazione italiana. Il precedente, ma lontano dall’Europa, era stato pochi anni prima in Iraq.
Non ricordo grandi mobilitazioni pacifiste né discorsi istituzionali sul pericolo di una guerra alle porte dell’Europa, col diretto coinvolgimento dei paesi europei. Eppure quella fu una guerra molto più vicina al cuore dell’Europa e ai nostri confini, rispetto all’Ucraina.
Dall’altra parte, sull’onda dei massacri a Gaza, monta un aggressivo pacifismo nelle piazze, nelle Università, tra le opposizioni.
Come ci insegna la storia, nessun pacifismo ha mai sconfitto e fermato una guerra; il massimo che produce è disarmare almeno psicologicamente una parte in campo, la propria.
Comprensibile che il Papa ripeta invano l’accorato appello alla pace, è la sua missione evangelica; meno comprensibile è il pacifismo come linea politica, ma solo quando si sta all’opposizione (al governo si è sempre inevitabilmente allineati alle decisioni della Nato, degli Stati Uniti e dell’Unione europea).
La risposta realista, invece, sarebbe allargare il gioco delle relazioni e delle pressioni, sganciare l’Europa dalla subalternità agli Usa e intraprendere un coraggioso piano negoziale per trasferire i conflitti sul piano delle trattative.
Ma l’Europa e gli Stati Uniti, presi entrambi dalle loro scadenze elettorali, preferiscono mostrare i muscoli e manifestare, ora con Macron, ora con gli Inglesi, la loro disponibilità a difendere con le armi l’Europa dalla Russia (che non ha mai pensato di attaccare l’Europa, semmai mira a riprendere il controllo di un’area che da secoli è nella sua orbita).
Ogni posizione che assume l’Occidente è ormai minoritaria sul piano mondiale, sia per quel che riguarda la guerra russo-ucraina sia per quel che riguarda la tragedia israelo-palestinese (salvo una parvenza di ravvedimento estremo).
Ha senso in questa situazione e avendo davanti agli occhi gli sviluppi di quelle due catastrofi, insistere sulla linea filo-atlantista e interventista?
La riflessione a questo punto si sposta dall’attualità al piano più profondo della condizione occidentale.
Che cos’è oggi l’Occidente sul piano mondiale?
Temo che la definizione riassuntiva più efficace sia quella che ha dato qualche anno fa Eduard Limonov, scrittore russo-ucraino morto quattro anni fa: il grande ospizio occidentale. E’ il titolo di un suo libro pubblicato in Italia da Bietti, con un’introduzione di Alain de Benoist. Secondo Limonov gli euroatlantici “non sentono più la vita”, non hanno più energia, l’Europa è morta da un pezzo, ma il suo cadavere è mummificato nell’Unione europea.
Vivere nelle società occidentali significa campare in un ospizio, gestito dagli amministratori pubblici e popolato non da cittadini ma da pazienti che vivono sotto sedativi, tranquillanti e antidepressivi. Ospizio anche per l’età media, ben rappresentato dal malandato Biden.
Per Limonov, Il totalitarismo soft occidentale si copre di moralismo, diritti umani e “impero del bene” che Cristopher Lasch definì Stato terapeutico, tra infantilizzazione programmata e opinioni prefabbricate.
I bastioni di questo canone occidentale sono la teoria gender, la cancel culture e l’ideologia woke, che si riassumono in una sindrome diffusa: l’autodisprezzo, la vergogna di essere quel che siamo e che fummo nella storia.
Spingendosi oltre Limonov, de Benoist nota che l’Ospizio Occidentale, alla luce di questa ideologia, è diventato una specie di ospedale psichiatrico.
A un regime dispotico, nota Limonov è possibile ribellarsi, ma è difficile rivoltarsi contro le proprie debolezze. Impossibile l’agitazione dentro un ospizio, tutto viene sedato e ricondotto alle quiete, anzi al quieto non vivere, alla sua longeva e ricoverata sopravvivenza.
L’amministrazione dell’ospizio non è nemica dei suoi pazienti, ma si presenta come loro complice e protettrice, e se limita la loro libertà e i loro orizzonti lo fa solo per il loro bene.
Curiosamente, nota Limonov, la libertà è la parola-feticcio più inflazionata, con democrazia, negli ospizi occidentali. L’aggressività, nota lo scrittore russo, è scaricata in Occidente contro la natura, che è il secondo nemico, insieme alla storia.
I suoi abitanti, poststorici e snaturati, sono “infantili oltre che effemminati”, gli scarsi giovani sono “vecchietti in erba” che vivono digitando; la musica pop provvede ad abbrutirli.
La rivoluzione sessuale e il femminismo, più che innalzare la donna abbassano l’uomo; la pornografia è l’erotismo per i poveri.
Ma oggi, aggiungiamo noi, siamo entrati in una fase di desessualizzazione dell’Occidente, come si conviene del resto ad un ospizio.
In questo quadro, conclude Limonov, l’unico patriottismo ammesso è il patriottismo del nichilismo: non difendere la civiltà, le eredità, il mondo di valori, ma la loro assenza, smerciata per libertà e diritti umani.
Pensate che l’Ospizio occidentale possa ingaggiare con questi presupposti una guerra contro i mondi vitali che premono ai suoi bordi, a est, a sud?
Non vi sembra velleitario questo Occidente in tuta militare che si prepara alla guerra e al riarmo quando è interiormente disarmato e demotivato?
Marcello Veneziani La Verità, 11 maggio 2024
Per chi rifiuta la “ profilassi terapeutica Oms”, 30.000€ di multa e 1 anno di carcere
RispondiEliminaLe linee guida globali avranno potere assoluto di applicazione
https://gloria.tv/post/iJ8fKoKanhP82WvZShw9pPSRk
La cure riservate all'ospizio di cui sopra.
Eccellente articolo. La fotografia perfetta dell'ospizio occidentale.
RispondiEliminaVieni, o Spirto Santo!
Carlo Alberto Tregua |giovedì 09 Maggio 2024
RispondiEliminaAncora grane per l’Italia
Con nostro dispiacere si sta verificando quanto avevamo previsto e scritto sin dal 24 febbraio 2022, giorno della dissennata invasione del territorio ucraino da parte della Russia, e cioè che questa guerra andava fermata immediatamente, entro pochi giorni o poche settimane, perché l’epilogo a distanza di qualche anno sarebbe stato disastroso per l’Ucraina e non per la Russia.
Paradossalmente la vittima predestinata non ha capito questa sua probabile sorte e ha imboccato una strada che l’avrebbe portata alla condizione attuale.
E pensare che la rivista di politica internazionale Foreign Affairs riportava che la guerra poteva e doveva essere conclusa in otto giorni a seguito di incontri di personalità importanti in Bielorussia e in Turchia, di videoconferenze e di altre iniziative che avrebbero dovuto chiudere la partita.
Ciò non accadde perché chi aveva interesse a mantenere acceso quel focolaio ovviamente non voleva spegnerlo.
Gli accordi prevedevano uno Stato permanentemente neutrale e non nucleare, che non doveva partecipare ad alleanze militari né consentire basi militari o truppe straniere sul proprio territorio; a garanzia dell’accordo, i membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu, compresa la Russia.
La bozza aveva data 15 aprile 2022 e doveva essere firmata entro due settimane, fissando i confini più o meno sul fronte. Ma questi tentativi di accordo si fermarono perché Washington non desiderava che l’incendio si spegnesse, nonostante fosse stato appiccato da poco tempo.
Invece alimentò la presunzione di Zelensky, il quale, trovata la solidarietà di tutto l’Occidente, con i viaggi che molti capi di Stato fecero a Kiev, ebbe la brillante idea di pronunciare la frase magica: “Vinceremo la guerra”.
Questa ricostruzione è stata anche riportata da Il Fatto Quotidiano e fino a oggi non è stata smentita da alcuno.
I pericoli che evidenziammo fin da marzo 2022 si sono trasformati in triste realtà perché l’Ucraina è semi-distrutta, circa 200 mila persone (tra ucraini e russi, secondo il New York Times) sono morte e la normalità è diventata ormai sconosciuta.
Chi ha guadagnato da questo scenario? I produttori di armi, i quali nel 2023 hanno fatturato oltre 200 miliardi e i loro utili sono aumentati del 55 per cento.
..segue
RispondiEliminaZelensky è sotto accusa dal suo entourage per i diversi abusi che sembra abbia commesso, fra cui l’estromissione di decine di deputati dell’opposizione dal Parlamento in virtù della legge marziale, il reclutamento di decine di migliaia di ucraini mandati al fronte e la pervicacia di pensare che avrebbe potuto vincere una guerra che era già persa in partenza.
È vero che ha ricevuto una sessantina di miliardi di dollari dagli Usa e svariati miliardi dai Paesi europei, fra cui l’Italia. Ma è evidente che tutti si sono stancati di continuare a foraggiare una guerra persa e quindi via via Zelensky sta perdendo l’appoggio sostanziale da parte dell’Occidente, mentre all’interno del suo Paese sale sempre di più un sentimento contrario alla sua azione.
In questo quadro, il presidente francese, Emmanuel Macron, la spara grossa affermando che bisogna inviare armi e truppe all’Ucraina.
Perché la spara grossa? Perché sa benissimo che qualora gli europei entrassero in conflitto con la Russia, il pericolo nucleare diventerebbe concreto, anche perché a quel punto la Nato non potrebbe restare indifferente e dovrebbe necessariamente intervenire. Ma anche la Gran Bretagna, mediante il suo ministro degli Esteri, David Cameron, sostiene la stessa tesi.
Insomma, lo scontro che si evitò a Cuba, nel 1962, fra la marina russa, che portava i missili, e quella americana, che si schierò per impedirne il transito, si potrebbe riprodurre oggi.
Le due iniziative ci sembrano fuori dalla realtà e probabilmente hanno solo una funzione ai fini interni dei loro Paesi, ma comunque sono destabilizzanti e contrarie all’obiettivo che Papa Francesco richiama un giorno sì e l’altro pure e cioé che è urgente fare la pace e mettere fine ad un’insana e inutile guerra.
L'influenza USA sull'Europa (Italia, Francia e Germania). Dario Fabbri, Lucio Caracciolo, Alessandro Barbero.
RispondiEliminaVincenzo Mucciaccio
https://www.youtube.com/watch?v=RVmL7SgBITQ
RispondiElimina# Il bellicismo di Macron e Johnson.
Forse è meno assurdo di quanto sembri a prima vista.
L'Ucraina adesso sta perdendo la guerra. Che vuol dire che sta perdendo? Che si arriverà ad un cessate il fuoco seguito da congrue trattative di pace? Non si vede nessuno spiraglio in questo senso per il semplice motivo che gli americani non sembrano interessati (e quanto capisca il senile Biden della situazione non si sa). Allora c'è il pericolo che l'Ucraina venga travolta entro l'estate ed interamente occupata dai russi. L'illazione è lecita, anche se i russi dichiarano di non voler occupare l'Ucraina (ma già l'offensiva iniziale poi andata male dimostrava quest'obbiettivo, per chi abbia un minimo di conoscenza della storia militare). Quando il tuo avversario crolla, non ti fermi se non di fronte ad ostacoli naturali o a un nemico più forte.
Ma che farebbe la Russia se vincesse completamente, dilagherebbe ad Ovest, investendo direttamente i paesi Nato, p.e. i Baltici? Non lo sappiamo cosa farebbe. Ciò che è certo è che una vittoria totale russa in Ucraina potrebbe avere delle conseguenze al momento imprevedibili, sia sul piano militare che su quello politico ed economico, tali da innescare un processo di disgregazione dell'Unione Europea.
Questo Macron, Johnson e i loro collaboratori l'hanno sicuramente capito. Da qui la mossa per tentare un appoggio militare diretto all'Ucraina, per impedire la sua sconfitta, che potrebbe essere totale. Una mossa dettata forse dalla disperazione, che ha però trovato assai tiepido riscontro negli altri paesi europei, ovviamente. Mossa anche rischiosa perché si rischierebbe di allargare il conflitto all'uso delle armi nucleari. Ma l'élite al comando teme ora che un crollo dell'Ucraina possa portare al crollo dell'EU, che il momento del "redde rationem" sia vicino.
L'unica mossa positiva sarebbe quella di dichiarare apertamente la necessità immediata di seri negoziati di pace, anche se forse ora è troppo tardi. L'Italia da sola non ha sufficiente autorità per promuovere simile iniziativa, potrebbe però tentare di creare un fronte con altri paesi europei, sì da promuoverla in gruppo.
È anche vero che nessuno vuol diventare bersaglio dei proiettili di qualche folle, spuntato ad hoc dal nulla.
Miles
A che servirebbe a Putin occupare tutta l'Ucraina, un paese in macerie che poi dovrebbe ricostruire?
EliminaPensavo all'inizio della guerra che il suo intento fosse tenersi Crimea e Donetsck- Donbass e mettere a Kiev un governo filorusso.
Aumenta l'antisemitismo.
RispondiEliminaA Parigi arrestato un quattordicenne che stava per dar fuoco ad una sinagoga.
Il problema è che i due estremismi: il sionismo e il terrorismo di hamas non accettano il riconoscimento dei due stati ma perseguono l'annientamento reciproco. Non hanno voce gli atteggiamenti più ragionevoli...
Tutto iniziò negli anni '90 con la caduta dell'URSS, Gorbacev allora presidente, si fidò delle parole del presidente Reagan, che giurò che mai e poi mai la NATO avrebbe allargato i suoi confini inglobando gli ex stati satelliti dell'impero sovietico, abbiamo visto tutti come andò a finire, guerre su guerre dappertutto ed espansione illimitata, bugie, fake accuse ed altre porcate fino ad arrivare ai giorni nostri, una UE mutilata di ogni capacità decisionale e di reazione, e voglia irrefrenabile di una III GM, a questo punto non si sa a che santo votarsi, ma degli USA/UK mai e poi mai af-fidarsi, lascio con un aneddoto, un grande Capo tribù Dakota, invitato dal Congresso USA a tenere un discorso dopo la fine delle 'guerre indiane' disse semplicemente :'Ci hanno fatto tante promesse, molte di più di quanto io ne ricordi, ma non ne hanno mantenuta neanche una, hanno promesso di prenderci la nostra terra e così hanno fatto'. Per non dimenticare mai chi sono questi imperialisti ipocriti e spocchiosi, è stupido cancellare adesso la parola Anglosassoni perché distorsiva e suprematista e anti woke, i Britons/Yankees che si credono tanto superiori comunque e quantunque, hanno costruito i loro imperi con genocidi, guerre di corsa, pirateria, ed occupazioni indebite di terre distanti non solo geograficamente, ma etnicamente, bisogna averlo bene in mente .
RispondiEliminaIn ogni caso i cristiani, sia in israele che in palestina sono realisticamente tra due fuochi (il sionismo da un lato, l'islam dall'altro)...
RispondiElimina
RispondiElimina# Giusto, i cristiani in Palestina e in Israele sono tra due fuochi.
Con il governo di destra di Netanyahu, sono aumentati gli attacchi e le manifestazioni ostili ai cristiani. Qui si danno la mano sionisti e ultraortodossi, che non sono la stessa cosa. Non tutti gli ebrei ortodossi sono filosionisti e nemmeno lo sono gli ebrei di tipo "liberale", di formazione laica, che sono ben rappresentati nelle istituzioni.
Recentemente una professoressa cristiana maronita (libanese) è stata nominata rettore dell'Università di Haifa. Il che dimostrerebbe che nell'ambiente accademico almeno non ci sono pregiudiziali contro i cristiani, per lo meno non in certi ambienti universitari. (Hamas ossia il terrorismo palestinese è da sempre nemico mortale anche dei Maroniti).
Circa le accuse di "genocidio" in relazione alla guerra, le autorità militari israeliane continuano a ripetere che si tratta di una artata deformazione dei fatti, messa in piedi a fini propagandistici.
Chi ha ragione? È un fatto che le cifre di morti fornite dalle due parti non sono state verificate da nessuno. Del resto, come si potrebbe, mentre si combatte ancora a tutto spiano?
In tempi non sospetti Maurizio Blondet dava alle stampe il libro Stare con Putin? in cui raccoglieva alcuni articoli che aveva scritto negli anni precedenti su Putin e sulla Russia, che delinea brevemente in una breve intervista del 2007 a 30Giorni [link].
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RispondiEliminaTirando le somme dal suo articolo, Veneziani non dovrebbe proporre, per la rinascita dell'Italia, di cancellare il "diritto di abortire" facendo di nuovo dell'aborto un reato; di proibire la vendita di anticoncezionali (forma di aborto preventivo, per così dire); di sopprimere tutti i blog che diffondono la pornografia in rete; di rivedere l'atteggiamento nei confronti dell'omosessualità etc
Insomma, misure legislative e lotta contro la corruzione dei costumi:
questo dovrrebbe proporre come l'unico valido antidoto.
Rischierebbe l'incriminazione, pur essendo un intellettuale noto e rispettato.
Ma a parte quest'aspetto, da non sottovalutare, fino a che punto è convinto della necessità di una riforma morale oltre che dell'intervento di leggi ad hoc, per difendere e ristabilire i buoni costumi?
Anche il CD ha i suoi "bachi" sul piano dei valori. Ieri ha giustamente votato contro la dichiarazione europea di condanna della genderfobia etc assieme ad altri paesi. Bene. Ma Meloni ha dichiarato che il governo italiano difende il diritto al rispetto del proprio "orientamento sessuale" individuale, compresa l'omotendenza ovviamente. Vedi su ilGiornale di oggi le dichiarazioni di Roccella, che si conferma non adatta al ruolo che le hanno affidato. Si scopre poi che Meloni e quasi tutto il suo partito hanno a suo tempo votato per il divorzio breve.
Quindi, che vogliamo fare? Dobbiamo accontentarci per ora del no alla maternità surrogata e all'offensiva gender, dell'inserimento dei pro-life nella struttura abortiva ospedaliera. Meglio di niente, meglio che avere il partito woke al governo. Tuttavia, limitandosi a queste posizioni difensive non si rovescerà mai la tendenza alla denatalità.
Bisogna aprire un discorso approfondito sulla decadenza dei costumi e sul ruolo funesto che ha avuto e ha il femminismo in questa decadenza.
Questo dovrebbero fare intellettuali come Veneziani.
Politicus
Sul forbito linguaggio di Tucho
RispondiEliminahttps://www.aldomariavalli.it/2024/05/18/sul-forbito-linguaggio-di-tucho/
Ricordo i primi commenti dopo elezione di questo Papa : " E' uno di noi, uno che no si da arie.." e via dicendo. Letto quanto sopra, mi e' venuta subito in mente una immagine : La festa dell'unita'. Mi dico : forse quelli che predispongono l'agenda del Papa seguono la "scaletta" delle feste dell'Unita'? O, magari, sono gli stessi?
Uno che fa sbarellare i benpensanti bigotti come voialtri, sarà sempre il mio preferito.
EliminaViva Fernandez.
Rispondo citando Roberto Bonaventura:
EliminaLa netta disapprovazione di certe persone nei nostri confronti è il miglior segnale che si possa ricevere.
Per l' anonimo 8:38 : i veri bigotti, nel senso spregiativo del termine, siete voi, caro amico, voi che siete ligi e obbedienti agli ordini di quel tipo che abita laggiù, tra le fiamme e la puzza di zolfo, laggiù dove è pianto e stridor di denti...e dove rischia di finire anche lei, caro amico, se non si sveglia in tempo dal sonno ipnotico indtto dal Nemico di Dio e dell' umanità
EliminaA' bon entendeur, salut!
Ucraina «Se si vuol capire questa crisi, secondo lei [prof. Giulio Sapelli] non ci si può fermare neppure ai fatti di Maidan 2014. Qual è lo snodo fondamentale?
RispondiElimina- La parentesi di Eltsin. Quando Gennadij Janaev e la vecchia nomenclatura sovietica cercarono di riportare indietro l’orologio dell’Urss e l’Occidente non sostenne Gorbaciov, il piano fallì e Boris Eltsin prese il potere. Ma Eltsin spianò la strada a Jeffrey Sachs e agli uomini che Washington aveva mandato a Mosca per Privatizzare l’ex Unione Sovietica. L’alta finanza e la grande industria nordamericana e tedesca attuarono una vasta opera di Depredazione dell’economia e delle risorse. Una parte della Nomenclatura, compreso Putin, allora delfino di Eltsin, si oppose e mise fine all’esperimento.
Dove avrebbe portato quel processo?
- Avrebbe smembrato la Russia. Che poi era quello che gli USA volevano.
C’è sempre un’idea sottostante alle relazioni internazionali. Quando si è passati dalla realpolitik al primato dell’“ordinamento morale” propugnato dagli Usa?
- Nel 1928, con il trattato Briand Kellogg. Inaugura il progetto degli americani di sostituire alla diplomazia internazionale un ordinamento fondato sui diritti umani, per giustificare la loro ambizione di estendere a tutto il mondo la dottrina Monroe, applicata fino ad allora alla sola America Latina.»
22.09.2022
N.B. Giulio Sapelli, economista, già ordinario alla Statale di Milano, è noto per essere piuttosto critico nei confronti della Federazione Russa e di Vladimir Putin.
RispondiElimina# A che serve a Putin occupare tutta l'Ucraina, un paese ormai pieno di macerie..?
Quando si diceva che i russi potrebbero occupare tutta l'Ucraina ci si riferiva alla logica interna della guerra: se il nemico crolla, vai avanti e occupi tutto, a prescindere da ogni altra considerazione o circostanza. Adesso Putin dice che non ha piani per occupare Kiev.
Bloccare l'esercito in una grande città in questa fase non gli conviene, visto che la campagna sembra esser entrata nella fase della guerra di movimento, almeno nel settore di Kiev. La fase della guerra di movimento, nella strategia moderna, è quella nella quale si cerca di annientare il nemico se si dispone di forze superiori, capaci di muoversi in profondità e velocemente (reparti meccanizzati e corazzati)sul territorio, grazie anche al dominio dell'aria.
Gli ucraini e le fonti minimizzano i successi russi, tuttavia da Kiev sarebbero state evacuate oggi 10.000 persone, indice che il fronte dovrebbe ormai esser vicino alla città.
Dunque, Putin non ha piani per Kiev. Vedremo se l'occuperà o meno, ciò dipenderà anche dalla resistenz degli ucraini.
Sull'Ucraina il patriarca Cirillo, molto legato a Putin, ha detto di recente: "Una volta conclusa l'Operazione militare speciale, tutto il territorio dell'attuale Ucraina dovrà rientrare nella zona di influenza esclusiva della Russia. La possibilità che esista su questo territorio un regime politico russofobo, ostile alla Russia e al suo popolo, come pure un regime politico diretto da un centro esterno ostile alla Russia, va assolutamente esclusa". (XXV Concilio mondiale del popolo russo - fonte La Nuova Europa, trovata in un articolo de la NBQ, con intervista alla storico militare Leoni, sulla Russia).
Per un futuro Stato ucraino sovrano e indipendente, anche dimezzato, neutrale, amico della Russia, non sembra esserci spazio. Almeno nelle intenzioni del Patriarca Cirillo.
L'anonimo delle 08:38 è in sintonia con la gerarchia attuale vaticana, il che dimostra perfettamente quanto quest'ultima sia deragliata dai binari dell'ortodossia.
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