Mi scrive un amico, Andrea Mondinelli, che ringrazio condividendo la sua riflessione sul recente viaggio di Bergoglio in Indonesia, di cui abbiamo accennato qui, con molti link ai diversi spunti di riferimento. Credo opportuno riportare i più significativi : qui - qui - qui - qui - qui. Quel che vale per l'islamismo, vale ovviamente per tutte le religioni.
Carissima Maria,
molti si chiedono perché papa Francesco sia andato in Indonesia, uno per tutti Aldo Maria Valli, dopo la sua benedizione tanto umana quanto apostatica:
Ora viene da chiedersi: perché Bergoglio è andato laggiù, in Indonesia? Questi viaggi vengono definiti viaggi apostolici, ma che cosa c’è di apostolico in un’assurda benedizione che non è una benedizione?(1)
Premesso che è stato preceduto sia da Paolo VI, sia da Giovanni Paolo II, c’è da chiedersi perché ben tre papi siano andati là. La spiegazione mi è venuta leggendo un articolo di Leonardus Mali, sacerdote e membro della comunità di CL a Kupang in Indonesia, pubblicato su clonline(2). Attenzione alle sue parole:
Lo sguardo al dialogo e alla riconciliazione in realtà riflette il dna stesso dell’Indonesia, è qualcosa che fa parte della sua storia, senza cui non esisterebbe. È lo spirito alla base del motto nazionale “Bhinneka Tunggal Ika”, unità nella diversità. Più di milletrecento tribù, ciascuna con cinquecento differenti gruppi etnici e linguistici, con sei religioni principali (islam, confucianesimo, buddismo, induismo, cattolicesimo, altre professioni cristiane) e varie altre credenze indigene legate agli ambienti tribali, con tutte le differenze culturali che si accompagnano nelle 17mila isole che compongono la Nazione... tutto questo, come potrebbe stare insieme in una casa chiamata Indonesia, come quella che vediamo oggi?Lo scorso 20 luglio, in un dibattito, tenutosi in un istituto di studi fondato da alcuni giovani pensatori islamici, ho detto che il Papa sarebbe andato in Indonesia perché anche lui ha bisogno dell’Indonesia...[…] Credo che il Papa sappia bene che la Chiesa indonesiana ha un’esperienza unica nello sviluppo della fraternità nel pluralismo. E, come nazione, ha un portato culturale sufficiente per realizzare le sue speranze. Lo spirito di “BHINNEKA TUNGGAL IKA”, la consapevolezza dell'esistenza dell'“Uno” che unisce tutti oltre la diversità [vedi l'inganno], rivela un Paese unico, vero laboratorio dove si impara - vivendo, non studiando teorie e documenti - e dove si pratica la convivenza nel dialogo e nell'armonia. […]
Cos’è spirito di “Bhinneka Tunggal Ika? Da dove deriva questo motto? Ecco la risposta(3):
La frase è una citazione da un antico poema giavanese, Kakawin Sutasoma , scritto da Mpu Tantular, un famoso poeta della letteratura giavanese durante il regno dell'impe-ro Majapahit , nel XIV secolo, sotto il regno del re Rājasanagara, noto anche come Hayam Wuruk.
Questa citazione è tratta dal canto 139, strofa 5. La strofa completa recita come segue:
Rwāneka dhātu winuwus Buddha Wiswa,Penso non sia necessario alcun altro commento…
Bhinnêki rakwa ring apan kena parwanosen,
Mangka ng Jinatwa kalawan Śiwatatwa tunggal,
Bhinnêka tunggal ika tan hana dharma mangrwa.
Traduzione
Si dice che il noto Buddha e Shiva siano due sostanze diverse.
Sono davvero diversi, ma come è possibile riconoscere la loro differenza a colpo d'occhio,
dal momento che la verità di Jina ( Buddha ) e la verità di Shiva sono una.
Sono davvero diversi, ma sono dello stesso tipo, poiché non c'è dualità nella Verità.
Andrea Mondinelli
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1. https://www.aldomariavalli.it/2024/09/06/sulla-falsa-benedizione-di-bergoglio-a-giacarta/
2. Il Papa in Indonesia. La Chiesa che unisce tutti https://it.clonline.org/news/chiesa/2024/09/03/viaggio-papa-francesco-indonesia
2. Il Papa in Indonesia. La Chiesa che unisce tutti https://it.clonline.org/news/chiesa/2024/09/03/viaggio-papa-francesco-indonesia
Chi dirige l'orchestra?
RispondiEliminaTemo che il poema indonesiano , purtroppo, non contenga la verita' ma una elegante forma d'inganno.
RispondiEliminaIeri il calendario tradizionale ortodosso inseriva tra i santi del giorno
Trai santi del giorno Baarlam e Joasaph , principe delle Indie e Abeñner il Re suo padre.
RispondiEliminaLa leggenda bizantina di Baarlam e Joasaph fu tradotta nella nostra lingua circa una quarantina d'anni fa e pubblicata da Rusconi. Non mi sembra sia piu' stata ripubblicata.
La leggenda di cui sopra ha molte , forse troppe, somiglianze con la storia del Budda.
Shiva appartiene invece al panteon indu' dove i demoni venerati come dei sono molti , piu' di trecento e sembra che le posìzioni yoga che hanno tanta diffusione tra noi corrispondono, secondo alcuni santi sacerdoti, ciascuna posizione ad uno degli dei del panteon indu'.
Difficile quindi commemorare insieme una figura con possibili legami alla dottrina cristiana e un demone che cerca di prendere il posto di Dio.
Troppa conoscenza va a discapito dell'approfondimento di una conoscenza possibile. Non è un caso che noi oggi siamo più ignoranti di chi ci ha preceduto, pur essendo esposti ad un mare di saperi che è quasi impossibile assimilare. La nostra stessa religione, lingua, storia, geografia non conosciamo più come le tre o quattro generazioni precedenti la nostra che avevano avuto la possibilità di conoscere ed approfondire solo la loro religione, la loro lingua, la loro storia. Senza contare che contemporaneamente all'allargarsi del sapere, che si faceva enciclopedico, per tutti si è diffusa la narrazione della falsificazione di ogni sapere cioè la propaganda conoscitiva che il potere metteva in atto per rafforzarsi.
RispondiEliminaSe un tempo l'ignoranza dipendeva dal poco sapere di molti, oggi l'ignoranza di todos todos dipende dal sapere enciclopedico che ci viene riversato addosso e spesso contraffatto. Ritengo che ogni qualvolta si superi, volenti o nolenti, il limite qualitativo e quantitativo, in più o in meno, rispetto all'umano si entri in una violenza che distorce il giusto ed il vero. In questa nostra epoca in cui l'io pretende di sostituirsi a Dio, perdiamo Dio e non conosciamo né troviamo noi stessi.
Così anche nella virtù di religione, anch'essa trasformatasi in una abbuffata religiosa vicina ormai al vomito. Le tentazioni, le illusioni che ci vengono poste davanti, sempre a fin di bene, vanno superate ignorate combattute, a favore del giusto allenamento che dobbiamo perseguire nel conoscere e nel fare quello che la nostra religione insegna. Il conosci te stesso si estende anche al conosci la tua piccola storia e quella in cui sei nato, solo questo affinamento particolare ci rende atti a comprendere a cosa e dove siamo vocati.
m.a.
E disse loro: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.“
RispondiEliminaMarco 16, 15-18
Mi chiedo: il signor Bergoglio ha letto questo brano del Vangelo? . . .
Impossibile star dietro a Bergoglio.
Quel passo è....preconciliare!!! Poi è venuto il Concilio...... e secondo loro non vale più!!!
EliminaQuesto "sacerdote e membro della comunità di CL" dai sofisticati interessi letterari, quanti pagani ha convertito? Quanti ne ha battezzati? Quanti comunicati? Quanti cresimati? Eccetera. E se, come temo, la risposta è nessuno, allora cosa ci sta a fare lì?
RispondiEliminaSilente
I FRUTTI (INQUINATI) DEL CONCILIO.
RispondiEliminaVedere il Papa entrare in moschea, tesserne l'elogio e baciare la mano dell'imam è parso fuori luogo (forse il termine corretto è scandaloso) a molti cristiani.
Ma questo gesto si inserisce in un solco tracciato già da tempo. Ed altri pontefici, purtroppo, hanno collaborato fattivamente per passare dal tanto decantato "dialogo" a gesti di sottomissione. Il Concilio ha aperto la strada all'evento sincretista di Assisi, voluto da Papa Giovanni Paolo II nel 1986. Da Assisi al bacio del corano e poi al bacio della mano dell'imam il passo è stato breve.
Non ci resta che pregare...anche per chi, anziché confondere i fedeli, dovrebbe confermare nella fede i tanti credenti e favorire la conversione di quanti si trovano ancora lontani dalla Chiesa.
L'errore del Concilio e' stato promuovere l'ecumenismo che alcuni santi sacerdoti hanno definito una pan eresia ovvero la sooma ditutte le eresie.
RispondiEliminaLo sviluppo dell'ecumenismo e' stato anche favorito dall'insegnamento di alcuni che pensavano , ripescando antiche credenze o forse meglio superstizioni di fare cosa buona e giusta ovvero di pescare in queste credenze tracce di divino. Ratzinger li mise a tacere ovvero proibi loro l'insegnamento per alcuni anni.facendosi cosi' dei feroci nemici.
RispondiEliminaSi affrettino altri a costruire idoli:
RispondiEliminaio non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.
Salmo 16:4
@i frutti avvelenati...
RispondiEliminaRicordo di aver trovato online, non ricordo però se su un forum o un blog, in occasione del viaggio negli Emirati un titolo tipo "Il Papa parla di pace fra guerre e galere" e sotto "e questa è stata la risposta", che era il video del pernacchio di Eduardo.
Ma siamo sicuri che lo lascino parlare senza ascoltarlo? Siamo sicuri che siano davvero tanti quelli che lo contestano?
Io non mi arrabbio, sono solo inquieto, visto con quale gente cerca di parlare.
Forse sono troppo preseuntuoso a paragonarmi a Dante con Bonifacio VIII, ma è il solo atteggiamento che provo: il Papa è legittimo, ma su diversi aspetti del suo operato è criticabile.
Proposta da valutare:
RispondiEliminaNei giorni e nelle ore che JMB riceve e parla al popolo o è fuori sede mettersi in ginocchio e recitare le preghiere a San Michele, Salve Regina, Gloria.
m.a.
Francesco Agnoli
RispondiEliminaPurtroppo si paga tutto: l' estremismo islamico, ma anche la superficialità con cui si fanno entrare nel proprio paese orde di immigrati ( per sostituire forza lavoro, dopo aver fatto la guerra alla vita nascente); il relativismo religioso e le folli guerre con cui si sono create masse di disperati dall' Iraq alla Libia e alla Siria, come pure l' atteggiamento pilatesco/partigiano sulla questione palestinese.... Tutto si tiene perché la realtà ha una sua logica mentre l' ideologia tenta invano di scardinarla.