Una nostra premessa:
Mantenendo fede a tanti suoi precedenti interventi, don Curzio ci invita alla preghiera, unico rimedio ai mali presenti. Ci invita a continuare a pregare: infatti, chi di noi non prega da anni il Signore perché ci mandi finalmente un Papa come si deve, veramente cattolico? Finora le preghiere non sono comunque servite a niente. Questo pure è un fatto. Anzi, sembra che più si prega, più la situazione peggiora. Allora, pregare non serve a niente? No, evidentemente (Mt 21, 22). Pregare, per noi cattolici, è anche un dovere. Il Signore non ha forse detto: "Pregate, per non cadere in tentazione"? In questo caso, la tentazione sarebbe quella della disperazione, dell'abbandono anche formale della Chiesa e simili atteggiamenti, che metterebbero in pericolo grave la nostra anima.
Ma, se l'unico rimedio alla gravissima crisi attuale è la preghiera, allora tanto vale chiudere questo blog, che costa tante energie alla nostra cara Mic, e che ognuno preghi a casa sua.
Con questo voglio dire che, a mio avviso, il Signore si aspetta da noi, soprattutto da quelli che hanno studiato e sono capaci di esprimersi a certi livelli, oltre alle preghiere anche qualcos'altro, se ho ben inteso il significato della parabola dei talenti (Mt 25, 14 ss.).
Il "qualcos'altro" l'abbiamo visto di recente nei Dubia dei quattro cardinali, oggi probabilmente sottoposti a forti pressioni interne perché non procedano oltre. E non avremmo bisogno di vederlo anche in un appoggio aperto all'azione dei 4 Cardinali da parte di quei chierici che, pur consapevoli e apertamente critici (in generale) della gravità della situazione, guardano a quell'azione con malcelato scetticismo e si limitano ad invitarci a pregare? Se, in passato, nelle epoche di grave crisi nella gerarchia cattolica e nella fede, ci si fosse limitati a pregare, l'eresia e i cattivi costumi avrebbero vinto e la Chiesa cattolica sarebbe scomparsa da secoli. (PP)
Bergoglio: l'apoteosi del Soggettivismo Emozionalista/3
Terza parte
Parte Prima e Seconda qui
Dio non è cattolico
Una delle frasi choc di papa Francesco è “
Io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio” (A. M. Valli, 266.
Jorge Mario Bergoglio. Franciscus P. P., Macerata, Liberilibri, 2107, p. 13, nota 2)[1].
Ora “cattolico” significa “universale”. La “cattolicità è la terza nota della Chiesa cattolica, come recita il Credo Niceno-Costantinopolitano. Infatti la Chiesa di Cristo (e quindi di Dio, poiché Cristo è il Verbo Incarnato, vero Dio e vero uomo) è l’umanità socialmente e soprannaturalmente organizzata in Cristo, che per natura sua abbraccia tutti gli individui della stirpe umana (se non in atto, almeno in potenza) ed è pertanto universale, ossia cattolica[2]. Se Dio non fosse universale o “cattolico”, la Chiesa da Lui fondata non sarebbe cattolica e il Credo Niceno-Costantinopolitano sarebbe sbagliato, il che è impossibile perché in esso si trova infallibilmente compendiata tutta la fede della Chiesa.