Apprendiamo da LifeSiteNews
che Il Sinodo sulla sinodalità [vedi], ora ufficialmente prorogato fino al 2024, ha chiesto un “aggiornamento permanente” alla luce del Concilio Vaticano II. Continua l'alienazione della Chiesa. Ce n'è per tutti. Anche per le altre religioni... Emerge il metodo, errato, di riferirsi alla maggioranza per trarre conclusioni che la Mater et Magistra dispensa dall'alto del suo Munus docendi. e tutte le altre deformazioni collegate alla sinodalità ora divenuta permanente [vedi].
Il nuovo documento sinodale del Vaticano chiede
il “diaconato femminile” e “l’inclusione radicale”
Il Vaticano ha presentato il documento che guiderà la prossima fase del Sinodo sulla sinodalità, dove si chiede una maggiore inclusione dei divorziati e dei “risposati”, dei gruppi LGBT e si propone un “diaconato femminile”.
Il documento di 45 pagine è stato presentato il 27 ottobre, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Stampa della Santa Sede, dal gruppo di lavoro del Sinodo sulla sinodalità: il cardinale Jean-Claude Hollerich (relatore generale del Sinodo), il cardinale Mario Grech (segretario generale del Sinodo dei Vescovi), la professoressa Anna Rowlands, padre Giacomo Costa (consultore della Segreteria generale del Sinodo) e monsignor Piero Coda (segretario generale della Commissione teologica internazionale).
Formazione del documento
I contenuti del Documento di lavoro per la fase continentale del Sinodo (DCS), dal titolo “Allargate lo spazio della vostra tenda”, ora guideranno la prossima fase del Sinodo sulla sinodalità, che è stata prolungata fino al 2024.
Il documento è stato compilato da un gruppo di “esperti”, teologi, laici e vescovi durante alcuni giorni di settembre. Come riferito in precedenza da LiveSiteNews, diversi di questi “esperti” si oppongono alla Messa tradizionale e sostengono la contraccezione.
Il DCS è un riassunto dei numerosi rapporti presentati da 112 delle 114 conferenze episcopali, da 17 dei 23 dicasteri curiali romani e da tutte le chiese cattoliche orientali.
Gli autori hanno osservato che il documento non è “un documento conclusivo, perché il processo è lungi dall’essere concluso”, né fa parte del “Magistero della Chiesa, né è il rapporto di un’indagine sociologica”. Esso invece, “rimane un documento teologico in quanto orientato al servizio della missione della Chiesa: annunciare Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo”.
Scrivendo che il sinodo ha prodotto finora “frutti abbondanti, nuovi semi che promettono una nuova crescita”, il documento aggiunge che “non mancano chiare espressioni di rifiuto”, con “scetticismo sull’effettiva efficacia o addirittura sull’intento del processo sinodale” espresso anche nelle citazioni tratte dalle relazioni esaminate.
La Chiesa deve essere “più accogliente” nei confronti di LGBT e “risposati”.
Il documento ha attinto dai vari rapporti diocesani per riferirsi a gruppi di persone che si sono sentite “trascurate ed escluse”. Tra coloro che “sentono una tensione tra l’appartenenza alla Chiesa e l’esperienza delle proprie relazioni affettive”, il documento elenca:
- divorziati risposati
- genitori single
- persone in matrimoni poligami
- Persone LGBTQ, ecc.
“Tutti hanno bisogno di una Chiesa più accogliente”, vi si legge.
Per quanto riguarda questo aspetto, nel corso della cobferenza stampa, il cardinale Grech ha dichiarato che “in questo momento non stiamo prendendo alcuna posizione” in relazione alle domande sulle immagini pro-LGBT condivise dagli account dei social media del sinodo. Ha invece ribadito che il sinodo è un processo di “Chiesa in ascolto”.
Ruolo delle donne e diaconato femminile
Nel nuovo documento viene data molta attenzione al ruolo delle donne, comprese le richieste di ordinazione femminile.
Il documento afferma che c’è una duplice necessità: “attirare gli uomini a un’appartenenza più attiva alla Chiesa e permettere alle donne di partecipare più pienamente a tutti i livelli della vita ecclesiale”.
Rivolgendosi ai media riuniti in conferenza stampa, Rowlands ha dichiarato che “la questione del diaconato per le donne è emersa ripetutamente, in molte relazioni”.
Rowlands si è basato sul testo del DCS, in cui si nota che in molti rapporti presentati:
Si chiede alla Chiesa di continuare a discernere su una serie di questioni specifiche, in particolare il ruolo attivo delle donne nelle strutture di governo degli organismi ecclesiastici, la possibilità per le donne con una formazione adeguata di predicare in ambito parrocchiale, il diaconato femminile. Posizioni molto divergenti sono espresse per quanto riguarda l’ordinazione sacerdotale delle donne, che alcune sintesi auspicano, mentre altre considerano la questione chiusa.
La Conferenza eterodossa per l’ordinazione delle donne ha accolto con favore queste sezioni della DCS, dichiarandosi “incoraggiata” dalla promozione delle “richieste quasi universali di donne nel governo, di donne predicatrici e di ‘un diaconato femminile'”.
Papa Giovanni Paolo II aveva già condannato l’ordinazione femminile, scrivendo nella sua lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis del 1994: “Dichiaro che la Chiesa non si riconosce l'autorità per ammettere le donne all’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in maniera definitiva sostenuto da tutti i fedeli della Chiesa”.
Il Papa polacco ha anche citato la lettera di Paolo VI del 1975 all’arcivescovo anglicano di Canterbury, in cui l’ex pontefice scriveva che “l’esclusione delle donne dal sacerdozio è in accordo con il piano di Dio per la sua Chiesa”.
Questioni di liturgia ed eucaristia
È stato affrontato anche l’aspetto della liturgia della Chiesa, con il DCS che ha sottolineato come la liturgia possa essere collegata alla “situazione dei popoli indigeni. La loro spiritualità, saggezza e cultura hanno molto da insegnarci”. [ahimè... vedi -ndT]
Le rinnovate richieste di ruoli femminili nel ministero si riflettono anche in questo aspetto, col documento che afferma che le questioni sollevate nei vari rapporti vanno “dalla riprogettazione di una liturgia troppo centrata sul celebrante, alle modalità di partecipazione attiva dei laici, all’accesso delle donne ai ruoli ministeriali”. [si rimanda qui -ndT]
Inoltre, la DCS ha dichiarato che “molti rapporti fanno eco al dolore per l’impossibilità di accedere ai sacramenti provato dai divorziati risposati e da coloro che vivono in matrimoni poligami. Non c’è unanimità su come gestire queste situazioni”. [si rimanda qui - ndT]
Sottolineando un rapporto dagli Stati Uniti, il documento ha anche notato che “molti si rammaricano per le restrizioni sull’uso del Messale del 1962”. Questo aspetto, tuttavia, non è stato approfondito o affrontato ulteriormente.
Il Sinodo è una continuazione dell'”aggiornamento” del Vaticano II
Il Sinodo sulla sinodalità è già stato paragonato al Concilio Vaticano II e descritto dai commentatori come la promozione di una “Chiesa parallela”.
Tale descrizione è stata sostenuta dal testo del nuovo documento, in cui si osserva che la “conversione e riforma” del sinodo “si traduce in una altrettanto continua riforma della Chiesa, delle sue strutture e del suo stile, nel solco del desiderio di un permanente ‘aggiornamento’, preziosa eredità del Concilio Vaticano II a cui siamo chiamati a rivolgerci nel suo 60° anniversario” [vedi].
In un apparente abbandono dell’adesione alla dottrina o ai principi cattolici, il documento, nel descrivere il cammino da seguire, afferma che:
Il messaggio del cammino sinodale è semplice: impariamo a camminare insieme e a sederci insieme per spezzare lo stesso pane, in modo che ognuno possa trovare il suo posto. Tutti sono chiamati a partecipare a questo cammino, nessuno è escluso. Questo è ciò che ci sentiamo chiamati a fare per annunciare in modo credibile il Vangelo di Gesù a tutti i popoli. Questa è la strada che cerchiamo di percorrere per la fase continentale.
In quella che è una delle rare occasioni in cui è descritta la stessa sinodalità, la DCS delinea come il sinodo affronta le molte “tensioni” evidenziate durante l’evento: “[Una] spiritualità sinodale non può che essere una spiritualità che accoglie le differenze e favorisce l’armonia, e che trae dalle tensioni l’energia per andare avanti”.
Le prossime tappe del processo sinodale
Il Sinodo è ancora in “fase di ascolto”, ha detto Anna Rowlands, e le prossime tappe saranno una ulteriore continuazione di questo “ascolto”.
Tuttavia, la DCS invita la Chiesa a iniziare fin da ora ad attuare un processo di cambiamento: “Tutte le istituzioni della Chiesa sono chiamate a interrogarsi su come integrare l’impulso sinodale nell’esercizio delle loro funzioni e della loro missione, rinnovando le loro strutture e procedure o introducendone di nuove”.
Dopo la pubblicazione del nuovo testo, i vescovi di tutto il mondo devono ora elaborare le proprie riflessioni locali sul documento. Successivamente, avranno luogo sette incontri continentali delle Conferenze episcopali, che si terranno in Africa, Oceania, Asia, Medio Oriente, America Latina, Europa e Nord America.
Una volta raccolti tutti i documenti risultanti da questi incontri, essi costituiranno a loro volta la base del documento di lavoro (Instrumentum laboris) – completato entro giugno 2023 – per il Sinodo dei vescovi che si terrà in Vaticano dal 4 al 29 ottobre 2023.
Come nel Documento preparatorio originale, il DCS ha chiesto che nelle fasi successive del Sinodo si presti “particolare attenzione” anche ai “rappresentanti di altre religioni e tradizioni di fede; e alle persone senza appartenenza religiosa”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Nei due millenni trascorsi il compito della Chiesa è stato quello di curare le anime
RispondiEliminaQuella lì non è più la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Non esistono scuse per affermare il contrario, per quanto elaborate e dotte possano essere.
RispondiEliminaL'apertura alla poligamia sembra un ulteriore step verso il sincretismo.
RispondiEliminaTemo che lei abbia ragione . Cerchiamo di vedere tutti questi suggerimenti nella prospettiva ecumenica.
EliminaSe si volesse fare l'unione con le chiese ortodosse basterebbe accettare i divorziati risposati. Lo stesso dicasi per i protestanti .
Né gli ortodossi né i protestanti ammettono la poligamia.
Nell'islam sono consentite 4 mogli. Ma nella Bibbia sembra sia chiaro l'indirizzo per il matrimonio monogamico.
E molti testi indicano con chiarezza le enormi differenze tra Bibbia e Corano. Ma dove hanno studiato questi sapienti ?
In qualche università islamica?
La sinistra e l'odio anticristiano
RispondiEliminaLa sinistra strumentalizza pure il rosario al collo della giornalista
Marina Nalesso nuovamente al centro delle polemiche.
La sua colpa? Portare un rosario al collo. Non si tratta del primo episodio e non sarà neanche l’ultimo, nonostante le accuse dei soliti leoni da tastiera. La diatriba è scoppiata sui social network dopo l’ultima edizione delle 20.30 del Tg2. Decine e decine di tweet contro la giornalista, rea di ostentare simboli cristiani per "strizzare l’occhio al nuovo governo di centrodestra", a loro dire. Ma questo è il solito fango dei militanti di sinistra, pronti a gettare odio ad ogni occasione. La verità è un’altra.
“Neanche Suor Paola condurrebbe il Tg2 così”, “Ovviamente con l’attuale governo possiamo dirigere il Tg2 in prima serata con il crocifisso in primo piano”, “Questo esibizionismo mi inquieta”. Questi solo alcuni dei post comparsi sui social network nelle ultime ore. E non è la prima volta che Marina Nalesso deve fare i conti con attacchi social. Bisogna tornare al 2016 per osservare la nascita delle diatribe sul crocifisso, quando la giornalista era al timone del Tg1 (e il governo non era di centrodestra, anzi). Altri episodi nel 2018, nel 2019 e nel 2021. A prescindere dal colore del governo in carica, la conduttrice ha sempre vestito elementi cristiani, a partire dal rosario e dalle collanine raffiguranti la Madonna.
Marina Nalesso ha sempre rivendicato la sua libertà di portare elementi religiosi – “non ho mai avuto alcun tipo di freno e ripensamento o riflessione” – e non ha mai fatto mistero del suo grande rapporto con la fede. In una recente intervista a Cristiani Today, aveva spiegato: “Prego il rosario tutti i giorni, prego l’Arcangelo San Michele e faccio le orazioni di Santa Brigida. Cerco di andare a messa ogni giorno [...] Non indosso il simbolo di un partito ma indosso il simbolo dell’amore che mi fa vivere nell’imparzialità. Mi auguro che nessuno mi chieda mai di togliere questo segno di amore e spero che non venga tolto il Crocifisso dalle scuole perché è importante spiegare ai bambini chi era Gesù”. Nessun messaggio al presidente Meloni, né all'ex direttore Sangiuliano: Marina Nalesso è semplicemente credente, alla faccia dei soloni della rete.
Gianluca Lopresti
Un giorno uno chiese a Padre Pio perché insistesse nel volergli far fare la Consacrazione al Cuore di Maria.
RispondiEliminaRispose il Santo: "perché è l'unico posto al mondo in cui Satana non c'ha messo piede e mai ve lo metterà per prendersi le anime che vi saranno entrate.. e vi aspetta un futuro così diabolico che l'apocalisse è nulla al confronto, mettetevi lì dentro e starete al sicuro"
c'è DI CHE FAR Rizzare i capelli in testa ad un calvo.
RispondiEliminaIn copertina nulla che ricordi il Cristianesimo. Ragazzi che fanno il girotondo su quello delle elementari; belle ragazze scalze sedute in posizione loto su quello delle medie.
Ed è solo la COPERTINA.
Praterie infinite attendono d'essere occupate da un'editoria scolastica cattolica come Dio comanda.
EliminaParti allora…vai e galoppa! Aspettiamo i prodotti della vera editoria cattolica per le vere scuole cattoliche che formeranno nuove vere generazioni di veri cattolici che andranno alla vera messa nelle vere chiese.
Elimina«La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società [...] e a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste».
RispondiElimina(Pio XI, "Quas Primas")
Avete visto? Tutti in pantaloni! Perfetto stile protestante per compiacere Bergoglio!! Che tristezza!! E poi dicono che l'abito non fa il monaco!
RispondiEliminaTanto nelle riunioni per il sinodo ci sono andati solo gli amici degli amici per dire quello che avevano già pianificato e infatti sono uscite le scemenze che fanno tanto "cristiano adulto". essere cattolici, oggi, è roba da gulag e persecuzione, ci penserà il Signore a riunire il suo gregge e a portarlo in salvo
RispondiEliminaAlberto Lacchini