Sono grata a Paolo Pasqualucci che ci ha inviato una sapiente e ponderosa analisi, fatta con grande acribia, che fornisce a noi e alla Chiesa tutta molti materiali per l'ineludibile discussione sul Sinodo per l'Amazzonia tuttora in corso, molti risvolti del quale, comprese le sacrileghe e blasfeme celebrazioni nei giardini Vaticani [
qui], nella Basilica di San Pietro [
qui e immagine a lato] e in Santa Maria In Traspontina [
qui], ci hanno lasciati sgomenti [qui l'
indice di numerosi articoli].
Diverse pagine della trattazione sono dedicate alla infame "
teologia india", che nessuno ovviamente conosce, e che ci vogliono imporre. L'Autore vi ha premesso una
Nota Previa nella quale spiega la struttura del saggio. In attesa di completare il lavoro di redazione per pubblicarlo sul blog, vi anticipo il Sommario e la Nota previa, mettendo a disposizione il testo integrale in formato pdf, che intanto potete leggere o anche
scaricare da qui.
Instrumentum diaboli - l’apostasia, le eresie dello ‘Instrumentum Laboris per l’Amazzonia’ denunciate da autorevoli cardinali, vescovi, teologi e da studiosi e saggisti – sintesi e approfondimenti di Paolo Pasqualucci
Sommario : Nota Previa. 1. Condanne dal significato magisteriale. 2. La “teologia india”, pseudoteologia dal taglio modernista. 3. La memoria di mons. Javier Lozano Barragán sulla “teologia india”. 3.1 Il tratto modernista della “teologia india”. 3.2 Una “tipologia” contraddittoria. 3.3 Il cosiddetto “metodo teologico indio”: ibrido pagano-cristiano, stravolgimento dei fatti storici. 3.4 Eresie nella “teologia india”: Dio è duale, Padre-Madre; la Natura è divinizzata dalla Dea Madre; l’Amazzonia è “luogo teologico” ossia Terra della Rivelazione; lo Spirito Santo ha già illuminato i pagani, la Chiesa non deve fare proselitismo, non è l’unica Arca della Salvezza; la vera fonte della religione è il mito... 3.5 Le giuste critiche di mons. Barragán alla “teologia india”. 4. Lo ‘Instrumentum laboris’ dà corpo alle profezie anticristiane dei letterati decadenti e neopagani del Novecento affascinati dalle tenebrose religioni amerindie. 5. Le quattro accuse del cardinale Brandmüller, piú una quinta. 6. L’apostasia: si dissolve il cattolicesimo nel culto panteistico di un Dio androgino, Padre-Madre Terra, nel quale riappare la religiosità pagana dell’America precolombiana, uno dei paganesimi più crudeli mai esistiti. 6.1 La falsa citazione di san Giustino martire, per giustificare l’irruzione dei culti pagani nella nostra fede. 7. La vera natura dei culti indigeni meso e sudamericani. 8. L’autentico spirito missionario: la testimonianza di mons. Marcel Lefebvre nell’Africa Equatoriale Francese – la replica di mons. Schneider alla caramellosa retorica dei “teologi indi”. 9. L’estinzione del celibato ecclesiastico, nei progetti ereticali dello ‘Instrumentum laboris’. 10. L’eresia del “sacerdozio femminile”, tappa essenziale per “render femminile” la Chiesa.
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Nota previa
Il presente contributo viene pubblicato quando il tristo Sinodo per l’Amazzonia è iniziato da una settimana. Esso ha assunto la dimensione di un libro. Nonostante ciò, lo pubblico in tutta la sua interezza. Il suo scopo è soprattutto quello di fornire ai fedeli ampi materiali per poter rendersi conto dell’abisso nel quale stiamo precipitando. Ci dicono ora che dobbiamo venire istruiti nella “teologia india” e dare ampio spazio alle donne nella struttura gerarchica e di insegnamento della Chiesa ossia alla “teologia femminista” professata dalla gran maggioranza di loro. Queste pseudo-teologie sono e restano per ovvie ragioni un oggetto misterioso per la stragrande maggioranza di tutti noi. Quest’ignoranza favorisce l’azione eversiva di pastori che da troppo tempo sono cattolici solo di nome, ci lascia senza difesa contro l’assalto dei lupi travestiti da agnelli oggi pullulanti nella Gerarchia, a cominciare dai vertici. L’esposizione analitica della “teologia india” ha implicato anche un’esposizione aderente ai fatti delle antiche religioni amerindie, culti satanici se mai ve ne furono, sulle quali i ‘teologi indi’ glissano alla grande, limitandosi ad elogiarle sobriamente in quanto culti della supposta “sapienza” degli antenati, da venerare per questa ragione.
Ho anche richiamato l’attenzione sulla dottrina dei c.d. “semi del Verbo” da reperirsi nelle culture e nelle religioni non cristiane. Questa dottrina è stata male intesa e applicata, dal Concilio in poi, per giustificare le aperture indiscriminate alle altre religioni, che hanno portato alla fine, come dimostrano anche i recenti eventi, ad una “inculturazione” del cattolicesimo ad esse, capovolgendo il senso originario della suddetta dottrina, concepita per favorire le conversioni a Cristo.
L’autorevole teologo P. Thomas Weinandy OFM, in una recentissima intervista [
qui], riferendosi agli ultimi sviluppi negativi del presente pontificato – sinodo per l’Amazzonia, deriva eretica del sinodo dei vescovi tedeschi, cerimonie pagane in Vaticano e nelle chiese cattoliche, messa in discussione dell’etica cattolica – ha avanzato l’ipotesi dell’esistenza ormai di uno “scisma papale interno” alla Santa Chiesa. Ha detto: “L’unica espressione che posso trovare per descrivere questa situazione è “scisma papale interno”, perché il papa, proprio come papa, sarà effettivamente il leader di un segmento della Chiesa che attraverso la sua dottrina, l’insegnamento morale e la struttura ecclesiale, è a tutti gli effetti pratici scismatico. Questo è il vero scisma che è in mezzo a noi e deve essere affrontato”.[1]
Questa autorevole opinione sembra confortare l’ipotesi da me avanzata circa un mese fa, sotto forma di domanda [
qui], quella che tanti fedeli si sono sicuramente posti e si pongono: se approvare un documento infarcito di eresie come lo
Instrumentum laboris per l’Amazzonia e chiaramente apostatico perché mirante a sottoporre la nostra bimillenaria religione ad una mutazione radicale, d’impronta neo-pagana, non significherebbe porsi oggettivamente fuori della Chiesa, attuare uno scisma di fatto o virtuale. Mi sembra che la tesi dello “scisma papale interno”, avanzata da una fonte così autorevole, risponda in modo positivo alla domanda, inquadrando il problema posto dallo
Instrumentum in una prospettiva più ampia e in uno schema teologico suscettibile di significativi sviluppi, se i cardinali e i vescovi rimasti ancora fedeli al dogma della fede vorranno, a Dio piacendo, prendere finalmente le necessarie iniziative.
(continua a
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