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sabato 29 febbraio 2020

Lettera di mons. Viganò al Cardinale Zen

La Lettera, ripresa di seguito da Corrispondenza romana [qui], si riallaccia alla recente clamorosa comunicazione del Decano del Collegio cardinalizio, cardinale Giovanni Battista Re, che attacca duramente l'arcivescovo emerito di Hong Kong, cardinale Zen, reo di criticare l'Accordo segreto tra Cina e Santa Sede che sta costando l'aumento della persecuzione nei confronti dei cattolici. Come rileva Riccardo Cascioli: "Nella lettera si mescolano giudizi fuorvianti - affermando una inesistente continuità tra la linea di questo pontificato e quella dei precedenti pontefici - a dichiarazioni gravissime: si attribuisce a Benedetto XVI la paternità dell'Accordo attuale e si afferma un cambiamento dottrinale riguardo alla possibilità di Chiese indipendenti." [qui].
Potete consultare qui i precedenti articoli sulla vicenda Cina /Vaticano.

Lettera di mons. Viganò al Cardinale Zen

Eminenza Carissima,
Sono l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America.
Ho seguito con profonda partecipazione, condividendo la Sua sofferenza nella preghiera, i Suoi numerosi accorati Appelli a papa Bergoglio, per la drammatica situazione della Chiesa Martire in Cina, che lui stesso ha colpevolmente aggravato con il proditorio e sciagurato Accordo segreto firmato dalla Santa Sede con il Governo Comunista Cinese.
I Suoi accorati Appelli, Caro Fratello in Cristo, sono rimasti sistematicamente inascoltati e persino derisi in modo ipocrita e perverso. Quanto al Cardinale Parolin, ha agito da mero sconsiderato esecutore di un malvagio ordine superiore.

Il Papa che si dimise

Dies nigro notanda lapillo che ricordiamo oggi grazie all'articolo di Marcello Veneziani ripreso di seguito. Chi vuole può consultare l'indice dei numerosi articoli pubblicati da allora.

Come oggi (ieri), sette anni fa Benedetto XVI lasciava il pontificato ed entrava nella penombra del papato emerito. Ero presente in San Pietro quella mattina. C’era il sole, la piazza era gremita e il Papa citava più volte il cuore per suscitarlo; ma invano. Mi era accaduto altre volte di tagliare con gli occhi un’atmosfera tesa, partecipe e dolente come fu alla morte di Giovanni Paolo II o in altre occasioni liturgiche e visite pastorali. Altre volte ho sentito sfiorare l’aura che per i credenti è il soffio dello Spirito Santo. Quella volta il clima radioso sembrava rubare l’attenzione al rito e l’autunno di un pontificato veniva sopraffatto da un sorprendente annuncio di primavera. Girando tra la gente non vedevo commossa partecipazione, piuttosto turismo e qualche amarezza, forse un filo di delusione e un’onda di umana simpatia, più tanta curiosità. Al di là dell’immagine che ne dava la tv, la gente era spaesata di fronte a un evento inedito. Stava lì a salutare il congedo del Pensionato Eccellente. Una cerimonia mesta e festosa. Il Papa si dilungò nei ringraziamenti come un vecchio preside che va in pensione e ringrazia gli studenti, i bidelli e il corpo docente e poi si sofferma a ricordare che i presidi passano ma la scuola resta, è viva. Ratzinger ripeté tante volte che la Chiesa è viva, anzi “è un corpo vivo” e quell’insistenza tradiva il timore inverso: che quel corpo avesse subito ferite difficilmente sanabili. Ora che sono passati sette anni possiamo ben dirlo.

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Domani 1 marzo, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 7:00am (ora locale) a Roma e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Questo mese preghiamo specialmente per la Chiesa cattolica per riparare gli errori teologici le eresie e gli atti idolatrici scaturiti dal Sinodo per l'Amazzonia.
Chi vuol seguire lo streaming può farlo iscrivendosi qui
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni, ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ».
Alle intenzioni sotto elencate, aggiungiamo la richiesta di protezione dalle forze oscure - ed anche dalla recente pandemia - che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese, l'Europa e il mondo intero. Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 151.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

L'arcivescovo Carlo Maria Viganò è in Italia

L'arcivescovo Carlo Maria Viganò al momento è nel nord Italia, come riferito a Robert Moynihan (InsideTheVatican.com, 26 febbraio).
Viganò riferisce che gli italiani hanno paura del coronavirus e che le mensole dei supermercati si stanno svuotando. Per tutta la Quaresima prega per chiunque nel mondo è colpito dal flagello.
È andato a confessarsi ed è stato ricevuto solo perché è un sacerdote; ma, per i fedeli, le porte delle chiese sono chiuse. Vede in questo una tragedia senza precedenti. È felice per la confessione, che consente alla sua mente di concentrarsi interamente su Cristo e sulla Chiesa, e desidera che essa sia fedele, feconda e benedetta.
È sempre più attratto dal latino e celebra la Santa Messa dopo le lodi mattutine alle 7:30 secondo il rito Ambrosiano proprio dell'arcidiocesi di Milano, in cui è nato.
Viganò prega anche per Papa Francesco: il suo intento in questi mesi e anni è stato quello di chiedere la benedizione di Dio su Francesco, perché si comporti da Pietro, e dopo come ogni cristiano, si penta di qualsiasi mancanza, si converta e confermi i suoi fratelli nella fede di sempre.
Viganò affida la sua vita, la vita della sua amata Italia e la vita di tutto il mondo alla cura della sua Beata Madre. È pieno di dolore per la sofferenza dei cinesi e di tutti coloro che hanno paura di questa malattia, tuttavia confida che la verità fondamentale è che Dio, sebbene permetta tali sofferenze, ci richiama sempre a Lui.
Viganò ha recentemente ricordato che già molte volte nel passato la chiesa ha attraversato periodi di pestilenze e malattie. Il grande santo italiano, Carlo Borromeo, portava spesso l'Eucaristia a coloro che soffrivano di peste, e all'età di 46 anni ha dovuto soccombere alla febbre ed è morto.
Viganò dice ancora che si sta preparando per la Quaresima come ha fatto per tutta la sua vita e vuole che tutti coloro che hanno pregato per lui sappiano che ha apprezzato le loro preghiere e che cercano sempre più intensamente di partecipare alla guarigione della Chiesa che ama e alla salvezza di tutti coloro che sono pesantemente oppressi in questo mondo decaduto. Augura a tutti una Quaresima benedetta.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

venerdì 28 febbraio 2020

I vescovi lombardi chiedono «Messe con il popolo nei giorni feriali»

La Conferenza episcopale lombarda, ferma restando la volontà di continuare a collaborare con le istituzioni, chiede alla Regione Lombardia, così come già possibile per matrimoni e funerali, di considerare la partecipazione alle Messe feriali dei cittadini cattolici lombardi, che a differenza delle celebrazioni festive non costituiscono una forma di assembramento. - Fonte

Coronavirus, a San Miniato vescovo espone il crocifisso "miracoloso" contro la peste del 600

Monsignor Andrea Migliavacca, vescovo di San Miniato, nel Pisano, invitando tutti i fedeli alla preghiera, ha deciso l'esposizione straordinaria del crocifisso "prodigioso" da stasera alle ore 21 fino a domenica prossima, 1 marzo, nella chiesa di San Domenico a San Miniato. La popolazione si era rivolta con speranza al Crocifisso durante i difficili anni dal 1628 al 1631 segnati dal flagello della peste. E alla fine la città mantenne il voto di costruire un santuario per quella croce lignea, proprio per essere stata risparmiata dall'ennesima epidemia. Non sono previste tuttavia specifiche celebrazioni religiose, «se non quelle previste dalla vita ordinaria della parrocchia».
«Considerata la delicata situazione che stiamo vivendo, a causa della diffusione della sindrome influenzale da coronavirus, insieme alle disposizioni già date anche come vescovi toscani, mi preme invitare tutti alla preghiera per questa ragione, valorizzando uno dei segni della nostra tradizione religiosa, verrà straordinariamente esposto il Santissimo Crocifisso di Castelvecchio». Il vescovo raccomanda «l'opportunità di una visita» e invita i fedeli «in ogni caso alla preghiera personale».
La straordinarietà della decisione è evidente, scrive «La Nazione» dando la notizia. Negli ultimi quarant'anni ci sono state due aperture eccezionali (ovvero fuori dalle tradizionali celebrazioni di ottobre), di cui una fu un momento di preghiera per la grave siccità del 2003. Mai prima d'ora c'erano stati cinque giorni di esposizione continua. Al crocifisso - pare trovato da viandanti e che i sanminiatesi portarono nelle città della Toscana in guerra come segno di pace - la popolazione si è sempre rivolta quando è stata colpita da carestie ed epidemie.

News Coronavirus: risposta di Mons. Schneider sulle problematiche della S. Comunione in mano.

Riprendo da MiL.

Quaestio: Alfredo Morselli a S.E. Mons. Athanasius Schneider
“Eccellenza, 
in Italia purtroppo con la scusa dell'epidemia, alcuni preti obbligano i fedeli a ricevere in mano la Santa Comunione. 
Alcuni mi hanno chiesto cosa fare; io ho suggerito di ricevere l'Ostia su un purificatoio e chinare il capo su di Essa senza portarla alla bocca con l'altra mano. 
Alcuni sacerdoti si ostinano e si rifiutano di deporre l'Ostia sul fazzolettino. 
Io sto dando questa risposta: ai tempi della dittatura comunista i fedeli toccavano l'Ostia per proteggerla e per conservarla quando non poteva essere presente un sacerdote. 
Ora siamo in tempo di dittatura modernista, e allora, piuttosto che rinunciare al Sacramento, possiamo ricevere la S Comunione in mano, naturalmente con tutte le attenzioni possibili. 
Che ne dice? 
Posso eventualmente pubblicare la Sua risposta?”

Responsum di S.E. Mons. Athanasius Schneider
“Ho pensato già in questo modo concreto come Lei lo ha descritto. 
Si pone un piccolo purificatoio sulla palma della mano destra o si può cucire un piccolo corporale appositamente, il quale si può ripiegare e poi, dopo aver ricevuto la S. Comunione si purifica dagli eventuali frammenti. Non si tocca l’ostia, ma si prende il Corpo di Cristo direttamente con la bocca in postura di corpo inchinato. 
Dio la benedica.
Cordiali saluti in Cristo 
+ Athanasius Schneider
PS: Lei può pubblicare questo mio testo, eventualmente Lei può correggere errori o lo stile della lingua Italiana.”

giovedì 27 febbraio 2020

Un frate attraversa Milano e benedice con il Santissimo

La Chiesa viva che ci rincuora. Da Stilum Curiae.

Un Sacerdote, frate Gianbattista, a Milano

Con la mano destra su Gesù sul cuore (la teca con il SS.mo Sacramento era nella pettorina del mio saio) e con il Santo Rosario nella mano sinistra, ho iniziato la mia processione dall’altare della nostra Chiesa del Sacro Cuore di Gesù! Cantavo “Re di gloria”.
Attraversata la piazza Tricolore cantando, ho imboccato corso Monforte iniziando il Santo Rosario  (la Santa Corona, contro il coronavirus) a voce alta! Le prime persone incontrate alla fermata del 54 guardavano incuriosite. Due donne hanno fatto il segno di Croce. Un povero mi ha fermato e mi ha detto: cosa stai facendo frate? E io gli ho detto sto portando in giro per le strade il Signore Gesù e prego Maria salute degli infermi con il Rosario perché ci aiutino contro il coronavirus.
Ha toccato la corona e ha fatto il segno di croce. Di fronte all’indifferenza camminavo pregando e cantando ancora più con fede mettendo l’intenzione ad ogni mistero e invocando Maria, San Carlo e i Santi patroni di Milano. Chiesa di San Babila… chiusa! Chiesa di San Carlo al corso … chiusa!
Che tristezza! Proseguo nello spazio centrale di corso Emanuele che porta al Duomo. Lo sguardo di tanti si fissa sulla mia corona, sulla mia mano al petto, si accostano per sentirmi cantare, una ragazza canta devota con me “Inni e canti”.
Tanti si fanno il segno di croce! Perfino due poliziotti nella macchina che pattuglia avanti e indietro il corso. Incontro un medico caro amico in bicicletta: mi ferma e si informa. Sta con me e prega con me. Mi saluta abbracciandomi commosso. Giungo al Duomo per fortuna aperto, almeno per la preghiera. Sosto davanti ai gradini e canto l’ave Maria in latino, in gregoriano.
Poi salgo i gradini, mi giro, do le spalle al duomo, estraggo la teca con il Santissimo Sacramento, faccio una preghiera ad alta voce e benedico la città. Chi si è fermato incuriosito si è fatto il segno di croce. Un uomo si è pure inginocchiato. Felice e con la gioia nel cuore sono tornato in convento, certo che Gesù e Maria un miracolo l’han già fatto!

Le vie della vita /4 - don Elia

Prima parte - La via della pace: la meditazione
Seconda parte - La vera risposta all'apostasia
Terza parte - Nel cuore della Chiesa, mia madre, sarò l'amore
- Quinta parte - Come trovare Cristo sempre e ovunque

Petite, et dabitur vobis; quaerite, et invenietis; pulsate, et aperietur vobis (Mt 7, 7).
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto». È la parola stessa di Gesù che fissa le tappe del nostro itinerario. Nella preparazione immediata alla meditazione, una volta rientrato in te stesso per metterti alla presenza di Dio, hai chiesto la grazia necessaria e ricevuto la luce dello Spirito Santo. Ora, nella seconda fase (il corpo della meditazione stessa), hai il compito di effettuare una ricerca per trovare ciò che il Signore vuol comunicarti personalmente. Nell’ultima, la conclusione, busserai al cuore di Dio in attesa che ti sia dischiusa la porta della contemplazione. È ancora Gesù a incoraggiarti con una promessa: «Chiunque chiede riceve, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto» (Mt 7, 8). La fede, essendo fondata sulla conoscenza di Lui, ti consente di attendere con fiducia le Sue risposte, in quanto ti rende sicuro del Suo amore per te e ti spinge a ricambiarlo; la meditazione è dunque un esercizio delle virtù teologali e a sua volta le accresce.

mercoledì 26 febbraio 2020

Mercoledì delle ceneri. Noi siamo nulla, ma Il Signore è con noi fino alla fine dei tempi

Una Chiesa dalla porta spalancata
Rivignano:"Io sono con voi tutti i giorni"
Sbaglierebbe chi immaginasse che le catastrofi storiche sono necessarie perché in una parte del mondo gli uomini sono buoni e in un’altra cattivi. Quando un germe arriva nella corrente sanguigna, non si isola nel braccio destro risparmiando il sinistro, ma colpisce tutto il corpo perché tutta la circolazione ne è infettata. Così è dell’umanità.
Poiché questa è un unico corpo, chiunque vi appartenga è peccatore in un grado più o meno elevato. È il nostro mondo che è cattivo e corrotto, non il loro. Non soltanto i comunisti sono causa dei mali del mondo, perché tutte le idee comuniste hanno avuto origine nel nostro mondo occidentale. Tutti noi abbiamo bisogno di redenzione.
Più un’anima è cristiana, più si sente responsabile dei peccati del suo prossimo; allora – uomo o donna che sia – cerca di assumerli come se fossero suoi, come Cristo, l’Innocente, si assunse i peccati di tutto il mondo. Come la più grande prova di simpatia per chi piange sta nel piangere con lui, così il vero amore per il colpevole si dimostra espiando le sue colpe.
Il fardello della rigenerazione del mondo è posto su colui che conosce Cristo e ascolta la sua voce nella Chiesa, e incorpora il suo corpo e il suo sangue nell’Eucaristia.
Un senso della nostra solidarietà nel male può allora diventare una solidarietà nel bene. Ma non c’è eguaglianza matematica nell’opera di redenzione. Dieci uomini giusti avrebbero potuto salvare Sodoma e Gomorra. Nei calcoli divini, le suore Carmelitane e i monaci Trappisti fanno, per salvare il mondo, molto più di quanto non facciano politici e generali. Lo spirito ostile della civiltà odierna può essere ricondotto sulla via giusta soltanto attraverso le preghiere e il digiuno.
Beato Fulton J. Sheen, La Pace dell'Anima - By Riccardo Zenobi

Secondo il cardinale dei Dubia il 'percorso sinodale' tedesco provoca la protestantizzazione della Chiesa

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews,  un’analisi approfondita del documento preparatorio del percorso sinodale tedesco pubblicata dal cardinale Walter Brandmüller, uno dei due rimasti dei dubia, sul quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost. Egli dice che il documento preparatorio del cammino sinodale dei vescovi tedeschi è ossessionato dal “potere” e trasformerà la Chiesa in una ONG, minando così la struttura gerarchica della Chiesa come stabilita da Gesù Cristo stesso.
Potete consultare i precedenti qui.

Card. Brandmuller: le richieste del “percorso sinodale” tedesco sono le stesse fissazioni di Lutero
Ora è iniziato il “cammino sinodale”. Per vedere dove dovrebbe portare, forse non è troppo tardi per dare uno sguardo attento al “Working Paper of the Preparatory Forum” del settembre dello scorso anno. Per il momento, potrebbe essere sufficiente dare un’occhiata al documento di lavoro specificamente dedicato al tema “Potere e separazione dei poteri nella Chiesa – Partecipazione comune e condivisione nella missione”. Anche se il testo nel frattempo può apparire superato circa la relativizzazione delle spiegazioni, esso rivela tuttavia senza remore il mondo delle idee e delle intenzioni dei suoi autori.
Ora, si potrebbe pensare che si tratti delle verità fondamentali della Fede e del loro convincente annuncio nel mondo del XXI secolo quanto sarebbe necessario!
Ma nulla di tutto questo è menzionato tanto nel documento preparatorio quanto nella discussione all’interno della Chiesa in Germania.

martedì 25 febbraio 2020

Nota del Distretto italiano della FSSPX sulla sospensione delle S. Messe

Come noto, l’Autorità Pubblica ha deciso la sospensione di ogni manifestazione ed evento pubblico, a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, sino a domenica 1° marzo.
In conseguenza di tale decisione anche la celebrazione pubblica delle Sante Messe è stata di fatto proibita, mentre mercati, centri commerciali e centri sportivi restano aperti.
La Fraternità San Pio X si vede purtroppo obbligata a sospendere tutte le celebrazioni con partecipazione di fedeli nelle regioni coinvolte, non senza stigmatizzare la condotta della Pubblica Autorità che impedisce al popolo cristiano di alzare pubblicamente, in tali circostanze, la propria preghiera verso il suo Creatore.
A tal proposito non possiamo non dirci stupiti dalla mancanza di adeguata reazione da parte dell’episcopato che alza la voce contro la deforestazione dell’Amazzonia, ma accetta, con pronta disponibilità, l’interdizione del pubblico culto da rendersi a Dio.
I sacerdoti della Fraternità San Pio X offriranno durante questi tristi giorni il Santo Sacrificio della Messa implorando la Divina Misericordia di voler abbreviare la tribolazione e ricondurre il popolo cristiano e le sue autorità al vero fine per il quale ogni uomo è stato creato, la Beatitudine Celeste.
Invitiamo il popolo fedele ad unirsi in spirito alle S. Messe che saranno celebrate e che saranno regolarmente trasmesse, sia il Mercoledì delle Ceneri che la Prima domenica di Quaresima, sul nostro canale.

L'uomo: un infinitamente di più rispetto a una natura a volte nemica

Chesterton, in una decina di racconti di padre Brown e soprattutto in Eretici, stigmatizza il culto della natura. “Il culto più orribile che abbia partorito il paganesimo”.
Non sbagliava. Giacché tutta la modernità post-illuministica si è concentrata nel ripristinarlo. E da più prospettive, tenute insieme da una fondamentale opzione materialistica.
Darwin chi ha detto che siamo bestie e che dunque quel che conta è non è pensare, creare, amare ma solo sopravvivere. Costi quel che costi. Il più forte avrà la meglio. “Come nella giungla”: Hitler nasce qui. Hitler si giustificava così. Con queste esatte parole
Marx ci ha detto che la trascendenza è un inganno. Che la libera coscienza umana è solo un prodotto dei rapporti sociali, del possesso dei mezzi di produzione. Il bene e il male sono frutto di convenzioni provvisorie, di imposizioni sociali. Nulla di più. Se ne può fare a meno in vista di un sogno – subito trasformatosi in incubo – di palingenesi sociale.

lunedì 24 febbraio 2020

Usiamo le nostre armi spirituali

Carissimi, il virus più pericoloso che gira in questi giorni (soprattutto nelle curie diocesane) è quello della follia. Quando si è persa la fede, si perde anche la ragione. Negli anni '70, nell'Italia centro-meridionale, ci fu un'epidemia di colera; non ricordo affatto che siano state chiuse le chiese e si sia sospeso il culto. In base alla logica di questi provvedimenti, la gente dovrebbe barricarsi in casa e ogni attività andrebbe fermata, il che è ovviamente impossibile. Sembra però che, per certi ecclesiastici, le esigenze religiose siano del tutto superflue, se non irrilevanti, di fronte a quelle materiali. Questo è il bel risultato della "teologia" che ci hanno fatto studiare e che conduce dritto all'ateismo. Cosa potete fare? Chiedete a sacerdoti fidati di darvi almeno la comunione fuori della Messa; poi pregate tanto, visto che buona parte del clero, a quanto pare, non crede più che Dio possa far qualcosa per alleviare i nostri malanni, ma voi lo credete e il Signore vi ascolta.
Domattina, alle 6,30, offrirò la Messa "Tempore mortalitatis"; chi può si unisca spiritualmente. Don Elia
Antifona all'Introito
Ricorda, o Signore, la tua promessa
e intima all'angelo che colpisce
Basta ritrai la tua mano
e non sia sterminata la terra
e distrutto ogni vivente
Recordare Domine testamenti tui
et dic angelo percutienti
cesset iam manus tua
ut non desoletur terra.
Et ne perdas omnem animam vivam.

L’indecenza di non far celebrare la Messa

"Concedi a noi, o Signore, te ne preghiamo, l'effetto della devota supplica, e divenuto a noi propizio, allontana la peste e la carestia:  affinché i cuori dei mortali conoscano che tali flagelli scoppiano per il tuo sdegno, mentre cessano per la tua misericordia", 
San Carlo Borromeo comunica gli appestati
così il Messale ambrosiano fa pregare il Sacerdote sull'Altare nella Messa per il tempo di carestia e di penitenza (Orazione sopra il popolo). E, mentre dilaga l'infezione del corona virus, si rimane stupiti nel constatare la distanza di questa perenne intenzione della Chiesa dai comunicati che sono stati affissi sui portali delle chiese dell'Arcidiocesi di Milano in asettica ottemperanza a un'ordinanza della Regione Lombardia (non diversamente ciò sta accadendo in molte altre Diocesi del Nord d'Italia dopo la pubblicazione del Decreto del Governo sulla stessa materia), quasi che l'ordinamento e la vita soprannaturale della Chiesa siano senz'altro a disposizione dell'ordinamento positivo pubblico: "Avviso importante. La Parrocchia ... in ragione dell'ordinanza emanata dal Presidente della Regione Lombardia sospende tutte le celebrazioni liturgiche (Sante Messe) fino a data da definirsi". Se si considera, inoltre, la improbabilità della celebrazione della Messa senza la presenza di fedeli nel contesto teologico della riforma liturgica, si deve concludere che il numero delle Messe celebrate nelle Diocesi interessate sarà molto esiguo, se non quasi annientato.

Preghiera per l’Italia nella prova del 2019-nCoV

A pochi giorni dalla Quaresima 2020 l’Italia si è ritrovata coinvolta nel contagio da virus 2019-nCoV. Nonostante gli sproloqui su “Madre Natura”, purtroppo sempre più presenti anche dentro la Chiesa visibile, il cristiano sa che la natura, mirabile creatura divina, è caduta con il peccato originale insieme all’umanità e ci è diventata ostile. Inginocchiamoci dunque non dinnanzi a false madri, ma alla nostra Madre Celeste, la Beata Vergine Maria, e a suo Figlio Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nostro unico Salvatore e Re dell’Universo. Riconosciamo la prova a cui siamo sottoposti come un richiamo del Padreterno che ci chiede conversione personale e purificazione, e rigettiamo ogni impostura anticristica, sia politica che religiosa. Ricordiamo che la santificazione personale è la miglior cosa che ognuno di noi può fare per sé e per gli altri.
All’insidia del coronavirus rispondiamo con la Corona del Rosario da recitare giornalmente, con il digiuno e le penitenze proprie della Quaresima, preghiere a San Rocco, patrono dei contagiati, a San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, patroni d’Italia. Proponiamo le seguenti intenzioni di preghiera:
  • per la nostra amata nazione e per tutte quelle del mondo minacciate dal nuovo virus; 
  • per i malati, affinché recuperino la salute; 
  • per coloro che non ce la faranno, affinché sia concessa loro una santa morte; 
  • per i governanti, le forze dell’ordine e i militari perché sappiano agire a vantaggio della popolazione;
  • per il personale medico e infermieristico, esposto in prima persona; 
  • per gli scienziati, perché siano guidati dalla Provvidenza verso la scoperta di rimedi efficaci;
  • per l’impatto sull’ economia del nostro paese, perché sia mitigato e non aggravi le già difficili condizioni di vita di ampi settori della popolazione; 
  • per i preti fedeli a Cristo, perché specialmente in questi tempi di prova abbiano il coraggio di insegnare e ribadire il Magistero di sempre; 
  • per la gerarchia della Chiesa, perché non si perda in questioni inutili e mondane e persegua il suo mandato di ricondurre a Dio il popolo disperso.

«Il credente vive una profonda relazione con Dio, che innanzitutto è appartenenza a Lui nella grazia della salvezza e nella generosa risposta di una vita buona nella fede. Manifestazione singolare di tale relazione è la preghiera, che si esprime in una molteplicità di registri come la lode, il ringraziamento, l’adorazione, il pentimento e la supplica. Tutti questi atteggiamenti evidenziano e incrementano la convinzione del fedele che la vita sia “nelle mani di Dio”. La Chiesa ha sempre insegnato a cercare il soccorso di Dio nelle necessità, per se stessi e per gli altri. Anche questa circostanza della diffusione del Coronavirus, che, per diverse ragioni (novità, virulenza, diffusione e incertezza), sta restituendo la sensazione che, nonostante gli enormi progressi della scienza e della medicina, l’uomo viva sempre una costitutiva esposizione al pericolo in ragione della sua tipica fragilità e non autosufficienza, può e deve condurre i cuori a rivolgersi al Signore per chiedere la sua protezione, la guarigione dei malati e la preservazione delle diverse comunità umane coinvolte». (Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo)
23 febbraio 2020, Domenica di quinquagesima
Fonte Santo Rosario per l'Italia

domenica 23 febbraio 2020

Coronavirus, il messaggio edificante e pieno di fede del parroco di Castiglione D’Adda

Bisognerebbe che tutti i parroci d'Italia, soprattutto quelli delle zone colpite, facessero altrettanto!

A Castiglione d’Adda, comune del lodigiano con poco più di 4.500 abitanti e una cinquantina di esercizi commerciali - paese d’origine del primo contagiato dal coronavirus, il 38enne residente a Codogno -, il Parroco don Gabriele Bernardelli ha voluto inviare un messaggio pieno di speranza e fede ai suoi parrocchiani. Ascoltiamo, di seguito, il suo messaggio vocale, che così conclude: “Quando sentirete suonare le campane della messa, unitevi al sacerdote che offrirà il sacrificio del Signore per tutti. Domani mattina, dopo la messa che celebrerò alle 11, uscirò da solo sul sagrato della chiesa parrocchiale benedicendo con il Santissimo Sacramento tutta la parrocchia e tutto il paese. Stiamo uniti nella preghiera. Il vostro parroco, don Gabriele.

Di seguito la trascrizione e l'immagine della benedizione col Santissimo dal sagrato:
Cari fratelli e sorelle, nessuno di noi, forse, avrebbe mai pensato di trovarsi nella situazione nella quale, invece, siamo venuti a trovarci. Il nostro animo è frastornato, l’emergenza sembrava così lontana. Invece è qui, in casa nostra.
Anche questo fatto ci porta a considerare come nel mondo siamo ormai un’unica grande famiglia. Ora ci dobbiamo attenere alle indicazioni che le autorità preposte hanno stabilito, tra cui la cessazione della celebrazione della Santa Messa. È facile, in questa situazione, lasciarsi andare spiritualmente, diventando apatici nei confronti della preghiera, ritenuta inutile.
Vi invito, invece, cari fratelli e sorelle, ad incrementare la preghiera, che sempre apre le situazioni a Dio. Ci rendiamo conto, in congiunture come la presente, della nostra impotenza, perciò gridiamo a Dio la nostra sorpresa, la nostra sofferenza, il nostro timore. Mi è venuto in mente, ieri, il brano che si legge il Mercoledì delle Ceneri, tratto dal profeta Gioele, laddove si dice: «Tra il vestibolo e l’altare, piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: “Perdona, Signore, al tuo popolo”». Non ho vergogna a dirvi che ieri, dinanzi al tabernacolo e alla statua dell’Assunta, anch’io ho pianto. E vi chiedo di innalzare con me al Signore il grido della nostra preghiera. Pregare significa già sperare. Vi ricordo tutti nell’Eucaristia quotidiana e con me don Manuel, don Gino e don Abele.
Quando sentirete suonare le campane della Messa, unitevi al sacerdote che offrirà il Sacrificio del Signore per tutti. Domani mattina, dopo la Messa che celebrerò alle 11.00, uscirò sul sagrato della parrocchiale benedicendo con il Santissimo Sacramento tutta la parrocchia e tutto il paese. Ricordiamo soprattutto quanti sono stati contagiati dal virus e i loro familiari, affinché non si scoraggino, ma anche tutti gli operatori sanitari che si stanno spendendo per far fronte al contagio. Stiamo uniti nella preghiera. Il vostro parroco, don Gabriele.
Penso sia importante mettere a fuoco alcuni dettagli. Vorrei ricordare che l’atto pubblico del culto è compiuto dalla Chiesa come azione di tutto il Corpo Mistico (in realtà la Consacrazione è Actio di Cristo compiuta dal sacerdote in persona Christi). La partecipazione del fedele, ancorché lodevole e commendevole per poter beneficiare delle Grazie del Santo Sacrificio, non è tuttavia elemento sostanziale dell’azione sacra: è dogma di fede che qualsiasi Messa, anche se celebrata dal solo sacerdote, è perfettamente valida e rende a Dio l’onore che Gli è dovuto, ed adempie perfettamente ai quattro fini che essa, come Santo Sacrificio, si prefigge: adorazione, propiziazione, ringraziamento, impetrazione. 
Pur non essendo prevista nell'Antico rito la Messa sine populo, il codice del 1983 ammette come possibilità, in determinate circostanze, la celebrazione di una messa senza nessuno, che anche oggi i sacerdoti senza cura d'anime sono soliti celebrare.... 
Qui bisognerebbe notare che nel "Novus Ordo" (in linea col nuovo soggetto "Assemblea celebrante", in luogo di Cristo) è previsto un rito della Messa cum populo ed uno della Messa sine populo, come se quando il sacerdote (nella nuova veste di "Presidente" dell'Assemblea) si volge per il Dominus vobicum non si rivolgesse all’intera Chiesa militante, purgante e trionfante, ma solo ai fedeli fisicamente presenti.... 
A questo proposito sembra che il parroco di Castiglione d'Adda abbia invece ben presente la vera natura e funzione della Santa Messa.

Cina, il "miracolo" del vescovo di 98 anni guarito dal coronavirus

Stralcio da Il Giornale.

Un vescovo cinese novantottenne è guarito dal coronavirus dopo dieci giorni. Nella sua esistenza, il monsignore ha subito una "rieducazione"
Il coronavirus non fa troppe differenze: colpisce tutti, ma gli anziani in maniera particolare. Mons. Joseph Zhu Baoyu, novantottenne, cinese, vescovo e cattolico, lo sa bene. Per quanto il prelato ora risulti essere, con lo stupore dei più, fuori pericolo.
E per quanto più di qualcuno già gridi al "miracolo". La vicenda dell'alto ecclesiastico asiatico sta facendo il giro del mondo. E non è un caso che il contagio di alcuni faccia più notizia rispetto ad altri casi. Le comunità cristiano-cattoliche presenti nella Repubblica popolare, del resto, stanno combattendo in modo particolare contro la diffusione del nuovo ceppo virale. Non che gli altri stiano facendo meno - capiamoci - , ma le imprese dei cattolici, forse anche per via del "momentum" storico-politico, stanno balzando agli onori delle cronache con costanza. Basta citare una delle tante altre storie raccontate in queste settimane dai media interazionali: Li Wenliang, un medico che, prima di altri, si era accorto della pericolosità del quadro, adesso è deceduto. La pavidità non fa parte delle caratteristiche di questi uomini.
A fare da sfondo alla narrativa sul presule c'è la persistenza di quel progetto di "sicinizzazione", ossia di adattamento del culto cristiano-cattolico al comunismo che gli appartenenti alla Chiesa cinese sono costretti ancora oggi a mettere in conto. Sì, nonostante l'accordo provvisorio firmato tra Vaticano e Cina un anno e mezzo fa. Questo, almeno, raccontano le cronache. La caparbietà di un quasi centenario, dinanzi ad una patologia che pare inarrestabile, finisce col condire un dibattito - quello su cosa dovrebbe fare la Chiesa cattolica in Cina - che è in continua evoluzione. La spiritualità, invece, è una costante che non può né essere debellata né messa in discussione, mentre quella di Monsignor Joseph Zhu Baoyu è già una storia simbolo.
Poi c'è la straordinarietà del decorso: il vescovo cinese è stato attaccato dal coronavirus, ma solo per una decina di giorni. Ai miracoli si può non credere, ma la vicissitudine del presule asiatico è di sicuro singolare. Così com'è singolare la fede, sommersa o meno, del del popolo cattolico cinese.

Nel cuore della Chiesa, mia madre, sarò l’amore /3 - don Elia

Prima parte - La via della pace: la meditazione
- Seconda parte - La vera risposta all'apostasia
- Terza parte - Nel cuore della Chiesa, mia madre, sarò l'amore
- Quarta parte - Le vie della vita
- Quinta parte - Come trovare Cristo sempre e ovunque

Surge, amica mea, speciosa mea, et veni, columba mea, in foraminibus petrae, in caverna maceriae (Ct 2, 13-14).
«Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, colomba mia, che stai negli anfratti della roccia, nella cavità del muro». Nel Cantico dei Cantici, dialogo d’amore tra l’anima e il suo Sposo divino, la tradizione cristiana ha sempre trovato luce e alimento per la ricerca di Dio, tanto che tutti i grandi mistici vi si sono ispirati per descrivere le tappe della progressiva unione con Lui. La metafora sponsale, purché purificata da ogni risonanza grossolanamente sensuale, è quella che meglio si presta ad esprimere, per mezzo di delicate immagini che parlano al cuore di chiunque, l’inesprimibile di un’esperienza che trascende l’umano. L’anima che s’avventura nel regno dell’orazione scopre con indicibile stupore e gratitudine un amore senza paragoni; essa si addentra così in un’amicizia del tutto singolare, frutto di un’elezione immeritata e, al contempo, della sua libera risposta alle segrete sollecitazioni della grazia. La colomba, avendo fatto sue le disposizioni del Cuore Immacolato di Maria, si è rifugiata nelle fenditure di quella roccia che è Gesù stesso, nel Suo Cuore trafitto, traboccante di carità.

sabato 22 febbraio 2020

I frutti avvelenati del 'buonismo' globalizzato

Coronavirus. È sufficiente enumerare lo svolgersi dei fatti.
Un uomo evidentemente si sente tanto male da andare al pronto soccorso... Ma, col coronavirus in giro per il mondo, e in assenza di un adeguato allarme e conseguenti direttive sulle misure di sicurezza essenziali, i sanitari: 1. non gli fanno il tampone, 2. lo rimandano a casa, 3. non si proteggono. Risultato: tutti infettati loro, le loro famiglie,  i loro colleghi, i bar, le scuole i treni. E ora tutti a casa in quarantena. E il contagio dilaga.
È una cosa di una gravità esponenziale. E Conte dice che è tutto sotto controllo ma non esistono direttive serie per tutta la nazione. Anzi, i governatori del nord che sollecitavano le precauzioni necessarie sono stati tacciati da razzisti. Quello della Toscana taccia da razzista e fascioleghista il virologo che invita a organizzare la quarantena per 2.500 cinesi di ritorno dalla Cina. Mentre sono stati disposti controlli e quarantena  per tutti i connazionali rientrati da quelle zone.
A Venezia migliaia di persone, di cui la metà turisti asiatici non controllati da alcuno, festeggiano il carnevale: un catino di bacilli esponenziale. Ma nessuno si preoccupa. Il tutto semplicemente pazzesco.
Con i rischi di un contagio di massa di questo genere, il governo e le gerarchie ecclesiastiche confondono la normale prudenza col razzismo e con il termine di nuovo conio fascioleghismo. E blaterano di aprire ponti e abbattere muri.
È arrivato il tempo di essere consapevoli di quanto contino le scelte e di quanto l'ideologia non consenta di vedere e affrontare responsabilmente la realtà.
È arrivato il tempo di riconoscere che senza Dio non siamo nulla e non possiamo far nulla. È arrivato il tempo di pregare ma anche di innalzare i muri della difesa sia con un nemico invisibile che con quelli visibili.
Dubito che ce lo consentiranno.
Ma è sempre il tempo di affidarsi a Colei che tutto può presso Dio.
E chiudo con la preghiera di un sacerdote presso il Santuario del Divino Amore:
Anche quest'oggi sono qui da te, Mamma, a presentarti ed offrirti la mia vita sacerdotale. Questa mattina cara mamma, ti presento anche la preghiera di tanti amici che sono preoccupati ed agitati per ciò che minaccia la salute e l'incolumità dei tuoi figli. Aiutaci a fare sempre la volontà del Padre e se qualche cosa ci sarà da soffrire, la nostra fede ci aiuterà a vedere la speranza là dove tutto sembra prendere una brutta piega. Il mondo si è tanto allontanato da Dio che tutti meritiamo di soccombere alla sua giusta e santa ira. Scampaci da essa. Aiutaci o mamma a ripetere al Padre la stessa supplica di tuo figlio sulla croce: perdona loro perché non sanno quello che fanno. Infine, donaci sapienza per non lasciarci pervadere il cuore dalle folli parole dei faziosi, degli idealisti, degli empi, degli apostati e dei pagani. Amen.

Il vescovo Schneider analizza il testo del papa sull’Amazzonia e le sue carenze

Nonostante la posizione espressa dalla Querida Amazonia sul celibato sacerdotale abbia suscitato in alcuni sollievo, peraltro non scevro da interrogativi, il documento contiene “spiacevoli ambiguità ed errori dottrinali”, scrive il Vescovo Athanasius Schneider nella sua esclusiva dettagliata analisi. Sappiamo tuttavia quanto sia non così promettente [qui] quello che lui definisce, a proposito di alcune espressioni mitigate e del celibato, 'barlume di speranza'. Riportiamo di seguito il testo integrale del suo lavoro nella nostra traduzione da LifeSiteNews.
Potete consultare il nutrito indice degli articoli sul Sinodo per l'Amazzonia.

Querida Amazonia: un barlume di speranza nel mezzo della confusione imperante
Vescovo Athanasius Schneider

La maggioranza degli osservatori concorderanno nel considerare che la pubblicazione dell’esortazione apostolica Querida Amazonia abbia provocato un terremoto spirituale. Al suo interno, Papa Francesco non ha aperto le porte all’ordinazione sacerdotale di uomini sposati, i cosiddetti viri probati. Il papa ha anche respinto la proposta di introdurre l’ordinazione sacramentale delle donne al diaconato permanente, proposta che era stata approvata dalla maggioranza dei voti al Sinodo per l’Amazzonia. Tanto i mass media come le potenti reti di cardinali, vescovi, teologi e burocrati prezzolati – le cui menti si sono adeguate allo spirito scettico e relativista del mondo – sono rimasti inizialmente scioccati e hanno successivamente reagito con frustrazione manifesta o repressa.

venerdì 21 febbraio 2020

Il liceo a lezione dalle Sardine, scoppia l’ira tra gli studenti

C'è del marcio in Danimarca; ma non tutto è perduto se ancora spuntano gli anticorpi.

L'assemblea di istituto in un liceo artistico di Bologna. La partecipazione sarà obbligatoria. E sarà senza contraddittorio
Liceo – “Io non sono d’accordo e come me la pensano anche altre classi. Non è giusto invitare a scuola un movimento politico come le sardine”.
Nicoletta, il nome è di fantasia, ha 14 anni ma le idee già molto chiare. Non è “né di destra né di sinistra”, ma non ci sta a dover passare un’intera assemblea di istituto ad ascoltare le sarde bolognesi senza alcun contraddittorio. “Qualcuno ha proposto di invitare anche persone della fazione opposta – dice al Giornale.it – ma ci è stato detto di no”.

La voce “modernismo” di  C. Fabro – seguíta da un saggio di P. Pasqualucci sull’ermeneutica di  Schleiermacher

Pubblichiamo la “voce” “Modernismo”, redatta da Padre Cornelio Fabro per l'Enciclopedia Cattolica.  Testo ripreso da Iter, il blog di Paolo Pasqualucci

La voce “modernismo” di  C. Fabro – seguíta da un saggio di P. Pasqualucci sull’ermeneutica di  Schleiermacher

M o d e r n i s m o
Voce dell’VIII vol. della Enciclopedia Cattolica, dodici volumi tra il 1948 e il 1954, regnante Pio XII. Autore: P. Cornelio Fabro, a cura di P. Pasqualucci
In Appendice un saggio di Paolo Pasqualucci sul filosofo tedesco Friedrich Schleiermacher, uno dei padri spirituali del modernismo, pubblicato nel 2009 sul periodico sì sì no no, col titolo: Per una critica dell’ermeneutica filosofica. Riflessioni su Schleiermacher.

Nota previa
Non solo il termine ma il concetto stesso di “modernismo” sembra scomparso dalla pubblicistica ufficiale cattolica. L’Enciclopedia Cattolica dell’era Pacelli non è stata più ristampata. A quanto ne so, è stata sostituita da un Nuovo Dizionario di Teologia di sole 93 voci, di taglio soprattutto “ermeneutico” e “metodologico”, un’impostazione che per l’appunto recepiva la prospettiva dei modernisti, mirante ad adeguare metodologicamente l’esegesi e la teologia cattoliche ai procedimenti razionalisti dei protestanti, con tutte le conseguenze del caso.
Nella ristampa parziale su internet della Enciclopedia Cattolica ad opera di it.Cathopedia.org, nel pur cospicuo indice generale, la voce Modernismo non l’ho trovata. Forse non ho saputo cercar bene. Sempre su internet, ufficiosi Dizionari di teologia dedicano poche righe alla voce Modernismo, in genere per deplorare le censure e sanzioni di San Pio X, il quale, a loro dire, avrebbe fatto erroneamente di ogni erba un fascio, colpendo, oltre agli eccessi interpretativi e dottrinali, anche tutto quello di buono che c’era nell’indirizzo modernista.

Venerdì 21 febbraio.La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità [qui], complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui
Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica ora perfino amazzonica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra. Si profilano all'orizzonte anche gli esiti inquietanti del Sinodo dell'Amazzonia [qui] mentre vanno moltiplicandosi ogni giorno profanazioni e blasfemie che ci spingono alla Riparazione,
Preghiamo per come viene contristato il Signore nella Sua Chiesa, nel nostro Paese e nell'Occidente già cristiano e nel degrado ingravescente che lo attanaglia specialmente in questo tempo, in cui vediamo prevalere le forze che promuovono un “nuovo umanesimo” senza Cristo, che dovrebbe rimpiazzare il “vecchio”, fondato sulle nostre radici cristiane. Preghiamo anche perché il Signore stenda le Sue mani sulla Cina e sul mondo intero per preservarlo dai rischi di contagio virale a spirituale che incombono su noi tutti.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “senza di Lui non possiamo far nulla” (Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga coloro che si espongono con parresìa.

Offerta della giornata al Sacro Cuore di Gesù
Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre. Amen.
* * *
Riflessione settimanale
Dai «Discorsi»
di San Bernardo, abate

(Disc. «De diversis», 15; PL 183, 577-579)

giovedì 20 febbraio 2020

Corso intensivo sul politicamente corretto

Ma cos’è esattamente il politically correct? Lo citiamo ogni giorno senza magari coglierne tutto il significato. Provo a offrire una breve guida, un sunto critico e un succo concentrato.
Per cominciare, il politicamente corretto è un canone ideologico e un codice etico che monopolizza la memoria storica, il racconto globale del presente e prescrive come comportarsi. Nasce dalle ceneri del ’68, cresce negli Usa e nel nord Europa, si sviluppa sostituendo il comunismo con lo spirito radical (o radical chic secondo Tom Wolfe) e sostituendo l’egemonia marxista e gramsciana col “bigottismo progressista” (come lo definisce Robert Hughes). Rompe i ponti col sentire popolare, non rappresenta più il proletariato, almeno quello delle nostre società; separa i diritti dai doveri e li lega ai desideri, rigetta i limiti e i confini personali, sociali, sessuali e territoriali, nel nome di una libertà sconfinata, sostituisce la natura col volere dei soggetti.
E sostituisce l’anticapitalismo con l’antifascismo, aderendo all’establishment tecno-finanziario di cui intende accreditarsi come il precettore.

La vera risposta all’apostasia /2 - Don Elia

- Prima parte. La via della pace: la meditazione
- Seconda parte - La vera risposta all'apostasia
- Terza parte - Nel cuore della Chiesa, mia madre, sarò l'amore
- Quarta parte - Le vie della vita
- Quinta parte - Come trovare Cristo sempre e ovunque

Quando ti sottometti umilmente ad un altro, allora ti innalzi mirabilmente al di sopra di te stesso. […] O figlio, porta dunque il giogo dell’obbedienza insieme con Cristo, Figlio di Dio. […] O fratello, corri, ti scongiuro, unisciti a lui sotto quel giogo, portalo insieme con Gesù, sollevalo insieme con Gesù. […] Aiuta dunque, o fratello, aiuta Gesù, perché, se sarai stato partecipe delle sue sofferenze, lo sarai anche della sua consolazione (sant’Antonio di Padova, Sermone per la Domenica XI dopo Pentecoste, I, 9; cf. 2 Cor 1, 7).

Il perseguimento della pace interiore per mezzo della meditazione è indissociabile da un’umile e prudente obbedienza. È impossibile accostarsi a Dio in un dialogo intimo e familiare se si coltivano disposizioni di superbia e di insubordinazione, che spingono a porsi al di sopra di tutti gli altri e ad arrogarsi il diritto di infliggere condanne senza averne il compito. È sì doveroso denunciare abusi ed errori, ma questo non abilita certo ad emettere sentenze in foro esterno usurpando l’autorità altrui e ancor meno autorizza a ritenersi esonerati dalla sottomissione – in ciò che è legittimo – a chi detiene la giurisdizione. Che un Pastore sia decaduto per eresia deve essere stabilito da un’istanza superiore, non da un suddito, il quale rimane comunque libero, nella coscienza e nella prassi, di non seguirne eventuali insegnamenti eterodossi. Il fatto che ci siano effettivamente Pastori di dubbia ortodossia, poi, non implica automaticamente che lo siano indistintamente tutti, come sembrano presupporre taluni che si considerano dotati, a quanto pare, dell’onniscienza divina.

martedì 18 febbraio 2020

“Munus” primaziale? “Querida Amazonia”. Quando finalmente Francesco agisce da papa

Dell’autore, già docente di sociologia della religione all’Università di Firenze e alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, filosofo e storico di formazione, abbiamo riportato numerosi articoli. Tra i più  interessanti [quiqui - qui]. Di seguito il suo punto di vista in un orizzonte, peraltro, devastante.

La svolta della esortazione.
Papa Francesco tra deriva sinodale e primato

Pietro De Marco

Riflettendo in questi ultimi giorni sul corposo evento costituito dalla esortazione “Querida Amazonia” e dalla sua eco europea, ho maturato la convinzione ch’esso sia il primo atto in cui il sommo pontefice Francesco ha esercitato il suo “munus”.
Il “munus” dei papi è, com’è noto, fungere da vicari di Cristo, da fondamento della Chiesa universale (“tamquam saxum immobile” per sant’Ambrogio), da custodi e maestri della fede e della verità.
Com’è avvenuto anche a me di osservare, Francesco ha largamente esercitato la sua “potestas legifera, iudicialis et exsecutiva”, secondo un progetto variamente giudicabile, a mio avviso perché strumentale alla costruzione di un corpo episcopale, nel mondo, e di funzionari, al centro, ordinati alla realizzazione del suo programma di riforme, di una sua personale posizione ideologica post-conciliare, in vesti di pastoralità e evangelizzazione. Programma e posizione in cui il “bonum ecclesiae” era e resta difficilmente visibile, anzi sistematicamente quasi frainteso e stravolto. Ovvero l’esercizio delle “potestates” è apparso come separato dagli obblighi del “munus”, dalla stessa coscienza di esserne portatore.

lunedì 17 febbraio 2020

In Puglia come in Cina. Tradizione 'sotterranea' versus neo-chiesa ufficiale

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Ho letto la notizia dell'annullamento delle Messe che il Cardinale Burke avrebbe dovuto celebrare - a porte chiuse per ingiunzione del vescovo; di qui il suo conseguente giusto diniego - sabato nella Basilica Concattedrale Santa Maria dell'Assunzione di Ostuni e ieri (domenica)  nella chiesa di Cristo Re, a Martina Franca. Per contro, mentre la stampa locale attacca il card. Burke come nemico del Papa, l’Arcivescovo della Diocesi Brindisi Ostuni S. E. Mons. Domenico Caliandro oggi parteciperà ad un incontro ecumenico, nel corso del quale si parlerà di immigrazione nella chiesa di San Luigi Gonzaga di Ostuni, con il pastore valdese Bruno Gabrielli, la comunità di Sant'Egidio, il direttore nazionale della Fondazione CEI Migrantes Gianni De Robertis, la  "diacona" valdese Monica Natali e il "monaco" di Bose Davide Varasi. 
Riporto di seguito la centrata riflessione dalla segnalazione di un lettore.

In Puglia come in Cina
Ѐ mai pensabile, è mai possibile che in Italia, il centro della cattolicità, venga negata la possibilità ad un cardinale di Santa Romana Chiesa di celebrare una messa, UNA MESSA, pubblica, aperta a tutti i fedeli? Come è possibile che ad Ostuni un cardinale debba essere costretto a celebrare la messa a porte chiuse, quasi in forma clandestina?
Non so perché, ma questa situazione mi ricorda quello che sta avvenendo in Cina dove, con la presa di potere da parte di Mao Tse-tung nel 1949, e la conseguente persecuzione nei confronti della Chiesa cattolica, si sono create due chiese, la “Chiesa patriottica”, creata e gestita dal partito comunista, che ha piena libertà di espressione, e la “Chiesa sotterranea”, quella fedele a Roma, che può esprimersi solo di nascosto, può solo celebrare messe a porte chiuse, clandestinamente.

domenica 16 febbraio 2020

Appello di accademici cinesi: Non lasciate che Li Wenliang sia morto invano

In una lettera aperta si domanda che il 6 febbraio, data della morte del dottore, sia celebrata la “Giornata della libertà di parola”; che il governo chieda pubbliche scuse per aver silenziato l’allarme di Li; che si rispetti la Costituzione cinese che (in teoria) difende la libertà di parola. Il “Quotidiano del popolo” tace sulle minacce della polizia a Li Wenliang. L’hashtag “È morto il dott. Li Wenliang” ha ricevuto 670 milioni di visitatori; “Li Wenliang è morto” altri 230 milioni di visitatori. 
In tutta la Cina, la gente parla della morte del dottor Li Wen Liang scrive su Facebook il professor Stefano Biavaschi.
“Fu il medico cristiano che scoprì per primo il coronavirus e venne perseguitato dalle autorità per aver lanciato l’allarme sui pericoli”. Nel dicembre dell'anno scorso era stato perfino arrestato.
Si era sempre preso cura dei pazienti fino a quando non è stato infettato anche lui. È morto lasciando una moglie, anch'essa infetta, oltre che incinta di 8 mesi del loro secondo figlio. Prima di morire il dottor Li Wen Liang ha lasciato uno scritto nel quale, in modo profondamente toccante, ha detto come gli sarebbe mancata la sua famiglia, la sua amata Wuhan, ed ha citato 2 Tim 4: 7-8: "Ho combattuto la buona battaglia, ho finito la gara, ho mantenuto la fede.

sabato 15 febbraio 2020

Cardinale Zen negli USA: la Cina vuole la "resa" del Vaticano

Nella nostra traduzione da Catholic News Agency un'altra intervista dell'infaticabile card. Zen, questa volta dagli USA, che tende a centrare tutta la responsabilità della situazione cinese sul Segretario di Stato. Indice dei precedenti sulla questione cinese qui (in calce ad un messaggio del Cardinale). Mala tempora per la Cina...

Il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, ha affermato che la situazione della Chiesa in Cina è drammatica e predetto anche la fine della Chiesa sotterranea.
Lo scorso martedì ha detto alla CNA: “La situazione è molto brutta. E la causa non è il papa. Il papa non sa molto della Cina”. “Il Santo Padre Francesco mostra un affetto speciale per me”, ha detto Zen, ma ha specificato di essere in contrasto con il Cardinale Pietro Parolin, il Segretario di Stato del Vaticano. “Sto combattendo Parolin. Perché le negatività vengono da lui ”. Parolin, ha affermato il cardinale Zen, è “ottimista riguardo alla cosiddetta “Ostpolitik “, il compromesso”. Ma “non si può scendere a compromessi” con il Partito comunista cinese, che ha definito “persecutore” della fede. “Vogliono la resa completa. Questo è il Comunismo. ”
Il cardinale Zen ha parlato con la CNA l’11 febbraio mentre si trovava a Washington, DC, per incontrare i membri del Congresso presso l’ufficio del deputato americano Chris Smith (RN.J.). […]
Nel corso dell’incontro, il cardinale e i membri del Congresso hanno parlato del programma cinese di “sinicizzazione” della pratica religiosa nel paese e degli annosi sforzi del governo comunista per portare la religione sotto il suo controllo con la forza.

venerdì 14 febbraio 2020

Sabato 15 febbraio Prof. Massimo Viglione ad Aquileia

Sabato 15 febbraio ad Aquileia, in provincia di Udine, il Prof. Massimo Viglione presenterà il suo ultimo lavoro: “Dal buio alla luce. Civiltà cristiana e Medioevo. Dalle origini al 1303” (Maniero del Mirto).
Parrocchia di Aquileia - Sala Romana . ore 16.00
Ho accettato più che volentieri di fare da moderatore, anche per dare una mano alla sua importante opera di apostolato, che conduce da diverso tempo. 

Aquileia è una delle tappe del suo tour di presentazione del libro, che ho sottomano e che reputo scritto assai bene. L’iniziativa d’invitare il professore è a cura dei miei due amici Antonio Falcomer (Compagnia di Sant’Antonio) e Franco Puntin (Associazione Mater Dei). Se vi capita di passare in Friuli Venezia Giulia… fateci un pensierino. (Silvio Brachetta)

Secondo il Vaticano Querida Amazonia non chiude alla ordinazione di viri probati

Dopo le prime osservazioni [qui], apprendiamo dal sito Religion Digital, noto per la sua consonanza col Vaticano, che: “Il Vaticano conferma che non è chiusa la porta all’ordinazione di uomini sposati”.
Cito:
Il cardinale Czerny (ultraprogressista) e Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione, hanno chiarito che il tema può essere discusso in futuro, essendo tema di dibattito e discernimento.
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della presentazione dell’esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco “Querida Amazonia”, ha  affermato : “Il Sinodo sull’Amazzonia non era un confronto sul celibato, anche se questo tema ha avuto un suo peso nello svolgimento dei lavori”. “Il Sinodo era una risposta a esigenze pastorali di evangelizzazione. Il Papa, nell’esortazione, le ha recepite e – al n. 90 – ha risposto con tre parole: preghiera, generosità, formazione”. 
Il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, interpellato sul numero 18 dell’Episcopalis Communio, pubblicata dal Papa nel 2018, in cui si stabilisce che il documento finale del Sinodo, “se approvato espressamente dal Romano Pontefice, partecipa del magistero ordinario del successore di Pietro”,  ha risposto: “Il testo è molto chiaro. Quella del Santo Padre, nell’esortazione apostolica, è  una presentazione, non un’approvazione del testo finale. Non c’è una parola canonica chiara di approvazione, come dispone l’art. 18 dell’Episcopalis Communio, che parla di approvazione espressa e non indiretta”. 
Sul n. 111 (in riferimento al celibato sacerdotale) del documento finale, Baldisseri ha fatto notare che “il Santo Padre non ha detto una parola su nessun numero del documento finale. Ha detto semplicemente:Non lo cito’. Non ha parlato di rito amazzonico, ma di leadership dei laici: ha allargato l’orizzonte, che vale soprattutto per l’Amazzonia”. “Il Sinodo è un processo, perché il tempo è superiore allo spazio, come dice il Papa, il campo è aperto. Si cammina”.
Per capire ancor meglio, ricordiamo quanto ha detto il card. Marx: “Il Papa avvia la ricezione del Sinodo rilevante per Chiesa mondiale”... “L’esortazione post-sinodale non affronta direttamente queste domande, ma piuttosto incoraggia a sviluppare ulteriormente la riflessione sul tema del sacerdozio per consentire la regolare celebrazione dell’Eucaristia”. È una “discussione che continuerà”, “non la vedo chiusa”. Oltre che tema della prossima plenaria dei vescovi, elementi di Querida Amazonia “rientreranno nei corrispondenti forum del cammino sinodale”.

Wuhan, cristiani in strada per evangelizzare nella zona ‘rossa’ del Coronavirus

I credenti distribuiscono volantini e mascherine nell’epicentro dell’epidemia.
In strada per distribuire mascherine e parlare di Gesù. È quanto sta accadendo a Wuhan, la regione cinese epicentro dell’epidemia di Coronavirus che sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso. Come riportato dalla corrispondente di CBN News Asia Lucille Talusan, i cristiani hanno scelto coraggiosamente di rischiare doppiamente la propria vita pur di condividere il messaggio del Vangelo. I testimoni che condividono apertamente la loro fede, infatti, non solo affrontano possibili infezioni da pericolose malattie respiratorie causate dal virus, ma potrebbero anche essere soggetti a potenziali persecuzioni da parte delle autorità.
Il governo comunista cinese, infatti, include il cattolicesimo e il protestantesimo, basati sul cristianesimo, tra le cinque religioni ufficialmente sanzionate della nazione, le attività di queste tradizioni religiose richiedono la registrazione e sono soggette a complesse agenzie regolatorie statali che gestiscono «tutti gli aspetti della vita religiosa, compresi gli incarichi di leadership religiosa, selezione del clero e interpretazione della dottrina», secondo il Council on Foreign Relations (CFR) con sede negli Stati Uniti.

giovedì 13 febbraio 2020

Il caso Zolli: la conversione a Cristo del rabbino capo di Roma

Nell'articolo che segue riprendiamo il caso dell'ex Rabbino capo di Roma Israel Zoller (Eugenio Zolli), nella ricorrenza della sua conversione, 13 febbraio 1945. Se è vero che San Paolo, come tutti gli ebrei che hanno accettato Cristo - compreso Zolli -  non si sono propriamente convertiti perché non hanno fatto altro che ritrovare in Gesù l’autentico ebraismo del padre Abramo e dei patriarchi, ciò significa che l'ebraismo attuale (rabbinico, spurio) è frutto di una profonda rottura esegetica, che vien fatta risalire all'Assemblea di Yavne, dopo la distruzione del Tempio. Dunque non c'è continuità in senso teologico e cattolico tra l'ebraismo attuale e quello veterotestamentario, adempiutosi in Cristo. La continuità permane tra l’ebraismo della Torah e Cristo [vedi].  Il rabbino Israele Zolli è una figura dimenticata nella storia contemporanea dei rapporti tra l’ebraismo e la Chiesa cattolica. "Un caro uomo, di animo e spirito cristiano", dice di lui il padre Vittorio Marcozzi, professore di Antropologia alla Gregoriana. "Fin da piccolo ha nutrito sentimenti di carità, di amore. Ma il passo di abbracciare la fede cristiana lo ha fatto solo a guerra finita, in modo che non sembrasse un tradimento, per non mettersi al sicuro mentre gli altri erano in pericolo". Sofia Cavalletti, allieva e collaboratrice di Zolli alla Sapienza: "Incontrarlo č stata la grande benedizione della mia vita. Era un uomo buono e di rara grandezza intellettuale". Una figura colpita dalla damnatio memoriae dei suoi correligionari, che lo considerano un meshummad (apostata, rinnegato), e dall'imbarazzato silenzio di un certo mondo cattolico che crede, sulla scorta di un ecumenismo male inteso, di dover evitare qualsiasi tema che possa turbare le buone relazioni con gli appartenenti ad altre fedi. (M.G.)

Il caso Zolli: la conversione a Cristo del rabbino capo di Roma
don Curzio Nitoglia

Preambolo  

Anche oggi il “caso Zolli” è un “nervo scoperto” per l’ebraismo italiano.
Non solo perché il rabbino capo di Roma si convertì al cattolicesimo: ma anche e soprattutto per le vicende oscure di cui si macchiò la comunità israelitica romana – nei suoi vertici – quando con il crollo del regime fascista, Roma cadde in mano ai nazisti (1943).
Infatti l’ebraismo italiano, assimilato col Risorgimento e pienamente integrato col Regime, non si aspettava di essere tradito ed osteggiato da quest’ultimo.
Siccome Zolli era di parere contrario nel 1937-‘38 avvertì che le varie comunità israelitiche d’Italia, e specialmente quella di Roma, correvano un serio pericolo (dato il “patto Roma – Berlino e le “leggi razziali”), fu messo da parte e calunniato – in un primo tempo (1938) – dai vertici della Comunità israelitica romana. In un secondo tempo (1944 –‘45) – quando si convertì al cattolicesimo – addirittura fu preso come capro espiatorio sul quale far ricadere tutte le colpe; ossia le responsabilità dei vertici israelitici romani che si prestarono, prima (sino al ’43) come collaboratori dell’OVRA; poi come spie delle S.S., a rassicurare gli ebrei (i “piccoli pesci”) che nulla sarebbe cambiato (1938) e quindi (1943) denunciandoli alle S.S. per farli deportare, salvando così la vita dei “pezzi grossi”.
Mentre il Vaticano – tanto criticato a partire dal 1962 – inoltrò alcune note di protesta ufficiale – tramite il vescovo Alois Hudal – ai comandi militari tedeschi, sin a partire dal 1935.