Sì, parolinate, quelle espresse dal cardinale Segretario di Stato del Santo Padre Francesco, Pietro Parolin e perché, diciamocelo onestamente, qui due sono le cose: o si finge di non sapere, o si finge sapendo di fingere (non vogliamo usare di proposito il termine mentire perché sarebbe tutto un altro discorso).
Radio Vaticana ha riportato stralci dell’omelia di Parolin alla Messa al Policlinico Gemelli e dopo aver tentato di spegnere l’incendio acceso dal piromane segretario della CEI Galantino, a chi accusa la Chiesa di ingerenza quando parla di immigrazione, il cardinale risponde così:
“Io credo che la Chiesa deve parlare e deve parlare anche su questo tema dell’immigrazione, soprattutto nel senso di chiedere a tutti uno spirito e un’apertura all’accoglienza, a non avere paura dell’altro, e a cercare di integrare le differenze per costruire un mondo più giusto e solidale”.
E di questo vogliamo parlare anche noi non solo perché siamo “membra vive della Chiesa”, ma perchè siamo anche cittadini di questa Nazione, ed essendo nel mezzo (tra voi Pastori e i politici) spesso veniamo tirati di qua e di la e di questo, scusate, siamo anche un po’ stufi, soprattutto quando non si dicono le cose come stanno.
Siamo stanchi di questo idolo invocato quale “spirito di apertura” e di accoglienza, soprattutto quando lo Stato Vaticano non ci dice dove dobbiamo accoglierli, in quali strutture e soprattutto chi deve pagare?