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mercoledì 31 agosto 2016

Sante Messe Tradizionali festive a Ferrara

Ave Maria!
Con piacere comunichiamo che a Ferrara da alcuni mesi è ripresa la celebrazione regolare delle S. Messe Tradizionali (rito Tridentino o forma-extraordinaria del rito Romano) domenicali/festive alle ore 19 in S. Giovanni Battista (C.so P.ta Mare 72, angolo Montebello FERRARA).

In J et M
Nicola

Il cardinale Burke: 'molto discutibile' affermare che l'Islam adora lo stesso nostro Dio ed è una religione di pace. Nostra Aetate non è documento dogmatico.

Sono lieta di poter condividere le recenti dichiarazioni del Cardinal Burke, su LifeSiteNews, che lo presenta come ex Prefetto della Segnatura Apostolica, il più alto Dicastero Vaticano ed ora patronus del Sovrano Ordine Militare di Malta. I passaggi sotto indicati, tratti dall'articolo, sono nella nostra traduzione.

L'occasione delle dichiarazioni è stata la presentazione ai media di Speranza per il mondo: riunificare tutte le cose in Cristo [ne parlavamo qui], un libro-intervista recentemente pubblicato in collaborazione col giornalista francese Guillaume d'Alançon in cui il cardinale pondera su una miriade di argomenti controversi come la contraccezione e il suo rapporto con l'aborto, i bagni transgender, la Santa Comunione ai divorziati risposati, e i problemi all'interno della Chiesa cattolica.

Ci conforta che anche in questa occasione il nostro Cardinale ci confermi. Ciò riguarda il fatto che egli mette chiaramente in discussione la validità dell'affermazione che Cattolici e Musulmani preghino lo stesso Dio [qui - qui - qui]  e che l’Islam sia una religione di pace.

1° settembre. Continuiamo l'Operazione 'Assalto al Cielo' del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Vedi precedenti quiquiquiqui - qui - qui - qui - qui.
E davanti alla Vergine di Czestochowa: qui - qui.

Domani 1° settembre, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa a La Crosse, WI, USA alle 7.00 ora locale e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.


Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 53.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.
Quando direte il vostro Rosario, ricordate di pregare per le intenzioni di tutti i Guerrieri del Rosario, così come loro pregano anche per le vostre.
« Il potere del Rosario è superiore ad ogni descrizione! » affermava l'Arcivescovo Fulton Sheen. Usate dunque questa preghiera potente per prendere d'assalto il Cielo e rivolgere a Dio e alla Benedetta Vergine Maria le seguenti intenzioni:

martedì 30 agosto 2016

Messa Antiquior quotidiana ad Arma di Taggia

Ad Arma di Taggia, nella pace del bellissimo Convento dei Domenicani, ogni giorno dall' 11 luglio 2016, viene celebrata la Santa Messa Tridentina alle ore 18. [Fonte]

Verona 15 ottobre. Il futuro della liturgia

Cari Amici di Chiesa e post-concilio,
sono felice di potervi inoltrare l'avviso del convegno che il Coetus fidelium 'San Remigio Vescovo' di Verona (www.sanremigioverona.org), associazione di cui sono membro, sta organizzando per sabato 15 ottobre.
Due importanti studiosi, S.Em. il card. Brandmüller e don Mauro Gagliardi, ci porteranno il loro contributo su questa materia tanto delicata quanto centrale nella vita della Chiesa e che ci sta molto a cuore.
Il Cardinale terrà la sua conferenza su di un tema storico, mentre don Gagliardi ci parlerà di quella “riforma della riforma” molto cara a papa Benedetto XVI.

Segnalo poi che nel pomeriggio sarà celebrata una S. Messa solenne, in rito antico, alla presenza del Cardinale.

Clicca sull'immagine per ingrandire
Qui il programma completo e dettagliato.

Inoltre, sarebbe davvero preziosa la presenza di persone qualificate ed impegnate da tempo nella battaglia per una retta dottrina ed una sana liturgia (lex orandi, lex credendi!), perciò sarei davvero contento se riusciste a partecipare!

Grazie!
Ad maiorem Dei gloriam!
Alessandro Bazerla

I fondamenti dell'esistenza

«Nel progetto predisposto da Dio per la salvezza degli uomini, ci sono tre pilastri che reggono tutto l’edificio della nostra esistenza. Se essi cedono, il crollo di tutti i valori è immancabile. Sono anche le verità che è indispensabile accogliere, se ci si vuol chiamare cristiani. Queste verità sono: Dio, nostro Padre e amico; Gesù Cristo, inviato e Figlio di Dio; la Chiesa, come popolo dei salvati e comunità di coloro che sono in attesa del regno di Dio. Queste tre verità sono tra loro così legate che se una si smarrisce, o presto o tardi anche le altre si perdono. La storia di questi ultimi secoli lo dimostra . Quattro secoli fa per la prima volta in Europa si mise in discussione l’idea di Chiesa, pur conservando una profonda fede in Cristo, Dio e salvatore. Dopo qualche secolo, però, dove si era persa l’idea di Chiesa, si finì per scoronare Cristo della sua divinità e pensarlo come un puro uomo, sia pure grande e geniale. E divenne un luogo comune pensare a lui solo come al “primo socialista”, a un liberatore degli oppressi, a un predicatore di giustizia terrestre. Affascinanti idiozie: se Gesù non fosse veramente il Figlio di Dio, sarebbe solo un esaltato e un uomo fallito. Corrosa la fede in Cristo, anche l’idea di Dio, che sembra vivissima, a poco a poco cominciava a sbiadire. E, per la prima volta nella storia, fece la sua comparsa l’ateismo di massa».

lunedì 29 agosto 2016

Nuova S.Messa VO nell'Arcidiocesi di Ravenna-Cervia

Abbiamo il piacere di comunicare che presso questa Chiesa Parrocchiale nell'Arcidiocesi di RAVENNA - CERVIA si celebra già da qualche mese la S. Messa in rito romano antiquior a scadenza quindicinale, ovvero ogni seconda e quarta domenica del mese alle ore 18.00.

L'indirizzo è il seguente:
PRIORATO BENEDETTINI  - PARROCCHIA SANTO STEFANO "in Nazareth" 
via CELLA 463,  SANTO STEFANO, 48125 (RAVENNA);  S. Stephanus Protom. in Nazareth vel. in Aggere

Fondata nel XII sec.
Parrocchia dal 1545
Costruita nel 1732
Ricostruita nel 1881 
il parroco: dom Giancarlo Galeati

Danilo Quinto. Oltre le macerie

Dio, ora, che si fa?, dice il vescovo Giovanni d’Ercole durante la cerimonia funebre di 35 delle 291 vittime del terremoto che ha devastato l’Italia Centrale.

È una giusta domanda per coloro che credono e forse la risposta è quella più difficile: accettare la volontà di Dio. Lo diciamo ogni giorno, recitando il Padre Nostro: Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Riconosciamo, così, che tutto, nel cielo come nella terra, dipende dalla volontà di Dio, come lo stesso Figlio di Dio ha detto nella preghiera del Getsemani.

Spesso noi pensiamo che Dio ci salva dalla sofferenza e dalla morte. Non è così. Dio ci salva nella sofferenza e ci salva nella morte. Noi ci salviamo solo se accettiamo la sofferenza – che è la condivisione della Croce di Nostro Signore – e se consideriamo la morte per quello che è. Se ami la vita e temi la morte, questo stesso timore della morte è come un inverno quotidiano, diceva Sant’Agostino.

domenica 28 agosto 2016

Con i monaci combattenti di Norcia nel cuore ferito dell'Europa

Testimonianza, che riportiamo di seguito, di Padre Cassian Folsom, priore del monastero benedettino di Norcia nel quale si celebra la Messa Antiquior. [Qui potete leggere un suo scritto su monachesimo e liturgia].
Ci sono due simboli che possiamo trarre da questa storia e che ci invitano a fare riflessioni importanti. Innanzitutto, la Basilica di San Benedetto e l’altare del santo sono gravemente danneggiati. La cultura cattolica della civiltà occidentale sta crollando. Ce l’abbiamo davanti agli occhi. Il secondo simbolo è l’assembramento di persone attorno alla statua di San Benedetto in piazza, unite nella preghiera. Questo è l’unico modo di ricostruire.

"Mercoledì 24 agosto era la festa di San Bartolomeo, giorno in cui il Mattutino doveva iniziare alle 3.45. Intorno alle 3.30, quando eravamo già tutti in piedi, ringraziamo Dio, la terra ha iniziato a tremare. Abbiamo altre esperienze di terremoti nei sedici anni passati qua a Norcia, ma mai niente di simile. Fa una gran paura sentire la terra ruggire e vedere l’edificio dondolare di qua e di là quasi fosse ubriaco. Istintivamente siamo tutti usciti e ci siamo assembrati fuori, nella piazza davanti al monastero. Ci siamo stretti l’uno all’altro per via del freddo, mentre nuove scosse facevano scricchiolare la terra sotto i nostri piedi. I monaci e i cittadini si sono tutti ritrovati spontaneamente sotto la statua di San Benedetto che si trova al centro della piazza. I monaci hanno iniziato a pregare il Rosario e molti cittadini si sono uniti a loro. Quindi abbiamo ringraziato Dio con tutto il cuore per averci risparmiato la vita.

La questione del “Papa eretico”. È un'ipotesi possibile o al massimo probabile e non una certezza teologica. A partire da un’ipotesi non si può arrivare alla deposizione del Papa né c’è chi ne avrebbe l’autorità

L'articolo di don Curzio Nitoglia che trovate di seguito è la risposta allo scritto inviatoci dal prof Arnaldo Xavier Da Silveira, riguardante il suo recente testo edito da Solfanelli [qui]. Il contenuto tecnico e ben articolato è senz'altro utile per approfondire il dibattito.
In coerenza con la linea editoriale del blog, ribadisco che, sulla Critica teologica [qui] dei 45 studiosi di molti Paesi ricordata alla nota 1. è stato redatto uno schema, per discutere e sviluppare un'azione più radicale [qui]. Questa corale iniziativa pubblica prende le mosse da un documento che di per sé non può non far parte del Magistero, nella consapevolezza, però, della diversa adesione ad esso, legata all'aderenza all'insegnamento costante della Chiesa. Fermo restante il fatto che non si tratta dell'unico elemento critico di questo pontificato.
In ogni caso, i 45 non accusano apertamente il papa di eresia, ma gli chiedono rispettosamente di correggere affermazioni che, intese nel loro senso più evidente, risultano eretiche, erronee o scandalose. Perciò il nesso con la tesi del Da Silveira, non è del tutto pertinente, senza per questo negare che molte esternazioni di Bergoglio siano contrarie alla retta dottrina e pongano quindi seri interrogativi riguardo al suo ministero. L'iniziativa non è fatta per sfociare in uno scisma, ma per riportare chiarezza ai fini della salus animarum! Non basta, infatti, non accogliere le pseudo-verità misericordiose, non anatemizzabili perché in fuga dal dogma, con l'aggiornamento divenuto accompagnamento. Occorre ripristinare il rapporto tra libertà e verità.
Il tutto nell'ineludibile considerazione che la situazione attuale, sia nella genesi prossima e remota che negli sviluppi, è così inedita ed anomala da suscitare quanto meno perplessità in ordine alle ipotesi di scuola nelle quali possa essere inquadrata.

La questione del “Papa eretico” 
È un'ipotesi possibile o al massimo probabile e non una certezza teologica
A partire da un’ipotesi non si può arrivare alla deposizione del Papa né c’è chi ne avrebbe l’autorità


Solo una “Ipotesi”

La spinosa questione del Papa eretico secondo i Dottori della Chiesa (Bellarmino, Suarez, Gaetano, Torquemada, Cano, Soto, Giovanni da San Tommaso…) e i teologi della terza Scolastica (Billot, Wernz-Vidal, Salaverri, Journet, Vellico, Mondello…) è una “ipotesi” possibile o al massimo probabile (v. in basso il paragrafo S. Tommaso d’Aquino precisa i termini:possibile, probabile e certo”) come la chiama il Da Silveira stesso nel titolo del suo libro stampato recentemente in italiano (Ipotesi teologica di un Papa eretico, Chieti, Solfanelli, 2016, edizionisolfanelli@yahoo.it, 200 pagine, 15 euro) e non è assolutamente una “certezza teologica” come poi il Da Silveira deduce con un passaggio indebito dal possibile/probabile (le opinioni puramente ipotetiche dei Dottori della Chiesa e dei teologi approvati più recenti) al teologicamente certo.

sabato 27 agosto 2016

Avviso per chi partecipa alla Messa Antiquior a Sant'Anna al Laterano

Domani, Domenica 28 agosto, la Santa Messa Antiquior di ogni Domenica alle ore 17 a Sant'Anna al Laterano non potrà essere celebrata, a causa della mancanza di Sacerdoti, nella temporanea assenza di Don Giuseppe Vallauri.

Nei prossimi giorni, seguiranno dettagli per la Domenica successiva.

"Con rispetto, dissento: la messa con i musulmani non sta in piedi". Anche nella Chiesa ticinese è vivo il dibattito tra pro e contro all'iniziativa che si terrà domenica prossima

Dopo aver redatto il testo che segue, e anche in riferimento alla disamina di cui al precedente articolo [qui], riscontriamo questa precisazione dell'imam Jelassi (cfr immagine a lato). 

Ne deduciamo che deve essere arrivata a segno la reazione ai precedenti episodi in Italia e in Francia. Ben venga la decisione di non presenziare durante Santa Messa. Resta comunque da ribadire ancora una volta la inopportunità della scelta di una Chiesa, luogo di culto, per qualsivoglia tipo di incontro.
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In questi giorni anche nel nostro piccolo territorio di provincia si riproduce ciò che ha coinvolto il mondo cattolico in seguito al noto efferato delitto perpetrato il 26 luglio scorso durante la S.Messa nei pressi di Rouen: i musulmani, per manifestare la loro solidarietà, non trovarono niente di meglio che autoinvitarsi in chiesa per la domenica successiva.

"Musulmani andate a messa!": gatta ci cova?

In Ticino abbiamo un personaggio molto interessante che, prendendo spunto dal suo cognome (Ghiringhelli), tramite una mirata contrazione del medesimo, si fa chiamare in modo molto evocativo con l'appellativo "Ghiro, il Guastafeste". Fu lui che con ammirevole convinzione e con coraggio da vendere il 25 marzo 2011 lanciò l'iniziativa e il 22 settembre 2013 ottenne il consenso del 65% della popolazione per rendere illegale tenere il volto coperto in luoghi pubblici sul territorio ticinese. Si tratta della cosiddetta "iniziativa antiburka", che ora viene guardata con grande interesse ed ammirazione anche da parte di altri Cantoni della Confederazione Svizzera. Recentemente il Ghiro ha scritto un lucido intervento sul Corriere del Ticino, il quotidiano di maggiore diffusione del Cantone Svizzero di lingua italiana. Ve lo propongo qui in una versione aggiornata dall'autore leggibile sul suo sito

L'imam di Lugano Jelassi invita gli islamici ad andare in chiesa il 28 agosto.

don Elia. Stat Crux

Stat Crux dum volvitur orbis.

Mentre il mondo gira, la Croce resta ferma… e con essa la Chiesa, la vera Chiesa di Cristo: quella fondata sulla Sua immutabile dottrina, trasmessa una volta per sempre dagli Apostoli; formata dalla grazia dei Sacramenti, che dalla Croce promana; guidata dai legittimi Pastori, autentici successori degli Apostoli e garanti della retta fede, della continuità sacramentale del Corpo mistico e della comunione soprannaturale di tutte le sue membra vive. Queste caratteristiche comportano forse fissità o immobilismo? Solo per chi è cieco di fronte al meraviglioso sviluppo della Chiesa nel tempo e nello spazio: un inesauribile germogliare di nuovi rami e prodigioso comparire di nuovi fiori e frutti, ma sempre dello stesso albero e dalla stessa radice. Il corpo di un essere umano, quanto all’aspetto esterno, cambia considerevolmente dall’infanzia alla vecchiaia, ma è sempre lo stesso individuo, che dispiega ciò che è presente nel suo patrimonio cromosomico.

Diverso è il risultato delle manipolazioni genetiche, che se ne parli in senso proprio o in senso traslato; in ogni caso, sono pratiche moralmente illecite che traducono in atto un atteggiamento di suprema superbia: voler modificare ciò che ha fatto il Creatore e Redentore, come se andasse perfezionato o non fosse al passo con i tempi… o come se l’uomo fosse l’artefice e il salvatore di se stesso. Ma la Croce – non a caso attualmente così ignorata, se non da chi la profana o vilipende – resta saldamente piantata sul mondo, che, pur di svellerla, sussulta e si distrugge. È la natura che vorrebbe scuotersi di dosso la malvagità e le nefandezze umane o qualche nuovo esperimento tra Ginevra e il Gran Sasso? Comunque sia, il dolore per le distruzioni materiali e per la perdita di vite umane ci rimanda a quello, ancor più acuto, per la devastazione delle anime, che a causa di essa sono spesso del tutto impreparate a presentarsi al giudizio divino.

venerdì 26 agosto 2016

Permanere nella verità di Cristo /2

Poiché so per certo che la mia riserva su un'affermazione del precedente articolo [qui], insieme all'articolo stesso, è oggetto di esame da parte di illustri ecclesiastici, la estraggo, aggiungendo ulteriori precisazioni. 
"L’ideologia di Francesco I si situa nel solco di un’opera concreta di dissoluzione del Cattolicesimo che si sta venendo a compiere, di cui Amoris Laetitia rappresenta solo una tappa. Se la critica a quel testo viene fatta omettendo il contesto, diviene debole ab initio e pressocché inutile".
Questo passaggio dell'articolo corrisponde al punto di vista di Danilo Quinto che, come ogni autore e lettore ha il diritto di esprimerlo. Tuttavia, in coerenza con la linea editoriale del blog, che appoggia pienamente la Critica teologica all'AL dei 45 studiosi di ogni paese ritenendola particolarmente importante in questo momento e ha redatto uno schema, per discutere e sviluppare un'azione più radicale [qui], affermo che l'iniziativa non è debole né inutile, almeno nella riaffermazione pubblica e forte dell'insegnamento costante della Chiesa, articolata motivata e redatta nel miglior stile ecclesiale. L'intenzione è quella di procedere per gradi e sono state prese le mosse da un documento che di per sé non può non far parte del Magistero e, oltre a porsi su un terreno decisivo, ha assunto una grande rilevanza pubblica con diffuse applicazioni in chiave liberale [qui l'indice degli approfondimenti]. Un punto nevralgico non eludibile quindi e foriero di implicazioni generali.

Non manca in questo nostro ambito la consapevolezza sia sulla diversa adesione dovuta al Magistero, legata all'aderenza o meno all'insegnamento costante della Chiesa (obbedienza od ossequio non sono la stessa cosa), che sul fatto che l'AL non è l'unico elemento critico di questo pontificato. A questo proposito basta consultare dalla colonna di destra del blog l'indice dei Memoranda che contiene numerose riaffermazioni di elementi fondanti della fede cattolica puntualmente riaffermati in itinere nel contesto di riferimento.

Venerdì 26 agosto. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Altre notizie e avvisi su Riscossa Cristiana [qui].

Questa settimana siamo impegnati a pregare in riparazione dello scandalo verificatosi a Cagliari [qui] dove alcuni sacerdoti (tra cui il vicario dell’arcivescovo) con una trentina di fedeli hanno partecipato alle cosiddette preghiere dei musulmani in moschea. Preghiamo anche perché, nonostante le sollecitazioni da parte dei musulmani [qui] questo scandalo non si ripeta e i pastori sviati tornino finalmente a predicare l’unicità della Fede cattolica. 

Per la nostra formazione, leggiamo il terzo racconto dei Racconti di un pellegrino russo. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

giovedì 25 agosto 2016

Danilo Quinto. I tempi della conta finale

"L’ideologia di Francesco I si situa nel solco di un’opera concreta di dissoluzione del Cattolicesimo che si sta venendo a compiere, di cui Amoris Laetitia rappresenta solo una tappa. Se la critica a quel testo viene fatta omettendo il contesto, diviene debole ab initio e pressocché inutile".
Questo passaggio dell'articolo che trovate di seguito corrisponde al punto di vista di Danilo Quinto che, come ogni autore e lettore ha il diritto di esprimerlo. Tuttavia, in coerenza con la linea editoriale del blog, che appoggia pienamente la Critica teologica dei 45 studiosi di ogni paese ritenendola particolarmente importante in questo momento e ha redatto uno schema, per discutere e sviluppare un'azione più radicale [qui], affermo che l'iniziativa non è debole né inutile, almeno nella riaffermazione pubblica e forte, articolata e redatta nel miglior stile ecclesiale. L'intenzione infatti è quella di procedere per gradi e sono state prese le mosse da un documento che di per sé non può non far parte del Magistero. Pur nella consapevolezza della diversa adesione ad esso, legata all'aderenza o meno all'insegnamento costante della Chiesa (obbedienza od ossequio non sono la stessa cosa), e del fatto che non si tratta dell'unico elemento critico di questo pontificato. A questo proposito basta consultare dalla colonna di destra del blog l'indice dei Memoranda che contiene numerose riaffermazioni di elementi fondanti della fede cattolica qui puntualmente riaffermati in itinere nel contesto di riferimento.

Sono molte le considerazioni che suscita la lettura della Critica teologica dei 45 Studiosi sull'Esortazione post-sinodale Amoris Laetizia.
Ne esprimo alcune, con una premessa. Non sono uno studioso né un teologo. Qualcuno, quindi, potrebbe dirmi: a quale titolo scrivi? È una giusta domanda. Il titolo deriva dalla mia qualità di umile peccatore, di persona che ricorda ogni giorno a se stesso che per quarant’anni della sua vita ha vissuto fuori dalla Chiesa. Oltretutto, la mia è una condizione di privilegio: non devo difendere posizioni acquisite, perché non ne ho. Non temo, quindi, ritorsioni. Le ho già subite e non mi spaventano i disagi che producono.

Il mio vivere per tanto tempo fuori dalla Chiesa, mi fa forse vedere, con gli occhi di chi è stato al servizio del male, che nulla è più bello di servire la Verità e di seguire un solo insegnamento: Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. Le conseguenze del caso – già preannunciate da Gesù – si mettono nel conto e si affrontano. Altra via non c’è. Parlo come un semplice fedele, che soffre a vedere la propria fede - quella sicura, indicata dai dogmi della Chiesa e dal Catechismo - vilipesa e corrotta da chi dovrebbe invece difenderla, cioè il Papa.
Non è tempo di silenzi e di omissioni. È tempo di Verità. È tempo di ricapitolare in Cristo tutte le cose, come diceva San Paolo. Con prudenza, ma senza nessuna cautela umana, perché siamo nel tempo in cui si esprime la massima forma di odio nei confronti di Dio, come mai era accaduto nella storia dell’umanità.

mercoledì 24 agosto 2016

Siamo vicini a chi è nella prova

Sto seguendo con apprensione le notizie e gli aggiornamenti sul terremoto che stanotte ha colpito una vasta zona del Centro Italia. Nomi e luoghi che ci risuonano ormai da ore nel cuore e nella mente, le cui immagini di distruzione sono un colpo al cuore e lasciano senza parole : Accumoli, Amatrice, Arquata, Pescara del Tronto, Norcia.
Grande il cordoglio e fervente la preghiera per le vittime e per tutte le persone colpite da questa tragedia. Non cessiamo di pregare perché nuove vite si salvino in questi momenti così concitati e pieni di umana solidarietà e vicinanza di instancabili soccorritori accorsi con prontezza encomiabile. 
E preghiamo anche perché i superstiti non vengano lasciati soli e che vengano salvaguardate per quanto possibile le comunità che altrimenti rischiano la dispersione e, dopo aver vissuto drammaticamente la distruzione del loro passato e del loro presente, possano almeno sperare e soprattutto costruire un futuro che non sia di 'deportazione', come accaduto in molte zone de l'Aquila...

A lato l'immagine della Basilica di Norcia, che speriamo possa anch'essa presso tornare ad essere luogo di preghiera e di adorazione, oggi affidata alla comunità benedettina Maria Sedes Sapientiae guidata da padre Cassian Folsom o.s.b.

Una Chiesa viva ad Erbil

Riprendiamo, nella nostra traduzione da Catholic News Agency. Deo Gratias!

clicca sull'immagine per ingrandire
Erbil, Iraq, 8 agosto, 2016 / 03:02 - P. Roni Salim Momika, uno dei tre sacerdoti ordinati in un campo profughi di Erbil, ha detto che l'evento ha trasformato la tristezza dei cristiani sfollati in un sentimento di gioia, che spera darà loro la forza di rimanere nella loro patria.

"La mia sensazione è che sono felice, felice!" P. Momika ha detto il 5 agosto scorso a CNA dopo la sua ordinazione, aggiungendo che sente "qualcosa dentro" che lo rende profondamente gioioso.

È stato ordinato sacerdote della Chiesa siro-cattolica a fianco dei suoi amici e compagni diaconi Emad e Petros nella grande chiesa prefabbricata all'interno del campo per sfollati Aishty 2 di Erbil, che ospita circa 5.500 persone costrette a fuggire dalle loro case a causa dell'ISIS .

L'ordinazione, ha detto, "darà speranza (alle persone)" nel campo, per lo più siriaci cattolici di Qaraqosh, per due anni costretti a vivere come rifugiati.

Il cardinale Giuseppe Siri e il complesso degli errori ricorrenti

Intervista al card. Siri, dalla rivista Renovatio VI/1970. È datata; ma vi ritroviamo grande consapevolezza sui problemi che ora si stanno rivelando in tutta la loro esiziale distruttività.

RENOVATIO — Esiste, secondo V. E., un rapporto tra la situazione presente della società umana nel suo complesso e quella della Chiesa? Vi è un rapporto tra le difficoltà presenti della religione e quelle dell’umanità?

SIRI — Come sarebbe possibile diversamente? La Chiesa non vive separata dal suo tempo e dal suo mondo. Le difficoltà che l’uomo sperimenta oggi a vivere da uomo si ripercuotono nella difficoltà che il cristiano incontra a vivere da cristiano. Il mondo odierno vive della conquista della materia: anche se la scienza gli rivela che la sapienza e la potenza dell’ordine creato superano da ogni parte la capacità di previsione della ragione, l’uomo si trova però chiuso nella struttura mondana che egli si è costruito. L’uomo ha scoperto di poter conquistare la materia, di poterla rendere strumento della sua volontà: ciò gli ha tolto il senso di una superiore prudenza e ha fatto della conquista del mondo il saccheggio del mondo, la perdita della realtà umana più profonda: lo spirito. La spirito è pietra angolare dell’uomo e del mondo: pure esso è la pietra che i costruttori della nostra società presente hanno voluto dimenticare e respingere. Siamo giunti così in un mondo in cui la persona umana non ha valore perché l’uomo non ha più significato, e non è più considerato l‘immagine di Dio. Quando gli uomini fecero le loro prime scoperte, vi fu un senso di superbia e di assoluto predominio dell’uomo sul mondo: è ciò che ci viene narrato nel racconto della torre di Babele, una visione profonda della dialettica della civiltà. Dio confuse allora le lingue. Ma oggi le menti stesse degli uomini sono confuse. L’ora del massimo della potenza è l’ora oscura, in cui la sapienza mondana non sa che prefigurare la crisi definitiva dell’umanità. Ma i cristiani sono figli della speranza.

martedì 23 agosto 2016

Ancora sulla definizione del “nemico”, nel rapporto “amico-nemico” - Critica della “discussione” (del “dialogo”) quale unica forma valida di azione politica (e religiosa). Carl Schmitt, Donoso Cortés e il Vaticano II.

Ancora sulla definizione del “nemico”, nel rapporto “amico-nemico”
Critica della “discussione” (del “dialogo”) quale unica forma valida
di azione politica (e religiosa).
Carl Schmitt, Donoso Cortés e il Vaticano II.

Avevamo riportato [qui] una citazione di Carl Schmitt : A proposito dell'islam come nostro nemico storico, che si considera tale ma che non si vuol più riconoscere.
Ringraziamo Paolo Pasqualucci per questo approfondimento.

Riprendo un altro passo da Il concetto del Politico, del 1932, un’opera fondamentale della filosofia politica contemporanea. Ciò va detto anche se, allo stesso modo del sottoscritto, non si condivide il concetto (solo) decisionista della sovranità elaborato dallo Schmitt (“Sovrano è chi decide dello stato d’eccezione”), delucidando questo concetto solo un aspetto del potere sovrano. Ma Schmitt ha indubbiamente colto un elemento essenziale della realtà politica nel rapporto di “amico-nemico”, ricco di complesse articolazioni nonostante la sua struttura dualistica, e comunque concetto che libera il campo da molte ambiguità.

“I concetti di amico e nemico devono essere presi nel loro significato concreto, esistenziale, non come metafore o simboli; essi non devono essere mescolati e affievoliti da concezioni economiche, morali e di altro tipo, e meno che mai vanno intesi in senso individualistico-privato, come espressione psicologica di sentimenti e tendenze private. Non sono contrapposizioni normative o “puramente spirituali”. Il liberalismo ha cercato di risolvere, in un dilemma per esso tipico […] di spirito ed economia, il nemico in concorrente, dal punto di vista commerciale, e in un avversario di discussione, dal punto di vista spirituale. In campo economico non vi sono nemici, ma solo concorrenti; in un mondo completamente moralizzato ed eticizzato solo avversari di discussione.

lunedì 22 agosto 2016

La Madonna è tornata visibile a Rimini

Ci ha pensato un sacerdote percorrendo, tra i visitatori i padiglioni del Meeting
Ieri, mentre sui giornali impazzava il caso della statua della Madonna scomparsa dallo stand dell'editrice Shalom, c'è chi ha pensato bene di ridare alla Vergine la visibilità che le compete. Così abbiamo visto aggirarsi nei padiglioni del Meeting un visitatore che portava dentro lo zaino, visibile a tutti, una grande statua della Madonna.
[...]
Un gesto in polemica con quello che è successo allo stand Shalom dove la statua della Madonna è stata coperta? «No, nessuna polemica, Maria è regina della pace».
Riportiamo il commento di un lettore: A proposito di Meeting, ci sono contestazioni interne, forse dovute a giochini di potere, fatto sta che il ramo riminese di CL che poi è quello che lo ha sempre organizzato, è stato scavalcato da quello milanese e di fatto esautorato, il clima è superpoliticizzato, unidirezionale, verso il NOM. Se sei cattolico e basta senza sfumature, solo cattolico, magari pure di quelli perseguitati in MO, non ti fanno non solo parlare, ma neanche entrare, la Madonna è stata velata e spostata, spifferi dicono per farsi pubblicità, altri per evitarle di vedere la vergogna che è diventato il movimento di Giussani, PC, aperto a tutti fuorché alla fede cristiana, possibilmente cattolica. Se così fosse, tornino pure a Milano e se la cantino e suonino da loro. Il calo di presenze quest'anno è impressionante, abbondano i grembiuli, forse per la vicinanza della riapertura delle scuole.

Il prete iraqeno che turba il meeting. «Sciiti e sunniti si scannano, ma il loro vero obiettivo sono i cristiani»

Franco Bechis su Libero by Il Timone.

Padre Rebwar Basa è un iracheno di 38 anni, nato ad Erbil e ordinato sacerdote nel monastero di San Giorgio a Mosul. Un religioso nella polveriera di questi anni, che ha vissuto in un Iraq dove i cristiani sono sempre più minoranza, perseguitata da tutti i gruppi islamici del paese e con una vita resa difficile anche dal potere ufficiale. Al Meeting di Rimini per tre giorni è venuto a raccontare la sua storia a chi visita la mostra sui martiri cristiani organizzata dalla onlus Aiuto alla Chiesa che soffre.

22 agosto Regalità di Maria

L’undici ottobre 1954, S. S. Pio XII istituì la festa della Regalità di Maria, da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo il giorno 31 maggio; fu poi trasferita al 22 agosto, giorno ottavo dell’Assunzione, per sottolineare il legame della regalità di Maria con la sua glorificazione corporea.

Ave Regina caelórum,
ave, Dómina angelórum:
Salve, radix, salve, porta,
ex qua mundo lux est orta.
Gáude, Virgo gloriósa,
super omnes speciósa;
vale, o valde decóra,
et pro nobis Christum exóra.
Ave, Regina dei cieli,
ave, signora degli angeli
Salve, radice, salve, o porta
dalla quale è sorta la luce al mondo
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.

STREET THEOLOGY. La Scristianizzazione, o Grande Fuga dalla realtà della Chiesa post moderna dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco.

Enrico Maria Radaelli, STREET THEOLOGY. La Scristianizzazione, o Grande Fuga dalla realtà della Chiesa post moderna dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco. Edizione Fede & Cultura, in-8°, Verona 2016, pp. 199
L'Autore ne preannuncia la presentazione a Verona, a opera di Mons. Prof. Antonio Livi, Domenica 4 settembre, ore 15,30, nell’ambito del Sesto Festival Nazionale di Fede & Cultura, presso la Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia, piazza Brà.
Saranno presenti al Festival di Fede & Cultura, tra gli altri, oltre a Mons. Arcivescovo Luigi Negri, il Prof. Ettore Gotti Tedeschi, oltre naturalmente al Prof. Giovanni Zenone - l’Editore - e all'Autore.

Uno schiaffo. Anzi, più di uno: adamantino, logica stringente, animo puro, Radaelli ci ha abituati così. E non poteva esservi titolo più indovinato di Street Theology, da “Street Art”, Arte di strada, o da strada, dunque Teologia di strada, o da strada, altro che san Tommaso, per rendere in due parole la drammatica situazione che sta vivendo la Chiesa dal Vaticano II a Francesco, dove tra un papa e l’altro Radaelli, con potenti argomenti, dimostra e illustra una continuità di fondo che però mette in subbuglio quella coi papi precedenti, « come l’arte di un Giotto o di un Michelangelo – scrive – la mette con un Haring o un Basquiat ». È sempre magistero, lì, e qui è sempre arte, ma questa è Street Art, e quella, appunto, è Street Theology.

Negli anni Sessanta c’è stato un passaggio di mano della conduzione spirituale, culturale e morale del mondo, via via più accentuato, per cui oggi a condurre i popoli non è più la Chiesa, ma l’élite laicista, e infatti il mondo si è ateizzato e la Chiesa ha perso milioni di anime, che Papa Francesco sta cercando in tutti i modi di recuperare. Ma chi, come e quando ha causato questo spostamento di leadership?

domenica 21 agosto 2016

A proposito dell'islam come nostro nemico storico, che si considera tale ma che non si vuol più riconoscere

# A proposito dell'islam come nostro nemico storico, che si considera tale ma che non si vuol più riconoscere
"Nemico [in senso politico] non è il concorrente o l'avversario in generale. Nemico non è neppure l'avversario privato che ci odia in base a sentimenti di antipatia. Nemico è solo un insieme di uomini che combatte almeno virtualmente, cioè in base ad una possibilità reale, e che si contrappone ad un altro raggruppamento umano dello stesso genere. Nemico è solo il nemico pubblico, poiché tutto ciò che si riferisce ad un simile raggruppamento, e in particolare ad un intero popolo, diventa per ciò stesso pubblico. Il nemico è l'hostis, non l'inimicus in senso ampio; il polemios non l'echtros. La lingua tedesca, come altre, non distingue fra "nemico" privato e politico, cosicché sono possibili, in tal campo, molti fraintendimenti ed aberrazioni. 
Il citatissimo passo che dice "amate i vostri nemici" (Mt 5, 44; Lc 6, 27) recita "diligite inimicos vestros", "agapate tous echtrous hymon", e non "diligite hostes vestros": non si parla qui del nemico politico. Nella lotta millenaria fra Cristianità ed Islam, mai un cristiano ha pensato che si dovesse cedere l'Europa, invece che difenderla, per amore verso i Saraceni o i Turchi. Non è necessario odiare personalmente il nemico in senso politico, e solo nella sfera privata ha senso amare il proprio "nemico", cioè il proprio avversario. Quel passo della Bibbia riguarda la contrapposizione politica ancor meno di quanto non voglia eliminare le distinzioni di buono e di cattivo, di bello e di brutto. Esso soprattutto non comanda che si debbano amare i nemici del proprio popolo e che li si debba sostenere contro di esso" (Carl Schmitt, "Il concetto del politico", 1932, tr. it. in C. Schmitt, "Le categorie del 'politico', Il Mulino, 1972, pp. 111-2).
Oggi invece si vuole cedere l'Italia, l'Europa, tutto quanto....

L'umiltà e la verità recipienti della Grazia. Quali sono i veri 'charìsmi'

Vi sarà capitato di rendervi conto di non sapere quasi nulla di un certo argomento, proprio mentre l’importante decisione che dovreste prendere richiederebbe la dovuta competenza. Ci si rivolge allora a persone di fiducia, esperte del settore. Quest’atto di “fede” serve dunque per colmare una lacuna. 

Se in molte occasioni questa semplice esperienza l’abbiamo vissuta per comportarci al meglio per un motivo di salute, di soldi o di generici interessi, a maggior ragione dovrebbe valere quando c’è in gioco la vita eterna.

Intanto bisogna avere delle conoscenze essenziali, ma fondamentali, per evitare di farci del male da soli; poi bisogna avere dei riferimenti sicuri per essere ben consigliati quando si deve andar oltre le nostre possibilità.

Oggi, per stare a una metafora abbastanza nota, sta accadendo che chi gestisce l’ospedale (fosse pure quello “da campo”) non sembra affatto conoscere la medicina, pur avendo molto desiderio di curare i feriti e i malati. Nello stesso tempo molti feriti e malati sono ben felici di sentirsi assicurare la salute senza interventi, dolore e fatica, curati dallo zuccherino e la pacca sulla spalla, alla faccia dei sintomi e dei dati degli esami.    

sabato 20 agosto 2016

I trecento cristiani perseguitati dagli islamici in Puglia

Notizia di oggi [qui]. La riproposizione in scala ridotta ma non meno drammatica delle situazioni dei luoghi di origine, in un contesto già degradato e povero di risorse. Alla faccia di chi sostiene che sono "risorse" i "nuovi arrivi"il chi numero non accenna a decrescere, anzi... E tutto questo nel nostro Paese, allo sbando totale!

Fedeli cristiani segregati in Italia, costretti a celebrare messe clandestine, Crocifissi nascosti per evitare che vengano distrutti, bruciati da fanatici islamici. Tutto questo nel Gargano, a 40 km dalla tomba di San Padre Pio in Puglia. La storia, incredibile, la racconta Cristiano Gatti sull'Espresso e Repubblica ne anticipa una parte. Si tratta di 300 immigrati africani, lavoratori stagionali dei campi di pomodoro, che vivono in una vera e propria bidonville sotto costante minaccia di musulmani che vengono da fuori: "Abbiamo paura, sì. Da due anni la domenica preghiamo tra di noi senza farci vedere".

don Elia. L’esecuzione dell’Occidente

Se cerchiamo riparo da ciò che ci attende, torniamo alla Messa di sempre, implorando da Dio la grazia che numerosi sacerdoti possano celebrarla ovunque. Non di quelli che chiamano in chiesa i musulmani a maledirci e ad oltraggiare Nostro Signore durante il santo Sacrificio; quelli hanno già perso la testa.
La società occidentale assomiglia a un prigioniero che, spensieratamente, si stia scavando la fossa con le proprie stesse mani, mentre un miliziano gli tiene puntato contro il mitra con il quale sta per trucidarlo. L’insensata spensieratezza che impazza nel Primo Mondo ci impedisce di vedere la triste realtà. Anche a Berlino, ai primi di maggio del ’45, molti si abbandonarono ad orge sfrenate, ma per “esorcizzare” la disperazione di vedere l’inesorabile rovina e l’incombente morte o prigionia. Noi continuiamo invece a illuderci di essere perfettamente liberi e di non esserlo mai stati tanto prima d’ora. L’incantesimo diabolico che stordisce gli stolidi sudditi della demo(no)crazia sta toccando il culmine, così che le trame occulte del potere progrediscono costantemente, senza incontrare una resistenza adeguata, mediante progetti di legge talmente aberranti da risultare disgustosi a chiunque sia sano di mente. I pochi che vi si oppongono si scontrano con il muro di gomma dell’indifferenza o del cinismo, guardati con sospetto come se i matti fossero loro.

venerdì 19 agosto 2016

Il problema non è il burkini ma la religione che lo impone.

Il problema non è il burkini ma la religione che lo impone. Vietarlo non serve a nulla se non ad alimentare il vittimismo su cui giocano molto i musulmani per lamentarsi di discriminazioni, quando stanno invadendo non solo il nostro suolo e i nostri spazi anche culturali. E dunque, se non reagiamo con vigore, pretenderanno di imporci la loro sharia con annessi e connessi. È questo che bisogna evitare e combattere: la radice del problema non le sue manifestazioni, una delle quali è il burkini, che rappresenta una visione arretrata della donna, che le nostre società hanno superato, magari cadendo in eccessi opposti, ingannevolmente visti come conquiste.

Certo che, se al burkini opponiamo i bikini formato francobollo, non è che si tratti di una conquista della donna. Tutto ciò che esce dalla decenza rende la donna oggetto in entrambi i casi: sia nascosta e sacrificata dentro un burkini che esibita senza remore. Il metro della decenza è dato dal famoso comune senso del pudore, talmente smarrito che non se ne parla nemmeno più, magari per non essere considerati retrivi e bigotti. Bisognerebbe che fossero le donne stesse a proporsi e imporsi secondo la loro sensibilità che non sia di sottomissione né al maschio schiavista né a quello bavoso, ché tale è reso dalla moda dominante; il che significa schiavizzante in altro modo... Il cristianesimo parla di ben altra sottomissione[1]. La verità posta a nudo, dissipa qualunque ideologia. Peccato che abbiamo smesso di diffonderla nella erronea convinzione, che un vero cristiano non può condividere, che "il proselitismo è una sciocchezza". Il nocciolo del problema del nostro esausto Occidente Europeo[2], che si riverbera sul mondo intero, è tutto qui.

Magdi Cristiano Allam. Si vuole punire chi parla male dell'islam

La presidente della Camera insiste sul reato di "islamofobia" per censurare le critiche sulla religione di Allah. Ma si dimentica [e non solo lei] dei cristiani perseguitati 
La minaccia principale alla nostra civiltà laica e liberale risiede nel divieto assoluto di criticare e di condannare l'islam come religione, perché i suoi contenuti sono in totale contrasto con le leggi dello Stato, le regole della civile convivenza, i valori non negoziabili della sacralità della vita, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta.

Mentre il terrorismo islamico dei tagliagole, coloro che sgozzano, decapitano, massacrano e si fanno esplodere, noi lo sconfiggeremo sui campi di battaglia dentro e fuori di casa nostra, di fatto ci siamo già arresi al terrorismo islamico dei «taglialingue», coloro che sono riusciti a imporci la legittimazione dell'islam a prescindere dai suoi contenuti ed ora sono mobilitati per codificare il reato di «islamofobia», un'autocensura nei confronti dell'islam.

Venerdì 19 agosto. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Altre notizie e avvisi su Riscossa Cristiana [qui].

In questo mese di agosto anche nei luoghi di vacanza, continuiamo il nostro impegno nella Preghiera di riparazione. 

Dopo i sacrilegi compiuti in Italia e in Francia, dove si è favorita la presenza di musulmani alla celebrazione della S. Messa, le offese al Sacro Cuore e alla Sua e nostra Madre sono continuate, il giorno dedicato all'Assunzione della Vergine, con quella che è stata definita assurdamente messa congiunta tra cattolici e musulmani, giustificata dalla presunta devozione mariana dei musulmani. La differenza con chi la venera come Madre di Dio è enorme. Dunque, come ha ricordato mons. Negri, «noi non possiamo accettare che neanche per scherzo si possa parlare di Maria con un' accentuazione soltanto storica o storicistica. Non possiamo accettare di ridurre il mistero della Madre del Signore a realtà secondaria, che non toccherebbe la sostanza del dogma di Cristo. Chi riduce l' importanza del mistero della divina maternità della Vergine Maria attacca decisamente la sostanza della fede».... Ci impegniamo quindi a pregare in riparazione delle offese fatte da quei sacerdoti sviati che avrebbero il dovere di confermare il gregge nella Vera Fede e di portare quante più anime possibili a Cristo e invece di cercare la conversione dei musulmani, permettono la profanazione delle nostre chiese.

Per la nostra formazione, leggiamo il secondo racconto dei Racconti di un pellegrino russo. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

giovedì 18 agosto 2016

Danilo Quinto. Se il Papa fa il contrario di quello che faceva Gesù

Accanto a Gesù, che sceglie di affrontare il martirio sulla Croce, ci sono due persone, nella stessa situazione. La prima Lo insulta e bestemmia. La seconda, si pente dei suoi peccati. Così, il buon ladrone si salva, «si aggrappa all’unica speranza che gli era rimasta», scrive Giuseppe Ricciotti e riceve più di quanto ha chiesto. Il buon ladrone soffre sulla croce, ma al contrario dall’altro, non si dispera. Condivide la Croce di Cristo e sa, dopo le parole che gli sono state rivolte, che quella Croce lo condurrà in Paradiso. Sembra che, con la mano destra, voglia impedire che la lancia del soldato romano colpisca Cristo, mentre, con la sinistra, si aggrappa a chi lo ha salvato.

Se non si considera il pentimento e non gli si dà il giusto valore - si abolisce anche il peccato, che è una scelta cosciente. Un atto di volontà egoistico - che si contrappone a Dio, alla Sua legge e quindi alla Verità, quella che Gesù ha rivelato - che si rivolge anche contro il prossimo e contro se stessi. È il pentimento dei propri peccati, la via attraverso la quale si può ricevere la misericordia di Dio e, quindi, la salvezza. Dare per sottintesa la questione del pentimento, significa non considerare che alla fine dei tempi la porta sarà comunque stretta per coloro che su questa terra avranno negato Dio. «Non posso più trattenere a lungo il braccio della giustizia di mio figlio, che è già troppo pesante», disse la Santa Vergine a Fatima. Nel Vangelo, la questione del pentimento è sempre presente negli incontri che Gesù ha con le persone. Sono incontri rivolti solo a questo: alla conversione del peccatore e alla sua salvezza. A null’altro.

mercoledì 17 agosto 2016

Testo integrale in lingua italiana. L’esortazione apostolica Amoris laetitia: una critica teologica

Finalmente disponiamo del testo ufficiale in lingua italiana della Critica teologica dei 45 Studiosi sull'Esortazione post-sinodale Amoris Laetizia. Per le considerazioni di massima e il nostro impegno conseguente, vi richiamiamo al precedente articolo: Dopo la Lettera dei 45: Uno schema, per discutere e sviluppare un'azione più radicale [qui].
Per ulteriori approfondimenti:  Indice degli articoli sul tema qui.

Testo integrale della critica teologica all’Esortazione Amoris Laetitia inviata ai primi di luglio del 2016 da 45 teologi, filosofi, storici e pastori di anime cattolici a 218 cardinali e patriarchi, consiglieri ufficiali di Papa Francesco.

L’esortazione apostolica Amoris laetitia:
una critica teologica

L’esortazione apostolica Amoris laetitia, pubblicata da Papa Francesco il 19 marzo 2016 e indirizzata a vescovi, preti, diaconi, persone consacrate, coppie cristiane sposate e a tutti i fedeli laici, ha provocato dolore e confusione in molti cattolici a causa del suo evidente disaccordo con un certo numero  di insegnamenti della Chiesa cattolica sulla fede e la morale. Tale situazione costituisce un grave pericolo per le anime. Poiché, come insegna San Tommaso d’Aquino, i subalterni sono tenuti a correggere pubblicamente i superiori quando vi sia un pericolo imminente per la fede (Summa Theologiae, IIa IIae q. 33 a. 4 ad 2, a. 7 co.), e i fedeli cattolici hanno il diritto e talora il dovere, compatibilmente con le loro conoscenze, competenza e posizione, di far conoscere i loro pareri su questioni concernenti il bene della Chiesa (Codice Latino di Diritto Canonico, Canone 212, § 3), i teologi cattolici hanno il preciso dovere di pronunciarsi contro gli errori  che appaiono nel documento. Il presente intervento su Amoris laetitia mira ad assolvere questo compito e ad assistere la gerarchia cattolica nell’affrontare questa situazione.

Come fa carriera il Figliuolo Prediletto del Superiore

Una bidonata ricordata negli Atti

Il caso è descritto in At 15,36-40: Paolo dice a Barnaba di partire con lui, «Barnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco, ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera. Il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. Paolo invece scelse Sila e partì».

Paolo e Barnaba erano stati scelti dallo Spirito Santo («Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati»: At 13,2). Paolo neanche comincia la sua prima missione, che a Perge di Panfilia per imprecisati motivi quel Giovanni detto Marco lo pianta in asso. I due “riservati” dallo Spirito finiranno dunque per avere un dissenso grave al punto di dividersi. Barnaba se ne partirà per conto suo, portandosi quel Marco sebbene certificato come capace di tirar bidonate.[1]

martedì 16 agosto 2016

Follie neomodernistiche. Ma stanno entrando nel sentire comune di chi purtroppo si lascia sviare

Follie neo-modernistiche. Ma stanno entrando nel sentire comune di chi purtroppo si lascia sviare per ignoranza o per servilismo
Abbiamo pregato e fatto penitenza per le bestemmie dei giorni scorsi [qui]. Inoltre lamentavamo l'abominevole profanazione di domenica 31 luglio che speravamo rimanesse un fatto isolato anche in seguito alle vibranti proteste di molti cattolici [le nostre qui - qui - qui]. Ora, tuttavia, dobbiamo registrare il riprodursi - e dunque anche il proporsi come evento normale - dell'abominio nelle nostre Chiese, i luoghi sacri in cui dovremmo celebrare il momento liturgico dello ius divinum dovuto al Padre così come ci è stato consegnato da Cristo Signore fino alla fine dei tempi.
Questo 15 agosto - la festa più grande dedicata alla Madre del Signore e nostra - sarà ricordato, purtroppo, per la profanazione islamica delle cattedrale di Asti e l'abbandono (speriamo solo per questo pontificato) della Messa del Papa nella Solennità dell'Assunzione.
Ha suscitato grande interesse e prodotto notevole plauso da un lato e sgomento dall'altro quella che diversi media hanno definito testualmente una messa congiunta (ma sanno cos'è una Messa!?) tra cattolici e musulmani, introdotta pure da una predica dell'imam locale! Le testate giornalistiche riferiscono di preti entusiasti dell'iniziativa perché, essi dicono, la Madonna è venerata anche dagli islamici. Il vescovo di Asti gongola perché la Madonna, secondo lui, rappresenta un "punto comune"! Di comune qui c'è solo il neo-modernismo che annebbia le menti e fa perdere la fede. E troppi cattolici, usando solo un briciolo del buon senso loro rimasto, se all'inizio restano sconcertati e dubbiosi (il che è troppo poco perché di vero e proprio scandalo si tratta!), poi si adeguano agli entusiasmi dei vescovi, che sanno troppo di apostasia.

Nascita nuovo 'Gruppo stabile' a Treviso

Pubblico volentieri la seguente comunicazione di nostri lettori di Treviso, con l'assicurazione della nostra vicinanza spirituale e della nostra preghiera.

Con la presente, comunichiamo che si è appena formato un nuovo Gruppo Stabile che ha per obiettivo la celebrazione della Messa Tridentina nella città capoluogo di Treviso, dove la S. Messa di sempre non è più officiata da diversi anni.
Attualmente, nella Diocesi di Treviso è presente un solo luogo in cui la Messa in forma straordinaria è stabilmente celebrata, cioè Mirano (Venezia), che dista circa trenta chilometri da Treviso e in cui la celebrazione ha luogo una sola volta al mese per esplicita volontà della Curia trevigiana.
Abbiamo constatato che nella Marca trevigiana non sono poche le persone che vorrebbero partecipare tutte le settimane a questa straordinaria celebrazione.
Chiunque risieda nella provincia di Treviso, o nell'omonima Diocesi, condivida il nostro obiettivo e intenda fare parte del Gruppo Stabile (o comunque intenda partecipare alla S. Messa nella nostra città), può contattarci telefonando al numero 347-4007780.
Abbiamo già preso i primi contatti con la Curia di Treviso e ci sentiamo di essere prudentemente ottimisti.
Grazie e saluti cordialissimi in Cristo e Maria.
Il Gruppo Stabile di Treviso-città.
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N.B. - Ci segnalano che a Lanzago di Silea, in via Matteotti 16, il Rito antiquior è celebrato da quasi vent'anni dalla Fraternità San Pio X

Al posto dell'antico altare...

"Sotto la vetrata, al posto occupato un tempo dall'antico altare, ricco di stoffe, di preziosi metalli e di pietre preziose, e che era stato l'anima della splendida cappella, si vedeva adesso una grande tavola di legno, ed egli non poté fare a meno di domandarsi se tavola e altare avessero lo stesso significato"
"Ma se è la stessa religione, perché, in nome di Dio, sono stati abbattuti gli altari, distrutti i paramenti, le pilette, i quadri, gli arredi sacri? Perché è stata abolita la Messa e sostituto ad essa questo nuovo guazzabuglio? "
"...siamo l'antica Chiesa, dicono essi, quindi lasciateci avere il vostro denaro, i vostri edifici che ci appartengono di diritto". Ma se un povero cattolico dice loro "permettetemi allora di avere l'antica Messa..., le antiche immagini". "No no, esclamano subito, mutando d'un tratto atteggiamento... Noi abbiamo abolito questa buffonata e tutti gli oggetti di superstizione" (R.H. Benson (+1914), Con quale autorità?)
Naturalmente si parla dello scisma di Inghilterra... Ma non è inquietante che rispecchi la realtà degli ultimi decenni?
* Nell'immagine si tratta di una Messa Antiquior, celebrata per forza di cose sulla 'tavola' che ha sostituito l'altare riconoscibile di fronte. Nell'occasione, tuttavia, la 'tavola' torna ad essere un Altare. Testi per approfondire: qui - qui

lunedì 15 agosto 2016

15 agosto. Dormitio Virginis

Giovanni il teologo: 'Per tre giorni si udirono voci di Angeli invisibili che glorificavano Cristo, Dio nostro, nato da Lei. Dopo il terzo giorno le voci non si udirono più: tutti allora compresero che il puro e prezioso corpo di lei era stato trasportato in Paradiso'.
Gli ultimi anni di Maria sulla terra – quelli che intercorsero tra la Pentecoste e l’Assunzione –, sono rimasti avvolti in una nebbia tanto spessa che quasi non è possibile penetrarli con lo sguardo e ancor meno indovinarli. La Scrittura tace e la Tradizione ci tramanda solamente qualche eco lontana e incerta. La sua esistenza trascorse silenziosa e laboriosa: come una sorgente nascosta che dà fragranza ai fiori e freschezza ai frutti. Hortus conclusus, fons signatus (Ct 4, 12), la chiama la liturgia con parole della Sacra Scrittura: giardino chiuso, fontana sigillata. E anche: pozzo d’acque vive e ruscelli sgorganti dal Libano (ibid. 15). Come quando stava accanto a Gesù, non si faceva notare, ma vegliava sulla Chiesa dei primi tempi.

domenica 14 agosto 2016

Oggi, 14 agosto, ricordiamo gli 813 Martiri di Otranto

Oggi, 14 agosto, si ricordano i Martiri di Otranto. Nel 2013, li ricordavamo così.

cliccare sull'immagine per ingrandire
Il 14 agosto del 1480, a Otranto, gli uccisi dai turchi furono più di ottocento. Le loro ossa vennero recuperate l’anno seguente allorché la città pugliese fu riconquistata dagli aragonesi e conservate, ben visibili, nella cattedrale. Oggi il loro ricordo crea imbarazzo. Il testo di cui al link lo testimonia. Persino nella stessa diocesi è impossibile ottenere qualcosa di più in un paio di paginette di racconto e una giaculatoria. Messa "solenne" il 14 agosto in tutte le parrocchie. Ma per il resto nessuna commemorazione...
E noi li ricordiamo ancora una volta qui. Ci affidiamo alla loro intercessione in questo nostro tempo plumbeo e orwelliano. Di seguito i fatti e altre due immagini delle meraviglie della Cattedrale di Otranto, una delle nostre città ricche di arte, storia e cultura, così a rischio.

Il Cardinale Schönborn: Francesco vuol conquistare l'opposizione in maniera amorevole (un eufemismo per 'manipolatoria')

Riprendiamo, nella nostra traduzione dal sito Onepeterfive, recenti dichiarazioni del Card. Schönborn considerate l'indiretta risposta del papa alle recenti critiche e richieste dei 45 studiosi di diversi paesi [qui], che rappresentano finora l'iniziativa più autorevole, argomentata in modo serio e rispettoso, sull'Amoris Laetitia, insieme alla presa di posizione pubblica del vescovo Schneider [qui]. Sostanzialmente Schönborn descrive una tecnica di manipolazione attraverso il linguaggio e la prassi, ormai neppure più mascherata.
Consultabile qui l'indice degli articoli sulla vexata questio dell'Esortazione post-sinodale.

Il 17 luglio, il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, uno dei teologi preferiti dal Papa e suo interprete designato di Amoris Laetitia ha rilasciato un’intervista al giornale austriaco Der Standard. Per la prima volta da quando i molti segni recenti di una seria resistenza contro il documento papale Amoris Laetitia - come la lettera di 45 teologi e la recentissima critica del professor Josef Seifert - lo stesso Schönborn suggerisce una piccola ma in gran parte indiretta risposta di Papa Francesco a coloro che lo criticano pubblicamente.

Molti osservatori in effetti si sono chiesti perché il Papa non si sia fatto carico di una risposta molto più diretta e pubblica a queste obiezioni moralmente serie ed espresse con carità al suo testo Amoris Laetitia, fatta salva forse l’eccezione dei commenti alquanto sorprendenti del Papa in un’intervista del luglio 2016, secondo cui non gli piacerebbe “decapitare” i suoi oppositori.