Intravedo diversi aspetti, da discutere seriamente, dell'attuale gestione totalitaria dell'emergenza epidemiologica, perché suscitano un mare di interrogativi:
- Perché, ad un anno dall'insorgere del problema e con l'esperienza nel frattempo maturata, anziché potenziare le strutture della sanità pubblica, si continua con inutili lockdown repressivi che non salvano le vite e invece uccidono la coesione sociale, l'economia, la struttura produttiva e creativamente identitaria della nazione insieme al benessere psico-fisico delle persone?
- Perché, non si è investito anche sulla medicina del territorio e non si sono cambiati i protocolli disastrosi prevedendo, all'insorgenza dei sintomi, invece della 'vigile attesa', cure domiciliari precoci (che tra l'altro eviterebbero una percentuale altissima di ricoveri) come il plasma iperimmune e altri rimedi di sperimentata efficacia?
- Perché si punta univocamente sulla vaccinazione di massa e non si parla d'altro, ossessivamente e senza alcuna voce che osi sollevare un minimo dubbio neppure dai ranghi dell'opposizione, mentre si sente dire e ripetere senza appello che solo alle vaccinazioni, peraltro reiterabili all'infinito, è subordinata la ripresa di una pseudo-normalità? E tutto questo mentre è ormai chiaro che queste non possono esser fatte in modo indiscriminato, perché quando ciò avviene le conseguenze sono sotto agli occhi di tutti?