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domenica 7 luglio 2024

7 luglio 2007-2024. Anniversario della promulgazione del Summorum pontificum

Commemoriamo ogni anno un anniversario, tanto gioioso a suo tempo quanto dolente oggi: la promulgazione del Summorum pontificum, purtroppo vanificata da una gerarchia matrigna nei confronti della Tradizione, anziché Mater et Magistra
Lo ricordo anche quest'anno visto che il motu proprio di Benedetto XVI è stato davvero un dono della Provvidenza, perché di fatto ha permesso alla nuova generazione di conoscere un Rito che si voleva (e si vorrebbe) eliminato. E c'è da aggiungere che il recente accanimento [vedi] si è rivelato un boomerang perché lo scalpore suscitato lo ha fatto conoscere e apprezzare da molti più fedeli, soprattutto giovani e anche sacerdoti, che hanno riscoperto una sacralità ed una mistagogia impareggiabili nonché l'unico culto autentico dovuto a Dio(1).
Nell'immagine — tratta dal filmato di Repubblica sotto riportato — la celebrazione storica del successivo 14 settembre (giorno dell'entrata in vigore), la prima a Roma dopo 39 anni, nella Cappella della Salus Populi Romani di fronte alla quale, dall'altro lato della navata, c'è quella in cui è sepolto San Pio V, il Papa che ha codificato per l'Occidente cattolico la forma del Rito Romano, rimasta sostanzialmente integra nel Messale del 1962 [qui].
Anche quest'anno non può mancare il nostro pensiero a quell'evento sicuramente provvidenziale, pur nelle sue carenze [qui].
Infine, un cimelio storico: il filmato che sono riuscita ad avere da Repubblica, nel quale, insieme ad altre, ci sono alcune mie precise risposte a precise domande. Perché io c'ero. Interessanti le interviste: laici con le idee chiare, che non si sono lasciati confondere dalle domande contenenti i pregiudizi che conosciamo bene e che non accennano a sparire.
Me lo sono riguardato dopo tanto tempo e lo riprendo, un po' quasi per lasciare il testimone e, poi, anche perché spero sia avvenuto quello che spontaneamente ho detto nell'ultima frase. Alla domanda: "Non sembra ci sia una grande adesione popolare", ho risposto: "Ebbene molti non lo conoscono; ma è un inizio. Il resto lo farà il Signore secondo me!". PreghiamoLo che ci aiuti a custodire ma soprattutto a vivere secondo il Suo Cuore il nostro tesoro prezioso.

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1. Esiste uno ius divinum al culto che è il riconoscimento del primato di Dio su ogni cosa. Si realizza facendo convergere su Lui tutte le attività – personalmente e comunitariamente – attraverso la virtù di religione, come ci ricorda la Mediator Dei. Dunque riguarda l’intera esistenza e tutti i suoi ambiti ed è funzione primaria della Chiesa come corpo mistico di Cristo e popolo sacerdotale: pensiamo al sacerdozio battesimale, sia pur distinto in grado ed essenza da quello ordinato. Ristabilisce inoltre il giusto rapporto fra Dio e la sua creazione, a Lui ordinata, a partire dall’uomo, unica creatura terrena creata a Sua immagine. Viene espresso anche in atti e riti pubblici. Esiste quindi uno ius liturgicum: la Chiesa ha sempre concepito la liturgia come il suo culto pubblico ufficiale e quindi ha regolato gli atti e i riti che lo sostanziano ed esprimono le verità di fede professate. Tutte le norme sono indirizzate a questo giusto rapporto, dal quale dipende la salvezza del mondo, e così devono essere rispettate come comando di Dio e non come invenzione dell’uomo, tipo fabbricazione a tavolino (parole di Ratzinger), come nel caso del Novus Ordo.

Il riposo nella memoria eterna di Dio

Questo articolo, tradotto da The Catholic Thing, mi ha colpita innanzitutto per il suo significato degno di nota e riflessione. 
E, poi, mi ha richiamato alla memoria la nostra dolorosa esperienza all'inizio dell'attuale pontificato proprio per l'abolizione (inesorabile: ogni nostro sentito tentativo fu inutile qui - qui - qui - qui - qui) della nostra Messa del sabato con don Giuseppe Vallauri proprio nella Cappella Cesi (una vecchia celebrazione nell'immagine a lato, da ingrandire)
Un'altra memoria che, con lo scorrere del tempo, resterà solo nel cuore del Signore e nella trama delle vicende piccole e grandi della nostra storia con Lui in Lui e per Lui. Ora l'ho riesumata io; ma poi, anche quando sarà nel dimenticatoio, spero sia e resti un granellino per la 'costruzione del Regno', poste le intenzioni le speranze deluse il dolore e la fatica che ci è costata...

I cardinali sulle mura
David G. Bonagura, Jr.

Più duraturo di qualsiasi memoriale di bronzo è il riposo nella memoria eterna di Dio. Lui solo non dimentica mai. Conta solo la Sua stima.

In una cappella laterale della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, le spoglie mortali del cardinale Federico Cesi (1500-1565) riposano sotto un favoloso monumento funebre. Cesi ebbe una carriera storica nella Chiesa: prestò servizio come vescovo di molteplici diocesi, ricoprì incarichi di alto rango all'interno del Collegio cardinalizio, partecipò a tre conclavi papali, fu amico dei futuri santi Filippo Neri, Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola. Commissionò la realizzazione della cappella laterale, oggi a lui intitolata, dove riposano le sue ossa, di fronte al fratello, anch'egli cardinale.

Domenica VII dopo la Pentecoste

Come ogni settimana percorriamo l'Anno liturgico soffermandoci sulla Liturgia domenicale e i misteri divini che ci trasmette per mantenere e aumentare il nostro fervore spirituale.

Domenica VII dopo la Pentecoste

Intróitus
Ps.46, 2 - Omnes gentes, plaudíte mánibus: iubiláte Deo in voce exsultatiónis.
Ps. 46, 3 - Quóniam Dóminus excélsus, terríbilis: Rex magnus super omnem terram. 
Glória Patri

Ps.46, 2 - Omnes gentes, plaudíte mánibus…
Introito
Sal. 46, 2 - O popoli tutti, applaudite: lodate Iddio con voce di giubilo.
Sal. 46, 3 - Poiché il Signore è l’Altissimo, il Terribile, il sommo Re, potente su tutta la terra. Gloria al Padre…
Sal. 46, 2 - O popoli tutti, applaudite…

Il ciclo domenicale del Tempo dopo la Pentecoste completa oggi il suo primo settenario. Prima della traslazione generale che dovettero subire le letture evangeliche in questa parte dell'anno, il Vangelo della moltiplicazione dei sette pani dava il suo nome alla settima Domenica e il mistero che esso racchiude ispira ancora in vari punti la liturgia di questo giorno.

La sapienza divina.
Ora, questo mistero è quello della consumazione dei perfetti nel riposo di Dio, nella pace feconda dell'unione divina. Salomone, il Pacifico per eccellenza, viene ad esaltare oggi la Sapienza divina, e a rivelare le sue vie ai figli degli uomini. Negli anni in cui la Pasqua tocca il punto più alto in aprile, la settima Domenica dopo la Pentecoste è infatti la prima del mese di agosto, e la Chiesa vi inizia, nell'Ufficio della notte, la lettura dei libri Sapienziali. Diversamente continua, è vero, quella dei libri storici, che può seguitare così ancora per cinque settimane; ma anche allora la Sapienza eterna conserva i suoi diritti su quella Domenica che il numero settenario le consacrava già in una maniera così speciale. Infatti, in mancanza delle istruzioni ispirate dal libro dei Proverbi, vediamo Salomone in persona dare il buon esempio nel terzo libro dei Re, preferire la Sapienza a tutti i tesori, e farla assidero con sé come la sua ispiratrice e la sua nobilissima Sposa sul trono di David padre suo.

sabato 6 luglio 2024

Covadonga, Pellegrinaggio 2024: Il dicastero del culto divino vieta la celebrazione della Messa antica

Una nuova brutale notizia purtroppo in linea con il disprezzo Vaticano — vieppiù ingravescente — nei confronti della Tradizione e della Liturgia dei secoli. Precedenti specifici sul Pellegrinaggio qui - qui - qui. Vedi l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e successive restrizioni.

Covadonga, Pellegrinaggio 2024:
Il dicastero del culto divino vieta la celebrazione della Messa antica


Il Dicastero del Culto Divino ha notificato all'arcidiocesi di Oviedo che ai pellegrini di Nuestra Señora de la Cristiandad è vietato, al termine del loro pellegrinaggio, celebrare la Messa antica nel grande santuario pellegrino di Covadonga, come hanno fatto pacificamente e con fervore negli ultimi tre anni (nella foto la Messa del 2023). Questa triste notizia arriva meno di un mese prima dell'evento.
Funzionari spregevoli, alla ricerca solo delle loro meschine vittorie ideologiche. Richiama l'alto ufficiale che ha detto a Card. Müller: "Non c'è motivo di rallegrarsi delle 20.000 persone che si sono presentate alla Messa finale del pellegrinaggio di Chartres, perché hanno avuto la Messa antica" (traduzione: meglio nessuna gioventù, nessun futuro, nessuna Chiesa, che QUESTO!).
Possa il loro regno, che è già brutto e brutale, essere breve (Hobbes).

Traduzione della lettera:
clicca per ingrandire
Amati pellegrini,
Tra qualche giorno ci vediamo nelle Asturie per il quarto pellegrinaggio annuale organizzato da Nuestra Señora de la Cristiandad (Nostra Signora della Cristianità). Come ogni anno, sarà un momento di tanta gioia e di profonda fede.
Vogliamo far sapere che ci sarà un cambiamento rispetto all'anno scorso. L'Arcivescovo di Oviedo ci ha comunicato di aver ricevuto dal Dicastero per il Culto Divino istruzioni che indicano che la Messa Tradizionale in latino non deve essere celebrata a Covadonga. Vista questa nuova situazione, la Messa del terzo giorno sarà celebrata nel campeggio, prima dell'ultima tappa. Questa contingenza non deve essere un motivo per rattristarci. Invece deve rafforzarci nel perseverare nell'amore e nella devozione che professiamo per il Santissimo Sacramento dell'Altare nel grembo della Santa Madre Chiesa.
All'arrivo a Covadonga, il canto del Te Deum avverrà prima che il Santissimo Sacramento sia solennemente esposto e la consacrazione alla Beata Vergine Maria in conclusione del pellegrinaggio.
Madonna di Covadonga, salvaci e salva la Spagna!
Diana Catalán Vitas
Presidente della NSC-E 

Quando il liturgista era re

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement un articolo che mette splendidamente insieme diversi elementi significativi!

Quando il liturgista era re
Robert Keim

Recentemente si è svolto un dibattito presidenziale in uno stato nazione che alcuni considerano la prima democrazia del mondo moderno. Anche se non ho assistito al dibattito, ho letto abbastanza per capire che questo è il momento opportuno per riflettere sui vantaggi della monarchia ereditaria.

Il Medioevo ha prodotto molti re e regine eccelsi, e anche molti che lo erano di meno (o che erano mediocri, o pessimi…). Dante, per esempio, si era stancato dei monarchi: “regi, che son molti, e ’ buon son rari" (Paradiso 13). A una persona come lui, che ha avuto un contatto molto stretto con la politica italiana, si può perdonare l’esser diventato un po’ cinico. Allo stesso modo, chiunque abbia vissuto in stretto contatto con le moderne democrazie elettorali può essere scusato se ricorda, magari con affetto smodato, i giorni in cui un re regnava a vita e lasciava il regno al suo erede.

venerdì 5 luglio 2024

Di nuovo: Eclissi della verità o eclissi della carità?

Aggiornamento: È appena giunta la notizia della scomunica di Viganò qui. Va detto che non è stato scomunicato per le prese di posizione politiche o per i richiami al Papa, ma proprio per quegli insegnamenti e quelle esortazioni che coincidono con quelli della Chiesa bimillenaria che, a rigor di logica, non possono esser considerati scismatici se non per effetto di una arbitraria dogmatizzazione di un concilio 'pastorale' che intendeva abolire i dogmi. Mala tempora...

Guarda caso, stavamo analizzando:
 
Segnala una cara lettrice: "Oggi Aldo Maria Valli qui prende lo spunto, da un recente articolo del Prof. De Mattei, per chiarire alcuni punti. Non essendo io in grado di partecipare, né volendo partecipare, mi permetto di scrivere un mio ricordo. Anni fa, quando il Vescovo Carlo Maria Viganò si muoveva in incognito assoluto, con barba lunga e cappuccio, gli fu scattata una foto mentre parlava con il Prof. De Mattei durante un raduno, forse di quelli organizzati dal Professore. Sicuramente questa foto è ancora reperibile su internet. Quindi anni fa i due si sono incontrati ed hanno parlato a tu per tu. Dispiace che lo scambio tra loro da vocale ora sia diventato cartaceo". (m.a.)
Io mi limito a riprodurre quanto dicevamo qui. Precedenti qui - qui. Il resto è più che noto [vedi qui indice articoli e interventi].

Di nuovo: Eclissi della verità o eclissi della carità?

De Mattei e Viganò nella manifestazione
di Monaco di Acies Ordinata qui - qui
"In un articolo apparso oggi [30 Giugno 2021 -ndr] su Corrispondenza Romana [qui] il prof. Roberto De Mattei è più riconoscibile nello stile. Così a caldo (rileggerò soppesando tutti i vari punti) sembra aggiustare il tiro; ma insiste su elementi a favore di "una certa cornice cospiratoria"; su una fantomatica "pretesa di affidare a mons. Viganò una missione salvifica all’interno della Chiesa" e sul fatto che egli "dovrebbe prendere le distanze dai personaggi che lo circondano legati al mondo gay-friendly"... 
La mia sensazione è che l'arcivescovo Viganò rifugga dalle tribune di qualunque genere e, dopo la pubblicazione della sua Nota [qui], abbia deciso di non replicare ulteriormente a provocazioni o a intimidazioni. In ogni caso staremo a vedere (Infatti la situazione ha conosciuto diverse fasi evolutive e siamo arrivati fin qui -ndr). Piuttosto è strano che la pesante contestazione in atto gli sia mossa per le sue posizioni sulla dittatura sanitaria che si abbatte sul mondo, oltre che sulla gravissima crisi della Chiesa e sulle sue cause, eludendo una discussione più approfondita sul concilio. E dunque, da un lato, assistiamo all'attacco pesante di De Mattei con chiaro intento di delegittimarlo, dall'altro al tentativo di normalizzarlo da parte del resto del mondo della Tradizione che lo vede a capo di un fantomatico fronte organizzato 'di resistenza antimodernista e antimondialista' che non esiste e che oltretutto non potrebbe rientrare nella nostra visuale così come viene rappresentato... Di fatto non mi pare che esista un fronte organizzato e compatto intorno a Viganò, così come purtroppo non è frequente incontrare un fronte organizzato e compatto nel mondo della Tradizione... C'è una grande spinta alla cosiddetta "moderazione" sia nel versante politico che nel mondo della Tradizione. E così, in politica, è grande il rischio che si disperdano molti consensi fagocitati dai soliti pifferai magici. Nel mondo della Tradizione noto la stessa spinta e per 'moderazione' intendo il fatto di etichettare come 'complottista' chi avanza dubbi e argomenta e non solo chi si esprime in chiave apocalittica. Il problema generale è l'innesco di reazioni e controreazioni che non fa trovare il giusto equilibrio. Ritengo sia importante ridare il giusto spazio alla profezia, ma eccedere fa danno. Così come usare termini troppo netti e apodittici sul covid e la pandemia... Sto raccogliendo le idee anche su questo [vedi] sviluppi successivi].
Ora non nego che certe accentuazioni di Mons. Viganò sulla politica vadano mitigate e che esse non debbano mai prendere il sopravvento sull'insegnamento e sulla parenesi. Così come non nego che altrettanto mitigate debbano essere certe espressioni nei confronti del papa. Ma nella sostanza i suoi insegnamenti e le sue esortazioni non fanno una piega; ed è per questo che li pubblico regolarmente. Il riferimento ad altri aspetti mi trova molto perplessa e senza punti di riferimento certi.
Piuttosto complesso è il discorso sulla differenza tra il 'complottismo' e l'espressione di dubbi e prese di posizione fondate su elementi oggettivi. Non è esauribile in poche battute e dovrà esser fatto oggetto di altri approfondimenti.
Piuttosto ancora mi preoccupa, e non poco, l'articolato abile discorso che tende nuovamente a delegittimare la figura dell'Arcivescovo. A questo punto ritengo opportuno, riordinate le idee, cercar di fare una sintesi di tutte le posizioni incontrate - non tutte presenti su queste pagine ma frutto di un serrato confronto sui social che, se non altro, ha permesso di conoscere o decriptare alcuni retropensieri - e delle nostre riflessioni al riguardo, che conto di approfondire."

Il seguito ormai è a tutti i noto e consultabile dai link supra. Concordo con la conclusione della lettrice. (Maria Guarini)

Una vera Scuola: non abbassare l'asticella e continuare a coltivare le grandi domande.

La Scuola è ineludibile nello sviluppo della cultura e delle strutture socio-antropologiche, per la possibilità di uscire dall'attuale realtà distopica (vedi indice articoli sul tema).
Una vera Scuola: non abbassare l'asticella 
e continuare a coltivare le grandi domande

Alcuni mesi fa mi è capitato di alloggiare in una casa, oggi usata come casa residenza, la cui proprietaria si chiamava Ida. Ida era una docente di greco. Ha scritto diversi libri per le scuole superiori e traduceva fluentemente dal greco all'italiano e viceversa.

Nella casa di Ida c'erano tantissimi libri. C'erano le prime edizioni dei Promessi Sposi e libri degli anni '20 del secolo scorso, ancora rilegati a mano. Tra questi libri ho ritrovato testi scolastici che descrivevano la storia di un'Italia da alfabetizzare. Nei libri delle scuole medie si parlava di trigonometria, di seno, coseno e parallasse... a 12 anni!
Nei libri della scuola primaria si utilizzavano verbi e vocaboli che oggi ritroviamo in antologie del biennio delle superiori. E la storia e la geografia avevano pagine piene di dati e nomi.

Onore alla 'Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine'. Un comunicato stampa dell’Union Lex Orandi

Nella nostra tradizione da Paix Liturgique (Lettera n.1060/bis). Nella Diocesi di Fréjus-Tolone – dopo due anni di sospensione [vedi] – le ordinazioni sono riprese, ma diversi seminaristi della Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine (comunità di diritto diocesano che ha nei suoi statuti la celebrazione della liturgia nel rito antico), sono ancora in attesa di ordinazione per il rifiuto dell’autorizzazione da parte del Vaticano. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e successive restrizioni.

Onore alla Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine
Un comunicato stampa dell’Union Lex Orandi

Domenica 23 giugno, don Jean-Raphaël Dubrule, Superiore della Société des Missionnaires de la Miséricorde Divine, ha pubblicato un comunicato stampa che non può lasciare indifferente nessun fedele legato alla liturgia tradizionale [qui].
(nell'immagine ordinazioni 2021)

Vi si legge il rifiuto delle «autorità romane competenti» di autorizzare l’ordinazione di quattro sacerdoti e due diaconi secondo il Missale Romanum del 1962 e, ancor più grave, l’opposizione ma che i futuri sacerdoti siano autorizzati a celebrare secondo il rito tradizionale secondo gli statuti della comunità.

giovedì 4 luglio 2024

Lord e celebrità britannici chiedono al Vaticano di preservare il "tesoro" della messa latina

Nella nostra traduzione da Catholic Word Report un messaggio indirizzato alla Santa Sede da un gruppo di illustri personaggi britannici per preservare la Messa antica. Ne parla anche Il Messaggero (qui).
È un déjà vu. Ricordiamo, oltre alle voci dalla Francia, tra cui quella di Jean Madiran, l’appello a Paolo VI sottoscritto il 6 luglio 1971 da cinquantasette esponenti del mondo culturale inglese, tra i quali la nota scrittrice Agatha Christie (che provocò il cosiddetto indulto di Agata Christie). Essi chiedevano alla Santa Sede “di voler considerare con la massima gravità a quale tremenda responsabilità andrebbe incontro di fronte alla storia dello spirito umano se non consentisse a lasciar vivere in perpetuità la Messa tradizionale”. Tra i firmatari, erano cento eminenti personalità di tutto il mondo, tra i quali, oltre agli scrittori inglesi Agatha Christie, Robert Graves, Graham Green, Malcolm Mudderidge, Bernard Wall, figuravano Romano Amerio, Augusto Del Noce, Marcel Brion, Julien Green, Yehudi Menuhin, Henri de Montherlant, Jorge Luis Borges. All'epoca gli appelli di fedeli di ogni nazionalità che chiedevano il ripristino, o almeno la “par condicio” per la Messa tradizionale, iniziarono a moltiplicarsi soprattutto per iniziativa dell’associazione “Una Voce”. Tre pellegrinaggi internazionali di cattolici si svolsero a Roma per riconfermare la fedeltà alla Messa e al catechismo di san Pio V.
Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes e successive restrizioni che comprendono anche quelli sulle 'voci' recenti. (M. G.)

Lord e celebrità britannici chiedono al Vaticano 
di preservare il "tesoro" della messa latina

Un gruppo di  illustri personaggi pubblici britannici chiede alla Santa Sede di preservare quello che descrivono come la “magnifica” creazione culturale della messa latina tradizionale della Chiesa cattolica.

Nel 2021 Papa Francesco ha imposto ampie restrizioni alla celebrazione della Messa secondo il Messale Romano del 1962, noto anche come forma straordinaria del rito romano e Messa tridentina. Negli ultimi mesi sono circolate voci secondo cui il Vaticano si sta preparando a reprimere ulteriormente la celebrazione di quell'antica liturgia.

Molte voci (qui), ma ancora nessuna nuova direttiva sulla messa latina è stata ancora promulgata. Nel frattempo, in una lettera di martedì scorso al quotidiano londinese Times, un'ampio profilo trasversale, rappresentativo, di personaggi inglesi appartenenti al mondo della cultura ha apertamente implorato il Vaticano di astenersi dal limitare ulteriormente il rito.

"Di recente si sono diffuse preoccupanti segnalazioni da Roma secondo cui la messa latina verrà bandita da quasi tutte le chiese cattoliche", si legge nella lettera. "Questa è una prospettiva dolorosa e fuorviante, soprattutto per il crescente numero di giovani cattolici la cui fede è stata nutrita da essa".

I firmatari, tra cui l'attrice e sostenitrice dei diritti umani Bianca Jagger, lo scrittore Tom Holland, l'eminente produttore di musical Julian Lloyd Webber e il dirigente di media Sir Nicholas Coleridge, hanno descritto la messa in latino come una "cattedrale" di "testo e gesti" che si è sviluppata nel corso di molti secoli.

"Non tutti ne apprezzano il valore e bisogna prenderne atto", hanno detto gli autori, "ma distruggerlo sembra un atto inutile e insensibile in un mondo in cui la storia può facilmente scivolare via dimenticata". 
"La capacità dell'antico rito di favorire il silenzio e la contemplazione è un tesoro difficilmente replicabile e, una volta scomparso, impossibile da ricostruire", hanno affermato.

Nella loro lettera, gli autori hanno fatto riferimento a una petizione del 1971 presentata da una rappresentanza analoga di eminenti personalità britanniche, che avevano anch'esse chiesto al Vaticano di preservare la messa in latino in Inghilterra. Tale petizione portò all'“indulto di Agatha Christie” che consentì la continuazione della forma straordinaria; l'indulto prese il nome dalla famosa autrice che era tra i firmatari.

Nella loro lettera di questa settimana le celebrità britanniche hanno affermato che la loro petizione, come la richiesta del 1971, era “completamente ecumenica e apolitica”.
Hanno scritto: "I firmatari includono cattolici e non cattolici, credenti e non credenti". "Imploriamo la Santa Sede di riconsiderare qualsiasi ulteriore restrizione all'accesso a questo magnifico patrimonio spirituale e culturale".

Nell'emanare le linee guida per il 2021, il Papa si era detto rattristato dal fatto che la celebrazione della forma straordinaria fosse ora caratterizzata dal rifiuto del Concilio Vaticano II e delle sue riforme liturgiche. Dubitare del concilio, affermò allora, significa “dubitare dello Spirito Santo stesso che guida la Chiesa” [l'assurda dogmatizzazione di un concilio sbandierato come 'pastorale' nell'intento di applicare la nefasta evoluzione dei dogmi -ndT].

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ne ho più bisogno)
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Diebus Saltem Dominicis – sesta domenica dopo Pentecoste: la vita e la morte

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente [vedi].

Diebus Saltem Dominicis – sesta domenica dopo Pentecoste: la vita e la morte

In questa sesta domenica dopo Pentecoste, nella lettura dell’epistola, torniamo alle lettere di San Paolo. La settimana scorsa abbiamo letto una lettera di San Pietro, trasferita a quella domenica a causa dell’attrazione storicamente gravitazionale della Festa dei Santi Pietro e Paolo. D’ora in poi, nel tempo dopo la Pentecoste, continueremo con San Paolo e leggeremo le lettere ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi e ai Colossesi. Mentre scrivo è la vigilia della festa dei Santi Pietro e Paolo, a cui seguirà la festa vera e propria e poi la Commemorazione di San Paolo, quest’anno sostituita dalla domenica. Se San Pietro ha ricevuto da Nostro Signore le chiavi dell’autorità, San Paolo, come osserva San Giovanni Crisostomo, ha ricevuto le chiavi della saggezza per fare di lui il grande Apostolo delle genti.

mercoledì 3 luglio 2024

3 luglio 2024 San Leone II Papa e Confessore († 683)

Interessante ed esemplare percorrere le ricorrenze liturgiche anche per approfondire la storia della Chiesa e la Tradizione nonché esempi edificanti e preghiere perennemente nutrienti.

3 luglio 2024 San Leone II Papa e Confessore († 683)

L’onore della Santa Sede. Il Papa san Leone II ebbe un regno brevissimo: dal 682 al 683; tuttavia la Provvidenza gli aveva addossato la grande responsabilità di approvare gli atti del VI Concilio ecumenico che condannava la memoria di uno dei suoi predecessori, il Papa Onorio, morto da circa mezzo secolo. Si comprende come ciò sia avvenuto solo per motivi gravissimi: questi erano infatti tali che il santo Papa non indietreggiò davanti al suo penoso compito. Ne andava di mezzo l’onore stesso della Santa Sede, e su un punto al quale esso è particolarmente sensibile: la sua infallibilità dottrinale. San Leone II approvò il concilio che aveva rilevato un grande mancamento nella vigilanza di Onorio e lo aveva condannato per aver lasciato libero corso a un’eresia sottile e capziosa che era sfuggita alla sua censura.

Diebus Saltem Dominicis – V domenica dopo Pentecoste: Non vi sgomentate per paura di loro

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf che ci aiuta ad approfondire la liturgia per tutta l'ottava. Oggi siamo a quella della V Domenica dopo Pentecoste [vedi]. Si tratta della settimana scorsa e così ho colmato il vuoto. Domani pubblicherò la traduzione relativa a questa settimana. Il versetto 1Pt 15 recita: Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate. Alla lettera, il titolo richiama piuttosto la loro paura, riferendosi – come si evince dal testo – alla paura di coloro che perseguitano chi ama il rito antico perché sconvolge le loro convinzioni e lo temono. 

Diebus Saltem Dominicis – 
V domenica dopo Pentecoste: Non vi sgomentate per la loro paura
  
Il commentatore liturgico del XX secolo Pius Parsch pensava che la seconda e la terza domenica dopo la Pentecoste mostrassero l'amore di Dio che ci invita (la parabola della Cena) e la sua ricerca di noi (la parabola della pecora smarrita). 
Nella quarta domenica (qui - qui), Dio ha rivelato nella chiamata di Pietro e degli Apostoli gli strumenti per amministrare il suo amore e i messaggeri che ci invitano. Il Buon Pastore ha i Pescatori di uomini. In questa quinta domenica dopo la Pentecoste passiamo da un dipinto della Chiesa sull'amore di Dio per noi, a un'immagine del nostro amore per il prossimo, che è una dimostrazione che abbiamo riconosciuto l'amore e la provvidenza di Dio.

La nostra lettura dell'Epistola è tratta da 1 Pietro 3:8-15. Pietro si rivolge al gregge in difficoltà in Asia Minore in un periodo di persecuzione. In periodi del genere, è importante trattarsi bene a vicenda.

Vorrei ripeterlo, richiamando in particolare l'attenzione di coloro che sono attratti dal Vetus Ordo. È importante trattarsi bene a vicenda. Ai tempi di Pietro, c'era la persecuzione. Le divisioni nella comunità erano fatali. Non è forse così anche oggi?

Mi chiedo se gli attacchi a coloro che amano il rito romano antico sarebbero così agevoli oggi se, fin dall'inizio, quando le restrizioni vennero allentate [col Summorum Pontificum -ndT], tutti coloro che erano coinvolti avessero mostrato maggiore unità, carità, zelo anche per il prossimo nelle loro parrocchie e cappelle sia nella collaborazione che nelle buone opere. È una mia supposizione, ma sospetto che il numero di partecipanti, devoti e rifugiati che sarebbero confluiti verso le più grandi promesse del Vetus Ordo sarebbe stato sbalorditivo, inattaccabile. Ma è essenziale per la vita spirituale restare radicati nell'hic et nunc, nel qui e ora, non lasciarsi trasportare dal miraggio di ciò che avrebbe potuto essere. Allo stesso tempo, è importante anche imparare dai nostri errori, correggerli e andare avanti con fiducia.

Pietro, nell'Epistola, esorta i fedeli a non sfogarsi quando vengono offesi, a non rendere ingiuria per ingiuria. Invece, benedire ed essere misericordiosi. Cristo è il modello per questo. Chi, nel v. 15, "glorifica Cristo Signore" nel suo cuore, come dice la versione Douay-Reims (DRV), agisce di conseguenza.

Per il Vangelo della domenica abbiamo una pericope dal Sermone sul Monte, Matteo 5:20-24. In questa parte del Sermone, il Signore dice che il comportamento, la " dikaiosyne? ... rettitudine" dei Suoi seguaci deve superare quella degli scribi e dei farisei. In cosa consiste? In parte, nel non rendere male per male. Non essere adirati verso gli altri. Non insultare. Sforzarsi, invece, nella riconciliazione, specialmente prima del culto sacro. Le parole del Signore ammettono poco margine di manovra: "chiunque dica: 'Stolto!' sarà soggetto al fuoco della Geenna" (v. 22). Qui, "stolto" è in aramaico, " Raka ", un indizio che Cristo, in effetti, ha detto questo. Raka significa "stupido", il che è la cosa più umiliante possibile nei confronti di un'altra immagine di Dio. Dobbiamo prendere il Signore in parola riguardo a quel punto "dell'inferno"?

L'insegnamento del Signore preclude ogni linguaggio duro verso il nostro vicino o nemico? In un'opera specifica sul Sermone della Montagna, Sant'Agostino d'Ippona (+430) ne analizza ogni versetto in un commento incomparabile. Riguardo all'essere arrabbiati con il proprio fratello, Agostino sottolinea "senza motivo". Egli unisce il chiamare qualcuno raka con "insignificante". Il Dottore della Grazia usa poi l'esempio di San Paolo, che chiamava i Galati "fratelli", e li chiamava anche "stolti". Faremmo meglio a stare attenti alla rabbia. Paolo scrisse agli Efesini: "Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo" (4:26). Se siamo ammoniti dal Signore a riconciliarci prima di andare davanti all'altare, allora non si può certo mettere in dubbio che dovremmo fare pace prima di andare a dormire alla fine della giornata.

"Non tramonti il sole sulla vostra ira". Che parole sagge, soprattutto per i membri della famiglia e per i vicini di casa di ogni tipo.

Infine, per questa quinta domenica dopo Pentecoste, uno dei versetti dell'Epistola ha catturato particolarmente la mia attenzione. In 1 Pietro 3, nella Vulgata abbiamo: " Timórem autem eórum ne timuéritis: et non conturbémini ", che nella DRV è reso: "Non sgomentatevi per paura di loro  e non siate turbati". La KJV dice: "e non temete il loro terrore, né siate turbati". Il greco della prima parte recita: "τὸν δὲ φόβον αὐτῶν μὴ φοβηθῆτε… tòn dè phóbon autôn mè phobethête … non temete la loro paura/timore/terrore".

Qui phóbos potrebbe essere la minaccia spaventosa del nemico verso i cristiani. Tuttavia, potrebbe essere la paura che il nemico ha dei cristiani. Questa è la motivazione della persecuzione: la paura. Gli antichi cristiani venivano trattati male perché coloro che erano ancora impantanati nel mondo li temevano. Odiavano ciò che temevano. Volevano eliminare ciò che temevano in modo da poter rimanere impantanati nel mondo. Le vite e gli esempi dei cristiani, portati fuori da Pietro in questa lettura ("compassione, amore per i fratelli, un cuore tenero e una mente umile", non ricambiando il male con il male, ma piuttosto benedicendo) rimasero loro impressi. Il loro esempio convertì anche molti, il che rese il phobos dei loro nemici ancora più acuto e urgente.

Plus ça change, plus c'est la même chose [Più le cose cambiano più rimangono le stesse -ndT]. Questa dinamica è viva e vegeta oggi nel nostro "mondo post-cristiano", in cui la Chiesa è in declino. Non è improbabile che i movimenti contro il Vetus Ordo ai nostri tempi abbiano avuto un precedente nel mondo "pre-cristiano", quando la Chiesa stava crescendo. Coloro che stanno lavorando per abolire il Vetus Ordo stanno di fatto prendendo di mira il popolo che lo vuole. Il contenuto del Vetus Ordo ostacola il loro modo di essere. Lo stesso accade anche alle persone che lo scelgono. I poteri forti vogliono far "tramontare" il Vetus Ordo e costringere coloro che lo scelgono alla loro pura volontà.

Non lasciate che il sole tramonti sulla vostra ira. Non temete la loro collera.
Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi; fatelo però con dolcezza e rispetto (1 Pietro 3:15).

Il Dipartimento di Stato americano: «Far rispettare l’omosessualità all’estero è una questione di sicurezza nazionale»

Non ci sono parole. Semplicemente delirante. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica
Il Dipartimento di Stato americano: «Far rispettare l’omosessualità all’estero è una questione di sicurezza nazionale»

L’ha detto davvero, salutando il Mese del Gay Pride, Anthony Blinken (j) quello che ha governato l’America in questi anni di Biden assente mentale, dal sito web del Dipartimento di Stato americano:

Difendere e promuovere i diritti LGBTQI+ a livello globale è la cosa giusta da fare, ma oltre a ciò, è la cosa intelligente e necessaria da fare per il nostro Paese, per la nostra sicurezza nazionale, per il nostro benessere. E perché quello? È piuttosto semplice. Se ti guardi intorno nel mondo e guardi i paesi che rispettano i diritti della comunità LGBTQI+, sono più stabili, sono più sani, sono più prosperi, sono più democratici. Quelli che non lo fanno, non lo sono. E questa è una cosa fondamentale, perché un mondo di paesi stabili, sani, prosperi e democratici è un mondo positivo per gli Stati Uniti. Un mondo che presenta il contrario non lo è. Ed esiste una correlazione diretta – una correlazione diretta – tra i paesi che rispettano questi diritti e la salute delle loro società, come vediamo ogni giorno”.

martedì 2 luglio 2024

2 luglio. Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria a santa Elisabetta.

Nel calendario tradizionale, il 2 luglio è la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria a santa Elisabetta. 
"Evento in cui un bambino non nato sussulta alla presenza del Figlio di Dio, ancora nelle primissime fasi di formazione nel ventre materno. Elisabetta sentì prima la voce, ma Giovanni sentì primo la grazia. 
Quella udì secondo l'ordine della natura, questi sussultò per ragione del mistero. Quella sentì l'arrivo di Maria, questi del Signore. Esse s'intrattengono sulla grazia, essi la producono dentro di loro, primo misterioso ufficio di pietà figliale che si annunzia nel bene procurato alle loro madri; e con doppio miracolo le madri profetizzano sotto l'ispirazione dei propri figli. Sussultò il bambino, fu ripiena la madre. La madre però non fu ripiena prima del figlio; ma il figlio essendo ripieno dello Spirito Santo, ne riempì anche la madre". (Omelia di sant'Ambrogio vescovo)

Introitus
Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem:
qui cælum terrámque regit in sǽcula sæculórum.

Ps XLIV: 2
Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi.

Graduale
Benedícta et venerábilis es, Virgo María: quæ sine tactu pudóris invénta es Mater Salvatóris.
V. Virgo, Dei Génetrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo. Allelúja, allelúja.
V. Felix es, sacra Virgo María, et omni laude digníssima: quia ex te ortus est sol justítiæ, Christus, Deus noster. Allelúja
Introito
Salve, o Madre santa, tu hai partorito il Re gloriosamente; egli governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.
Sl XLIV: 2
Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema
Graduale
Tu sei benedetta e venerabile, o Vergine Maria, che senza offesa del pudore sei diventata la Madre del Salvatore.
V. O Vergine Madre di Dio, nel tuo seno, fattosi uomo, si rinchiuse Colui che l’universo non può contenere. Alleluia. alleluia.
V. Te beata, o santa vergine Maria, e degnissima di ogni lode, perché da te nacque il sole di giustizia, il Cristo Dio nostro.

Diebus Saltem Dominicis – 4a domenica dopo Pentecoste: Qualcosa dal nulla

In ritardo rispetto al solito. Ma eccola, nella nostra traduzione da OnePeterFive, la meditazione settimanale di padre Zuhlsdorf che ci accompagna fino alla liturgia della settimana successiva. Questa è riferita alla IV Domenica dopo Pentecoste qui. Mi spiace per questa sfasatura. Spero di riuscire a essere più puntuale con le successive.

Diebus Saltem Dominicis –
domenica IV dopo Pentecoste: Qualcosa dal nulla

Nei primi tempi della Chiesa romana una delle pietre miliari del calendario dell'anno liturgico era il "compleanno" degli apostoli Pietro e Paolo, vale a dire la festa del loro martirio e della nascita a una nuova vita in cielo, il 29 giugno. L'immagine della nascita è comunemente usata in riferimento alla morte dei santi. Molti pellegrini accorrevano a Roma per questa festa. La vicinanza della domenica alla festa dei santi Pietro e Paolo probabilmente influenzò la scelta del Vangelo che è la chiamata di Pietro in Luca 5.

Sicuramente anche in molti di noi risuona il grande grido di Pietro alla scoperta di sé, al riconoscimento della nostra indegnità, dei nostri peccati. Eppure, sempre di nuovo, dal nulla Dio crea meraviglie. Ha creato il cosmo fisico e il regno spirituale angelico mentre, prima, c'era il nulla. Ha preso la terra e ha creato l'uomo. Ha preso l'uomo fatto di terra e ha creato la donna. Ha preso la nostra Caduta e ne ha fatto la felix culpa, la “felice colpa”.

Settimana sociale di Trieste. Niente di buono da aspettarci

La visione liberale della democrazia sostiene che è la partecipazione a stabilire i fini, mentre la visione cattolica dice che sono i fini a stabilire la partecipazione. Così la fede cattolica non avrà nulla da dire alla democrazia se non invitare i fedeli alla partecipazione perché sarà la democrazia a dire alla Chiesa cosa e come fare e non il contrario.

Settimana sociale di Trieste. Niente di buono da aspettarci

Dal 3 al 7 luglio prossimi si terrà a Trieste la 50ma Settimana sociale dei cattolici italiani. Il nostro Osservatorio ha già espresso alcune valutazioni sui documenti e gli incontri preparatori dell’evento, nonché sulla nuova impostazione che oggi viene data alle Settimane sociali. In calce a questo articolo il lettore può trovare l’elenco di questi nostri interventi. Qui mi permetto di sottolinearne almeno due: la pubblicazione di un numero monografico della nostra rivista, il “Bollettino della Dottrina sociale della Chiesa”, dedicato a “Democrazia, forma di governo e non fondamento del governo”, e il convegno che terremo a Trieste il 6 luglio prossimo dal titolo “La democrazia: cattolicesimo politico e dogma liberal-democratico”.

lunedì 1 luglio 2024

1° Luglio. Preziosissimo Sangue di nostro Signor Gesù Cristo

Al termine del mese del Sacro Cuore, nel pieno dell’estate, quando la vita religiosa generalmente si infiacchisce, ecco che la Chiesa ci ricorda immediatamente quanto è costata, a Nostro Signore, la nostra salvezza: il Suo Prezioso Sangue, versato da subito, con la Circoncisione (altra festa abolita), e poi, nel Gestemani, nel Pretorio, nel Golgotha, con la Passione, e ancora, ogni giorno, simbolicamente, nella Confessione e, realmente, nella celebrazione della Santa Messa, che è la ripetizione incruenta del medesimo sacrificio di più di 2000 anni fa; tutto il mese di luglio, non solo il primo giorno e la prima Domenica, in cui si celebra specialmente, è dedicato al Preziosissimo Sangue, e sempre nel mese di luglio, il giorno 15, si celebra Nostro Signore col titolo di Redentore, a ricordare che la magnificenza della Regalità non è disgiunta dalla sofferenza della Passione! 
Precedenti: 1° luglio, la festa del Preziosissimo Sangue di Gesù: cosa si celebra? qui - Origini della devozione qui - Un tesoro per librare le anime del purgatorio qui - In Sanguine Agni [qui]. Altri  precedenti articoli dedicati al Preziosissimo Sangue qui - qui - qui. Evidenzio, per la devozione, Le Litanie del Preziosissimo Sangue di Gesù qui.

1° Luglio. Preziosissimo Sangue
di nostro Signor Gesù Cristo
Hic est enim calix sanguinis mei, 
novi et aeterni testamenti: mysterium fidei(1):
qui pro vobis et pro multis effundetur
in remissionem peccatorum.
Scopo della festa.
La Chiesa ha già rivelato ai figli della nuova Alleanza il valore del Sangue dal quale furono riscattati, la sua virtù nutritiva e gli onori dell'adorazione che esso merita. Il Venerdì Santo, la terra e i cieli videro tutti i peccati immersi nel fiume della salvezza le cui eterne dighe si erano infine rotte, sotto la pressione associata della violenza degli uomini e dell'amore del Cuore divino. La festa del Santissimo Sacramento ci ha visti prostrati davanti agli altari in cui si perpetua l'immolazione del Calvario e l'effusione del Sangue prezioso divenuto la bevanda degli umili e l'oggetto degli omaggi dei potenti di questo mondo. Oggi tuttavia la Chiesa invita nuovamente i cristiani a celebrare i flutti che si effondono, dalla sacra sorgente: che altro significa ciò, se non che, le solennità precedenti non ne hanno certamente esaurito il mistero? La pace ottenuta da quel Sangue: lo scorrere delle sue onde che riportano dagli abissi i figli di Adamo purificati; la sacra mensa imbandita per essi, e quel calice di cui esso costituisce l'inebriante liquore: tutti questi preparativi sarebbero senza scopo, tutte queste meraviglie resterebbero incomprese se l'uomo non vi scorgesse le proposte d'un amore le cui esigenze non vogliono essere sorpassate dalle esigenze di nessun altro amore. Il Sangue di Gesù dev'essere per noi in quest'ora il Sangue del Testamento, il pegno dell'alleanza che Dio ci propone (Es 24,8; Ebr 9,20), la dote costituita dall'eterna Sapienza che invita gli uomini a quella divina unione di cui lo Spirito di santità procura senza fine il compimento nelle nostre anime.

C’è sempre una prima volta / Un papa al G7

Giorgio Agamben pubblica sul suo sito il testo che segue, di Mauro Armanino, missionario a Niamey (Niger), una voce proveniente dalla Chiesa e con la quale egli concorda interamente. Noi anche e per questo lo condividiamo: una delle tante facce della disastrosa temperie attuale. Qui l'indice degli articoli sul clericalismo politicante di Bergoglio.

C’è sempre una prima volta / Un papa al G7

Questo 14 giugno pomeriggio, papa Francesco ha fatto il viaggio a Borgo Egnazia, stazione balneare della Puglia in Italia, per partecipare al vertice del G7, che riunisce le 7 grandi potenze economiche mondiali. Una prima storica poiché nessun papa aveva finora partecipato al G7. (Agenzia vaticana Zenit)
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Difficile dire quanto di vangelo c’è in questa presenza e quanto di diplomazia vaticana che, com’è noto, appare tra le più rodate e lungimiranti. Ciò che nondimeno stupisce è anzitutto il fatto stesso che il papa, rappresentante della Chiesa Cattolica, sia stato invitato a questo tipo di vertice che mette assieme alcuni tra i ‘potenti’ della politica e dell’economia del mondo.