Pagine fisse in evidenza

giovedì 31 luglio 2014

1 agosto. Adorazione notturna Albano e Rimini

« Fra tutte le devozioni, quella di adorare Gesù Sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più utile a noi » (Sant'Alfonso Maria dè Liguori)

Adorazione notturna
Primo venerdì di ogni mese 
Priorati di Albano e
Madonna di Loreto di
Rimini



Da più di un anno si registra la presenza costante, oltre che dei tanti fedeli della FSSPX, di persone che provengono da parrocchie del circondario e si sono avvicinate alla tradizione grazie a questo momento di grazia che termina con la celebrazione della Santa Messa nel rito Romano antiquior.

Sacerdoti sempre disponibili per le confessioni.

L'appuntamento di questo mese è per 
Venerdì 1 alle ore 21

Una risposta personale agli attacchi ad personam

Provo qui a rispondere a chi tenta di fare il pompiere e a chiunque si riconosca in analoghe generiche posizioni "normaliste", pur nella consapevolezza - che tra pompieri più o meno in buona fede e arrampicatori sugli specchi sempre più scivolosi e indifendibili, cui ora dobbiamo aggiungere perfino l'uso del possibile ricorso al braccio secolare - le nostre voci tendono ad essere silenziate. A partire dal caso dei Francescani dell'Immacolata[1], che è solo la punta di iceberg di tutta una serie di interventi e affermazioni collocate su fronti pregiudizialmente 'avversi'.
Mi segnalano che, proprio su uno di questi,  il pompiere di turno afferma che "il papa esce a pezzi" da quel che diciamo e che "non ne capiamo il messaggio". Evidentemente non coglie la gravità dell'ora presente, soprattutto non entra nel merito e, al solito, resta sempre sul vago: affermazioni che diventano accuse più o meno civili come la sua o subdolamente viscide come altre, ma mai dimostrazioni.
Non manca nemmeno il "fuoco amico" [qui] in un contesto tradizionale di nostro frequente riferimento. Sembra che il termine «insulto da stadio» - che non mi è affatto congeniale, e chi frequenta questo blog può verificarlo - sia diventato l'espressione difensiva di chi non vuole affrontare gli argomenti.
Credo infatti che oggi come oggi i più in imbarazzo e difficoltà dovrebbero essere proprio i normalisti, per esempio quelli della scia degli Introvigne & C., nonché i reticenti, quando non affabulatori - come il citato fuoco amico -, che propinano ardite ermeneutiche delle esternazioni e dei gesti papali difficilmente digeribili, attribuendo tutte le responsabilità ai media (che pure le hanno) o agli interlocutori che parlano a titolo personale. Ma già fa problema che ogni giorno ci sia urgente bisogno di chi faccia l'ermeneutica di quel che un Papa fa o dice, quando non è dirompente di per sé.

Ebbene, i detti pompieri amano presentarsi come persone ragionevoli e apparentemente dialoganti. Per dialogare davvero, occorre però anche ascoltare l'altro, oltre che essere disposti a riconoscere la verità. Dal momento che li ho ascoltati e presi sul serio sostenendo, però, con argomenti teologici, che in alcuni casi si è travalicata la tradizione (non quella improvvisata, ma quella da non tradire), chiedo loro: volete gentilmente partire da uno di questi argomenti per dimostrare dove e come mi sono sbagliata? Vi degnereste di farlo dopo aver letto ciò che ho scritto di seguito e partendo da uno dei punti ivi citati o, se credete, da altri di vostro maggior gradimento, dei quali questo blog è disseminato? (Vi invito a dare uno sguardo anche alle "pagine fisse" nella colonna qui a destra). Tuttavia vi invito ad argomentare nel merito senza propinarci i soliti apodittici slogan, le solite accuse ad personam o i soliti discorsi generici come quelli a cui sto dando corda, che ho smesso di pubblicare perché ne abbiamo fin sopra i capelli e non ci portano da nessuna parte. Anziché replicare puntualmente, usano artifici dialettici come il riprendere l'argomento da un altro versante e continuando a svicolare sempre generalizzando e mai affrontando i punti chiave delle questioni. Fino al sorprendente caso del "fuoco amico".


mercoledì 30 luglio 2014

Programma del tradizionale pellegrinaggio presso il Santuario della Madonna di Montenero

Il pellegrinaggio si svolgerà sabato 27 settembre 2014, con un programma assai ricco. La giornata inizierà, come di consueto, alle 9.30, con il ritrovo dei pellegrini presso piazzale delle Carrozze, a Montenero basso, da dove alle ore 10 essi partiranno per la processione in salita verso il Santuario. Durante la salita, di circa un chilometro, verrà recitato il Santo Rosario, accompagnato da canti mariani. Coloro che saranno impossibilitati, per problemi fisici, a fare la salita, potranno attendere i pellegrini direttamente sul sagrato del Santuario.

Quest'anno la S. Messa solenne in rito antico (Messale del 1962) sarà officiata da Padre Stefano Bertolini C.O., uno dei sacerdoti più attivi nella promozione del venerabile rito, che egli celebra abitualmente presso la propria parrocchia, Santa Cristina a Pimonte di Prato. Assisterà alla celebrazione Sua Ecc.za Mons. Alberto Silvani, Vescovo di Volterra, che fin d'ora ringraziamo per aver accettato il nostro invito. Il servizio liturgico sarà assicurato dai sacerdoti dell'Istituto Cristo Re di Gricigliano, grazie alla cui disponibilità sono assicurate diverse SS. Messe in rito antico nei dintorni (Livorno, Bientina e Cecina, oltre a Firenze). Il Coordinamento è lieto di informare tutti i partecipanti che la Penitenzieria Apostolica ha concesso anche quest'anno l'Indulgenza plenaria, alle stesse condizioni (Confessione, S. Comunione e preghiera secondo l'intenzione del Pontefice regnante).

Bergoglio, i Pentecostali… e poi?

Il Martedì Gnocchi di Riscossa cristiana: le risposte settimanali ai lettori di Alessandro Gnocchi. Questa settimana [qui], lo scrittore e apologeta è interpellato da interrogativi sullo sfaldamento dell’unicità della Fede cattolica, e su un senso di nausea per quella che viene avvertita come la "libidine delle scuse". Dice il papa ai pentecostali: «... la denuncia, le leggi di questa gente: "va contro la purezza della razza…". E queste leggi sono state sancite da battezzati! Alcuni di quelli che hanno fatto questa legge e alcuni di quelli che hanno perseguitato, denunciato i fratelli pentecostali perché erano "entusiasti", quasi "pazzi", che rovinavano la razza, alcuni erano cattolici… Io sono il pastore dei cattolici: io vi chiedo perdono per questo! Io vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non hanno capito e che sono stati tentati dal diavolo e hanno fatto la stessa cosa dei fratelli di Giuseppe. Chiedo al Signore che ci dia la grazia di riconoscere e di perdonare... ». Aveva dichiarato due giorni prima ai cattolici di Caserta «che sarebbe tornato il lunedì per «chiedere perdono» a Traettino per i fastidi che gli produce la comunità cattolica, cioè per le difficoltà che la presenza dei cattolici, con le loro chiese, crea alla diffusione e proliferazione della denominazione pentecostale di Traettino, sempre a Caserta. Si duole che la Chiesa cattolica, «con la sua imponente presenza» impedisce la crescita e testimonianza dei protestanti [qui]. E, purtroppo, non lo stismo sognando. È tutto vero...
Vorrei offrire a chi legge un antidoto: un richiamo al vero ecumenismo [qui].

Caro Lodrini,

non immagina quanti altri lettori, dopo la visita di papa Francesco ai pentecostali di Caserta, hanno scritto per porre le stesse questioni che pone lei, fino all’ultima: ma dove è finita la Chiesa cattolica? Non si poteva non rispondere e non si poteva non entrare almeno in qualche dettaglio.  Per questo consegno con qualche ora di ritardo la rubrica al direttore di “Riscossa Cristiana”.

martedì 29 luglio 2014

FFI: denunce, carabinieri e censura.

Marco Tosatti su La Stampa [qui]:

Dagli Stati Uniti ci hanno mandato il testo di una lettera che Francesco Colafemmina, titolare di un blog molto noto e seguito in campo ecclesiale, "Fides et Forma", racconta la sua storia. Così presenta il blog l'autore: "filologo saggista e scrittore pugliese con la passione per l’arte e l’architettura sacra. Certo per quell’arte che autenticamente incarna il cattolicesimo e la tradizione della Chiesa. Oggi viviamo in una convulsa società occidentale decadente e smemorata. Viviamo in un mondo dove la bellezza è un semplice guizzo, un momento destinato a svanire, ad esser risucchiato nel magma delle immagini, delle sensazioni, delle emozioni che scolorano il quotidiano in una pellicola già vista, noiosa e ripetitiva. Il mio obiettivo sin dall’anno di creazione di “Fides et Forma” è stato quello di dar voce a quell’anima antica del cattolicesimo rimasta sepolta sotto le coltri della retorica dell’aggiornamento. Una strana dinamica tendente ad annullare l’identità della Chiesa in una vagamente irenistica idea di modernità e di progresso avevano ridotto anche l’arte e l’architettura sacra a mere larve prive di senso".

Mons. Luigi Negri : " In odio alla fede. E i responsabili vanno indicati chiaramente "

È un fatto enorme questo gigantesco esodo in massa di cristiani espulsi dai luoghi dove da millenni era radicata la presenza cristiana, esclusivamente perché cristiani. 
Quindi per quello che la tradizione cattolica chiama l’odio della fede.

E questo deve essere detto esplicitamente: non sono soltanto buttati fuori dalle loro case, privati di tutti i loro beni, privati di tutti i loro diritti e quindi della possibilità di sussistenza; ma la ragione di tutto questo è la fede.

E questo i cristiani, la Chiesa, non possono non sentirlo come un evento terribile e insieme grandioso, perché è l’evento del martirio. 
Ho ascoltato con molta gratitudine domenica l’intervento all’Angelus di papa Francesco, così forte, così appassionato e insieme così profondamente compreso di dolore, di compassione. 
Con non meno gratitudine ho letto la lunga intervista del cardinale Kurt Koch all'Osservatore Romano, che ha offerto un momento di dolorosa riflessione su questo evento.

Forza e Fortezza, Superomismo Postmoderno ed Eroismo Soprannaturale ~ Virtù Naturali e Virtù Cristiane

Ricevo da Don Curzio Nitoglia e volentieri pubblico.

Sopportare con troppa pazienza le ingiurie fatte a Dio è cosa empia
(S. Tommaso, S. Th., I-II, q. 136, a. 4, ad 3um).

Introduzione

Oggi si ritiene comunemente che il Cristianesimo svirilizzi l’uomo, lo indebolisca o lo droghi (come dicevano nell’antichità Proclo, Porfirio e Giàmblico, nella modernità Machiavelli e poi nella post-modernità Nietzsche, Freud e Marx). Il neopaganesimo e il naturalismo post-moderni e attuali (Scuola di Francoforte e Strutturalismo francese sessantottino) riprendono tale accusa dell’antichità pagana e della modernità immanentistica e vedono nell’umiltà cristiana  una degradazione di sé e un atteggiamento senza coraggio né forza.

Alla fonte di queste polemiche vi sono le due concezioni diametralmente opposte della vita: 1°) quelle dell’antico paganesimo (come religiosità popolare degenerata, orgiastico/politeistica, ben distinta dalla filosofia classica pre-cristiana); dell’immanentismo naturalista moderno e del nichilismo postmoderno o contemporaneo e 2°) quella della metafisica perenne e del cristianesimo.

La prima (paganesimo/immanentismo/nichilismo) concepisce l’uomo come un assoluto, completamente autonomo e senza alcuna relazione con un Dio personale e trascendente: egli è sottomesso ad un destino cieco che lo determina  e che deve affrontare impassibilmente.

Il Cristianesimo, invece, crede in un Dio personale, trascendente, creatore e provvido, di cui l’uomo è una creatura limitata e finita ma intelligente e libera, in rapporto con Dio che ha un piano provvidenziale su di lui; pertanto l’uomo deve accettare con fortezza le circostanze più dure della vita, nella fede che Dio si serve di esse per affinare la sua anima, e nello stesso tempo deve essere fortissimamente risoluto ad essere fedele, a qualsiasi costo, alla legge naturale e divina, che è inscritta nell’animo di ogni uomo, anche del pagano, e quindi è nota a tutti (anche all’uomo di oggi) tranne a chi non vuole ammetterla perché non gli fa comodo.

lunedì 28 luglio 2014

“La chiesa non è un sanatorio”. Oltre la misericordia c’è di più. F.to Müller

Riporto e vi giro il quesito di un lettore, cui aggiungo altri elementi utili alla discussione. È solo una tappa di un percorso che intuisco piuttosto accidentato. 

Ieri ho sentito il commento stampa di padre Livio che riportava il seguente articolo apparso su Il Foglio, col titolo “La chiesa non è un sanatorio”. Oltre la misericordia c’è di più. F.to Müller [qui]:
Il cardinale Müller prende posizione sulle teorie di Kasper, e lo fa in modo egregio, direi. In seguito presenta le sue proposte per sanare il problema dei divorziati risposati che chiedono la Comunione. Se ho capito bene, citando BXVI egli sostiene che occorre studiare una soluzione nella linea della dichiarazione di nullità del matrimonio secondo l'attuale prassi cattolica, ma estendendo i criteri di giudizio per fare in modo che le dichiarazioni di nullità siano più facili da ottenere.
In pratica si tratterebbe di individuare se sia sufficiente giudicare i casi sulla base della fede esplicita o della fede implicita degli sposi al momento della celebrazione del loro matrimonio religioso.
A mio modo di vedere, mi sembra che la toppa sia peggiore dello strappo.
Mi spiego: egli dice che la Chiesa Cattolica non deve assolutamente cambiare il vestito, cioè adottare la prassi orientale eretica ed estranea al cattolicesimo; sostiene invece la necessità di estendere la nullità cattolica arrivando a giudicare il foro interno degli sposi al tempo in cui stipularono la loro promessa matrimoniale.
Evidentemente nessun giudice, solo gli sposi stessi possono sapere o ritenere di sapere cosa essi pensavano e credevano a quel tempo. Conseguenza: gli sposi stessi in pratica potrebbero decretare la propria nullità di matrimonio che verrebbe ratificata sic et simpliciter dal giudice di turno senza troppi approfondimenti, affinché l'accelerazione della pratica sia veramente efficace.
Mancherebbe dunque un criterio oggettivo: una toppa peggiore dello strappo.
Chiedo lumi a voi, per essere sicuro di aver ben compreso e per conoscere il vostro parere al riguardo. Grazie già fin d'ora. (Marius)
Prima di esaminare il testo delle affermazioni di Benedetto XVI, che risalgono al gennaio 2013, rilevo che su Avvenire c'è qualcosa in più [qui]. È da qui che stralcio, tra le affermazioni del cardinale Gerhard Ludwig Müller, quanto credo sarà oggetto di grande perplessità:

domenica 27 luglio 2014

Ci siamo accorti di essere in pieno Vaticano III ?

Grazie a Dio, c’è ancora qualche buon cristiano a tenere sott’occhio il temerario che prima o poi tenterà di cambiargli la fede sotto il naso. Armato di spingarda, dottrina e Vangelo, si acquatta dietro il muretto del prossimo sinodo sulla famiglia per scoprire se comportamenti omosessuali, convivenze, divorziati risposati e via mondanizzando diventeranno moneta corrente nei documenti di santa romana chiesa. Oppure, si mimetizza nelle desolate periferie esistenziali in attesa di sezionare qualche pagina magisteriale in cui sia messo nero su bianco che tutto è definitivamente cambiato. Ma, oltre a essersi munito di armi desuete e incomprese, si apposta nel posto sbagliato.

Ormai, i luoghi in cui ci si batte per salvare la fede e la dottrina non sono più quelli tradizionalmente deputati a tale ufficio. I cattolici novatori e mondanizzanti sanno bene che il segreto del potere si cela in quella riga del “Gattopardo” in cui Tancredi Falconeri sentenzia che “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Ma loro, beffardamente clericali, l’hanno capovolta nell’inafferrabile “se vogliamo che tutto cambi, bisogna che tutto rimanga com’è”. Laddove non può la dogmatica arriva la pastorale, cosicché la prassi si mangia la teoria senza che nessuno abbia da eccepire: tutto cambia mentre tutto sembra immutato.

venerdì 25 luglio 2014

Alcune chiose al frate FI nuovo corso intervistato da Radiospada

Apro le chiose di EP che seguono, in ordine all'intervista al frate felice dalle idee come minimo un po' confuse e in un contesto kafkiano, con la riflessione di un lettore:  come mai i Camilliani, tanto per fare un esempio, non sono stati commissariati? Scandalo per milioni di euro, sostituzione di persona, sequestro di persona, superiore generale e compagni in galera e nessuno fa niente? Vogliamo parlare delle suore eretiche americane proaborto ? Vogliamo parlare delle scandalose messe yoga dei Camaldolesi ? E nessuno fa o dice nulla? Poi sei o sette frati si lamentano per il breviario in latino e scatta il commissariamento? Siamo alla farsa... questa "gente anonima" non merita neppure un pernacchio... sono solo dei poveracci rinnegati e fanno pena, anzi anche un tantinello schifo ! 
Possono farci tutta la pena e lo schifo che vogliamo (riferito, più che alle persone, alle loro idee e comportamenti); ma sta di fatto che il papa ascolta loro e non i fedeli dell'ala tradizionale. Di altro non pare gli importi un bel niente: di fatto gli interessa solo il "lío" che piace a lui. Mentre invece il "lío" che infanga la Chiesa, quando non è addirittura ben accolto, non sembra neppure sfiorare il Soglio che, nel frattempo, ha perso molta della sua sacralità...(MG)

Leggo su Radio Spada l'intervista a un frate ribelle normalista e non posso non permettermi qualche chiosa.

Tolti i "non so, non mi risulta" (che costituiscono più della metà dell'intervista), c'è un dato che torna molto spesso: il rifiuto di pregare il breviario in latino, "che non si capisce". L'intervistato dà l'impressione che il commissariamento sia stato per buona parte edificato su quel rifiuto.

Il breviario tradizionale in latino è oggettivamente "più lungo" (le ore canoniche sono nove salmi ciascuna, contro i "due salmi e un cantico" del breviario postconciliare). La questione del "latino che non si capisce" è del tutto strumentale perché chi prende i voti è tenuto a recitare il breviario ogni giorno: dopo qualche mese a recitare preghiere in latino tutti i giorni a tutte le ore canoniche il latino finisce per diventare la tua seconda lingua. Lo assorbi anche se non capisci, così come i giovani di oggi padroneggiano i termini "week-end", "meeting", "smartphone". Il latino diventa parte del tuo esprimerti anche se sei analfabeta. Chi si lamenta di "non capire il latino" sta infatti dicendo che lo detesta, che non ha alcuna intenzione di usarlo, tanto meno di comprenderlo. Sta cioè opponendo un rifiuto capriccioso. Si pensi poi al fatto che le canzonette chiesastiche moderne si accordano bene col breviario Novus Ordo ma suonano del tutto fuori luogo se allegate al breviario tradizionale.

Insomma, viene il legittimo sospetto che quei frati "ribelli al breviario tradizionale" da un lato temono di dover pregare di più (cfr. l'excusatio non petita delle "5 ore di preghiera al giorno") e dall'altro si rifiutano di lasciar fuori le canzonette parrocchiali fastidiosamente in voga nelle comunità religiose Novus Ordo. Sono convinto che questo sia uno degli inconfessati obiettivi dei frati "ribelli al breviario tradizionale": l'ostentato omologarsi all'andazzo ecclesiale per sentirsi "à la page".

La necessità della Fede

Quando si parla della fede si tende oggi a pensare a una sorta di sentimento religioso, che ci fa star meglio, che ci permette di guardare al di là dei nostri orizzonti umani, ma tuttavia sempre in una prospettiva intimistica, come una fiducia in un Altro che ci fa sentir bene.

Da un punto di vista cattolico, niente è più lontano dalla Fede di una tale definizione.

Seppure la Fede del cattolico può avere come conseguenza un sentimento positivo, non si identifica in nulla con esso. La Fede del cattolico è anzitutto un dono di Dio che opera sulla nostra intelligenza, non sui sentimenti. Sì, proprio su quella facoltà così fredda e impopolare: la Fede illumina l’intelletto dell’uomo, e gli permette di conoscere e di accettare come reali degli oggetti esterni che altrimenti gli resterebbero ignoti.

giovedì 24 luglio 2014

La requisitoria di Spaemann sul matrimonio fra chiesa e mondo

Da Il Foglio [qui]:  Il filosofo tedesco Robert Spaemann, sul mensile americano First Things [qui] ha scritto una potente requisitoria delle aperture alla concezione mondana del matrimonio che si stanno facendo largo anche all’interno della chiesa.

“Il matrimonio non è più visto come una realtà indipendente, nuova, che trascende l’individualità degli sposi, una realtà che, come minimo, non può essere sciolta dalla volontà di un solo partner. Ma può essere dissolta dal consenso di entrambe le parti, o dalla volontà di un sinodo o di un Papa? La risposta deve essere no”. Il filosofo tedesco Robert Spaemann, autorità nel mondo cattolico tenuta in altissima considerazione, fra gli altri, dal conterraneo Benedetto XVI, sul mensile americano First Things ha scritto una potente requisitoria delle aperture alla concezione mondana del matrimonio che si stanno facendo largo – e non da oggi – anche all’interno della chiesa, specialmente in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia indetto da Francesco. Seconde nozze, nullità, accesso ai sacramenti per i risposati sono le appendici legali, le incarnazioni storiche del problema matrimoniale in un mondo dove i cattolici divorziano poco meno dei non cattolici, dicono le statistiche.

Venerdì 1 Agosto 2014. Appello urgente per i cattolici: Giornata di preghiera, adorazione e solidarietà per i cristiani perseguitati in Iraq, Siria e Medio Oriente

Riprendo da Rorate caeli [qui]. Aggiungo, in fondo il toccante messaggio del Patriarca Sako.

Venerdì 1 Agosto 2014. Appello urgente per i cattolici:
Giornata di preghiera adorazione e solidarietà
per i cristiani perseguitati in Iraq, Siria e Medio Oriente

È il giorno scelto dalla Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP) per una giornata mondiale di pubblica Adorazione di Nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento, nella supplica per i nostri fratelli perseguitati in Iraq, Siria e Medio Oriente:
La FSSP chiede a tutti i suoi centri di apostolato sparsi nel mondo di dedicare Venerdì 1 Agosto ad una giornata di preghiera e di penitenza per i cristiani che soffrono terribili persecuzioni in Iraq, Siria e altrove in Medio Oriente.
Il 1 agosto è il primo Venerdì del mese ed è la festa di San Pietro in Vincoli. È la festa in cui leggiamo il grande potere della preghiera perseverante dei membri della Chiesa: «Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui». (Atti 12)

mercoledì 23 luglio 2014

27 luglio. Santa Messa Antiquior Bacoli (Napoli)

Laudentur Iesus et Maria!

Cari Amici,

Vi comunico che la prossima domenica 27 luglio 2014 - ore 19:00, presso la Parrocchia di S. Anna, Gesù e Maria di Bacoli (NA), Via Sant’Anna 1, il Rev.do Don Roberto Spataro SDB, segretario della Pontificia Academia Latinitatis e docente presso il Pontificium Insitutum Altioris Latinitatis (Università Salesiana), celebrerà la S. Messa in rito romano antico a norma del motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, a conclusione dei festeggiamenti per la festa parrocchiale di S. Anna (26 luglio). 

In unione di preghiera
In Cordibus Iesu et Mariae

Antonio Stefano Sembiante
Messa Tridentina Napoli

Il "reverendo" di Bose e improvvide nomine

Aggiornamento 28 luglio: Lascio qui un commento, perché purtroppo su Messa in Latino non è possibile farlo: io sono in ferie, non sono io l'autore dell'articolo redazionale pubblicato su Vatican Insider (le cose che scrivo le firmo). Inoltre vorrei far notare che a chiamare "reverendo" il monaco Enzo Bianchi è stata la Sala Stampa vaticana [l'avevamo notato anche noi]. Grazie per l'ospitalità. Andrea Tornielli

Leggo e riprendo da MiL, in ordine all'articolo di Vatican Insider [qui], riguardante la notizia dell'improvvida nomina di Enzo Bianchi come consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani.
Su alcune esternazioni di Enzo Bianchi, inflazionanti l'universo culturale che dovrebbe dirsi cattolico, avevo a suo tempo commentato qui. Personalmente posso testimoniare l'esclusione dalla "formazione permanente" dei futuri sacerdoti, da parte di una prestigiosa Università pontificia romana, di nozioni sul Summorum Pontificum e la Liturgia tradizionale, a favore di interventi - di fatto istituzionalizzati - di personaggi come Enzo Bianchi ed uno psichiatra neocatecumenale. Non è valsa, né del resto si usa ormai più farla valere, neppure la par condicio...
Per saperne di più su Enzo Bianchi vi rimando agli autorevoli scritti di Mons. Livi [qui], [qui] e [qui], che non esita a definirlo "falso profeta" e lo dimostra argomentando sapientemente.

Carissimo Dott. Tornielli, sai benissimo che non avremmo resistito all'impulso ex corde di replicare su un blog tradizionale ( letto cioè da quei tuoi fratelli nella fede che, per arcana disposizione della Provvidenza hanno in cuore un particolare - eroico - amore per la Chiesa e particolarmente per la tradizione liturgica ) alla tua simpatica  [beh, più che simpatica, la definirei disinvoltamente falsa] provocazione di appellare con il termine " reverendo " un personaggio del laicato cattolico ( laico però come me e come te) .

martedì 22 luglio 2014

La strategia del filo di ferro

Il Martedì Gnocchi di Riscossa cristiana: le risposte settimanali ai lettori di Alessandro Gnocchi. Riprendo il testo di questa settimana [qui] , che risponde ad un interrogativo su Mons. Galantino e i “volti inespressivi” di chi recita il Rosario fuori dagli ospedali dove si fanno gli aborti.

Caro Summa,
parto dal fondo e alla sua ultima domanda posso rispondere con una sola parola: nulla. Non si può fare nulla perché non ci troviamo al cospetto di superficialità, di cialtroneria, di disprezzo per l’intelligenza altrui o di scarsità di intelligenza propria. O meglio, c’è anche un po’ di tutto questo perché la qualità degli attori sul palcoscenico è davvero scarsina. Ma ciò è secondario, in quanto l’altalena di affermazioni e smentite risponde a una precisa strategia che cerco di spiegare con un’immagine solo in apparenza banale: è la strategia del filo di ferro.

Nova et Vetera Pubblica una risposta multilingue al cardinale Kasper

Rorate Caeli rivela [qui]. Non posso non sottolineare una delle contraddizioni di questa nostra temperie ecclesiale. Il Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gerhard Ludwig Müller, sotto citato, in questo caso ha una posizione ineccepibile sulla morale. Ma la sua morale è fondata su una verità storicista, che gli fa dichiarare eretici tutti coloro che non accettano pedissequamente l'idolo concilio perché insistono su alcuni ineludibili distinguo, a tutt'oggi da nessuno confutati se non a suon di slogan. Dunque, di quale verità stiamo parlando? Non dimentichiamo che è la morale che si fonda sulla verità, non viceversa...

Nova et Vetera pubblica una risposta multilingue al cardinale Kasper
- E una rivelazione esplosiva sul prossimo Sinodo -

Da fonte affidabile: in Germania un certo vescovo si è preoccupato sull'orientamento che stanno prendendo i preparativi per l'imminente Sinodo straordinario dei Vescovi sulla famiglia. Si dice che il vescovo abbia affermato che i sostenitori delle proposte del cardinale Kasper hanno fatto passi (a quanto pare con successo) per limitare il coinvolgimento del Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Per capire perché alcuni stanno cercando di mettere ai margini il cardinale Müller, va  ricordato questo.

Nel frattempo, la Rivista Nova et Vetera ha pubblicato la risposta, alle proposte del cardinale Kasper, di otto teologi americani, sette di loro Domenicani, la maggior parte dei quali docenti alla Pontificia facoltà di teologia. La risposta, contemporaneamente pubblicata in inglese, tedesco, spagnolo, francese e italiano [qui], confuta in modo completo le innovazioni proposte dal cardinale Kasper, mostrando punto per punto come esse contraddicono la Tradizione perenne della Chiesa.

lunedì 21 luglio 2014

Diffida e ferma rettifica nei confronti di anonimi calunniatori di p. Serafino Lanzetta FI

Ave Maria!

Non posso esimermi dal rettificare le calunnie, che in questi giorni circolano sul web, sul conto di padre Serafino M. Lanzetta FI, un sacerdote e studioso profondo, attento e ben orientato. 

Egli già da diversi anni si è distinto per gli studi seri e appassionati [qui la sua relazione al Convegno sul Vaticano II del 2010; qui un resoconto dell'evento ricco di presenze illustri; qui gli Atti] e per le significative pubblicazioni che ne sono il frutto [qui] [qui]; ma anche per aver portato avanti, finché non l'hanno brutalmente rimosso [qui], una oasi luminosa nella Parrocchia di Ognissanti di Firenze, divenuta in pochi anni un Centro d'eccellenza, sia per la pastorale - rigorosamente biritualista ma esemplare - che come 'luogo' e fucina di incontri e attività anche di studiosi del versante tradizionale. 

Su un sito di incappucciati "normalisti" che (tutti nomi fittizi, nessuno si prende mai la briga di firmare con nome e cognome ciò che scrive), per una dichiarata ricerca di una sui generis “parcondicio” (come dice lì un tale “Claudio”), hanno iniziato ad attaccarlo sul lato personale e soprattutto in foro interno, leggendo le sue intenzioni, la sua volontà, quello che avrebbe inteso fare. Siccome tali tifosi del Kommissario attaccano chiunque difenda i Francescani dell'Immacolata (a cominciare da noi ed altri del versante della Tradizione), si permettono di infangare le persone con supposta neutralità elvetica, lasciando spazio a delatori qui più volte confutati. E lo fanno in modo subdolo e capzioso.[1]
Non si accorgono, però - o non vogliono farlo - di una differenza: loro non si fermano alle idee e ai fatti, ma si permettono di giudicare le intenzioni, la coscienza. Proprio loro che si definiscono seguaci fedelissimi di Papa Francesco.

domenica 20 luglio 2014

Patriarcato Caldeo : " Salvate i cristiani di Mosul ". Case contrassegnate e requisite

Aggiornamento 21 luglio: Sempre da Messa in Latino [qui], il Papa dopo l'Angelus di ieri: "A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera".

Leggo su Messa in Latino, che riprende Imola oggi [qui] e l'Ansa [qui] perché non si può rimanere in silenzio. Pregare. Ma anche esercitare la propria autorità per esigere giustizia, nella reciprocità, senza non più tollerabili calamenti di braghe e salamelecchi unilaterali. Una comunità cristiana quasi completamente estinta dopo 2000 anni. E non è la sola...

19 luglio – “ Tutti coloro che hanno un potere in Iraq e nel mondo intervengano per salvare i cristiani di Mosul, depredati e scacciati dalla città ”.
È l’appello lanciato da Shlemon Warduni, vice patriarca della Chiesa caldea in Iraq, in risposta alle misure che lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil), che il 9 giugno ha preso il controllo di Mosul, sta adottando nei confronti della comunità cristiana locale.
Nei confronti di questa minoranza, è stato diffuso oggi un nuovo ordine di lasciare la città.

Edificio cristiano espropriato
Qualche giorno fa, i miliziani dell’Isil hanno segnato tutte le case dei cristiani con la lettera araba ‘N’, che sta per ‘nasrani’, ossia ‘cristiano’ (plur. nasara), e con la scritta “Proprietà immobiliare dello Stato islamico”. (1)
Inoltre, i commercianti sono stati messi in guardia dal distribuire ai cristiani le razioni alimentari sovvenzionate dal governo e lo stesso è capitato ai distributori di energia elettrica.
“L’Isil ha invitato ieri con una lettera ufficiale tutti i rappresentanti della comunità cristiana a partecipare a una riunione per organizzare la questione degli alloggi in città”, racconta il patriarca Warduni ad Aki-Adnkronos International. “Tuttavia – prosegue – la lettera è arrivata tardi ad alcuni di loro, mentre altri hanno preferito non presentarsi per paura di quel che li aspettava e di conseguenza nessuno ha risposto a questo invito”. “Alla fine, questa mattina l’Isil ha annunciato attraverso i megafoni delle moschee che i cristiani devono lasciare la città, oppure pagare la jizya (ossia la tassa di ‘protezione’, ndr) oppure diventare musulmani”, racconta Warduni. “Quando i cristiani hanno iniziato ad uscire di casa, gli elementi dell’Isil li hanno fermati e derubati di ogni cosa, soldi, oggetti preziosi e anche le automobili, costringendoli a lasciare la città a piedi”, aggiunge.

Mentre il Vaticano ai musulmani: “felicitazioni ed i migliori auguri per il ramadan” (Fonte VIS 18 luglio 2014) [qui]. (2)

Una donna rettore in una Università pontificia

Leggo su Vatican Insider [qui]. Non credo che tutto debba esser per forza ricondotto a Jorge Mario Bergoglio. Certamente i tempi erano maturi ed è accaduto che la prima donna donna professore stabile presso la facoltà di Teologia della Pontificia università Antonianum, l’ateneo romano dei francescani, sia anche la prima donna chiamata ad assumere l’incarico di decano, equivalente al titolo di preside, e ora, rettore di quella università pontificia della città eterna. 
La francescana Mary Melone, grande esperta di sant’Antonio da Padova, è stata nominata ai vertici dell’ateneo dalla congregazione per l’Educazione cattolica guidata dal cardinale Zenon Grocholewski per il triennio 2014-2017. 
Bella e condivisibile la dichiarazione sotto-riportata. Certo, c'è da conoscere altro, che al momento non conosco, ma quel che leggo qui mi piace. E non per solidarietà femminile. 
Invece di pubblicare lo spezzone di Vatican Insider, riprendo l'intera risposta contenuta nell'intervista de L'Osservatore Romano del 2011 [qui]

[...] Teologia al femminile: aveva senso, ha senso, avrà senso? Il tempo di «Colei che è», il saggio di Elizabeth Johnson che, per la prima volta, affrontava in modo radicale il problema del discorso su Dio in un linguaggio inclusivo, è passato? Oggi è meglio parlare di teologia tout court?
Non sono per questo tipo di etichette, teologia al femminile. E soprattutto non sono per le contrapposizioni, pur non ignorando che forse in passato c’è stato motivo per la contrapposizione. Forse anche nel presente, non lo so. Sicuramente lo spazio alle donne deve essere maggiormente garantito. Parlare di teologia al femminile non risponde proprio alla mia visione: c’è solo la teologia. La teologia come ricerca, come sguardo rivolto al mistero, come riflessione su questo mistero. Ma proprio perché tale va fatta con sensibilità diverse, questo sì. Il modo di accostarsi al mistero, il modo con cui una donna riflette su questo mistero che si dà, che si rivela, è sicuramente diverso da quello di un uomo. Ma non per contrapposizione. Io credo nella teologia, e credo che la teologia fatta da una donna sia propria di una donna. Diversa, ma senza la rivendicazione. Altrimenti mi sembra quasi di strumentalizzare la teologia, che invece è un campo che richiede l’onestà di chi si mette di fronte al mistero.

sabato 19 luglio 2014

Insieme chiesa, moschea e sinagoga: Berlino abbatte un altro muro

Aggiornamento: aggiungo, in fondo, il commento di un lettore, che è bene estrarre dalla discussione e portare all'attenzione di tutti.

La notizia è dei giorni scorsi ed è riportata dal Corriere della Sera [qui]. Il fatto che questa ibrida "Casa" sia detta di un definito Uno, non cambia la realtà che si tratti di un unidentified object, perché quella che religioni monoteiste adorino un unico dio è solo una leggenda metropolitana, anche se raccontata persino da cattedre illustri [qui].
«Sarà il luogo di meditazione aperto a tutti di «The House of One» che sorgerà sopra i resti di ben 5 chiese: la più antica risale al 1200».
Il fatto che l'ibrido nasca sui resti di ben 5 chiese, ci fa dire che l'abominio della desolazione, se non è ancora nel Luogo Santo (ma chissà?), sarà tra breve - visto che il progetto sembra nascere con i migliori auspici - in un un luogo già e non più santo. Riproduco solo una parte del testo. Il resto può esser letto dal link.
Neppure ci può più meravigliare che l'architetto designato la consideri «un’idea coraggiosa che ci ha subito incuriosito e appassionato». I principali promotori sono un rabbino e un imam, sull'idea di un pastore evangelico. L'Europa ha rifiutato le radici giudeo cristiane (in realtà sono anche greco-romane) della propria civiltà. Ma sembra non disdegnare che i nuovi forgiatori della cultura europea, la perseguano sul presupposto che sia improntata alle tre religioni monoteiste implicate, anch'essa in una proclamata - infatti risulta solo dal loro dire - ma non dimostrata 'continuità'.
E, con l'aria che tira, possiamo prevedere anche il plauso di cosiddetti pastori di non si sa più di quali pecore. Qui più che i muri vengono abbattuti i pilastri: quelli della salvezza vera, una volta percosso il pilastro, la roccia... Ma non praevalebunt! (Maria Guarini)

Cristiani, ebrei e musulmani pregheranno un giorno sotto lo stesso tetto qui nella Fischerinsel, la parte finale dell’Isola dei Musei, alle spalle dell’Unter den Linden. Tanto tempo fa questa era Cölln, insediamento medievale che fu unito a Berlino nel Settecento. Se la città potesse parlare, racconterebbe quindi un percorso di secoli. Ma non si fermerebbe a riflettere, per paura di rendere meno veloce il cambiamento. Appare quasi strano, adesso, che l’Utopia voglia prendere domicilio proprio in quest’area un po’ desolata, dove i tedeschi dell’Est coprirono di cemento, trasformandole in un parcheggio, le rovine della Petrikirche, distrutta dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale. La storia non si misura, però, con gli occhi di un passante frettoloso. In effetti non sembra un luogo adatto per sognare questo spazio incorniciato da squadrati condomini ex socialisti (dove ha abitato anche il leggendario Markus Wolf, «numero uno» della Stasi, la terribile polizia segreta tedesco-orientale) che una mano di bianco accecante tenta ora di fare convivere con la modernità. Veramente vicino — non in modo ingannevole, come spesso accade — il Fernsehturm, la torre di Alexanderplatz. [...]

venerdì 18 luglio 2014

Vescovo di Treviri: l'omosessualità non deve essere "curata"

Aggiornamento: adesso, raggiungendo il testo dal link sotto riportato, è cambiata l'immagine; ma non la sostanza! Che ci sia la foto del vescovo in clergyman ad appoggiare l'eresia è solo somma ipocrisia.
Con la foto a sinistra - inequivocabile emblema del mondo del genere assurto a sistema - Radio Vaticana riprende le esternazioni eterodosse del vescovo di Treviri [qui]. E purtroppo non è una novità. Non è una novità per la sezione tedesca di RV che già ai tempi di Benedetto XVI aveva una linea redazionale discutibile, e non lo è per quel vescovo. Complice l'usuale intervista, dal momento che la cattedra mediatica è purtroppo quella ormai usata e abusata. Con  tutte le conseguenze negative più volte evidenziate.
Riprendo da un intervento di Luisa.
Mons. Ackermann è uno dei più impegnati a sovvertire la morale cattolica, che abbia detto quelle parole alla comunità lgbt è in linea con ciò che ha già detto nel passato. Questo il suo pensiero:
“non potendo cambiare completamente la dottrina della chiesa”, sarebbe opportuno “avviare un cambiamento profondo della morale cattolica, adeguandola ai tempi correnti”.

La casa costruita sulla sabbia

La nostra apprensione aumenta, diletti figli, per il fatto che la minimizzazione del ruolo dell'intelligenza nella conversione dell'individuo, viene accompagnata da molta enfasi sul fattore emotivo. Lasciatemi dire subito che questo non era l'insegnamento del nostro  Signore Gesù Cristo, trasmesso  nella Tradizione della Chiesa, e contenuto nel magistero ecclesiastico. Infatti, la Chiesa ha sempre temuto riguardo alle conversioni non su base solida non fermamente fondate su principi accettati dall’intelletto che possano dare fermezza alla volontà di combattere passioni sregolate, e nella sequela del Divin Maestro. 

Ciò non significa che la Chiesa si sia accontentata o si accontenti della mera accettazione intellettuale delle verità rivelate. No. Essa vuole che la fede operi per amore, come dice S. Paolo (Gal. 5,6). In altre parole: essa vuole che il fedele viva secondo la sua fede, abbia nel suo sentire, una fede viva. Il fondamento, però, di questa fede, nella quale si radica l’adesione a Gesù Cristo vivo, è l'accettazione da parte dell’intelletto, della Rivelazione, e, in primo luogo, del fatto che Gesù Cristo è veramente il Figlio di Dio fatto uomo, i cui insegnamenti devono essere ascoltati e rispettati, come condizione preliminare per piacere a Dio e salvare la propria anima, perché senza questa fede "è impossibile piacere a Dio" (Eb, 11,6, il Vaticano I, s. 3, c. 3). 

Né ciò significa che la Chiesa disprezzi la parte sensibile della natura umana. Essa non disprezza. Piuttosto, ama con l'amore con cui Gesù Cristo ha assunto la nostra natura. Vuole, però, che essa mantenga il suo posto nella gerarchia degli elementi che costituiscono la natura umana, cioè a servizio delle convinzioni fondate sulle verità rivelate. Così si potrà aiutare l’apostolato, altrimenti quando si prende l’iniziativa, le proprie opere possono essere paragonate alle case costruite sulla sabbia, che dice la Scrittura non possono resistere alle tempeste. Immaginate un fedele entusiasta della sua grazia, che viene improvvisamente sottoposto a una prova di aridità spirituale. Se tutta la sua formazione è basata sulla gioia e l'entusiasmo, resisterà alla prova? 
(Mons. Antonio de Castro Mayer, Lettera Pastorale su Cursillos de Cristianidad, Ed Vera Cruz, 1973, p.47-51) -  [Fonte]

mercoledì 16 luglio 2014

Il Papa, Scalfari e Mao Tse Tung.

Mi ero ripromessa di non inseguire la cronaca, per evitare l'effetto tsunami dell'insostenibile rimbalzare di dati sconcertanti e puntare all'essenziale. E infatti oggi ho pubblicato i due articoli su Virion, da un lettore definiti tosti - e lo sono realmente-, da soppesare e analizzare insieme a quanto già sedimentato nei giorni scorsi anche sull'onda degli scritti di de Mattei, per ripartire da lì. Ma ora essi risultano sommersi da queste due ultime segnalazioni.
Vi invito a tornarci sopra, dopo aver registrato quanto riportato di seguito, dall'articolo del vigile Tosatti [qui], innescato dall'infaticabile Raffaella... Comprensibile che ci sia chi ha deciso di tacere, tirando i remi in barca. Umanamente è una mission impossible. Solo che non ci fermiamo all'umano. Il nostro sguardo e il nostro cuore è nel Signore: Unico Padrone della Vigna, calpestata ma in attesa di rifiorire e dare il suo frutto: il vino buono, quello ἐν ἀρχῇ che il Signore fa mescere, dono Suo del nuovo inizio, dall'acqua della purificazione.

Il Blog di Raffaella segnala che è ricomparsa sul sito del vaticano il colloquio/intervista – il primo – di Eugenio Scalfari al Papa. Il testo era stato rimosso, dopo la smentita di padre Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, e l’articolo di Antonio Socci in cui si affermava che papa Francesco era pentito di aver rilasciato l’intervista [Vedi qui] .
Adesso, come segnala il Blog di Raffaella, l’intervista è tornata sul sito  Vaticano [qui], intitolata: Intervista di Papa Francesco con il fondatore di Repubblica. Proprio mentre ancora si discute sull’ultima intervista, e sulle smentite puntualmente emesse da padre Lombardi.
Che pensare?
Boh!
Vi ricordate Mao Tse Tung? “Grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente”.

Il Card. Brandmüller replica a Scalfari-Bergoglio sul celibato ecclesiastico

Il testo dell'articolo è leggibile solo per gli abbonati; ma dall'immagine si deduce quanto basta... Sono molto grata alla segnalazione di un lettore. Ora potete leggerlo o salvarlo da [qui].

PIERRE VIRION “Mysterium iniquitatis”. Invito alla lettura

Preci Leonine
Clicca per ingrandire
Oggi doppia razione. Da Si si No no, la recensione dello stesso volume di Virion di cui ho pubblicato l'Introduzione di don Curzio. Interessante, perché contiene molti precisi riferimenti a papa Bergoglio.

Pierre Virion (1898-1988) nel 1967 ha editato in francese (Parigi, Téqui) un libro molto interessante intitolato Mysterium iniquitatis. La casa editrice Effedieffe lo pubblica ora in italiano, data la sua estrema attualità nonostante i suoi 46 anni d’età.

In tale libro  Virion spiega che la crisi religiosa, la quale travaglia gli uomini di Chiesa non deve portare i fedeli al pessimismo e allo scoraggiamento. Infatti come Gesù “solo la Chiesa ha parole di vita eterna” essendo essa il Corpo Mistico di Cristo. Quindi non dobbiamo temere e disanimarci: alla fine la Chiesa di Cristo risorgerà come Gesù risuscitò dal Sepolcro. La situazione ecclesiale odierna è desolante, ma non disperata. Per il cristianesimo non esiste la disperazione, vi è la desolazione del Gòlgota, del Sabato Santo e del Sepolcro, alla quale segue immancabilmente la gloria e il trionfo della Pasqua di Risurrezione. Come Cristo la Chiesa non muore, può sembrar morta, ma non lo è anche se viene fatta seppellire dai Sommi Sacerdoti, anzi più ci si avvicina alla fine apparente e più si è prossimi alla Risurrezione reale.

Pierre Virion. “Mysterium iniquitatis”. Introduzione di Don Curzio Nitoglia

Ricevo, da parte di don Curzio Nitoglia, e volentieri pubblico la sua Introduzione a Mysterium iniquitatis, un testo di Pierre Virion (1898-1988) già edito in francese (Parigi, Téqui) nel 1967, pubblicato ora in italiano dalla casa editrice Effedieffe, data la sua estrema attualità nonostante i 46 anni d’età.

 “Voi conoscete Colui che lo trattiene, di modo che egli si manifesterà al suo preciso momento. Infatti il Mistero d’Iniquità già opera internamente. Solo quando Colui che ora lo trattiene verrà tolto di mezzo, allora l’uomo d’iniquità si manifesterà, ma il Signore Gesù lo ucciderà con un soffio della sua bocca” (II Tessalonicesi, II, 6-7).
Pierre Virion (1898-1988) è stato - assieme a Léon de Poncins (1897-1976) e a Jacques Ploncard d’Assac (1910-2005) - uno dei grandi autori cattolici antisovversivi francesi, che hanno studiato (a partire dai primi decenni del Novecento sino al Concilio Vaticano II e post-concilio) il problema della “contro-chiesa”, ossia il complotto della Sovversione contro la Società civile cristiana e la Chiesa di Cristo [1].
Virion è nato nel 1898 ed è morto a novant’anni nel 1988 a Bernay nell’Eure. Ha studiato e si è addottorato in Diritto e in Storia in Francia, ha soggiornato a Roma ed è stato intimo amico del cardinal Alfredo Ottaviani († 1979). Sin dal 1930 ha collaborato con mons. Ernest Jouin alla Revue Internationale des Societés Secrètes.

martedì 15 luglio 2014

Concilio reale, virtuale e ermeneutica taroccata

Roberto de Mattei ha scritto un recente articolo su Il Foglio [qui], nel quale ripropone un'aggiornata Summa del nostro ormai pluridecennale excursus sull'evolversi della situazione ecclesiale alla luce del Concilio Vaticano II e della sua ermeneutica applicata e non, sfociata in una arbitraria e paradossale dogmatizzazione dell'ultima Assise conciliare, assurta a mito, le cui finalità erano invece de-dogmatizzanti.

L'analisi parte dai recenti nodi sulla famiglia, annessi e connessi, che investono l'etica e, in definitiva la perdita del suo fondamento nella Verità non più richiamato perché di fatto rinnegato; il che la scioglie da ogni vincolo normativo per immergerla nel contesto storico-culturale, ovvero nell’etica della situazione.

Si torna a parlare - con significative puntualizzazioni - del concilio, del paraconcilio e del tentativo di Ratzinger di porre rimedio ad un supposto "tradimento" del concilio stesso. Fu lo stesso de Lubac a riconoscere che, in realtà, il cosiddetto concilio mediatico ha di fatto influenzato temi quali il primato pontificio e il rapporto della Chiesa con il mondo. Significativi i richiami all'influsso dei soliti noti novatori inopinatamente protagonisti dell'Assise (Chenu, Congar, Rahner) insieme alle menate degli ideologi della scuola di Bologna ed all'azione di fronda dell'“Alleanza europea” (l'“Alleanza renana” del discorso del febbraio 2013 di Benedetto XVI). Interessanti i riferimenti ad aspettative dissolte riconosciute già all'epoca, in itinere, da altri protagonisti, come Henri de Lubac e Hans Urs von Balthazar, coinvolti, questi ultimi, nel tentativo di Joseph Ratzinger del 1972, di contrapporsi, attraverso la rivista internazionale Communio, a Concilium, su cui scrivevano e diffondevano le loro idee Karl Rahner, Yves Congar, Edward Schillebeeckx. De Mattei ricorda che fu von Balthazar a coniare, nel 1985, l'espressione ottimismo americano: l'ottimismo definito a priori da Bernard Dumont [qui] e l'ottimismo ingenuo di mons. Gherardini [1], ormai riconosciuto dagli analisti meno allineati. 

lunedì 14 luglio 2014

Un crescente senso d'incertezza

Benedetto sulla soglia,
anziché sul Soglio
Ringrazio Luisa per la segnalazione dal blog francese Benoit et moi, del testo che ho tradotto di seguito [qui]. Sentimenti e parole che ci accomunano.
Anch'io, come Béatrice, ritengo che il comportamento giusto non sia tanto il silenzio attonito degli allineati ormai spiazzati o quello impotente di coloro che ritengono tutto inutile, quanto un parlare rispettoso, ma coraggioso chiaro e fermo - senza inseguire e lasciarsi sommergere dalla cronaca incalzante - su ciò che davvero conta e che non può essere eluso senza tradire la Verità.
Mi colpisce quel "mi sento sempre meno coinvolto" di William Oddie, evidentemente perché la realtà contraddice ogni aspettativa. Invece è proprio in tempi oscuri come questo che il coinvolgimento aumenta, perché “Non possumus, non debemus, non volumus” tacere! E non c'è niente di più fedele al Papato di questo.
Ricordiamoci che niente è impossibile presso Dio: Euntes ibant et flebant portantes semina sua; venientes autem venient in exultatione portantes manipulos suos... anche se i tempi e i modi di quel venientes, li sa solo il Signore! 

Così si esprime l'Editorialista ed ex direttore del Catholic Herald, William Oddie*: Per mantenere l'unità della Chiesa, la fedeltà al Papa è ora meglio espressa nel silenzio. (12/07/2013)
In uno dei suoi ultimi scritti su Settimo Cielo, dal titolo "COSE DA PAZZI" [qui], Sandro Magister riporta il recente episodio di un "parroco di campagna" della diocesi di Novara, che ha avuto la sfortuna di scrivere (forse nel bollettino parrocchiale).

domenica 13 luglio 2014

Un parallelo interessante

Stralcio del più recente articolo di M. Blondet [qui], la parte che riguarda il commissariamento delle Francescane dell'Immacolata, inserito in una lettura metafisica, dall'orizzonte allargato, della storia recente. Da condividere.

Avanza il Dajjal. Nostro nemico comune
[...]
Se il wahabismo pare «duro», il cattolicesimo pare avviato ad una religione molle anzi liquida*, dove «l’incontro personale con Cristo» (tipico dei born again christians non-denominazionali, telepredicatori e loro seguaci) sostituisce tutto e basta a sé stesso. Ma questa liquefazione rivela poi straordinarie durezze, come dimostra la repressione interna dei supposti «tradizionalisti» scatenata nella nuova Chiesa «aperta». Come si è visto nel caso dei Francescani azzurri. 

Ho già accennato altrove alle idee di suor Fernanda Barbiero, la dorotea che è stata messa a commissariare («visitatrice») le suore francescane dell’Immacolata. Essa è una teologa, insegna alla Pontificia Università Urbaniana; come ha scoperto Corrispondenza Romana, ha scritto un testo rivelatore, La vita religiosa abita ancora la storia? sulla rivista delle medesima università, nel settembre e nell’ottobre 2005. A leggerlo, si capisce che cosa suor Barbiero è stata mandata a raddrizzare nelle povere francescane: la spiritualità. L’intimo rapporto con lo Sposo crocifisso. 

Qualche passo:
«Diversamente dal Concilio, che voleva un progetto pastorale per un mondo secolarizzato, la vita religiosa ha seguito un indirizzo di spiritualità parallela al mondo secolarizzato. Il richiamo a conoscere i segni dei tempi è stato tradito. La vita religiosa è passata attraverso un processo di spiritualizzazione e di clericalizzazione radicale. È urgente che i religiosi si accorgano che si sta passando dall’epoca dominata dall’idea dell’essere, all’epoca del fatto, del reale. La vita religiosa è sfidata dalla stessa storia a portare alle ultime conseguenze il senso dell’Incarnazione».

sabato 12 luglio 2014

Una lettura per l'estate

Continua l'interessante iniziativa di Riscossa cristiana [qui] delle risposte settimanali ai lettori di Alessandro Gnocchi. Riprendo quella di questa settimana [qui], che risponde ad una lettrice che chiede consiglio su un libro da portarsi in vacanza.

Cara Maria Luisa,

metto le mani avanti dichiarando fin dall’inizio che il libro di cui le voglio parlare è edito da Fede&Cultura nella collana “I libri del ritorno all’Ordine” ideata lo scorso anno da Mario Palmaro e dal sottoscritto. Però, prima di ritenere questo consiglio uno spot interessato, mi segua fino in fondo. Anzi, mi faccia avere un recapito e le farò mandare una copia gratuita: se poi non la deluderà, ne comprerà a sua volta una da regalare. Sto parlando di un’opera preziosa e deliziosa che si intitola “Quella cara vecchia pipa. Le piccole cose, le favole e la tradizione in Gilbert Keith Chesterton”.

L’autore, che ha la sventura di essere uno degli amici a cui voglio più bene e di cui apprezzo l’intelligenza inattuale e dunque sempre utilissima, ha il pregio di essere tra i pochissimi che parlano di Chesterton conoscendolo davvero, direi essendogli intimi. Un tratto raro in tempi in cui spuntano come funghetti velenosi piccoli chestertoniani improvvisati intenti a dimostrare che il vecchio GKC era uno che la pensava come loro e, solo per questo, aveva capito tutto.

Mons. Athanasius Schneider: sulla Santa Comunione e su un possibile scisma

Ne avevamo parlato in sintesi, al momento in cui era uscita l'intervista [qui]. Ora si dispone del testo comnpleto grazie a MiL [qui] e questa volta approfittiamo noi con gratitudine.

Mons. Scneider, Pontificale a West Grinstead nel Sussex
Intervista integrale rilasciata da S.E. Rev.ma Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria di Astana, a Sarah Atkinson, giornalista indipendente ed editore della rivista Mass of Ages (organo ufficiale della Latin Mass Society of England and Wales). 
Di questa intervista è stata pubblicata una sintesi sul sito Catholic Herald, e il testo integrale sul sito della stessa Latin Mass Society [qui].
Traduzione del testo integrale inglese, ad opera della Prof. Eva Fabbri Baroncini, di Bologna.

MONS. SCHNEIDER: Per quanto riguarda la mia esperienza e la mia conoscenza, la ferita più grande nella crisi attuale della Chiesa è la ferita Eucaristica; gli abusi del Santissimo Sacramento.
Molta gente riceve la Santa Comunione in un oggettivo stato di peccato mortale… Questo si sta diffondendo nella Chiesa, specialmente nel mondo occidentale in cui la gente raramente si accosta alla Santa Comunione con una preparazione sufficiente.
Certa gente che si accosta alla Santa Comunione vive situazioni di moralità irregolare, che non corrispondono al Vangelo. Senza essere sposati, si accostano alla Santa Comunione. Può darsi il caso che siano divorziati e che vivano in un nuovo matrimonio, un matrimonio civile, e ciononostante si accostano alla Santa Comunione. Penso che questa sia una situazione molto, molto grave.
C’è anche la questione dell’oggettiva irriguardosa accoglienza della Santa Comunione. La cosiddetta nuova, moderna maniera di ricevere la Santa Comunione direttamente in mano è molto grave perché espone Cristo ad essere trattato in un modo enormemente banale.

venerdì 11 luglio 2014

Messa antica a San Remo: il nuovo Vescovo mons. Suetta assiste alla celebrazione.

Riprendo da Messa in Latino [qui], felice per la notizia e per aver ritrovato Enrico che non scriveva da tempo. 
Ad maiora, per San Remo e per tutti noi. Ho uno splendido ricordo di quella diocesi, dove, anni fa, sono stata chiamata a tenere un incontro di aggiornamento per catechisti.

Come forse alcuni ricorderanno, questo sito nacque originariamente in reazione a 'soprusi episcopali' subiti sia in sede di prima applicazione del motu proprio Summorum Pontificum, sia negli anni seguenti. 
Constatammo in prima persona, e non senza stupore, come la questione della liturgia antica generasse un'avversione irrazionale ed emotiva, in particolare presso quei chierici di un certa età cresciuti col mito adolescenzial-puerile della Primavera del Concilio: tutto quel che era nuovo, era bello e liberatorio, ed il vecchio una zavorra dalla quale emanciparsi con 'fede adulta'.

La “querelle” sulla validità dei Sacramenti dopo il Concilio

Una querelle sulla validità dei Sacramenti agita una parte del mondo cattolico dopo la promulgazione del nuovo Pontificale Romano nel 1968. Alcuni ritengono che dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965), il quale, sotto pretesto pastorale, si è allontanato oggettivamente dalla Tradizione apostolica[1] e, dopo il Novus Ordo Missae (1969), che quanto al rito si è distaccato dalla Messa di Tradizione apostolica[2] canonizzata nel 1570 da S. Pio V[3], quasi tutti i Sacramenti (specialmente l’Ordine e la Cresima) conferiti siano invalidi per difetto di forma, materia o intenzione. Ora è un fatto che il rito della Nuova Messa è “nocivo alle anime”[4], ma è parimenti un fatto che ha conservato la sostanza della forma consacratoria: “Questo è il mio corpo” e “Questo è il mio sangue”[5]. Quindi la forma di consacrazione dell’Eucarestia nella Nuova Messa in sé è valida, anche se il rito che circonda la sostanza del Sacramento dell’Eucarestia è nocivo[6]. Se si studia la materia, la forma e l’intenzione dei Sacramenti ritenuti dubbi o certamente invalidi dopo il 1968 (specialmente Sacerdozio/ Episcopato e Cresima) si arriva alla medesima conclusione: la sostanza resta[7].

giovedì 10 luglio 2014

TEXAS, EVENTO UNICO: PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA L'EUCARISTIA IN PARLAMENTO

Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, l’Eucaristia è entrata in una sede di governo. È accaduto domenica 22 giugno, Festa del Corpus Domini, ad Austin capitale dello Stato nordamericano del Texas. Dopo la Messa celebrata alle 9,30, dalla cattedrale di Santa Maria, l’annuale processione voluta da “Divine Mercy for America Campaign” ‒ l’organizzazione che si occupa di diffondere negli Stati Uniti la devozione alla Divina Misericordia, propagata nel mondo da santa Faustina Kowalska (1905-1938) ‒, con l’intento esplicito di operare per la ricristianizzazione del Paese, è entrata nella sede del parlamento. È stata la prima volta perché gli anni scorsi la processione si fermava ai gradini dell’edificio. Una novità decisiva per il Paese nordamericano, una novità colma di speranza c he segna un precedente unico ma altamente “vincolante”. [Fonte: Il Timone by MiL]

mercoledì 9 luglio 2014

Francescani dell’Immacolata: Il Commissario Volpi liquida il diritto della Chiesa

La ragione per cui riprendo questo articolo da Corrispondenza Romana [qui] è nelle conclusioni: "Ancora una volta (e temiamo che non sarà l’ultima) la vicenda dei Francescani dell’Immacolata è fedele cartina di tornasole del grado di profondità raggiunto dalla crisi della Chiesa, crisi di cui l’eclissi del diritto è parte integrante tutt’altro che secondaria".
Dunque, non entriamo nella ragioni del commissariamento; il che non ci compete. Continuiamo ad occuparci e preoccuparci delle patenti violazione dei diritti di frati e fedeli: sospensione della Liturgia Antica - che non accenna a rientrare - arbitraria sia perché basata su un presupposto falso, sia perché viola una legge universale come il Summorum ed ora quello che appare come l'altrettanto arbitrario oltrepassamento delle Costituzioni dell'Ordine.

Il 1° luglio scorso è uscita la seguente «Nota Ufficiale dell’Autorità dell’Istituto», a duplice firma del Segretario Generale, Padre Alfonso Maria Bruno F.I., e del Commissario Apostolico, Padre Fidenzio Volpi O.M.F. Capp., dei Frati Francescani dell’Immacolata:
«In considerazione di alcuni gravi abusi, che hanno nuociuto all’immagine ed alla stessa corretta vita religiosa dell’Istituto, si ricorda ai responsabili di tutte le Case Mariane che l’allontanamento, anche per brevi periodi, dei Religiosi ad esse assegnati può avvenire soltanto previa espressa autorizzazione scritta rilasciata dalla rispettiva Delegazione nazionale se il viaggio avviene nel suo ambito, oppure del Commissario Apostolico nel caso ci si rechi all’estero.
Queste disposizioni si applicano anche ai Reverendi Padri Guardiani e ai Vicari Responsabili.
A costoro è richiesta l’affissione di questa nota nell’albo di ogni Casa Mariana, la sua lettura alla Comunità e la puntuale esecuzione di quanto in essa disposto.
Roma,1 luglio 2014»
Ci sentiamo di sostenere che questa Nota rappresenta un ulteriore passo verso la degiuridizzazione della Chiesa. L’affermazione può apparire grave e sproporzionata, ma cercheremo di dimostrare come il valore del documento in parola vada decisamente oltre le vicende dell’Istituto fondato da Padre Stefano Manelli.