Pagine fisse in evidenza

martedì 31 marzo 2020

Ue, Meloni: Italia non chiede nessuna elemosina. Noi rivogliamo indietro quello che è nostro.

Ben più dignitosa la dichiarazione sotto riportata di Giorgia Meloni, rispetto alla lettera aperta di sindaci e governatori italiani, prevalentemente del centrosinistra, inviata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei più grandi quotidiani della Germania, per parlare direttamente agli "amici tedeschi", invitandoli a schierarsi, davanti all'epidemia di Covid-19, con i "grandi Paesi dell'Ue" e non al seguito di "piccoli egoismi nazionali".
Approfitto di questo articolo per convogliare nella discussione tutti gli svariati commenti, già arrivati sulla grave crisi che stiamo vivendo nella pagina dell'intervista a Mons. Viganò, per non far perdere efficacia all'interessante e fruttuoso dibattito in quella sede riguardante un ambito altrettanto denso di nubi, di incognite, ma anche di impegno e di Speranza cristiana.
L’Europa sta già entrando in crisi. Io spero chiaramente che si ravveda e che le cose da qui ai prossimi giorni cambino. Ma ci dobbiamo dire la verità: le crisi tirano fuori la vera natura delle cose e delle persone e con questa crisi è stato palese a tutti, anche agli “euroinomani” più incalliti, che così questa Unione non può funzionare. È un’Ue a uso e consumo di alcune Nazioni, nella quale non esistono le parole solidarietà e condivisione e in cui c’è qualcuno che si arricchisce sulla pelle di tutti gli altri e vuole continuare a farlo bellamente. 
Tentano di farci passare per quelli che chiedono aiuti o elemosina alla Germania ma noi non stiamo chiedendo nulla a nessuno: noi rivogliamo indietro quello che è nostro, i nostri soldi e che finisca questa truffa per cui qualcuno si arricchisce sulla nostra pelle e ce lo fa anche pagare”.
Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in diretta a “Non Stop News”, programma di approfondimento politico condotto da Pierluigi Diaco, Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi in onda su RTL 102.5 e in contemporanea sui canali 36 del digitale terrestre e 736 di Sky. [Fonte]

La volontà di Dio e la permissione del male. Su Coronavirus e dintorni

Video catechesi di P. Serafino M. Lanzetta su Radio Buon Consiglio, tenuta il 30 marzo 2020.

Dio è causa della malattia, della sofferenza o della morte? Dio è responsabile del male morale che devasta le coscienze? Qual è dunque il giusto rapporto tra Dio è il mistero del male, così da dare una chiara risposta anche al problema presente della pandemia causata dal Coronavirus. Se Dio è tenuto fuori da tutto ciò che accade, al fine di "salvaguardare" la sua innocenza e per non lasciare che gli uomini inveiscano contro di Lui, o, se per giustificare la sua presenza in situazioni dolorose lo si lascia soffrire con noi e come noi, allora chi ci libera dalla sofferenza? La scienza e la tecnologia che ormai si sono sostituite alla fede e alla teologia. Questo però provoca un mondo (e una Chiesa) ancora più secolarizzati e non amici dell'uomo.

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Domani 1 aprile, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 7:00am (ora locale) a Roma e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Questo mese preghiamo specialmente per la fine dell'epidemia del coronavirus.
Chi vuol seguire in streaming può iscriversi qui
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni, ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ».
Alle intenzioni sotto elencate, aggiungiamo la richiesta di protezione dalle forze oscure - ed anche dalla recente pandemia - che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese, l'Europa e il mondo intero. Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 152.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

lunedì 30 marzo 2020

L'arcivescovo Carlo Maria Viganò su COVID-19 e la mano di Dio

The Remnant pubblica una importante intervista dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò sulla situazione della Chiesa, il coronavirus, e il rapporto fra questa pandemia e lo stato del mondo e della fede cristiana. Di seguito il testo italiano fatto pervenire dallo stesso mons. Viganò.

L'arcivescovo C.M.Viganò su COVID-19 e la mano di Dio

Eccellenza, con quale sguardo il cristiano deve valutare la pandemia del Covid-19?
La pandemia del Coronavirus, come tutte le malattie e la stessa morte, sono una conseguenza del Peccato Originale. La colpa di Adamo, capo del genere umano, ha privato lui e i suoi discendenti non solo della Grazia, ma anche di tutti quei doni che Dio gli aveva dato alla Creazione. Da quel momento la malattia e la morte sono entrate nel mondo, quale punizione per aver disobbedito a Dio. La Redenzione annunciata nel Protoevangelo (Genesi 3), profetizzata nell’Antico Testamento e portata a compimento con l’Incarnazione, la Passione, la Morte e la Risurrezione di Nostro Signore ha riscattato dalla dannazione eterna Adamo e la sua discendenza, ma ha lasciato che le sue conseguenze rimanessero come marchio dell’antica caduta, e fossero definitivamente ripristinate solo alla Resurrezione della carne, che noi professiamo nel Credo, e che avverrà prima del Giudizio universale. Questo va ricordato, specialmente in un momento in cui i principi basilari del Catechismo sono ignorati o negati. Il Cattolico sa che la malattia, e quindi anche le epidemie, la sofferenza, la privazione dei propri cari, devono essere accettate con fede e umiltà anche in espiazione dei nostri peccati personali. Grazie alla Comunione dei Santi – tramite la quale i meriti di ogni battezzato si comunicano anche agli altri membri della Chiesa – possiamo offrire tali prove anche per il perdono dei peccati altrui, per la conversione di chi non crede, per abbreviare la purificazione delle anime sante del Purgatorio. Una sventura come il Covid-19 può anche essere occasione preziosa per crescere nella Fede e nella Carità operosa. Come si vede, limitarsi all’aspetto meramente clinico della malattia – che ovviamente va combattuta e guarita – toglie ogni dimensione trascendente alla nostra vita, privandola di quello sguardo soprannaturale senza il quale è inevitabile chiudersi in un sordo egoismo senza speranza.

Il castigo provvidenziale che ci salva

Se quanto stiamo vivendo rientra nell’alveo degli ammonimenti divini, viene chiamato in causa il nostro peccato, il peccato nella Chiesa. L'intervento di Mons. Nicola Bux ci aiuta a rispondere alla domanda di senso che l’angosciante pandemia ci spinge inesorabilmente a porci. La chiave di volta del discorso sull'uomo è il confine della sua libertà da cercare nella verità inscritta nel suo cuore e nel diritto naturale. 

Il castigo provvidenziale che ci salva

Limite
Nell’aggravarsi della crisi della civiltà occidentale, si erge il grande interrogativo: Cos’è l’uomo di fronte alla presunzione di superare il proprio stesso limite, combinando le armi della scienza e del diritto? Appare evidente come la chiave di volta del discorso sull’uomo è il confine della sua libertà. Un confine da non circoscrivere all’ambito della fede, ma da ricercare – secondo l’invito di Pascal a vivere “come se Dio esistesse”, rilanciato da Ratzinger ai non credenti – nella verità iscritta nel cuore di ogni uomo e nelle leggi immutabili del diritto naturale. Difendere la persona e la sua autentica libertà, è un imperativo categorico per chiunque abbia a cuore le sorti dell’Occidente e dell’umanità (cfr C.Ruini-G.Quagliariello, Un’altra libertà. Contro i nuovi profeti del paradiso in terra, Rubbettino, Soveria Mannelli 2020, p.7-9).

domenica 29 marzo 2020

Piazza San Pietro 27 marzo

Parce Domine, parce populo tuo. Due segnalazioni di lettori. Io non ho assistito alla cerimonia e non aggiungo nulla. Mi limito a inserire alcune immagini in fondo, che val la pena ingrandire per visualizzarle in tutta la loro drammatica desolazione, pur nella solennità che appartiene al luogo. Guardate, in particolare, l'ultima che mostra sullo sfondo la Cattedra di Pietro immersa in una luce crepuscolare.

Un gesto che va oltre le parole dette e non dette.
Ieri sera (l'altra sera 27 marzo), in una piazza San Pietro non spettrale, come han detto in molti, ma invece restituita agli antichi silenzi che conobbe quando altro non era che l’Ager Vaticanus in cui Pietro trovò la morte e la sepoltura, il suo successore ha pregato da solo e benedetto la città di cui è vescovo e il mondo in cui vicarialmente guida, per un segmento di storia, il gregge di Cristo. Abbiamo sentito il rumore dei passi sotto la navata della grande basilica, il ticchettare della pioggia sul sagrato, qualche sirena in lontananza e il singhiozzo triste dei gabbiani. E le preghiere del Vicario. Mute e recitate a voce. Lo abbiamo visto contemplare il Santissimo, brandirlo e benedirvi ogni uomo e ogni donna. Ci basta. E non daremo peso a quel che è stato detto o non detto al di là della preghiera. Non c’importa se Bergoglio ha affermato che questo “Non è il tempo del giudizio di Dio ma del giudizio dell’uomo”. L’uomo non ha giudizio o buon senso: non impara dai suoi errori. Per questo il Signore pedagogicamente lo colpisce; non c’importa se il suo “Nessuno si salva da solo” evocasse scenari solidaristici invece che un abbandonarsi all’infinita misericordia di Dio che, giudice ingiudicabile, ci sta percuotendo con la sua mano perché scarsi ci ha trovati sulla bilancia. E neppure ci importa che abbia accennato a un “pianeta malato”. Il pianeta gode di ottima salute. La natura ha le sue leggi, dimentiche di noi e della nostra perduta signoria. La natura sta bene. Siamo noi malati. Nello spirito e ora anche nel corpo. E, infine neppure ci importa che Bergoglio non abbia chiesto perdono a Dio per le mancanze e le infedeltà della Chiesa. Non quelle commesse secoli fa. Ma quelle presenti, attuali, ancora praticate e iterate con superbia cieca.
La concessione dell'indulgenza planaria - che avviene ipso facto con la benedizione - è stata annunciata con la solita formula, appena ritoccata, perché non erano presenti fedeli ma solo spettatori connessi con i media più diversi. Sì è accennato anche a chi, solo con il desiderio - gli ammalati, è ovvio - avrebbero voluto vedere e ascoltare. (Biagio Buonomo)

La tristezza
Alla fine ho dato uno sguardo alle immagini anch'io. Gli elementi principali sono una buona fotografia, le luci ben messe, un'atmosfera adatta. Quel po' di tradizionale per i tradizionali, quel po' di sentimentale per i modernisti. L'omelia in forma di poesia, la solennità, la tristezza di fondo. Le preghiere che vanno bene un po' per tutti. Poi l'indulgenza, senza formula, che però vale lo stesso perché una benedizione è stata data, forse, non si sa. Diciamo che alla fine non era l'indulgenza l'obbiettivo e infatti non se ne parla più. L'omelia in forma di poesia, un po' teologica un po' da bar con quel "siamo tutti sulla stessa barca". Il crocifisso bagnato (che si è rovinato) per le "lacrime del cielo". Insomma un rito di depressione collettivo. "C'è una tristezza che non viene da Dio." (2Cor 7)
* * *
La Piazza fatta per abbracciare, vuota

I teologi difendono il Cardinal Burke, che ha stabilito un legame tra il COVID-19 e la ribellione della società contro Dio

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews (27 marzo 2020) Martin Bürger mette insieme le repliche di numerosi cattolici alle accuse del New Ways Ministry nei confronti del Cardinal Raymond Burke di demonizzare la comunità LGBT menzionando la teoria del gender nelle sue osservazioni sulla fede cattolica e il coronavirus. Qui il messaggio del Cardinale Burke.

Numerosi insigni cattolici sono scesi in campo per difendere il Cardinal Burke dopo che un gruppo filo-omosessuale sedicente “cattolico” ha chiesto che Papa Francesco rimuova il cardinale dal pubblico ministero per aver stabilito un legame tra la piaga del coronavirus e l’allontanamento dell’uomo da Dio, specialmente nell’ambito della sessualità.
In una dichiarazione sulla pandemia di COVID-19 pubblicata il 21 marzo, il Cardinal Burke ha sottolineato che “una persona di fede non può evitare di considerare la presente piaga senza considerare anche quanto la nostra cultura popolare sia lontana da Dio”.

Comunione spirituale ed elenco delle celebrazioni in diretta streaming

Lo stato di necessità ci esime dal precetto della presenza presso i luoghi di culto finché non sarà cessata l'emergenza; ma ci viene in aiuto la tecnologia. Non è la stessa cosa, ma ci affidiamo e andiamo avanti. Alcuni link alle Sante Messe in diretta streaming, di cui stiamo completando l'elenco riportato di seguito, si possono trovare nella colonna destra del blog.

Ricordiamo la grande risorsa della Comunione spirituale (vedi formula a seguire). Il Signore è con noi fino alla fine dei tempi! Offriamogli la nostra sofferenza (che unita alla Sua è preziosa agli occhi del Padre) e la sete di riceverLo Sacramentato, nella speranza che diventi possibile al più presto!
"Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell'anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che abbia mai a separarmi da te. Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa
Elenco delle celebrazioni in diretta streming
  1. ROMA, parrocchia personale di Ss.ma Trinità dei Pellegrini FSSP, Messa Bassa tutti i giorni feriali e festivi ore 18 e 30;  canale YouTube
  2. ROMA, oratorio S. Clemente, IBP. Messa quotidiana. ore 18:30, Messa domenicale ore 11. canale YouTube
  3. ALBANO, Santuario Preziosissimo Sangue.  Messa quotidiana,  ore 3.30; Messa domenicale, ore 15:30. Su Facebook
  4. CREMONA, convento di San Luca. Messa domenicale 15:30. Su Facebook.
  5. BRESCIA, Parrocchia di S. Giovanni Bosco. Feriale e festivo ore 16.30 Messa Bassa. Su Facebook.
  6. BOLOGNA, Parrocchia S. Benedetto Abate in San Benedetto del Querceto. Messa quotidiana, ore 18:15, Domenica e festivi, ore 10:00. Canale  YouTube
  7. IMPERIA, cappella dei Santi Giuseppe e Maria Maddalena. Messa quotidiana, tutti i giorni ore 19.00, Messa domenicale ore 18:00. su Facebook.
  8. PORNASSIO (IM), Messa quotidiana alle ore 18, su Facebook
  9. VENEZIA, rettoria di San Simeon Piccolo. Messa domenicale, ore 11. Su Facebook
  10. LIVORNO, Chiesa di S. Sebastiano ICRSS. Domenica e festivi, ore 11:15. Canale YouTube.
  11. PONTASSIEVE, Seminario di Gricigliano ICRSS. Messa quotidiana, ore 11:30, Domenica e festivi, ore 10:45. Su Facebook
  12. RANDAZZO, Chiesa di S. Nicolà ICRSS. Messa quotidiana, ore 12:00, Domenica e festivi, ore 11:00. Su Facebook
  13. UK: Mary House Parish: "Saint Mary's Catholic Church Gosport (Padre Serafino Lanzetta)   Messa quotidiana ore 12:00 e Preghiera serale con i frati ore 18:30, su Facebook 
  14. IRLANDA: https://institute-christ-king.ie. ICRSS. Messa quotidiana alle 19, Messa domenicale alle 10:30. 

sabato 28 marzo 2020

Nel Messale del ‘62 entrano i santi recenti e sette nuovi prefazi

Il 25 marzo, nella Solennità dell’Annunciazione del Signore, sono stati pubblicati due Decreti della Congregazione per la Dottrina della Fede, datati 22 febbraio 2020 festa della Cattedra di San Pietro, riguardanti la liturgia dei santi nel Rito Antico celebrato secondo il Messale di Giovanni XXIII del 1962 accompagnati dalle Note di presentazione.
  • Il primo, “Cum sanctissima” ha riformato il calendario liturgico per permettere l'introduzione di nuove memorie per la celebrazione dei santi più recentemente canonizzati; 
  • il secondo, “Quo magis” approva il testo di sette nuovi prefazi eucaristici. 
L'aggiornamento era stato previsto da Benedetto XVI, che nella Lettera ai Vescovi in occasione della pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970, chiedeva che fossero inseriti nel Messale del 1962 dei nuovi prefazi nonché i nuovi Santi canonizzati dopo il 1962.
Il lavoro era stato affidato all’allora Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1988 con il compito di seguire tutti coloro che desideravano conservare le tradizioni spirituali e liturgiche anteriori alla riforma del 1970. Le competenze della Commissione, per volere di Bergoglio, nel 2019 sono passate alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Biforcazioni. Cambiamenti epocali in un quadro inedito, dinamico e pieno di incertezze

L'interessante articolo cita Draghi. Credo che il problema sia che Draghi è servo attivo di una certa élite... Solo che forse al punto in cui siamo occorre essere pragmatici per salvare capra e cavoli!

I sentieri possono, ad un certo punto, presentare biforcazioni. Ma scegliendo una delle due vie, si potrebbe poi scoprire che ce ne sarà più avanti un’altra o forse poi un’altra ed un’altra ancora e chissà fino a dove, per andare dove, arrivando quando e come?
Del momento attuale si possono dire tre cose in generale:
  1. la crisi è già di dimensioni tali da segnare una cesura storica con un primo ed un dopo, questo ormai è chiaro a tutti; 
  2. l’entità di questo “prima e dopo” è però funzione della gravità e lunghezza della crisi stessa, quantificazione che non siamo in grado di fare poiché lo svolgimento è in corso; 
  3. la crisi interviene in un transizione storica già in atto, dal moderno che termina così definitivamente la sua lunga vigenza penta-secolare a quello che io chiamo il complesso, la nuova era i cui albori risalgono a sessanta/settanta anni fa.

venerdì 27 marzo 2020

Custodiamo il Testamento di Gesù

Termino, fratelli carissimi, con ciò che chiamerei un po’ il mio testamento. Testamento è una parola grande, perché vorrei che questo sia l’eco del testamento di Nostro Signore: “novi et aeterni testamenti”. È il sacerdote che recita queste parole alla consacrazione del Preziosissimo Sangue: “Hic est calix sanguinis mei, novi et aeterni testamenti”. L’eredità che Gesù Cristo ci ha dato è il suo Sacrificio, il suo Sangue, la sua Croce. E ciò è il fermento di tutta la civiltà cristiana e di quanto ci deve condurre al Cielo. 
Anch’io vi dico: per la gloria della santissima Trinità, per l’amore di Nostro Signore Gesù Cristo, per la devozione alla Santissima Vergine Maria, per l’amore alla Chiesa, per l’amore del Papa, per l’amore dei vescovi, dei sacerdoti, di tutti i fedeli, per la salvezza del mondo, per la salvezza delle anime, custodite questo testamento di Nostro Signore Gesù Cristo! 
Custodite il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo! Mantenete la Messa di sempre! E vedrete la civiltà cristiana rifiorire, civiltà che non è per questo mondo, ma civiltà che conduce alla città cattolica, e questa città cattolica è la città cattolica del Cielo che prepara. Non è fatta per altra cosa, la città cattolica di quaggiù, non è fatta per altra cosa che per la città cattolica del Cielo.
Allora, custodendo il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo e il suo Sacrificio, conservando questa Messa, Messa che ci è stata lasciata dai nostri predecessori, Messa tramandataci dagli Apostoli ad oggi – e tra qualche istante pronuncerò queste parole sul calice della mia Ordinazione: come volete che pronunci sul calice della mia Ordinazione altre parole che quelle pronunciate cinquant’anni fa sullo stesso calice? È impossibile, non posso cambiarle – allora continueremo a dire le parole della consacrazione come i nostri predecessori ce l’hanno insegnato, come i Papi, i vescovi ed i sacerdoti che sono stati nostri educatori lo hanno fatto, affinché nostro Signore regni e le anime siano salvate per l’intercessione della nostra Buona Madre del Cielo. 
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia. (Mons. Marcel Lefebvre)

giovedì 26 marzo 2020

Il virus che segnerà la fine della globalizzazione

È sempre azzardato fare previsioni sulle conseguenze irreversibili di una grande crisi quando essa ancora si sta sviluppando sotto i nostri occhi, ma quello che ha scritto Claudio Risé nel suo intervento del 15 marzo su La Verità mi incoraggia a rischiare una previsione che non pochi fanno sotto voce, mentre la maggioranza ancora dissente: la pandemia del Covid-19 segnerà la fine del modello di sviluppo imperniato sulla globalizzazione, perché lo sviluppo globalizzato non è sostenibile, e non è sostenibile perché non corrisponde alla verità dell’uomo, né alla verità del creato.
Non si tratta solo del fatto che le filiere produttive sono diventate troppo lunghe e complicate e perciò fragili, non si tratta solo del fatto che l’interdipendenza economica globale ha mostrato che lo shock che colpisce un paese si riverbera immediatamente su tutti.
Scrive il noto psicanalista junghiano:

In Italia come in Cina - don Elia

Dominus de caelo prospexit super filios hominum, ut videat si est intellegens, aut requirens Deum. Vacate, et videte quoniam ego sum Deus: exaltabor in gentibus, et exaltabor in terra (Sal 13, 2; 45, 11).
La Chiesa italiana gemette tutta e si stupì di esser diventata l’Associazione patriottica cinese. Una situazione eccezionale ha fatto venire a galla ciò che i nostri Pastori sono realmente. La sudditanza incondizionata che, in queste settimane, essi stanno dimostrando nei confronti dello Stato è qualcosa che, nella storia patria, non s’era ancor veduto, nemmeno nel Ventennio. A quell’epoca, d’altronde, preti e vescovi avevano generalmente gli attributi ed erano stati temprati da sessant’anni di confronto con un regime dichiaratamente massonico. Sette decenni di prostituzione con vari amanti, invece, hanno addomesticato la nostra gerarchia più di un cagnolino da passeggio: cose mai viste, neanche ai tempi della peste bubbonica. Del resto la Chiesa – dicono – si è aperta al mondo, il quale non si è certo fatto pregare ed è venuto trionfalmente a installarsi in seno ad essa con le sue idee, i suoi vizi e le sue pretese. Abbassare la guardia e abbracciare il nemico, quando si è in battaglia, è ovviamente un suicidio, ma un concilio pastorale ha decretato unilateralmente che la guerra era finita e che gli avversari – che lo sapessero o meno – eran tutti diventati nostri fratelli. Il peggio, però, è che questa resa travestita da profferta di amicizia era frutto di un rinnegamento della fede o, meglio, della sua sostituzione con un surrogato ideologico compatibile con il pensiero mondano.

mercoledì 25 marzo 2020

Coronavirus. Ma la Chiesa soffre anche il contagio della vuota retorica

Indice dei precedenti sul tema.
La peste della banalità

Nella congiuntura mondiale della pandemia in corso non vi è traccia di un intervento della Chiesa “mater et magistra” che sia all’altezza della sua universale maternità e ammaestramento. Lo si è osservato anche grazie, in Italia, a interventi di diverso accento come quelli di Marcello Veneziani, di Massimo Introvigne, di Gianfranco Brunelli de “Il Regno”, di Enzo Bianchi del monastero di Bose. Anni di pia chiacchiera ecclesiale su lievito, evangelizzazione e profezia inciampano platealmente nell’ostacolo imprevisto di una epidemia che, immediatamente, ha drammatizzato e verticalizzato tutto, tra vita e morte.
Questa incapacità di parola è anzi aggravata, contro ogni speranza, dalla ideologia di una Chiesa come “minoranza profetica”, inevitabilmente utopizzante, debole surrogato di una chiesa “militans”.

Scena toccante, a Zagabria

Una scena toccante: subito dopo il terremoto che ha scosso Zagabria, in Croazia, anch'essa messa già quarantena per il coronavirus, un pompiere, durante i soccorsi e i sopralluoghi per il sisma, prega la Madonna ai piedi di un’edicola del centro storico della Capitale croata. (Eugenio Cecchini su Twitter)

Corruptio optimi pessima. Un parallelo inquietante con il comportamento dell'Autorità

Recordare, Domine, testamenti tui,
et dic Angelo percutienti:
Cesset jam manus tua, et non desoletur terra,
et ne perdas omnem animam viventem.

(2 Reg. 24, 16)
Il diffondersi della pandemia in tutto il mondo mi induce a formulare alcune riflessioni: esse vanno ad aggiungersi ad altre precedenti e agli interessanti contributi di molti osservatori degli eventi cui assistiamo, quasi impotenti, in questi giorni. Il Lettore vorrà quindi accordarmi un po’ di tempo e seguire con attenzione quel che intendo condividere con lui.
Oggetto di queste considerazioni sarà il parallelo - che non esito a definire inquietante - che si può rilevare da parte dell’Autorità civile nei riguardi dei cittadini e dell’Autorità ecclesiastica verso i fedeli. Un comportamento apparentemente irresponsabile, e che a mio parere dev’essere altresì giudicato connivente ad un piano preordinato. Chi vi sia dietro a questo piano sarà facile intuirlo: per il momento vorrei soffermarmi sulla consentaneità dell’azione di Stato e Chiesa rispetto ad esso, e sulle conclusioni necessarie che da questo è doveroso trarre. 

Altaria tua, Domine virtutum! Una meditazione e un accorato appello nel tempo dell'epidemia

Dexteram tuae majestatis extende

Nelle nostre strade c’è un silenzio surreale. Un silenzio che non sentivamo - poiché anche il silenzio può avere un suono - da moltissimo tempo. Lo strepito delle auto, delle voci, delle grida, delle musiche scomposte e volgari è scomparso. L’aria è più pura e si sente il canto degli uccelli. Il rintocco di una campana. A Venezia i canali sono tornati limpidi e si vedono guizzare dei pesci. I mucchi di immondizia intorno ai cassonetti sono scomparsi. In alcuni paesi di montagna gli animali selvatici si avventurano per le vie deserte, non più spaventati dal rombo dei motori e dei clacson. Chiusi gli uffici, i negozi, le discoteche, i bar. E di domenica, forse per la prima volta dopo decenni, non si profana pubblicamente il giorno del Signore. 

Ma in questo apparente idillio, in cui la natura si prepara a rifiorire dopo l’inverno e punteggia di gemme i rami degli alberi, vi è un silenzio inquietante ed innaturale. Il silenzio delle nostre chiese, sotto le cui volte non risuonano più gli echi della preghiera, la lode elevata al Padre dal Corpo Mistico di Cristo. Quel silenzio assordante per le anime cristiane, quelle navate vuote, quegli altari deserti. Un silenzio che costa ai fedeli sgomenti la presa di coscienza d’un abbandono. Signore, da chi andremo? E lo chiede anche il buon parroco che celebra sine populo non più rivolto alla Croce, ma ad una fila di banchi muti, ad un portale sbarrato. 

martedì 24 marzo 2020

25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, Consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria

COMUNICATO
Carissimi, in quest’ora drammatica per il nostro Paese, il Cielo ci ispira di rinnovare la consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Perciò mercoledì 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, alle 21 ci uniremo tutti in preghiera durante la Santa Messa che sarà celebrata secondo questa intenzione e alle 21,30 reciteremo insieme l’atto di consacrazione che trovate in allegato. Nella stessa data inizierà una novena alla Madonna che si concluderà il 2 aprile, vigilia del giorno dedicato, nel calendario tradizionale, alla commemorazione dei Suoi dolori. La ricorrenza non potrebbe essere più appropriata per ripetere la consacrazione – questa volta di ciascuno di noi – a nome di tutti i membri del nostro popolo, che intendiamo rappresentare davanti al Signore a beneficio della Patria intera. Alle 18,30 di venerdì 3 aprile offrirò quindi la Santa Messa in onore dell’Addolorata, alla quale potrete assistere in diretta all’indirizzo che vi comunicherò tempestivamente. Al termine della Messa reciterò il nuovo atto di consacrazione che vi farò pervenire con questo stesso mezzo. Ave Maria!
                                                         * * *
Consacrazione dell'Italia
al Cuore Immacolato di Maria
compiuta dai Vescovi italiani il 13 settembre 1959
(da recitare con i dovuti adattamenti; tra [] le parti da omettere)

Signore nostro Gesù Cristo, che nell’Ostia Santa siete presente come Re del mondo, unico Maestro e Pastore delle nostre anime, mediatore tra la terra e il Cielo, accogliete questo atto solenne, col quale noi intendiamo riconoscere il vostro sovrano dominio e deporre nelle vostre mani l’offerta delle nostre anime, della nostra vita, dei nostri beni, delle nostre famiglie, della nostra Patria, di tutto il mondo.
Accogliete questa offerta e, unendola a quella del vostro Corpo e del vostro Sangue, che voi rinnovate ogni giorno, mediante il ministero dei Sacerdoti, nel Sacrificio Eucaristico, fatela ascendere gradita al Padre Celeste, nel seno dell’Augusta Trinità, dove voi vivete e regnate eternamente, come unico vero Figlio di Dio.

Il Covid-19 e gli abusi sessuali del clero: chi ha denunciato è stato ignorato

Riprendiamo di seguito un interessante articolo pubblicato su ChurchMilitant, 23 marzo 2020.

La morte di Li Wenliang, un medico arrestato dalla polizia di Wuhan per aver avvertito il pubblico della mortale minaccia del Coronavirus, ha scatenato «un livello di rabbia collettiva e dolore mai visto sui social media cinesi». 
Il modo in cui i funzionari del governo comunista cinese hanno gestito la pandemia di Coronavirus è simile a come i vertici della Chiesa Cattolica hanno nascosto la vera portata e la vera causa dell’abuso sessuale del clero. 
Mentre la maggior parte delle segnalazioni di abusi negli ultimi anni è venuta alla luce negli Stati Uniti, l’ufficio vaticano responsabile dei casi di abuso sessuale del Clero ha riferito di aver registrato un record di mille casi nel solo 2019, molti dei quali da paesi di cui non si era sentito ancora parlare. Questo sviluppo ha portato alcuni vaticanisti a credere che « il peggio potrebbe ancora venire». 

Lettera dalla trincea

Di seguito la lettera inviata al direttore de Il Foglio e pubblicata il 19 scorso dal medico dell'ospedale Sacco di Milano Amedeo Capetti.

“Sono un medico della prima divisione di Malattie infettive dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, fino a ieri esperto di terapia antiretrovirale con 650 pazienti sieropositivi per Hiv, catapultato poi come tutti in reparto Covid.
Oggi ho un attimo di pausa e le scrivo per condividere i pensieri che mi affollavano la testa questa mattina mentre guidavo per venire in ospedale.
Il primo pensiero era stridente rispetto al forzato ottimismo che vedo in giro in questi giorni, gli applausi, la nuova idolatria per la classe medica e infermieristica. Sono, a mio parere, tutti comprensibili tentativi di esorcizzare una umanissima paura, ma deboli quanto al contenuto. Ce la faremo, infatti, cosa significa? Che dobbiamo guardare solo alla fine dell’epidemia saltando la drammaticità del presente? E poi: chi ce la faremo? Io e lei che ci scriviamo? Il popolo italiano inteso astrattamente? Tutto questo mi convince poco e mi lascia francamente perplesso.

Pandemia e limiti della Democrazia moderna

Tavolo di lavoro sul dopo-coronavirus
Pandemia e limiti della Democrazia moderna
Spunti di riflessione da de Corte e Ambrogio Lorenzetti

La pandemia sta mettendo a nudo il limite della democrazia moderna. Limite già brillantemente individuato dal filosofo tomista Marcel De Corte alla fine degli anni 60 del secolo scorso. Vi invito a leggere con attenzione questa sua citazione, tratta da “Le trasformazioni dell'uomo contemporaneo” (qui), assolutamente necessaria per iniziare a comprendere i fatti salienti:
Ma la causa più profonda delle malefiche trasformazioni della vita contemporanea ci sembra d’ordine politico. Che non tutto possa andar bene, d’accordo; che l’uomo invecchi, d’accordo; che le civiltà siano mortali, è evidente.
Resta il fatto che una buona politica può proteggere indefinitamente contro l’usura del tempo e le tempeste dell’esistenza quell’insieme di preziosi imponderabili che si chiamano civiltà; può armonizzare la tradizione con i cambiamenti inevitabili nel corso della storia umana. La vita è essenzialmente un movimento costante verso l’unità, la morte invece è movimento verso la dispersione.
Una buona politica deve vigilare continuamente, senza tregua, su questa duplice tendenza, e favorire con tutte le forze il mantenimento dell’unità organica. Tra i cambiamenti della società, deve effettuare una scelta, adattando all’unità i mutamenti idonei a consolidarla, e sanzionando quelli che invece la compromettono. È suo diritto, ed è anche suo dovere.
La politica, oggi, ha misconosciuto questa missione.

lunedì 23 marzo 2020

Quando la Chiesa c'è...

Firenze, Chiesa di San Gaetano, affidata all’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote.
Un sacerdote (in talare, cotta, stola, berretta e tabarro) seduto davanti la porta (della chiesa aperta!) per accogliere le confessioni dei fedeli e dare loro conforto.
[Foto di F. Spighi. Fonte: Scala Regia]

Nell'abisso del cono normativo. Osservazioni sull'attuale divieto di culto in Italia

Ringrazio Vigiliae Alexandrinae per la preziosa segnalazione, che faccio precedere dal commento di un lettore: "All'interessante e dotto articolo, che cita l'art.1 del Decreto-legge n. 6 del 23 febbraio 2020, va osservato che c'è un articolo 2 molto indeterminato che recita: "Ulteriori misure di gestione dell'emergenza. 1. Le autorità competenti possono adottare ulteriori misure di contenimento e gestione dell'emergenza, al fine di prevenire la diffusione dell'epidemia da COVID-19 anche fuori dai casi di cui all'articolo 1, comma 1." (vedi).
Quindi è da lì che trae origine tutta la decretazione del Presidente del Consiglio dei Ministri. Nel vostro scritto si chiede da dove derivi questa decretazione (cito): "È inevitabile porsi il problema della collocazione ordinamentale, della natura e della legittimità di questi atti e degli atti successivi del Governo italiano: si tratta di “regolamenti esecutivi"? ecc. ...". 
Ma la fonte, da quello che mi consta, è proprio quell'articolo 2 summenzionato. Io credo pertanto che si debba sollevare il dubbio dì costituzionalità di questo Decreto-Legge n. 6 del 23 febbraio 2020, e in particolare di questo articolo 2. Attraverso di esso potrebbe passare di tutto. Come ho già avuto modo di scrivere in un precedente commento di altro thread, questo articolo è pericoloso per la tenuta dello stato democratico."

La dichiarazione di Walter Ricciardi, membro dell’OMS

A esplicitare il senso della norma del Decreto legge del 23 febbraio 2020 che sospende “le manifestazioni anche di carattere religioso” durante l’emergenza del coronavirus è stato il professor Walter Ricciardi che, nel corso di una burrascosa puntata di Domenica in (6 marzo), sostenne perentoriamente: “Non si possono celebrare cerimonie religiose di alcun tipo. Questo non vuol dire che le chiese debbano essere chiuse, ma le messe aperte al pubblico non si possono celebrare” (vedi qui). Ricciardi è docente di Igiene alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, consigliere del Ministro della Salute Speranza e membro dell’Executive Board dell’OMS nominato dal Governo italiano allora presieduto dall’attuale Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni.
La precisazione di Ricciardi, proprio in considerazione della sua collocazione istituzionale (Governo e OMS), non può essere considerata la semplice opinione di un medico e di un accademico, ma costituisce, in qualche modo, un’interpretazione autentica del testo normativo del Governo, e tradisce, prima ancora della volontà del legislatore italiano, le regole e i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Italia è infatti membro di tale “istituto specializzato delle Nazioni Unite” che esercita “un certo potere vincolante, sempre in materie aventi carattere tecnico, nei confronti degli Stati membri” tramite l’emanazione di “regolamenti” in tema di procedure per “prevenire la diffusione di epidemie”. “Detti regolamenti entrano in vigore per tutti i Paesi membri [dunque anche per l’Italia] eccettuati quei Paesi che, entro un certo periodo di tempo, comunicano il loro dissenso (art. 22)”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità assume, in questo contesto, anche il compito di svolgere “un’intensa opera di assistenza tecnica” ossia di precostituire le soluzioni tecniche delle crisi sanitarie (così B. Conforti, Diritto internazionale, Editoriale Scientifica, Napoli 2002, pp. 153-157). L’azione del Governo italiano per arginare l’epidemia da coronavirus è stata ripetutamente elogiata dal Direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus (vedi qui).

Card, Raymond Leo Burke . Messaggio sulla lotta contro il coronavirus, COVID-19

Nella nostra traduzione dal suo sito personale, ci raggiungono, nel pieno della prova, le esortazioni del card. Raymond Burke. Tra i punti salienti delle sue affermazioni: "quando ci troviamo in situazioni di grande sofferenza o quando siamo in pericolo di vita, spesso chiediamo: “Dov’è Dio?”. Ma la vera domanda è: “Dove siamo noi?”. In altre parole, Dio è sicuramente con noi per aiutarci e salvarci, specialmente nei periodi di gravi prove o nel momento della morte, ma spesso siamo troppo lontani da Lui a causa della nostra incapacità di riconoscere la nostra dipendenza totale da Lui e, pertanto, di pregarLo ogni giorno e di offrirGli la nostra venerazione. ...La preghiera, gli atti di devozione e l’adorazione e soprattutto la Confessione e la Santa Messa sono essenziali per farci rimanere spiritualmente sani e forti e per farci cercare l’aiuto di Dio in un’epoca di grave pericolo per tutti. Pertanto, non possiamo accettare passivamente quelle decisioni dei governi secolari che vogliono equiparare il culto dato a Dio all’andare al ristorante o a fare una gara di atletica".

Card, Raymond Leo Burke . Messaggio sulla lotta contro il coronavirus, COVID-19
Cari amici,
È ormai da tempo che siamo in guerra contro la diffusione del coronavirus, COVID-19. Per quanto ne sappiamo — e una delle difficoltà di questa lotta consiste proprio nel fatto che molte informazioni su questo virus sono ancora ignote — la battaglia continuerà ancora per diverso tempo. Il virus in questione è particolarmente insidioso, poiché ha un periodo di incubazione relativamente lungo — alcuni dicono di 14 giorni, altri di 20 giorni — ed è altamente contagioso, molto di più rispetto ad altri virus già noti.
Uno dei principali metodi naturali di difendersi contro il coronavirus è quello di evitare ogni contatto ravvicinato con altre persone. È importante mantenersi sempre a distanza — alcuni dicono un metro, altri un metro e ottanta — l’uno dall’altro e, ovviamente, evitare raggruppamenti di massa, ossia situazioni in cui un certo numero di persone è in stretto contatto.

domenica 22 marzo 2020

Niente Angelus il giorno dell'Annunciazione

Altro che bollettino di guerra!
Titola oggi AvvenireContro la pandemia la preghiera universale dei cristiani.
Il papa, al termine dell’Angelus in diretta streaming dalla Biblioteca apostolica vaticana, ha invitato “tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato”...
Ci può star bene. Ma non al posto dell'Angelus. Semmai a seguire! E, poi, non è il papa ecumenico o della nuova chiesa universale; ma il papa de La Catholica...
L'ennesima diminutio della Vergine può essere un caso dopo l'abominevole profanazione in San Pietro dell'8 dicembre [qui - qui]? E dopo la pachamama [vedi] e tutto il resto ci meravigliamo del coronavirus?

Ora Dio, patria e famiglia. Dietrofront radical chic

Improvviso testacoda progressista.

I «diritti civili» possono attendere, patria e famiglia no, perché vengono prima. E pure la fede in Dio, se permettete. Questo le persone di buon senso – i «cattofascisti», secondo alcuni – l’hanno sempre saputo, ma ora che il Covid-19 sta mettendo in ginocchio l’Italia, capita che persino Monica Cirinnà diffonda post sui social in cui richiama il valore della famiglia e dello stare a casa per il bene del Paese: ma dai. Ma sul serio? E le battaglie sull’eutanasia di Stato e sul biotestamento? E quelle sulla droga libera? Che fine hanno fatto i sostenitori della «stanza del buco»? Tutti spariti, a quanto pare. Anche il delirio è in quarantena.
Curioso: per decenni, cari radical chic, cari maestrini con la penna rossa e la sciarpetta arcobaleno, ci avete spiegato che dare la priorità alle vere priorità era una fissazione retrograda, da bigotti, mentre ora pure voi – com’è sacrosanto – pensate alla vostra famiglia, vi chiudete a casa per il bene della patria e probabilmente, anche se non lo dite, pregate Dio; quello stesso Dio che, da devoti alla Laicità, avete concorso a mettere in soffitta. Che dire? Alla fine ci siete arrivati pure voi, a ritrovare i valori essenziali e a capire la differenza tra capisaldi e capricci. Avete perfino, voi paladini dei diritti, riscoperto i doveri. Ci è voluta un’epidemia devastante, ma meglio tardi che mai. (Giuliano Guzzo)

Non dovevamo dare la Messa per scontata

Nel Vangelo leggiamo che Gesù, su esempio di Mosè ed Elia, con i quali poi apparve durante la Trasfigurazione il cui Vangelo ascoltiamo nella seconda Domenica di Quaresima, digiunò per 40 giorni: fu un digiuno completo, nel deserto, al termine del quale ebbe fame e sete e venne il demonio a tentarLo.
Anche Gesù provò la solitudine e l’abbandono, appunto nel deserto prima che nel Getsemani e poi sulla Croce, ma del resto Lui non ci ha mai detto che le cose sarebbero state facili, prefigurandoci anzi persecuzioni e divisioni fin dentro casa; Lo dobbiamo seguire sulla Croce, è condizione per seguirLo ed essere perfetti.

Coronavirus, il cappellano del Sacco di Milano: “I malati chiedono vicinanza, aspetto anche 40 minuti solo per chiedere se hanno riposato”

La pandemia non spegne le domande di senso degli uomini. Don Giovanni Musazzi racconta la sua quotidianità con gli ammalati e con i medici: «Si lavora al 150%. Assisto ad una testimonianza di bene contagiante»
MILANO. «A un cappellano viene chiesto di fare il cappellano. Sono un ospite che testimonia con la sua presenza che Dio c’è». Don Giovanni Musazzi è il volto della misericordia di Dio nelle corsie dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano. «La presenza è il punto di partenza» per instaurare un dialogo con i medici e con i pazienti. Sul camice usa e getta scrive di volta in volta, con il pennarello, la parola “prete”. «Visito i pazienti Covid». A volte si deve limitare a una benedizione attraverso il vetro. «Ma sono entrato, con le protezioni necessarie, anche in alcune stanze. Le giornate volano veloci (gli incontri, compresi i preparativi, possono durare anche un’ora).
«Una signora con la polmonite quando mi ha visto – racconta il sacerdote della Fraternità San Carlo – si è messa a piangere, perché normalmente non possono ricevere visite. La sua compagna di stanza, cattolica ma non praticante, quando ha capito che ero un prete, si è commossa ed è scoppiata in lacrime». La malattia può degenerare in fretta. «Molte persone desiderano confessarsi. Mi posso fermare due/tre minuti per la comunione e l’assoluzione generale. Non posso avvicinarmi. Faticano a parlare, ma sono molto felici di vedere un sacerdote e qualcuno che non è obbligato a restare lì».

sabato 21 marzo 2020

Scatta la colpevolizzazione dei cittadini

Ho notato - non è la prima né l'unica volta - che Facebook neutralizza l'efficacia della segnalazione di comunicazioni come quella qui ripresa non aprendo il collegamento: appare la scritta "pagina non raggiungibile". Ho provato ad aggirare l'ostacolo digitando le parole chiave su Google, ed eccola. Speriamo che duri... Ovviamente pubblico come uno degli approcci ragionevoli (nonostante non esaustivo) a quanto stiamo vivendo, nell'ottica di una visione più ampia della realtà, nella quale il nostro senso civico non può essere scisso da quello religioso, mentre ci troviamo di fronte alla necessità di restrizioni precauzionali ma sancite con aspetti e modalità che lasciano fortemente perplessi. 

“Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”
Una delle strategie più efficaci messe in campo dai poteri forti durante ogni emergenza consiste nella colpevolizzazione delle persone, per ottenere dalle stesse l’interiorizzazione della narrazione dominante su ciò che accade, al fine di evitare qualsiasi ribellione verso l’ordine costituito.
È una strategia ampiamente messa in campo nell’ultimo decennio con lo shock del debito pubblico, presentato alle persone come la conseguenza di vite dissennate, vissute al di sopra delle proprie possibilità, senza alcuna responsabilità verso le generazioni future.
Lo scopo era evitare che la frustrazione per il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione si trasformasse in rabbia verso un modello che aveva anteposto gli interessi delle lobby finanziarie e delle banche ai diritti delle persone.
È una strategia che si sta ora dispiegando nella fase più critica dell’epidemia prodotta dal virus Covid19.
L’epidemia ha reso il re nudo e ha dimostrato tutti gli inganni della dottrina liberista.
Un sistema sanitario come quello italiano, fino a un decennio fa tra i migliori al mondo, è stato fatto precipitare sull’altare del patto di stabilità: tagli da 37 miliardi complessivi e una drastica riduzione del personale (-46.500 fra medici e infermieri), con il brillante risultato di aver perso più di 70.000 posti letto, che, per quanto riguarda la terapia intensiva di drammatica attualità, significa essere passati dai 922 posti letto ogni 100mila abitanti nel 1980 ai 275 nel 2015.

Altro vescovo critico di Bergoglio messo a tacere

Il vescovo ausiliario di Coira (Svizzera), Marian Eleganti, non potrà più parlare in pubblico senza l'approvazione della diocesi, così ha deciso l'amministratore apostolico di Coira, Mons. Pierre Bürcher.
Il pretesto: durante la pandemia di coronavirus, il Cattolico Eleganti ha criticato l'eliminazione dell'acqua santa dalle chiese, esprimendo fede "nel potere e nella protezione di Dio". In seguito, l'anticlericale sito dei vescovi Kath.ch ha chiesto una ritorsione. Bürcher ha obbedito rapidamente. Ora, Eleganti potrà parlare solo con l'approvazione di Bürcher o del suo portavoce Giuseppe Gracia, autore di un romanzo pornografico e scrittore per il tabloid svizzero anticlericale Blick.
Eleganti ha accettato questa decisione "in obbedienza". Si era espresso anche contro il Sinodo per l'Amazzonia [qui], la Amoris Laetitia [qui] e la dichiarazione di Abu Dhabi [qui].

venerdì 20 marzo 2020

Decreto della Penitenzieria Apostolica circa la concessione di speciali Indulgenze ai fedeli nell’attuale situazione di pandemia

C'è chi ricorda che l'assoluzione collettiva fu impartita sul Titanic....

Decreto della Penitenzieria Apostolica circa la concessione di speciali Indulgenze ai fedeli nell’attuale situazione di pandemia, 20.03.2020
[B0170]
PENITENZIERIA APOSTOLICA
DECRETO

Si concede il dono di speciali Indulgenze ai fedeli affetti dal morbo Covid-19, comunemente detto Coronavirus, nonché agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che a qualsivoglia titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi.
«Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12). Le parole scritte da San Paolo alla Chiesa di Roma risuonano lungo l’intera storia della Chiesa e orientano il giudizio dei fedeli di fronte ad ogni sofferenza, malattia e calamità.
Il momento presente in cui versa l’intera umanità, minacciata da un morbo invisibile e insidioso, che ormai da tempo è entrato prepotentemente a far parte della vita di tutti, è scandito giorno dopo giorno da angosciose paure, nuove incertezze e soprattutto diffusa sofferenza fisica e morale.

Mons. Athanasius Schneider, la « dittatura sanitaria » e l'interdizione delle messe coram populo : una prova che porterà “grandi benefici spirituali”

Nella nostra traduzione da OnePeterFive (19 marzo) una riflessione del vescovo Athanasius Schneider sull'inaudito divieto ai fedeli di partecipare alla Messa, in nome di una "dittatura sanitaria" senza precedenti attraverso cui "i poteri di questo mondo hanno ora forzatamente separato i fedeli dai loro pastori", i quali non hanno peraltro resistito, tranne rare eccezioni. Queste "tribolazioni", afferma il vescovo ausiliare di Astana, porteranno "grandi benefici spirituali" a coloro che rimarranno fedeli e che comprenderanno l'assoluta centralità del sacrificio eucaristico proprio attraverso la privazione. Egli vede in essa una "purificazione" della Chiesa mediante un "intervento divino nell'attuale crisi senza precedenti della Chiesa".

Mons. Athanasius Schneider, la « dittatura sanitaria » e l'interdizione delle messe coram populo : una prova che porterà “grandi benefici spirituali”

"Noi ci vantiamo anche delle tribolazioni" (Rom 5, 3)
Il particolare dell'anello vescovile
con l'immagine dell'Immacolata
Milioni di cattolici nel cosiddetto mondo occidentale libero, nelle settimane o addirittura nei mesi a venire, e specialmente durante la Settimana Santa e la Pasqua, culmine dell'intero anno liturgico, saranno privati ​​di qualsiasi atto di culto pubblico a causa della reazione civile ed ecclesiastica all'epidemia di Coronavirus (Covid-19). La più dolorosa e desolante di queste misure è la privazione della Santa Messa e della Comunione Sacramentale.
L'attuale atmosfera di panico praticamente planetario è costantemente alimentata dal "dogma" universalmente proclamato dalla nuova pandemia da coronavirus. Misure di sicurezza drastiche e sproporzionate, associate alla negazione dei diritti umani fondamentali come la libertà di movimento, la libertà di riunione e la libertà di opinione, sembrano essere quasi orchestrate a livello globale secondo un piano preciso. Pertanto, l'intera umanità diventa in qualche modo prigioniera di una "dittatura sanitaria" mondiale che si rivela anche una dittatura politica.

La tromba dei doni di Pechino all’Italia e al mondo

Giornali e telegiornali danno ampio spazio ai cosiddetti “aiuti” della Cina all’Italia per contrastare l’epidemia di coronavirus. Angela Merkel: È reciprocità. Un’enorme campagna pubblicitaria per mostrare la Cina come il campione vittorioso sul Covid-19, dimenticando i silenzi sull’epidemia per quasi due mesi. Una Nuova Via della seta di tipo “sanitario”, con aiuti a Italia, Spagna, Serbia, Iran, Filippine, Pakistan, Corea del Sud, Giappone, Iraq. “È meglio la dittatura della democrazia”. A rischio la libertà religiosa in Cina e in Europa.
Roma (AsiaNews) - “Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra” (Matteo 6, 2-3).
Questa frase, così ricorrente in questo periodo di Quaresima, mi viene in mente nel vedere quanto spazio e immagini vengano date in giornali e telegiornali nostrani ai cosiddetti “aiuti” della Cina all’Italia per contrastare l’epidemia di coronavirus.
Di per sé questi “aiuti” sembrerebbero in realtà frutto di contratti economici anche se qualcuno – fra cui il nostro ministero degli Esteri - l’abbia voluto far passare come un gesto di benevolenza. In più, come ha giustamente affermato Angela Merkel, “l’Unione europea ha inviato strumentazioni mediche alla Cina quando la Cina ha chiesto aiuto… Qui siamo in presenza di reciprocità”.

giovedì 19 marzo 2020

Il rapporto fra il papato e i media

Quello tra papato e mondo mediatico è un rapporto forse più tormentato di quello tra papato e impero/potere temporale, e per notarlo basta ricordare un po’ di cronaca relativa gli ultimi pontefici.
Senza risalire troppo indietro nel tempo si può cominciare dal dopoguerra, l’epoca in cui i media iniziarono ad essere molto più pervasivi e fruibili di quanto lo erano stati precedentemente; grazie alla diffusione della radio e alla nascita della televisione, mezzi che non richiedevano l’alfabetizzazione per essere utilizzati, l’italiano medio iniziava ad entrare in quel “villaggio globale” che sarebbe diventato il mondo occidentale di lì a vent’anni.

Pio XII era un uomo ieratico, conscio del suo ruolo di pontefice, e ha sempre tenuto a distinguere la figura del Papa da quella dell’uomo Eugenio Pacelli, tanto che quando un giornalista rese di dominio pubblico che al pontefice piaceva ammirare il passaggio del treno quest’ultimo per ripicca tolse le sigarette gratis ai vaticanisti. Cose di altri tempi, certamente, ma indicavano lo spirito sacerdotale dal quale era circondata la figura del Papa. Il cambiamento iniziò con Giovanni XXIII, che aprì le porte del Vaticano ai media. Famoso è l’aneddoto per cui un cameraman avrebbe detto “Santità, s’inginocchi e faccia finta di pregare”. Non certo un bell’inizio, ma si è messo subito in chiaro che il mondo dei media ha le sue regole ferree, che spesso sono in aperto contrasto con quelle del mondo sacerdotale.

Anche il papa in quarantena dopo la visita ad limina dei vescovi francesi?

Mons. Emmanuel Delmas, vescovo di Angers, è positivo al Coronavirus. Mons. Delmas è stato a Roma dal 9 al 13 marzo, per incontrare papa Francesco, in occasione della visita ad Limina di circa trenta vescovi dell’Ovest della Francia (provincie di Rouen, Rennes, Poitiers, Tours et Bordeaux).
Il 9 marzo i vescovi hanno incontrato papa Francesco, dandogli ognuno la mano. I vescovi hanno anche incontrato. in una sala del Palazzo apostolico i massimi responsabili dei dicasteri vaticani. Negli stessi giorni, a Roma, il vescovo di Angers ha accusato i primi sintomi del Coronavirus. Secondo il Courrier de l’Ouest  del 15 marzo tutti i trenta vescovi che hanno partecipato all’incontro con il Papa, e che rappresentano un terzo dell’episcopato francese, sono ora in stretto isolamento. Le misure precauzionali si estenderanno a papa Francesco?  Fonte

19 marzo San Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. AMEN.

* * * 
Preghiera a San Giuseppe 
(per essere liberati dall'epidemia) 

O pietosissimo nostro Patriarca San Giuseppe in mezzo ai gravi affanni e dolori nei quali ci troviamo, noi tutti ci gettiamo ai tuoi piedi, e imploriamo la tua efficacissima protezione. Dolcissimo nostro Protettore, pietà e misericordia da te imploriamo! 
Con ragione il Sommo Dio ci affligge, perché siamo peccatori, ma tu sei il Rifugio dei peccatori. Non ci rigettare! Stendi su di noi il tuo pietoso manto riparatore. San Giuseppe glorioso e benigno, in te abbiamo messo ogni nostra speranza; se tu ci proteggi saremo salvi, se tu dici per noi una pietosa parola a Gesù benedetto, saremo subito perdonati e liberati. 
Orsù glorioso Santo, noi siamo tutti ai tuoi piedi; tutti salvaci; tutti ti dobbiamo ringraziare, lodare e benedire. Sì, in te confidiamo, in te speriamo, in te riposiamo, in te ci abbandoniamo. Amen! 
(Scritta da S. Annibale Maria Di Francia il 6 ottobre 1887 durante l'epidemia del colera a Messina)

mercoledì 18 marzo 2020

Il coronavirus irrompe in un tempo di cambiamenti epocali e ne diventa un fattore imprevisto. Resilienza e non solo.

La tragedia di questo nostro tempo è la secolarizzazione e il fatto che sia stata messa all'angolo la metafisica ed espunto il soprannaturale. E dunque tutto viene ridotto all'orizzonte terreno. Per questo assistiamo alla diffusa incapacità di intuire le cause metafisiche che trascendono la natura fisica dei fenomeni. Il che, nella Chiesa, è stato avallato dal Vaticano II, con le conseguenze ultime  di una sinodalità anomala rese evidenti dalle spinte rivoluzionarie recenti [qui - qui - qui], seguendo il mondo attraverso l'antropocentrismo, presente in ogni suo documento  [qui e qui ad es.], che ha sostituito il Cristocentrismo, anima imprescindibile de La Catholica.

Il Coronavirus ha senz'altro delle cause metafisiche, oltre a quelle fisiche. Ma oggi prevale la pretesa di spiegare le cose attraverso la tecnoscienza sperimentale e il suo dogmatismo materialista, quindi esclusivamente attraverso le cause fisiche. E ciò avviene a causa dell'incapacità - che diventa perfino divieto - di vedere quelle metafisiche. Con tutto il rispetto e la dovuta attenzione alle conoscenze e scoperte scientifiche. Fides et ratio!

Coronavirus, l'omelia dell'arcivescovo Crepaldi: "Niente sarà come prima"

Avevamo già parlato [qui] dell'affidamento della città di Trieste alla Madonna della Salute da parte dell'arcivescovo Mons. Crepaldi, avvenuto domenica 15 marzo presso il santuario cittadino di Santa Maria Maggiore. Ci seguito la sua  omelia.

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
È stato appena proclamato uno dei testi più belli e profondi del Vangelo di Giovanni, quello che racconta l’incontro, presso un pozzo, tra Gesù e la Samaritana (cf. Gv 4,5-42), entrambi accomunati dalla sete. La sete di Gesù in primo luogo, che rivolge alla samaritana la richiesta Dammi da bere (cf. Gv 4,5-7), domanda insolita perché tra ebrei e samaritani non correva buon sangue. Di fatto, con questa richiesta Gesù porta la sua interlocutrice a iniziare un cammino interiore per far emergere in lei il desiderio di qualcosa di più profondo e di più grande. Sant’Agostino scrisse: Colui che domandava da bere, aveva sete della fede di quella donna (In Io ev. Tract. XV,11: PL 35,1514). Poi la sete della samaritana – donna irrequieta nella sua inconcludente libertà affettiva e relazionale e dolorosamente infelice – che chiede dell’acqua a Gesù (cf. Gv 4,15), manifestando un irresistibile bisogno di Dio, di liberazione e di salvezza che solo Lui può colmare. Una sete d’infinito che viene finalmente saziata dall’acqua viva che Gesù offre, dall’acqua viva che è Gesù stesso. Un’acqua viva che purifica e cambia la sua vita personale e la porta ad adorare l’unico vero Dio in spirito e verità; un’acqua viva capace di diventare in lei sorgente che zampilla per la vita eterna; un’acqua viva che la vivifica a tal punto da indurla a lasciare la brocca lì accanto al pozzo per correre nel suo villaggio ad annunciare che aveva incontrato il Salvatore.