La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano
s'innalza verso la contemplazione della verità. (Giovanni Paolo II, Fides et Ratio)
s'innalza verso la contemplazione della verità. (Giovanni Paolo II, Fides et Ratio)
L'Autore offre spunti che mi hanno suscitato le osservazioni che esprimo a seguire, che sento molto, anche perché la tematica esposta nell'articolo cui egli allude, è esattamente quella sollevata da me in diretta in diverse occasioni e in particolare [qui].
<inizio citazione Livi> [...] Io ritengo, con fondati motivi pastorali, che per la vita di fede dei credenti sia indispensabile soltanto possedere e incrementare una adeguata capacità di discernimento, quel sensus fidei che induce a dare poco ascolto al clamore dello scandalismo mediatico, ad evitare di essere attratti dalla vana curiositas. Mi interessa richiamare l’attenzione dei credenti ai documenti del Magistero solenne e ordinario e all’interpretazione autentica del Vangelo che essi e autorevolmente propongono. Solo così posso contribuire a evitare che la “fantateologia” dei Pastori irresponsabili e l’immagine mediatica della Chiesa, costruita sulla sola base delle sue vicende umane esteriori, si sovrapponga alla conoscenza di fede, ossia alla verità della Chiesa quale risulta dalla divina rivelazione.
[...] Io faccio un altro tipo di discorso. Ricordo ai credenti di ogni “tipo” gerarchico o cultuale, che un discorso o un gesto del Papa, chiunque egli sia, è da prendersi sul serio solo quando egli agisce presentandosi esplicitamente come supremo maestro della fede, cioè solo in quanto intende impegna formalmente l’autorità dottrinale che gli è propria. Non serve a niente stare ad analizzare l’opportunità o le intenzioni recondite delle sue quotidiane decisioni pastorali o di governo, e nemmeno è utile passare ogni giorno al setaccio i suoi discorsi occasionali, informali, omiletici, addirittura i colloqui privati.
[...] Quello che il Papa fa e dice nell’esercizio del ministero petrino deve interessare tutti i fedeli — indipendentemente dalle diverse appartenenze all’interno della Chiesa, dal diverso feeling o da qualunque altra variabile sul piano umano — sempre e solo per un motivo di fede: perché Cristo stesso lo ha voluto come Pastore della Chiesa universale, ossia perché in modo eminente egli è davvero il “Vicario di Cristo”. Di conseguenza, so di poter dire e di dover dire a tutti i credenti che il Papa — chiunque egli sia in un dato momento della storia — non interessa, od interessa assai poco, come personalità umana o come “privato dottore”, cioè come semplice teologo, ma solo come supremo garante della verità divina affidata alla Chiesa dall’unico Maestro, che è Cristo. In questo senso dicevo prima che si può tranquillamente fare a meno di seguire le tante polemiche ecclesiastiche od ecclesiologiche e fidarsi dei documenti della vera fede, che sono a disposizione di tutti, ma non ovviamente sulle pagine del Foglio o della Repubblica o degli altri giornali. <fine citazione Livi>
Premetto che è innegabile che, nella temperie attuale, siamo immersi in una grande confusione motivata dal fatto che chi detiene l'autorità nella Chiesa - e dovrebbe chiarire e guidare - spesso agisce in modo enigmatico, quando non evidentemente rivoluzionario. Ed è per questo che (non solo, ma in particolare) dalla sera del 13 marzo 2013 e attraverso i fatti che sono andati dipanandosi e le parole che ci raggiungono attraverso i media, filtrate o meno che ne siano, gli interrogativi si sono fatti sempre più numerosi ed insistenti. Ovviamente questo non suscita una vana curiosità, ma interpella chi non è né indifferente né distratto né lontano e non è mosso dall'ardimento di voler prendere di mira la persona del Papa, ma dalla convinta intenzione se non altro di porsi il problema su ciò che, oggi in maniera del tutto inedita, essa sta provocando. E il focus non è sulla persona del Papa. Che sia questo o un altro poco cambia: non si tratta del fenomeno opposto a quello della tifoseria papista che sembra aver preso il sopravvento in tanti ambiti. Il focus è su parole e atti del Papa e sulle loro conseguenze per quanto è dato comprendere alla luce del Magistero perenne.
Non possiamo ignorare che in altre epoche la figura del Papa non fosse così popolare e incidente direttamente sui fedeli; il che deriva dal fatto, lapalissiano, che non c'erano le tecnologie che rendono gli eventi e le relative informazioni accessibili in tempo reale. Le modalità comunicative, tempi e ritmi di vita diversi hanno i loro effetti.