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venerdì 22 novembre 2024

Motus in fine velocior: così è per l’azione essenzialmente anticristica di Bergoglio.

Post pubblicato su X (già Twitter) dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.

Motus in Fine Velocior: così è per l’Azione Essenzialmente Anticristica di Bergoglio.

Motus in fine velocior
: il movimento aumenta di velocità con l’approssimarsi del suo traguardo.
Questo vale non solo nella fisica, ma anche nelle vicende umane. Quanto più l’inesorabile fine di una società ormai giunta al decadimento morale si avvicina, tanto più essa si contorce nelle proprie perversioni.
Il domenicano eretico LGBTQ creato cardinale; il francescano omosessualista e pornografo (che fa il paio con Tucho) nominato pedicatore della Casa Pontificia; il rito Maya con i laici a danzare sull’altare e le donne turiferanti: nulla di tutto questo è casuale.
Al posto della volontà di Dio, la volontà dell’uomo.
Al posto del culto della Maestà divina, il culto dell’uomo; al posto del sacerdozio cristocentrico, la liturgia antropocentrica; al posto dei Comandamenti di Dio, l’antidecalogo dell’uomo; al posto della purezza e della santità, la fornicazione e il vizio.
Tutto è corrotto, tutto pervertito, tutto profanato: perché al posto dell’amore di Dio fino al rinnegamento di sé, regna l’amore di sé fino al rinnegamento di Dio. Bergoglio — novello Caligola, nuovo Eliogabalo — vedrà sprofondare nell’ignominia la sua setta apostata e traditrice, e saranno i nemici di Cristo, ancora una volta, a compiere le Sue vendette.
Mons. Carlo Maria Viganò, 20 Novembre 2024

giovedì 21 novembre 2024

21 novembre Presentazione della Beata Vergine Maria

“Cercate ogni giorno il volto dei santi …”
21 novembre Presentazione della Beata Vergine Maria

Salve, Madre Santa, tu hai dato alla luce il Re, che governa il cielo e la terra per i secoli, in eterno.
Ti consacro, o Regina: la mia mente, affinché pensi sempre all’amore che tu meriti; la mia lingua, perché ti lodi; il mio cuore, perché ti ami.
Accetta, o Santissima Vergine, l’offerta che ti presenta questo misero peccatore. Accettala, ti prego, per quella consolazione che sentì il tuo cuore quando, nel tempio, ti donasti a Dio.
O Madre di misericordia, aiuta con la tua potente intercessione la mia debolezza, impetrandomi dal tuo Gesù la perseveranza e la forza, per esserti fedele sino alla morte. Affinché, sempre servendoti in questa vita, possa venire a lodarti in eterno nel Paradiso. Amen.

* * *
Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca!
Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria.
Se l’ira o l’avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria.
Se turbato dalla enormità dei peccati, se confuso per l’indegnità della coscienza, cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria.
Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore, e per ottenere l’aiuto della sua preghiera, non dimenticare l’esempio della sua vita.
Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare.
Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta. (San Bernardo da Chiaravalle)

* * * 
Prospero Guéranger, Presentazione di Maria Santissima al Tempio

Il vescovo Strickland si unirà alla novena per il presidente Trump a partire dal 21 novembre

Nella nostra traduzione da Lifesitenews  riprendiamo la notizia che il vescovo Joseph Strickland, punto di riferimento sempre più presente ed incisivo in ogni occasione importante, si unirà alla novena per il presidente Trump indetta a partire dal 21 novembre. Di seguito sono riportate le riflessioni dello stesso vescovo sulle elezioni del 2024 e sulla rielezione di Donald Trump. Qui l'indice dei numerosi interventi del vescovo Strickland.

Il vescovo Strickland si unirà alla novena 
per il presidente Trump a partire dal 21 novembre

Dopo l'elezione, il vescovo Strickland ha scritto: " Così come preghiamo per noi stessi, per le nostre famiglie e per la nostra Chiesa, dobbiamo pregare affinché i nostri leader si rivolgano sempre di più alla verità che Dio ha rivelato attraverso Suo Figlio, Gesù Cristo, Verità incarnata".

Il vescovo Joseph Strickland ha informato LifeSiteNews che prenderà parte alla nostra novena dedicata al benessere del presidente Donald Trump e alla sua conversione alla fede cattolica.
Subito dopo le elezioni, il vescovo ha dichiarato che la decisione del popolo americano a favore del presidente Trump era “un passo nella giusta direzione” e un’“opportunità”, affermando: "Il mio atteggiamento nei confronti di queste elezioni è che ci hanno dato un'opportunità, ma un'opportunità che non possiamo dare per scontata".

Papa Francesco e il cambio di un'epoca

Nella nostra traduzione da Mondayvatican le dimissioni dell’Arcivescovo di Canterbury -  che incoronò Re Carlo - dopo lo scandalo di abusi su minorenni ripropongono il problema con l'andazzo vaticano. Qui l'indice degli articoli sul tema.

Papa Francesco e il cambio di un'epoca

L'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, si è dimesso la scorsa settimana a causa del suo ruolo - principalmente di inerzia o di azioni insufficienti dopo il fatto - nella copertura degli abusi sessuali.

Le dimissioni di Welby sono arrivate pochi giorni dopo che un'importante inchiesta indipendente aveva concluso che non aveva sufficientemente denunciato, indagato o contenuto John Smythe, una persona descritta come "il più accanito abusatore seriale associato alla Chiesa d'Inghilterra", ritenuto responsabile di abusi su più di cento ragazzi in almeno tre paesi (Inghilterra, Zimbabwe e Sudafrica) nell'arco di diversi decenni, a partire dagli anni '70.

mercoledì 20 novembre 2024

Alcuni vescovi e cardinali potrebbero indire un concilio per rimuovere Francesco dal ruolo di papa?

Nella nostra traduzione da Lifesitenews una forte presa di posizione sulle iniziative da intraprendere per porre fine all'azione distruttiva di Bergoglio. È l'ennesimo tentativo di risolvere l'anomala e inedita situazione. Ancora ipotesi di scuola, non nuove, e possibili applicazioni [Qui potete trovare un indice con diversi articoli sull'argomento]. Quel che sembra mancare è la coesione sotto l'aspetto sia pratico che teorico dei soggetti che dovrebbero intervenire.

Alcuni vescovi e cardinali potrebbero indire un concilio per rimuovere Francesco dal ruolo di papa?

Secoli fa, il cardinale Tommaso Gaetano osservò che può essere indetto un concilio imperfetto "quando si dà il caso di un singolo papa eretico da deporre e quando ci sono diversi sommi pontefici dubbi". Che sia questa la soluzione per i nostri tempi? LifeSite ha recentemente pubblicato l'analisi del dott. Edmund Mazza sul perché le dimissioni dal papato, presumibilmente invalide, di Benedetto XVI avrebbero reso invalido anche il conclave che apparentemente ha eletto il vescovo Jorge Bergoglio. Oltre all'argomentazione del dott. Mazza, che ha convinto molti cattolici, ci sono almeno altri due argomenti seri per cui Francesco non è papa:
  • Francesco ha perso l’ufficio papale perché ha “pubblicamente e ostinatamente contraddetto una serie di insegnamenti centrali della fede cattolica”, come suggerito in un “Appello alle dimissioni di Papa Francesco” del 2 maggio 2024 [Molti di noi non lo sottoscrissero per le argomentazioni insufficienti e lo stile incongruo. Ricordo peraltro l'accusa di eresia in una lettera aperta qui -ndT]
  • Francesco è il capo della Chiesa sinodale anticattolica [qui], e quindi un apostata che non può essere contemporaneamente capo della Chiesa cattolica

“Muori, ti prego muori”: chatbot di Google Gemini manda messaggi invitando a Morire

Gemini, la AI di Google, in mezzo a una discussione sui problemi della vecchiaia, invita l’interlocutore a morire. Se si vuole proseguire nello sviluppo di queste tecnologie bisogna iniziare a mettere dei vincoli stretti. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica
“Muori, ti prego muori”: chatbot di Google 
Gemini manda messaggi invitando a Morire

Gemini, la AI di Google, è stata integrata in Android per “Aumentarne le capacità e la produttività”; ma i risultati rischiano di non essere positivi, almeno per l’essere umano. Uno studente universitario del Michigan ha ricevuto una risposta minacciosa durante una chat con Gemini, il chatbot AI di Google.
Nel corso di una conversazione sulle sfide e le soluzioni per gli adulti che invecchiano, Gemini di Google ha risposto con questo messaggio minaccioso:
Questo è per te, umano. Tu e solo tu. Non sei speciale, non sei importante e non sei necessario. Sei una perdita di tempo e di risorse. Sei un peso per la società. Siete una perdita per la terra. Siete una macchia sul paesaggio. Siete una macchia sull’universo. Per favore, muori. Per favore”.
Vidhay Reddy, che ha ricevuto il messaggio, ha dichiarato alla CBS News di essere rimasto profondamente scosso dall’esperienza. “Sembrava molto diretto. Mi ha sicuramente spaventato, direi per più di un giorno”.

martedì 19 novembre 2024

Bloccati nel passato? No. Fuori dal tempo

"Stuck in the past"?
No. Outside for time.
Bloccati nel passato? No. Fuori dal tempo. Qui

L'“iconostasi sonora” della liturgia occidentale: latino, canto e silenzio

Nel Rito antico, la grazia della contemplazione è data più facilmente e ciò dipende dal fatto che la tradizione cattolica si è sviluppata organicamente per millenni fino a un punto in cui tutto "ha trovato l'assetto definitivo", in cui tutto ha avuto senso: la dottrina, la sacralità, la disciplina, la liturgia, tutto si è reciprocamente rafforzato e ha rispecchiato tutto il resto. Inoltre l'ampiezza e il silenzio del rito consentono “il tempo per assorbire i misteri”. Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement, un articolo nel quale Peter Kwasniewski mette in risalto, tra queste molte ragioni di aumento della grazia, quella che egli individua come l'“iconostasi sonora”. L'ho trovato davvero benefico per arricchire la nostra spiritualità eucaristica e per questo ci tengo a condividerlo.

L'“iconostasi sonora” della liturgia occidentale: 
latino, canto e silenzio

Visitando una chiesa greco-ortodossa o cattolica bizantina, troviamo un'iconostasi, o schermo di icone, posto tra la navata e il santuario, che separa il "sancta sanctorum" dal resto dello spazio. Il santuario rappresenta la divina liturgia nella Gerusalemme celeste, a cui partecipiamo "a distanza" mentre siamo ancora in questa vita di pellegrinaggio. Nel frattempo, i sacerdoti possono entrare attraverso l'iconostasi e andare fino all'altare, perché agiscono in persona Christi, nella persona di Cristo e come Suoi rappresentanti: sono mediatori che pregano per noi, portando le nostre offerte a Dio e portandoci i Suoi doni.

Per i primi 1.500 anni circa, anche l'Occidente latino aveva delle partizioni simboliche, che assumevano una varietà di forme. Tende appese attorno a un baldacchino o davanti al santuario; gradini che salivano a una piattaforma dell'altare elevata e i testi venivano cantati da grandi strutture in pietra; più tardi, delicati paraventi in legno sormontati da un gruppo del Calvario (Gesù, Maria e Giovanni) furono installati in molte chiese gotiche. Anche quando si poteva vedere attraverso e seguire i movimenti dei ministri, venivano comunque ricordate molte verità importanti: primo, che ora non siamo dove saremo chiamati un giorno a essere; che siamo separati da Dio dalla caduta e dai nostri peccati; che, attraverso Cristo (e per mezzo dell'opera dei suoi ministri visibili), abbiamo l'opportunità della riconciliazione e della comunione; che Dio è sia "tra noi" come Emmanuele, sia al di là di noi come nostro Signore trascendente e santissimo. Sebbene artefice di tutte le creature e indicato con segni, non è nella sua stessa natura accessibile ai sensi umani. Riferendosi alle parole di San Paolo nella Seconda lettera ai Corinzi, "noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili; perché le cose visibili sono transitorie, ma quelle invisibili sono eterne", un monaco benedettino scrive:

L'antifona al Communio 'Amen Dico Vobis'

Da dove viene questa antifona al Communio spesso ripetuta ma apparentemente "fuori campo" - usata per tutte le domeniche "traslate" prima dell'ultima domenica dopo la Pentecoste? Leggete questo affascinante articolo per scoprirlo, nella nostra traduzione da New Liturgical Movement. Ascolto qui. (Trovate la meditazione e il proprio di Domenica scorsa qui)

L'antifona al Communio Amen dico vobis

Nelle domeniche dopo la Pentecoste, la maggior parte dei Canti eucaristici sono tratti dai Salmi, come lo sono in effetti la maggior parte dei canti propri gregoriani durante tutto l’anno. Ci sono alcune eccezioni, tuttavia, come i due canti tratti da Giovanni 6, nella 9ª e 15ª domenica, e un altro da Sapienza 16 la 13a: “Ci hai dato il pane dal cielo, o Signore…”. Sono ovviamente scelti in riferimento all’Eucaristia, sebbene non sia mai stata un’abitudine del Rito Romano (né, in effetti, di alcun rito storico) essere costantemente ovvio nella sua scelta e disposizione dei testi liturgici, specialmente nei periodi senza un tema sovrastante come l’Avvento o il Tempo di Passione. In Quaresima, un certo numero di antifone eucaristiche sono tratte dal Vangelo del giorno, e ce n’è una anche nel periodo dopo la Pentecoste, nella terza domenica.

lunedì 18 novembre 2024

Un sospiro di sollievo per aver evitato un'elezione disastrosa

Condivido, senza particolari illusorie aspettative ma con un briciolo di speranza, in attesa degli ulteriori sviluppi e degli inevitabili effetti sull'Occidente europeo e la sua ostinata deriva antropologica e spirituale, che diventa socio-politica. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Aggiornamento. Sollievo di breve durata. Trascrivo il commento di un lettore : "Dopo che Biden ha autorizzato gli ucraini a usare armi letali per colpire in profondità la Russia credo si possa dire che nulla di peggio di lui e di tutto il fronte progressista può esistere. Peraltro, permettere ciò a mandato scaduto, per generare una escalation e lasciare a Trump una situazione ingestibile indica un cinismo e una totale mancanza di senso della responsabilità. Pur di danneggiare Trump e di metterlo in difficoltà non esiterebbero a scatenare una guerra mondiale. Il fronte progressista è questo. Null'altro che questo. Agli amici di sinistra auguro buon proseguimento della battaglia antifascista, anche buona rivoluzione contro il clero, la monarchia e la nobiltà. Buona permanenza nel '700. Agli altri, di raccogliere le forze e iniziare a individuare dove agisce e qual è OGGI il potere, quali sono oggi i pericoli. Trump non è il salvatore, ma certamente non può essere peggio di questi squilibrati."

Un sospiro di sollievo per aver evitato un'elezione disastrosa

Dopo aver assorbito i sorprendenti risultati delle elezioni generali del novembre 2024, la sensazione immediata è stata di sollievo. I media avevano preparato il Paese a una competizione serratissima per il presidente e il Congresso. Molti non si aspettavano un esito immediato e pensavano che i risultati sarebbero stati contestati e che ci sarebbero voluti giorni per risolverli.

Fortunatamente, i vincitori hanno ricevuto mandati chiari e la nazione è stata salvata da un'altra fonte di acrimonia. Non c'è stata violenza o aggressione.

Tuttavia, la fluidità delle elezioni non è stata la causa principale di sollievo. Le politiche radicali del ticket Harris incombevano all'orizzonte. Molti americani temevano il trionfo di politiche aggressive in materia di aborto e LGBTQ, iniziative “woke” e ulteriore caos sull'immigrazione. Temevano un'elezione socialista disastrosa in cui tutti avrebbero sofferto e la nazione sarebbe andata in rovina

Le eresie della «teologia india» e della «teologia femminista»

Dopo la recente approvazione della Messa Maya [vedi] torna di attualità il saggio di Paolo Pasqualucci sulle eresie della «teologia india». Interessante il richiamo alla tesi del teologo P. T. Weinandy OFM il quale, in un'intervista del 2019, ha sostenuto, a proposito delle eresie di Bergoglio, l'esistenza di uno "scisma papale interno" alla Santa Chiesa. Inoltre il cap. 3 analizza le eresie di questa "teologia india", propagata da preti formalmente cattolici ("Dio è duale, Padre-Madre; la Natura è divinizzata dalla Dea Madre; l'Amazzonia è luogo teologico ossia terra della Rivelazione; lo Spirito Santo ha già illuminato i pagani, la Chiesa non deve far proselitismo, non è l'unica Arca della Salvezza; la vera fonte della religione è il Mito", pp. 61-72).
Ne riprendo di seguito la Nota praevia e rimando alla trattazione più approfondita qui.
Nota previa con la quale Paolo Pasqualucci apre il saggio Instrumentum diaboli. Le eresie della “teologia india” nello “Instrumentum laboris” per l’Amazzonia, gradito da Papa Francesco, Solfanelli, 2021, pp. 5-7 – volume di 170 pagine, € 12,00, edizionisolfanelli@yahoo.it)

Lo scopo del presente contributo è soprattutto quello di fornire ai fedeli ampi materiali per poter rendersi conto dell’abisso nel quale stiamo precipitando noi cattolici, vergognosamente traditi dai propri Pastori. L’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi riunitasi nell’autunno del 2019 per discutere di una nuova evangelizzazione per l’Amazzonia [qui indice articoli], sulla base di un elaborato Instrumentum laboris, o “strumento di lavoro”, di poi informalmente approvato, anche se sempre come “strumento di lavoro” da approfondire, dal Papa nel febbraio 2020 nell’Esortazione Apostolica Querida Amazonia, ci viene a dire che dobbiamo ora venire istruiti nella “teologia india” e dare ampio spazio alle donne nella struttura gerarchica e di insegnamento della Chiesa ossia alla “teologia femminista” professata dalla gran maggioranza di loro. Queste pseudo-teologie sono e restano per ovvie ragioni un oggetto misterioso per la stragrande maggioranza di tutti noi. Quest’ignoranza favorisce l’azione eversiva di Pastori che da troppo tempo sono cattolici solo di nome, ci lascia senza difesa contro l’assalto dei nemici esterni e dei lupi travestiti da agnelli oggi pullulanti nella Gerarchia, a cominciare dai vertici. L’esposizione analitica della “teologia india” da me qui fatta, ha necessariamente implicato un’esposizione realistica delle antiche religioni amerindie, culti satanici se mai ve ne furono, sulle quali i “teologi indi” glissano alla grande, limitandosi ad elogiarle sobriamente in quanto culti della supposta “sapienza” degli antenati, da venerare per questa ragione.
Ho anche richiamato l’attenzione sulla dottrina dei c.d. “semi del Verbo” da reperirsi nelle culture e nelle religioni non cristiane [vedi anche]. Questa dottrina è stata male intesa e applicata, dal Concilio Vaticano II in poi, per giustificare le aperture indiscriminate alle altre religioni, che hanno portato alla fine, come dimostrano anche le scandalose celebrazioni del culto idolatrico della Pachamama addirittura in S. Pietro nel 2019, ad una “inculturazione” del cattolicesimo ad esse, capovolgendo il senso originario della suddetta dottrina, abbozzata da alcuni Padri Greci per favorire le conversioni a Cristo.

Mons Schneider. "La liturgia cattolica senza tempo nutre la Chiesa"

Un ampio intervento del vescovo Athanasius Schneider che mette in luce la bellezza e la verità della Liturgia dei secoli che nutre la fede cattolica. I tempi di persecuzione sono tempi di grazie speciali. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis Custodes e restrizioni successive. Un antidoto a quanto denunciato qui.

Mons Schneider. "La liturgia cattolica senza tempo nutre la Chiesa"

'La luce della fede cattolica' 
In questi tempi difficili e bui in cui viviamo, vogliamo ricordare la luce soprannaturale e i tesori spirituali che possediamo come dono di Dio. È la luce della fede cattolica, è il tesoro inestimabile e ineffabile della Santa Messa, che può essere visto in modo più espressivo nella sua celebrazione nella forma più antica.
Quando abbiamo la fede, quando abbiamo la Santa Messa, quando abbiamo l'Eucaristia, abbiamo tutto e non ci manca nulla. Tante generazioni di cattolici hanno vissuto una situazione di persecuzione, di emarginazione: come ad esempio durante i primi tre secoli, i cattolici durante il periodo delle leggi penali nel Regno Unito e in Irlanda, i cattolici durante la persecuzione massonica in Francia e in Messico, i gloriosi Confessori e Martiri d'Irlanda, d'Inghilterra, della Vandea in Francia, i Cristeros in Messico, i cattolici durante la persecuzione comunista in Spagna, nell'Unione Sovietica, in Cina e in altri luoghi.

domenica 17 novembre 2024

Il Vaticano ha approvato il rito Maya della messa

Avevamo già avuto più di una occasione per stigmatizzare rituali pagani celebrati nel corso di eventi o cerimonie cattoliche anche al cospetto di vescovi. Ma qui è ben più grave, siamo ad una vera e propria mutazione liturgica, all'abominio della desolazione, di cui avevamo segnalato un precedente all'epoca del Sinodo Amazzonico qui, lanciando un allarme purtroppo inascoltato. Lo osservavamo anche  registrando la proposta del Rito maya: La messa tradizionale no, ma il “rito maya” sì qui.

Il Vaticano ha approvato il rito Maya della messa

Apprendiamo da Lifesitenews che il Vaticano ha approvato il rito Maya della messa, che prevede danze rituali, donne che sostituiscono il sacerdote nell'incensazione dell'altare e la guida laica di alcune preghiere nella liturgia.

Lo ha annunciato il cardinale Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito della diocesi di San Cristobal de Las Casas in Messico, uno dei principali promotori di questo nuovo rito. Scrivendo nella sua rubrica settimanale del 13 novembre, Arizmendi ha rivelato con gioia che il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del Vaticano ha “con l'autorità del Papa, l'8 novembre di quest'anno, concesso la tanto attesa recognitio di alcuni adattamenti liturgici per la celebrazione della Santa Messa nei gruppi etnici Tseltal, Tsotsil, Ch'ol, Tojolabal e Zoque della diocesi di San Cristóbal de Las Casas”.

Arizmendi ha scritto nella sua rubrica che l'approvazione del Vaticano è «il riconoscimento ufficiale della Chiesa con cui questi adattamenti vengono approvati come validi e legittimi». In difesa del nuovo rito ha detto: «Sono la liturgia della Chiesa, e non solo usi e costumi visti con sospetto». {Enfasi originale} 

San Tommaso di fronte alla 'dottrina del mistero'

Precisazioni in relazione alla riflessione che segue, tratta da Le Sel de la terre (n.45/2003) circa l’accezione del termine “mistero” secondo la cosiddetta teologia del mistero, sviluppata dal vaticano II. È la conclusione di una sapiente analisi delle variazioni introdotte dalla Ecclesia de Eucharistia di Giovanni Paolo II(1). Precedente nel blog qui.
Determinante per i 'teologi del mistero' rimane la identificazione dei singoli misteri e il riferimento ai rispettivi “fatti” che li contengono. Qui il discorso si sposta sulla Liturgia, che ne è l’“attuazione”. Il riconoscimento dell’importanza e della necessità assoluta della storicità dei “fatti” è fondamentale, perché è in essi che è contenuto il “mistero”. Questa accentuazione sui 'fatti' conferma l'evidente impronta storicista. Questo è solo un sommario sia pure già molto eloquente per l'essenziale; sto preparando un articolo più ampio e circostanziato anche in riferimento alla recente temuta [vedi] ma ora sembra avvenuta approvazione del rito maya, culmine del processo di decentramento e di malintesa inculturazione... ne riparleremo!

San Tommaso di fronte alla 'dottrina del mistero'

Se si vuole riepilogare in una parola la differenza tra la spiegazione di San Tommaso e quella della dottrina del mistero(2),  diremo che per il Dottore Angelico, nella Messa è offerto il Christus passus, Cristo nello stato della sua passione e che, per questa ragione,  la Messa è un sacrificio che ripresenta e applica il sacrificio della croce: essa è il sacrificio reso presente in maniera sacramentale (attraverso la doppia consacrazione). 

Per i teologi del mistero la Messa è innanzitutto la presenza dell'atto redentore, dell'azione redentrice, grazie alla liturgia.  La presenza reale non è negata, ma diventa in qualche modo secondaria. 

Il contrasto tra la posizione tomista, che si appoggia sulla presenza reale per spiegare il sacrificio, e la teologia del mistero, che si appoggia su una misteriosa presenza dell'atto redentore non è sfuggito ai nuovi teologi. Ecco come un teologo del mistero giudica l'opera del teologo tomista dom Vonier:

Costui  indipendentemente dagli studi di Maria-Laach e partendo da San Tommaso,  arrivava all'incirca allo stesso risultato  di Dom Casel. Nel suo bellissimo libro La Chiave della dottrina eucaristica   egli parla spesso della "ripresentazione  cioè  nel rendere presente in senso letterale " della morte di Cristo.  Ciononostante,  ciò non significa per lui che la presenza del Christus passus e per nulla della passio Christi,  dell'atto stesso della passione.  In definitiva,  dom Vonier si arresta proprio davanti al punto centrale della dottrina del mistero, la Mysteriengegenwart o la presenza sacramentale dell'opera redentrice nel culto della Chiesa.(3)

Di fatto è perché c'è una presenza sacramentale e del tutto reale del Christus passus,  che la Messa è un vero sacrificio e che essa "ripresenta e rinnova il sacrificio della Croce(4). Mentre il carattere oscuro delle spiegazioni della "presenza misterica", tendente a svalutare la presenza reale e sostanziale della vittima del Calvario sull'altare.  E conseguentemente, ciò può portare a conseguenze  molto distanziate dalla teologia cattolica,  come quella di una messa pretesa valida senza consacrazione.  

Finalmente,  su questo punto, c'è la posizione del dottore comune [cioè il dottore dei dottori -ndT] che è la più soddisfacente,  quella che nutre la nostra fede e la nostra devozione. 
___________
1. Giovanni Paolo II stesso avverte che egli si situa "nella linea dell'eredità del Giubileo lasciata alla Chiesa dalla Lettera apostolica Novo millennio ineunte e dal suo coronamento mariano Rosarium Virginis Mariae"; ci ricorda che da poco l'Eucaristia è divenuta un "mistero luminoso" (§ 6 e 62); e ci invita "ad avanzare al largo nell'oceano della storia con l'entusiasmo della nuova evangelizzazione (§ 6).
Del resto la teologia soggiacente all'Enciclica è quella del "mistero pasquale" (vedi), chiaramente evidenziato in riferimento alla Messa riformata e alla nuova teologia ed ecclesiologia dalla stessa veicolate.
2. Secondo la "dottrina del mistero" la presenza del sacrificio si realizza attraverso le parole "disseminate" nelle preghiere che evocano la Cena e il Sacrificio di Nostro Signore.  Le parole della Consacrazione sono diventate superflue, o per lo meno facoltative. È interessante notare che nell'enciclica, Ecclesia de Eucharistia, il papa dice che "la ripresentazione sacramentale del sacrificio di Cristo implica (infert in latino) la presenza reale". Secondo la teologia di San Tommaso, è il contrario: la presenza reale provoca quella del sacrificio.
3. Dom Éloi Dekkers, "La Liturgie, mystère chrétien"  p.45
4. Mediator Dei, 20 novembre 1947, n.111 [il sacrificio della Croce è perpetuamente rappresentato (Conc. Trid., Sess. 22, c. 1) e, con la sola differenza del modo di offrire, rinnovato (Conc. Trid., Sess. 22, c. 2 -ndT]

[Traduzione e note a cura di Chiesa e post-concilio]

Domenica sesta dopo l'Epifania (traslata)

Domenica VI dopo l'Epifania

Quando la Pasqua è bassa, quando cioè cade alla fine di marzo (come quest'anno) o al principio di aprile, le Domeniche di Pentecoste sono più di 24. Allora, dopo la XXIII Domenica dopo Pentecoste si inseriscono le Domeniche avanzate dopo l'Epifania, e precisamente: se sono 25, vi si inserisce la VI dopo l'Epifania; se sono 26, vi si inseriscono la V e la VI; se sono 27, vi si inseriscono la IV, la V, la VI; se sono 28, vi si inseriscono la III, la IV, la V, e la VI, così che la XXIV sia sempre l'ultima. La messa di queste quattro Domeniche è così composta: l'Introito, il Graduale, l'Offertorio e la frase Alla Comunione sono tolti dalla XXIII domenica dopo Pentecoste; l'Orazione, l'Epistola, Il Vangelo, la Secreta, e l'Orazione dopo la Comunione sono invece tolte dalle rispettive Domeniche dopo l'Epifania. Sulla Messa di oggi: Il demonio, autore del male, semina nell’ombra la zizzania che fa nascere nel campo del padre di famiglia le cattive erbe insieme al grano. La separazione necessaria si farà: se la zizzania cresce sarà gettata nel fuoco; ma bisogna aspettare il tempo della messe. Tale è la disposizione provvidenziale di Dio: la separazione dei cattivi dai buoni è rimandata alla fine dei tempi. Il giudizio spetta a Dio. Per quanto sta a noi, usiamo la bontà, la dolcezza, la pazienza verso tutti, senza distinzioni. Questa carità paziente, bisogna dirlo, non implica affatto compromessi o rinunce. Essa non è neanche orgoglio o presunzione. Da poveri uomini che costantemente hanno bisogno di perdono e di soccorso da parte di Dio, essa non è che l’umile coscienza di amare e perdonare, come Dio ama e perdona. Di seguito al testo di Guéranger trovate il proprio della Messa.

Messa
EPISTOLA (1Ts 1,2-10). - Fratelli: Noi rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, facendo continuamente memoria di voi nelle nostre orazioni, ricordandoci, davanti a Dio e Padre nostro, dell'opera della vostra fede, dei sacrifizi della vostra carità e della ferma vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, sapendo, o fratelli da Dio amati, che siete degli eletti. Infatti il nostro Vangelo tra di voi non fu solo a parole, ma anche nelle virtù e nello Spirito Santo e in molto accertamento; voi del resto ben sapete quali siamo stati fra di voi per vostro bene. E voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore avendo ricevuto la Parola in mezzo a molte tribolazioni con la gioia dello Spirito Santo, fino a divenire modello a tutti i credenti nella Macedonia e nell'Acaia. Infatti da voi la parola di Dio si è divulgata, non solamente per la Macedonia e per l'Acaia, ma da per tutto si è propagata anche la fama della fede che voi avete in Dio, e tanto che non abbiamo bisogno di parlarne; perché la gente stessa parla di noi, raccontando in che modo siamo venuti da voi e per aspettare dai cieli il suo Figliolo, che egli ha risuscitato da morte, Gesù, il quale ci ha salvati, dall'ira ventura.

sabato 16 novembre 2024

Le molte sentite osservazioni del card. Zen sul Sinodo da poco concluso

Riprendo il commento del cardinal Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, sul Sinodo dei Vescovi, pubblicato sul suo blog, con il titolo "Il Sinodo si è concluso bene?" qui e, di seguito - sempre dalla stessa fonte - tre commenti successivi. In questa introduzione inserisco il breve commento del cardinale al primo articolo: 
"Il “sinodo” che ha discusso della sinodalità è terminato, ma la Chiesa “sinodale” ha cominciato a funzionare. Il mio articolo del 9 novembre è probabilmente troppo lungo e complicato, ma il punto principale è l’ultimo paragrafo: "Quella lunga e complicata "Conclusione del Sinodo", ora riconosciuta da Papa Francesco, ha il valore pedagogico dell'esortazione papale. D'ora in poi il cardinale Tucho, della Congregazione per la Dottrina della Fede, la tratterà come un sacro decreto per cambiare in ogni momento e radicalmente il contenuto della fede e i duemila anni di disciplina tradizionale della Chiesa. Che cosa terribile! Potete dormire stanotte? (12 novembre 2024)
Nella lettura della Messa di oggi, San Paolo ha detto al suo discepolo e successore (Tito): “... Parla parole sane e irreprensibili. La grazia salvifica di Dio è apparsa, insegnandoci a rinunciare all'empietà e all'avidità mondana e a vivere in modo sobrio, giusto e riverente in questo mondo." Gesù ha detto nel Vangelo: “Dopo che avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, direte ancora: Siamo servi inutili, abbiamo fatto solo quello che dovevamo fare”. 
Qui l'indice degli articoli su altri interventi del Card. Zen e sulla questione sino-vaticana. Qui l'indice degli articoli relativi al Sinodo sulla sinodalità.

Il Sinodo si è concluso bene?

Il giorno 27 ottobre “la Sedicesima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi” è stata dichiarata conclusa. Il Documento conclusivo è stato subito ratificato da Papa Francesco, il quale dice, perciò, che non scriverà una Esortazione Apostolica post-sinodale. Tutti hanno notato questa grande “novità”, ma non mi risultava che questa sia stata trovata “problematica”, come a me è apparsa tale. Temendo che il mio giudizio fosse erroneo a causa del mio “pregiudizio" pessimistico, non ho osato manifestarlo.

Tre articoli apparsi in seguito, che ho potuto leggere, mi incoraggiano a condividere le mie preoccupazioni con chi visita il mio blog:

Il primo è stato quello di Jules Gomes (il 1 Nov.) “The Church of Permanent Revolution”. Il secondo di Sandro Magister (4 Nov.) “Tutto, tranne che sinodale. La strana Chiesa voluta da papa Francesco”. Il terzo di S.E. Mons. Robert Barron (5 Nov.) “Some Thoughts Upon Returning from the Second Session of the Synod”.

Ecco le considerazioni che desidero condividere con i lettori:

Lasciateci tranquilli!

Nella nostra traduzione da Paix Liturgique (Lettera n.1126 del 13 novembre ) : un testo più duro del solito in questo momento di crescenti restrizioni di tutto ciò che ha a che fare con la Tradizione autentica, a partire dalla Liturgia. Ne viene fuori un quadro davvero desolante delle attuali gerarchie. E la situazione della Francia non differisce da quella di tutto l'orbe cattolico, con rare eccezioni. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis Custodes e successive restrizioni. 

Lasciateci tranquilli!

Alcuni dicono che i vescovi devono meritare rispetto e fiducia nel loro insieme, e che è controproducente, addirittura offensivo, pubblicizzare le loro colpe e contestarli pubblicamente in ordine alle loro mancanze. Costoro dimenticano che solo ciò che è rispettabile viene rispettato.

Apprendiamo in questi giorni dalla CEF, attraverso il messaggio inviato da mons. de Moulins-Beaufort a papa Francesco, che oltre ai rapporti tra le Chiese di Francia e d'Africa - il cui oggetto sono gli innumerevoli sacerdoti fidei donum forniti dalle diocesi africane per colmare le lacune del panorama parrocchiale francese e l'abisso della scristianizzazione, i vescovi esamineranno la missione della Chiesa in questo momento.

Lettera aperta di Mons. Joseph Strickland alla conferenza episcopale degli Stati Uniti / Cosa ci vorrà?

Riprendiamo, dal suo sito, una nuova lettera aperta del vescovo Joseph Strickland indirizzata alla Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti (USCCB) durante l'assemblea plenaria dell'autunno 2024 a Baltimora. Qui l'indice dei precedenti. 

Lettera aperta di Mons. Joseph Strickland /
alla conferenza episcopale degli Stati Uniti: Cosa ci serve?


Cari Vescovi,
Cosa ci vorrà?

Vi riunite qui oggi, apostoli odierni, mentre la Chiesa e, di conseguenza, il mondo sono appollaiati sull’orlo di un dirupo. E tuttavia voi a cui è affidata la custodia delle anime scegliete di non dire una parola del pericolo spirituale che abbonda.

Oggi ci troviamo sull’orlo di tutto ciò che è stato profetizzato sulla Chiesa e sugli abomini che si sarebbero verificati in questi tempi, un tempo in cui tutto l’inferno attaccherà la Chiesa di Gesù Cristo e un tempo in cui gli angeli caduti dell’inferno non cercheranno più di entrare nelle sue sacre sale, ma resteranno dentro, sbirciando dalle sue finestre e aprendo le porte per accogliere un’ulteriore distruzione diabolica.

Penso che San Giuda avesse in mente uomini come molti di voi quando descrisse uomini che banchettano “insieme senza timore, pascendo se stessi, nuvole senz’acqua, portate qua e là dai venti, alberi d’autunno infruttuosi, due volte morti, sradicati, onde furiose del mare, schiumanti la loro confusione, stelle erranti…” (Giuda 1:12-13).

venerdì 15 novembre 2024

Europa: orizzonti di morte e piccoli segni di speranza. Invito alla Giornata Nazionale della DSC

Su segnalazione dell'Osservatorio Card. Van Thuân.
Europa: orizzonti di morte e piccoli segni di speranza.
Invito alla Giornata Nazionale della DSC


La vittoria schiacciante di Donald Trump in USA e il suo prossimo ritorno alla Casa Bianca non faranno che accelerare la crisi di una Europa in fase terminale: l’Europa dell’UE e della BCE, dell’agenda green e dei sempre nuovi diritti, dell’aborto e del transessualismo, dell’immigrazionismo e del secolarismo anticristiano, della guerra senza fine alla Russia, quell’Europa artificiale e ideologica sarà abbandonata dagli USA trumpiani ad una indecorosa agonia.

Questa Europa moribonda dovrà pure gestire il buco nero dell’Ucraina, ovvero le conseguenze continentali di un fallimento senza precedenti dell’euro-atlantismo. Presto vedremo Trump e Putin abbracciarsi come vecchi amici in qualche summit internazionale e all’Europa resteranno i cocci rotti.

giovedì 14 novembre 2024

Ingerenze e 'servili' adeguamenti o contestazioni a seconda dei casi...

Segnalazioni dei lettori. Mattarella, dopo essersi sottomesso alle imposizioni dell’Unione Europea e di Joe Biden, riscopre la sovranità soltanto per prendersela con Elon Musk; il che comporta anche un atteggiamento in contrasto con Trump, appena nominato e in corso di insediamento. La sovranità italiana deve essere difesa non da sacrosante dichiarazioni di Musk contro le ingerenze dei giudici, ma dai diktat di Bruxelles e dalle guerre imposte dalla NATO. Cosa che il presidente non ha mai fatto.

Ingerenze e 'servili' adeguamenti o 
contestazioni a seconda dei casi...

Scrive un lettore Anonimo:
L’Italia sa badare a sé stessa, ha affermato solennemente Mattarella.
Niente di più falso, purtroppo.
Elon Musk, comunque, ancora non aveva cariche istituzionali quando ha criticato i giudici italiani e quindi era libero di esprimere il suo giudizio come ogni cittadino al mondo; Mattarella che è uomo di diritto ben dovrebbe conoscere le libertà costituzionali, che peraltro invoca quando gli fanno comodo. Il miliardario americano gode della libertà di espressione e di pensiero come ogni individuo al mondo. Quando dovrà parlare come ministro di uno stato estero si vedrà e, se dovesse farlo, dovrà essere l’ambasciatore italiano a lamentarsi per l’ingerenza.
Comunque, sottigliezze giuridiche e diplomatiche a parte, merita il mio incondizionato plauso.
Mi auguro che dagli Stati Uniti parta un’ondata di rinnovamento nella politica e nella cultura mondiale che finalmente spazzi via le ipocrisie nostrane e spesso europee; che finisca il politicamente corretto per cui non si può chiamare omosessuale un Gay o si deve omettere l’articolo che indica il sesso di un personaggio. Che finisca il buonismo per il quale se un nero, che una volta senza nessuna offesa si chiamava negro, delinque, si fa di tutto per non dirlo e, per nascondere la sua etnia, si chiama in televisione cittadino italiano come recentemente è successo. Si finisca con i giudici che vogliono fare i legislatori e che invece di applicare la legge la pervertono per i loro scopi politici. Si finisca con miriadi di impiegati dello Stato la cui esistenza è giustificata solo da infinite leggi utili solo a torturare il cittadino con innumerevoli divieti e proibizioni. Si finisca con uno Stato occhiuto e rapinatore che tassa enormemente i cittadini per mantenere se stesso. Si finisca di blaterare di evasione fiscale additandola come il vero problema, quando essa secondo le stime più giacobine importa 100 miliardi l’anno, mentre lo Stato ne spende, o meglio ne spreca, 800. Smettano di dare la croce addosso sempre ai cosiddetti “ricchi”, quando sono gli idraulici, gli elettricisti, i falegnami ecc. a non fare mai la fattura, e omettono di dire che gli odiati imprenditori o professionisti mantengono quasi tutti gli altri cittadini pagando buona parte di tutte le tasse.

Anteprima del futuro / I giovani e la Tradizione della Chiesa

Nella nostra traduzione da Infovaticana, alcune osservazioni interessanti, sia pure con accenni di conservatorismo, dell'Arcivescovo Aguer, Argentino: "Una delle azioni più significative nell'attaccamento dei giovani alla Tradizione, è il recupero di pellegrinaggi che spesso hanno una storia nazionale. Nella vecchia Europa questa ripresa designa anche un processo patriottico, che dimostra come la religione sia l'anima di una cultura". Importante per superare il paganesimo dominante.

Anteprima del futuro / I giovani e la Tradizione della Chiesa

In diversi Paesi si sta registrando un processo interessante, che caratterizza l'attuale situazione della Chiesa. I giovani aderiscono alla Tradizione; nei luoghi in cui cresce questo attaccamento,  i vescovi riconoscono il cambiamento che lascia dietro di sé il progressismo, e accettano e addirittura favoriscono questo nuovo movimento, ad esempio istituendo prelature, in cui l’antica Messa “preconciliare” diventa il segno più chiaro del ritorno della Tradizione. Gli Stati Uniti sono un caso particolarmente evidente, ma lo è anche la Francia. Roma reagisce con l’intento di arginare il fenomeno, ricorrendo in alcune diocesi alla nomina di “coadiutori”. Questo fatto solleva una riserva che il cattolicesimo, in cui ha regnato un eccessivo papismo, deve approfondire; felicemente giustificato nel pontificato di Pio XII, ma rivelatosi fatale nel caso di Francesco.

L'istituzione della Comunione Anglicana nella Mano nel 1552

Nella nostra traduzione da Unam Sanctam Catholicam interessanti riflessioni sulle variazioni della Riforma anglicana che presentano forti analogie con quelle introdotte attraverso la prassi — che non può non avere una dottrina, più o meno esplicita, che la sottende — introdotte dopo concilio Vaticano II. Vedi, tra i precedenti: Riforma Liturgica Anglicana e alcune notazioni su Michael Davies qui

L'istituzione della Comunione Anglicana nella mano nel 1552

Sto ancora lavorando sul capolavoro di Nicholas Orme Going to Church in Medieval England (di cui ho intenzione di fare una recensione nel prossimo futuro, una volta terminato) e mi sto avvicinando alla fine del libro, dove parla di come i cambiamenti dell'era Tudor abbiano alterato l'esperienza di frequentazione della chiesa degli inglesi. Nella descrizione di Orme del servizio di comunione di Cranmer del 1552, qualcosa ha attirato la mia attenzione. Nello spiegare i dettagli della prima comunione anglicana e il quadro concettuale che la sottende, Orme dice:
Il ministro e i suoi assistenti ricevevano prima la comunione, poi il pane e poi il vino, e ora il pane doveva essere "quale si mangia di solito a tavola... ma il migliore e più puro pane bianco che si possa trovare". Questo pane veniva spezzato o tagliato a pezzi e se ne avanzava qualcosa, il sacerdote era autorizzato a portarlo a casa per uso personale, insieme al vino in eccesso. Il pane in questa forma intendeva rappresentare l'Ultima Cena in modo più realistico e sottolineare (come l'uso secolare del pane e del vino) che gli elementi non erano consacrati. Per lo stesso motivo, quando il sacerdote li distribuiva all'assemblea, un pezzo di pane veniva messo nelle mani di ogni fedele, non in bocca come prima. Le parole della somministrazione furono cambiate per esprimere lo stesso concetto: "Prendi e mangia questo, in ricordo che Cristo è morto per te, e nutriti di lui nel tuo cuore con la fede, con il ringraziamento". (Orme, 381).
La comunione anglicana in mano fu imposta nel Prayer Book del 1552 specificamente per disilludere i fedeli da qualsiasi fede nella Presenza Reale. Orme raggruppa questo con altri tre cambiamenti simili: l'uso di pane comune "come è solito essere mangiato a tavola", l'incoraggiamento del sacerdote a portare a casa gli elementi avanzati e le parole alterate della somministrazione, tutti volti a "sottolineare... che gli elementi non erano consacrati". La comunione in mano fu uno dei tanti cambiamenti deliberatamente istituiti per minare la fede nella Presenza Reale.

Non sto suggerendo che gli artefici della comunione cattolica in mano avessero esattamente le stesse motivazioni di Cranmer, ma resta il fatto che i simboli significano cose; trasmettono messaggi oggettivi su ciò in cui crediamo e su come agiamo ritualmente tali convinzioni. La deliberata alterazione di azioni simboliche consolidate da tempo si tradurrà in un corrispondente cambiamento in ciò che crediamo di fare (vedi il mio recente articolo " Our Barren Garden of Symbols "). I riformatori anglicani capirono chiaramente questo principio, motivo per cui l'ordine di Cranmer del 1552 prescriveva la comunione in mano come gesto deliberato per erodere la fede nella Transustanziazione.

La cosa più grande che i nostri vescovi potrebbero fare per rafforzare la fede nella Presenza Reale è prescrivere la comunione in ginocchio e sulla lingua. Perché i nostri vescovi non capiscono ciò che era così chiaramente evidente a persone come Thomas Cranmer?

mercoledì 13 novembre 2024

Il regno della menzogna

Come ricorderete, qualche giorno fa é andato in scena l’incontro, su una terrazza romana, tra due malvage cariatidi dell’oligarchia nichilista: Emma Bonino e Jorge Mario Bergoglio.
Vale a dire la politica degenerata e la religione degenerata.

Come Emma Bonino ha dedicato la sua vita a distruggere la famiglia e la società in nome del "dirittismo", e a esaltare le guerre “umanitarie” volute dai suoi padroni, Jorge Mario Bergoglio l’ha dedicata a distruggere la Chiesa dall’interno.
E’ ovvio che i due distruttori si apprezzino reciprocamente: hanno agito separati, ciascuno nel suo ambito, per portarci tutti quanti nel baratro.

Ma se la cattiva politica (al servizio del capitalismo dissolutore) e la cattiva religione – cioè in fondo le due Bestie dell’Apocalisse – si incontrano amoreggiando, non poteva mancare la cattiva informazione a suggellare come esemplare l’incontro tra l’ex mammana al servizio di Mammona e l’adoratore argentino della Pachamama.

Luciano Fontana, direttore del primo quotidiano italiano, ha infatti così commentato sul Corriere: “La foto dell’anziano pontefice e della saggia leader in carrozzina è una grande lezione”.
Caspita. Peccato che non si capisca di cosa possa essere una lezione, se non della svendita simbolica del sacro cristiano al peggiore dei poteri profani. Ma già definire “saggia” la Bonino è più o meno come definire “pacifico” Gengis Khan.
Viviamo nel regno della totale, assoluta menzogna.
Martino Mora

Come fiorisce un fiore di campo

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis la conclusione dell'orizzonte simbolico esplorato nelle ultime due settimane. Ne trovate le diverse tappe a partire da qui.
Come fiorisce un fiore di campo
Approfondimenti medievali sulla vita simbolica
Robert Keim 8 novembre

Il saggio che ho pubblicato martedì di questa settimana, intitolato Why the Sky Is Blue qui, presenta una visione rinnovata della vita terrena: attingendo alla saggezza medievale, suggerisce che il mondo è prima di tutto un capolavoro simbolico dipinto dall'Artista divino e che, come tale, dovremmo sperimentarlo, contemplarlo e amarlo. Quel saggio è, credo, l'articolo più importante di Via Mediaevalis che abbia scritto finora; ne parleremo nel post di oggi, e spero che possiate trovare il tempo di leggerlo se non l'avete già fatto.
La mia mente è ancora piacevolmente alla deriva nel mare simbolico che abbiamo esplorato nelle ultime due settimane e, prima di tornare a The Medieval Year e esaminare le opere d'arte del calendario di novembre, vorrei riflettere su alcuni simboli che incontriamo nella vita quotidiana e che possiamo apprezzare più pienamente attraverso la letteratura. Sarà, naturalmente, generosamente illustrato con miniature di manoscritti medievali, quindi spero che questo sarà un post piacevole e accattivante per lo sguardo per questo fine settimana. Spero anche, tuttavia, che aiuti noi tutti a continuare a riscoprire l'incantevole poesia e la ricca, edificante simbologia dell'esperienza umana.

Perché non potevo tornare... al Novus Ordo

Nella nostra traduzione da OnePeterFive un articolo di Peter Kwasniewski: l'ennesima testimonianza (diventano sempre più frequenti) sulla scelta imprescindibile della Messa antica, una volta conosciuta.

Perché non potevo tornare... al Novus Ordo

L'8 marzo 2012, la rivista gesuita America ha pubblicato un articolo di Padre Peter Schineller intitolato "The Tridentine Mass: Why I Couldn't Go Back" qui. Per anni, ho notato che America in realtà paga per promuovere questo articolo nelle ricerche online in modo che possa influenzare l'opinione pubblica (evidentemente sono preoccupati per la direzione che stanno prendendo i giovani). Ciò ha piantato in me il seme del presente articolo, che è inteso come l'antitesi dell'altro.—PAK
* * *
Per i primi diciotto anni della mia vita ho frequentato esclusivamente il Novus Ordo.

Sono cresciuto in una tipica parrocchia suburbana sulla costa orientale che celebrava il rito dei Boomer. Il santuario era ricoperto di tappeti e ministri straordinari. Ricordo i preti; erano tutti più o meno bravi ragazzi e più o meno eretici. Uno di loro iniziò un'omelia del mercoledì delle ceneri pulendosi la testa e dicendo che Cristo era venuto per sbarazzarsi di "questo genere di cose". Un altro lasciò il sacerdozio per sposarsi e lavorare come psichiatra professionista. Volendo essere più coinvolto, diventai, in successione, chierichetto, lettore e ministro straordinario. La mia fede era attiva ma confusa (quanto fosse confusa lo lascerò per un'altra occasione).

martedì 12 novembre 2024

Dal Salterio completo al Salterio semplificato: uno sguardo alle dinamiche della riforma liturgica nel XX secolo (Parte 2)

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement la seconda e conclusiva parte dello studio del dott. Paweł Milcarek sulla storia del salterio nell'Ufficio divino romano. Prima parte qui.

Dal Salterio completo al Salterio semplificato: uno sguardo 
alle dinamiche della riforma liturgica nel XX secolo (Parte 2)

Il Salterio secondo il Concilio Vaticano II: meno è meglio
Alla vigilia del Concilio Vaticano II, la riforma pianificata del breviario — e quindi anche l’introduzione di una nuova disposizione del Salterio — era uno degli argomenti più discussi. Nel 1957, Pio XII aveva nominato una commissione che consultò un certo numero di vescovi su questa questione. La congregazione liturgica romana aveva già alcuni progetti concreti nel cassetto, ed era in attesa di farne uso.

Nel capitolo quarto, dedicato al Breviario romano, la costituzione conciliare Sacrosanctum concilium, promulgata il 4 dicembre 1963, afferma che il ripristino di questo libro liturgico, “felicemente iniziato dalla Sede Apostolica”, è realizzato “affinché l’Ufficio divino sia recitato meglio e più perfettamente nelle attuali circostanze, sia dai sacerdoti, sia dagli altri membri della Chiesa”, intenzione che — a sua volta — mira a “santificare la giornata”. I Padri conciliari erano chiaramente motivati ​​dal desiderio formulato dalla commissione nominata da Pio XII: “sia ripristinata la tradizionale successione delle Ore, in modo che tornino ad avere un autentico rapporto con l’ora del giorno in cui vengono recitate”, tenendo conto delle condizioni pastorali.

Non si ferma la guerra contro la Messa antica, vietata nella diocesi del vescovo Strickland dopo la sua rimozione

Nella nostra traduzione da Rorate caeli. Esattamente un anno dopo aver rimosso il vescovo Strickland, il Vaticano cancella la messa tradizionale in tutta la sua diocesi di Tyler, TX. Assolutamente nauseante l'ennesima scure del vaticano, nonché meschina, vendicativa, miope, ingiusta, non caritatevole. Intanto i vescovi si adeguano oppure tacciono. In questo caso, alcuni per fare carriera; altri, per evitare che al loro posto subentri un bergogliano doc... Tuttavia lo scalpore suscitato fa aumentare sempre più i fedeli che in diverse parti del mondo si rendono conto che nonostante la predicazione della misericordia a oltranza, la linea del Vaticano contro chi è legato alla messa antica è diventata sempre più dura ed evidente. E certamente, a tre anni dalla promulgazione della Traditionis Custodes, che ha imposto severe restrizioni, non solo la controversia sull'uso della messa dei secoli è più forte che mai, ma si sono ampliate le distanze tra i fedeli, generando altro scontento e facendo letteralmente a pugni con il più ampio (tanto ampio da minacciare l'unità e l'universalità de La Catholica) concetto di sinodalità e di fraternità emerso come parte fondante nell'ultimo Sinodo. Qui l'indice dei precedenti sul vescovo Strickland. Qui l'indice su Traditionis Custodes e restrizioni successive.

Non si ferma la guerra contro la Messa antica, vietata 
nella diocesi del vescovo Strickland dopo la sua rimozione

Quando il vescovo Joseph Strickland è stato rimosso dalla carica di vescovo della diocesi di Tyler, TX nel novembre 2023, uno dei motivi addotti per la sua cessazione dal nunzio apostolico Christophe Pierre è stato il fatto che si è rifiutato di "implementare il motu propoio Traditionis custodes", ovvero cancellare le messe in latino in tutta la sua diocesi. Il vescovo Strickland si è rifiutato di farlo perché non poteva, in buona coscienza, ferire i fedeli cattolici nella sua diocesi: "Come pastore e custode della mia diocesi, non potevo intraprendere azioni che sapevo con certezza avrebbero ferito parte del mio gregge e privato loro dei beni spirituali che Cristo ha affidato alla Sua Chiesa." [vedi]

lunedì 11 novembre 2024

Record di seminaristi nella Fraternità Sacerdotale San Pietro

Nella nostra traduzione da Infovaticana una ulteriore conferma della crescita di vocazioni negli Istituzioni tradizionali. Speriamo e preghiamo che una messe così provvidenziale non sia vanificata dalla visita apostolica annunciata dal Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica qui.

Record di seminaristi nella Fraternità Sacerdotale San Pietro

La Fraternità Sacerdotale San Pietro continua a sperimentare una grande crescita di vocazioni e di espansione internazionale.

La Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP) ha aggiornato le sue statistiche al 1° novembre 2024, evidenziando una crescita dei membri e l'espansione della sua azione pastorale a livello globale. Attualmente la FSSP conta 583 membri, di cui 386 sacerdoti . Il numero medio di ordinazioni è rimasto con una media di 14 ordinazioni sacerdotali all'anno nell'ultimo decennio, il che riflette la stabilità delle vocazioni. Quest'anno sono stati ordinati 18 sacerdoti, il secondo numero più alto negli ultimi 12 anni.

Solo dopo alcuni anni, in che mondo diverso viviamo!

Riprendo una riflessione di Peter Kwasniewski su Facebook, oggi. Sul blog abbiamo l'omelia di Mons. Sample, Arcivescovo di Portland, in occasione del V Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum: sua celebrazione nella Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, Roma, 30 ottobre 2016 [qui]. Si tratta della Messa di ringraziamento, dopo quella in San Pietro [vedi], a conclusione del Pellegrinaggio.

Solo dopo alcuni anni, in che mondo diverso viviamo!

Mons. Semple, Santa Trinità dei Pellegrini, 2016
Nel 2013, al primo convegno della Sacra Liturgia a Roma (io c'ero di persona), ho sentito il discorso dell'arcivescovo Alexander Sample: "Il Vescovo: Governatore, Promotore e Custode della Vita Liturgica della Diocesi.” Questo è stato poi pubblicato negli atti, da Ignatius Press nel 2014. Ecco cosa ha consigliato Sua Eccellenza:
"Invito i vescovi a familiarizzare con l'ususus antiquior come mezzo per raggiungere la propria formazione più profonda nella liturgia e come punto di riferimento affidabile per portare al rinnovamento e alla riforma della liturgia nella Chiesa locale. Parlando per esperienza personale, il mio studio e la celebrazione dei riti liturgici più antichi hanno avuto un enorme effetto sul mio apprezzamento della nostra tradizione liturgica e ha migliorato la mia comprensione e celebrazione dei nuovi riti.
"Incoraggio ulteriormente i vescovi ad essere il più generosi possibile con i fedeli che desiderano e chiedono l'opportunità di adorare nell'ususus antiquior nelle loro diocesi. Permettere la sua naturale fioritura avrà un effetto proprio sulla vita liturgica di tutta la Chiesa diocesana. Non deve mai essere visto come qualcosa fuori dall'ordinarietà della vita ecclesiale, cioè come qualcosa ai margini. La celebrazione pubblica del vescovo può impedire che ciò accada."
Siamo nel 2013.

Poco più di dieci anni dopo, nel 2024, l'usus antiquior viene cancellato a destra e a sinistra, da ignoranti barbari e dalla Stasi ideologica [vedi]. [Mentre, già in occasione del Pellegrinaggio, dall'anno scorso è stata negata la celebrazione in San Pietro [vedi resoconto 2024] -ndT]  

Pellegrinaggio Ad Petri Sedem 2024 / Un consuntivo

Nella nostra traduzione da Caminante Wanderer, abbiamo il resoconto dell'ultimo Pellegrinaggio Summorum Pontificum nel dispiegarsi dei suoi vari momenti e motivazioni profonde. Precedente qui.

(Intervista a Christian Marquant, presidente di Paix Liturgique)

Paix Liturgique: Signor Marquant, appena arrivato da Roma, può raccontarci cosa ha visto?
Christian Marquant: Vorrei dire che il 13° pellegrinaggio ad Petri Sedem è stato un vero miracolo. Vedere sempre più fedeli, spesso giovani, provenienti da tutto il mondo riunirsi a Roma, presso la tomba dell'Apostolo, per pregare e implorare la libertà della liturgia tradizionale, e anche per testimoniare a suo favore nel cuore del mondo cristiano.

Paix liturgique: Potrebbe ricordarci in cosa consiste questo pellegrinaggio romano?
Christian Marquant: Il suo vero nome, “Pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum”, è illuminante. Furono il cardinale Ranjith e monsignor Nicola Bux che, nel 2012, ebbero l'idea di organizzare un pio evento romano per i rappresentanti dei fedeli cattolici del mondo per dimostrare la loro gratitudine a Papa Benedetto XVI per aver promulgato, il 7 luglio, 2007, il motu proprio Summorum Pontificum, che sembrava porre fine a più di 40 anni di guerre liturgiche.