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domenica 30 giugno 2024

Se in sé stessa la disobbedienza costituisca scisma

Pubblico il testo che segue, scritto da Paolo Pasqualucci a proposito delle consacrazioni episcopali senza mandato di Monsignor Marcel Lefebvre, eseguite in data 30/06/1988, per confutare l'accusa di scisma nei confronti della FSSPX. Ovviamente ci è utile perché il discorso è valido in generale e dunque anche nell'incandescente temperie attuale. Precedente specifico qui

Se in sé stessa la disobbedienza costituisca scisma

«Lo scisma consiste nel sottrarsi alla soggezione al Papa o alla comunione coi membri della Chiesa a lui soggetti. Questa sottrazione dà vita ad una separazione dal corpo della Chiesa [...]. È da notare che, sul piano concettuale, scisma può aversi anche sottraendosi alla sola comunione con i membri della Chiesa, che sono soggetti al Papa, senza contemporaneamente sottrarsi alla soggezione al Papa. Il peccato di scisma è contro la carità perché "directe et per se opponitur unitati", dato che non accidentalmente, ma per sua natura "intendit ab unitate separare quam caritas facit" mira a separarsi dall'unità che la carità produce. Gli scismatici sono coloro che, violando il comando della carità, si separano dalla Chiesa "propria sponte et intentione", di propria volontà ed intenzionalmente.

Lo scisma è un tipo di peccato a sé (peccatum speciale) che esige requisiti propri. Non può essere ricondotto alla disubbidienza in quanto tale, come vorrebbero alcuni, in quanto quest'ultima è il fomite di ogni peccato "In ogni peccato l'uomo disobbedisce ai precetti della Chiesa, dato che il peccato, come dice Ambrogio, è disobbedienza dei comandamenti celesti. Ergo sostengono che ogni peccato è scisma "La confutazione di san Tommaso sull'idea che ogni peccato sia scisma, verte sul seguente inoppugnabile ragionamento: nella disubbidienza che dà vita allo scisma ci deve essere una "rebellio quaedam", si deve manifestare una ribellione, che deve risultare dal fatto di "disprezzare con pertinacia gli insegnamenti della Chiesa e di rifiutare di sottostare al suo giudizio. E questo atteggiamento non ce l'ha ogni peccatore. Perciò non ogni peccato è scisma"( Dizionario di Teologia Cattolica).

Lo scisma è dunque un peccato speciale o particolare o specifico che dir si voglia, che non può esser assimilato ad altro peccato, sulla base del principio che in ogni peccato c'è una disobbedienza.
Per san Tommaso, lo scisma deve essere caratterizzato da una ribellione. Attuandosi in una ribellione, si tratta di disobbedienza illegittima (se la disobbedienza è legittima, allora non c'è più ribellione). Il pensiero teologico medievale (e oltre) è concorde su questo punto "i teologi medioevali, per lo meno quelli dei secoli XIV, XV, XVI, tengono a mettere in rilievo che lo scisma è una separazione illegittima dall'unità della Chiesa; affermano infatti che potrebbe esserci una separazione legittima, come nel caso di chi rifiuta di ubbidire al Papa, se il Papa gli comanda una cosa malvagia o indebita (Turrecremata)" (Dizionario di Teologia Cattolica). In tal caso ci sarebbe una separazione puramente esteriore e putativa»

Dominica VI post Pentecosten ("Dóminus fortitúdo")

Meditiamo sulla Liturgia del giorno con dom Prospero Guéranger, quasi come una lectio divina e assimilandone anche il valore pedagogico. Lo ripropongo perché dà l'opportunità di approfondire per chi già conosce o di conoscere per chi leggesse solo ora.

Dominica VI post Pentecosten
("Dóminus fortitúdo")

Intróitus
(Ps 27:8-9) - Dóminus fortitúdo plebis suæ, et protéctor salutárium Christi sui est. Salvum fac pópulum tuum, Dómine, et bénedic hereditáti tuæ, et rege eos usque in sæculum.
(Ps.27:1) - Ad te, Dómine, clamábo, Deus meus, ne síleas a me: nequándo táceas a me, et assimilábor descendéntibus in lacum. Glória Patri… V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen.
Dóminus fortitúdo (usque ad Ps.).
Introito
(Sl 27:8-9) - Il Signore è la forza del suo popolo, e presidio salutare per il suo Unto: salva, o Signore, il tuo popolo, e benedici i tuoi figli, e govérnali fino alla fine dei secoli.
Sl 27:1 - O Signore, Te invoco, o mio Dio: non startene muto con me, perché col tuo silenzio io non assomigli a coloro che discendono nella tomba. V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. R. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
- Il Signore è la forza del suo popolo...

Il peccato di David.
L'Ufficio della sesta Domenica dopo la Pentecoste si apriva ieri sera con l'esclamazione vibrante d'un profondo pentimento. David, il re-profeta, il vincitore di Golia, vinto a sua volta dall'attrattiva dei sensi e da adultero divenuto omicida, esclamava sotto il peso del suo duplice delitto: "Ti prego, o mio Dio, perdona l'iniquità del tuo servo poiché ho agito come un insensato!" (Antifona dei Vespri).
Il peccato, quali che siano il colpevole e la colpa, è sempre debolezza e follia. L'orgoglio dell'angelo ribelle o dell'uomo decaduto non impedirà mai che la putredine di queste due parole si applichi, come una stigmata umiliante, alla ribellione contro Dio, all'oblio della sua legge, a quell'atto insensato della creatura che, chiamata ad elevarsi nelle serene sfere dove risiede il suo autore, si sottrae e fugge verso il nulla, per ricadere più in basso ancora di quel nulla da cui era uscita. Follia volontaria tuttavia, e debolezza inescusabile, poiché se l'essere creato non possiede nel suo intimo che tenebre e miseria, la somma bontà mette a sua disposizione, mediante la grazia che non manca mai, la forza e la luce di Dio.

sabato 29 giugno 2024

29 Giugno – San Pietro e San Paolo, Apostoli

“Cattolicità e unità vanno insieme. E l’unità ha un contenuto: la fede che gli Apostoli ci hanno trasmesso da parte di Cristo.” (Benedetto XVI, Basilica di San Pietro – Mercoledì, 29 giugno 2005)
29 Giugno – San Pietro e San Paolo, Apostoli

La risposta dell’amore.

“Simone, figlio di Giona, mi ami tu?”. Ecco l’ora in cui si fa sentire la risposta che il Figlio dell’Uomo esigeva dal pescatore di Galilea. Pietro non teme la triplice domanda del Signore. Dalla notte in cui il gallo fu meno pronto a cantare che non il primo fra gli Apostoli a rinnegare il suo Maestro, lacrime senza fine hanno segnato due solchi sulle sue guance; ma è spuntato il giorno in cui cesseranno i pianti. Dal patibolo sul quale l’umile discepolo ha voluto essere inchiodato con il capo in giù, il suo cuore traboccante ripete infine senza timore la protesta che, dalla scena sulle rive del lago di Tiberiade, ha silenziosamente consumato la sua vita: “Sì, o Signore, tu sai che io ti amo!” (Gv 21,17).

L’amore, segno del nuovo sacerdozio.
L’amore è il segno che distingue dal ministero della legge di servitù il sacerdozio dei tempi nuovi. Impotente, immerso nel timore, il sacerdote ebreo non sapeva far altro che irrorare l’altare figurativo del sangue di vittime che sostituivano lui stesso. Sacerdote e vittima insieme, Gesù chiede di più a coloro che chiama a partecipare alla prerogativa che lo fa pontefice in eterno secondo l’ordine di Melchisedech (Sal 109,4). “Non vi chiamerò più servi, perché il servo non sa quel che fa il padrone. Ma vi ho chiamati amici perché vi ho comunicato tutto quello che ho udito dal Padre mio (Gv 15,15). “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Perseverate nell’amor mio” (ivi, 9).

La Chiesa a Trieste sdogana il «democratismo», base del cattolicesimo secolarizzato

La Chiesa a Trieste sdogana il «democratismo», base del cattolicesimo secolarizzato

Speciale 50a Settimana sociale dei cattolici in Italia (Trieste, 3-7 luglio 2024).

Pur sottovoce, a pochi giorni dall’inizio della Settimana sociale, si comincia a dire che il potere politico non discende dall’alto (da Dio), ma proviene dal basso (dal popolo), trasformando così di fatto la scelta democratica in «democratismo». Invitato alla trasmissione “Piazze della democrazia” [qui], Roberto Louvin, docente universitario di diritto comparato, afferma che la democrazia è quell’«idea di rovesciamento anche del potere, non solo dall’alto verso il basso, ma esercitato in maniera costruttiva dal basso verso l’alto».

Eccoci dunque all’approdo. Si vuole sdoganare a Trieste il pensiero di Le Sillon (1894-1910), ovvero di quel movimento francese che voleva realizzare l’unione tra il cattolicesimo e gli ideali repubblicani e socialisti. Le Sillon proponeva la democrazia, non tanto come forma di governo, ma come orizzonte illuminista, in cui il potere del sovrano dev’essere delegato dal popolo. Questo concetto è conosciuto nella scienza politica come «democratismo silloniano».

Zuffa a Santa Marta, il card. Parolin manipola un Francesco alla fine del suo regno

Stavo traducendo ma vedo che lo ha già fatto MiL. Ecco di seguito la lettera numero 1059 pubblicata da Paix Liturgique il 27 giugno, in cui si prosegue l’analisi della posizione del card. Pietro Parolin in seno alla Curia Romana, anche in prospettiva rispetto al futuro Conclave.

Zuffa a Santa Marta, il card. Parolin manipola 
un Francesco alla fine del suo regno

Zuffa alla Domus Sanctae Marthae, ovvero come il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, manipola un papa Francesco alla fine del suo regno

Le indiscrezioni riportate dal blog Rorate Cæli, dopo essere state fugate da una virtuale smentita del prof. Andrea Grillo (secondo lui non ci sarà alcun documento nei prossimi mesi), sono state riprese dalla vaticanista americana Diane Montagna sul quindicinale The Remnant.

La vaticanista Diane Montagna sostiene e chiarisce quanto abbiamo detto nella nostra Lettre 1055 pubblicata il 18 giugno 2024: «Il card. Parolin chiede la morte della liturgia tradizionale?».

venerdì 28 giugno 2024

J’ACCUSE / DICHIARAZIONE di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo Titolare Di Ulpiana, Nunzio Apostolico sull'accusa di scisma

Un coraggioso spartiacque da cui non è possibile tornare indietro. In questo J'accuse, una vera professio fidei dell'Arcivescovo Viganò, non ci sono più i dubbi né i distinguo che da anni cerco di pormi io come semplice fedele. È da esaminare con molta attenzione perché spazia su un orizzonte ampio quanto basta a trovare anche le radici remote a quanto abbiamo attraversato e al punto in cui siamo. Che il Signore lo aiuti! Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati. Qui il video.

 J’ACCUSE

 DICHIARAZIONE
 di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò,
 Arcivescovo Titolare Di Ulpiana, Nunzio Apostolico
 sull'accusa di scisma


Anche se noi o un angelo dal cielo
vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato,
sia anatema.
Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso:
se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto,
sia anatema.”
Gal 1, 8-9
Quando penso che ci troviamo nel palazzo del Sant’Uffizio, che è il testimone eccezionale della Tradizione e della difesa della Fede cattolica, non posso impedirmi di pensare che sono a casa mia, e che sono io, che voi chiamate “il tradizionalista”, che dovrei giudicarvi.” Così l’Arcivescovo Marcel Lefebvre nel 1979, convocato all’ex Sant’Uffizio, in presenza del Prefetto Cardinal Šeper e di due altri Prelati.

Come ho dichiarato nel Comunicato del 20 Giugno scorso, non riconosco l’autorità né del tribunale che pretende di giudicarmi, né del suo Prefetto, né di chi lo ha nominato. Questa mia decisione, certamente sofferta, non è frutto di precipitazione o di spirito di ribellione; bensì dettata dalla necessità morale che come Vescovo e Successore degli Apostoli mi obbliga in coscienza a rendere testimonianza alla Verità, ossia a Dio stesso, a Nostro Signore Gesù Cristo.

L'arcivescovo Cordileone celebrerà la Messa Tradizionale durante il Congresso Eucaristico Nazionale USA

Nella nostra traduzione da Lifesitenews verifichiamo ancora una volta l'esemplarità degli USA nella fedeltà alla Messa antica. Davamo qui notizia dell'istituzione della Messa tradizionale nella Cattedrale di San Francisco da parte dell'Arcivescovo Cordileone. Qui egli esprime la sua commozione nel celebrare in rito antico la 'Messa delle Americhe', cui si riferisce l'immagine scelta oggi.

L'arcivescovo Cordileone celebrerà la Messa Tradizionale 
durante il Congresso Eucaristico Nazionale USA

L'arcivescovo Salvatore Cordileone celebrerà una Messa tradizionale nell'ambito del prossimo Congresso eucaristico nazionale di luglio.
Il 18 luglio, secondo giorno del 10° Congresso Eucaristico Nazionale, Cordileone si è reso disponibile per celebrare una Messa antica alle 16.00 nella Chiesa del Santo Rosario di Indianapolis, Indiana.
Il 19 luglio, terzo giorno del congresso è stata programmata un'altra Messa tradizionale, che sarà celebrata alle 16 da padre Ryan McCarthy, parroco della parrocchia.
La chiesa del Santo Rosario è stata designata dall'arcidiocesi di Indianapolis come chiesa arcidiocesana per la Messa antica e tutte le Messe sono aperte alla partecipazione di chiunque, indipendentemente dalla partecipazione all'evento del Congresso Eucaristico Nazionale.

giovedì 27 giugno 2024

Lettera al Rettore: il vescovo di Ratisbona “vieta” le ordinazioni “senza permesso” della FSSPX. Ma si faranno.

Si tratta di ordinazioni sacerdotali e il divieto è ricorrente [vedi]. Precedente su nuovi vescovi qui.
Lettera al Rettore: il vescovo di Ratisbona “vieta” 
le ordinazioni “senza permesso” della FSSPX. Ma si faranno.

Dopo le voci “vaticane” su un documento-turbo da installare a Traditionis Custodes, l’annuncio di nuove consacrazioni episcopali nella FSSPX sulla scia dell’operazione sopravvivenza del 1988, che costò la “scomunica” (virgolette d’obbligo) a Mons. Lefebvre e a Mons. De Castro Mayer, e la pubblicazione del documento che certifica l’avvio formale, a carico di Mons. Viganò, del processo per scisma presso il “Dicastero per la dottrina della Fede”, ora un fatto interessante emerge in Germania, rilanciato da Katholisch.de.

Il vescovo di Ratisbona Rudolf Voderholzer ha “vietato” le ordinazioni diaconali e sacerdotali della Fraternità sacerdotale San Pio X (FSSPX) annunciate per sabato nel seminario di Zaitzkofen, in Baviera. Il presule ha sottolineato in una lettera indirizzata al rettore che le ordinazioni verrebbero eseguite “senza permesso”: “In conseguenza di questo comportamento, mi sento ancora una volta obbligato a tutelare l’ordine della Chiesa e, come Ordinarius loci, a vietare le ordinazioni non autorizzate, come negli anni precedenti, nella Diocesi di Ratisbona”.

27 giugno: Festa della Madonna del perpetuo soccorso.

Ripubblico perché ne abbiamo bisogno più che mai. Precedente sulla storia, devozione, iconografia qui.
27 giugno: Festa della Madonna del perpetuo soccorso.

La Vergine Maria è lodata sotto tanti attributi e non può che essere così, visto che non ci sono mai attributi sufficienti per cantarne la grandezza. Tra le tante bellezze di cui la Provvidenza ha voluto adornare l’Immacolata vi è anche quella di definirla come Colei che è pronta non solo ad aiutare, ma ad aiutare sempre: Madonna del perpetuo soccorso. L’aggettivo perpetuo la dice lunga.

Ebbene, questa caratteristica dell’aiuto continuo è qualcosa a cui noi del C3S teniamo molto. Chi ci legge da tempo avrà ben capito il perché. Ci riferiamo al fatto che il Pellegrino del C3S deve identificare la devozione al Santo Rosario come il “bastone” con e su cui poggiare continuamente la fatica e l’impegno di ciò che continuamente è chiamato a fare. Non solo portare sempre dietro di sé la Corona del Rosario, ma anche recitarla quanto più possibile, anche nelle faccende di tutti i giorni, anche -perché no?- passeggiando o facendo sport, ovviamente, in questi casi, nel nascondimento e senza alcuna imprudente o poco equilibrata ostentazione.

mercoledì 26 giugno 2024

In Germania il primo ministro ungherese Viktor Orban coinvolto in un incidente (possibile attentato?)

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Per la stampa mainstream si tratta di un incidente. Qui il precedente su Robert Fico.
In Germania il primo ministro ungherese Viktor Orban
coinvolto in un incidente (possibile attentato?)

Secondo le informazioni disponibili, il corteo del capo del governo ungherese è stato speronato da un’auto. Ma l’auto ha tamponato la moto della scorta, sulla quale è rimasto ucciso il poliziotto.
Come si è saputo, lo stesso Orban non è rimasto ferito a seguito del tentativo di omicidio. Anche la sua auto non ha riportato alcun danno. Attualmente sono in discussione due versioni principali di quanto accaduto. Il primo è un classico tentativo di omicidio per eliminare il primo ministro ungherese.
Il secondo è un casuale incidente stradale, che è un tragico incidente. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che ora potrebbero cercare di presentare l’attentato come un banale incidente.
Notiamo che recentemente sono accaduti “strani incidenti” ai leader dei paesi europei che assumono una posizione alternativa sulla questione del conflitto ucraino. In precedenza era stato attentato alla vita del primo ministro slovacco Robert Fico. Il capo del governo slovacco è rimasto gravemente ferito ed è stato portato in una struttura medica in stato di incoscienza, ma fortunatamente è rimasto vivo anche lui e aveva già ripreso conoscenza ed è tornato al lavoro.
Probabilmente, l’“Occidente collettivo” (tramite i servizi di intelligence) è passato alla pratica di assassinare i leader politici che non gli piacciono, non vedendo altra opportunità per influenzare le politiche di quella stessa Ungheria o Slovacchia. Questo non fa altro che sottolineare l’ulteriore inasprimento delle élite occidentali sullo sfondo dei fallimenti del regime ucraino al fronte e dei successi della Russia.
Nota: Ricordarsi dell’avvertimento mafioso trasmesso da un commissario europeo al premier della Georgia (Irakli Kobakhidze) che rifiuta di omologarsi alla Nato. “Hai visto cosa è capitato a Robert Fico? Potrebbe accadere anche a te se insisti nella tua linea” [vedi]. - Fonte

Lettera aperta di padre Spataro che smentisce il latino “lingua morta” dall’intervista al prof. Grillo

Qui l'indice degli articoli sul Latino, lingua lingua classica, sacra (qui), vincolo di unità tra popoli e culture. Precedenti di padre Spataro qui - qui - qui - qui - qui.
Lettera aperta di padre Spataro che smentisce il
Latino “lingua morta” dall’intervista al prof. Grillo


Gentile Dott. Casalini,
Da attento lettore di MiL non posso che ringraziarla per l’ampia attenzione dedicata alla recente intervista rilasciata dal prof. Andrea Grillo sulla “Missa iuxta Ritum Romanum antiquiorem” (mi permetto di ricordare en passant che in lingua latina antiquior/ius ha pure e principalmente il significato di “più importante”) e alle reazioni che ha suscitato in illustri commentatori. I non pochi fedeli che leggono MiL, ai quali è invece del tutto ignoto il nome del prof. Grillo, e che avvicino nel servizio pastorale apprezzano molto le idee promosse dal sito da Lei lodevolmente diretto.
Le opinioni del prof. Grillo hanno suscitato in me grande perplessità. Tuttavia, vorrei soffermarmi su un unico punto, solo apparentemente marginale, laddove ha parlato di “lingue morte” con evidente riferimento alla lingua latina. Il mio stupore nasce da tre motivi.

Comunicato stampa dei Missionari della Divina Misericordia

Lo sapevo da giorni ma non lo avrei pubblicato per non suscitare scalpore, nella speranza che il caso rientrasse; ma ora vedo che altri lo hanno reso noto. Leggo e traduco da Riposte Catholique e pubblico con grande dolore perché riguarda miei carissimi amici. Va collegato ai precedenti: qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui.  Qui l'indice degli articoli su Tradizionis custodes e successive restrizioni.

Comunicato stampa dei Missionari della Divina Misericordia

Padre Jean-Raphaël Dubrule, Superiore della Società dei Missionari della Divina Misericordia, ha appena pubblicato un comunicato stampa in cui precisa le difficoltà incontrate dalla comunità riguardo all'ordinazione dei suoi seminaristi.

Essendo la comunità di diritto diocesano (diocesi di Fréjus-Toulon), il vescovo di Fréjus-Toulon, in questo caso mons. François Touvet poiché ha il potere di farlo dalla Santa Sede, richiama all'ordine i suoi seminaristi. Mentre in diocesi sono riprese le ordinazioni, diversi seminaristi della Società dei Missionari della Divina Misericordia sono in attesa di ordinazione.

Brevi osservazioni sul caso Viganò, implicazioni e risvolti

Una rapida essenziale riflessione disseminata di numerosi link, che spero avrete la pazienza di consultare, per ogni argomento accennato.

Brevi osservazioni sul caso Viganò
implicazioni e risvolti

Prendendo lo spunto dal caso Viganò un lettore scrive: 
Vorrei brevemente e alla buona dare il mio contributo sul passato prossimo e sul presente:
  • Benedetto xvi è stato costretto, dalla situazione internazionale (leggi USA) ed altro forse, alle dimissioni da lui 'frenate' come ha potuto.
  • JMB sapeva di avere un compito affidatogli 'dagli uomini'. Ricordiamo il Buonasera iniziale, il nome Francesco, essere sempre rimasto in albergo.
In qualche modo entrambi hanno detto la verità come hanno potuto e saputo dirla. Un allarme l'hanno dato, ma non si è voluto coglierlo.
Per quanto detto sub a) possiamo ricordare i 20 motivi (almeno quelli noti, ma chissà quanti altri) che hanno "frenato" e in qualche modo sabotato il papato di Benedetto XVI e direttamente o indirettamente provocato la sua resa. Leggeteli qui  

Sub b) possiamo ricordare come la preparazione di questo pontificato e la fronda contro Benedetto non siano illazioni ma fatti ben noti: la famigerata "mafia di San Gallo" qui - qui - qui

Ciò nonostante restano dubbi conoscendo l'ambiguità di Benedetto, che ha motivato l'abdicazione, battezzata "dimissioni" - come da una funzione qualunque - tirando fuori l'"ingravescente aetate" prevista per il pensionamento dei vescovi; nonché la figura del papa emerito, tanto inedita quanto non normata né sotto l'aspetto teologico né sotto quello canonistico, nel più puro stile conciliarista qui e molto altro qui - qui. A cui si aggiungono le perplessità indotte dal famoso discorso del "papato allargato" di mons. Georg qui.

Personalmente, fin da allora, non traggo conclusioni, resto nel dubbio [vedi quando dicevo a caldo] e affido tutto al Signore e a quanto forse si apprenderà dalla storia futura. In sostanza non mi sono lasciata trascinare né dalle ipotesi di invalidità dell'elezione qui, né dalle elucubrazioni di Cionci qui, né dalla logica stringente e minuziosa dei ragionamenti di Radaelli, focalizzata peraltro su sull'ipotesi di fondo della invalidità e conseguente nullità della rinuncia di Benedetto XVI, su cui ho glissato; ma la trovate qui.

Finora l'ipotesi più attendibile, che penso andrebbe sviluppata, è il "vizio di consenso" di Mons. Viganò qui; ipotesi comprovata da fatti di per sé eloquenti... Tra l'altro Mons. Viganò ha avuto il pregio di fare la sintesi tra teologia e politica che sono inscindibili, anche se la crudezza del linguaggio offre pretesti a coloro che gridano allo scandalo [qui l'indice degli interventi].
Un altro scoglio è il politicamente corretto dominante sia in ambito ecclesiale che mondano, ormai sovrapponibili: è un altro elemento che riduce l'incisività dell'actio dell'Arcivescovo, anche se le sue denunce, che ora hanno fatto un inusitato scalpore extra moenia, corrispondono a detti e fatti noti e stanno aumentando le persone che iniziano ad aprire gli occhi. 
Ieri sera al TG1 è stato intervistato perfino il card. Müller che in una recente intervista a FWTN ha dichiarato: “Non ero sorpreso dalle sue accuse, ma vorrei proporre al Santo Padre di parlare con lui, di cercare una riconciliazione con lui, e di dare risposte a quelle accuse o questioni per il Popolo di Dio che ha il diritto di sapere. Sempre è possibile che ci sia stato qualche errore, o qualche sbaglio di gestione, possiamo imparare dai nostri errori e dobbiamo diventare migliori nella gestione degli abusi. Non dividere la Chiesa in gruppi. Il Santo Padre ha il compito dell’unità, deve essere il simbolo dell’unità dobbiamo superare con l’aiuto del Santo Padre la divisione fra conservatori e liberal (dov'è la salvezza delle anime, la teologia, la Rivelazione? -ndr). Vogliamo una Chiesa unita”. 

In ogni caso il punto più controverso sembrerebbe il rifiuto del Concilio, da pastorale e non dogmatico, ora trasformato in superdogma sul quale (non da ora) è vietato ogni sorta di dibattito.
Per quanto mi riguarda il Concilio è da respingere solo in quelle parti disseminate nei suoi documenti – ormai ampiamente identificate – in discontinuità con la tradizione, spesso ben mascherate da quelli che Romano Amerio (nel suo Iota Unum) chiama circiterismi nel senso di espressioni di un eloquio debordante e ambiguo, di fatto concretamente veicolate nella prassi attraverso la pastorale non più definitoria (qui). Ricordo anche i quattro livelli del Vaticano II di mons. Gherardini (solo il IV è quello delle innovazioni da identificare e disattendere qui) e la soluzione proposta da mons. Schneider (qui). Del resto sarebbe irrealistico ignorarlo come se non ci fosse mai stato, posto che le variazioni introdotte nella prassi (di cui vediamo il culmine nell'attuale pontificato), hanno prodotto cambiamenti anche nella dottrina, che definire epocali è dir poco, a tutto scapito delle nuove generazioni. Quel che è sempre mancata ed ora sembra acquistare addirittura la connotazione di comportamento scismatico è ogni possibilità di discussione e approfondimento sulle applicazioni spurie, negata a tutti i livelli, a partire da tutti i papi conciliari. 
Io c'ero a quel famoso Convegno (qui), ottimamente frequentato – organizzato dai Francescani dell'Immacolata – dal quale scaturirono molte interessanti relazioni oltre alle due di cui ai link supra. Esso avrebbe dovuto essere, dichiaratamente, l'inizio di un discorso molto serio da proseguire in ambito ecclesiale; il che, a ragion veduta, possiamo considerare una delle cause determinanti della soppressione dei Francescani dell'Immacolata (qui), il cui carisma peraltro è tuttora vivo, sia pure sotto traccia!
Siamo arrivati fin qui. Preghiamo e vedremo... (Maria Guarini)

martedì 25 giugno 2024

La risposta di Alcuin Reid all’intervista del prof. Andrea Grillo

Riprendo da MiL la risposta pubblicata il 20 giugno sul blog Rorate Cæli di Alcuin Reid, fondatore del Monastère Saint-Benoît di Brignoles e studioso di liturgia di fama internazionale, all’intervista al prof. Andrea Grillo, docente di Teologia dei sacramenti e Filosofia della religione presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e Liturgia presso l’Abbazia di Santa Giustina [vedi]. Qui l'indice dei precedenti e correlati.

La risposta di Alcuin Reid all’intervista del prof. Andrea Grillo

Sbagliato, professor Grillo – ci ripensi!

In mezzo alle «guerre della liturgia» di oltre un decennio fa, padre John Baldovin S.I. pubblicò un articolo: Idoli e icone: riflessioni sullo stato attuale della riforma liturgica (Worship 2010, n. 5). Egli sosteneva che alcuni erano dediti all’idolatria di certe forme rituali, lamentando di aver riscontrato «un tipo paradossale di narcisismo in certi atteggiamenti verso la liturgia, in cui le persone pensano di sostenere una maggiore trascendenza nello stesso momento in cui promuovono un atteggiamento idolatrico verso la liturgia stessa». Prendendo a prestito il fenomenologo francese Jean-Luc Marion, padre Baldovin sostiene che la liturgia dovrebbe invece essere iconica, dove (secondo le parole di Marion) «l’icona non è il risultato di una visione, ma ne provoca una… convoca la vista lasciando che il visibile si saturi a poco a poco dell’invisibile». Padre Baldovin cita ancora: «Nell’idolo lo sguardo dell’uomo è congelato nel suo specchio; nell’icona lo sguardo dell’uomo si perde nello sguardo invisibile che lo prospetta visibilmente» (pag. 389).

Mons. Eleganti critica l’ultimo documento ecumenico

Qui l'indice dei precedenti.
Mons. Eleganti critica l’ultimo documento ecumenico

Cardinale Kurt Koch e Mons. Marian Eleganti Il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, presieduto dal Cardinale Kurt Koch, già vescovo di Basilea, ha appena pubblicato un lungo testo dal titolo “Il vescovo di Roma”, che “fa il punto sul dialogo ecumenico attorno al ruolo del Papa e all’esercizio dell’autorità il primato della Sede di Pietro”, secondo la presentazione di Vatican News.

Mons. Marian Eleganti, già vescovo ausiliare della diocesi di Coira di Mons. Vitus Huonder, ha criticato aspramente questo testo, che ha attirato una “Lettera aperta del cardinale Koch”, visibilmente toccato. Mons. Eleganti ha poi prodotto una risposta a questa lettera. Questo dossier offre una panoramica dello scambio, in cui l’ex ausiliare di Coira è incisivo e interessante.

lunedì 24 giugno 2024

Sapiente articolata critica di Mons. Athanasius Schneider a Fiducia supplicans

Nella nostra traduzione da Crisis Magazine la sapiente articolata critica di Mons. Athanasius Schneider a Fiducia supplicans. Qui l'indice dei precedenti.

Fiducia Supplicans non è un atto di autentica cura pastorale, né di vera carità. 
Propone benedizioni che sono un vero e proprio scandalo

Il Documento Fiducia Supplicans, emanato dal Dicastero per la Dottrina della Fede il 18 dicembre 2023 e approvato da Papa Francesco, circa la possibilità di concedere benedizioni “semplici”, “spontanee”, “brevi” e “non liturgiche” alle coppie che convivono in stato di adulterio o in relazioni omosessuali, colpisce profondamente e negativamente sia la Chiesa cattolica universale, che le singole comunità cattoliche.

1. Il vero significato della benedizione.
L’autorizzazione a “benedire” unioni omosessuali o adulterine non esprime una cura autenticamente “pastorale”, perché tale “benedizione” non è in realtà una “benedizione” nel vero senso biblico. La vera benedizione può avvenire solo quando coloro che la chiedono sono pronti ad accettare l’insegnamento della Chiesa in ordine a ciò per cui chiedono la benedizione e, se così non è, sono disposti a pentirsi e a vivere secondo l’insegnamento della Chiesa. Coloro che si sono volontariamente allontanati dai comandamenti di Dio e conducono una vita a Lui sgradita, Lo offendono, rifiutano consapevolmente la Sua grazia e non possono ricevere efficacemente la benedizione di Dio senza prima pentirsi di uno stile di vita peccaminoso.

domenica 23 giugno 2024

Verso nuove consacrazioni episcopali nella FSSPX. La lettera che prepara i fedeli: “I media si scateneranno”

Non è la prima volta che se ne parla, ma ormai i tempi sembrerebbero maturi.
Verso nuove consacrazioni episcopali nella FSSPX. 
La lettera che prepara i fedeli: “I media si scateneranno” 

Nell’ultima Lettera agli Amici e Benefattori del Distretto francese dalla FSSPX, il superiore don Benoît de Jorna ribadisce che le contingenze spingono sempre più verso nuove consacrazioni episcopali sulla linea dell’operazione sopravvivenza attuata nel 1988:
“Avremo presto bisogno di forze per affrontare l’evento ecclesiale che comincia a prendere forma: delle consacrazioni per dare degli assistenti, che un giorno diventeranno i loro sostituti, ai vescovi fatti da mons. Lefebvre nel 1988.
[…] Quando una tale decisione verrà annunciata dal Superiore Generale, dobbiamo aspettarci uno scoppio mediatico contro i “fondamentalisti”, i “ribelli”, gli “scismatici”, i “disobbedienti”, e così via. In quel momento dovremo affrontare contraddizioni, insulti, disprezzo, rifiuti, forse anche rotture con persone vicine.
[…] La virtù della forza ci sarà molto necessaria in questa occasione cruciale, e dobbiamo, attraverso di essa, dimostrare la nostra assoluta fedeltà all’integrità della fede cattolica, alla vera Tradizione della Chiesa, a Nostro Signore Gesù Cristo Re delle persone, delle famiglie e delle società, nonché alla Fraternità San Pio X, arca di salvezza innalzata dalla Provvidenza in mezzo al diluvio che rischia di travolgere la Chiesa e la civiltà”. - Fonte

Domenica quinta dopo la Pentecoste

Ripubblico per chi ci legge solo ora e anche per rinnovare il nostro approfondimento degli insegnamenti che nutrono la nostra fede, nell'ottica del valore maieutico della ripetizione per l'assimilazione sempre più profonda dei misteri pregati e contemplati. I frutti maturano nella ripetizione e nell'abitudine. Col richiamo alla necessità della continuità del prendersi cura: cultura deriva dal contesto agricolo e indica ciò che deve essere prodotto curato e amato costantemente e ripetutamente. L'atto spirituale non si esaurisce nell'essere compreso una sola volta: approfondito, sollecita nutre e trasfigura. Cogliamo in controluce la bellezza e l'insistente qualità dell'eternità sempre identica ed è la pratica costante che produce frutti. Per questo repetita iuvant... Domenica quinta dopo la Pentecoste

Intróitus
Ap. 5, 9-10 - Redemísti nos, Dómine, in sánguine tuo, ex omni tribu, et lingua, et pópulo, et natióne: et fecísti nos Deo nostro regnum.
Ps. 88, 2 - Misericórdias Dómini in aetérnum cantábo: in generatiónem et generatiónem annuntiábo veritátem tuam in ore meo. - Glória Patri
Ap. 5, 9-10 - Redemísti nos, Dómine…
Introito
Apoc. 5, 9-10 - O Signore, ci hai redendo col tuo Sangue, noi di ogni tribú, e lingua, e popolo, e nazione: e hai fatto di noi un regno pel nostro Dio.
Sal. 88, 2 - Le misericordie del Signore vanterò in eterno: di generazione in generazione la mia bocca annunzierà la tua verità.
Gloria al Padre…
Apoc. 5, 9-10 - O Signore, ci hai redento…

All'Ufficio.
La Chiesa ha iniziato questa notte la lettura del secondo libro dei Re, che comincia con il racconto della infelice morte di Saul e dell'avvento di David al trono d'Israele. L'esaltazione del figlio di Iesse segna il punto culminante della vita profetica dell'antico popolo; in lui Dio trova il suo servo fedele (Sal 88,21), e lo avrebbe mostrato al mondo come la più completa figura del Messia venturo. Un giuramento divino garantiva al nuovo re l'avvenire della sua stirpe; il suo trono doveva essere eterno (ivi 36-38), poiché doveva diventare un giorno il trono di colui che sarebbe stato chiamato Figlio dell'Altissimo senza cessare di avere David per padre (Lc 1,32).

sabato 22 giugno 2024

Il Papa può cacciare Viganò ma non il malessere che esprime. È la censura che spacca la Chiesa

Sono testarda e ho trascritto di sana pianta l'articolo di Borgonovo su La Verità di oggi, citato qui. Chi è onesto intellettualmente legge la realtà al di fuori da gabbie ideologiche e dunque si tratta di un'ottima analisi. Dato il contesto è ovvio venga privilegiato l'aspetto politico rispetto a quello teologico/pastorale che, pure, non è mancato del tutto ma c'è molto da integrare. Non faccio commenti ora; ma mi riprometto di formularli insieme alle dovute confutazioni all'articolo de Il Sussidiario pure citato nel link supra. Le due facce della medaglia... Qui l'indice dei precedenti e correlati

Il Papa può cacciare Viganò ma non il malessere
che esprime. È la censura che spacca la Chiesa

È facile immaginare che ieri in molti, più dentro Santa Romana Chiesa che fuori, abbiano gioito leggendo la notizia del procedimento avviato nei confronti di Mons. Carlo Maria Viganò, sul quale grava l'ombra pesante dello scisma. Avranno gioito, sì, tutti coloro che si sono fatti beffe, pure pubblicamente, delle sue idee bollate come complottiste e retrograde: tutti coloro i quali ritengono che la Chiesa debba aprirsi e progredire, facendo piazza pulita di personaggi imbarazzanti che vaneggiano di immigrazionismo e Nuovo Ordine Mondiale. Il problema, però, è che ci si può anche liberare di Viganò, ma è un filo più difficile liberarsi delle sue idee.

Di sicuro il Monsignore non ha fatto nulla per nascondere il suo pensiero o per celare le sue pesanti critiche all'attuale Pontefice. Con tutta probabilità sapeva di esporsi alle accuse che poi, in effetti, le gerarchie gli hanno rivolto. Si è messo, insomma, nella condizione di farsi giudicare ed eventualmente censurare e sanzionare, cosa che altre figure hanno accuratamente evitato di fare negli anni. E, infatti, il processo a cui verrà sottoposto è, stando alle carte e alale regole, legittimo e forse anche atteso.

Viganò accusato di scisma / Francesco può cacciare Viganò ma non il malessere che esprime

La vicenda che interessa monsignor Viganò è esemplare, perché ci mostra gli effetti di una concezione astratta della verità, cioè concepita senza carità (andrebbe attribuito alle gerarchie...). Così esordisce Il Sussidiario, di cui riprendo di seguito l'incipit, riservandomi di scrivere un articolo ad hoc, tenuto conto del seguito...
In ogni caso si tratta di un'accusa che, nelle modalità e con lo scalpore destato, pur nelle varie versioni dei media non può non suscitare interrogativi in tutto l'orbe cattolico e non. Inoltre rende  esplicite, per chi è disposto a vederle, molte "incongruenze" dell'attuale pontificato e suoi turiferari. 
Notevole e ben costruito l'articolo odierno di Borgonovo su La Verità, mentre quelli di regime sottopongono l'Arcivescovo ad una vera e propria gogna mediatica.
Ho comprato La Verità di oggi perché il contenuto on line è leggibile solo per gli abbonati. Più tardi pubblicherò l'articolo integrale (cliccare sull'immagine per ingrandirla). 
Qui l'indice degli articoli e interventi precedenti e correlati

Viganò accusato di scisma / Francesco può cacciare Viganò ma non il malessere che esprime

La vicenda che interessa monsignor Viganò, ex nunzio apostolico della Santa Sede negli Stati Uniti d’America, presenta – oltre che chiari spunti di cronaca ecclesiastica – anche diversi margini di esemplarità. Prima è però importante circoscrivere i fatti. Il Dicastero per la dottrina della fede ha convocato Carlo Maria Viganò a Roma, affinché possa “prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato (affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di papa Francesco, rottura della comunione con Lui e rifiuto del Concilio Vaticano II)”. 
Viganò ha rifiutato di comparire davanti al tribunale del Papa, asserendo che “la formulazione stessa dei capi d’accusa conferma le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana ‘chiesa sinodale’ è necessaria metastasi”. [...] - Fonte

Comunicato di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Comunicato
di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

21 giungo 2024

La notizia diffusa da alcuni media secondo cui mi sarei presentato ieri, giovedì 20 Giugno, al Palazzo del Sant’Uffizio come intimatomi dal Decreto del Dicastero per la Dottrina della Fede è destituita di ogni fondamento. È totalmente falsa.

La rivista dei Gesuiti America, braccio mediatico della Compagnia di Gesù negli Stati Uniti e megafono della “chiesa della misericordia” del Gesuita Bergoglio ha bruciato le tappe, quando ancora Vatican News (qui) era totalmente all’oscuro del Decreto inviatomi l’11 Giugno, solo con una semplice email, senza rispettare quelle formalità necessarie alla validità della comunicazione di un Decreto, e che io stesso ho pubblicato su X due ore prima dell’incontro previsto al Dicastero. Anche se tutti gli elementi erano chiaramente indicati nel mio comunicato, le illazioni e le speculazioni hanno avuto la precedenza, in tipico stile gesuitico.

La fretta è cattiva consigliera. Pertanto l’articolo di Gerard O’Connell Archbishop Viganò charged with schism by the Vatican apparso ieri su America (qui) sembra essere stato scritto ancor prima che io rendessi di pubblico dominio il documento vaticano. Ciò rivela la stretta contiguità fra l’apparato vaticano e la rivista America e conferma una ben precisa strategia, volta a liquidare il mio processo con una condanna già decisa da Bergoglio e dal suo zelante collaboratore Tucho Fernández [qui - qui - qui - qui - qui - qui], autore dello scandaloso libello pornografico La Pasion mistica. Espiritualidad y Sensualidad, oltre che di Saname con tu boca. El arte de besar. [quiqui]

Quattro considerazioni sul caso di mons. Carlo Maria Viganò

Ricevo via mail e volentieri condivido l'interessante commento di Aurelio Porfiri sul caso Viganò che, tra l'altro, afferma: "L’apostasia che stiamo vivendo non è molto diversa da quella dei Vescovi che giurarono fedeltà a Enrico VIII pur di non perdere rendite e benefici: la differenza è che oggi l’atto di obbedienza è richiesto verso Bergoglio, il Concilio Vaticano II, il Novus Ordo, la “chiesa sinodale”, la Pachamama". Richiamo l'attenzione di chi legge sulla mia nota riguardante fondamentali precisazioni nei confronti del Concilio  e del nostro comportamento al riguardo.

Quattro considerazioni sul caso di mons. Carlo Maria Viganò
Aurelio Porfiri

In molti stiamo seguendo la situazione che coinvolge mons. Carlo Maria Viganò, arcivescovo Italiano a processo da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede con la pesante accusa di scisma.

Devo premettere che in passato ho avuto un rapporto molto cordiale con mons. Viganò di cui ho anche favorito la pubblicazione di alcuni libri. Poi purtroppo, non per mia scelta, il rapporto si è diradato, ma voglio naturalmente conservare quella buona memoria conseguente ai nostri scambi di e mail di qualche anno fa.

Quindi le mie considerazioni vogliono essere uno sguardo imparziale sulla situazione che si è venuta a creare.
  1. 1. Non credo che l’attenzione vaticana sia una grande sorpresa per mons. Viganò. Del resto le sue posizioni, dimostrate anche dalla risposta da lui diffusa, testimoniano di una radicalità nelle sue posizioni che difficilmente potrebbe favorire una riconciliazione con la Santa Sede, una riconciliazione che allo stato attuale lui non sembra cercare particolarmente.
  2. Nella sua Dichiarazione recente viene fatto un riferimento a mons. Marcel Lefebvre. È un riferimento interessante. Dice mons. Viganò:

venerdì 21 giugno 2024

Uniti nella preghiera per la salvaguardia della Messa dei secoli

Indice degli articoli sulla Traditionis custodes e successive restrizioni.
Uniti nella preghiera per la salvaguardia della Messa dei secoli

Carissimi amici
i nemici della santa Chiesa in Vaticano stanno cercando di bloccare la Messa Vetus Ordo [qui] per renderla "illegale" con il solito sistema dell'obbedienza ad un ordine ingiusto con la minaccia dello scisma o separazione dalla vera chiesa che sarebbe quella che impartisce ordini contrari alla Verità e alla Vera Fede! 
Preghiamo perché questo perverso progetto non vada a buon fine e soprattutto perché i pastori fedeli alla Verità abbiano il coraggio di combattere per difenderla dai lupi travestiti da agnelli che si aggirano nella nostra amatissima Chiesa! 
E non temano di essere accusati come eretici e Considerato l'aspetto luciferino dell'attacco che sembra voglia essere perpetrato proprio il 16 luglio nel giorno della festa della Madonna del Carmelo, anniversario del triste documento in forma di motu proprio Traditionis Custodes, abbiamo pensato a una "crociata di preghiera" rivolta proprio alla nostra Madre Amatissima a partire già da ora affinché scompigli i piani dei nemici della Fede e della Liturgia. 
Ognuno La invochi come meglio crede ma suggeriamo, come preghiera conclusiva di ogni giorno di questa battaglia, l'Augusta Regina. 

Arciv. Chaput / Sul potere dei senza potere

Nella nostra traduzione da What We Need Now, uno scritto da Charles Chaput, arcivescovo emerito di Philadelphia. Precedenti qui - qui - qui - qui - qui - qui.

Sul potere dei senza potere

Partiamo da un fatto semplice: il peccato più antico e permanente dell’uomo è l’idolatria. E se la storia umana ci insegna qualcosa, è che l’idolatria ha un vestiario infinito di travestimenti e un numero infinito di vittime. Nel nostro tempo, l’idolo di turno è lo Stato, che si presenta con i paramenti liturgici della scienza.

Il Terzo Reich ha praticato l’eutanasia su circa 300.000 disabili mentali e fisici. Poi ha ucciso altri 6 milioni di ebrei, zingari, emarginati sociali e prigionieri politici in nome della superiorità della razza ariana. Gli eredi politici di Karl Marx (Lenin, Stalin, Mao, Pol Pot e altri) hanno ucciso 25 milioni di persone nel blocco sovietico, 40 milioni in Cina, 2 milioni in una nazione di soli 7 milioni in Cambogia e altri milioni altrove, il tutto per creare un nuovo mondo e far ripartire la storia dall'”anno zero”, ripulita da ogni memoria del passato e basata su un modello di uomo padrone di sé stesso e di umanità come vero e unico dio.

"La Messa cattolica. Passi per ripristinare la centralità di Dio nella liturgia"

Nonostante le voci minacciose di "soluzione finale" (vedi), resistiamo e rafforziamo preghiera e riflessione sulla preziosa realtà della nostra Liturgia. Il testo ripreso di seguito è tratto da "La Messa cattolica. Passi per ripristinare la centralità di Dio nella liturgia" di Athanasius Schneider Capitolo IV "La Messa è un Sacrificio". Qui l'indice degli articoli sulle recenti progressive restrizioni e relative riflessioni.

La Messa è un sacrificio. 
Da: "La Messa cattolica. Passi per ripristinare la centralità di Dio nella liturgia" 
Athanasius Schneider

La santa Messa è il Sacramentum Crucis, questa è la definizione essenziale della Messa. Se la santa Messa è il Sacramentum Crucis, dobbiamo vedere cosa è il sacramento.

Il sacramento è un segno percepibile ai sensi che indica, e produce indicando, la realtà a cui si riferisce. In questo modo, le due specie separate, pane e vino, indicano la realtà della separazione del Corpo e del Sangue di Cristo sulla Croce, cioè indicano la realtà dell'atto del sacrificio della Croce. Indicando questa realtà, i segni sacramentali producono – come dicono i teologi – questa realtà in modo sacramentale.

La santa Messa è la forma sacramentale del sacrificio del Golgota. Possiamo anche dire che la santa Messa è la presenza reale del sacrificio del Golgota, la presenza reale del corpo immolato e del sangue versato di Cristo.
Questo atto di sacrificio è il più grande atto avvenuto e che mai avverrà nella storia umana. Il sacrificio, in senso biblico, è l'atto più grande di amore e questo atto è stato fatto non semplicemente da un uomo, ma dal Dio-uomo.
A causa dell'unione ipostatica, questo atto del sacrificio della Croce, un atto primariamente interiore, ma allo stesso tempo anche un atto visibile, è stato compiuto dalla seconda persona della Santissima Trinità, questo atto va ascritto alla persona e non alla natura, e quindi ascritto alla persona Divina di Gesù Cristo.

giovedì 20 giugno 2024

Mons. Carlo Maria Viganò / Attendite a falsis prophetis

Qui l'indice degli interventi precedenti e collegati.
Mons. Carlo Maria Viganò 
Attendite a falsis prophetis

Comunicato a proposito dell'avvio del processo penale extragiudiziale per delitto di scisma
(Art. 2 SST; can. 1364 CIC)

Il Dicastero per la Dottrina della Fede mi ha comunicato, con una semplice email, l’avvio di un processo penale extragiudiziale nei miei confronti, con l’accusa di essere incorso nel delitto di scisma e contestandomi di aver negato la legittimità di «Papa Francesco», di aver rotto la comunione «con Lui» e di aver rifiutato il Concilio Vaticano II. Mi si convoca al Palazzo del Sant’Uffizio il 20 Giugno, in persona o rappresentato da un Avvocato. Presumo che anche la condanna sia già pronta, visto il processo extragiudiziale.

Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore. Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi.

Il Dicastero per il Culto Divino dice no al Vetus Ordo in cattedrale

Nell'articolo che segue, pur dai chiari accenti conservatori, emerge tutta l'ostinata avversione per la Liturgia antica e la mens inesorabilmente conciliarista delle gerarchie vaticane, che ribadisce ad nauseam la falsità del rito riformato come unica espressione dell' "unica lex orandi"... Ecco spiegate anche le voci di ulteriori provvedimenti demolitori (qui).

Il Dicastero per il Culto Divino dice no al Vetus Ordo in cattedrale

Negli scorsi mesi l'Arcivescovo di Melbourne, S.E.R. Mons. Peter Andrew Comensoli ha inviato al Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti una richiesta di un decreto, come previsto dal Motu Proprio Traditionis Custodes, che autorizzasse la celebrazione eucaristica con il Missale Romanum del 1962 in diversi luoghi dell'Arcidiocesi.

La risposta del Segretario del Dicastero, Mons. Vittorio Francesco Viola, è emblematica e spiega chiaramente qual è il fine del Motu Proprio Traditionis Custodes, documento che ha creato molta divisione all'interno della Chiesa Cattolica. Piuttosto che unire, infatti, si è scelto di procedere esacerbando le posizioni di chi interpreta in malo modo il Concilio Vaticano II e di chi addirittura lo disconosce. È sorprendente come Viola, formato alla scuola dell'Aventino, citi il Cerimoniale dei Vescovi per ribadire come "la manifestazione preminente della Chiesa locale (...) quando il Vescovo, come sommo sacerdote del suo gregge, celebra l'Eucaristia e in particolare quando celebra nella Cattedrale, circondato dal suo collegio di presbiteri e dai suoi ministri, e con la piena e attiva partecipazione di tutto il popolo santo di Dio". Per fortuna, ogni tanto, qualcuno se ne ricorda. Il problema è che questo viene utilizzato per dire che la Messa antica non si può celebrare in cattedrale proprio perchè la celebrazione del vescovo deve essere esemplare. C'è da chiedersi: quindi, quando i vescovi celebrano secondo un rito non meglio precisato che vorrebbe scimmiottare quello di San Paolo VI, nessuno si scandalizza? Quando ci sono vescovi che commettono abusi liturgici e promuovo la sciatteria, nessuno osa scrivere due righe?

Perché gli studenti universitari si convertono al cattolicesimo?

Ci soffermiamo su una notizia confortevole.
Perché gli studenti universitari si convertono al cattolicesimo?
di Francis Slobodnik

Per molto tempo, le università pubbliche sono state il luogo in cui gli studenti hanno perso la loro fede. La pressione dei professori laici, la promiscuità sessuale e le idee liberal [progressiste, ndr] erano sufficienti a far sì che giovani impressionabili mettessero in discussione le loro convinzioni.
Vivendo al di fuori delle influenze tradizionali, studenti indipendenti sono stati incoraggiati a scartare la religione come restrittiva e antiquata.
Inoltre, la pastorale cattolica nei campus spesso sosteneva i guerrieri della giustizia sociale, la cattiva liturgia e le cause liberal. La crisi della Chiesa ha diffuso confusione e incertezza.
Tutto sembra cospirare contro il mantenimento della fede nel campus. Così, è quasi diventato un rito di passaggio per innumerevoli studenti cattolici quello di perdere la fede all'università.
Tuttavia, ci sono segnali incoraggianti di cambiamento. Durante la Pasqua, nella zona in cui vivo, sono accaduti due eventi molto significativi.

mercoledì 19 giugno 2024

Papa Francesco approva un nuovo documento che eleva l’ecumenismo e la sinodalità al di sopra del primato papale

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews. Il nuovo "documento di studio" del Dicastero vaticano per la promozione dell'unità dei cristiani [qui] sottolinea un intimo legame tra primato papale e sinodalità, sostenendo il decentramento, garantendo maggiore autorità a livello regionale e rafforzando al tempo stesso l'ecumenismo. Si tratta del falso ecumenismo conciliare (vedi). In estrema sintesi, storicismo e totale calamento di braghe: fine de La Catholica, nel senso di universale. Qui l'indice degli articoli sul tema. Alcuni precedenti significativi qui - qui - qui.

Papa Francesco approva un nuovo documento che eleva 
l’ecumenismo e la sinodalità al di sopra del primato papale

Il Vaticano ha presentato un documento fondamentale sul papato, che contiene numerosi appelli a modificare radicalmente la comprensione della pratica del primato e dell’autorità papale al fine di incentivare l’ecumenismo e la sinodalità.

Intitolato “Il Vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte all'Enciclica Ut unum sint”, il testo è stato presentato in una conferenza stampa a Roma, il 13 giugno.

Presentato come “il primo documento che riassume l’intero dibattito ecumenico sul servizio del primato nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II”, il documento è il frutto di quasi quattro anni di “lavoro veramente ecumenico e sinodale”. Il testo presenta i risultati di un percorso avviato dal Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani (DPCU) nel 2020, nel 25° anniversario della Ut Unum Sint.

Lo Stato moderno diventerà molto religioso

Nella nostra traduzione da The European conservative. Se l'impresa kerigmatica della Chiesa si ritira dall'arena pubblica, o ne viene esclusa da un movimento politico di apostasia, ciò ha diversi effetti dannosi dal punto di vista cristiano. In primo luogo, la Chiesa si atrofizza, non potendo compiere la propria missione, e tenta sempre più di giustificare la propria esistenza presentandosi come un club impegnato solo in questioni temporali, all’interno della giurisdizione di uno Stato sempre più antireligioso... Gli esseri umani adoreranno sempre e quell’impulso all’adorazione troverà sempre espressione a livello politico. O, quindi, il governo appoggerà e salvaguarderà concezioni di religiosità che sono caotiche e idolatriche, e quindi corrosive e immorali, oppure appoggerà una religiosità che si traduce in un'autentica unità morale dei membri dello Stato. Precedenti interessanti qui - qui. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Lo Stato moderno diventerà molto religioso

Il caso che segue presuppone diverse ipotesi, con le quali si può o meno essere d'accordo, ma è necessario dichiararle fin dall'inizio per motivi di chiarezza.

Dò per scontato che la natura umana esista. Non siamo esseri che si creano da soli e non possiamo nemmeno cambiare la nostra natura. Possiamo deformare la nostra natura, mutilarla e allontanarci dalle sue leggi in innumerevoli modi che come civiltà stiamo attualmente esplorando con grande impegno, ma ciò significa fare violenza alla nostra natura, non cambiarla. Tale visione implica che esista effettivamente una legge della natura umana, con la quale possiamo cercare di allineare le nostre vite nel perseguimento della prosperità – o addirittura del tutto volontariamente possiamo discostarci da quella legge. I modi in cui possiamo allinearci a quella legge sono diversi e dinamici, ma tale dinamismo ne presuppone il riconoscimento. Considero inoltre come un dato di fatto che la vita politica – con questo intendo l’ordinamento morale o pratico della nostra vita comunitaria, e la sua regolamentazione attraverso la leadership e la legislazione positiva – sia propria della natura umana. Come persone individuali, emergiamo e manteniamo naturalmente persone aziendali.