Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 26 marzo 2019

Arciv. Chaput agli studenti universitari: seguire la volontà di Dio è la risposta ai nostri tempi bui

Discorso blando ed essenziale, che tuttavia ha il pregio di riconoscere la crisi di tempi bui. Peccato che faccia menzione sì di una generica oscurità, ma si sia soffermato sugli abusi sessuali - che peraltro in America sono al momento il punctum dolens e indubbiamente derivano da una drammatica carenza di fede. Ma ci sono molte distorsioni dottrinali che stanno minacciando la cattolicità  c ci lasciano disorientati perché la soluzione sul piano umano è difficile e controversa e oltretutto il male è troppo radicato e generalizzato mentre, per annunciare il vangelo, secondo il giusto invito dell'Arcivescovo, occorre aver ricevuto del "buon cibo solido" (1 Cor, 3,2). Ma il Signore non ci abbandona e provvederà...

Da Catholic News Agency (nostra traduzione) apprendiamo  che l’arcivescovo di Philadelphia, mons. Charles J. Chaput - in un incontro con gli studenti sulle vocazioni e sulle scelte di vita - cita Il Signore degli Anelli, una trilogia nel genere fantasy dello scrittore cattolico J.R.R. Tolkien.
Mons. Chaput ricorda una scena centrale nella quale il tentativo di distruggere un anello malvagio e onnipotente sembra essere assolutamente senza speranza. Fin da quando ha messo piede fuori dalla Contea, la casa idilliaca e sicura che ha lasciato per questa ricerca, le tenebre e il pericolo hanno circondato e perseguitato Frodo, il piccolo hobbit al quale è stata affidata la missione di distruggere l’anello.
In un momento di disperazione Frodo si rivolge al suo più fedele amico, Samwise Gamgee, un hobbit che si è rifiutato di abbandonarlo, e gli chiede se valga la pena di continuare una missione apparentemente impossibile. E questi gli risponde:
“Sì. Perché c’è del bene nel mondo, signor Frodo, e vale la pena lottare per esso”.
Mons. Chaput non manca di far notare che le terre del Dakota sono molto simili all’idilliaca Contea da cui provengono quegli hobbit: sicuri, per molti versi idilliaci, e quasi mai al centro dell’attenzione. Così si è espresso:
“Ho servito come vescovo in tre diverse diocesi, e ognuna di esse è stata una grande benedizione in termini di amici ed esperienze. Le ho amate tutte. Ma il mio primo amore è stato la diocesi di Rapid City, South Dakota”.
“C’è una bellezza e una saggezza nel Dakota che non si trova da nessun’altra parte. Penso anche che il diavolo tenda a concentrarsi su luoghi come New York e Washington e a considerare meno importanti luoghi come Bismarck; il che è il suo errore. Significa che qui si possono fare diverse cose molto buone, proprio sotto il suo naso”
Ma come gli Hobbit non sono rimasti nella Contea, ha notato Chaput, così anche i cristiani sono chiamati ad uscire dalle loro case e dai luoghi di formazione per entrare nel mondo e diffondere il Vangelo.
Arriva il giorno in cui gli Hobbit sono chiamati fuori dalle loro case e in una grande guerra tra il bene e il male per l’anima del mondo intero: una guerra in cui giocano un ruolo decisivo, proprio perché sono piccoli e apparentemente insignificanti.
Ma il mondo esterno ha un disperato bisogno di trasformazione, ha notato Chaput, anche all’interno della Chiesa cattolica.
Egli ha affermato che la recente raffica di scandali riguardanti abusi sessuali nella Chiesa può far apparire questi tempi molto bui, aggiungendo:
“Molte persone buone sono adirate, e giustamente, con le loro guide nella Chiesa per lo scandalo degli abusi. Non voglio smorzare questa rabbia perché ce n'è bisogno; ha radici sane e giuste”. 
Sottolineando che la giusta risposta a questa giusta rabbia non è un risentimento velenoso, ma piuttosto una risposta di umiltà e di amore che purifica la singola persona e la Chiesa, proprio come Santa Caterina da Siena, che con la sua santità e perseveranza ha convinto il Papa a tornare a Roma.
“Dio chiama tutti noi non solo a rinnovare la faccia della terra con il suo Spirito, ma a rinnovare il cuore della Chiesa con la nostra vita; a farla giovane e bella ancora e ancora e ancora, perché risplenda del suo amore per il mondo. Questo è il nostro compito. Questa è la nostra vocazione. Questa è la vocazione: una chiamata di Dio con il nostro nome sopra di essa”.
Nota Chaput che c’è anche molta oscurità nel mondo che viene dall’esterno della Chiesa.
“La vita americana oggi è turbata da tre grandi domande: Cos’è l’amore? Cos’è la verità? Chi è Gesù Cristo”. “Il mondo secolare ha risposte a ciascuna di queste grandi domande. Ma esse sono false”.
Aggiungendo che il mondo definisce l’amore solo attraverso le emozioni e la compatibilità sessuale, mentre definisce la verità come qualcosa che può essere osservato solo attraverso dati oggettivi e misurabili. Il mondo dice anche che Gesù Cristo è stato un uomo buono in una lunga fila di buoni maestri, ma alla fine è solo una bella credenza superstiziosa piuttosto che una persona reale, che è il Figlio di Dio e Salvatore del mondo. E spiega:
“L'elemento chiave di tutte queste risposte secolari è questo: Non solo sono false, ma anche pericolose. Riducono il nostro spirito umano ai nostri appetiti. Abbassano l’immaginazione umana e la ricerca di senso a ciò che possiamo consumare. E poiché il cuore umano ha fame di un significato che la cultura secolare non può dare, noi anestetizziamo quella fame con il rumore e le droghe e il sesso e le distrazioni. Ma la fame ritorna sempre“.
L'Arcivescovo osserva che il mondo secolare offre risposte facili ma non offre risposte soddisfacenti ad alcune delle domande più profondamente umane, quali: 
“Perché sono qui, cosa significa la mia vita, perché le persone che amo invecchiano e muoiono, e le rivedrò di nuovo? Il mondo secolare non ha risposte soddisfacenti a nessuna di queste domande. E non vuole nemmeno che ce le poniamo a causa di una cecità auto-imposta; non può tollerare un ordine superiore a se stesso : farlo lo obbligherebbe ad assumere comportamenti che rigetta. E così odia, come fece Caino, coloro che cercano di vivere diversamente”.
Afferma Chaput: La risposta a tutte queste domande non è una qualche teoria o equazione, ma la persona di Gesù Cristo.
“Egli è l’unica guida affidabile per il nostro viaggio attraverso il mondo. I cristiani lo seguono come gli Apostoli perché, in Lui e nel suo esempio, Dio parla direttamente a noi e ci conduce sulla via di casa al suo regno. In altri termini, Gesù non è solo l’incarnazione di Dio, ma anche l’incarnazione di chi siamo destinati ad essere”. E il messaggio di Gesù è che ogni vita è “irripetibile e preziosa e ha un senso e uno scopo che Dio intende solo per voi. Solo per voi”. Per molte persone, questo significherà vivere la vocazione del matrimonio, e testimoniare Cristo tra la famiglia, gli amici e i luoghi di lavoro, “e tu lascerai la tua impronta nel mondo con una testimonianza quotidiana di vita cristiana”. “Il matrimonio e la famiglia sono cose profondamente buone”, ha aggiunto, e i laici sono chiamati non solo ad essere “collaboratori” del clero più santo, ma a condividere una pari responsabilità nel promuovere la missione della Chiesa. “Ricordate come considerate il vostro futuro”.
E poi ha detto:
Dio chiama alcuni anche ad essere testimoni radicali della santità nel sacerdozio o nella vita religiosa consacrata. “I religiosi sono una testimonianza vivente di conversione radicale e di amore radicale; una prova costante che le Beatitudini sono più che semplici ideali belli, ma piuttosto la via verso un nuovo e migliore tipo di vita”.
“E i sacerdoti hanno il privilegio di tenere nelle loro mani il Dio della creazione. Senza sacerdoti, non c’è eucaristia. Senza l’Eucaristia, non c’è Chiesa. E senza la Chiesa come comunità viva e organizzata, non c’è presenza di Gesù Cristo nel mondo”.
E ha aggiunto che le chiavi per trovare la propria vocazione e il proprio scopo nella vita sono il silenzio e la preghiera, che lasciano spazio alla voce di Dio.
“Fare in modo che ci sia il tempo per il silenzio e la preghiera dovrebbe essere la prima pratica quaresimale per tutti noi, ma soprattutto per chi cerca la volontà di Dio per la propria vita”.
Così, Chaput ha esortato gli studenti, piuttosto che lamentarsi del fatto che i tempi sono cattivi, a ricordare che stanno vivendo in questo momento per una ragione e che possono con la loro santità e la testimonianza della loro vita rimodellare i tempi. E dice:
“Come vescovo, sant’Agostino visse in un momento in cui il mondo intero sembrava crollare, e la Chiesa stessa stava lottando con aspre divisioni teologiche. Ma ogni volta che la sua gente si lamentava dell’oscurità dei tempi, ricordava loro che i tempi sono fatti dalle scelte e dalle azioni delle persone che li abitano”.
“In altre parole, noi facciamo i tempi. Siamo i soggetti della storia, non solo oggetti. E se non lavoriamo consapevolmente per migliorare i tempi con la luce di Gesù Cristo, allora i tempi ci renderanno peggiori con le loro tenebre”.
“C’è del bene nel mondo, e vale la pena lottare per esso”, ha ribadito Chaput, ricordando ancora una volta il Signore degli Anelli. “Questa è una buona descrizione della vocazione che Dio chiede a ciascuno di noi”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

13 commenti:

Anonimo ha detto...

CATECHISMO DI SAN PIO X, in "pillole" (33)

117. Può altra Chiesa, fuori della Cattolica-Romana, essere la Chiesa di Gesù Cristo, o almeno parte di essa?
Nessuna Chiesa, fuori della Cattolica-Romana, può essere la Chiesa di Gesù Cristo o parte di essa, perché non può averne insieme con quella le singolari distintive qualità, una, santa, cattolica e apostolica, come difatti non le ha nessuna delle altre Chiese che si dicono cristiane.

118. Perché Gesù Cristo istituì la Chiesa?
Gesù Cristo istituì la Chiesa perché gli uomini trovassero in essa la guida sicura e i mezzi di santità e di salute eterna.

119. Quali sono i mezzi di santità e di salute eterna che si trovano nella Chiesa?
I mezzi di santità e di salute eterna che si trovano nella Chiesa, sono la vera fede, il sacrificio e i sacramenti, e gli aiuti spirituali scambievoli, come la preghiera, il consiglio, l'esempio.

120. I mezzi di santità e di salute eterna sono comuni a tutti gli uomini?
I mezzi di santità e di salute eterna sono comuni a tutti gli uomini che appartengono alla Chiesa, cioè ai fedeli, i quali negli scritti apostolici son detti santi; perciò l'unione e partecipazione loro a quei mezzi è comunione di santi in cose sante.

Pellegrinante ha detto...

A me le parole dell'Arcivescovo sono "arrivate" molto.
Comprendo bene le perplessità di molti, che sono spesso anche le mie, sul fatto che il clero utilizzi sempre piu spesso il linguaggio del mondo, piuttosto che le dotte citazioni della Sacra Scrittura, nel tentativo di meglio raggiungere il cuore dell'uditorio.
Sono cosciente del fatto che La Parola abbia in Se, una capacità comunicativa ed educativa che non necessita di sostegni esemplificativi legati alla narrazione solo umana, per svolgere la sua funzione precipua di rivelare alla mente umana i segreti del proprio cuore, giacché in esso, si confrontano e si scontrano quotidianamente i desideri e le pulsioni della carne e del sangue con le necessità di sopravvivenza e possibilmente di sviluppo dello Spirito.
Tutto ciò detto, trovo comunque che l'Archivescovo Chaput abbia saputo affrontare in maniera diretta l'enorme difformità dal giusto, nella attuale condotta di molto clero, veicolando efficacemente un messaggio di speranza sul futuro, a coloro che sono il futuro.
A mostrato al giovane uditorio di interessarsi e conoscere il "loro mondo", ricavandone degli ancoraggi mentali ai quali poter fare attraccare la Verità di Sempre.
Solo Gesù sa arrivare dritto al cuore dell'uomo.
Noi uomini pur facendo il nostro meglio, possiamo raggiungere il cuore dei nostri fratelli solo passando preventivamente per la loro mente, se non sono loro ad aver preventivamente preparato il loro cuore con la preghiera.
Non perdiamo mai la speranza, perché molto clero é ancora buono, anche se il bombardamento quotidiano di non pochi casi terribili, da la sensazione che tutto sia ormai irrecuperabilmente allo sfascio.

fabrizio giudici ha detto...

https://www.lifesitenews.com/blogs/pope-asks-universities-to-disseminate-his-claim-diversity-of-religions-is-willed-by-god

Il Papa, come al solito, se ne frega anche delle proprie parole, in questo caso l'ammissione di un errore nel documento di Abu Dhabi, e chiede alle università cattoliche di diffonderlo.

Ecco, non venitemi a dire che questo non è un errore notorio.

fabrizio giudici ha detto...

Mons. Schneider approfondisce il suo pensiero e risponde ad alcune domande:

https://www.lifesitenews.com/news/exclusive-interview-with-bishop-schneider-the-limits-of-papal-authority-and-the-fate-of-a-heretical-pope

irina ha detto...

...Ma ci sono molte distorsioni dottrinali che stanno minacciando la cattolicità ci lasciano disorientati perché la soluzione sul piano umano è difficile e controversa...

La strada giusta per rimettere in forma le distorsioni e purificare i contenuti, contenuta nel commento sopra del 26 marzo 2019 08:51,

va inserita nel : " silenzio e nella preghiera, che lasciano spazio alla voce di Dio"
come suggerisce l'Arciv. Chaput.

Ed aggiungo che oggi la pratica più difficile, ma essenziale, è il silenzio, che il mondo ignora e contrasta con ogni mezzo.

by Tripudio ha detto...

Non dimentichiamo che il vescovo pellerossa Chaput, pur capace di tante belle parole, è amicone del Cammino Neocatecumenale, cioè delle eresie e degli strafalcioni liturgici.

Quando sentiamo un vescovo dire cose abbastanza cattoliche oggi ci rallegriamo, perché è una scena rara.

Ma siamo nel 2019, non nel 1979: ormai ogni vescovo sa che nel Cammino vige la sagra delle corbellerie dottrinali (ed ambiguità, e vere e proprie eresie), corredata da una liturgia carnevalesca che offende Nostro Signore (a cominciare dalla "comunione seduti", passando per le omelie laicali fin dalla "ambientale", più il girotondo col passetto, il tavolinetto smontabile imbottito di prodotti ortofrutticoli, il mostruoso fiume di gadget dipinti/progettati dal fondatore, la «scarnificazione delle coscienze con domande che neppure un confessore farebbe», la ruberia delle "Decime", i seminari farlocchi, le speculazioni immobiliari e vere e proprie truffe ai danni delle diocesi, i calici a forma di insalatiera ottagonale, le grattugiate di chitarrella con i tristissimi e bruttissimi canti composti dal fondatore, ecc.).

Un vescovo che abbia simpatie per il Cammino, per quanto in buona fede desideroso di attrarre le anime a Dio e di non formalizzare lo scisma neocatecumenale già in atto, è almeno suo malgrado connivente con l'eresia (figuratevi quando ne è anche economicamente sostenitore).

Ne abbiamo le tasche piene di vescovi "conservatori" che ci somministrano il contentino di un'omelia cattolica (citando magari persino il Signore degli Anelli) e poi di fronte allo scempio liturgico e dottrinale della setta eretica neocatecumenale non solo non hanno nulla da ridire, ma addirittura vanno a sottomettersi all'eretico Kiko:

«Non c’è nessun gruppo oggi nella Chiesa che rifletta la vita degli Atti degli Apostoli meglio del Cammino Neocatecumenale», ha detto l'arcivescovo Chaput alle comunità neocatecumenali a maggio 2015. «Quando i vescovi e i fedeli laici guardano a voi, imparano come essere Chiesa».

Sua eccellenza monsignor Chaput se ne vada dunque nella setta eretica ad «imparare come essere Chiesa» da quel gruppo neocatecumenale che a suo dire «riflette la vita degli Atti degli Apostoli».

fabrizio giudici ha detto...

@Tripudio
Effettivamente... È difficile, praticamente impossibile oggi trovare un vescovo che non sostenga almeno un grave errore. Però dobbiamo continuare a vagliare e prendere ciò che è buono, senza che questo costituisca un'approvazione "a prescindere" di tutta la condotta del prelato.

Pellegrinante ha detto...

Esatto.
Sottolineare questo aspetto era era anche l’intento del mio messaggio delle ore 9:00.
Non dobbiamo cedere alla tentazione di rinchiuderci in una torre d’avorio.
Anche in questo modo si rischia di fare il gioco del Nemico di Dio.
Dobbiamo essere “puri come colombe” ma prima ancora “ astuti come serpenti” (Mt. 10,16)

by Tripudio ha detto...

Se un prelato appoggia coscientemente e convintamente coloro che diffondono eresie e compiono sacrilegi contro l'Eucarestia, possiamo veramente addormentarci sugli allori dei comodi distinguo dicendoci "prendiamo ciò che è buono"?

E la Chiesa Cattolica, oggi, ha bisogno di qualche predica in cui infilare Tolkien, o soprattutto di qualcosa di più serio? In altri termini, il medico è chiamato a curare il paziente il prima possibile, oppure solo a rassicurarlo con eleganti parole?

Chi ha orecchi per intendere, intenda...

Anonimo ha detto...

Se ne frega di tutto, basta vedere come sfila via la mano stizzito a chi voleva baciargli l'anello in quel di Loreto, c'è modo e modo, così non ci siamo proprio : video su gloriatv.

fabrizio giudici ha detto...

San Paolo disse quella frase in generale, non escluse questioni specifiche. "Prendere ciò che è buono" non implica affatto addormentarci sugli allori, se uno contemporaneamente denuncia quello che non va. Ora, è chiaro che se mi prendete un eretico a tutto tondo, tipo Rahner o Kasper, non me ne frega niente se una volta su venti dice una cosa giusta...

mic ha detto...

Grazie Fabrizio per il link a LifeSiteNews. Domani pubblico la traduzione.

Anonimo ha detto...

all'anonimo che afferma che non dobbiamo chiuderci in una torre d'avorio, mi pare che la torre d'avorio sia il cammino neocatecumenale che ho letto essere eretico, od in altri cammini, arroccandosi in essi. Prendere il buono dalle profezie come dice san Paolo non è come prendere il buono da un Lutero. Io comunque vorrei conoscere la torre d'avorio della Chiesa per chiudermici dentro, poi dalla finestra chiamerò tutti, ma intanto mi ci installo volentieri. A tripudio vorrei dire, siam giunti a questo punto grazie ai gradi: ormai non si capisce più neanche chi non è cattolico. Niente redenzione, nessuno può offendere Dio...ecc ecc., il cammino. https://www.radiospada.org/2016/07/neocatecumenali-rapida-panoramica-dei-loro-gravi-errori-prima-parte/