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venerdì 31 luglio 2020

Il card. Zen e il dibattito sul concilio

Anche il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong si inserisce nel dibattito innescato dall'Arcivescovo Viganò e dal Vescovo Schneider sul concilio Vaticano II [vedi].
Lo fa - in un'intervista a Catholic News Agency (le citazioni che seguono sono tutte riprese dalla mia traduzione) e in un saggio del 17 luglio pubblicato sul suo sito web - dove critica sia i "conservatori estremi" che i "progressisti estremi" perché respingono l'autorità e l'autenticità dei documenti conciliari. 

Il Saggio
Il cardinale attribuisce gli effetti della crisi attuale al fatto che, per decenni, il Concilio Vaticano II sarebbe stato usato in modo improprio per portare avanti, all’interno della Chiesa, programmi “ristretti” basati su una “comprensione soggettiva”. E così chiede un nuovo apprezzamento dei documenti conciliari stessi, e una rinnovata comprensione di ciò che la Chiesa insegna che sia presente in un Concilio ecumenico.
In sostanza egli non riconosce il fatto che il Vaticano II rappresenti una rottura definitiva con il precedente insegnamento e con l’autorità della Chiesa secondo l'interpretazione della cosiddetta “ermeneutica della rottura”, affermando che certe interpretazioni sono estranee alla natura di un Concilio ecumenico. Il cardinale sostiene nel suo saggio che:

giovedì 30 luglio 2020

Arcivescovo Viganò. Lettera aperta al Vescovo di San Rafael Eduardo Maria Taussig

I prodromi: I fedeli e i seminaristi di San Rafael (Argentina) hanno protestato per la proibizione di ricevere la Comunione in bocca. Dopo un Rosario interrotto dalla Polizia il vescovo, seguendo precise istruzioni della Santa Sede [qui], ha chiuso il seminario modello: 39 seminaristi, più di 150 famiglie vicine alla realtà attiva sul territorio e chiamata la Vandea delle Ande dove si vive un cristianesimo da Opzione Benedetto. Ecco perché c'è il sospetto che si sia colta la palla al balzo per chiudere una realtà fiorente di vocazioni e "troppo cattolica" per i nostri tempi.

30 luglio 2020
Eccellenza, 

Sono confuso e ferito nell’apprendere dalla stampa internazionale la notizia relativa alla decisione di chiudere il Seminario della Diocesi di San Rafael e di licenziare il suo Rettore, don Alejandro Miguel Ciarrocchi. 

Questa decisione sarebbe stata adottata, su Sua zelante segnalazione, dalla Congregazione per il Clero, che ha ritenuto inammissibile il rifiuto da parte dei chierici sotto la Sua giurisdizione di amministrare e ricevere la Santissima Eucaristia in mano e non in bocca. Immagino che il comportamento lodevole e coerente dei Sacerdoti, dei chierici e dei fedeli di San Rafael Le abbia offerto un ottimo pretesto per chiudere il più grande Seminario argentino e disperderne i seminaristi per rieducarli altrove, in seminari tanto esemplari da essersi ormai svuotati. Vostra Eccellenza ha saputo mirabilmente tradurre in pratica quell’invito alla parresia, in nome della quale si dovrebbe sconfiggere la piaga del clericalismo denunciata dal più alto Soglio.

Siria. Assad farà costruire in miniatura la cattedrale cristiana di Santa Sofia

Una notizia che lascerà indifferenti i troppi cristianofobi, buonisti, cattocomunisti, radical chic. ma che ci riempie di gioia. 
Il governo di Damasco ha annunciato che costruirà una replica in miniatura della Basilica di Santa Sofia ad Al Suqaylabiyah, città a maggioranza cristiano-ortodossa nella provincia di Hama, come simbolo del dialogo tra cristiani e musulmani. L’edificio, che ricalcherà, seppur in formato ridotto l’estetica della Santa Sofia di Istanbul, verrà realizzato con il sostegno finanziario della Russia, ed è una risposta alla riconversione in Moschea del sito patrimonio dell’Unesco da parte del governo della Turchia. Secondo quanto riferito dal sito libanese “Al Modon”, l’idea è nata da Nabeul al Abdullah, leader di una milizia armata alleata del governo di Damasco nella provincia di Hama, che ha ottenuto l'approvazione del vescovo metropolita della chiesa greco-ortodossa di Hama, Nicolos Baalbaki.

mercoledì 29 luglio 2020

Il Vaticano avrebbe subito l’attacco di hacker cinesi prima dei negoziati con Pechino

Nella nostra traduzione dal New York Times del 28 luglio. Precedenti sulla questione Cina/Vaticano [qui]

Per realizzare l’attacco, gli hacker avrebbero usato come cavallo di Troia il file di una lettera contenente una nota di condoglianze da parte del Cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano.
David E. Sanger, Edward Wong and Jason Horowitz

WASHINGTON — Un gruppo di monitoraggio privato è arrivato alla conclusione secondo cui negli ultimi tre mesi hacker cinesi si sarebbero infiltrati nelle reti di computer del Vaticano, con l’intento apparente di fare dello spionaggio prima dell’inizio dei delicati negoziati con Pechino.

L’attacco è stato rilevato dalla Recorded Future, un’impresa con sede a Somerville, (Massachusetts). Il Partito Comunista Cinese ha messo in atto da tempo una vasta campagna il cui fine è esercitare un controllo ancor più rigido sui gruppi religiosi, in quello che i leader del governo hanno sempre definito uno sforzo di “cinesizzare le religioni” all’interno della nazione. La Cina riconosce ufficialmente cinque religioni, tra cui è incluso il Cattolicesimo. Tuttavia, le autorità locali accusano spesso i gruppi religiosi e i fedeli di cercare di minare il controllo esercitato dal Partito Comunista e dallo Stato e di minacciare la sicurezza nazionale. Gli hacker cinesi e le autorità statali hanno spesso usato cyberattacchi per cercare di raccogliere informazioni su gruppi di buddisti tibetani, musulmani uiguri e seguaci del Falun Gong al di fuori della Cina.

Hacker cinesi si sarebbero infiltrati nei server del Papa

Qui i precedenti sulla vexata questio Cina.Vaticano.

Stiamo traducendo il testo pubblicato sul New York Times, che a breve pubblicheremo.
La clamorosa notizia però ha già fatto scalpore, tant'è che la riprende il Corriere sotto il titolo Spionaggio in Vaticano, così gli hacker cinesi si sono infiltrati nei server del Papa (con una lettera-esca del cardinale Parolin):
Dal nostro corrispondente PECHINO - Una lettera di condoglianze per la morte di un vescovo cinese, firmata dal cardinale Pietro Parolin e mandata per email alla Holy See Study Mission di Hong Kong 
Quella di Hong Kong è una delle missioni più strategiche del Vaticano nel mondo perché agisce da ufficio di collegamento con le diocesi cattoliche nelle 33 province della Repubblica popolare cinese.
La società americana di monitoraggio privato Recorded Future, con base in Massachusetts, ha scoperto che lo scorso maggio, nel server del Vaticano, si sarebbero infiltrati degli hacker, durante la trattativa tra Santa Sede e Cina per il rinnovo dell’accordo segreto provvisorio, siglato nel 2018, che scadrà a settembre ma dovrebbe essere prorogato e rinegoziato nel 2021.

Un esercito di sottomessi: servi volontari nascosti dietro le mascherine

Molti italiani tengono la mascherina anche se la legge non lo impone più e non ci sono motivi sanitari per farlo (sono i tipici seguaci degli aspiranti tiranni, contenti di obbedire senza doversi prendere la responsabilità di sé)
Diciamo la sgradevole verità: a diversi nostri compatrioti, a parte le ragioni o sragioni sanitarie, mettersi una maschera in questi mesi piace, anche molto.
Non però per mostrare la propria autentica personalità, nascosta dalle convenzioni abituali, come accadeva nella Commedia dell'arte italiana ma per nasconderla del tutto, anzi fingere di non averne alcuna. Neppure per innovare coraggiosamente, con nuove idee e volti, ma per obbedire al supponente capo, l'«avvocato degli italiani».
Si vedono così giovani e anziani in ottima salute avanzare guardinghi in territori a zero Covid 19, nascosti dietro alle loro cupe e impersonali maschere d'ordinanza. Pronti a reagire a nuove «esplosioni infettive» come dicono i media pro-emergenza.
Non risulta che siano i medici a stimolare questi comportamenti ansiogeni e clinicamente privi di senso. Certo, le settimane di trasmissioni televisive con aggiornamento in tempo reale del numero dei morti da parte di commissari in maglione scuro con stampato sopra il logo dell'emergenza e il tono di voce dolente e preoccupato, hanno avuto il loro effetto sugli utenti confinati in casa, impensierendoli a dovere.

Intervista a Tommaso Scandroglio sulla lotta alle leggi ingiuste. Di Stefano Fontana.

GPII avrebbe voluto esplicitare meglio il n. 73 della “Evangelium vitae
Intervista a Tommaso Scandroglio sulla lotta alle leggi ingiuste 
di Stefano Fontana

Ringrazio Tommaso Scandroglio di questa ampia e importante intervista su un tema di cui è esperto di livello mondiale: la lotta alle leggi ingiuste. L’ho raggiunto con alcune domande a seguito della recentissima uscita del suo libro “Legge ingiusta e male minore” (Phronesis Editore 2020 acquistabile qui). Il nostro colloquio, come il lettore potrà vedere, tocca molti temi scottanti circa la posizione dei cattolici e della Chiesa su un tema vivo ed attuale di teologia morale e di impegno politico. Ricordo che ho fatto riferimento a due punti importanti del libro di Scandroglio in due brevi articoli pubblicati nel mio blog su La Nuova Bussola Quotidiana (vedi qui  e qui).

martedì 28 luglio 2020

Dal Vaticano II ad Abu Dabi : un dibattito tra Mons. Schneider e Mons. Viganò

Interessante excursus - ed evidente condivisione - della Fraternità di San Pio X sulle recenti posizioni dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò e del Vescovo Athanasius Schneider che hanno rotto il pluridecennale muro di silenzio e finalmente consentito la diffusione e l'approfondimento del dibattito sulla crisi nella Chiesa e il Vaticano II. [Vedi]
Questa prima panoramica, che accenna anche ad una risposta indiretta della Santa Sede, preannuncia un futuro ulteriore dispiegarsi di analisi e riflessioni a confronto, inserendo a pieno titolo la Fraternità nell'ormai allargato dibattito.

Il 4 febbraio 2019, Papa Francesco ha firmato con il Grande Imam della Moschea del Cairo il Documento sulla Fratellanza umana per la pace nel mondo e la convivenza comune [Vedi]. Il 24 febbraio 2019, don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ha denunciato [qui] questa "empietà che disprezza il primo comandamento di Dio e che fa dire alla Sapienza di Dio, incarnata in Gesù Cristo che è morto per noi sulla Croce, che 'il pluralismo e la diversità delle religioni' sono 'una sapiente volontà divina' ", aggiungendo che "tali parole si oppongono al dogma che afferma che la religione cattolica è l'unica vera religione (cfr. Programma, proposta 21). Se questo è dogma, ciò che si oppone si chiama eresia. Dio non può contraddirsi".
Da Dignitatis humanæ ad Abu Dhabi, passando per Assisi

In un articolo del 31 maggio 2020, pubblicato il 1° giugno su LifeSiteNews, [testo italiano qui] mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana in Kazakistan, afferma che "non esiste una volontà divina positiva o un diritto naturale alla diversità delle religioni", e mostra che la dichiarazione di Abu Dhabi è la logica conseguenza della libertà religiosa promossa dal Concilio Vaticano II. Ecco gli estratti più significativi del suo articolo, che saranno utilmente integrati leggendo la sua dichiarazione del 4 giugno, intitolata "Non c'è fede comune in Dio né adorazione comune di Dio condivisa da cattolici e musulmani ”, p. xx di questo numero.
"Vi sono motivi sufficienti per ritenere che esista un rapporto di causa ed effetto tra la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa, Dignitatis Humanæ e il Documento sulla fratellanza umana per la pace nel mondo e la convivenza comune, firmato da Papa Francesco e dallo sceicco Ahmed el-Tayeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019. Durante il suo volo di ritorno a Roma dagli Emirati Arabi, lo stesso Papa Francesco ha detto ai giornalisti: C'è una cosa che vorrei dire. Lo riaffermo apertamente: da un punto di vista cattolico, il documento non si discosta di un millimetro dal Concilio Vaticano II. È anche citato in diverse occasioni. Il documento è stato redatto nello spirito del Concilio Vaticano II".

lunedì 27 luglio 2020

L'Italia distopica è qui, adesso...

Qui i precedenti sull'immigrazionismo.

Oggi a Lampedusa, tra barche barchini e barconi, sono sbarcati in undici, otto uomini e tre donne, con bagagli e un barboncino al guinzaglio.
Non fuggono da nessuna guerra e anche nella foggia (donne in cappello di paglia) si presentano come turisti in vacanza. La padrona del barboncino dichiara: «Sono stata 15 anni in Italia, poi sono tornata nel mio paese e ora sono tornata di nuovo in Italia perché mi piace. Spero di trovare un lavoro e la libertà perché in Tunisia è piena di carceri, è piena di schifo». E aggiunge: «Abbiamo comprato, tutti quanti, una barca. Ognuno di noi ha dato un poco di soldi e abbiamo guidato per arrivare qua».
C'è da chiedersi: ma perché spendere tanto e fare una traversata anche rischiosa quando potrebbero prendere tranquillamente un aereo o un traghetto? E qui ha inizio la distopia dell'Italia così esposta con le sue coste affacciate sull'ex Mare Nostrum: sia se arrivi con un barchino che con i trafficanti di professione ONG, ti danno vitto, alloggio, una diaria giornaliera, scheda telefonica, sanità e istruzione gratuite grazie allo status di “richiedente asilo” con tanto di tutela internazionale. Ma un governo che si rispetti, non farebbe altro che rispedire da dove sono venuti i tunisini, che non fuggono da nessuna guerra.

Sull' ennesimo colpo all'Occidente cristiano, che diventa una minaccia.

Riprendo di seguito segnalazioni di lettori sull'ennesimo colpo all'Occidente cristiano, che diventa una minaccia. Precedenti quiqui - qui. Senza dimenticare la selvaggia invasione delle nostre coste e dei nostri confini, da parte di orde afro-islamiche ed asiatiche [vedi], vergognosamente incontrastata da un governo costituito per la maggior parte e al suo vertice da personaggi non eletti [qui - qui]

In attesa di "conquistare l'Occidente con il ventre delle nostre donne"(presidente dell'Algeria Boumedienne in un famoso discorso all'Onu), nel venerdì di preghiera nella ex Santa Sofia, l'imam della "religione di pace" (Bergoglio dixit) ha predicato impugnando la scimitarra di colui che sconfisse la cristianità a Costantinopoli (Bisanzio) imponendo col sangue la conversione all'Islam. Un messaggio di pace, di amore e di fratellanza!
Ma l'Occidente scristianizzato purtroppo  non è consapevole che
“La nostra incapacità di imporci di fronte a Erdogan e all'islamismo deriva dalla nostra incapacità di pensare a noi stessi come uno spazio di civiltà cristiano”
E mentre non mancano anche le reazioni, da parte islamica, delle componenti laiche : " AGI - “Kemal Ataturk decise di trasformare Santa Sofia nel 1934, e allora era moschea ottomana, perché voleva sottolineare il fatto che lo Stato turco e il suo governo sono laici. Era anche un messaggio lanciato a livello internazionale”. Come a dire: "Siamo diversi dagli altri Paesi e governi musulmani, noi vogliamo far parte del mondo occidentale". È quanto risponde lo scrittore turco Orhan Pamuk in un’intervista a la Repubblica. Ora invece, sostiene lo scrittore “stanno annullando quel messaggio con un discorso populista, anti-occidentale e islamico. È ovvio che è la nazione a decidere il destino di Aya Sofya. Ma ci sono milioni di turchi come me che credono nel secolarismo e si oppongono a questa decisione”. Perciò, dichiara Pamuk, quel che si sta facendo “è un errore, un errore populista. E temo che ci costerà”."

Non si può eludere, conoscendo l'islam, la seguente riflessione:
La taqiyya, o kitmān, indica la possibilità di nascondere o addirittura rinnegare esteriormente la fede, di dissimulare l'adesione all’islam e di non praticare i riti obbligatori previsti dalla religione islamica se questo aiuta l’espansione dell’islam. È un concetto che i musulmani attuano nell’opera di proselitismo in ambito non islamico, dissimulando alcuni aspetti dell'Islam che non risultano condivisibili da parte della maggioranza dei non musulmani. Questo, ovviamente, intanto che l’islam non ha messo radici stabilmente nella società ove si sta insinuando.

Anathema sit - Don Elia

Omnis arbor, quae non facit fructum bonum, excidetur et in ignem mittetur (Mt 7, 19).
«Ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco». Riconoscere di non essere abilitati a emettere sentenze in foro esterno sulla gerarchia infedele non equivale ad escludere ogni possibilità di giudizio in foro interno, purché sia formulato con retta coscienza e fondato su sufficiente cognizione di causa, e sul piano della dottrina e su quello dei fatti. Benché il potere di legare e di sciogliere, propriamente parlando, appartenga ai soli Apostoli e ai loro successori, tutti i membri della Chiesa detengono il diritto e il dovere di considerare alla stregua di un pagano e di un pubblicano chi sia stato inutilmente redarguito più volte e in forme via via più impegnative (cf. Mt 18, 15ss). In tal modo si applica spiritualmente la scomunica nei riguardi di quanti, a qualunque livello gerarchico, peccano gravemente e ostinatamente contro la fede, la santità del culto e la giusta direzione morale. Ciò comporta la decisione di rompere i rapporti, disertare le chiese gestite da reprobi, negare loro ogni sostegno economico e rifiutare l’obbedienza a ordini contrari alla legge.

domenica 26 luglio 2020

L'esercito in spiaggia a Ventimiglia; ma la falla, vergognosamente ignorata, è a Lampedusa e sui confini

A Lampedusa ed in tutto il Meridione entrano valanghe di Africani islamici, molti infetti, che poi vengono dirottati per tutto il paese ma senza adeguata sorveglianza, tant'è che fuggono dai centri di raccolta e non si sa che fine fanno. Verosimilmente vanno a rendere ancor più inabitabili le nostre città. Per non parlare dei confini nord orientali. E allora qualcosa non torna e non si può rimanere indifferenti nel vedere i nostri soldati, armati fino ai denti (divisa mimetica, scarponi, mitra di ordinanza), in missione... sulla spiaggia di Ventimiglia. La spiaggia: luogo sicuro con tutta ovvietà, mentre gli unici luoghi considerati sicuri sono le manifestazioni antifasciste o i gay-pride....
Si tratta di scene disgustose, soprattutto se si considera  che l'esercito non viene utilizzato per il controllo delle frontiere e per impedire l'arrivo di clandestini, mentre le Forze dell'ordine vanno in giro a multare chi non porta le mascherine invece di contrastare i venditori di morte, peraltro difesi persino da una magistratura che premia l'inversione dei valori in chiave ideologica. In questo modo le forze armate non difendono gli italiani, quelle dell'ordine non proteggono i cittadini, ma sono al soldo dell'attuale regime difficile da smantellare perché appoggiato da poteri sovranazionali. 

Una prospettiva scioccante del Vaticano sulla pandemia da Covid

Precedenti, nel blog, sulle trasformazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II, che hanno suscitato molto scalpore [qui - qui - qui] e sulla PAV qui - qui - qui - qui] ; sul card. Paglia [qui]. Sul recente documento della Pontifica Accademia per la Vita, di seguito troviamo osservazioni significative che ci danno la misura della profonda crisi nella Chiesa. Lo riprenderemo per un'analisi più completa.

Phil Lawler su Catholic culture commenta il recente documento Vaticano della Pontificia Accademia per la Vita (qui), sotto la guida del controverso arcivescovo Vincenzo Paglia, sulla pandemia da COVID19, che considera imbarazzante per i fedeli cattolici.
Il documento è stato presentato il 22 luglio dall’ufficio stampa vaticano con un titolo tanto prolifico quanto la dichiarazione stessa: “Informazioni utili sul Documento della Pontificia Accademia per la Vita: Humana Communitas nell’epoca della pandemia: meditazioni inattuali sulla rinascita della vita”.
Titolo fuorviante poiché il documento fornisce pochissime informazioni concrete; ma dice bene su “inattuali”. Non è altro che una congerie di insulse ruminazioni sdolcinatamente sentimentali e eccessivamente prolisse:
Ci ha privato dell’esuberanza degli abbracci, della gentilezza delle strette di mano, dell’affetto dei baci e ha trasformato le relazioni in interazioni timorose tra sconosciuti, lo scambio neutro di individualità senza volto, avvolte nell’anonimità dei dispositivi di protezione.

sabato 25 luglio 2020

L'Arcivescovo Viganò approfondisce gli sviluppi del caso dell’ex Cardinale McCarrick alla luce di recenti notizie esplosive pubblicate in America

L'intervista che segue, rilasciata dall'Arcivescovo Carlo Maria Viganò a Marco Tosatti sulla vicenda Mc Carrick e affini, è pubblicata contemporaneamente in Italia e in America. Chi fosse interessato può consultare la raccolta degli interventi di mons. Viganò sulla crisi nella Chiesa a partire dalla sua scottante Testimonianza sul Caso McCarrick, reazioni, altri sviluppi e interventi correlati [qui].

Marco Tosatti: È noto l’impegno dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America, nel denunciare il velo di omertà e gli insabbiamenti nella gestione dei casi di abusi da parte di membri del Clero [qui]. È altrettanto nota la risposta piccata e infastidita da parte delle autorità vaticane – e in particolare di alcuni Prelati – alle argomentate confutazioni del combattivo Prelato. In questa intervista approfondiamo con Sua Eccellenza gli sviluppi del caso dell’ex Cardinale McCarrick, alla luce anche di un recente articolo apparso su Church Militant, dal titolo McCarrick Bombshell. [qui]
 Ma prima di affrontare i contenuti di questo articolo, facciamo un breve passo indietro. Dal 21 al 24 Febbraio 2019 si è svolto a Roma un incontro dei Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, avente per tema La protezione dei minori nella Chiesa[2]. Pochi giorni prima, il 16 Febbraio, la Congregazione per la Dottrina della Fede dava comunicazione della dimissione dallo stato clericale di Theodore McCarrick, accusato di abusi ed altri gravi delitti, e vi si aggiungeva: «Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso»[3].

venerdì 24 luglio 2020

Cronache di un giorno di lutto per la cristianità

Oggi, durante la celebrazione della prima preghiera del venerdì da quando il governo turco ha deciso di ripristinare le funzioni di culto ad Aya Sofia, il khatib (colui che fa il sermone) impugnava una spada che sembra essere la prestigiosa spada del Sultano Mehmet II autore della conquista di Costantinopoli nel 1453. (v. precedente qui)
Da Santa Sofia arrivano immagini tristissime. È la prima preghiera islamica dopo 86 anni e la riconversione in moschea. Sono arrivati fedeli da tutta la Turchia. Hanno pregato tutta la notte. Il governo ha coniato una moneta che porta due date: “1453-2020”. Per loro era una storia interrotta dalla caduta di Costantinopoli. I giornali vicini al governo Erdogan parlano di “giorno della Resurrezione”. La Turchia reislamizzata ha lanciato il suo guanto di sfida a un Occidente e a una cristianità che, come istituzione, lavora instancabilmente e con ammirevole coerenza, per la propria decadenza e autodistruzione. Hanno riconvertito a moschea quella che fu la chiesa più importante al mondo per quasi mille anni, ne hanno coperto i meravigliosi mosaici della Madonna e di Gesù; sopra gli imam in preghiera, e lo hanno fatto senza che ci fosse neanche un sussulto dall’altra parte, come se non aspettassimo altro che farci da parte con la nostra storia. (G. Meotti)

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Santa Sofia: arcivescovo greco ortodosso indice giornata di lutto: "giorno di sofferenza per tutta la Cristianità" 

L'Accordo Sino-Vaticano due anni dopo. Le bandiere e i controlli

Indice precedenti sulla questione cinese.

A pochi mesi dall’Accordo provvisorio sulle nuove nomine dei vescovi, fedeli laici, sacerdoti e pastori si interrogano sugli effetti che esso ha avuto sulla vita delle comunità cristiane in Cina. Da parte vaticana si spera nel rinnovo dell’accordo; è probabile che anche la Cina lo rinnovi, per usarla come strumento anti-Usa. Rimane la questione, per nulla ideologica, della libertà religiosa.
Roma (AsiaNews) – Il prossimo 21 settembre scade l’Accordo provvisorio che il Vaticano e la Repubblica popolare cinese hanno firmato due anni fa. Allora vi erano “ottimisti” che esaltavano come “storico” tale accordo e garantivano una rivoluzione copernicana per la vita della Chiesa in Cina. Anche oggi, gli “entusiasti di default” – molto pochi in verità e sempre gli stessi – spingono per un rinnovo dell’accordo provvisorio. Anche da parte di personalità legate in qualche modo al Vaticano vi sono stati suggerimenti in questo senso. Finora però la Cina non si è espressa, ma ipotizziamo che è quasi certa la sua approvazione a continuare l’accordo, se non altro per mettere in imbarazzo gli Stati Uniti. In effetti, l’Accordo provvisorio – che tratta delle nuove nomine di vescovi cinesi, un tema squisitamente ecclesiologico e di libertà religiosa – da molte parti viene invischiato nella diatriba fra Cina e Usa e i giudizi sul suo valore dipendono dalla scelta a priori che si fa su chi deve essere la futura superpotenza che dominerà il mondo.

giovedì 23 luglio 2020

Non abbandonare la barca di Pietro! - don Elia

Non si evita l’errore cadendo in un altro errore. Oltre che da dottrine spirituali solo apparentemente conformi all’ortodossia cattolica, bisogna stare in guardia anche da atteggiamenti tradizionalistici che inducano a separarsi dalla Chiesa, col cuore o con i fatti. In entrambi i casi l’opinione personale e il giudizio privato assurgono a istanze supreme di discernimento che sputano sentenze inappellabili. Diverso è il caso della coscienza retta e ben formata che si pone domande su ciò che osserva e, nella quiete della preghiera, riceve risposte illuminanti, che mirano però a pacificarla interiormente, non a costituirla in un’autorità che non le spetta. Non si comprende perché mai certe persone avvertano un bisogno incoercibile di istituire nella propria testa tribunali speciali incaricati – non si sa da chi – di scovare ovunque eresie e di condannare in modo definitivo chiunque non rientri perfettamente nella loro versione della verità rivelata…

Lettere da Babilonia. La direttrice da tenere nella fede - Enrico Maria Radaelli

Nell'alveo del dibattito sul Concilio Vaticano II e le sue conseguenze, un nuovo intervento di Enrico Maria Radaelli che replica con la seguente “difesa” alle critiche scaturite specie su Chiesa e post-concilio nella discussione relativa al suo precedente articolo sulla maxi-spallata di Mons. Viganò a quello che ha chiamato il maxi-trappolone di Roncalli-Ratzinger.

La costituzione dogmatica Pastor æternus (v. Denz 3074), stabilisce che il vescovo di Roma, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e di dottore di tutti i cristiani, definisce, in virtù della sua suprema autorità apostolica, che una dottrina in materia di fede o di morale deve essere ammessa da tutta la Chiesa, gode, per quella assistenza divina che gli è stata promessa nella persona del beato Pietro, di quella infallibilità di cui il divino Redentore ha voluto fosse dotata la sua Chiesa, quando definisce la dottrina riguardante la fede o la morale. Di conseguenza queste definizioni del Vescovo di Roma sono irreformabili per se stesse, e non in virtù del consenso della Chiesa.
In Vera e falsa teologia. Come distinguere l’autentica “scienza della fede” da un’equivoca “filosofia religiosa”, monsignor Antonio Livi, già professore di Logica e Gnoseologia e decano per due mandati della facoltà di Filosofia alla Pontificia Università Lateranense, dove mi chiamò a integrare per tre anni i suoi corsi con le mie lezioni di Gnoseologia formale, rileva due nozioni decisive, basilari per la fede. Eccole.

La prima: «Alla fede cristiana è essenziale la pretesa di verità al massimo grado» (p. 231).
La seconda: «Il carattere dogmatico non è un aspetto accidentale o una “sovrastruttura ideologica” del cristianesimo» (ibidem).

mercoledì 22 luglio 2020

Mons. Schneider lancia una Crociata internazionale per la riparazione eucaristica

Riprendiamo di seguito il testo della dichiarazione del vescovo Athanasius Schneider e della preghiera di riparazione pubblicata a reti unificate a partire da The Remnant.
Mons. Schneider chiede al clero cattolico e ai laici di tutto il mondo di unirsi in una crociata di riparazione dei peccati contro Gesù nella Santa Eucaristia. La chiamata arriva quando casi di profanazione e sacrilegio contro il Santissimo Sacramento sono saliti alle stelle a causa delle risposte al coronavirus e dopo cinque decenni di quelli che il vescovo definisce abusi senza precedenti contro il Signore Eucaristico. Mons. Schneider sottolinea, in particolare:
  • la pratica diffusa della “Comunione nella mano”, l’accoglienza dell’Eucaristia “da parte di coloro che non hanno ricevuto il sacramento della Penitenza per molti anni” e “l’ammissione alla Santa Comunione delle coppie che vivono in uno stato pubblico e oggettivo di adulterio”, ovvero i cattolici divorziati risposati.
  • “Nell’attuale cosiddetta emergenza pandemica Covid-19, gli orribili abusi del Santissimo Sacramento sono aumentati ancora di più”. “Molte diocesi di tutto il mondo hanno imposto la Comunione nella mano e in quei luoghi il clero, in modo spesso umiliante, nega ai fedeli la possibilità di ricevere il Signore in ginocchio e sulla lingua, dimostrando così un deplorevole clericalismo ed esibendo il comportamento di rigidi neo-pelagiani”.

I peccati contro il Santissimo Sacramento e la necessità di una crociata di riparazione eucaristica.
A cura del vescovo Athanasius Schneider

Nella storia della Chiesa non c’è mai stato un tempo in cui il sacramento dell’Eucaristia è stato abusato e oltraggiato in misura così allarmante e grave come negli ultimi cinquant’anni, soprattutto dall’introduzione ufficiale e dall’approvazione papale nel 1969 della pratica della Comunione nella mano. Questi abusi sono aggravati, inoltre, dalla pratica diffusa in molti paesi di fedeli che, non avendo ricevuto il sacramento della penitenza per molti anni, ricevono comunque regolarmente la Santa Comunione. L’apice degli abusi della Santa Eucaristia consiste nell’ammissione alla Santa Comunione delle coppie che vivono in uno stato pubblico e oggettivo di adulterio, violando in tal modo i loro indissolubili legami matrimoniali sacramentali validi, come nel caso del cosiddetto “divorziato e risposato”, tale ammissione essendo in alcune regioni ufficialmente legalizzata da norme specifiche e, nel caso della regione di Buenos Aires in Argentina, persino approvate dal Papa. Oltre a questi abusi, viene praticata l’ammissione ufficiale alla Santa Comunione dei coniugi protestanti nei matrimoni misti, per esempio in alcune diocesi tedesche.

martedì 21 luglio 2020

Turchia, Erdogan invita il Papa a Istanbul alla cerimonia di conversione a moschea di Santa Sofia

Di per sé, se è vero, è un paradosso e in una situazione normale potrebbe suonare come una spavalda ironia. Ma appare paradossale il fatto stesso che si possa pensare di poterlo invitare...

Città del Vaticano - In Vaticano nessuno vuole commentare una singolare notizia che arriva dalla Turchia. Il presidente turco Erdogan ha invitato Papa Francesco alla cerimonia di riapertura del complesso di Santa Sofia a Istanbul come moschea. Una riconversione ufficiale prevista per il 24 luglio che avverrà con la preghiera del venerdì, la prima dai tempi di Ataturk, il fondatore della Turchia moderna che decise di fare diventare l'ex basilica bizantina un museo. A confermare l'invito al Papa è stato Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan, all'emittente televisiva Cnn Turk. - Fonte

Il dialogo fra Cina e Santa Sede è una trappola

Indice precedenti sulla questione cinese.

Per Li Ruohan, studioso del nord della Cina, gli “entusiasti” del dialogo fra Pechino e Santa Sede, dovrebbero ricordare l’insegnamento di Pio XI e di Giovanni Paolo II (“Non abbiate alcuna illusione sul comunismo”). Il Partito comunista cinese è successore del marx-leninismo e il suo scopo è distruggere le religioni.
Pechino (AsiaNews) – Diverse voci insistenti, ma nessuna ufficiale, dicono che entro la fine di luglio si incontreranno a Roma le delegazioni vaticana e cinese per rivedere e studiare il possibile rinnovo dell’Accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi, firmato il 22 settembre 2018, che scadeva dopo due anni. Da parte vaticana vi sono stati diversi messaggi di personalità che in modo anonimo o pubblico sperano in un rinnovo. Da parte di Pechino finora vi è stato silenzio. Dalla Chiesa in Cina, AsiaNews sta ricevendo diverse testimonianze e valutazioni sull’Accordo, che pensiamo di pubblicare nel corso delle prossime settimane. La prima è quella che pubblichiamo qui, da parte di Li Ruohan (uno pseudonimo), che è uno studioso del nord della Cina. Di lui, AsiaNews ha già pubblicato alcuni studi relativi all’impatto negativo dell’Accordo sulla vita delle comunità cristiane e sullo stile dell’Accordo, che ricorda quello fra Santa Sede e Napoleone. Per Li Ruohan il problema del dialogo sta nell’interlocutore, un partner che vuole distruggere le religioni. Per questo il dialogo è “una trappola”.

In anni recenti, alcuni cosiddetti “esperti di Cina”, hanno definito l’Accordo sino-vaticano come il frutto del dialogo. Esso sarebbe il simbolo di un ruggente successo e l’inizio di una nuova era. Ma ci domandiamo: la situazione è cambiata? Un dialogo reale si basa sul rispetto e sulla comprensione reciproca. Ma la Chiesa conosce davvero il suo interlocutore nel negoziato?

Per le piaghe nella Chiesa, non disperiamo; ma non illudiamoci! - Gian Pietro Caliari

Uno scritto profondo sulla crisi attuale nella Chiesa. Precedenti edificanti, nel blog, dello stesso autore quiqui - qui - qui.

Non scoraggiamoci, ma non illudiamoci!

Fu questo il consolante incoraggiamento e, insieme il drammatico ammonimento che Sant’Agostino rivolse in un celebre sermone ai cristiani di Ippona: “Non scoraggiamoci, un ladrone fu salvato! Non illudiamoci, un ladrone fu dannato!” (Sant’Agostino, Sermo 232, 16). Salvezza e dannazione! Tertium non datur!

In tempi di effimera e oppiacea “misericordia”, che appare sempre più nitidamente  come sinonimo di apostasia, dove non ci si affida più penitenti e confidenti all’infinito Amore che solo può il Sommo Amore.
“Re celeste, Consolatore, Spirito della verità, ovunque presente e che tutto ricolma, scrigno dei beni e dispensatore di vita, dinnanzi al quale invocare: Trascura le mie iniquità, o Signore nato da una Vergine, e purifica il mio cuore, facendone un tempio del tuo corpo e del tuo sangue purissimo, non rigettarmi davanti al tuo volto, tu la cui misericordia non ha misura. Come oserò, io indegno, di avvicinarmi a te con coloro che ne sono degni, il mio vestito mi tradirà, perché non è un abito adatto a un convito di nozze, e attirerà una sentenza di condanna alla mia anima molto peccatrice. Signore, purifica la mia anima dalle sue sozzure, e salvami, quale amico degli uomini” (Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, Tropari 5 e 6 del sabato sera).

lunedì 20 luglio 2020

Prima la guerra civile, poi il governo Draghi: in autunno il mondialismo darà l’assalto finale all’Italia

Chiaro lucido circostanziato e di ampio orizzonte, l'articolo che segue di Cesare Sacchetti, del quale registriamo spesso nelle discussioni commenti lapidari e azzeccati sulle vicende che si vanno dipanando in Italia e nel mondo e abbiamo appena pubblicato un altro testo interessante. Ora ci mette di fronte ad uno scenario estremamente drammatico dai risvolti e dinamismi complessi che si vanno rendendo sempre più espliciti e nello stesso tempo minacciosi per il nostro futuro spirituale, culturale, socio-antropologico. Vediamo la nostra Italia per l'ennesima volta priva di un governo politico; in balia di economisti tecnocrati assoggettati alle continue pressioni europee lontane dalle volontà della maggioranza dei cittadini, il cui benessere continuerà ad essere subordinato alla sopravvivenza del Sistema.
Un articolo che riprendo per guardare in faccia la realtà insieme a voi e continuare starci dentro, con l'essere e il fare del nostro meglio, nel nostro piccolo, ma in Corde Matris!

Prima la guerra civile, poi il governo Draghi:
in autunno il mondialismo darà l’assalto finale all’Italia


Una guerra che viene da lontano: il Britannia (vedi nota 1)
Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della banca d’Italia sulle condizioni economiche del Paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena. 
Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane. 
Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il Paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale. 
Cacciari, uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti, non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia. Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi. “In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica con pericoli per l’ordine sociale. Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una dittatura democratica sarà inevitabile.”
A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro a cosa si sta andando incontro.
È uno scenario da guerra civile, accuratamente voluto e preparato dal governo e dalle élite internazionali che lo dirigono.

C'è una logica in questa follia!

“Scappa dal coronavirus”, giudice concede protezione umanitaria a un pakistano perché «in patria rischierebbe la salute».
Semplicemente assurdo! Così si apre a flussi senza fine, in particolare dall'Africa. Di fatto l'attuale governo, mentre paradossalmente chiude ai turisti, sta disseminando l'Italia di infetti: non blocca gli sbarchi nonostante il rischio Covid e i clandestini vengono sparsi un po' dovunque per tutta l'Italia oltretutto senza adeguate misure e regolarmente spariscono diffondendo il contagio! C'è da qualche parte un magistrato che si ricordi del reato di epidemia dolosa? Chi giudica i giudici e coloro che operano contro l'Italia e gli italiani? Ma gli italiani - e le opposizioni - dove sono? Qui indice precedenti sull'immigrazionismo.

Come riportato dall’edizione odierna de La Verità, il 25 giugno scorso una corte del tribunale di Napoli ha riconosciuto la protezione umanitaria a un pachistano. La motivazione? Perché nella regione del Punjab, da cui proviene, il virus si sta diffondendo in maniera rapida e le strutture sanitarie del posto non sono all’altezza. A emettere la sentenza è stato il collegio presieduto da Marida Corso della tredicesima sezione civile del Tribunale di Napoli. Lo straniero, dopo il rifiuto del riconoscimento della protezione internazionale avvenuto nel 2018, ha fatto ricorso contro la commissione territoriale del Ministero dell’Interno.

 La decisione – I giudici, nelle 11 pagine di motivazione del decreto, riconoscono che dagli atti non emerge “alcun credibile e fondato rischio di persecuzione, né il rischio di grave danno”.

L’alleanza Trump-Viganò può liberare l’Italia dalla dittatura globalista e fermare il nuovo ordine mondiale?

Per chi fosse interessato: Indice dei precedenti.

Il filo del dialogo non si è interrotto.
La lettera inviata da monsignor Viganò [qui] al presidente americano Donald Trump non è caduta nel vuoto.
Trump si è detto onorato di aver ricevuto l’appello così potente ed evocativo del prelato italiano.
Viganò è stato in grado di spiegare chiaramente a Trump come in gioco non ci sia soltanto uno scontro tra forze di opposto segno politico. C’è molto di più. C’è in atto una vera e propria battaglia spirituale. È la battaglia dei figli della luce contro quelli delle tenebre che trascende il piano politico per approdare verso quello più propriamente di natura escatologica.
Non si può spiegare il mondialismo soltanto con le anguste e parziali categorie dell’economia o della geopolitica.
La volontà di erigere una sorta di supergoverno mondiale è qualcosa di strettamente legato ad una religione che nulla ha a che vedere con il cristianesimo.

domenica 19 luglio 2020

Vogliono impedirci di pregare. E lo dicono apertamente

Mi accingevo a scriverne; ma meglio non si poteva dire, come potete leggere di seguito. E ben venga che sia da parte di un intellettuale laico.

Poveri. Ci avevano provato veramente in tutti i modi, i sinceri democratici e i simpatizzanti del mondo arcobaleno, a minimizzare quanto accaduto a Lizzano, paese in provincia di Taranto il cui sindaco martedì sera – mentre i carabinieri stavano identificando degli attivisti Lgbt che protestavano fuori dalla chiesa di san Nicola, dove dei fedeli pregavano per la famiglia e contro il ddl Zan – ha poco democraticamente chiesto a costoro di andare «prima da quelli che stanno dentro».
Hanno sostenuto che quell’incontro di preghiera era stato convocato con un volantino pieno di parole d’odio: falso, quel volantino – pubblicato anche da Open, non un giornale cattolico – recitava:  «Rosario per la famiglia (per difenderla dalle insidie che la minacciano, tra cui il Disegno di legge contro l’omotransfobia)». Hanno evidenziato che i carabinieri erano stati chiamati da parroco, don Giuseppe Zito: e allora? Egli temeva semplicemente disordini, mica ha chiesto di identificare o schedare qualcuno.
Hanno, ancora, provato a dire che, se passasse la legge contro l’omotransfobia per il fallimento della quale nella chiesa di San Nicola si stava pregando, nulla cambierebbe per simili incontri di preghiera. Ecco, sono stati smentiti pure su questo. Parola di Massimo Battaglio, attivista Lgbt e firma del portale Progetto Gionata, il quale ha scritto su facebook: «Mi dispiace per il parroco di Lizzano, ma questa è precisamente una di quelle azioni che, giustamente, la legge Zan potrebbe punire».
«Sfido chiunque a credere», ha aggiunto Battaglio, «che si tratti davvero di una preghiera da non considerare come gesto provocatorio e di istigazione all’odio. Fateli pure, i vostri rosari blasfemi. Saranno gli ultimi». Che dire: finalmente! Per anni ci avevano assicurato che una legge contro l’omofobia serviva solo a tutelare gli omosessuali aggrediti (ovviamente già tutelati dal nostro ordinamento), ora vuotano il sacco: la norma servirebbe solo ad imbavagliare chi osa pregare per la famiglia. Liberticidi e fieri di esserlo. Olé. (Giuliano Guzzo - Fonte)

A proposito del questionario sul Motu Proprio Summorum Pontificum

Il sito del CNSP ha pubblicato oggi la nota che segue, indirizzata a tutti i coetus:
Si avvicina il 31 luglio, data entro la quale i Vescovi italiani – come i Vescovi di tutto il mondo – dovranno far pervenire alla Santa Sede le loro risposte al noto questionario sull’applicazione in ciascuna Diocesi del Motu Proprio Summorum Pontificum [inserito in calce per comodità di lettura] (vedi qui : vi rimando anche alle interessanti osservazioni della discussione).

Com’è ovvio, non sappiamo ciò che i nostri Presuli stiano per riferire a Roma, e possiamo solo immaginare che lo spettro delle indicazioni che essi forniranno sarà ampio. Abbiamo però motivo di credere che da molte Diocesi perverranno segnalazioni e valutazioni positive, il che davvero ci rincuora.

sabato 18 luglio 2020

L'inagibilità del vuoto

Sarebbe interessante capire quali sono i tre punti da cui, secondo i primi accertamenti, è partito il fuoco che ha bruciato la Cattedrale di Saint Pierre et Saint Paul a Nantes.
È chiaro che questi scherzi col fuoco fanno parte di una partita che non si gioca solo sul piano terreno: altrimenti, sai quante rivendicazioni, proclami, messaggi... No, dietro gli incendi che stanno devastando la foresta di simboli del gotico francese, sembra volersi nascondere una mano silenziosa, priva di motivazioni, sorda.
Colpisce un poco che, ad un anno e più da Notre Dame, stiano sotto attacco non solo e non tanto le chiese, quanto la loro funzione, il loro scopo: mettere a disposizione della relazione fra l'uomo e Dio -cioè- uno spazio pubblico, condiviso, comunitario.
È il filo rosso che pare unire vicende che, sempre sul piano terreno, non sembrerebbero avere nulla a che fare le une con le altre.

La determinazione della Francia a porre fine alla libertà di espressione

Emblematico il fuoco oggi nella Cattedrale di Nantes (l'ennesimo in Francia)... Con una nuova legge, il governo francese ha deciso di delegare il compito della censura di Stato alle piattaforme online come Facebook, Google, Twitter, YouTube, Instangram e Snapchat. Le aziende private saranno ora obbligate ad agire come polizia del pensiero per conto dello Stato francese o incorreranno in pesanti sanzioni. Alcuni precedenti sul tema, in Italia, qui - quiquiqui.

(Fonte dell'immagine: iStock)
Il 13 maggio, il Parlamento francese ha approvato una legge che impone alle piattaforme online come Facebook, Google, Twitter, YouTube, Instagram e Snapchat[1] di rimuovere entro 24 ore i "contenuti che incitano all'odio" ed entro un'ora i "contenuti di matrice terroristica". La mancata osservanza della norma comporterebbe multe esorbitanti fino a 1,25 milioni di euro, pari al 4 per cento del fatturato globale della piattaforma, in caso di reiterata inosservanza dell'obbligo di rimozione del contenuto.

L'ambito dei contenuti online ritenuti colpevoli di "incitare all'odio" ai sensi della cosiddetta "legge Avia" (dal nome della deputata che l'ha presentata in Parlamento) è, in linea con le normative europee sui discorsi di incitamento all'odio, ampiamente delimitato e include "l'incitamento all'odio o insulti a carattere discriminatorio per motivi di razza, religione, etnia, genere, orientamento sessuale o disabilità".

A fuoco la cattedrale di Nantes, i pompieri riescono a spegnere le fiamme

Aggiornamento 26 luglio: Una settimana dopo l’incendio nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il volontario della diocesi, un rifugiato ruandese già fermato il 18 Luglio scorso, ha confessato ed è stato arrestato nella notte tra sabato e domenica.
Precedenti in Francia (e non solo) quiqui - qui (Austria) - qui (Italia) - qui (Italia) - qui (Spagna) - qui. Senza dimenticare Notre Dame (qui - qui - qui - qui).

Aggiornamento: 
Per costruire la cattedrale di Nantes ci sono voluti 450 anni. Per distruggerla 450 minuti, ma Gesù è rimasto intatto (immagine a lato). Fiamme ardenti ma come sempre Gesù rimane. È già scritto, non praevalebunt!
Vengono in  mente le prime foto dell'interno di Notre-Dame [vedi], scattate dopo l'incendio, che mostrano i danni provocati dalle fiamme, ma anche un dettaglio riconosciuto come un segno significativo: la croce, che spicca splendente nel buio dell'ambiente, rimasta intatta tra macerie, fumo, e un grande buco nel soffitto, da cui è precipitata la guglia. Visibilmente intatto è rimasto anche l'antico altare. La tavola NO, invece. non era più distinguibile, perché completamente sommersa dalle macerie fumanti.
Un violento incendio è divampato stamattina all'interno della cattedrale gotica di Saint-Pierre-et-Saint-Paul a Nantes.
Secondo quanto riporta il sito di Le Parisien, che ha pubblicato foto riportate sui social media della chiesa in fiamme. I vigili del fuoco, intervenuti in forze alle 7.40, sono riusciti a domare le fiamme: «L’incendio ora è circoscritto». Al momento presidiano la struttura, avvolta ancora dal fumo. Le immagini pubblicate sui social e riprese dal sito del giornale francese mostravano le fiamme attraverso il rosone della cattedrale.
La cattedrale gotica dei Santi Pietro e Paolo di Nantes, che aveva già subito gravi danni dai bombardamenti del 1944 e un incendio del tetto nel 1972 (scoppiato a seguito di lavori), è stata completata solo nel 1891, dopo 457 anni di lavori.
La fabbrica fu avviata infatti nel 1434 dal duca di Bretagna Giovanni V nello stile gotico 'fiammeggiante' in voga allora.
Dal 1862 la cattedrale della cittadina sulla Loira è stata dichiarata monumento storico dal governo francese. La sua navata centrale supera in altezza di vari metri quella di Notre-Dame di Parigi, devastata da un incendio nell'aprile dello scorso anno.
Nel 2015, sempre a Nantes, un altro edificio cattolico è stato colpito da un gravissimo incendio che distrusse i tre quarti del tetto della basilica di Saint Donatien et Sain Rogatien, del XIX secolo.
 
Nell'immagine a lato il grande organo ora completamente distrutto.

Come il “politicamente corretto” sta uccidendo la libertà di espressione: l'addio al “New York Times” di Bari Weiss

Se volete capire come il “politicamente corretto” stia uccidendo la libertà di espressione, leggete l'addio al “New York Times” di Bari Weiss: “Le mie incursioni nel “pensiero sbagliato” mi hanno resa oggetto di continuo bullismo da parte di colleghi che non sono d'accordo con le mie opinioni. Mi hanno definita nazista e razzista. Mi è stato sempre insegnato che i giornalisti hanno il compito di stendere la prima bozza della storia. Adesso, la storia stessa non è che qualcosa di effimero che va modellato secondo le necessità di una narrazione predeterminata”. Scritta dalla Weiss all’editore Arthur Gregg Sulzberger, una perfetta testimonianza “dall’interno” del settarismo ormai imperante.

Testo di Bari Weiss da www.bariweiss.com pubblicato da “il Giornale”

Caro A.G.,
È con tristezza che le scrivo per informarla delle mie dimissioni dal New York Times.
Tre anni fa sono entrata in questo giornale con gratitudine e ottimismo. Venivo assunta con l’obiettivo di portare voci che altrimenti non sarebbero apparse sulle vostre pagine: autori esordienti, centristi, conservatori e altri che istintivamente non avrebbero considerato il Times come la loro casa. La ragione di questo sforzo era chiara: l’incapacità di prevedere il risultato del voto del 2016 da parte del giornale significava che quest’ultimo non riusciva più a comprendere il paese di cui parlava. [Il direttore esecutivo] Dean Baquet e altri lo hanno ammesso in varie occasioni. La priorità per la sezione opinioni era rimediare a questa lacuna critica.

venerdì 17 luglio 2020

Vietate in Italia le manifestazioni pro-life?

Se a Torino un gruppo di facinorosi ha disturbato la manifestazione silenziosa di Restiamo liberi, organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica contro l’approvazione del disegno di legge Zan-Scalfarotto sull’«omofobia», dimostrando così nei fatti come ad esser protetti dalle aggressioni, verbali e non, siano gli Lgbt e non tutti gli altri, anche Bergamo è in ostaggio di un «totalitarismo progressista», che pure in questo caso minaccia «la libertà di espressione e manifestazione»: la denuncia, molto chiara e circostanziata, è giunta da Filippo Bianchi, consigliere comunale della Lega, dopo l’incredibile boicottaggio attuato lo scorso 30 giugno da una decina di femministe filo-abortiste, facenti riferimento, in base al materiale informativo distribuito, alle sigle Non una di meno e Oikos. Costoro, si legge sulla nota diffusa dal consigliere Bianchi, dopo aver fatto «pressione sulle forze dell’ordine locali e sulla Questura», hanno montato un’autentica «rappresaglia» mai autorizzata contro l’associazione pro-life Ora et Labora in difesa della vita, che da quattro anni organizza un presidio fisso informativo, il martedì dalle ore 7.45 alle ore 10.15 nei pressi dell’ospedale Papa Giovanni XXIII.

Biosicurezza e politica - La medicina come religione

Agamben è uno dei filosofi italiani più tradotti e quindi conosciuti e stimati all’estero. Viene spesso intervistato da diversi giornali stranieri e, nonostante la sua posizione culturale “di sinistra”, a causa della sua onestà intellettuale, è sistematicamente ignorato dai nostri media succubi al pensiero unico.
Di seguito riprendo due suoi recenti articoli, utili per il nostro impegno di informazione che diventa formazione. Mi ha molto colpita una sua recente icastica affermazione: «È evidente che gli italiani sono disposti a sacrificare praticamente tutto, le condizioni normali di vita, i rapporti sociali, il lavoro, perfino le amicizie, gli affetti e le convinzioni religiose e politiche al pericolo di ammalarsi. La nuda vita – e la paura di perderla – non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e separa».

Biosicurezza e politica
Ciò che colpisce nelle reazioni ai dispositivi di eccezione che sono stati messi in atto nel nostro paese (e non soltanto in questo) è l’incapacità di osservarli al di là del contesto immediato in cui sembrano operare. Rari sono coloro che provano invece, come pure una seria analisi politica imporrebbe di fare, a interpretarli come sintomi e segni di un esperimento più ampio, in cui è in gioco un nuovo paradigma di governo degli uomini e delle cose. Già in un libro pubblicato sette anni fa, che vale ora la pena di rileggere attentamente (Tempêtes microbiennes, Gallimard 2013), Patrick Zylberman aveva descritto il processo attraverso il quale la sicurezza sanitaria, finallora rimasta ai margini dei calcoli politici, stava diventando parte essenziale delle strategie politiche statuali e internazionali.

giovedì 16 luglio 2020

Il perdono del Carmine

Il Sommo Pontefice Leone XIII in data 16 maggio 1892 concesse all’Ordine Carmelitano, a beneficio di tutta la cristianità, l’insigne privilegio del perdono del Carmine, ossia l’indulgenza plenaria tante volte quante si visiterà – nei debiti modi – una chiesa dove è istituita la confraternita del Carmine per la festa della Madonna del Carmelo e si pregherà secondo l’intenzione del Sommo Pontefice.
«A perpetua memoria della cosa. Perché si accresca sempre più la devozione e la pietà dei fedeli verso la Beatissima Vergine del Carmelo, donde possono derivare per le loro anime frutti ubertosi e salutari, accondiscendendo benignamente alla pia richiesta del diletto figlio Luigi Maria Galli, supremo moderatore dell’ordine della beata Vergine Maria del Monte Carmelo, abbiamo stabilito di arricchire le chiese carmelitane di uno speciale privilegio. Quindi, basandoci sulla onnipotente misericordia di Dio e sull’autorità dei suoi apostoli Pietro e Paolo, a tutti e singoli i fedeli di ambo i sessi veramente pentiti e nutriti della santa comunione, i quali visiteranno devotamente qualsiasi chiesa o pubblico oratorio tanto dei frati quanto delle monache, sia calzati che scalzi, di tutto l’Ordine Carmelitano, in qualunque luogo esistano, il giorno 16 luglio di ogni anno, giorno nel quale si celebra la festa della Madonna del Monte Carmelo, dai primi vespri alla caduta del sole di tale giorno, ed ivi innalzeranno a Dio pie preci per la concordia dei principi cristiani, per l’estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l’esaltazione della santa madre Chiesa, concediamo misericordiosamente nel Signore che ogni volta faranno questo, altrettante volte acquistino l’indulgenza e la remissione plenaria di tutti i loro peccati, che si possa anche applicare per modo di suffragio alle anime dei fedeli cristiani, che sono passate da questa vita in grazia di Dio, nonostante la nostra regola e della cancelleria apostolica di non concedere simili indulgenze e nonostante costituzioni e ordini apostolici o altre disposizioni contrarie.
La presente lettera ha valore per sempre. Inoltre disponiamo che le copie e gli esemplari della presente Lettera sia stampati che di mano di alcun notaio siano convalidati dal sigillo di persona costituita in autorità ecclesiastica e abbiano ugual fede della stessa Lettera quando siano esibiti.
Dato in San Pietro a Roma, con l’anello del Pescatore, il giorno 16 di maggio del 1892, quindicesimo del nostro Pontificato» [Acta Leonis XIII, vol. XII, p. 128].

Quando i 'buoni' decidono che la piazza è mia e la gestisco io

Vedi precedenti nel blog: qui - qui - qui.

Trovandomi in Sardegna, sabato ho deciso di dare il mio contributo contro il liberticida ddl Zan partecipando alla manifestazione delle “Sentinelle silenziose”, a Cagliari, nella splendida piazza sovrastante il Bastione di Saint Remy.
Preciso, solo per chiarezza, che sono andato all’appuntamento a titolo personale, non conoscevo le “Sentinelle”, ignoravo quindi che la loro presenza si sarebbe espressa «leggendo un libro, per un’intera ora, nella pubblica piazza, in silenzio».
Arrivato sul posto, mi sono trovato una cinquantina circa di persone in piedi e silenziose, le più con un libro in mano, qualcuna con il rosario. Sicuramente un modo di proporre la propria contrarietà a una proposta di legge estraneo alla mia formazione. Ma comunque da rispettare. Quindi mi sono aggiunto.

Il vescovo di Ratisbona: “Solo i falsi cristiani dialogano con l’Islam”

“Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”, disse Benedetto XVI nella Lectio magistralis di Ratisbona del 2006, citando Manuele II Paleologo, e scatenando la furia dei musulmani.
Il vescovo Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, in Turchia, fu assassinato nel 2010 -esattamente 10 anni fa- dal suo autista al grido di “Allahu Akbar”, mentre tagliava la gola al vescovo che era nato a Milano nel 1947.1 Al processo, l’assassino dichiarò che il vescovo era un “falso messia”, e per due volte in aula recitò a gran voce l’adhan (la chiamata islamica alla preghiera).
Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona dal 2012, non è da meno e ha avvisato i fedeli sull’Islam. Dopo aver precisato che “non è un’entità statica”, ma “è cresciuto nel tempo, e ha fatto proprie molteplici influenze e culture, integrandole”, il teologo ha aggiunto che “l’Occidente non è la semplice somma, la mera addizione di culture differenti. Piuttosto, queste diverse influenze sono state cristianizzate”. Ed ha indicato alcuni esempi: “Il nostro calendario liturgico, la nostra stessa concezione del tempo, l’arte, la musica e la letteratura, la fondamentale distinzione della sfera secolare da quella spirituale sono impensabili senza cristianesimo”. Secondo Voderholzer persino l’Illuminismo “è impensabile senza gli elementi di illuminismo e de-divinizzazione di cui c’è già traccia nelle sacre scritture”.