Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 15 agosto 2018

Benedetto XVI ripreso per nuovo articolo sul dialogo ebraico-cattolico

Molto interessante, una vera e propria "bomba" da parte di Benedetto, rispetto alla sua visione precedente. Mi stupisce che alcune sue nuove affermazioni riprese dalle citazioni sotto riportate corrispondano alle obiezioni del mio articolo [qui] : 1. Non è Dio che scinde l'Alleanza ma il popolo che la rinnega; 2. la fondazione di Israele è stata una conseguenza della Shoah e un evento puramente politico, che non ha alcun significato teologico e non fa parte della storia della redenzione; 3. non è rinnegabile la Messanità di Cristo, che sancisce la nuova ed eterna Alleanza nel Sangue di Gesù. Devo dire che nessuno aveva ripreso le mie obiezioni, ma lui sì? Non oso sperare tanto; ma se lì c'è la Verità, ora si è fatta strada nel suo cuore e possiamo gioirne. Il suo scritto - l'articolo, di 20 pagine, uscito nell'edizione tedesca del numero di luglio-agosto di Communio, datato 26 ottobre 2017 e firmato "Joseph Ratzinger-Benedetto XVI" - merita di essere letto e meditato in tutta la sua sottile complessità; cosa che mi riprometto di fare senza indugi. E ne riparleremo. Intanto noto come vengano impropriamente bollate come 'antisemitismo' le affermazioni che dimostrano che tra ebraismo talmudico e cristianesimo non ci sono saldature perché si tratta di due fedi diverse.

Diversi rabbini di lingua tedesca e teologi cristiani hanno criticato aspramente Benedetto XVI. Il rabbino Homolka: "Incoraggia un nuovo antisemitismo su basi cristiane" 
Diversi rabbini di lingua tedesca e teologi cristiani hanno bruscamente criticato il Papa emerito Benedetto XVI per il suo recente articolo sul dialogo ebraico-cattolico che appare nell'attuale numero della rivista internazionale Communio.
Si tratta di uno strumento di formazione teologica che lo stesso Joseph Ratzinger aveva co-fondato nel 1972 con due importanti teologi dell’epoca, Hans Urs von Balthasar ed Henri de Lubac.

L'articolo, di 20 pagine, uscito nell'edizione tedesca del numero di luglio-agosto di Communio, è datato 26 ottobre 2017 ed è firmato "Joseph Ratzinger-Benedetto XVI".

È stato originariamente scritto come una riflessione sul 50° anniversario del documento del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, la dichiarazione del 1965 sui rapporti della Chiesa con le religioni non cristiane, e doveva servire come strumento di formazione destinato ad un uso interno presso il dicastero pontificio guidato dal sessantottenne cardinale Kurt Koch, che è il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e della Commissione per le Relazioni Religiose con gli Ebrei.

Dopo che il porporato svizzero ha chiesto a Benedetto XVI il permesso di pubblicarlo, la sua diffusione su Communio con il titolo "Gnade und berufung ohne reue" (che sarebbe la traduzione in tedesco del passo biblico di Romani 11,29: ‘I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili’) e il sottotitolo "Anmerkungen zum Traktat De Iudaeis" ("Commenti sul trattato De Iudaeis") ha subito generato delle polemiche.

Un rabbino, Walter Homolka, rettore del collegio Abraham Geiger di Potsdam, ha accusato Benedetto XVI attraverso un'intervista concessa al settimanale tedesco Die Zeit, di incoraggiare "un nuovo antisemitismo su basi cristiane", mentre il rabbino capo di Vienna Arie Folger ha affermato al Jüdische Allgemeine, il più grande quotidiano ebraico in Germania, che è "problematico" che il precedente papa insista su una impostazione cristologica dell’Antico Testamento.
Michael Bohnke, professore di teologia sistematica all'Università di Wuppertal, ha sostenuto che "dopo Auschwitz, non mi sarebbe mai aspettato di leggere qualcosa di simile da un teologo tedesco".
Ma cosa avrà mai potuto scrivere di tanto sconvolgente il mite papa emerito?

"Dopo averlo esaminato con molta attenzione ... sono arrivato alla conclusione che le riflessioni teologiche contenute dovevano essere introdotte nel futuro dialogo tra la Chiesa e Israele", ha scritto Koch, mentre Jan-Heiner Tück, editore dell'edizione tedesca di Communio, ha affermato che il testo di Benedetto XVI è "notevole per diversi motivi" e, in un'intervista con Kathpress, ha detto che papa Francesco "ha una seconda voce", per così dire, al suo fianco, specialmente da quando l'attuale papa ha parlato delle relazioni ebraico-cristiane in Evangelii gaudium e in altre occasioni.

Tück ha detto che l'articolo di Benetto XVI fornisce "cibo esplosivo per il pensiero" e dovrebbe essere affrontato "benevolmente".

Il già papa si occupa principalmente di due questioni: la teoria della sostituzione e l'espressione del "patto mai revocato". "Entrambe le tesi - che Israele non è stato sostituito dalla Chiesa e l’Antica Alleanza non è mai stata revocata - sono fondamentalmente corrette, ma per molti aspetti sono imprecise e devono essere ulteriormente esaminate criticamente", ha scritto Benedetto XVI.

Il 17 novembre 1980, a Mainz (Germania) San Giovanni Paolo II aveva affermato che l’Antica Alleanza non è mai stata revocata e rimane ancora valida.

Benedetto XVI dimostra che non è Dio che rescinde l’alleanza, ma il popolo che viola l’alleanza con Dio. La ri-istituzione dell’Alleanza del Sinai nella Nuova Alleanza nel Sangue di Gesù, "nel Suo amore che supera la morte, conferisce all'Alleanza una forma nuova e valida per sempre".
Questa affermazione sembra un ritorno ad una visione cattolica orientata verso una conversione al cristianesimo dei fedeli delle religioni non cristiane. "L’intero percorso di Dio con il suo popolo trova finalmente la sua somma e la sua forma finale nell’Ultima Cena di Gesù Cristo, che anticipa e contiene la Croce e la Resurrezione", ha aggiunto il papa emerito.

Per Benedetto XVI non esiste realmente una sostituzione, ma un "viaggio" che conduce "a una sola realtà, con la necessaria scomparsa del sacrificio degli animali", praticato nell’Antica Alleanza, "che viene sostituito dall'Eucaristia".

Benedetto XVI ha riflettuto anche sulle differenze tra la comprensione ebraica e cristiana del Messia e sulla fondazione di Israele come stato.

La fondazione di Israele è stata una conseguenza della Shoah e un evento puramente politico, ha detto, aggiungendo che non ha alcun significato teologico e non fa parte della storia della redenzione. La Chiesa Cattolica non è d’accordo sul progetto sionista di un "insediamento fondato teologicamente", nel senso di "un nuovo messianismo politico", di uno "stato confessionale ebraico" che comprende se stesso come il compimento delle promesse divine.

La stoccata finale di Benedetto XVI è arrivato con il ricordo del secondo capitolo della Lettera a Timoteo, versetti 12-13: Se perseveriamo con Cristo "con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso".
Insomma, Benedetto XVI. vede nella questione della messianità di Gesù "il vero problema tra ebrei e cristiani". In Gesù Cristo e nel suo sangue (Eucaristia), il popolo del Sinai è stato "trasformato" in una nuova ed eterna alleanza; questo è legato anche alla distruzione del tempio pochi anni dopo la crocifissione di Gesù.

La formula "alleanza mai cancellata" può essere stata utile in passato, ma non è adatta a lungo termine "per esprimere la grandezza della realtà in modo ragionevolmente adeguato".

La Conferenza rabbinica ortodossa della Germania ha inviato una lettera aperta al cardinale Koch il 2 agosto per chiarire "se la Chiesa cattolica può apprezzare l'ebraismo contemporaneo" e come "questo apprezzamento si esprima teologicamente".

La Conferenza internazionale delle comunità confessanti il 5 agosto, invece, "con grande gratitudine" ha accolto le parole di Benedetto XVI come un "chiarimento incoraggiante", che è stato significativo per i cristiani protestanti mentre è stato"falsamente ritratto nella stampa come anti-ebraico". [Fonte]

27 commenti:

Anonimo ha detto...

Qualche sassolino che dava fastidio ai sandali che ora calza al posto delle tanto vituperate scarpe rosse finto Prada, che ha detto? La verità come a Regensburg, che lo stato di Israele non ha nessuna legittimità, né storica, politica e tantomeno religiosa, che il tempio distrutto era Cristo, che con la Resurrezione si è riedifcato per sempre, che non ve ne sarà un altro e chi ancora non lo crede, beh, peggio per lui, senza riaffermare la preghiera per la conversione dei Giudei, basta il S.129/30 'Et Ipse redimet Israel ex omnibus iniquitatis ejus' più chiaro di così.......il testo intero è di 20 pagine dattiloscritte, quindi presumibilmente più lungo ed articolato di quanto riportato in varie sedi, già così è sottilmente complesso e.......bellissimo, gli articoli, velenosissimi, su Die Zeit, purtroppo solo in tedesco, quindi incomprensibili.Buona festa dell'Assunta, senza Messa a Castelgandolfo e la solita sciatteria regnante oggidì all'hotel e dintorni, x Genova preghiamo per le vittime, il ponte andava bene per il traffico di 60 anni fa, non quello di oggi, numeri traffico su gomma in UE 20% dell'intero trasporto merci, in Italia 70/80% e padroncini agguerriti assai e i fatti sono sotto gli occhi di tutti, e stavolta Salvini non c'entra, alla faccia dei sinistri cialtroni si sa, notav nonient, e il paese sprofonda fra incuria, chiacchiere e immobilismo politico post 68, e l'Italia va sott'acqua.

Anonimo ha detto...


Si dovrebbe leggere tutto l'articolo, prima di trarre conclusioni

A mio avviso, bisognerebbe poter leggere tutto l'articolo prima di trarre conclusioni definitive. Si riportano alcuni passi, sgraditi agli Ebrei, ma bisognerebbe vedere tutto il contesto. Dico questo per prudenza, pensando a come Ratzinger, già in passato, abbia alternato concetti dogmaticamente corretti ad altri che lo erano assai meno (basti pensarea alla sua concezione "evolutiva" della liturgia o "relazionale" della S.ma Trinità). Ora, circa la "teologia della sostituzione" mi sembra, a quanto risulta dall'articolo, che una certa ambiguità resti, se è vero che Ratzinger persiste nel dichiarare accettabile il concetto secondo il quale non c'è stata "sostituzione" dell'Isrele della carne (impervio alla fede nel Messia, tranne casi individuali) da parte dell'Israele dello spirito (Figlio di Dio per adozione) costituito dalla Chiesa cattolica. Il mantenimento della "vocazione" anche per Israele (GPII) andrebbe riformulato, in modo più preciso, allora? E come? Sarà per mia colpa, ma non riesco a vedere come. I due Testamenti non vanno più letto con l'Antico quale preparazione al Nuovo ma in parallelo?
Le accuse di fomentare l'antisemitismo sono assurde. Pochi Papi sono stati filoebraici come Ratzinger-Benedetto XVI, anche per le vicende dell'Olocausto, per lui particolarmente dolorose, in quanto tedesco di nascita.
L'antisemitismo, spesso becero, lo si vede caso mai in quelli che praticano la stantìa accusa di esser gli Ebrei dietro tutti i mali del mondo, nelle farneticazioni dei "complottisti", che riverberano a volte, in modo del tutto gratuito, anche nei commenti di qualche blog cattolico.
L'articolo di Ratzinger, da recuperare nella sua interezza, se possibile, può comunque esser l'occasione per portare finalmente la controversia nostra, cattolica con l'ebraismo sul piano che le è proprio, quello teologico e della filosofia morale e della storia.
PP

Anonimo ha detto...


Lo Stato di Israele nell'economia della salvezza

Secondo una corretta filosofia cristiana della storia, lo Stato di Israele farà parte della |"storia della redenzione" il giorno in cui si convertirà interamente a Cristo, secondo la profezia di san Paolo: "Non voglio, o fratelli, che voi ignoriate questo mistero, affinchè non sembriate a voi stessi sapienti: l'indurimento è caduto sopra un parte d'Israele, fino a che sarà entrata la totalità delle nazioni, e allora tutto Israele si salverà, secondo quello che è scritto: -- Verrà da Sion il liberatore/ e toglierà l'impietà da Giacobbe/ E questa sarà la mia alleanza con loro/ quando avrò cancellato i loro peccati"(Rom 11, 25-27).
Da un punto di vista puramente storico immanente, lo Stato israeliano è nato come quasi tutti gli altri, nella lotta e nella guerra con i vicini ossia mediante l'uso della forza. Riconoscere questo fatto non significa naturalmente accettare il significato "teologico" che gli israeliani, o una parte di essi, vogliono dare al loro Stato. Tale significato corrisponde all'idea di Israele incarnazione del Messia, trapassato da individuo a popolo; idea che non corrisponde agli annunci messianici dell'A. T. Ripropone, anche in chiave secolarizzata, l'errata interpetazione del messianesimo quale elezione del popolo ebraico al dominio universale.
Leggendo l'esistenza storica dello Stato di Israele alla luce della profezia di san Paolo, possiamo ipotizzare che tale Stato (auspicato dai sionisti già ben prima dell'Olocausto) sia stato permesso dalla divina Provvidenza quale fase preparatoria alla futura conversione dell'intero Israele. Che dovrebbe avvenire alla vigilia del Ritorno di Cristo Giudice, secondo la tradizione.

tralcio ha detto...

Quando Benedetto XVI scrive qualcosa è importante leggerselo e rileggerselo molto bene, umilmente, per evitare le figuracce già fatte dopo il post pubblicato da Mic lo scorso 12 luglio, cui fece seguito qualche farneticazione nei commenti, oggi costretti ad addolcirsi...

Attendo quindi fiducioso di poter accedere all'intero scritto, colpevolmente reso pubblico dalle manie di protagonismo e dagli interessi del Card. Koch e sin qui oggetto più che altro di polemiche che poco attingono dallo specifico, ma soltanto dai pregiudizi di chi le fomenta.

Non credo tuttavia che il termine sintetico per certe riflessioni possa essere "bomba".
Le cose di Dio, che è puro spirito, nascono e terminano nell'eternità del silenzio in cui Egli creò, si rivelò, si incarnò -è sin qui intervenuto ed interverrà- per raggiungere e raccogliere, riunificandolo, l'uomo frammentato dalle bombe della carnalità e del mondo.

Quindi dal silenzio di Dio viene il raccogliersi e il riunirsi nella pace e nella gioia dello Spirito, superati fragori, i rumori e le chiacchiere care al mondo. Nello specifico del tema, la lettera ai Romani va letta intera, senza farne tranci scongelati al bisogno.
Il capitolo 9 inquadra ad arte la tematica e il capitolo 11 compone mirabilmente le promesse di Dio con il loro compimento in un dinamismo tutto spirituale che passa inevitabilmente da Nostro Signore, senza sconti per nessuno.

La pianta santa è radicata in Dio e fruttifica in Dio. Se i rami più antichi della pianta sono tagliati a causa dell'infedeltà, senza che la radice venga meno, anche i rami recisi dal'oleastro ed innestati in seguito (resi partecipi della radice a motivo della fede) possono essere recisi dall'ulivo, mentre quelli tagliati possono essere reinnestati.

La radice creata da Dio e i frutti secondo la volontà di Dio sono quell'unica pianta, che non cambia idea, ma che ripete infinitamente, eternamente, immutabilmente, silenziosamente, l'irrevocabilità di se stessa, poichè è Dio a fare tutto.

Ogni ramo, il più antico come l'innestato, può inorgoglire dei propri frutti, quasi che potesse esistere sradicato, ovvero ribelle al proprio compito in cui la libertà consiste nel protendersi al sole, accogliendone la luce per produrre l'olio della consacrazione.
La virtù che fa germogliare e fruttificare è l'umiltà che promuove il ramo ad essere degno della radice e della luce del sole, eternamente. Viceversa si cercherà di fare la storia di qualche stagione, inventandosi vari modi di essere il vero ulivo o di essere spremuti per extra vergini...

Dio opera nel silenzio, non nelle vittorie della storia. Il mistero è la trasformazione transustanziata del pane del vino. La miseria umana di un sacerdote fatto non solo alter ma ipse Christus nella Messa, il battesimo "commissionato" da Gesù agli apostoli perchè tutti fossero inseriti nel mistero della Santissima Trinità: non come informazione intellettuale, ma come immersione, cioè perchè fossimo fusi, uniti e parte di. L'unità nuova è questa appartenenza che ci unisce a Dio, configurati a Cristo in un silenzio che è Dio.

mic ha detto...

Caro tralcio, hai ragione. Allora mi ero basata sulle uniche citazioni riportate, che peraltro coincidevano con i precedenti che conoscevo di cui al mio articolo. Ora ci sono citazioni inedite. Ma è ovvio che, come già ho detto, il testo va letto tutto e con attenzione.

fabrizio giudici ha detto...

" Non è Dio che scinde l'Alleanza ma il popolo che la rinnega;"

Vedo che alla fine le spiegazioni più semplici sono le migliori.

Sullo stato di Israele: certo che non ha legittimazione religiosa, in quanto non è il Messia. Ha però legittimazione storica e politica tanto quanto ne hanno l'Italia, la Francia o altri stati nazionali (inclusi quelli non cristiani, il che sono la maggior parte del pianeta, per ora).

Anonimo ha detto...

OT, ma non troppo : Quelques extraits du dernier article de l'excellent Israël Adam Shamir, juif converti, avec sa famille, à l'orthodoxie, et qui vit en Israël.

L'article s'intitule "Le pouvoir juif aux USA : Le trône et l'autel", et Shamir l'a publié hier, 14 août, sur son blog français « Entre la Plume et l’Enclume ».

« Certes, il n’y a pas de meilleur outil contre la suprématie juive que le glorieux nom du Christ, mais il s'en faut de beaucoup avant que les Américains le reconnaissent. L'un des meilleurs penseurs critiques sur le sujet fut Arnold Toynbee, le plus grand historien du XXe siècle […].

« Toynbee expliquait pourquoi les juifs veulent des migrations de masse depuis le Tiers Monde vers l’Europe : dans un pays européen peuplé de communautés somalienne, afghane, syrienne, etc., les juifs vont devenir la normalité incarnée. Toynbee considérait que la Naqba, l’expulsion des Palestiniens en 1948, était un crime atroce, à la hauteur de la persécution des juifs par les nazis. Pour cette position morale qui était la sienne, le nom de Toynbee a été effacé des listes de lectures recommandables, il n’est plus jamais cité, et a pratiquement disparu, cédant la place à ses contemporains juifs de troisième rang.

« Les médias juifs et juivifiés d’Occident constituent une Église moderne qui a pris la place de l’Église chrétienne à l’Ouest.

« Les juifs ont attaqué les chrétiens dès l’époque des premiers Apôtres, tout à fait de la même manière qu’ils ont attaqué les Palestiniens en les privant de leurs sources de revenu dès le tout début de l’immigration sioniste.

« La Juiverie est née à seule fin de combattre le Christ et le christianisme.

« Pour moi, le plus grand accomplissement juif aux États-Unis aura été la proclamation faite à Boston par les évêques de l’Église catholique selon laquelle les juifs n’ont pas besoin de salut, ce qui réduisait effectivement le christianisme au niveau d’une “croyance pour goyim”.

Etc., etc.

Comme on voit, Shamir, qui connaît le Talmud et le judaïsme mieux que vous et moi — il a baigné dedans pendant toute son enfance et sa jeunesse —, est un terrible “antisémite”… Mais il faut savoir qu’on apprend aux enfants juifs à répondre à toute critique venant de qui n’est pas juif par l’accusation d’“antisémitisme”. Les rabbins, les magistrats et les journalistes juifs (qui sont aujourd’hui partout) appliquent ce précepte à la perfection. C’est chez eux un réflexe conditionné, pavlovien en quelque sorte, qu'ils ont acquis en tétant leur mère, et toute personne qui ose élever une quelconque objection, si minime et si fondée soit-elle, contre le comportement des juifs ou la politique d’Israël est automatiquement taxé d'“antisémitisme”.

Pour en revenir à Ratzinger, tout ce que peut dire ou écrire ce vénérable théologien sur le judaïsme relève donc forcément de l’“antisémitisme”.
Il faut qu’il s’y résigne, comme à tant d'autres choses, et nous aussi.

http://plumenclume.org/blog/375-le-pouvoir-juif-aux-usa-le-trone-et-l-autel

bedwere ha detto...

Scusa Fabrizio, ma Israele e` legittimo al 7%. Infatti del territorio della Palestina prima del 1948 solo il 7% e` stato acquistato dagli ebrei europei. Il resto l'hanno rubato.

Anonimo ha detto...



"Non me ne sono Io rimasto in silenzio e da gran tempo?
Per questo tu non mi temi più"

Isaia 57, 11.

Anonimo ha detto...


Attribuire a complotti ebraici o di chicchesia la presente decadenza della Gerarchia cattolica
è semplicemente ridicolo.
Bisognerebbe concentrarsi sul problema teologico e culturale, sulle cose che contano,
sui problemi seri.

Anonimo ha detto...


"Semplicemente ridicolo attribuire a complotti la presente decadenza della Gerarchia" ?…

Não era essa a opinião, pública e repetidamente expressa, de Gregório XVI, de Pio IX, de Pio XII, de Mons. Lefebvre e de muitos outros grandes prelados pré-conciliares :

« Eccoci arrivati, nel nostro breve compendio storico del liberalismo cattolico, alla vigilia del Concilio Vaticano II. Ma prima di analizzare la vittoria conseguita dal liberalismo al Concilio, vorrei ritornare indietro per mostrarvi come la penetrazione del liberalismo in tutta la gerarchia, fino al Papato stesso, impensabile due secoli prima, sia stata nondimeno pensata, predetta e organizzata sin dall’inizio del secolo scorso dalla massoneria. Basterà produrre i documenti che attestano l’esistenza di questo complotto contro la Chiesa, di questo «attentato supremo» contro il Papato.

« Le carte segrete dell’Alta Vendita dei Carbonari cadute tra le mani di papa Gregorio XVI coprono un periodo che va dal 1820 al 1846. Sono state pubblicate, su richiesta di papa Pio IX, da Crétineau-Joly nella sua opera "L’Eglise romaine et la révolution". E col breve di approvazione del 25 febbraio 1861 che indirizzò all’autore, Pio IX consacrò l’autenticità di questi documenti, ma non permise che venissero divulgati i veri nomi dei membri dell’Alta Vendita implicati in questo carteggio. Queste lettere sono davvero incredibili, e se i Papi hanno chiesto che fossero pubblicate, è perché i fedeli sappiano la congiura ordita contro la Chiesa dalle società segrete, perché ne conoscano il piano e siano premuniti contro la sua eventuale realizzazione. Per il momento non dico altro, ma queste righe si leggono tremando; non invento nulla, non faccio che leggere, senza far mistero che queste righe oggi si sono realizzate! Senza nascondere che i loro più arditi progetti sono addirittura superati dalla realtà attuale ! »

https://www.sanpiox.it/articoli/testi-di-mons-lefebvre/1407-lo-hanno-detronizzato-33

Ora bem sabemos que atrás da maçonaria se esconde (mal) o judaísmo talmúdico e a sua dementada raiva anticristiana, como foi tantas vezes demonstrado, e aprofundado, desde a publicação, em 1869, da famosa obra de Henri Gougenot des Mousseaux, "Le Juif, le judaïsme et la judaïsation des peuples chrétiens".
Esta obra notável pode ser lida on line no site "Gallica" da Biblioteca Nacional de França :

https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k114558t.texteImage

Se este não é um problema sério, então nenhum outro o é !

Anonimo ha detto...


Da leggere : Don Curzio Nitoglia, “Per padre il diavolo : un’introduzione al problema ebraico, secondo la Tradizione cattolica”, 2.a ed., Effedieffe, 2016.

Anonimo ha detto...


Restiamo in argomento, se possibile....

Faccio presente che i tre argomenti avanzati da Ratzinger contro il giudaismo attuale sono strettamente teologici. Non hanno nulla a che vedere con la "filosofia del complotto" quale succedaneo della filosofia della storia, forma di subcultura tipica di un certo "tradizionalismo". A mio modesto avviso, sarebbe pertanto opportuno restare in tema, anche per il bene di questo blog, se vuole mantenere un certo livello. Appiccicando dappertutto l'etichetta del "complotto giudaico-massonico" quale unica spiegazione dei fatti storici, si svicola regolarmente dall'entrare nel merito dei fatti stessi, dei problemi. Diventa il trionfo della superficialità.
PP

Unknown ha detto...

Io credo che in ogni caso gli scritti di Papa Benedetto sono da leggere e apprendere non perché diretti"contro qualcosa o qualcuno"ma sempre per la Gloria di Dio per mezzo di Gesú Cristo.Un caro saluto a tutti.IB

mic ha detto...

Noi non leggiamo gli scritti di Benedetto perché contro (o a favore) di qualcuno o qualcosa, ma perché la sua sapienza professorale ha l'autorità che gli viene sia dalla cultura che dagli offici ricoperti. E sono sempre intellettualmente e spiritualmente interessanti. Anche se purtroppo, a volte, siamo costretti a rettificarne alcuni 'bachi' modernisti.

Anonimo ha detto...


"Diventa il trionfo della superficialità"…

La superficialité n'est-elle pas le refus de voir ce qui se passe derrière les apparences ?
Superficiels Pie VI, Grégoire XVI, Pie IX, Pie X, Pie XII, le cardinal Billot, Mgr Lefebvre ?…


Anonimo ha detto...

ARRIVANO I SUPEREROI LGBT Sta per arrivare, sui grandi schermi, un esercito di eroi bisessuali e gay, scrive La Verità. Batwoman lesbica; Lanterna verde autrice di un coming out; il “fluido” Deadpool. I film dei supereroi Marvel sono tra i più visti in assoluto. Più che normale, allora, che i fautori del pensiero unico abbiano deciso di passare anche da queste produzioni cinematografiche. State attenti a cosa guardano i vostri bambini. La propaganda non ha remore.

Anonimo ha detto...


Chi è superficiale e chi non, nell'interpretare il senso della storia

Ma forse Pio VI, Gregorio XVI, Pio IX etc. hanno detto che l'azione insidiosa delle massonerie deve ritenersi l' u n i c a causa determinante dei fatti storici, come sostengono invece certi tradizionalisti attuali o quasi tutti? A me non sembra. E se l'avessero detto, si sarebbe trattato a mio modesto avviso di una visione appunto superficiale. Qui non abbiamo a che fare con la fede e i costumi, ossia con il dogma. Si discute sulla corretta interpretazione dei fatti storici, delle forze che agiscono nella storia. Interpretazione importante per i suoi riflessi sul piano dell'azione. Si può dunque liberamente dissentire, se del caso, senza commettere peccato, per così dire. Si tratta di filosofia, filosofia della storia: un campo nel quale il principio d'autorità non vale.
PP

Anonimo ha detto...

OT il testo dell'intervento si trova solo in lingua tedesca e non è stato ancora tradotto in altre lingue, ma alcuni commentatori dicono che è molto denso, profondo e va letto e ri-letto con molta attenzione, perché dice cose toste. Attendiamo qualche anima pia che lo renda accessibile, in fra, ing, spa, tutto fuorché tedesco.

irina ha detto...

Aspettiamo la traduzione dell'articolo. Personalmente non mi aspetto altro che una pennellata chiara o scura di una teologia che nasce, cresce e si sviluppa a macchia di leopardo, come sempre, secondo i tempi ed il vento che tira, assecondandoli o contrastandoli quel che basta per mettersi in luce, 'sul monte'.

mic ha detto...

Cara Irina,
anch'io aspetto la traduzione del testo conoscendo la complessità del discorso di Benedetto XVI. Tuttavia le citazioni fornite dall'articolo dal quale siamo partiti sono inequivocabili e già ci danno una revisione del pensiero precedente proprio in conformità con le obiezioni che avevo espresso nel mio articolo.
In attesa di approfondire ulteriormente, questo mi riempie di gioia innanzitutto per Ratzinger.

irina ha detto...

Io sono contenta solo per te, Maria, perché, batti e ribatti, qualcosa arriva a destinazione non si sa come, non si sa quando. Verso di lui sono prevenuta, molto. Moltissimo. Il papato duale non lo sciacquo via con nessuno scritto, tradotto, interpretato, illustrato, mimato, filmato, cantato, suonato, danzato.

mic ha detto...

A proposito di papato duale, Irina, credo di avere le traveggole, perché nella mia parrocchia, al momento dell"una cum" ho sentito dire Benedetto/Francesco...

irina ha detto...

Maria, se ognuno di noi raccontasse le varianti del Sacro Rito, nella stessa domenica, ne uscirebbe un'intera enciclopedia settimanale. Oggi, per esempio, non ho sentito recitare il Padre Nostro. Possibile? Mi sono distratta io? Si è distratto il celebrante? Disposizioni nuove? Con tutto il cuore spero nella mia distrazione.

Diego ha detto...

Vi posso tranquillamente raccontare che, nella diocesi di Vittorio Veneto,c'è al momento una sola S.Messa con palesi abusi ed è quella che alle ore 7,45 si celebra nella cripta della cattedrale sotto lo sguardo vigile sia di Cristo che di S . Tiziano.
I celebranti (da 2 a 5) con l'aiuto di qualche fedele recitano il padre nostro con alla fine la modifica in "non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal maligno". Direi non male come modifica arbitraria del Canone, san Pio V a tempo debito farà presente a costoro la sua bolla papale, soprattutto la sua parte finale.

Anonimo ha detto...

Diego
la modifica andrà detta in tutte le chiese italiane a partire da settembre, in Francia, Germania e Spagna già lo fanno senza problemi, ergo o dentro o fuori, tertium non datur, cioè o si dice così o si va da un'altra parte o si recita sottovoce in latino.

Diego ha detto...

Grazie Anonimo per la precisazione. Avevo scritto un commento più "personale" che ho provveduto a non inviare. In fondo se Cristo ha patito senza lamentarsi come osare sperare di non essere sottoposti ad alcun supplizio? Io credo davvero nella frase "extra ecclesia nulla salus" e resterò "dentro" con il cuore affranto ogni volta. So di essere già guardato con curiosità da giardino zoologico ad ogni messa novus ordo, ritengo giusto e misericordioso il castigo del Signore nei miei confronti sotto forma di questo sentire.
D'altronde io sono nella categoria degli "esagerati, che non vedono Gesù come amico, che prendono le cose troppo alla lettera, che sono ancorati ad una visione del mondo chiusa e bigotta".
E' vero, sono solo uno scorpione ma prego tutti i giorni che il Signore leghi le mie chele per non strappargli ulteriormente le Carni, leghi la mia coda per non pungerlo con i miei peccati e serri le mie fauci per non aggredirLo e modere la Sua Mano tesa per salvarmi.
Resto scorpione, sono stato creato così ed è la mia natura pungere e ferire, ma vi assicuro che ben vengano le tentazioni se esse possono forgiare per me mani nuove per servire il Signore, una nuova bocca per lodarLo e un nuovo dorso per portare la croce a me riservata.
Scusate la "povertà" teologica del mio intervento, non sapevo come altro esprimere il mio pensiero.