Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, approfittiamo del lavoro di uno dei tanti appassionati studiosi d'oltreoceano Per chi è completamente digiuno di latino e ha interesse a colmare questa lacuna, così diffusa nelle ultime generazioni — e purtroppo anche tra i sacerdoti —, può trovare i rudimenti indispensabili per comprendere il latino ecclesiastico e porre le basi di un maggiore approfondimento in genere favorito dalla frequentazione delle liturgia dei secoli. Un piccolo inconveniente è dato dalla taratura per lettori anglofoni; ma penso agevolmente colmabile dall'efficacia del metodo. Qui l'indice degli articoli dedicati alla Latina Lingua, per le lezioni precedenti.
Imparare il latino liturgico, lezione 22
exaltabor in gentibus, et exaltabor in terra
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| Exaltabor |
Nella Lezione 16 [qui], abbiamo studiato le coniugazioni del presente per tutte e quattro le categorie di verbi latini. Quando dico "presente" in un contesto come questo, è un'abbreviazione per una serie di parole più precisa ma stranamente lunga: "coniugazioni del presente" significa in realtà "coniugazioni del presente, del modo indicativo, della forma attiva". Questo livello di precisione è necessario perché in latino non è solo il tempo (passato, presente, futuro, ecc.) a influenzare la forma della parola; anche il modo (indicativo, congiuntivo, imperativo) e la forma (attiva o passiva) devono essere considerati. Oggi voglio introdurre le desinenze verbali per i verbi di forma passiva, ed è giunto il momento, perché queste forme verbali sono molto comuni nel latino liturgico.










