Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 30 giugno 2018

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Ricordo che il nostro Cardinale oggi compie 70 anni.. Insieme alla nostra vicinanza spirituale, gli formuliamo i nostri migliori auguri di Buon Compleanno!

Domani 1 luglio, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebra la Santa Messa alle ore 07:00am a Roma, presso la sua Cappella privata e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.

Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera ci vede uniti già da due anni. E intensifichiamola, soprattutto in relazione alle vicende che vedono il nostro Cardinale impegnato a riaffermare con parresìa l'insegnamento costante della Chiesa. Ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ».
In questo mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 113.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

Unione Europea: è certamente crisi. Ma quanto e come reversibile?

Paolo Savona aveva ragione. Si sta verificando quello che si proponeva di governare con il Piano B: l’implosione dell’Unione Europea. Tale preveggenza, invece di un premio, gli è costata il ministero del Tesoro per il veto di Mattarella e della Germania. Adesso si scopre che le sue proposte saranno utili all’Italia e alla stessa Europa. Maastricht è stato un colossale disastro politico. 
Al Consiglio europeo di giovedì e venerdì Germania e Francia cercheranno di imporre la loro riforma della governance economica dell’eurozona per salvaguardare i loro interessi a scapito dell’Italia. Fino ad oggi la narrazione ufficiale ripetuta dalle nomenclature europee (come dai governi italiani) e amplificata dai media, ci vedeva come il Paese che doveva fare «i compiti a casa», cioè sacrifici lacrime e sangue, altrimenti avrebbe avuto la colpa di far naufragare tutta l’Europa. 
Oggi è evidente che non è così, anzi: non è mai stato così. Si scopre invece che – come aveva scritto Savona – i Trattati di Maastricht erano sbagliati e sono stati gestiti dalla Commissione europea ancora peggio. Per esempio non applicando gli articoli che avrebbero impedito alla Germania il suo mostruoso surplus commerciale. 
La paralisi della Ue è dunque provocata dall’architettura non cooperativa di Maastricht, ovvero dai paesi che non vogliono rinunciare alle posizioni di privilegio (Germania in primis). Proveranno a scaricare la colpa del collasso sull’Italia perché si rifiuterà di sacrificarsi ancora una volta per gli interessi altrui. 
Fino a ieri Germania e Francia potevano contare sulla sudditanza politica e psicologica dei governanti italiani, sempre timorosi di essere colpevolizzati «dall’Europa» e dai media. Ma ora tutto è cambiato. È la paura dell’isolamento che ha tenuto in riga l’Italia nel corso dei decenni e le ha fatto accettare una legislazione manifestamente contraria all’interesse del paese, come la direttiva sulle banche (il bail-in) o anche il Fondo salva Stati» (nel primo caso pagano i risparmiatori, nel secondo è lo Stato italiano che paga salatamente: quindi sempre noi). 
Ora tutto è cambiato. E qui tornerà importante il contributo di Paolo Savona per far ritrovare all’Europa la strada del buon senso e della giustizia. Fonte

Oggi pomeriggio si svolgerà il Pompei-Pride che passerà davanti alla basilica della Madonna. Sappiamo tutti chi vi partecipa e con che stile e atteggiamenti.

Se si scollegano Amore e giustizia allora anche l'odio, di sé e dell' altro, diviene amore. La giustizia è  dare all'altro il dovuto. Cosa è dovuto all'altro? Ciò che lo completa, in senso positivo, e ciò che lo reintegra, in senso negativo. Cosa manca all'uomo per essere completo, cioè per essere unità perfetta? La donna! ( e logicamente viceversa). La parola sesso è chiarissima. Viene dal latino secare, cioè tagliare in due  affinché  i due ricomponendosi tornino all'uno. Questo Uno, questa unità, si chiama Figlio. Oggi, a Pompei, andrà in onda il festival dell'odio di sé, cioè la rinuncia ad essere completi e dell' odio dell'altro la rinuncia a completare l'altro. Chiudo affermando con forza che la miglior forma di aiuto a queste persone (sono decisamente persone e quindi inviolabili perché creature di Dio uguali ab origine al prossimo. Non vanno buttate giù dai tetti o impiccate per il loro agire) è la preghiera di conversione. La luce della Verità le illumini e faccia loro comprendere cosa sia il Vero Amore... (Matteo Dellanoce su Fb)

Ecco i primi naufragi, forse sospetti, per manipolare l’opinione pubblica e forzare la riapertura dei porti.

C'è il rischio che Soros & C. facciano morire molti migranti in attesa di diventare clandestini per forzare il governo italiano, mentre giornalisti di regime faranno di tutto per far vedere gli effetti senza spiegare le cause. 
clicca per ingrandire:
non è strano un bimbo bianco e ripescato così ben vestito?
Iniziano i naufragi fantasma, non a caso però la notizia è diffusa da Al Jazeera, organo ufficiale dell’islamismo radicale: 
Un naufragio di un barcone che trasportava migranti è avvenuto al largo della Libia. Alcuni media hanno affermato che “una nave è affondata a est di Tripoli e trasportava circa 100 migranti”. L’emittente panaraba Al Jazeera su Twitter (che ha i sauditi come azionisti di riferimento) ha scritto: “La Guardia costiera libica ha salvato 14 rifugiati. Si temono 100 dispersi”.
Non era mancato, tra le fila dell'opposizione chi, all'epoca del braccio di ferro con l'Aquarius, aveva cinicamente ammesso di desiderare la morte di un bambino perché cadesse il governo che finalmente cerca di arginare questa assurda apocalittica invasione afro-islamica che rischia di sommergere innanzitutto l''Italia.
E l’avevamo ipotizzato, ma credevamo lasciassero passare almeno qualche settimana, per rendere il tutto più credibile. Uomini senza scrupoli, fanno cose terribili.
Arrivano così i primi cadaveri di bambini da sbattere in prima pagina.
Certamente, se non è una bufala umanitaristica, non si può non esserne addolorati. Ma saranno oggetto di molte recriminazioni da parte dei buonisti che sfrutteranno l'evento per sommergere l'opinione pubblica di slogan pro migrazione incontrollata. Tuttavia perché non si fanno alcune semplici domande:

Giovannino Guareschi, manette ed emarginazione - Antonio de Felip

Il 22 luglio 1968, a Cervia, moriva Giovannino Guareschi. Al suo funerale, a Roncole Verdi, c’era la bandiera italiana con lo stemma sabaudo davanti alla bara, congiunti, amici, alcuni colleghi giornalisti: Nino Nutrizio, direttore de La Notte, Enzo Biagi, Alessandro Minardi, già direttore del Candido e pochi altri. Partecipò anche Enzo Ferrari, che stimava moltissimo Guareschi. L’unico politico presente, il sindaco socialista di Roccabianca, nel parmense. La S. Messa venne celebrata in latino.

La RAI dedicò pochi secondi all’evento, molti giornali lo relegarono nelle pagine interne. Astioso il commento dell’Unità, incapace di riconoscere lealmente la grandezza di un avversario: “Malinconico tramonto dello scrittore che non era mai sorto”. Ancora più ignobili furono i commenti di alcuni giornali cattolici “ufficiali”: il settimanale della curia di Torino, Il Nostro Tempo titolò: “Guareschi diede voce all’italiano mediocre”. L’articolo così iniziava: “Era un uomo finito” e così finiva: “Fu in definitiva un corruttore”. Su L’Avvenire d’Italia, sanzionato Guareschi come “mediocre”, si sentenziò: “Peppone e Don Camillo sono premorti al loro autore”. Mai profezia fu più smentita dei fatti di questa: i libri di Don Camillo continuano a essere ristampati e i film (che pure Guareschi non amava; litigò furiosamente con produttori, sceneggiatori, registi) regolarmente riproposti sul piccolo schermo. Baldassare Molossi, direttore della Gazzetta di Parma, definì “Italia Meschina” quella che si rifiutò di rendergli omaggio, almeno da morto. 

venerdì 29 giugno 2018

Il cardinale: "I vescovi ​non conoscono più la fede"

Un altro articolo significativo su Il Giornale. La misura è colma, se i problemi, seri, della Chiesa trovano spazio anche sulla stampa nazionale.

"Fedeli che si sentono abbandonati e traditi dai pastori" e "Vescovi che non conoscono più la fede". Il cardinale tedesco Mueller ne ha per tutti
"Fedeli traditi e abbandonati dai pastori" e "vescovi che non conoscono più la fede". Il cardinale Gerhard Müller non si sta risparmiando.

Nonostante non sia più il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, le sue disamine sono sempre molto richieste. Specie quando riguardano la dottrina cattolica. Il porporato tedesco, che una semplicistica catalogazione giornalistica inserisce spesso nell'elenco dei "ratzingeriani", continua a rilasciare interviste. L'ultima, in ordine di tempo, è stata quella al Catholic World Report.

I 'due Papi' al termine del Concistoro 28 giugno 2018

Una situazione paradossale che si ripete:
"Al termine della celebrazione del Concistoro, Papa Francesco e i nuovi cardinali si sono recati, a bordo di due pullmini, al Monastero “Mater Ecclesiae” in Vaticano per incontrare il Papa Emerito Benedetto XVI. Nella cappella, tutti insieme hanno recitato l’Ave Maria. Dopo un breve saluto e la benedizione di Papa Benedetto, i 14 nuovi porporati sono tornati in Aula Paolo VI e nel Palazzo Apostolico per la Visita di Cortesia Lo riferisce la Sala Stampa della Santa Sede." - Fonte
Vedi indice numerosi articoli pubblicati a partire dal 2013.

"Dietro i migranti c'è un piano per cambiare i popoli europei" - Athanasius Schneider

Questa volta leggiamo l'intervista di Mons. Schneider da un quotidiano nazionale anziché da un sito cattolico tradizionale....

Un piano affinché la cristianità dell'Europa venga messa in discussione. Questa è la visione del vescovo kirghiso Schneider, che si è soffermato su questo e altri temi che riguardano da vicino anche la visione della Chiesa cattolica

Un piano per mettere in discussione la stessa cristianità dell'Europa. Il vescovo kirghiso Athanasius Schneider sembra esserne sicuro.  

Un piano, ancora, che sarebbe stato addirittura "preparato da lungo tempo". Un piano, in definitiva, "orchestrato".Di questo e di altri temi abbiamo parlato con il prelato di Astana.

Sua Eccellenza, c'è "confusione dottrinale" nella Chiesa contemporanea?

"Già quarant’anni fa Papa Paolo VI constatò con realismo la seguente situazione all’interno della vita della Chiesa: “Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio»”. Questa situazione si è aggravata negli ultimi decenni a tal punto che ha costretto il grande cardinale Carlo Caffarra ad affermare alcuni mesi prima della sua morte: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”.

giovedì 28 giugno 2018

Ti somministrano sei volte al dì la Pappa del cuore, con la faccia di Bergoglio, di Mattarella, addirittura di Macron

Arrivano ogni giorno in centinaia, aspettano d’imbarcarsi in migliaia, aspirano a venire qui in milioni, e forse, alla lunga miliardi. Perché se non ci sono frontiere, se ciascuno è libero di andare a vivere dove vuole e dove sta meglio, è normale che i miliardi di poveri, affamati, profughi d’Africa, d’Asia e dell’infinito Sud del mondo, vogliano vivere nei paesi benestanti. Ma il piccolo potrà mai contenere il grande? Ma il minimo che vive al massimo potrà mai caricarsi del massimo che vive al minimo? Se dividi la ricchezza, spartisci solo povertà. Perché un conto è dividerla per due come fece san Martino col suo mantello spartito con un mendicante; un altro è dividerlo in cento. Con un fazzoletto a testa non ripari nessuno dal freddo.
Trovo irresponsabile, barbaro e delinquenziale, stabilire il principio dell’accoglienza come fondamento etico dell’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Piuttosto è il loro affondamento. E invece accendi la tv e ti somministrano sei volte al dì la Pappa del cuore, con la faccia di Bergoglio, di Mattarella, addirittura di Macron (il più cinico), più la solita mucillagine della sinistra spappolata. Trasformando l’impulso nobile e quasi spontaneo di aiutare chi sta male in sistema universale e legge d’accoglienza, si criminalizza chi vede con realismo il dramma dell’invasione, della sostituzione e dell’alienazione. Non è solo questione, pur rispettabile, di paura.

Firma per la libertà della Rete. Contro la censura preventiva del Parlamento europeo

Non basta la censura più o meno soft che le grandi piattaforme di social, come Facebook e Twitter esercitano verso temi e contenuti ostili alla cultura del politically correct. Il Parlamento Europeo sta per approvare una legge che limiterà fortemente la libertà sul web. L’articolo 11 (cosiddetta link tax) obbligherà chiunque utilizzi diffonda contenuti giornalistici online ad ottenere una licenza dall’editore. L’articolo 13 obbligherà invece le piattaforme digitali a filtrare i contenuti pubblicati dagli utenti.

Rilanciamo la petizione lanciata in Italia dall’esperto di comunicazione Claudio Messora, su ByoBlu. La petizione è diretta ai parlamentari europei affinché blocchino il testo di legge licenziato dalla Commissione giuridica del Parlamento Ue. 


Stralci dall'intervista rilasciata da Marcello Foa sull'argomento.

Perché questa legge è così pericolosa?

“Fondamentalmente i rischi sono due. Il primo è quello di scoraggiare il passaggio dei link, dal momento che questa legge vieta di citare anche poche righe estrapolate da un articolo di altri che correttamente poi si linka. Faccio un esempio. Lei non potrà più riprendere un mio articolo, specificando nelle prime righe che è stato tratto dal mio blog e allegando subito dopo il relativo link, perché di fatto violerà la normativa. La cosa più grave però è un’altra”.

Negozi chiusi la domenica, una scelta doverosa

Il riposo domenicale valorizza due dimensioni della vita sociale: quella delle relazioni familiari e della dimensione religiosa. Per questo è auspicabile che la proposta del ministro Di Maio trovi forte sostegno nella società e nella politica per diventare presto realtà.
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha rilanciato la proposta della chiusura degli esercizi commerciali nel giorno di domenica, intendendo così abolire la normativa di completa liberalizzazione attuata da precedenti governi. La proposta è oggetto di discussione e sia i partiti che i soggetti sociali stanno prendendo posizione.

Da parte nostra ci auguriamo che la proposta diventi presto realtà e che trovi appoggi nella società e nella politica. L’idea è ampiamente condivisibile e segnerebbe un interessante cambiamento delle politiche del lavoro, da vedersi nei suoi più ampi rapporti con la famiglia e le esigenze non solo materiali della persona.

mercoledì 27 giugno 2018

Diciamolo: i sovranisti hanno ragione e gli insulti non li fermeranno

E dire che fino a poco tempo fa, gli intellettuali mainstream tentavano di screditare i sovranisti come pericolosi neofascisti. Oggi possiamo dirlo: i sovranisti avevano ragione e non c’è insulto che riuscirà a fermarci, per una ragione tanto semplice quanto inaspettatata: gli elettori stanno distruggendo scheda dopo scheda quel costrutto neoglobalista e transnazionale che anni di incessante propaganda hanno tentato di trasformare in un Destino ineludibile. Lo confesso: era difficile immaginarlo in queste proporzioni. La campagna mediatica (ma non solo) lanciata dall’establishment per fermare i populisti in ogni Paese (dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Austria all’Italia) è stata di una virulenza senza precedenti ed è destinata a durare. Pensate solo alle ultime vergognose accuse di Repubblica che ha etichettato come “rosso-bruni” molti intellettuali rei di essere favorevoli al governo lega-stellato e che accusa Matteo Salvini di essere un nazista. Fango, spazzatura, nient’altro che spazzatura.

Il “cambio di paradigma” di Papa Francesco. Continuità o rottura nella missione della Chiesa? Bilancio quinquennale del suo pontificato.

Papa Francesco e il cambio di paradigma:
una capitolazione davanti alla modernità?


Il “cambio di paradigma” di Papa Francesco. Continuità o rottura nella missione della Chiesa? Bilancio quinquennale del suo pontificato. Questo il titolo del libro scritto dallo studioso José Antonio Ureta ed edito dall’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, che è stato presentato il 23 giugno a Roma, presso l’Hotel Massimo D’Azeglio, in occasione del congresso “Vecchio e nuovo modernismo: radici della crisi nella Chiesa”. 
A cinque anni dall’elezione di Papa Francesco, l’autore traccia un bilancio di questo lustro alla luce del “cambiamento di paradigma”, concetto più volte utilizzato dallo stesso Pontefice e da alte autorità ecclesiastiche per indicare la volontà e la necessità di adattare radicalmente la dottrina, la disciplina e la struttura stessa della Chiesa ai bisogni e al sentire del mondo contemporaneo.
Lo studio offre una panoramica generale dei temi su cui si è concentrato finora il pontificato di Francesco e che più hanno suscitato scalpore tra i fedeli per la loro carica di innovazione rispetto ai papati precedenti. Non sembra esagerato supporre che probabilmente ad oggi non esiste un esame di questi cinque anni di Papa Bergoglio in una visione d’insieme così vasta. 

martedì 26 giugno 2018

Collegialità nel Vaticano II: una nuova dottrina? - P. Albert Kallio o.p.

Conferenza in occasione della Giornata di studi su
“Vecchio e nuovo Modernismo: Radici della Crisi nella Chiesa”
Roma – 23 giugno 2018

Collegialità nel Vaticano II:
una nuova dottrina?

Padre Albert Kallio o.p.

L'importanza della collegialità nel Concilio

Sarebbe difficile esagerare l'importanza che, nel Concilio Vaticano II, ebbe la questione che venne chiamata “collegialità”, cioè la dottrina secondo la quale i Vescovi, per diritto divino, condividono con il Papa il governo della Chiesa Universale. Potremmo moltiplicare all’infinito i testi che trattano di questo, ma qui ci sono alcuni dei più accreditati.

Il Cardinale Montini, che presto sarebbe diventato Papa Paolo VI, scrisse così al Cardinale Cicognani appena una settimana dopo l'apertura del Concilio:
“Il Concilio Ecumenico Vaticano Secondo deve focalizzarsi su questo unico tema: la Santa Chiesa. Questo è ciò che viene richiesto dalla continuità con il Concilio Vaticano I, che è stato interrotto mentre stava trattando questo argomento. Ciò è quanto l'intero Episcopato stava aspettando, per conoscere esattamente quali siano i suoi poteri, dopo la definizione dei poteri del papa, e quali relazioni esistano tra questi due poteri”(1).

Emmanuel Macron in Vaticano: "Il potere temporale ha bisogno di un contrappeso", afferma Rémi Brague

Invito i lettori che hanno interesse ad approfondire a leggere anche la discussione. Troveranno riflessioni e notizie interessanti.

Rémi Braghe con Benedetto XVI
Apprendiamo da Belgicatho by «Famille Chrétienne» che oggi, durante la sua visita in Vaticano e, successivamente, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano, dove sarà insignito del titolo di Protocanonico onorario della Cattedrale del Papa(1), il presidente francese Emmanuel Macron sarà accompagnato da una delegazione politica - almeno due ministri - ma anche intellettuale, rappresentativa anche delle associazioni e dei media.
Della delegazione fa parte il filosofo Rémi Brague(2), membro dell'Institut de France e specialista nel mondo medievale. Per lui una delle sfide della visita è nel "contrappeso spirituale" che la Chiesa può portare al potere temporale. Lo  ha detto a I.MEDIA e Famille Chretienne.
Ci inquieta l'evento (una pseudo-investitura) che vede Macron nella Madre di tutte le Chiese, l'Arcibasilica Lateranense, la più antica della romanità, dove è posta la Cattedra papale nella quale ogni papa si insedia all'inizio del suo pontificato.
Ma prima ancora ci inquieta l'udienza papale in questo particolare frangente, così delicato e significativo per il futuro dell''Europa e soprattutto di massima tensione tra Italia e Francia. E proprio nel momento in cui l'Italia s'è desta e non accetta più supinamente i diktat della tecnocrazia europeista che alimenta nei cittadini un diffuso malessere, sia per effetto della incontrollata invasione afro-islamica che minaccia le loro identità spirituali e culturali che per i costi delle politiche di austerità derivanti da decisioni prese attraverso meccanismi automatici e procedure oscure. E proprio nel momento in cui queste forze si stanno fronteggiando in vista del prossimo vertice del 28-29 giugno con una posizione del nostro Paese che vede in Macron l'antesignano del mondialismo di sinistra....

Ingiustificato il patriottismo costituzionale dei cattolici. Intervista di don Samuele Cecotti al prof. Danilo Castellano

Intervista di don Samuele Cecotti al prof. Danilo Castellano nel 70mo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione italiana.

Ricorrono quest’anno, 2018, i 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana dell’Italia. Testo elaborato dall’Assemblea Costituente come compromesso parlamentare tra le principali forze politiche del tempo e promulgato dal Capo provvisorio dello Stato avv. Enrico De Nicola il 27 settembre 1947. Entrò in vigore il 1 gennaio 1948. La Carta costituzionale della Repubblica italiana, per l’importanza giuocata nel riplasmare l’Italia uscita dalla Seconda guerra mondiale sino ad oggi, costituisce oggetto di interesse ben oltre i confini dei soli studi del diritto positivo. Determinante nel mutamento di fondamentali istituti giuridici e della visione comune su persona, famiglia, vita, autorità ecc., la Costituzione repubblicana non può sottrarsi ad un giudizio “cattolico”, ovvero condotto alla luce del diritto naturale classicamente inteso e della Dottrina sociale della Chiesa. Ne abbiamo parlato con il prof. Danilo Castellano, filosofo del diritto noto a livello internazionale, ordinario di filosofia politica e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Udine.

lunedì 25 giugno 2018

Preghiamo per i nostri governanti, per la famiglia, per la vita.

Cari Amici, la sera del 30 giugno ci troviamo a Ghiaie di Bonate per pregare e chiedere l'intercessione della Regina della Famiglia per i nostri Governanti, per la Famiglia, per la Vita.
Ghiaie si trova a meno di un quarto d'ora di macchina da Pontida, dove il giorno seguente l'Umanitaria Padana Onlus sarà presente al consueto raduno con una propria postazione.
Programma dell'evento del 30 giugno:
Alle ore 18.00 S.Messa Vigiliare (valevole per la Domenica) nella Parrocchia Sacra Famiglia di Ghiaie, seguita da una breve illustrazione degli eventi di Ghiaie da parte del Parroco.
Al termine, intorno alle 19.15, ci dirigeremo alla Cappella delle apparizioni "Maria, Regina della Famiglia" (circa 10 minuti a piedi), dove, alle 19.30, reciteremo insieme un Santo Rosario.
Infine, intorno alle 20.00, si terrà la cena di beneficenza, il cui ricavato sarà destinato ai nostri interventi umanitari. Poiché i posti al ristorante sono limitati, Vi preghiamo di confermare la Vostra presenza con un sms o un messaggio whatsapp al cell.329.3581329.
Ovviamente si può partecipare a tutto il programma o solo a parte di esso. Grazie!

«Radici della crisi nella Chiesa» - Roma, 23 giugno 2018. Introduzione ai lavori

Conferenza in occasione della Giornata di studi su
“Vecchio e nuovo Modernismo: Radici della Crisi nella Chiesa”
Roma – 23 giugno 2018


Introduzione ai lavori
Joseph Shaw

Lo storico romano Ammiano Marcellino, nella sua storia del deplorevole IV secolo d.C., osservò che, quando questo iniziò ad essere sopraffatto dai barbari invasori, l'Impero si comportò come un pugile inesperto, muovendosi per proteggere quella parte che era stata appena colpita, invece di contrastare il colpo che arrivava. Chi si è occupato di difendere la Fede Cattolica, sia in quanto Pastori che teologi, o semplici membri laici con le grazie e gli obblighi che i sacramenti del Battesimo e della Confermazione implicano, hanno avuto negli ultimi anni un'esperienza molto simile. Un giorno scopriamo che l'indissolubilità del sacramento del matrimonio è sotto attacco, un attacco a quanto pare sostenuto da importanti cardinali. Una seria difesa di questa dottrina richiede un serio lavoro. Uno alza gli occhi dai propri libri sei mesi o anche solo sei settimane dopo e la discussione non è più sull'indissolubilità del matrimonio: quell'argomento è stato ormai quasi accantonato. No, su internet ormai impazza la questione se le unioni omosessuali possano essere mezzi di grazia. Per quanto assurda possa sembrare la proposta, possiamo essere sicuri che i suoi sostenitori la daranno per scontata e servirà da trampolino di lancio per qualcosa di ancora più scioccante tra un anno. Che cosa sarà mai? E’ impossibile anche solo immaginarlo. Come ci si può preparare per il prossimo colpo?

Ecco cosa sta accadendo in Grecia. Le bufale di Tv e giornaloni sull’uscita dalla crisi


Insieme alla preghiera e all'azione, che riguarda ognuno di noi per quanto gli è possibile, conta anche l'informazione corretta.

Quando vi dicono che la Grecia è uscita dalla crisi tornando, grazie all’austerità, a collocare sul mercato i suoi Titoli di Stato, la verità è questa:
  1. Il governo Tsipras ha messo la finanza pubblica (i conti) in ordine massacrando cittadini e imprese, cioè tagliando in misura inaccettabile le voci di spesa pubblica più sensibili (sanità, pensioni etc);
  2. per l’effetto, i mercati sono garantiti dai conti in ordine e il governo non deve pagare interessi molto alti per collocare i suoi titoli di stato sul mercato primario;
  3. nel frattempo, per finanziarsi, avendo perso sovranità monetaria, il governo ha fatto ricorso ai prestiti del Fondo Monetario Internazionale, della Bce e della Ue (vi dice qualcosa il Mes, Meccanismo Europeo di Stabilità?), garantiti dagli asset pubblici (beni artistici, porti, aeroporti, in gran parte finiti in mano tedesca).

domenica 24 giugno 2018

Roma 23 giugno - La crisi nella Chiesa: quali radici, quali rimedi?

Messaggio di Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della FSSPX, alla giornata di studi sulle «Radici della crisi nella Chiesa» - Roma, 23 giugno 2018.
Questa giornata di studi è molto utile, perché è assolutamente necessario oggi risalire alle radici della crisi nella Chiesa. Lo scorso settembre, al momento della pubblicazione della Correctio filialis [qui], che ho firmato, mi auguravo che «il dibattito su queste questioni fondamentali si amplifichi, perché la verità sia ristabilita e l’errore condannato» (FSSPX.News 26/09/2017), e in questo senso aderisco pienamente all’obiettivo che vi siete prefissati: «il rifiuto di questi errori e il ritorno, con l’aiuto di Dio, alla Verità cattolica completa e vissuta, è la condizione necessaria della rinascita nella Chiesa» (presentazione del Congresso del 23 giugno 2018).

CORRISPONDENZA TRA IL CARD. OTTAVIANI E MONS. LEFEBVRE

La vostra iniziativa si iscrive nel solco di uno scambio di corrispondenza poco conosciuto tra il Cardinal Ottaviani e Mons. Lefebvre, che può fornirci un lume prezioso. Questo scambio ebbe luogo meno di un anno dopo il Concilio, nel 1966.

Corrispondenza tra il card. Ottaviani e Mons. Lefebvre

Testi propedeutici all'intervento di Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, alla giornata di studi sulle «Radici della crisi nella Chiesa» - Roma, 23 giugno 2018.

Il 24 luglio 1966, il Cardinal Alfredo Ottaviani, Pro-Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, inviava ai Presidenti delle Conferenze episcopali, ai Superiori generali di Ordini e Congregazioni religiose del mondo intero, una lettera «circa alcune sentenze ed errori insorgenti sull’interpretazione dei decreti del Concilio Vaticano II».
Il 20 settembre seguente, Mons. Marcel Lefebvre, all'epoca Superiore Generale della Congregazione dello Spirito Santo, gli faceva giungere la sua risposta.
* * *
SACRA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Lettera circolare ai Presidenti delle Conferenze Episcopali
circa alcune sentenze ed errori insorgenti
sull’interpretazione dei decreti del Concilio Vaticano II

sabato 23 giugno 2018

Il Rito Romano Antico e l'applicazione del Summorum Pontificum - Maria Guarini

Programmato, per voi, per l'ora in cui prevedibilmente terrò il mio intervento.

Convegno Internazionale su Vecchio e nuovo modernismo: le radici della crisi della Chiesa, Roma, 23 giugno 2018

Il Rito Romano Antico e l'applicazione del Summorum Pontificum
Maria Guarini

Il 14 settembre 2007 – giorno dell’entrata in vigore del motu poprio Summorum Pontificum – all’Altare della Salus Populi Romani in Santa Maria Maggiore, è stata celebrata la Santa Messa Antica secondo il Messale Romano del 1962 dopo una cattività di 39 anni. Lo stesso è accaduto in tutte le diocesi (o quasi) del mondo. Ѐ stata la prima grande operazione di sdoganamento del rito antico. Ma si è constatato che permettere senza promuovere non garantisce la dovuta efficacia.
Oggi i centri messa destinati all'usus antiquior sono grandemente aumentati, ma stentano a crescere con le potenzialità che prometterebbero, perché continua a mancare la volontà di molti vescovi e sacerdoti di impegnarsi ad introdurre nelle parrocchie la Messa Antica e la relativa 'pastorale' e non viene curata la formazione ad hoc nei seminari.

Com'è nata l'Ave Maria

La preghiera più bella è antica dedicata a Maria nasce dalla Bibbia, esattamente dai brani del Vangelo che parlano dell’Annunciazione. Infatti l’Ave Maria è un’omaggio alla piena di Grazia per eccellenza. cioè la Madonna la tutta Pura, la tutta Santa. l’Immacolata Concezione, colei che col suo si ha contribuito a cambiare il corso della storia della salvezza dell’umanità.
Tutto parte dall’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele che saluta la Vergine come la piena di Grazia:
La prima parte dell’Ave Maria, come tutti sanno, ha un’origine biblica. Essa è composta dal saluto dell’Arcangelo Gabriele a Maria – “Ave, piena di grazia, il Signore è con Te” – seguita dall’esclamazione di Santa Elisabetta quando ha ricevuto a casa sua la Vergine Santissima: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” (cfr. Lc 1, 26-42). 
Meno nota è, tuttavia, l’origine della seconda parte. Essa è nata come reazione all’eresia di Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, che negava che la Madonna fosse la Madre di Dio. Tra i vescovi che hanno combattuto per difendere il dogma della Maternità Divina si è distinto per il suo ardore il Patriarca di Alessandria, San Cirillo, grazie al quale il Concilio di Efeso, realizzato nel 431, ha proclamato: “Se uno non confessa che l’Emanuele è Dio nel vero senso della parola e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio […], sia anatema” (Dz 252). Di conseguenza, si è aggiunta al Saluto Angelico questa supplica incoraggiante: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”.
Una definizione unica ed ufficiale del testo completo dell’«Ave Maria», come lo conosciamo oggi, la troviamo nel Breviario romano promulgato da San Pio V nel 1568. Ecco perché possiamo affermare che questa preghiera ci viene affidata dalla Sacra Scrittura (dal brano dell’Annunciazione e della Visitazione), dalla Tradizione della Chiesa (come la comunità cristiana, con l’aiuto dello Spirito Santo, ha ricevuto, pregato e formulato questa preghiera) e dal Magistero (che con la promulgazione del nuovo Breviario del 1568 ha ufficializzato la versione definitiva inserendola all’interno del testo della Liturgia delle Ore). 
Il completamento dell’Ave Maria è fiorito, dunque, da un sorriso della Vergine Madre, come materno ausilio ai suoi figli peccatori, ossia, a tutti noi.

Proprietari dell'informazione e propaganda antigoverno - Luca Pinasco

Per saperne di più. E comprendere le ragioni per cui la martellante coralità degli stolti araldi del progressismo acefalo senza coscienza cerca di legittimare in tutti i modi le sane reazioni ai disvalori della cultura egemone della sinistra.

Come ha correttamente fatto notare Paolo Mieli: “Ѐ la prima volta nella storia che un governo non è sostenuto neanche da un giornale o media”. Basta leggere un giornale o accendere la TV per rendersene conto. Ogni talk show televisivo è organizzato in modo da mettere un componente della maggioranza di governo contro tutti gli altri componenti del salotto, con il conduttore/conduttrice che spinge le tesi contrarie al povero malcapitato e presenta esclusivamente servizi avversi a qualsivoglia affermazione abbia fatto un esponente giallo-verde. L’omogeneità del discorso di ogni canale televisivo e di ogni quotidiano mainstream propone un livello di propaganda che ha ben poco da invidiare a quello dei regimi autoritari. Propaganda che oggi mira a minare le fondamenta del governo, ovvero dissolvere l’alleanza tra Lega e M5S mettendoli l’uno contro l’altro. Il governo italiano, proprio come quello di Putin o quello di Trump è diventato il “nemico” nel racconto della stampa nazionale ed internazionale. Potremmo dire allo stesso modo in cui la “grande informazione” ha esaltato in passato eventi innegabilmente negativi per l’economia e la società italiana come la guerra a Gheddafi, le sanzioni alla Russia, le privatizzazioni e liberalizzazioni, i tagli alla spesa, il processo di mani pulite, assurde politiche europee, lo stesso euro e potremmo continuare a lungo. Com’è possibile che ciò accada? Per capirlo analizziamo il funzionamento degli assetti proprietari nel settore dell’informazione.

venerdì 22 giugno 2018

Perché l’OCSE e Macron “masticano amaro”? Ve lo diciamo noi

Due notizie veloci-veloci riprese dagli amici de Il Cammino dei Tre Sentieri.

Prima notizia: l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha recentemente detto che i populismi rallentano la crescita.
Seconda notizia: Macron, ancora più recentemente, ha detto che i populismi sono come una lebbra per l’Europa. Ovviamente l’Europa che hanno in testa lui e i suoi sodali.

Queste due notizie, pur di giorni diversi, sono legate fra loro da un comune denominatore, che è quello dell’idea massonica e mercatista della società umana.

«Vecchio e nuovo modernismo», giornata di studio a Roma, 23 giugno

Il quinquennio di pontificato di papa Francesco ha rivelato l’esistenza di una crisi nella Chiesa che non può ridursi a singoli atti o documenti del regnante pontefice, ma ha origini più remote e profonde. La conoscenza di questi errori ed il ritorno, con l’aiuto di Dio, alla Verità cattolica, integrale e vissuta, è la condizione necessaria ed imprescindibile per la rinascita della Chiesa: per questo si svolgerà domani 23 giugno presso l’Hotel Massimo d’Azeglio, a Roma - Via Cavour 18, una qualificata giornata di studio sul tema Vecchio e nuovo Modernismo: radici della crisi nella Chiesa. I lavori inizieranno alle ore 9 e si concluderanno alle 17.30 del pomeriggio.
Un gruppo di teologi, filosofi, storici e studiosi, molti dei quali firmatari della Correctio filialis a papa Francesco, analizzeranno per l’occasione le radici epistemologiche, storiche, filosofiche, teologiche e pastorali della crisi, per meglio capire dove vada la Chiesa, individuare i rimedi e come correggerne la direzione.

Da Ferrara, su 'Familia Christi'

Ricevo dagli amici di Ferrara e pubblico, con tutta la mia (e nostra) vicinanza spirituale nel doloroso rammarico e nella preghiera. Vedi precedenti quiqui - qui - qui.

Qui a Ferrara siamo  tutti scandalizzati per l'immeritato trasferimento di Familia Christi, cosi, dopo aver inviato al vescovo una petizione di 800 firme (ma se ne potrebbero raccogliere anche a migliaia visto lo sdegno comune che prevale!) senza nessuna risposta, oltre ad aver pubblicato anche  lettere sui giornali locali e sui social, non facciamo altro che piangere vedendo come sono trattati i nostri cari e veneratissimi  Sacerdoti di Familia Christi!
Di seguito potete vedere il video in cui, invece di attuare il tanto celebrato dialogo, il vescovo non fa altro che correre e salire in macchina!

Le reticenze del vescovo Perego e del vicario generale della Diocesi di Ferrara-Comacchio

Piangiamo e preghiamo e invochiamo l'intervento divino, anche perché non vorremmo rivedere il nostro Santuario cosi come era ridotto prima dell'arrivo di Familia Christi. Col suo arrivo tutto risplendeva nel Santuario per mezzo del lavoro svolto in prima persona dagli stessi Sacerdoti!
Questi Sacerdoti che non hanno abbandonato nemmeno per un secondo il confessionale e la sacrestia, dove tutti: malati, poveri, giovani, vecchi e disperati hanno trovato sempre conforto spirituale e materiale! E sempre con la loro umiltà, serietà, cultura e simpatia.

giovedì 21 giugno 2018

Documento vaticano e sinodo episcopale provano a imporre propaganda "LGBT" alla Chiesa. Accadrà anche a Dublino per l'Incontro Mondiale delle Famiglie

Le sei sfide antropologiche dell’instrumentum laboris presentato ieri 19 giugno in vista del Sinodo dei giovani [qui] sono un elenco di questioni che è difficile definire nuove. Come il fatto che i «giovani non condividono» gli insegnamenti della Chiesa su «contraccezione, aborto, omosessualità, convivenza, matrimonio».
E su tutto ricompare il compito «centrale» svolto dalla coscienza. È il cuore del cosiddetto «nuovo paradigma» visto all'opera nel Sinodo precedente sulla Famiglia.
Il testo insinua che le principali domande dei giovani [Cattolici] di oggi riguardino sesso, omosessualità e femminismo.
Tuttavia, un incontro preparatorio a inizio anno aveva mostrato che le principali domande tra i giovani Cattolici riguardavano la Vecchia Messa in latino. Ma il Vaticano non le vuole ascoltare.
Il documento è ovviamente scritto da propagandisti gay. Per la prima volta, un documento Vaticano usa il termine di propaganda "LGBT" per descrivere quello che la Bibbia definisce "abominio".
Inoltre, il documento fa riferimento ai compagni di letto omosessuali nella stessa frase come a coniugi sposati, implicando l'equivalenza tra peccato mortale e un sacramento della Chiesa.
Il cardinale pro-omosessuali Lorenzo Baldisseri durante la presentazione del documento ha detto che la Chiesa è "aperta" ai gay: "Non vogliamo essere chiusi in noi stessi".
Nondimeno, la tolleranza di Baldisseri non si estende ai Cattolici praticanti. [Fonte]

* * *
Non meno inquietante la presenza di James Martin, il sacerdote gesuita che usa i social media per difendere l’omosessualità nella Chiesa cattolica, all’Incontro Mondiale delle Famiglie 2018, che si svolgerà a Dublino nel prossimo mese di agosto con la partecipazione anche del papa e avrà per tema l'Amoris Laetitia. Su invito del Vaticano egli terrà una relazione dal titolo: “Esplorare come le parrocchie possano sostenere le famiglie con membri che si identificano come LGBT”.  Così egli scrive sui social: “Su invito del Dicastero Vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, e dell’Arcidiocesi di Dublino, parlerò all’Incontro Mondiale delle Famiglie di agosto, come parte della visita di Papa Francesco in Irlanda, su come la Chiesa possa accogliere le famiglie con membri LGBT”. “Il mio invito invia un messaggio chiaro e forte dal Vaticano ai cattolici LGBT, ai loro genitori e alle loro famiglie: voi appartenete e siete i benvenuti”. [vedi]

mercoledì 20 giugno 2018

Il “congedo” dalla Basilica di Santa Maria in Vado, a Ferrara, della Fraternità Sacerdotale “Familia Christi”

Vedi precedenti qui - qui - qui.

Domenica scorsa ho partecipato alla Santa Messa, insieme alla mia famiglia, a Ferrara, alla Basilica di Santa Maria in Vado - Santuario del Prodigioso Sangue, retta dai ministri della “Fraternità sacerdotale della Familia Christi”, una Società di Vita Apostolica Clericale di Diritto Diocesano eretta nel mese di settembre del 2016 nell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio da Mons. Luigi Negri. 
L’Opera “Familia Christi” – nata a Tivoli il 17 settembre 1937 – è stata fondata dalla professoressa Tommasina Alfieri, raccogliendo l’ispirazione e la paternità sacerdotale del Servo di Dio Mons. Giuseppe Canovai. Prosegue oggi le sue attività di formazione cristiana ed apostolato cattolico «rivolgendo a quanti desiderano avvicinarsi ad essa una proposta formativa caratterizzata dal servizio di Dio nel culto e nella lode, nella formazione spirituale personale e comunitaria, nelle opere di carità spirituali e materiali che da sempre hanno caratterizzato questa Famiglia nel solco della Tradizione della Chiesa». Nel Santuario del Prodigioso Sangue s’incontra un evento eterno, non superabile, definitivo, escatologico. S'incontra la pienezza dei tempi. Dei tempi di cui abbiamo la certezza che verranno. Quando saremo uniti per sempre a Nostro Signore Gesù Cristo, che l’ha preannunciato ai Suoi amici. Allora, conosceremo la vera pace. Vivremo nella carità, nell’amore vero.

martedì 19 giugno 2018

La nostra preghiera deve essere pubblica e universale

Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire
(Nn. 8-9; CSEL 3, 271-272)

Innanzitutto il dottore della pace e maestro dell’unità non volle che la preghiera fosse esclusivamente individuale e privata, cioè egoistica, come quando uno prega soltanto per sé. Non diciamo «Padre mio, che sei nei cieli», né: «Dammi oggi il mio pane», né ciascuno chiede che sia rimesso soltanto il suo debito, o implora per sé solo di non essere indotto in tentazione o di essere liberato dal male. Per noi la preghiera è pubblica e universale, e quando preghiamo, non imploriamo per uno solo, ma per tutto il popolo, poiché tutto il popolo forma una cosa sola». Il Dio della pace e maestro della concordia, che ha insegnato l’unità, volle che ciascuno pregasse per tutti, così come egli portò tutti nella persona di uno solo.
Osservarono questa legge della preghiera i tre fanciulli rinchiusi nella fornace di fuoco, quando si accordarono all’unisono nella preghiera e furono unanimi nell’accordo dello spirito. Lo afferma la divina Scrittura. Dicendoci che hanno pregato uniti, ci dà un modello da seguire, perché facciamo così anche noi. Allora, dice, quei tre a una sola voce cantavano un inno e benedicevano Dio (cfr. Dn 3, 51). Parlavano come a una sola voce, e Cristo non aveva ancora insegnato loro a pregare. Proprio perché pregavano così, le loro parole furono efficaci ed esaudite: la preghiera ispirata alla pace, semplice e interiore si guadagna la benevolenza di Dio. Troviamo scritto che gli apostoli pregavano così assieme ai discepoli dopo l’ascensione del Signore. «Erano», si dice, «tutti assidui e concordi nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui» (At 1, 14).

lunedì 18 giugno 2018

Più che il terrorismo, il naturalismo.

Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 6 - Giugno 2018.

Non il terrorismo, ma il Naturalismo sarà il più grande pericolo portato dall’Islam. O meglio, un cristianesimo sempre più sprofondato nel Naturalismo, passerà dolcemente a diventare nella sostanza mussulmano. Bastava aprire il giornale alcune domeniche fa, per averne una plastica dimostrazione: Parroco di due parrocchie di profonde radici cristiane: “È la strada giusta, vent’anni fa sarebbe stato impensabile”.
È la strada giusta per che cosa? Per costruire una nuova chiesa? Per elevare un nuovo santuario?
No, niente di tutto questo purtroppo. È la strada giusta per aprire una moschea, un centro islamico, dove un tempo il suono delle campane segnava il ritmo della vita contadina con la sua consacrazione della terra.

domenica 17 giugno 2018

Un articolo e un messaggio personale ai miei lettori ed amici - Danilo Quinto

Sui migranti, Bergoglio dice le stesse cose di Emma Bonino, di George Soros e dell'intera sinistra condannata dalla storia e anticristica. Non vuole fare il papa, difendere e tramandare la fede. Vuole fare il politico.

Inserendosi nel dibattito di questi giorni sulla nave Acquarius e sull’ineccepibile posizione assunta dal Governo italiano ed in particolare dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini, Bergoglio sostiene che “i migranti possono arricchire la nostra società”. 
Usa parole quasi identiche a quelle di Emma Bonino, titolare di una campagna politica dal titolo “Ero straniero, l'umanità che fa bene”, alla quale lo stesso Bergoglio ha dato la sua adesione (politica) - dopo averla definita, al pari di Giorgio Napolitano, “grande italiana” per la sua conoscenza delle questioni che riguardano l'Africa ed averla ricevuta in Vaticano più volte - e grazie alla quale la Bonino viene invitata in molte chiese di questo paese per dibattere sul tema e “ammaestrare le genti”. 

Roma 18 giugno. Chi non rispetta le regole?

Prosegue la collaborazione con l'Intellettuale dissidente e con Byoblu
Lunedì prossimo a Roma organizziamo la presentazione del libro di Sergio Cesaratto "Chi non rispetta le regole?"
La risposta la sapete. Non sapete chi partecipa: moderati da Mario Sechi, Stefano Feltri e Alessandro Somma presenteranno il libro, dopo una mia brevissima introduzione. L'autore replicherà e Sebastiano Caputo, un altro giornalista libero, tirerà le conclusioni. Conto di vedervi numerosi.
Alberto Bagnai
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Se è un banchiere a riscoprire il crocifisso

Ci salveranno i nuovi banchieri? Come le vecchie zie di Leo Longanesi, alle cui borghesi virtù il piccolo grande romagnolo affidava l'Italia post-bellica, saranno i family banker a salvare la presenza pubblica del cattolicesimo ambrosiano? Le vie del Signore sono notoriamente infinite.

Lo dimostra la notizia dell'inaugurazione di una nuova sede Mediolanum in centro a Milano (e dove, se no): c'era anche l'arciprete del Duomo, fatto non scontato, che ha benedetto un crocifisso da appendere al muro, fatto meno scontato ancora. Terza singolarità, la recita collettiva del Padre Nostro da parte dei presenti. Fra l'altro il religioso oggetto era tenuto in mano da una bella ragazza, ulteriore dimostrazione che il sacro non cancella il profano ma anzi lo valorizza (San Tommaso ricorda che la bellezza fisica discende da Dio così come quella spirituale...). Può darsi che ai banchieri sia affidato il compito di colmare il vuoto religioso lasciato da certi cardinali. Poche settimane fa in Baviera, la regione più cattolica della Germania, terra natale di Papa Ratzinger, è entrata in vigore una legge che impone la presenza del crocifisso negli uffici pubblici. Come regolarmente accade in questi casi, qualcuno ha protestato. Un imam? Un induista? Un ateista? Magari: è stato il cardinale Marx, locale arcivescovo, oltre che capo della Conferenza episcopale tedesca. Tralasciando troppo facili ironie sul cognome del personaggio mi limito a ricavarne che ormai è proprio il clero a mostrarsi meno attento a quei simboli cristiani a cui invece si aggrappano tanti semplici devoti, tante persone che vanno a messa oppure non ci vanno ma che tuttavia hanno bisogno di conforto e sete di assoluto. 

sabato 16 giugno 2018

Alcune raccomandazioni per recitare con devozione sempre maggiore il Santo Rosario.

San Luigi Maria Grignion de Monfort è uno dei grandi apostoli della devozione mariana, ovvero dell’amore per Nostra Signora, la Santissima Vergine Maria, come Madre di Gesù, e per volontà di Questi madre nostra. Essendo il Rosario una delle manifestazioni più popolari di questa devozione e una delle forme più profonde di contemplazione dei misteri della nostra Redenzione, lo raccomanda con grande fervore e gli dedica un posto centrale nella sua opera.
In questo passo tratto dal suo libro Il Segreto Meraviglioso del Santo Rosario ci parla dei due errori più comuni che commettiamo quando recitiamo il Rosario:
“Dopo aver invocato lo Spirito Santo, se vuoi recitare bene il Rosario, raccogliti un istante alla presenza di Dio (…).
Prima di iniziare la decina fermati qualche attimo, più o meno a seconda del tempo disponibile, a configurare il mistero che stai per considerare e chiedi sempre, per tale mistero e per l’intercessione della Vergine Santa, una delle virtù che più risaltano nel mistero e della quale hai maggior bisogno.
Vigila soprattutto su due difetti, comuni a quasi tutti coloro che recitano il Rosario.
- Il primo è di non formulare nessuna intenzione prima di iniziarlo; se tu Chiedi loro perché lo recitano, non sanno che rispondere. Perciò abbi sempre di mira qualche grazia da chiedere, una virtù da imitare o una colpa da evitare.
. Il secondo difetto, ancor più frequente, è di pensare, all’inizio della preghiera, solo a terminarla al più presto. Ciò avviene perché si considera il Rosario come una pratica onerosa che grava enormemente finché non si è recitato, soprattutto se ce ne siamo fatti un obbligo di coscienza o ci è stato imposto come penitenza, nostro malgrado”.
Riassumendo, nel vostro prossimo Rosario non dimenticate di:
  1. pregare per un’intenzione stabilita; 
  2. recitarlo senza fretta, con calma, raccoglimento e pace!

La Chiesa è sparita - Marcello Veneziani

Ma in questo frangente, la Chiesa dove si è finita, perché tace? No, non mi sto riferendo alla questione dei migranti e degli sbarchi, del governo gialloverde e del plenipotenziario Salvini. E non sto certo dicendo dopo cinque anni di protagonismo mediatico di Papa Bergoglio, che la Chiesa sia troppo taciturna. Altro che. Mi sto riferendo a una questione più importante, cruciale per il mondo, per l’occidente, per l’Europa e soprattutto per l’Italia.

La Chiesa è praticamente assente da tempo su alcuni temi vitali e cristiani a cui è stata sempre sensibile, in particolare nei 35 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI: la famiglia, la vita, la nascita, l’educazione, la civiltà cristiana e il loro opposto, la scristianizzazione, il radicalismo ateo, l’edonismo e il materialismo bioetico, l’invasione islamica e la persecuzione dei cristiani. Ogni volta che accade un fatto, che emerge un dato statistico, che un movimento, un anniversario, una manifestazione di piazza pongono l’accento su uno di questi temi, è puntuale il silenzio del Papa, della sua Chiesa e degli organismi più qualificati.

venerdì 15 giugno 2018

16 giugno. Messa solenne a Venezia

Ricordiamo che sabato 16 giugno alle ore 10.00 mons. Marco Agostini del clero di Verona, officiale dei rapporti con gli stati presso la segreteria di Stato e cerimoniere pontificio, nonché ottimo esempio di Sacerdozio Cattolico, officerà una Messa Solenne o "in terzo", presso la Basilica della Salute in Venezia

Da programma s'inizierà con il canto delle litanie alla Vergine nel tono patriarchino, la Messa e infine il bacio della reliquia di Sant'Antonio di Padova. Vi aspettiamo numerosi!

Ai cattolici Irlandesi è mancato il supporto di Roma nella battaglia per l'aborto

VARSAVIA, 13 giugno 2018 (LifeSiteNews) - Il recente cedimento dell'Irlanda all'agenda globalista dell'aborto e del "matrimonio" omosessuale è in parte dovuta al silenzio di Roma, ha affermato la scorsa settimana il cardinale americano Raymond Burke in un'intervista al settimanale polacco " Sieci ". 

"In Irlanda, durante la campagna per il referendum sulla protezione della vita in gestazione, proprio come prima del precedente referendum sul cosiddetto "matrimonio omosessuale", chi combatteva in queste battaglie non ha ricevuto il sostegno di Roma", ha detto il cardinale "e gli stessi vescovi hanno difeso troppo debolmente i principi morali".

giovedì 14 giugno 2018

E adesso BASTA!!!

Sulla TV e sui media di regime impazzano, sotto forma di vero e proprio sciacallaggio mediatico, narrazioni falsate e pretestuose della vicenda dell'Aquarius, ignorando quanto vi è connesso in termini di caos indotto e di precarietà e insicurezza sempre più diffuse.
Al nostro Ministro degli interni, all'attuale governo e agli italiani che ancora conservano un briciolo di comune buon senso insieme alla dignità e all'identità nazionale e culturale che li contraddistingue, vengono lanciati epiteti come razzista, xenofobo, fascista, di essere 'contro la civiltà' (quale?)...

Oggi Il Giornale riporta l'ennesima ossessiva non più tollerabile dichiarazione del vescovo di Roma: "Non considerare i migranti numeri ma persone, i cui diritti e dignità devono essere sempre tutelati e difesi, abbattendo il muro di una "complicità comoda e muta".".  Lo ribadisce in un messaggio inviato ai partecipanti al "Colloquio Santa Sede-Messico sulla migrazione internazionale" [qui], promosso dalla Segreteria per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e dall'Ambasciata del Messico presso la Santa Sede, con la collaborazione della Pontificia Accademia delle Scienze e della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.  In apertura riprende quanto già affermato nel gennaio scorso, che corrisponde ad una irragionevole e irresponsabile accoglienza senza limiti: "A tal fine, occorre un cambiamento di mentalità: passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società. Perciò, l’atteggiamento fondamentale è quello di «andare incontro all’altro, per accoglierlo, conoscerlo e riconoscerlo." (Omelia nella Messa per la Giornata mondiale del rifugiato). In altre sedi e a lungo si è dibattuto e si dibatte di come sia illusoria ogni possibile integrazione a certi livelli di invasione e con determinati soggetti. Ed ora ritorna il mantra:
"Nella questione della migrazione non sono in gioco solo numeri, bensì persone, con la loro storia, la loro cultura, i loro sentimenti e le loro aspirazioni - dice Francesco - Queste persone, che sono nostri fratelli e sorelle, hanno bisogno di una protezione continua, indipendentemente dal loro status migratorio. I loro diritti fondamentali e la loro dignità devono essere protetti e difesi". E ancora: "Un'attenzione speciale va riservata ai migranti bambini, alle loro famiglie, a quanti sono vittime delle reti del traffico di esseri umani e a quelli che sono sfollati a causa di conflitti, disastri naturali e persecuzioni. Tutti costoro sperano che abbiamo il coraggio di abbattere il muro di quella complicità comoda e muta che aggrava la loro situazione di abbandono e che poniamo su di loro la nostra attenzione, la nostra compassione e la nostra dedizione".
Abbiamo già espresso qui alcune essenziali considerazioni raffrontando le sue ossessive dichiarazioni con gli insegnamenti dei suoi predecessori. E ora

Qualcuno finalmente gli dica di cambiare disco, perché l'invasione di orde afroislamiche - che tale è - che stiamo subendo non è una sfida alla nostra comodità, è una sfida alla nostra civiltà che lui non conosce e non ama!

Un leader vero per un’Italia che vuole essere libera, sovrana e cattolica - Danilo Quinto

Lo straordinario risultato della Lega alla elezioni amministrative del 10 giugno – che fa seguito alle affermazioni in Friuli, Molise e Valle d’Aosta e soprattutto alla formazione del Governo presieduto da Giuseppe Conte – dimostra che Matteo Salvini e la Lega sono in empatia con i sentimenti più profondi e i bisogni del popolo italiano. Salvini è in sintonia con il popolo e si muove nella cornice dettata dalla Costituzione, che definisce l’Italia una Nazione sovrana e obbliga lo Stato, come esigenza primaria, a tutelare i diritti della collettività nel suo insieme e del singolo cittadino.

mercoledì 13 giugno 2018

Imparate l'Ave Maria in latino!

Sono nata negli anni 50 e quindi ricordo cosa fosse il latino per noi: era la lingua sacra che tutti conoscevano, anche gli analfabeti. Non era, come è stato descritto dalla follia di alcuni, un sistema di snob per discriminare il povero e quindi l’incolto, era il sistema per alzare il povero e l’incolto. 

Tutti sapevano l’Avemaria in latino. L’analfabeta e l’incolto nell’imparare l’Avemaria in latino vestiva a sua volta panni reali e curiali, per usare la bellissima espressione di Machiavelli, offriva a Dio quella maggiore fatica, quel suo maggiore sforzo e ne ricavava fierezza. Inoltre essere confrontati tutte le domeniche alla messa in latino ci rendeva sostanzialmente bilingui. Questo favoriva, anche in epoche di gravi analfabetismi, una capacità linguistica che adesso, incredibilmente, in epoca di scuola dell’obbligo, si è persa. 

L'Italia, reagendo, ha squarciato il velo sul sistema di traffico di 'migranti' mascherato da soccorso umanitario.

Invitiamo i lettori a seguire la discussione che anche su questa pagina si fa interessante sia per le riflessioni che per la proposizione degli sviluppi più recenti.

I flussi migratori vanno controllati secondo le esigenze del bene comune
 
La sinistra pro-invasione e gli intellettuali del pensiero Unico non perdonano al ministro Salvini di voler fermare il traffico dei migranti nel Mediterraneo; sarebbe un colpo grave e irrimediabile per il business degli scafisti e delle mafie ma sarebbe ancora più grave per il fronte mondialista costituito dai sostenitori delle migrazioni di massa e della sostituzione etnica delle popolazioni europee.
La situazione è ancora appesa ad un filo, ma mentre l’Italia è sostanzialmente a favore della mossa di Salvini, lasciando qualche “riserva” a intellò e radical chic che gridano al fascismo, ciò che emerge è che siamo di fronte ad una svolta clamorosa nella complessa partita dell’immigrazione clandestina mascherata da emergenza umanitaria. Una svolta che Salvini ha soltanto portato a compimento e che parte da lontano. Così come parte da lontano, precisamente dalla nascita di Mare Nostrum, la sudditanza dell’Italia nei confronti dell’Unione Europea, incapace di fare la voce grossa contro quello che ad oggi è ancora un reato, quello di immigrazione clandestina e un progetto di ripopolamento dell’Europa con migranti africani, dato che solo in pochissimi sono i richiedenti asilo che hanno ottenuto in questi anni l’effettivo status.