Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 31 dicembre 2021

Te Deum laudamus, hodie (2021) et semper!

Anche quest'anno, un altro annus horribilis ma che diventa mirabilis nella misura in cui non è comunque mancata la Grazia, il nostro Te Deum manifesta la Lode alle tre Persone della Santissima Trinità, nonché le invocazioni e i ringraziamenti verso Dio Onnipotente. Chi volesse ascoltarlo - e recitarlo - in Gregoriano può cliccare qui.

Nella Chiesa cattolica il Te Deum è l'Inno del ringraziamento; viene tradizionalmente cantato durante alcune solennità come a fine anno, la sera del 31 dicembre - per ringraziare il Signore dell'anno appena trascorso - oppure nella Cappella Sistina dopo elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave, o ancora a conclusione dei Concili,  dopo le canonizzazioni e dopo le definizioni dogmatiche.
Nella Liturgia delle ore secondo i riti romano e ambrosiano, il Te Deum trova il suo posto alla fine dell'Ufficio delle letture, prima dell'orazione conclusiva, nelle solennità, nelle feste dei santi, in tutte le domeniche tranne quelle di Quaresima (e, per il rito ambrosiano, anche quelle di Avvento), nei giorni fra l'ottava di Natale e quelli fra l'ottava di Pasqua.
“Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.

Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."

Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.

Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.

Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.

Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.

Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.”

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Adventus annus tibi fulgida et optima portet

Anonimo ha detto...

Il TE DEUM ha segnato i momenti gloriosi della nostra storia
Giovanni Carraro

mic ha detto...

E la nostra storia non finisce qui... sempre ad maiorem Dei gloriam

Anonimo ha detto...

In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in ætérnum.

Anonimo ha detto...

Te Deum laudamus…

non so bene perché.

Forse perché c’è Qualcuno da ringraziare.

E per i quattro ciclamini
sul mio balcone.

Per tutto il silenzio cui mi hai costretta.

Perché ho imparato un po’ di più chi siamo noi.
E non è sempre un bel vedere.

Eppure Tu non ti stanchi di aspettarci.

Per gli amici perduti, che non sapevano neppure
della mia esistenza in vita.

Ma, inconsapevoli, mi hanno dato bene e bellezza a piene mani.
E dolore, senza aggettivi.

Per i libri, compagni fedeli e discreti.
Che non mancano mai all’appuntamento.

Non è stato un anno felice.
È stato.

Che mi basti l’esserci, l’attendere, il tentare.

Gli auguri mi suonano irridenti.
E quindi non ne farò.

Mi hanno regalato uno splendido zaino.
Per viaggi futuri.

Quando non è più tempo di viaggio.

E chissà se mai tornerà.

Ricominciare, senza rassicurazioni, forse è il regalo
che non avrei chiesto.

“Vivere una vita non è attraversare un campo”

Che io non resti confusa, più di quanto già non lo sia.
(fn)

tralcio ha detto...

Questo 2021 lo congedo ringraziando Dio per una serie lunghissima di grazie spuntate in mezzo a tante perdite di possesso dei miei comodi.

Il tempo dedicato a cose che quasi sempre distolgono dall'interiorità mi si è reso disponibile per stare a tu per Tu con il Signore, illuminando l'anno di una familiarità inedita con gli angeli e San Giuseppe, per crescere con loro in quella con Maria Ss.ma e Gesù.

In questo strano tempo per la Chiesa ho potuto ricevere una sessantina di volte il Ss.mo Sacramento sulla lingua e in ginocchio.
Ho sempre avuto possibilità per la Confessione e l'Adorazione.
Ho capito meglio i miei peccati, anche quelli ai quali stoltamente non davo peso, imparando a combatterli meglio. Ho capito qualcosa di più della Carità, della Pietà, della Giustizia e della Misericordia.
Adesso, ringraziando il Cielo per tanta grazia, consacro l'anno ai cuori di Gesù e Maria, per consolare me e Loro di probabili amarezze e croci e consegnare l'attesa dell'intervento della Provvidenza, certo che vivere cristianamente la croce è parte della Grazia.

Anonimo ha detto...

Forse il più profondo senso del passaggio di ogni anno, sta nella consapevolezza del compiersi di un 'tempo collettivo'.

Ciò è simile a quanto accade, per ciascuno di noi, quando compiamo gli anni: solo che qui ci percepiamo attraversare il tempo insieme a coloro con cui ci è dato di dividerlo.

Il 'nostro tempo'....

Chissà, si appoggia forse su questo sentimento, o consapevolezza, il pressante desiderio dell'uomo di accompagnarsi a quanti più simili possibile -anche estranei- ad ogni passaggio d'anno.

* * * *

Questo passaggio, inoltre, ha la forza di concentrare -per qualche ora- la nostra attenzione sul passato e sul futuro, facendoli presenti in un'unica riflessione.

Bilanci e propositi si inseguono, si alimentano gli uni degli altri, e ci percepiamo -nel contempo- come siamo stati e come vorremmo essere.

C'è una sublime dignità nel poterlo fare e nel poterci dare -almeno una volta l'anno- una possibilità. Nel poter sperare, insomma, oltre ogni cosa.

Pare risuonare, più o meno lontana o percepibile, inoltre, negli attimi in cui si compie questo passaggio, l'eternità di cui siamo fatti.

Nessun essere vivente è in grado di farlo: rendere presenti -nell'attimo presente- anche il passato e il futuro.

Buon 2022 a tutti.
Sebastiano Mallia su Fb

Anonimo ha detto...

Sul finire di questo anno pieno di prove, sofferenze, ma anche ricco di grazie-perché le persecuzioni, se affrontate nel giusto modo, tali sono- ci lascia anche Mons. Luigi Negri, che é stato visitato oggi dal Signore.
Un'altra mente lucida, bella ed equilibrata che ci lascia.
Eccellenza, preghi per noi.
Bene disse il padre del deserto Barsanufio:

"Anche tu, mentre resti tra gli uomini, aspettati tribolazioni, rischi e urti alla sensibilità. Ma se raggiungi il porto del silenzio, per te preparato, non avrai più paura"

"Osserva, fratello, quanto siamo meschini: parliamo soltanto con le labbra e le nostre azioni mostrano che siamo differenti da ciò che diciamo"

"Evita la collera quanto puoi, non giudicare nessuno e specialmente quelli che ti mettono alla prova. Pensandoci bene, capirai che sono loro che ti conducono alla maturità"

"Mi hai scritto chiedendo che pregassi per i tuoi peccati. Ti dirò la stessa cosa: Prega per i miei"
Un augurio di un Santo 2022, se e fin quando il Signore vorrà.

Anonimo ha detto...

Spesso quando parlo dell'attualità con una mia amica, che più non si muove dalla sua poltrona, conclude con urgenza che l'unica cosa che possiamo e dobbiamo fare è salvarci l'anima. A forza di sentire questo imperativo a volte, tenendo a mente quanti conosco, mi dico che in Paradiso non ci ritroveremo e Dio solo sa se e dove ci ritroveremo!

I miei auguri migliori, per l'anno che viene, sono per tutti coloro che vogliono salvare la loro anima affinché, ad ogni caduta, con più pazienza ed umiltà sappiano riprendere il cammino verso la Verità e la Vita.

Auguri a voi tutti, ai vostri cari e un ricordo speciale per tutti quelli che sono passati di là in specie in questi ultimi due anni. Chiediamo anche il loro aiuto.
Che Maria Santissima ci guidi e ci protegga,un anno difficile ci attende!

Anonimo ha detto...

Un altro anno che finisce, con le sue aspettative, i suoi obiettivi e le sue tristezze, un anno particolarmente duro; e ancora un'altra volta, di tutto, si ringrazia Dio con un rituale identico da secoli, sempre valido e sempre di conforto nella sua identicità: un inno risalente al IV, o addirittura al III-II secolo, e da allora rimasto sempre uguale; nel turbinio della Grande Storia e della propria storia personale fa piacere trovare qualcosa di fisso.
Questo è uno dei momenti più alti dell'anno, questa è una vera veglia, e a nulla servirebbero i veglioni, i cenoni, le feste, dalle più belle alle più noiose o stressanti senza il Te Deum, perchè mancherebbe l'essenziale.

Anonimo ha detto...

Nel 2017 feci una chiacchierata con un mons. Negri, assai critico sul nuovo corso di CL, che mi disse: «Dove sono i Ciellini adesso? Ci sono ancora? Don Giussani ha invece insegnato qualcosa di ben diverso dal silenzio dei cattolici nella vita pubblica: egli ha insegnato una presenza nell’ambiente: non avrebbe mai detto che la presenza è un “problema silenzioso».
Riposa in pace, dopo tante mortificazioni.
Silvio Brachetta

Anonimo ha detto...

Le lagrime di Gesù bambino furono molto differenti da quelle degli altri bambini che nascono; questi piangono per dolore, Gesù non pianse per dolore, ma pianse per compassione di noi e per amore: Illi ex passione lugent, Christus ex compassione (S. Bernardo, serm. 3, in Nat.). Gran segno di amore è il piangere. Ciò appunto dicevano i Giudei allorché videro il Salvatore piangere nella morte di Lazaro: Ecce quomodo amabat eum (Io. XI, 36). Così poteano anche dire gli angeli mirando le lagrime di Gesù bambino: Ecce quomodo amat eos, ecco come il nostro Dio ama gli uomini, mentre per loro amore lo vediamo fatt’uomo, fatto bambino e piangere. Piangeva Gesù ed offriva al Padre le sue lagrime per ottenere a noi il perdono de’ peccati: Lacrimae illae mea delicta laverunt, dicea S. Ambrogio. Egli coi suoi vagiti e pianti domandava pietà per noi condannati alla morte eterna, e così placava lo sdegno del suo Padre. Le lagrime di questo divin Pargoletto oh come sapevano ben perorare a nostro favore! Oh quanto elle furono care a Dio! Allora fu che il Padre fece pubblicar dagli angeli ch’egli già faceva pace cogli uomini e gli riceveva in sua grazia: Et in terra pax hominibus bonae voluntatis. Pianse Gesù per amore; ma pianse ancor per dolore, in vedere che tanti peccatori, anche dopo tante sue lagrime e sangue sparso per la loro salute, doveano seguire a disprezzar la sua grazia. Ma chi sarà così barbaro, che vedendo piangere un Dio bambino per le nostre colpe, egli ancora non pianga e non detesti quei peccati che tanto han fatto piangere questo amante Signore! Deh non accresciamo più pene a questo innocente Bambino, ma consoliamolo unendo le nostre alle lagrime sue. Offriamo a Dio le lagrime del suo Figlio, e preghiamolo che per quelle ci perdoni.

[Tratto da “Di Gesù che piange”, in “Meditazioni per l’ottava di Natale e per gli altri giorni sino all’Epifania” di di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori]

Anonimo ha detto...

TE DEUM

Un altro anno, per niente scontato, per niente dovuto, il Signore ha versato per noi, nel nostro povero calice.
Ti rendo grazie, Padre Santo, perché anche nella precarietà, anzi soprattutto in questa, sei sempre in mezzo a noi, e ci concedi una pace sovrumana, che non viene da noi.
Nei fatti, quelli semplici, nascosti, inaspettati, ci sorprendi sempre.
In questo 2021 ho capito come anche l’esclusione sociale può essere un’esperienza privilegiata che apre a nuovi incontri con persone che mai avremmo conosciuto, saltando ogni fredda formalità e perdita di tempo.
Anche se la superficie delle acque è agitata dalla tempesta, il cuore, come un’àncora poggiata sul fondo, si trova in acque tranquille, là dove solo la Tua voce parla e dice: «Coraggio figlioli, ‘Io Sono’ con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo!».

Ave Maria! ha detto...

Buon anno nel Cuore dell'Immacolata e del Suo castissimo sposo S.Giuseppe!
http://blog.messainlatino.it/2022/01/1-gennaio-ottava-del-s-natale-e.html

Come ben detto da Don Elìa e' il tempo della supplica ! ha detto...

Te Deum: cosa possiamo fare?
Solenne Te Deum di fine anno in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB). Omelia di don Alberto Secci: Te Deum: cosa possiamo fare?
https://gloria.tv/post/qmZFUwR9PGsm2WJG2ePDArdCR
Venerdì 31 Dicembre 2021
Sito WEB: www.radicatinellafede.com

Ogni omelìa di questo Pastore e' una freccia d'oro nel Cuore di Dio e una doccia salutare per tutti quelli che si definiscono ( o vorrebbero)essere cristiani. Nella mia Parrocchia non c'e' ne' Te Deum/ ne'Veni Creator,poche necessarie genuflessioni,Comunione in mano. Una volta ho proposto al Parroco la recita del S.Rosario in latino mezz'ora prima della Messa per preparare l'animo al S.sacrificio, mi ha risposto che i suoi preti non hanno studiato latino e nessuno lo capisce piu'...Non e' colpa loro..
Pregare Dio e la Sua Mamma Santissima perche'ritorniamo ad essere degni di ricevere/meritare dalle Sue mani sacerdoti santi.

Anonimo ha detto...

Veni, creator Spiritus,
mentes tuorum visita,
imple superna gratia,
quae tu creasti pectora.

Qui diceris Paraclitus,
donum Dei altissimi,
fons vivus, ignis, caritas,
et spiritalis unctio.

Tu septiformis munere,
dextrae Dei tu digitus,
tu rite promissum Patris,
sermone ditans guttura.

Accende lumen sensibus,
infunde amorem cordibus,
infirma nostri corporis
virtute firmans perpeti.

Hostem repellas longius
pacemque dones protinus;
ductore sic te praevio
vitemus omne noxium.

Per Te sciamus da Patrem
noscamus atque Filium,
te utriusque Spiritum
credamus omni tempore.

Deo Patri sit gloria,
et Filio, qui a mortuis
surrexit, ac Paraclito,
in saeculorum saecula.

Amen.

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo ,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore.

Sia gloria a Dio Padre,
al Figlio, che è risorto dai morti
e allo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

Anonimo ha detto...

Nel giorno della Solennità

Beata sei tu, Vergine Maria, che hai partorito il Creatore di tutti. Colui che ti creò riposò in te come suo Tabernacolo, e ti costituì Madre e dispensatrice delle sue misericordie. O Augusta Madre di Dio, noi ti preghiamo supplichevoli affinchè ci liberi dagli inganni del demonio e ci raccogli sotto la tua ombra. Tu, per la caduta del genere umano e per il peccato del nostro progenitore che ne fu la causa, fosti elevata all’illustre gloria di Madre del Re supremo, tu dunque riguarda clemente i caduti figli di Adamo, e prega per noi, poiché, da te pregato, il tuo Figliuolo deporrà il suo sdegno e ci salverà. Soccorrici perciò, o Maria, nelle nostre miserie; aiutaci nelle nostre debolezze; consolaci nelle nostre afflizioni, prega per il popolo cristiano che ti chiama sua Madre, … fa’ che col tuo aiuto tutti ti riconoscano ed invochino la tua ammirabile Maternità.
Salve Regina.
Immacolata Madre di Dio, prega per noi!
http://www.fratiminoriosimo.it/novene/triduo-alla-b-v-maria-madre-di-dio/