Nella nostra traduzione da Famille chretienne prendiamo atto delle dichiarazioni di Bergoglio durante lo scambio a porte chiuse con i gesuiti slovacchi dello scorso 12 settembre, appena reso pubblico durante il quale, riferendosi al motu proprio Traditionis custodes, ha fustigato “l'ideologia del ritorno indietro” come “sofferenza per la Chiesa”. Pensavo di far seguire mie chiose ineludibili alle dichiarazioni, false e strumentali (non posso esimermi dal definirle di una malafede ripugnante); ma le riprenderò in un apposito articolo.
Il tema è, per Papa Francesco, quello della “tentazione di tornare indietro”, e che lui definisce “una ideologia che colonizza le menti”, anche se ammette che “non è un problema davvero universale, ma piuttosto specifico della Chiese di alcuni Paesi”. Papa Francesco sottolinea che “la vita ci fa paura”, e anzi “la libertà ci fa paura”, specialmente “in un mondo così condizionato dalle interdipendenze dalla virtualità”.
E così, oggi si torna al passato “per cercare sicurezze”, mentre “fa paura andare avanti nelle esperienze pastorali”. Fa degli esempi, il Papa. Ricorda al lavoro fatto la Sinodo sulla famiglia “per far capire che le coppie in seconda unione non sono già condannate all’inferno”, così come fa paura “accompagnare gente con diversità sessuale”.
Una nuova doccia fredda per chi ancora sperava che papa Francesco tornasse sui provvedimenti del suo Motu proprio Traditionis Custodes, che limita drasticamente l'uso della messa tridentina. Il Sommo Pontefice ha rivolto loro nuove e particolarmente esplicite critiche durante il suo scambio con i gesuiti slovacchi del 12 settembre durante il suo viaggio nel Paese. Se questa discussione informale si è svolta a porte chiuse, lo scambio è stato reso pubblico proprio il 21 settembre da La Civiltà Cattolica, secondo la prassi.
Per il Papa la “tentazione di tornare indietro” è la “sofferenza della Chiesa in questo momento”. Questa “ideologia di tornare indietro nel tempo sta colonizzando le menti delle persone. È una forma di colonizzazione ideologica. Non è proprio un problema universale, ma piuttosto specifico delle Chiese di certi Paesi”, ha precisato. Per il Papa, questa ideologia è generata da una “paura” della libertà. “La libertà ci spaventa. In un mondo così condizionato dalle dipendenze e dalla virtualità, abbiamo paura di essere liberi”. Durante il suo viaggio in Ungheria e Slovacchia il Vescovo di Roma ha evocato più volte questa paura della libertà, prendendo ad esempio il Grande Inquisitore di Dostoevskij, che rimprovera a Cristo di aver lasciato liberi gli uomini, complicando così loro la vita. Citando ancora una volta questo esempio ai gesuiti, il Papa prosegue, accennando alla reazione dei seguaci della messa tridentina: “Per questo oggi si guarda al passato: per cercare sicurezza.”
L'attrazione dei giovani sacerdoti per la Messa tridentina, una “regressione”
Il Papa arriva addirittura a presentare la celebrazione della Messa di spalle al popolo (tipica della Messa tridentina ma può esistere anche nella forma cosiddetta “ordinaria”) come frutto di un timore: “Noi abbiamo paura di festeggiare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità”.
Il Sommo Pontefice è particolarmente preoccupato per il fatto che oggi giovani sacerdoti, “dopo un mese di ordinazione, si rechino dal vescovo per chiedergli” di celebrare la messa tridentina. Per lui questo fenomeno “indica che siamo in fase di regressione” . Racconta la storia di due giovani sacerdoti che vanno a trovare un cardinale per ottenere l'autorizzazione a celebrare secondo il rito preconciliare. Questi ha loro risposto: “Ma ci sono tanti ispanici nella diocesi! Studia lo spagnolo così puoi predicare. Poi […] ti dirò quanti vietnamiti ci sono nella diocesi e ti chiederò di studiare il vietnamita. Allora […] ti darò anche il permesso di studiare il latino”. E il Papa compiaciuto: “Li ha riportati sulla terra”.
“Spero ora che con la decisione di porre fine all'automatismo del vecchio rito, si possa tornare alle vere intenzioni di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II”, ha detto Papa Francesco. Ricorda che la sua decisione di scrivere questo motu proprio “è il risultato di una consultazione fatta lo scorso anno con tutti i vescovi del mondo”. Ciò non impedisce che la gravità delle misure adottate provochi un grande effetto di sorpresa e incomprensione in molti paesi, in particolare in Francia.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
22 commenti:
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Il Papa nel suo “sfogo“ con i gesuiti slovacchi ha parlato anche degli attacchi che continuamente subisce da parte di alcuni media cattolici. La rivista dei gesuiti americani ha ricostruito che il riferimento è al potente gruppo televisivo internazionale Edtw, in cui per anni sono stati messi in onda trasmissioni in cui si è dato spazio in diretta all’ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, ai suoi attacchi al Papa e al suo appoggio all’ex presidente Donald Trump fino ai giorni della rivolta contro Capitol Hill (6 gennaio 2021) . C’è da chiedersi quali rapporti hanno i “congiurati” di cui ha parlato il Papa e la filiera mediatica all’attacco del Pontefice. Ieri si è avuta notizia che YouTube ha bloccato la trasmissione di alcuni video dii fan dell’ex nunzio.
Da Huffington post
Similes cum similibus congregantur
Eugenio Alipede
"...tentazione di tornare indietro..."
Ogni idioma ha la sua grammatica, ogni paesaggio ha la sua cartina, ogni piatto ha la sua ricetta. Cosa si nasconde dietro l'insofferenza delle regole?
Magnificamente Mons.Athanasius Schneider, parlando della Messa di sempre, ha sottolineato come le regole precise, le parole precise che strutturano il rito di sempre non lasciano spazio alcuno alla 'creatività del singolo' celebrante ed è proprio questa assenza dell'io celebrante che consente a chi celebra e a chi partecipa alla celebrazione di intravedere il mistero, di immergervisi.
Personalmente questa dichiarazione per me è stata chiarissima e nulla mi importa di quello che ancora non capisco, non colgo, non so. Il mistero si manifesta tanto o poco a tutti secondo tempi interiori, disposizioni personali, Grazia di Dio.
Direi basta con questa visione spazio/temporale/secolare del Credo Cattolico, quando entriamo in chiesa entriamo in un'altra dimensione, lasciate che entro questa dimensione possa muoversi il nostro spirito guidato dal silenzio, dal rito, dalla preghiera, dalla musica, dal coro. Lasciate che il nostro spirito possa nutrirsi in modo sano, senza tutte le beghe da voi generate per mettervi al passo del mondo, al passo della vostra mente inquieta, mondana, vanesia che corre veloce dietro ogni moda.
E quando perfino Youtube (gruppo Alphabet/Google) applica la censura per difendere il Papa, significa che...
IL contesto storico è l’immediato post-Concilio Vaticano II. Si riferisce a qualcosa che diceva soprattutto negli ultimi anni della sua vita (intorno agli anni 1965-’68). Si tratta di un avvertimento che padre Pio aveva indirizzato ad una sua figlia spirituale, inginocchiata presso il suo confessionale per ricevere la sua benedizione a seguito della Confessione.
«RICORDATI. .. QUANDO VERRANNO QUEI TEMPI : I COMANDAMENTI DI DIO, PREGHIERE DEL MATTINO E DELLA SERA , SANTO ROSARIO, SACRAMENTI, CATECHISMO , I SANTI E FATE TUTTO NELLA FEDE DEI NOSTRI PADRI , NELLA FEDE DEI NOSTRI PADRI!!... NELLA FEDE DEI NOSTRI PADRI!!!... E NON ASCOLTATE PIÙ NESSUNO ».
Quando padre Pio dice “quando verranno quei tempi” si riferisce ai nostri tempi, al nostro momento storico: egli si preoccupava precipuamente di sostenere, nella buona battaglia della fede, i suoi figli spirituali che sarebbero vissuti più a lungo di lui.
Padre Pio, in questa “rivelazione”, ha dato delle indicazioni fondamentali per restare saldi nella fede nei tempi bui ormai sopraggiunti:
• Richiamando i Comandamenti, il Santo intese ribadire la necessità dell’osservanza della Legge di Dio e la sua obbligatorietà morale in ogni tempo con un riferimento particolare, chiaramente, al nostro.
• Preghiere del mattino e della sera significa prendere coscienza della necessità di cominciare e chiudere la giornata all’insegna di Dio.
• Non poteva mancare, poi, il Santo Rosario. La preghiera prediletta di padre Pio, lo testimoniano tutti. Padre Pio pregava più di cento corone ogni giorno! Stava, letteralmente, sempre con la corona in mano e i suoi figli nello spirito hanno imparato – dal suo esempio ancora più che dalle sue parole – a pregare il Rosario con fede, pietà e perseveranza. Il Rosario, è davvero la preghiera di Maria, la preghiera per i tempi difficili e padre Pio non poteva non raccomandarla con grande forza a coloro di cui aveva la cura spirituale.
• I sacramenti, poi, non possono né devono mancare in ogni tempo e particolarmente nei momenti più difficili e delicati perché sono la via ordinaria attraverso la quale Dio ci dona la sua grazia.
• Il catechismo, interpretazione autentica della Sacra Scrittura e della Tradizione della Chiesa, è compendio della Dottrina cristiana e sintesi di tutta la Fede cattolica. La Sacra Scrittura letta senza sussidi e spiegazioni e senza il catechismo può portare fuori strada.
• Padre Pio raccomanda, inoltre, di leggere la vita dei santi.. I santi ci dicono che ciò che parrebbe impossibile è, invece, possibile; dobbiamo semplicemente metterci sulla via aurea da loro battuta.
• La parte conclusiva della “rivelazione”, la più drammatica, quella in cui padre Pio dice: «...e non ascoltate più nessuno!». . . Di certo Padre Pio, conosceva, per dono di Dio, il momento che stiamo vivendo oggi e ci ricorda che in questi momenti bui nei quali è sempre più difficile trovare guide sicure – eccetto rari casi, è la Tradizione ad essere la nostra guida e ad illuminarci il cammino. Infatti, nel medesimo tempo aggiunge: «Fate tutto nella fede dei nostri padri!», scandendo le dense parole per ben tre volte.
Se non vogliamo andare fuori strada, dobbiamo ancorarci alla sacra Tradizione
(il Magistero della Chiesa e i Padri della Chiesa): se così faremo conserveremo la fede di sempre, “la fede dei nostri padri” e non avremo più il problema di capire cosa sia giusto e cosa sbagliato.
Se questi sono attacchi ,con quasi tutti i media condiscendenti fino al ridicolo, quelli che subiva Benedetto a reti unificate come li definiremmo? Esecuzioni sommarie, linciaggi mediatici, killeraggio a mezzo stampa.....
Il clericalismo, che la riforma liturgica ha fatto degenerare in clericocentrismo, sappiamo essere il più grosso problema di questi decenni postconciliari. Un esempio di come tale mentalità abbia devastato le menti dei più lo si vede nelle parole pronunciate dal papa recentemente quando ha detto “Noi abbiamo paura di festeggiare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità”. Da tali parole vediamo come la liturgia, nella mente del papa e dei modernisti in generale, è una "festa". In nessuna fonte liturgica troviamo una tale definizione della liturgia eucaristica, anzi. Il canone romano, ad esempio, la più antica anafora cristiana ininterrottamente usata fino ai nostri giorni che conosciamo, talmente antica da avere alcuni punti anteriori agli stessi Vangeli (cfr. J. Jungmann, Missarum Sollemnia, vol. II, pag. 151-152, Editrice Ancora 2004) come ben sappiamo ha espressioni quasi di sacro terrore per ciò che si compie sull'altare. Altro che festa! L'antichissimo introito per la messa di consacrazione di una chiesa, che riprende alcune espressioni bibliche, parla di luogo che incute timore, incute profondo rospetto, "terribilis locus iste". Altro che festa! Lo stesso testo del cosiddetto "canone di Ippolito" usa espressioni di grande riverenza e quasi di sacro terrore "quia nos dignos habuisti astare coram te et tibi ministrare". Altro che festa! La festa è solo dei modernisti che sono riusciti a distruggere venti secoli di tradizione liturgica. Ma proseguendo nell'analisi delle parole papali vediamo come la concezione liturgica che le origina sia prettamente clericocentrica quando dice "abbiamo paura di festeggiare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia"! Queste parole rivelano la deformazione mentale spaventosa dei modernisti per i quali, al di là di tutte le belle parole sul sacerdozio comune e sulla "assemblea celebrante" la liturgia è roba da preti e dove i laici sono considerati alla stregua di semplici invitati ai quali si fa fare qualcosa, solitamente portare il calice e il vino, o fare il battimano che fa tanto "festa". Secondo tale mentalità è il sacerdote il centro della liturgia che celebra come una festa davanti al popolo. Liturgicamente siamo in una situazione catastrofica prima ancora per la mentalità liturgica che ci pervade, dunque, che per altro. Ed è proprio tale mentalità clericocentrica che poi porta molti sacerdoti a sentire il bisogno di invitare i fedeli a fare qualcosa, come se il pregare insieme e l'offrirsi a Dio insieme al Sacrificio di Cristo non fosse già più che sufficiente per una partecipazione attiva. Se prima del concilio effettivamente in generale era alquanto diffusa la mentalità secondo la quale il sacerdote era una sorta di padrone della liturgia oggi, dopo il concilio e dopo una rivoluzione liturgica mai vista, siamo passati al sacerdote che si crede il centro di essa. La stessa espressione "versus populum" nell'accezione postconciliare, mostra come sia il sacerdote il centro da prender come base per definire l'intera celebrazione. E i fedeli laici indottrinati da 50 anni di lavaggio del cervello se non hanno davanti il sacerdote in bella vista e a mezzo busto..... si sentono persi. Insomma non è solo la liturgia ad esser stata distrutta, ma pure la mentalità liturgica! Di tutti: clero e fedeli laici. (le parole papali citate sono state prese dalla traduzione del blog chiesa & postconcilio di cui però facebook non fa pubblicare il collegamento!)
Noi abbiamo paura a festeggiare davanti al popolo Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità.Cosa significa?Boh....
Bergoglio afferma "...Non è proprio un problema universale, ma piuttosto specifico delle Chiese di certi Paesi”. Se non è problema universale, questo è il risultato della consultazione ai vescovi. Però, lui ha presentato il risultato di questa consultazione come essendo universale. Adesso che sappiamo che non è un problema universale, quale sarà la giustificazione per tale provvedimento?
Dire che la libertà ci fa paura... cercare sicurezza, per dare una spiegazione alla maggiore ricerca della Messa gregoriana è qualcosa simile con che ha accaduto negli casi di abusi sessuale. Dove Bergoglio ha accusato il clericalismo di essere il colpato degli abusi. Non c'e senso in nessuno dei due casi. Ancora se stabilisce un discorso dove se lascia ad intendere che la Chiesa non conosceva la libertà prima del Concilio Vaticano II. È giusto per esserci liberi che andiamo ad ascoltare la Messa gregoriana. Il popolo di Dio di che tanto se parla dopo il Concilio sta rifiutando la Messa del Concilio. Infatti che ha paura della libertà è che vuole per tutti i mezzi proibire la celebrazione della Messa Tradizione.
Adesso è peccato ricercare sicurezza! Però, al tornare più dificile la celebrazione della Messa gregoria, non è anche un segno di dare sicurezza al proprio rito di Paolo VI? La celebrazione di questa messa è la celebrazione della propria insicurezza e nella maggioranza una mancanza di rispetto verso Dio. Curiosamente quando parlano della Messa in Latino, usano il bisogno di conoscere il latino per la sua celebrazione. Però, in ciò che dice rispetto al Concilio dicono a tutti che devono interpretare il Concilio alla luce della tradizione. Ora, non c'e il bisogno di conoscere la Tradizione per fare questa interpretazione? Non c'e bisogno di sapere teologia?
Forse, sicurezza è sinonimo di solidità, per questo tanto discorso contro la rigidità. Bergoglio sa che la modernità è liquida e vuole annienttare tutto ciò che solido. Sembra un marxista che se guida dal pensiero di Marx:
"Tutto ciò che era solido si dissolve nell'aria, tutto ciò che era sacro viene profanato e le persone sono finalmente costrette ad affrontare serenamente la loro posizione sociale e le loro relazioni reciproche".
Un'altro marxista, Baumann, ci mostra che nella modernità tutto è liquido. Eccezione alla regola sono i cattolici tradizionalisti, perchè mantengono adesso una certa solidità. È giusto a questi che Bergoglio, come l'aria del pensiero di Marx, vuole dissolvere.
"Per il Papa la “tentazione di tornare indietro” è la “sofferenza della Chiesa in questo momento”. Questa “ideologia di tornare indietro nel tempo sta colonizzando le menti delle persone. È una forma di colonizzazione ideologica. Non è proprio un problema universale, ma piuttosto specifico delle Chiese di certi Paesi”, ha precisato"
Una riforma è un tornare indietro per essere più fedele alla forma. Quindi, se il Papa che se presenta como "riformatore" parla che tornare indietro è una tentazione, che cosa significa per lui riforma?
Il che pensava che la "sofferenza della Chiesa in questo momento" sarebbe il sinodo tedesco! Io non ho letto o ascoltato il Papa che "andare avanti" sarebbe una tentazione. Inoltre a questo, tutti i periti neomodernisti del Concilio hanno caduto nella tentazione di tornare indietro, non perchè volevano una riforma, ma sì perchè volevano aggiornare la Chiesa al mondo moderno. Quindi, hanno interpretato il depositum fidei alla luce della modernità (per rimanere chiaro: il Concilio non è un'interpretazione della modernità alla luce della Tradizione!).
Infatti, nessuno è all'inferno, per lo semplice fatto di avere una secunda unione.Però, per questo semplice fatto se trovono in occasione prossima di peccato (e peccato mortale), ma nel caso di andare in comunione in questa situazione, non hanno di commettere peccato mortale? Quindi, dare la comunione ai casale di seconda unione promuove la sicurezza del cammino della salvezza o l'insicurezza del cammino della perdizione?
Al criticare che cerca sicurezza, in modo implicito, Bergoglio riconosce che non è capace di dare sicurità ai fedeli. Quello che è capace di offrire ai fedeli e alla Chiesa è insicurezza e instabilidade. Ora, confermare i fratelli nella fede dovrebbe dare sicurezza ai fratelli confermati. Però, non è il caso del Papa Francesco (forse, di nessuno Papi conciliare) perchè ciò che vuole è confermare l'aggiornamento della Chiesa e dei fedeli alla modernità in senso luterano.
Ricordo la citazione di Paolo VI nell'altro post:
[Paolo VI]: “Riconosco che la differenza tra la liturgia di san Pio V e la liturgia del Concilio (spesso chiamata, non so perché, liturgia di Paolo VI) è molto piccola. In apparenza, la diversità [nell'offertorio delle due messe] riposa su una sottigliezza. Ma questa Messa recitata da san Pio V, come si vede nell'Ecône, diventa il simbolo della condanna del Concilio. Ebbene, non accetteremo mai, in nessun caso, la condanna del Concilio per mezzo di un simbolo”.
“Se questa eccezione fosse accettata, l'intero Concilio rischierebbe di vacillare. E di conseguenza l'autorità apostolica del Concilio.” (Jean Guitton, Paolo VI Secreto, San Paolo editore, Milano, 4a edizione, 2002), versione francese integrale di David M. Turoldo e Francesco M. Geremia, pp. 143-144- 145 – Titolo originale Paolo VI Segreto, Desclée de Brouwer, Parigi).
"La libertà" della Messa gregoriana "fa paura" al Papa, per questo lui cade nella "tentazione di tornare indietro" e vuole "revocare" il Summorum Pontificum in "ricerca di sicurezza" per la situazione di completa insicurezza che se trova la Chiesa e la Liturgia...
Da Bergoglio non mi aspettavo niente altro.
E' brutta questa foto in cui dalla seduta a gambe divaricate traspaiono i pantaloni neri sotto la tonaca bianca .
La frase di Padre Pio
Molto utile averci ricordato l'incitamento di Padre Pio, che tutti ci rincuora.
Circa "QUEI TEMPI", non è mai stato più specifico, magari con qualche altro suo figlio spirituale?
Voglio dire: non ha mai fatto qualche altro cenno, più specifico?
Comunque sia, non c'è dubbio che ci troviamo ben dentro QUEI TEMPI, tempi di apostasia della Chiesa evidentemente, questo è il senso immediato della sua esortazione-ammonimento.
La profezia, come sappiamo, svela e nasconde nello stesso tempo.
Non vuole eccitare la nostra vana curiosità ma metterci in guardia,
prepararci alla durezza della lotta per la nostra e altrui salvezza.
Metterci in guardia, avvisandoci del carattere straordinario di certi tempi, dal quale non dobbiamo farci dominare.
L'esortazione di Padre Pio gistifica tutti coloro che continuano a frequentare, quando possono, la Messa Ordo Vetus, l'unica autentica Messa cattolica: essi continuano "a fare tutto nella fede dei vostri [loro] padri".
A proposito di vestito: in Vaticano c'è uno che al vestito bianco, tutto intero, non ha mai rinunciato... Eh già, non c'era altro da mettere.
Il simpaticone ha preso congedo dal ministerium senza mollare il munus.
Al ministerium però avrebbe rinunciato dapprima hora 29.00, poi corretta in 20, ma mai ratificata dopo averne parlato al futuro. In Germania era il primo giorno di carnevale e si sa che è quando ogni scherzo vale.
Quindi non confondiamo il Papa con chi veste di nero sotto il bianco.
Non del tutto OT....
vi segnalo le tremende dichiarazioni pubbliche di Macron, da rabbrividire...
https://youtu.be/B51QuNeXcUY
La bête de l'évenement est là, elle arrive, a declaré le Président Emmanuel Macron.
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La bête de l'évenement ???
oppure revelement ?
Avevo notato anche io la postura poco " elegante" e papale.
Cmq,nella mia città, c'è chi celebra la messa tridentina. Me ne hanno parlato e sono curiosa e felice di parteciparvi quanto prima. Anche perché non si sono "genuflessi" al rito delle mani sanificate all'ingresso con " pistola"alla fronte per misurare febbre e maschere sul viso (l'acqua santa con relativa segno della croce sembra sorpassata). Una Chiesa così ha poco di modernità,anzi rivela paura, circospezione e poca fede nell'aiuto di Dio. Personalmente, entrare in un luogo consacrato mascherati e divisi, lo trovo tristemente poco rassicurante e invitante. Ai tempi delle grandi pestilenze, dove i morti si raccoglievano dalle strade, le chiese erano tra i pochi rifugi e luoghi in cui poter essere accolti e curati. Ricordando l'esempio di Gesù tra i lebbrosi e molti illustri Santi, in primis, San Francesco.
https://www.aldomariavalli.it/2021/09/24/se-questo-e-un-papa/
Signore,per le lacrime della Vostra Santa Madre abbiate pieta' di Pietro.
# spigolatore
Sarebbe il sacerdote il centro della liturgia, secondo il rito di Paolo VI?
Più che il sacerdote, la sinassi eucaristica (il popolo dei fedeli riunito), con il sacerdote celebrante nella veste di "presidente" e "animatore". In quanto "animatore" può sembrare al centro ma in realtà non lo è. Può sembrare, grazie al principio di creatività, che gli permette arbitrarie interpretazioni personali del rito.
La nuova liturgia vuole promuovere la partecipazione decisiva del c.d. "popolo di Dio" nella liturgia, non accentuare la posizione del sacerdote. Che comunque non era al centro nemmeno nella liturgia Ordo Vetus. Al centro c'era e c'è Nostro Signore Gesù Cristo crocifisso, insomma il Sacrificio della Croce che viene rinnovato dal sacerdote che agisce "in persona Christi" e quindi da Cristo stesso.
T.
Sulle esternazioni di Bergoglio che parla di preconclave di chi lo dava per spacciato a causa della sua salute
A margine del meeting del Partito Popolare Europeo (PPE) che si svolge a Roma (il 21 settembre 2021 ha dedicato uno spazio dei suoi lavori all’ascolto della Chiesa Cattolica Romana), il Cardinal Segretario di Stato Pietro Parolin ha commentato con i giornalisti le esternazioni del Papa nel colloquio con i gesuiti slovacchi: «Probabilmente il Papa ha informazioni che io non ho. Sinceramente non avevo avvertito che ci fosse questo clima e poi penso, forse non avendo elementi alla mano, che si tratta di una cosa di pochi, di qualcuno, che magari si è messo in testa queste cose. Il Papa probabilmente fa queste affermazioni perché ha conoscenze e ha dati che a me non sono pervenuti» (Il Sole 24 Ore, 22 settembre 2021). «Una sostanziale e saggia presa di distanza dallo stile peronista di un Papa che promuove se stesso infangando chi lavora per lui» (Antonio Caragliu).
Mi riallaccio al commento 24 settembre 2021 10:00 :
Passando davanti alla casa generalizia delle Figlie di S.Anna vista la Chiesa aperta sono entrata. Avanti a me c'era un giovin signore che cercava di "pescare" dalle due belle acquasantiere un po' di acqua benedetta per farsi il Segno di Croce.
Sentendo i miei passi si e' voltato e mi ha guardato interrogativamente, l'ho informato che l'acqua benedetta e' stata tolta in ogni Chiesa. Il suo sguardo dispiaciuto (forse veniva da una localita' in cui l'acqua benedetta viene ancora conservata nell'acquasantiera) ha fatto sì che gli porgessi la mia bottiglietta di acqua benedetta(l'ho sempre in borsa per segnarmi durante il giorno e spargerla in casa e sulla tomba dei miei famigliari ); versatane un po'nel palmo della mano, dopo aver tracciato su se' stesso il Segno di salvezza se l' e' spalmata su tutto il viso per non sprecarne nemmeno un atomo.
Alla Domenica ,all'Asperges aspetto con vivo desiderio la gragnuola d'acqua benedetta dalle mani del Sacerdote, mi prelude al Preziosissimo Sangue di Gesu'.
Ancora una dimostrazione di misericordia e teneressa da parte del regnante, commissariate le Memores Domini........prevedo una brutta fine della storia, spero non vengano coinvolte le 4 che abitano nel monastero Mater Ecclesiae con Papa Benedetto, e che lo accudiscono, ma dopo l'episodio dello sradicamento della vigna a lui donata a Castelgandolfo, ho pessime sensazioni altri precedenti sono molto poco rassicuranti.
Cari Spigolatore e T.,
Un altro punto dell'affermazione “Noi abbiamo paura di festeggiare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità”. La verità sarebbe che il popolo di Dio è un concetto democratico e che quando il celebrante vede Dio nel popolo?
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