Ricevo e volentieri pubblico la comunicazione che segnala la reazione dei giovani universitari contrari al Green Pass come requisito imposto a docenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e agli studenti: il che estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico.
Inserisco in calce anche il testo integrale della Lettera dei giovani universitari di Firenze, veramente notevole, anche perché è la Summa non solo degli argomenti, ma dei relativi supporti giuridici. Deo gratias per queste teste ancora pensanti segno di coscienze non ingabbiate!
Accennavamo qui alla nascita di numerosi gruppi di dissenso proprio tra gli studenti. Peraltro risulta anche l'Appello, tuttora aperto, di docenti universitari, che finora ha raggiunto 600 firme [qui].
Accennavamo qui alla nascita di numerosi gruppi di dissenso proprio tra gli studenti. Peraltro risulta anche l'Appello, tuttora aperto, di docenti universitari, che finora ha raggiunto 600 firme [qui].
Vigilantibus, non dormientibus iura succurrunt
Che lezione per tante cosiddette "Autorità" (civili, accademiche, culturali, ecclesiali) arriva da questi giovani universitari di Firenze, coraggiosi (e preparati).
La loro lettera aperta è da leggere, rileggere, assaporare.Se un senso di imbarazzata ammirazione coglierà il lettore, vorrà dire che non tutto è perduto.
Che il nostro spirito e il nostro senso della realtà e della verità e giustizia non è morto.
Questa lettera è un atto di autentica, coraggiosa, nobile resistenza di fronte ad un regime politico-disinformativo che molti ancora fanno fatica a inquadrare nella sua essenza antidemocratica e pericolosità.
Resistenza di fronte ad un esercizio del potere fondato platealmente su arbitrio, ricatto, ingiustizia, garantito dalla venefica fusione tra governo e mass media ad esso asserviti, dove il vero Giornalismo "cane da guardia del Potere" è pressoché estinto.
In questa lettera, nello spirito che la muove e impregna, vi è la speranza per l'Italia.
Lo spirito non è piegato a ciò che conviene ed è ben accetto (il "comune sentire"), ma da ciò che è vero e giusto.
Questa lettera è un atto di resistenza, ed insieme di difesa dello Stato di Diritto, basato sulla realtà, sul Diritto naturale, sulla dignità della persona umana, sul rispetto della sua coscienza, e non sulla violenza e sull'arbitrio di posizioni propagandate con pervasività e inaudite pressioni, ma non dimostrate minimamente (il "green pass" si basa su questo vizio così grande che i più ormai stentano a riconoscerlo, talmente offusca loro la visuale).
La verità esiste, ed è conoscibile dall'uomo. Esistono ancora la Giustizia e l'ingiustizia.
Il Diritto e il suo nemico, che è l'arbitrio. Il pragmatismo, l'opportunità, la pretesa emergenza, non possono lecitamente mandare in soffitta (a tempo indeterminato) lo Stato di Diritto.
La menzogna e l'arbitrio spacciati per "diritto" e per "bene comune" possono dunque essere smascherati con il rigore della ragione che conduce alla verità dei fatti.
"Il vostro parlare sia si, si; no, no; il di più viene dal Maligno" (Mt 5, 37). Questo vale per l'uomo che vuole rimanere Persona (e non divenire marionetta guidata dalla paura), credente in Dio o meno.
Di fronte alle parole (spudoratamente infondate e gravemente inquietanti) pronunciate proprio in un'Università dal Presidente della repubblica Mattarella all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Pavia (qui), con le quali il capo dello Stato è venuto gravemente meno al suo dovere di rappresentare l'unità della Nazione (art. 87 Cost.), e che hanno fatto seguito a quelle (altrettanto infondate, violente e menzognere) di Draghi ("...Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore"), questi Universitari, questi giovani italiani, hanno dato la migliore risposta e testimonianza possibile, non utilizzando facili slogan (indotti dalla pressione politico mediatica: da una parte i buoni, i generosi; dall'altra i cattivi, gli egoisti, i "no vax"...: slogan che, in bocca ai più alti rappresentanti del Potere, oggi deliberatamente fomentano divisione ed odio sociale), ma, al contrario, argomentando in profondità la loro motivata contrarietà al sistema arbitrario e discriminatorio del "green pass" (oltre che inutile, probabilmente dannoso, ai fini della diffusione del contagio).
Questi studenti universitari fiorentini fanno da degna corona al Prof. Alessandro Mangia, Ordinario di Diritto Costituzionale alla Cattolica di Milano (qui) ed al Prof. Paolo Sceusa, Magistrato, Presidente emerito di Sezione di Cassazione (qui) i quali hanno avuto il coraggio (oggi ce ne vuole davvero!) di uscire autorevolmente dal silenzio, e dal coro "a voce unica" della propaganda governativa, spacciata dai media per "etica", "generosa", "civile", da contrapporre agli "anti-sociali", agli "egoisti", ai reprobi e violenti "no vax".
Questi "ragazzi" (che oggi, assumono la dimensione di giganti, contornati come sono da nani) ci insegnano che oltre ad essere doveroso, è anche possibile.
Io sto con loro, senza alcuna perplessità.Arturo Viviani - Siena
* * *
Lettera aperta degli studenti Unifi: invito a non applicare le disposizioni del DL n.111 del 6
agosto 2021, o analoghi obblighi, all’Università degli Studi di Firenze.All’attenzione della Magnifica Rettrice,
Le scriviamo in rappresentanza di un nutrito gruppo di studenti Unifi, iscritti e in procinto di
iscriversi, venutosi ad organizzare come “Studenti contro il green pass” in seguito all’estensione
dell’obbligo del possesso di green pass per accedere alle attività didattiche in presenza e alle
strutture universitarie sensu lato. Le scriviamo perché reputiamo tale provvedimento infausto per
molte ragioni e vorremmo esplicitarle in questa lettera aperta. La invitiamo ad ascoltare seriamente
le nostre motivazioni e pertanto a non applicare all’Università di Firenze le disposizioni del Decreto
Legge n.111 del 6 agosto 2021, né obblighi similari.
Chiariamo che il nostro dissenso circa tale provvedimento vuole stare entro i termini di una società
civile e anzi, a fortiori, reputiamo di scrivere questa lettera proprio per il mantenimento di essa in
un ambiguo periodo storico. Applicando l’obbligatorietà di green pass o di analoghi lasciapassare,
l’Università di Firenze si sta rendendo complice della prevaricazione dell’etica e del declino della
civiltà. L’Università di Firenze sta contribuendo infatti a instaurare una società dell’emergenza che
per sua natura è in antitesi con quella civile, poiché è regolamentata da un controllo costante e
pervasivo dei cittadini, dalla discriminazione delle diversità, dalla tecnologizzazione e
medicalizzazione di ogni aspetto della vita a discapito degli altri aspetti ugualmente essenziali
eppure passati gravemente e irrazionalmente in secondo piano.
Insieme alla società civile e all’etica, è l’essere umano in quanto tale che state annichilendo, la sua
nascita come essere sano, la sua vita naturale e razionale. Non sarete solamente conniventi, ma
diretti responsabili, di un esecrabile ribaltamento di questa natura. Anziché reputare gli esseri umani
“sani fino a prova contraria”, state educando le generazioni avvenire al malsano paradigma secondo
cui le donne e gli uomini nascono e vivono come “malati fino a prova contraria”. Questo è il
crimine contro l’umanità di cui vi state macchiando oggi, come persone private e come istituzioni
pubbliche.
Il danno alla civiltà, all’etica e all’essere umano, in ultima istanza si riverbera come danno agli
individui. Durante gli anni trascorsi nelle sedi dell’istruzione pubblica ogni studente è stato educato
con solerzia ai valori della tolleranza, dell’integrazione, della crescita intellettuale e umana, dello
scambio delle idee e del pensiero. Applicando l’obbligo del passaporto verde per usufruire
dell’istruzione universitaria e delle sue sedi – aule, mense, biblioteche, uffici – verranno meno questi valori fondanti della nostra educazione. L’Università di Firenze si renderà responsabile della
loro sopraffazione. Danneggerà quegli studenti che intendono proseguire nei loro studi e nei loro
obiettivi accademici, nondimeno scoraggerà coloro che con entusiasmo vorrebbero iniziare un
percorso didattico ma che oggi si vedono tagliati fuori. L’Università di Firenze deciderà di
estromettere in questo modo una parte dei suoi studenti, non solo dall’insegnamento pubblico, ma
anche dai molteplici aspetti della partecipazione universitaria e della vita umana nel suo complesso
– lavoro, crescita, socialità, benessere. Vi invitiamo a riflettere: la prevenzione di Covid 19
costituisce solo una parte del Diritto alla Salute, e non la sua totalità; facendo leva su questa
parzialità si sta ledendo non solo il Diritto alla Salute nella sua interezza ma anche l’interezza del
Diritto allo Studio e tutto ciò che da esso deriva a livello societario.
I danni causati da tali scelte si fanno sentire tangibilmente. L’istituzione universitaria si renderà
infatti responsabile di istigare alla discriminazione, minando i rapporti di convivialità,
collaborazione e amicizia, sia in senso orizzontale tra studente e studente o tra professore e
professore, sia in senso verticale tra professore e studente, sia in senso riflettente dell’individuo con
se stesso. A parità di tasse pagate e di capacità personali, infatti, verranno creati individui di “serie
A” e individui di “serie B”, sulla base di nessun diritto sostanziale, anzi innescando al suo posto una
spaventosa dinamica dei privilegi. Fermatevi ancora un attimo a pensare all’assurdità delle
condizioni arbitrarie di cui vi state rendendo complici: a parità di tasse pagate e di capacità
personali, si stanno privilegiando quegli studenti che: 1) Hanno contratto pro tempore una malattia,
2) Pur essendo sani dimostrano quotidianamente di non essere malati, 3) Si sono sottoposti a un
trattamento sanitario piuttosto che a un altro. Tutto questo è irrazionale, innaturale, grottesco,
imponderabile. Non siamo noi a trovarci dalla parte della dissidenza o dell’eccezionalità, poiché
stiamo semplicemente rivendicando e riaffermando il buonsenso, la ragione, la vita, la natura, la
buona etica, i diritti inalienabili della civiltà e dell’essere umano.
È importante che la Magnifica Rettrice venga messa al corrente circa le testimonianze giunteci dai
colleghi di tutta Italia, testimonianze che rattristano e preoccupano. Molti studenti sono braccati
poiché considerati alla stregua di pericoli pubblici ed etichettati per mezzo di una serie di categorie
irrazionali come “no vax”, “negazionisti” ecc, le quali rispecchiano moduli linguistici fissi e
preconfezionati, che noi ripudiamo e respingiamo in blocco. Sono già in atto episodi di
emarginazione con conseguenti danni sul piano psicologico e verbale. Questi episodi non potranno
che aumentare, sfociando in episodi di violenza, mutando in dinamiche sociali patologiche, dal
momento che anche l’Università di Firenze ha deciso di accondiscendere a tali dinamiche. Saremo
costretti a ritenere che gli atti di discriminazione verso lo studente di “serie B” senza i privilegi
dello studente di “serie A”, in assenza di esplicite comunicazioni che condannino simili atti, e
nondimeno che si pongano contrarie alle misure stesse di obbligatorietà di certificazioni verdi, siano
avallate dall’istituzione universitaria.
Le possibilità che l’Università offre ad oggi per arginare questi danni sono in realtà parte del
problema. Le possibilità offerte agli studenti non muniti di green pass di intraprendere o completare
la propria carriera accademica, come ad esempio la DAD, sono per noi insufficienti e anzi si tratta
di misure che fanno parte del medesimo processo discriminatorio. Riterremo le nostre ragioni
ascoltate unicamente quando l’Università tornerà a trattare gli studenti allo stesso modo e non si
proporrà di danneggiarne una parte sulla base di misure illogiche e privilegianti.
Da parte nostra riteniamo – e faremo di tutto per avvicinarli alla nostra causa – che anche per gli
studenti oggi muniti di passaporto sanitario sia conveniente porsi contrariamente a queste misure.
Infatti, per coloro i quali non possiedono il passaporto sanitario è palese il danno arrecato rispetto a
chi ne è provvisto – ribadiamo: a parità di tasse pagate e di capacità personali. Ma è altrettanto vero
che i privilegi di quegli studenti muniti di green pass sono privilegi pro tempore e a discrezione,
poiché questo accade in un regime di discriminazione e di repressione della diversità. Sono infatti
sempre di più coloro i quali, pur in possesso di green pass, comprendono la gravità della situazione
e ci appoggiano.
Non ci stancheremo mai di ribadire che da parte nostra ci poniamo a favore della civiltà, della
natura, della vita, degli esseri umani e della loro sanità. Da parte nostra ci poniamo contrari ad ogni
discriminazione verso gli studenti per qualsivoglia motivo, che sia di provenienza o etnia, di genere,
religione, convinzioni politiche, stato economico e sociale. Lo stesso dicasi per le terapie
farmacologiche o mediche ai quali gli studenti decidono o meno di sottoporsi. I danni che
arrecherete in questo modo si riveleranno ben più ingenti ed emergeranno sotto molti più aspetti
rispetto alle presunte e incerte tutele che si vorrebbero attuare circa un solo aspetto. Alla luce dei
danni civili, etici, umani, naturali, sociali, intellettuali, professionali, culturali, psicologici, crediamo
fermamente che per l’Università di Firenze questa sia piuttosto un’opportunità per sottrarsi a tale
scempio e affermarsi di nuovo come faro di civiltà in Italia e in Europa.
Quanto sosteniamo è suffragato anche dal punto di vista scientifico, medico e, non in ultimo,
giuridico.
Il nostro sistema scolastico ed educativo non può limitarsi a riferire agli studenti dei contenuti da
imparare tali e quali, incoraggiando così una modalità di apprendimento e ricezione di tali nozioni
puramente acritica. Tutto ciò è contrario all’insegnamento stesso e ai princìpi universitari. La verità
o falsità di ciò che lo studente apprende non può essere sancita esclusivamente da un principio di
autorità di modo che le nozioni vengano apprese come date una volta per tutte, inconfutabili e
indubitabili. Non può insomma, da parte dell’istituzione universitaria, venire meno l’insegnamento
dei reali procedimenti scientifici, dei metodi di scoperta e di controllo degli enunciati,
dell’importanza del dibattito e del dubbio, della polifonia delle opinioni razionalmente argomentate.
Questi elementi di fatto costituiscono la linfa vitale e la condicio sine qua non delle scienze. Privata
di tali elementi, l’impresa scientifica non può che divenire un’attività monolitica e dogmatica,
sebbene ciò sia reputato antiscientifico. Se l’Università di Firenze non abrogherà l’obbligo di green
pass o analoghe disposizioni diventerà un luogo dove vige il privilegio, dove si somministra un
insegnamento autoritario ai suoi epigoni, dove attecchisce una superstiziosa non-scientificità.
L’Università di Firenze favorirà nei confronti dei suoi studenti la perniciosa tendenza ad affidarsi in
modo cieco e acritico alle parole di chiunque venga presentato come “esperto”, o sedicente tale,
tanto dai mezzi di comunicazione di massa quanto dalle scelte governative. Eppure abbiamo visto
come valga anche in questo caso la dicotomia arbitraria tra “esperti di serie A” e “esperti di serie
B”, indipendentemente dai meriti conseguiti. È infatti evidente che il mondo scientifico, dai medici
di famiglia agli scienziati più proficui, non sia concorde e coeso sull’effettiva questione Covid 19.
Ne sono una testimonianza tangibile sia le molteplici cure che sono emerse da un anno e mezzo, sia
i protocolli tempestivi nelle cure domiciliari che impediscono alle terapie intensive di riempirsi.
Sono tuttora oggetto di un vivo contradditorio persino la corroborata infettività dei soggetti già
inoculati, la potenzialità concreta degli effetti a insorgenza tardiva dei sieri genici, l’efficacia degli
stessi tamponi, le attenzioni fondamentali per la specificità di salute dei diversi individui. Stiamo
assistendo a tutti gli effetti a un dibattito scientifico in corso, eppure tale contradditorio viene
taciuto e nascosto con ogni mezzo, tanto dai massmedia quanto dalle istituzioni. Le poche volte che
se ne accenna lo si fa nei termini di una sistematica squalifica e diffamazione pubblica, ovviamente
ai danni di una sola parte dei contendenti. Viene quotidianamente fomentata la dogmaticità di
questa pseudo-scienza che tuttavia sta regolando le nostre vite da un anno e mezzo non senza
violenta repressività. Le dinamiche della pseudo-scienza, chiamata erroneamente con l’appellativo
di “scienza”, sarebbero infatti paragonabili a un’entità divina poiché preminenti e sceverabili da
tutte le altre attività umane, come la politica, l’economia globale e i suoi grandi capitali, le
ideologie, le vicende umane e personali dei suoi attori. Parrebbe persino sceverabile dalla logica,
dalla razionalità, dalla natura e dalla realtà dei fatti. È inammissibile per un’istituzione come
l’Università di Firenze far finta che non esistano tali controversie e nondimeno censurare il dibattito
della conoscenza. L’Università dovrebbe essere il luogo dell’istruzione aperta e del confronto
intellettuale per antonomasia, non quello dell’oscurantismo, della discriminazione, dell’isteria e del
dogmatismo. Se non revocherete l’obbligatorietà del green pass dismetterete i panni del sapere per
vestire il suo feticcio, ma vi accorgerete presto di essere rimasti nudi. Alla luce di quanto detto, noi
al contrario abbiamo il coraggio di asserire che stiamo assistendo a dinamiche autoritarie imposte
dall’alto, che poco hanno a che vedere con il vero processo scientifico e medico o con lo sviluppo
del sapere in generale, e pertanto si tratta di misure politiche, economiche e ideologiche.
Le illegittimità non sono minori se analizziamo l’obbligatorietà del green pass o di analoghi
obblighi dal punto di vista giuridico. Volgendoci adesso ad adoperare il linguaggio giuridico, in via
generale è opportuno ricordare come gran parte dei provvedimenti adottati da inizio pandemia
consistano in Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (c.d. D.P.C.M.), i quali sono
formalmente classificati – nella gerarchia delle fonti del diritto – come atti amministrativi
riconducibili ai decreti ministeriali: ne consegue che, per la maggior parte dei provvedimenti
adottati per contrastare la pandemia, la relativa natura di fonti secondarie non possa derogare né alla
Costituzione, né ai Trattati internazionali, né al diritto dell’Unione Europea, né agli altri atti aventi
forza di legge. In verità, lo stesso Tribunale di Pisa, con sentenza 419 del 17 Marzo 2021 dichiara
che “ (…) Manca un qualsivoglia presupposto legislativo su cui fondare la delibera del Consiglio
dei Ministri del 31.1.2020, con consequenziale illegittimità della stessa per essere stata emessa in
violazione dell'art. 78 Cost, non rientrando tra i poteri del Consiglio dei Ministri quello di
dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. (...) A fronte della illegittimità della delibera del CdM
del 31.01.2020, devono reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il
contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID.19”. L’importante sentenza
del Tribunale di Pisa richiama correttamente quanto sancito dalla Costituzione e dettato dai Padri
Costituenti stessi, che, in sede di Assemblea Costituente, vollero evitare di attribuire al Governo
poteri emergenziali di cui i regimi totalitari si erano allora serviti.
Fin dall’inizio dell’emergenza pandemica, le istituzioni universitarie e scolastiche hanno subìto
danni irreparabili e incontrovertibili a seguito delle direttive impartite dall’Esecutivo tramite
suddetti atti amministrativi (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri). Conformandosi a tali
direttive, l’Università e la Scuola sono già de facto venute meno al Patto educativo e formativo che
costituisce la base del loro rapporto con i cittadini. Abbiamo tutti, inizialmente, tollerato che ciò
avvenisse, confidando nella buona fede dei governanti e nella transitorietà della situazione. Nel
momento in cui le attività sono tornate a svolgersi gradualmente in presenza, nelle università e nelle
scuole non sono stati rilevati focolai che potessero portare a un cambiamento significativo nella
curva epidemiologica in Italia. Eppure, il Governo ritiene che non sia sufficiente e sostiene che le
misure del green pass o dell’obbligo indiretto alla vaccinazione siano l’unica strada per “ritornare
alla normalità”: comunque lo si voglia definire, sia esso un ricatto indiretto o un obbligo diretto, è
inammissibile subordinare l’ingresso nei luoghi della Repubblica – dai teatri alle università –
all’obbligo di esibire una certificazione illecita, sia essa il green pass o altro provvedimento
normativo similare.
Il Decreto Legge n° 111 del 6 Agosto 2021 sancisce la negazione del diritto allo studio per una
parte degli studenti italiani, in virtù delle scelte che costoro hanno deciso di compiere in merito alla
propria salute ed ai relativi trattamenti sanitari. Il Governo sostiene di agire per tutelare la salute
pubblica e per prevenire il contagio, in forza di quanto stabilito dall’articolo 16 della Costituzione.
Tuttavia, occorre domandarsi se le misure in esame costituiscano davvero un modo per fermare
l’emergenza pandemica o se l’unico obbiettivo sia proseguire indiscriminatamente la campagna
vaccinale, a prescindere che costituisca o meno un bene per la collettività e per i suoi cittadini:
anche il Parlamento si è occupato della questione con l’Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00388 del
16 Giugno 2021 del Senato della Repubblica Italiana, nel quale si conferma che “I vaccini sono
attualmente sperimentali con dati limitati sulla sicurezza (…)”. Eppure, sia in fase sperimentale sia
nel caso di sperimentazione terminata, come abbiamo già avuto modo di esporre testé, il dibattito
medico-scientifico non si esaurirebbe e non troverebbe un accordo univoco e certo su una questione
così controversa. Le Istituzioni, dunque, non possono che fornire ai cittadini risposte poco chiare,
precise, corrette o adeguate a soddisfare veramente la tutela di quei valori e di quei princìpi su cui il
nostro ordinamento giuridico libero, democratico e rispettoso dei diritti umani fondamentali fonda
le sue radici. Far passare come certo e indubitabile per tutta la popolazione ciò che è e continuerà ad
essere oggetto di dibattito e smentite – e imporre su queste basi un qualsivoglia obbligo diretto o
indiretto che sia – non rispetta alcuna logica o principio di proporzionalità.
L’articolo 16 Cost. afferma in verità che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente
in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale
per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni
politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli
obblighi di legge”. Ci chiediamo dunque come sia possibile parlare di “motivi di sanità o di
sicurezza” in una situazione medico-scientifica del genere dove albergano dubbi e controversie. Le
già citate misure di tutela della salute pubblica in realtà non possono che essere dettate in forza di
ragioni contradditorie, arbitrarie e per questo prive di un fondante accordo scientifico. In presenza
di una fattispecie come quella prospettata, la discriminazione di natura politica ed ideologica si
configura in modo netto e preciso. Ciò è inammissibile, come lo stesso disposto costituzionale ci
conferma. La discriminazione non è tollerata anche secondo il dettato dell’art. 3 della Carta
Costituzionale, che sancisce il principio di uguaglianza formale nonché di uguaglianza sostanziale.
In base all’art. 3 Cost. “(…) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Le Istituzioni del nostro Paese hanno sempre il dovere di
agire attivamente affinché le discriminazioni non vengano perpetrate all’interno
di qualsiasi fattispecie di ogni genere. Osservando la questione da un punto di vista più generale, è
opportuno evidenziare che secondo l’art. 13 Cost. “La libertà personale è inviolabile. Non è
ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra
restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e
modi previsti dalla legge”. Qualora sussistesse una legge che intendesse limitare tale libertà
personale, sarebbe comunque necessario l’intervento dell’autorità giudiziaria, il quale, tuttavia,
deve indirizzarsi ai singoli individui ad hominem e non ad una pluralità indistinta, secondo il
principio di proporzionalità. Ed ancora, in base all’art. 17 Cost. “(…) Per le riunioni, anche in
luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere
dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di
incolumità pubblica”. Poiché le Università sono da considerarsi luoghi aperti al pubblico, e non
luoghi pubblici, così come ricavabile dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite
(sentenza Corte di Cassazione 31/3/1951), tutti gli studenti universitari regolarmente iscritti
all’Ateneo hanno la piena facoltà di potersi riunire nei luoghi preposti allo svolgimento delle attività
didattico-universitarie, quali aule studio, biblioteche e spazi nei quali si svolgono le lezioni, senza
essere costretti a dover esibire alcun green pass. Più in particolare, si pensi all’art. 33 Cost., in virtù
del quale “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”; e, ancora più
direttamente, l’art. 34 Cost. sostiene che “la scuola è aperta a tutti”, senza prevedere in alcun caso
– neppure a titolo straordinario o emergenziale – che l’ingresso agli istituti scolastici possa essere
subordinato al possesso di un presunto “certificato verde”. L’art 32.2 della Carta Costituzionale
recita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della
persona umana”.
Lo stesso Consiglio d’Europa si è chiaramente espresso in merito con la risoluzione n°2361 del
27 Gennaio 2021, dove, al paragrafo 7 si afferma in esplicito che “è necessario assicurarsi che i
cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno dev’essere
sottoposto a pressioni di carattere politico, sociale o di qualunque altro tipo in merito, se non lo
desiderano. È inoltre necessario assicurarsi che nessuno venga discriminato per non essersi
vaccinato, che sia per rischi legati alla propria salute o per aver fatto la scelta di non vaccinarsi”.
Il Consiglio d’Europa non emana atti direttamente vincolanti per gli Stati, ma le sue risoluzioni
costituiscono baluardo democratico in Europa e punto di riferimento per il diritto internazionale.
A tal proposito, invece, esistono numerose fonti europee ed internazionali che devono
necessariamente essere rispettate dallo Stato italiano: onde i Decreti Legge nonché i DPCM sono
soggetti al rispetto della gerarchia delle fonti del diritto di rango superiore, quali il diritto europeo
ed il diritto internazionale, in virtù di quanto stabilito dagli artt. 10, 11 e 117 della Costituzione.
Il nostro ordinamento giuridico, come quello di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, deve
sottostare al principio del primato del diritto europeo, secondo il quale, di fronte alla stessa materia
trattata in modo difforme sia dalla norma europea che dalla norma interna, dovrà sempre esservi
prevalenza della norma europea su quella di diritto interno. Il paragrafo 36 del Regolamento
europeo n° 953/ 14 Giugno 2021 precisa chiaramente che “è necessario evitare la discriminazione
diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate (…) perché non rientrano nel gruppo di
destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i
bambini, o perché non hanno ancora avuto l'opportunità di essere vaccinate, o hanno scelto di non
essere vaccinate” (come precisato con correzione della traduzione del suddetto paragrafo 36 in data
5 Luglio 2021, pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea). Inoltre, il Regolamento
prosegue precisando che “[…] il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che
istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”. Nonostante il predetto paragrafo si riferisca
alla regolamentazione degli spostamenti tra gli Stati dell’UE, facciamo notare che sarebbe
irrazionale se il medesimo non valesse in via analogica per i movimenti all’interno dei territori
nazionali.
In relazione all’interpretazione del principio del primato del diritto europeo, la stessa Corte di
Giustizia dell’Unione Europea si è chiaramente espressa attraverso la sentenza C-378/17 del 4
Dicembre 2018, in cui afferma, al paragrafo 50, che “[…] Dal principio del primato del diritto
dell’Unione (…) risulta che gli organismi incaricati di applicare, nell’ambito delle rispettive
competenze, il diritto dell’Unione, hanno l’obbligo di assumere tutte le misure necessarie al fine di
garantire la piena efficacia di tale diritto, disapplicando all’occorrenza qualsiasi disposizione o
giurisprudenza nazionali che siano contrarie a tale diritto”. Il disposto della Corte di Giustizia
dell’Unione Europea chiarisce, quindi, quale sia il ruolo delle istituzioni nazionali e della Pubblica
Amministrazione a fronte di norme interne in contrasto con il diritto europeo: queste devono
disapplicare quanto in contrasto con la normativa europea.
In relazione al diritto internazionale, invece, richiamiamo alla Sua attenzione gli artt. 2.1 e 7
della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo (ONU), nonché l’art. 26 della sopracitata
Dichiarazione – in base al quale “l'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali” –.
La discriminazione è, inoltre, vietata da altre fondamentali disposizioni del diritto internazionale, tra
cui l’art. 21 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (il cui valore giuridico, a seguito del Trattato di Lisbona, è equiparato a quello dei Trattati istitutivi dell’Unione Europea) e l’art. 14 CEDU (Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali, pienamente integrata a sua volta all’interno del diritto europeo stesso). E malgrado all’art 15 CEDU si parli di “deroga in caso di emergenza”, è importante sottolineare quanto il medesimo articolo precisi che la deroga è ammissibile “a condizione che tali misure non siano in conflitto con gli altri obblighi derivanti dal diritto internazionale”. L’attuazione del green pass corrompe quei princìpi fondamentali che contraddistinguono uno Stato di diritto, i quali non
possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale (sent. cost. n° 1146/1988). In
considerazione di quanto affermato, siamo esterrefatti nel constatare l’illegittimità del Decreto
Legge 111/2021: certi sono la sua incostituzionalità, il suo palese contrasto con le disposizioni del
diritto internazionale e la sua violazione delle norme europee di rango gerarchicamente superiore. E
chi mettesse in atto tali disposizioni commetterebbe il reato di violenza privata, come dettato
dall’art. 610 del Codice Penale, secondo il quale “chiunque, con violenza o minaccia, costringe
altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni”,
nonché il reato di interruzione di pubblico servizio, come dettato dall’art 340 del Codice Penale,
secondo il quale “chiunque (…) cagiona una interruzione o turba la regolarità di
un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino
a un anno (…)”, e infine il reato di abuso d’ufficio, art. 323 del Codice Penale, secondo il quale
“(…) il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o
del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge (…) arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni”.
Lo stesso Presidente Emerito di Sezione presso la Corte di Cassazione Paolo Sceusa, in
riferimento alla violazione del Patto sociale fra Stato e cittadini, ha coraggiosamente affermato: “Mi
interessa da giurista schierarmi fieramente contro chi sta violando il patto di lealtà tra potere e
cittadini. Ho ravvisato questa gravissima violazione del patto nella pubblicazione del testo in
italiano del considerando numero 36 del regolamento numero 953 del 2021 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021, quello che disciplina il Green pass europeo: nella
versione italiana è stata volontariamente saltata una parte del testo originale. Quella delle parole
‘o hanno scelto di non vaccinarsi’. La norma è quella che mira a non introdurre discriminazioni
anche indirette nei confronti di chi ha scelto di non vaccinarsi. Questa omissione, dopo le proteste
di alcuni accorti giuristi, è stata corretta – e quelle parole omesse sono state finalmente svelate alla
stregua di un normale ‘errore materiale' –. (…) Tutto questo mi appare come una inaudita e
gravissima rottura del patto di lealtà al quale facevo riferimento. E allora faccio un appello che è
una allerta: chi è arrivato scientemente ad alterare il testo, potrebbe arrivare anche a fare
qualsiasi altra cosa. Qui si tratta dei diritti di tutti e di ciascuno. Uniamoci a difesa di quei diritti
contro chiunque vuole attentare al loro libero e inalienabile esercizio. Ne cives ad arma ruant.”
Accettare la violazione dell’insieme dei diritti richiamati è per noi irricevibile, inammissibile. La
nostra posizione è ferma davanti a tali scelleratezze. Non possiamo accettare un’imposizione che ci
spinge con continui ricatti verso un obbligo de facto, né un eventuale e conseguente obbligo de iure,
i quali tradiscono la natura del patto sociale fra lo Stato ed i suoi cittadini. Dal punto di vista
giuridico, che corrobora quanto detto nelle pagine precedenti, invitiamo la Magnifica Rettrice a
difendere al nostro fianco i valori della Costituzione, nostra suprema fonte normativa, nonché del
Diritto Naturale da cui essa – insieme al Diritto Internazionale – ha avuto origine. La invitiamo in
tal modo a farsi protettrice tanto del diritto allo studio quanto del principio di eguaglianza, nonché
del diritto al lavoro e delle libertà fondamentali che ogni Ente dello Stato è tenuto a tutelare per
potersi dire tale. Quello di abolire l’obbligatorietà del green pass o di lasciapassare analoghi è
dunque non solo un invito, ma un richiamare al suo principale dovere l’Università. Invitiamo
l’Università di Firenze tutta ad affermarsi nuovamente come luogo e faro di civiltà.
Nell’attesa di una pronta presa di posizione in relazione alle urgenze che abbiamo qui inteso
acclarare, porgiamo i nostri
Distinti saluti
Firenze, 02/09/2021
In rappresentanza degli “Studenti contro il Green Pass” dell’Università di Firenze,
ma sarebbe più corretto dire, semplicemente, in rappresentanza di molti studenti dell’Università di Firenze.
32 commenti:
Purtroppo, questa lettera va a rivolgersi al rappresentante di un ente, il quale, per la propria materiale sopravvivenza, deve necessariamente dipendere dagli stanziamenti che lo Stato gli concede.
Dunque, si eleva un appello ad un organismo che, di fatto, si trova ad essere privo di ogni autonomo potere decisionale e che, dunque, assolutamente non potrebbe permettersi di comportarsi diversamente da come fa, pena la sua materiale dissoluzione ...
Michele Gaslini
Avrei voluto scrivere io queste considerazioni:
Il sogno di un'élite globalizzata occidentale è precisamente quello di stabilire una NUOVA RELIGIONE MONDIALE . Per questo piccolo gruppo, le antiche religioni, e in particolare la Chiesa Cattolica, devono trasformarsi oppure morire. Devono abbandonare la propria dottrina e il proprio insegnamento morale, così da riuscire a realizzare una religione mondiale planetaria, una religione senza Dio, senza dottrina e senza insegnamento morale, una religione del consenso. Questa religione finirebbe in realtà per mettersi unicamente al servizio degli interessi finanziari (...) Siamo di fronte a un'iniziativa politica, ideologica, atea, a una DITTATURA aberrante e inammissibile.
E invece le ha scritte un grande Cardinale nero
Non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus difficilia sunt (Sen. epist. 17, 104).
"Non perché sono cose difficili non osiamo, ma proprio perché non osiamo sono cose difficili".
Ma non è dovere dello Stato sovvenzionare Istruzione, Sanità, Giustizia, Economia?
Quand'anche lo Stato ritirasse i suoi stanziamenti, che tipo di Stato finirebbe col diventare? Rimarrebbe ancora Stato?
Benissimo questa lettera. Ora aspettiamo altre Università.
Noto che anche questa Università ha una Magnifica Rettrice. Nel personale ausiliario è rimasto qualche maschio? Le Università della Repubblica Italiana sono diventate tutte succursali dell'Università di Sant'Orsola Benincasa?
https://www.youtube.com/watch?v=KEPN9VzCCms
4 ottobre 2021: data infame. Obbligo vaccinale per tutti
@Michele Gaslini
Non è proprio così.La questione è molto più articolata e complessa di come la "riassume" lei in modo- mi consenta- un poco disfattista.Proprio il Prof.Ugo Mattei,Ordin.di Diritto Civile Univ.Torino, il quale ha promosso nei giorni scorsi coi suoi studenti "no green pass" una occupazione del rettorato,ha motivato che i Rettori,avendo la rappresentanza p.t. di un Ente dotato di autonomia come l'Università,che NON è "una struttura del Ministero",possono e DEBBONO resistere ad una norma discriminatoria che lede i diritti di libertà garantiti dalla Costituzione.In caso di emergenza democratica,un atto di disobebdienza civile di un rettore sarebbe un alto atto di Diritto,che non solo non porterebbe ad alcuna "dissoluzione",ma sancirebbe l'inizio della resurrezione dell'Accademia,dove da tempo logiche di potere e di servilismo e conformismo imperversano e tutto corrompono.
Alla negatività del "nulla si può fare, tutto è inutile, resistere è impossibile" che è al cuore del triste post di Michele Gaslini effettivamente risponde l'operatività e il coraggio (ben argomentati) del Prof. Mattei di Torino. Anche a lui, chissà quanti colleghi avranno detto "la penso come te, ma non si può fare nulla, il Rettore ha le mani legate, deve OBBEDIRE al Ministero".....Certo come no, da sempre al comparire dei totalitarismi, le "giustificazioni" delle "anime belle", dei "benpensanti", sono sempre le stesse....Ad essi però probabilmente sfugge l'essenza dei concetti di OBBEDIENZA, di COSCIENZA, e di RESISTENZA. Che sono correlati al sacrificio di qualcosa di sè. La lotta per la verità eper la libertà passa giocoforza da persone che non antepongono l'opportunità, la convenienza, il tornaconto personale alla tutela dei Principi in gioco. Un rettore, acro gaslini, ha comunque sempre la straordinaria arma democratica delle DIMISSIONI. Dopo, tornerà a fare il professore. Ma avendone titolo e credibilità. La seconda, nel caso in cui non resista alla barbarie, viene totalmente meno.
QUI IL VIDEO DEL PROF. MATTEI DI TORINO https://www.youtube.com/watch?v=h0QfNV6jA84
Il duro rimprovero di Padre Isidoro Da Guarcino: “Italia! Prediletta di Dio, sede del suo imperio, regina del mondo!” https://www.radiospada.org/2021/09/il-duro-rimprovero-di-padre-i-da-guarcino-italia-prediletta-di-dio-sede-del-suo-imperio-regina-del-mondo/
600 firme (finora) per questo appello degli Universitari vs 850.000 (ottocentocinquantamila) firme per l'eutanasia. La preponderanza del Male è totale. Per un un uomo pensante (essere di buona volontà è ancora tutta un altra cosa ma essere pensante è già un ottimo primo passo!) abbiamo più di mille malvagi. Non avrei mai pensato pensato che il tramonto del cattolicesimo in occidente si sarebbe rivelato come una vera epica battaglia contro le forze del male di tale proporzione eroica! Achille ed Ettore hanno sbagliato epoca per affrontarsi.
ps: non credo che ai malvagi interessino le leggi e l'erudizione di costoro nell'esporle, credo sperino che i buoni non leggano mai "De laude novae militiae" di San Bernardo di Chiaravalle.
Diego Fusaro: “La violenza inaudita del potere sta oggi anche nel far credere, grazie allo zelante operato dei suoi chierici al guinzaglio televisivi e giornalistici, che la violenza sia di chi alla discriminazione reagisce anziché piegarsi e non di chi la istituisce con tanto di infame tessera verde dell’apartheid terapeutica.”
600 firme (finora) per questo appello degli Universitari vs 850.000 (ottocentocinquantamila) firme per l'eutanasia.
Un momento! Non che quelle 800.000 firme non preoccupino oltre a stupire. È, però un paragone sbilanciato. Gli studenti fanno parte di una categoria ristretta rispetto alla generalità cui sono proposti i referendum...
Il presidente dei rettori commenta l'appello di Barbero sul green pass all'università: "Questione piccola, guardiamo avanti": E spiega come interverrà sui docenti che non hanno la carta verde
@ 8 settembre 2021 16:51
Forse perche' non si e' raggiunto il numero di morti auspicato?
https://www.maurizioblondet.it/obbligo-vaccinale-dottor-di-bella-e-in-atto-la-cancellazione-del-popolo-italiano/
Lagarde a colloquio con Schwab: “Vacciniamo il mondo intero
https://www.maurizioblondet.it/lagarde-a-colloquio-con-schwab-vacciniamo-il-mondo-intero-come-dovremmo-altrimenti-il-covid-19-tornera-a-seguirci/
E il Piave mormoro'come Maga mago' :
"Vacciniamo,vacciniamo,vacciniamo "!!!
Non sortirà nessun effetto.
Mica tanto sbilanciato. Nessun'altra categoria ha fatto una qualche raccolta firme. Perciò gli unici firmatari esistenti (che io conosca) sono loro. Se proprio vuole ci aggiunga i docenti ed i sanitari non vaccinati, e qualche sparuto highlander qua e là. Qualche migliaio in più. Non cambia molto. In ogni caso le raccolte firme (contro il volere del Potere) non servono a nulla. Sarò pessimista ma la storia (e la Bibbia) insegna che un popolo votato al male si redime solo dopo un gran bagno di sangue. Prima degli innocenti e poi dei malvagi. Ma i primi il Signore li accoglie e quindi se siamo in quella categoria non abbiamo da temere.
"...vacciniamo il mondo intero..."
Frase che sottolinea l'umiltà e l'adesione alla realtà di chi l'ha formulata.
In tempi più sani e non così 'fragili' l'unica risposta adeguata sarebbe stato un vigoroso tiè.
Noto che, ormai anche in testi condivisibili (recentemente in una bella intervista di don Mauro Gagliardi sull'obbligatorietà dei vaccini), circola l'espressione "salute pubblica" come termine sintetico per indicare la tutela pubblica della salute dei singoli individui. Come si sa, "salute pubblica" è termine tecnico riferito al Comitato fondato dai rivoluzionari francesi per difendere la repubblica dalle insurrezioni (Vandea) e dal pericolo della restaurazione straniera dell'ordine. Naturalmente esercitò pienamente il terrore e la sopraffazione. É una strana e inquietante confusione dei linguaggi, avvallata da una circolare del Ministero degli Interni dello Stato italiano, che tradisce pessime intenzioni e allude a inquietanti prospettive.
(Andrea Sandri)
https://www.maurizioblondet.it/il-grande-prestigio-di-cui-draghi-gode-in-europa/
Il grande prestigio di cui Draghi gode in Europa
Maurizio Blondet 9 Settembre 2021
La sanzione Ue affonda Alitalia,
da Bruxelles la richiesta
di restituire 900 milioni
Ita, c’è il via libera: la compagnia adesso può partire Ita, stipendi medi tagliati del 15% con meno ferie e congedi parentali
Il Mattino di Napoli dà il senso politico della stangata nel modo migliore:
“La doccia fredda, anzi gelata, è piombata su Palazzo Chigi (Draghi) sul ministero dello Sviluppo e sul Tesoro (i suoi yes men)..In un momento tra l’altro delicatissimo: la trattativa tra Ita e i sindacati per il contratto di lavoro. E’ evidente che Alitalia non sarà in grado di restituire i 900 milioni avuti in prestito dallo Stati. Lo spetttro del fallimento aleggia già nelle frenetiche telefonate tra i protagonisti della vicenda. Più di un ministro è rimasto sorpreso dalla tempistica: un diretto e volontario colpo alle gambe della compagnia italiana nel momento più delicato non è stato un caso...
@anonimo 23:34 "non sortirà nessun effetto"
Curioso. Come se il prendere pubblica posizione di fronte alla maggioranza addormentata non avesse IN SE' un enorme valore. L'effetto è in sè. Ed è la Speranza. La speranza data dal fatto che vi sono ancora menti libere, capaci di GIUDIZIO, e pure coraggiose, perchè escono allo scoperto, si chiamino Cacciari o Agamben (ormai, nella presente situazione drammatica, destra e sinistra sono futilità: si parla ormai di raziocinanti e non,di schiavi mentalmente e non), oppure siano giovani matricole universitarie. Non ricordo se era Ezechiele o Geremia: ..a cui Dio (e la coscienza retta) chiedeva "E tu richiama"...lui: "ma non mi ascoltano".."E tu richiama lo stesso". Quando verrà il redde rationem, tu non sarai giudicato per aver TACIUTO. Se invece taci, saranno giudicati gli empi, e tu per aver taciuto. I tempi, e la sostanza, oggi, è questa. Altro che "non sortire alcun effetto"! se tacerete grideranno le pietre.
augurio di inizio anno scolastico espresso il 16 settembre 1998 dal cardinale Carlo Caffarra (1938 – 2017):
"Carissimi, consentitemi di dirvi una parola, in questi giorni in cui riprendete il vostro cammino scolastico. Da oggi per nove mesi passerete la maggior parte del vostro tempo nella scuola. Già per lo spazio che essa occupa in termini quantitativi dentro la vostra vita, non potete consumare un’occasione come questa. Lo so: nell’attuale scuola italiana non è facile per voi superare questa insidia. Ma la scuola è fatta anche e soprattutto da voi: siate esigenti.
Con i vostri insegnanti: chiedete a loro che vi educhino ad una passione smisurata per l’uso della vostra ragione e non solo per il rispetto tollerante di ogni opinione; chiedete loro che vi educhino al gusto pieno della libertà, di quella libertà che consiste nella esclusiva sottomissione alla ragionevolezza. In una parola: che vi introducano nella realtà, offrendovi una chiave di lettura del suo significato intero.
Siate esigenti con voi stessi: non tagliate mai i desideri del vostro cuore sulla misura impostavi dalle mode del momento, dai potenti di turno. Perché, alla fine, la scuola che oggi cominciate se non vi educa ad essere veri, liberi, capaci di stupore di fronte alla realtà, vi prepara ad essere servi. Auguri!"
https://www.tempi.it/cari-studenti-siate-esigenti/
Propaganda live
L'altro giorno, durante la trasmissione "Fuori dal coro", una signora rimasta menomata dopo l'inoculazione del vaccino faceva notare che le vittime della campagna vaccinale scompaiono dagli schermi appena denunciano le loro sofferenze. Evidentemente sono soggetti scomodi per il Goebbels collettivo. Oggi, in cambio, i telegiornali annunciano trionfalmente la morte di "giovane madre" (dunque doppiamente colpevole e disgraziata) non vaccinata.
Intanto irruzione blitz della polizia della Mandragola degli Interni nella casa di cinque "pericolosi" no-vax, perché su telegram si definivano "guerrieri".
Dopo l'art. 13 Cost. e il Concordato, il Governo dello Stato italiano si sta accingendo a scalpellare anche gli artt. 17, 18 e 21, sputando sull'ultimo comma dell'art. 32 Cost., la dignità umana.
(Andrea Sandri)
«Gli outing non sono tutti uguali. Quelli sulle tendenze sessuali, per dire, da anni portano bene: servizi giornalistici e riflettori garantiti. Invece altri, per esempio sulle convinzioni sui temi etici, possono costare carissimo».
@ A. h.10.53
premesso che il carrozzone Alitalia ha ingoiato altro che 900 mln. che verranno sicuramente scontati dai soldi del RF, si sa come finirà, verrà inglobata senza spendere un soldo da Lufthansa, e Ryan air si cuccherà tutte le rotte low cost a medio breve raggio, fine della storia. Una ultima osservazione, in Afghanistan pare, almeno da immagini, che il vairus non esista proprio, salgono stipati sugli aerei, smascherati, e sbarcano altrettanto garruli e felici in tutta Europa, mi chiedo come mai a loro non venga richiesto nulla, né tampone, vaccinazione neanche a pensarci, neppure il GP.......che siano auto immuni o a noi raccontano caxxate sempre più minacciose per rimpinzarci del sacro siero e raggiungere altre mete extra terrestri? La storia continua.....
@ 9 settembre 2021 14:42
"mi chiedo come mai a loro non venga richiesto nulla, né tampone, ne' vaccinazione"..
Non Le nascondo che mi ha fatto sorridere.
Provino,provino i colletti bianchi a proporre loro la pezza sulla bocca, i tamponi e quant'altro...vedano dove li faranno finire..quelli sono ancora al tribalimo (perche' così e' piaciuto che rimanessero ai responsabili dei loro Paesi). Non ci metterebbero tanto a reagire, non dovrebbero consultare nessun comitato ssscccientiiifico...
Cornell College. 95% di Vaccinati, il Quintuplo di Casi in più del 2020.
https://www.marcotosatti.com/2021/09/09/cornell-college-95-di-vaccinati-il-quintuplo-di-casi-in-piu-del-2020
Gli inoculati sono laboratori Wuhanviaggianti,impollinatori?
Dopo aver costruito lo stereotipo del "no-vax" semianalfabeta, psicolabile e credulone - sostanzialmente un bambinone pauroso figlio del proletariato e incapace di stare al mondo - e averci raccontato che si tratta di un fenomeno sociale minoritario e ininfluente, la narrazione sta oggi cambiando.
Ora i cosiddetti "no-vax" sono un'organizzazione terroristica internazionale, con imponenti risorse finanziarie, sostenuta dai servizi segreti di paesi non allineati come la Russia, che cospira segretamente per sovvertire gli equilibri del mondo occidentale.
Quando il fenomeno del dissenso non è più liquidabile come inesistente perchè la sua consistenza e determinazione è sotto agli occhi di tutti, allora si passa a criminalizzarlo per poterlo squalificare non solo dal punto di vista morale, ma anche civile e legale.
Peccato che per farlo, dopo due anni di accuse di cospirazionismo a chiunque suggerisse scenari e trame occulte, si stia ricorrendo al più abusato tema complottista esistente sul mercato: la S.P.E.C.T.R.E. internazione che trama nell'ombra per rovesciare i destini dell'umanità.
Il complottismo degli anticomplottisti. Pure questa ci toccave vedere.
Scusate, forse non ho capito bene: gentaglia che è favorevole all'aborto, al divorzio, alle unioni gay, all'eutanasia, a lasciare morire di fame e sete le Eluane Englaro, al gender, alla pedofilia e alla pornografia vorrebbe insegnarci che cosa è "dovere morale"?
Franco Damiani
Giuseppe Palma
Se l'esecutivo avesse davvero a cuore la Salute e il contenimento del virus, consentirebbe il rilascio del green pass anche a seguito di tamponi salivari rapidi, quelli che danno esito in 15-20 minuti.
Non lo fa perché l'emergenza conviene a molti ed è strumento di governo.
L'obiezione principale ai tamponi salivari rapidi è quella che il tampone nasale è molto più sicuro - in termini di esiti - della saliva. Ma allora perché ci obbligano ad indossare la mascherina per evitare che le goccioline di saliva infettino gli altri?
Bisogna stare in guardia, siamo davanti ad un gioco sporco. Che la Santa Trinità aiuti tutti ed ognuno! Preghiamo.
È dunque proprio l’attesa dello Sposo, proclamata in molteplici passi della Sacra Scrittura, il principale obbiettivo, come pure il grande anelito che accomuna – o almeno… dovrebbe accomunare! – tutti i cristiani che si dichiarano tali.
«Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.»
Ergo, “si assopirono tutte…” o quasi!
Sappiamo infatti che le uniche a non addormentarsi sono le sentinelle sugli spalti: «Sentinella, quanto resta della notte?
Ai nostri giorni possiamo purtroppo constatare quanto ciò sia vero: i cristiani, nella quasi totalità, si sono effettivamente addormentati!
https://www.marcotosatti.com/2021/09/11/vergini-sagge-e-vergini-stolte-russo-e-boccacci-leggono-la-parabola/
PAZZESCO: Il gruppo universitario torinese contro il Green pass comunica che, in data 9 settembre 2021, il rettore Geuna dell’Università degli studi di Torino, è stato messo a conoscenza, via e-mail, degli allarmanti episodi discriminatori che in vari dipartimenti dell’ateneo si stanno verificando; è esemplare il caso di un docente che non solo premia attraverso il conferimento di tre punti bonus in sede di esame coloro che dimostreranno di essere in possesso della certificazione verde e potranno quindi sostenere la prova in presenza, ➡️ma innalza l’attestazione sanitaria a mezzo di superamento della prova anche laddove la preparazione della candidata o del candidato fosse manifestamente insufficiente.⬅️
Il movimento ha chiesto la cessazione di ogni forma di abuso attraverso l’intervento celere del rettore e di essere ricevuto quanto prima per proseguire il fondamentale dialogo istituzionale alla luce di episodi insopportabili che ancora una volta danno conferma alle motivazioni della nostra azione.
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