Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 9 luglio 2022

Cos’è una donna? What is a Woman?

Che cos’è una donna? Tutti dovrebbero essere in grado di rispondere. Tuttavia, al giorno d’oggi, questa è diventata una domanda alquanto spinosa negli USA. Lo racconta Matt Walsh, commentatore politico statunitense, prima con un documentario ed ora nell’omonimo libro What is a woman? (DW Books, Nashville 2022).

Cos’è una donna? What is a Woman?

Che cos’è una donna? Tutti dovrebbero essere in grado di rispondere. Tuttavia, al giorno d’oggi, questa è diventata una domanda alquanto spinosa negli USA. Lo ha voluto raccontare Matt Walsh, commentatore politico statunitense, prima con un documentario ed ora nell’omonimo libro What is a woman? (DW Books, Nashville 2022).

La ragione per cui la gente ha difficoltà a rispondere alla domanda del titolo è, secondo Walsh, perché «un’ideologia rabbiosa, vendicativa e insensata ha preso il sopravvento. Di conseguenza chi conosce la risposta è spaventato dal dirla». Questa ideologia è la teoria di genere, ormai nota anche in Italia.

Walsh ha dunque incontrato ed intervistato sulla teoria di genere esperti in ogni campo, medici, terapeuti, psichiatri, psicologi, politici, attivisti e le stesse persone transgender senza mai polemizzare o scontrarsi apertamente. Ha inteso ascoltare genuinamente le loro idee per capirle in modo definitivo. Ma come scrive «ho iniziato a rendermi conto che il problema non era la mia capacità di comprensione. Nulla di quel che dicevano aveva senso. Le loro argomentazioni collassavano, non con martellate o forti spinte ma con semplici domande, perché il nucleo della ideologia di genere è vuoto».

Non si tratta infatti di una teoria salda e coerente, monolitica, anzi risulta alquanto contraddittoria non appena la si analizza, a partire dalla sua storia. Una decennale stratificazione di concetti nati nelle accademie americane del XX secolo, che riunisce Alfred Kinsey, John Money e Judith Butler: il primo, padre della sessuologia moderna, intendeva la preferenza sessuale come uno spettro, variabile da individuo a individuo ma in sé stabile; Money fu il primo ad adottare il termine “genere” in ambito sessuale e a separarlo dal sesso (biologicamente inteso), dandogli un’origine sociale; la Butler oggi sostiene che il genere sia “performativo”, un processo di attiva espressione di sé e perciò dinamico, mutevole, fluido.

Chi propone questa teoria però non è in grado di fornire vere definizioni ai termini “genere” e “identità di genere”, non sa dire come distinguere una identità genuina da una errata o mendace, non spiega come mai, sebbene genere e sesso sarebbero distinti, il percorso di “affermazione del genere” richieda ormoni e chirurgia, solo per fare alcuni esempi delle innumerevoli aporie.

Potrebbero apparire eccentriche fantasie che occupano solamente le conversazioni dei professori universitari se non fosse che negli USA negli ultimi anni questi temi sono entrati pesantemente nelle scuole (nei programmi dell’educazione sessuale e non solo), con una decisa accelerazione avvenuta nel 2013 in occasione della pubblicazione della quinta edizione del Manuale Diagnostico Statistico (DSM), “testo sacro” della psichiatria, che riclassificò il disturbo d’identità di genere in disforia di genere. Da allora infatti ogni attività rivolta ai più piccoli non sarebbe stata più fare propaganda ad una condizione patologica ma ad una semplice variante naturale della sessualità.

Tutto questo, inducendo nei ragazzi e nei bambini una enorme confusione, sta portando ad un’impennata nell’incidenza della disforia di genere, che ha assunto l’andamento di un vero e proprio contagio. Una volta ottenuta la “diagnosi” (di fatto sono creduti sulla parola), iniziano un percorso di “affermazione del genere” che porta all’assunzione di bloccanti della pubertà, ormoni dell’altro sesso e asportazioni chirurgiche di seni e genitali già in giovanissima età. Il tutto omettendo deliberatamente i pesanti effetti avversi e le complicazioni di queste procedure ed ignorando del tutto gli effetti e gli esiti, sia fisici che psicologici, a lungo termine. Lo racconta in modo toccante Scott Newgent: nata femmina, intraprese in età adulta il percorso per “diventare uomo”, che in realtà, come ha rivelato nell’intervista a Walsh, la porterà presto alla morte a causa delle infezioni ricorrenti cui è soggetta.

Naturalmente gli attivisti si fanno scudo di buoni sentimenti. Scrive Walsh: «vogliono solamente fermare la discriminazione, vogliono soltanto accettazione e rispetto. Ma le loro azioni, leggi e regole rivelano ambizioni più grandi. Il loro regime anti-discriminazione discrimina le donne e tenta di eliminare qualsiasi distinzione tra maschio e femmina. Il loro desiderio di accettazione richiede conferme e bandisce il dissenso. Richiedono il tuo rispetto, ma si rifiutano di rispettare i dettami della biologia, l’innocenza dei bambini o il legame tra genitori e figli».

Matt Walsh ritiene tuttavia che questa sia una battaglia culturale che i conservatori possono vincere, proprio a motivo dell’inconsistenza delle argomentazioni della teoria di genere. Sostiene che se alle opinioni emotive e relativistiche si oppongono fatti e logica si potranno riportare alla realtà coloro che si sono smarriti nell’errore. E considera fondamentale l’azione su due fronti: da un lato la pressione all’ambito politico perché non ceda sul piano legislativo o amministrativo all’ideologia di genere, dall’altro il presidio della scuola, per preservare i più piccoli da queste teorie deleterie, anche togliendoli dagli istituti pubblici se necessario.

Su tutto deve prevalere la formazione e la preparazione perché «possiamo sapere ogni giorno che gli ideologi transgender si sbagliano ma se non sappiamo il perché, le nostre convinzioni sono impotenti».

Per chi, infine, se lo stesse domandando, l’autore non elude la domanda che muove tutta la sua inchiesta. Niente di più semplice: una femmina umana adulta.
Samuele Salvador - Fonte

20 commenti:

Anonimo ha detto...

CONOSCIAMO IL SANTO DEL GIORNO: S. VERONICA GIULIANI, VERGINE

Oggi 09 luglio 2022 si festeggia a Città di Castèllo, in Umbria, santa Verònica Giuliani Vergine, nativa di Mercatéllo, terra della diocesi di Urbània, Monaca del Second'Ordine di san Francésco e Abbadessa del monastero di Città di Castèllo : illustre per l'intenso desiderio di patire, e per le altre virtù e grazie celesti, dal Papa Gregòrio decimosesto fu iscritta nel numero delle sante Vergini.

Nacque a Mercatello (Marche) nel 1660, e nel battesimo le fu imposto il nome di Orsola. Giovanetta, fu posta dalla sua madre moribonda sotto la protezione del Salvatore ed ella ne concepì subito una grande devozione, che le fu sorgente di molte grazie. Desiderava sempre di soffrire qualche cosa per Gesù; si diede all'acquisto delle virtù dell'umiltà e dell'ubbidienza che adornarono la sua fanciullezza. Colla pazienza e colle preghiere vinse l'ostinato suo padre che la voleva sposare a qualche nobile, ed entrò nel convento delle Cappuccine di Città di Castello. A diciassette anni fu ammessa con grande suo giubilo alla professione dei voti religiosi e prese il nome di Veronica. Da vera religiosa ella non pensava ad altro che a piacere a Gesù, sensa curarsi delle speranze e fallaci attrattive che il mondo presenta all'età giovanile. Tale rinuncia a se stessa e al mondo ed una dedizione generosa al Signore, furono in principio di quella perfezione che la condusse alla santità. Veronica era giunta all'età di 33 anni quando ebbe più volte la visione di un calice ripieno; d'un liquore che le provocava un'indicibile ripugnanza. Al tempo stesso subì l'incoronazione di spine che lasciò apparire attorno al suo capo profonde ed acute trafitture. I dolori furono ancora aumentati dai medici che dopo aver tentato invano di guarirla, si dichiararono impotenti.
Fra tanti spasmi si manteneva sempre completamente sottomessa al volere di Dio. Con licenza dei superiori, incominciò un digiuno a pane ed acqua che durò tre anni. Nel Venerdì Santo del 1697, mentre domandava a Dio umilmente e di cuore perdono dei suoi peccati, le apparve Gesù Crocifisso e le impresse le sacre stimmate. Il Vescovo, informato di tal prodigio, venne a visitare la suora e si accertò del miracolo; il sangue fluiva dalle ferite dei piedi, delle mani e del costato. Veronica, lungi dal voler ingannare chi la circondava, si mostrava timorosa che ciò che avveniva in lei fosse opera del demonio. Anche i superiori vollero accertarsi dell'origine del fatto, e a tal fine posero alla prova la virtù della serva di Dio. Fu deposta dalla carica di maestra delle novizie e la chiusero in una cella dell'infermeria; fu trattata da strega, derisa, maltrattata, privata della Comunione, scomunicata. Ma la pace del cuore non l'abbandonò mai; si rammaricava soltanto di non poter ricevere Gesù ed assistere alla S. Messa.
Cessata la dura prova le consorelle mutarono il loro disprezzo in alta stima, avendo conosciuto la sola virtù di suor Veronica. Gesù però voleva partecipare alla sua serva altri dei suoi dolori. Tutti gli strumenti della passione del Signore furono impressi in modo sensibile nel cuore di Veronica. Nel 1716 ella veniva eletta badessa e vi rimase fino alla sua morte che avvenne il 9 luglio 1727, dopo cinquant'anni di vita claustrale.

Oltre alle degenerazioni socio-culturali e la scomparsa dell'etica ha detto...

"Pensateci seriamente: sono ormai due anni e mezzo che pensate che l'emergenza finirà entro una settimana o poco più. La verità è che l'emergenza perenne è la nuova normalità. E tale nuova normalità è un preciso metodo di governo autoritario delle cose e delle persone.

Non ostinatevi! È inutile! ha detto...

Concordo pienamente. E inutile ostinarsi nelle illusioni. Il trionfo della dittatura mondialista planetaria è spettacolare e soprattutto DEFINITIVO.

Anonimo ha detto...

“L'occidentale medio crede di aver raggiunto una forma di superiorità morale rispetto ai suoi antenati perché ha superato la proverbiale superstizione religiosa, una forma di secolarizzazione sociale in cui il collante strutturale tra le istituzioni religiose e la vita comune è sempre meno evidente, ridotto principalmente a vuote prassi di costume.
Ma la rumorosa assenza di una infrastruttura fatta di logiche e credenze comuni paradossalmente ha sortito l'effetto opposto: sicché il fanatismo ideologico, che ha sostituito il paradigma religioso, sostanzialmente ricopre uno spazio sociale sempre più rilevante (parto dall'idea che l'uomo necessiti di credere in qualcosa, sia un altro uomo, un'idea, una guerra...).
Il sonno della ragione non è religione, ma ideologia pura e priva di razionalità, la quale sostanzialmente porta lo stesso uomo verso una forma di autodistruzione.
Le religioni, infatti, per come sono state da sempre strutturate, avevano in sé una forma di logica comune: la salvaguardia di un ordine generale e la sussistenza di un timore costante nei confronti della morte/essere superiore.
Perché se da una parte la religione assolve alla necessità di offrire risposte inspiegabili per l'uomo, dall'altra ha una funzione del tutto sociale, ed è sempre stato così.
Se si partisse da un assunto hobbesiano, ciò avrebbe perfettamente senso, seppur con un certo cinismo: non tutti gli uomini sono uguali tra loro e questo richiede forme di persuasioni sociali più o meno vistose.
Altri, i quali sono tendenzialmente coloro che affrontano l'abisso di se stessi (per dirla alla Nietzsche), naturalmente non si lasciano limitare da determinati confini religioso-ideologici, e ricercano nello strumento della religione una forma di pienezza data dalla meditazione e dalla preghiera, a cui attingono risposte non soltanto per l'umanità nel suo complesso, ma principalmente per ottenere un equilibrio interiore per se stessi.
Ad oggi il fanatismo dilagante ha sortito l'effetto di portare tutti a credere a tutto, allontanando sempre più determinati sentieri di pensiero, che spesso prevedono una dose di sacrificio a cui l'occidentale medio non è più avvezzo.
Il fanatismo è sempre stato presente, in qualsiasi epoca storica, e proprio per questo motivo credo sia una caratteristica sociale che faccia parte della natura umana nel suo complesso.
L'architettura religiosa ha da sempre cercato di porre degli spazi delineati a questi aspetti, l'ideologia successiva alla secolarizzazione si è concentrata nel rendere le folle (pericolose) in masse (tranquille), per non dimenticare degli studi di Le Bon.
Ad oggi vi è una secolarizzazione persino delle ideologie finora conosciute, perché il sistema di credenze predominante sostanzialmente è ancora più debole, ancora più fanatico, portando a motori di logica (dal mio punto di vista) pericolosi, ove è lo stesso uomo a rappresentare il nemico, il timore.
Non più una creatura da proteggere, ma da annientare.”
Vanessa Combattelli

EquesFidus ha detto...

Ma il tizio qui sopra, che si ostina a commentare che "ogni resistenza è inutile", "i mondialisti hanno vinto definitamente", "la venerazione a San Giuseppe è inutile", è un Borg di "Star Trek" o soltanto un miserabile troll?

Anonimo ha detto...

"...L'occidentale medio crede di aver raggiunto...”
Vanessa Combattelli

Non sono del tutto d'accordo, ma un po' di verità c'è. Certo che dei sociologi che si mettono a parlare allegramente di "persuasioni sociali" come se plagiare le masse fosse la norma della civiltà, allora abbiamo un GROSSO problema. Se si parte dall’assunto che non c’è una realtà che possa legare gli uomini e che il bene sia solo una questione soggettiva, allora resta solo il dominio e il plagio dell’uomo sull’uomo – e la società, la scienza e la civiltà sono solo manipolazioni più o meno efficaci. Una volta eliminata la religione, la realtà stessa ha perso ogni valore e consistenza, e ciò ha portato a quello che la tizia sottolinea: il fanatismo ideologico, dove si crede a tutto perché nulla è vero. Eliminata la religione si è eliminata la consistenza stessa della realtà, e quindi la civiltà si riduce a “persuasione sociale”.
Riccardo Zenobi

Catholicus ha detto...

Be' allora dovremmo rallegrarci, perché sia NSGC che la Sua (e, per grazia Sua, anche nostra) SS.ma Madre, Maria, ci hanno avvisato che quando sarebbero successe queste cose la nostra liberazione sarebbe stata vicina. Gesù: "quando vedrete accadere queste cose, rallegratevi, perché la vostra liberazione è vicina" ; Maria SS.ma a Suor Lucia "quando tutto sembrerà perduto, allora IO sarò con voi... alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà". Sursum Corda, quindi.

Anonimo ha detto...

Ho letto sulla Grammatica Italiana di Alfredo Panzini (1863-1939), edita da Sellerio, che un tempo l'alfabeto era chiamato 'santacroce' perché preceduto da una croce.
Quanta saggezza perduta! Anche noi dovremmo prima di scrivere i nostri commenti farci il segno della Croce. E mi è tornato in mente E.P. che metteva in guardia dall'usare i numeri in modo magico, tanto più le parole! Non sono forse la pubblicità e la propaganda formule magiche costruite con le parole? E tutta l'ipocrisia, le menzogne con le quali veniamo addormentati ogni giorno? La 'santacroce' già così è una bella diga per tutti i peccati che siamo abituati a compiere con le sue lettere.

Anonimo ha detto...


Incredibile esser precipitati in una decadenza morale e culturale del genere. Ma chi, come la nuova giudice costituzionale americana, si rifiuta di rispondere alla domanda "che cos'è una donna", provocata dal dilagare della propaganda transgender, dev'essere ritenuto in buona fede?
Secondo me, no. Questi ci marciano e ci sfottono pure, come si dice a Roma. Sono dei bugiardi, che vanno smascherati.
Impossibile che non vedano la differenza tra uomini e donne, maschi e femmine.
Fare complicati discorsi sociologici nei loro confronti è tempo sprecato.
O.

Anonimo ha detto...

"Perché la scienza diventa dogma? Quando la scienza diventa dogma finisce di essere scienza, questo è un processo che sta riguardando tutti, persino l’informazione. Dietro la parola scienza è come si nascondesse un’altra forma di censura: qualsiasi cosa è o emergenza o scienza. Ma la scienza vuole le prove scientifiche non il dogma”.

A porre la riflessione è Raffaella Regoli, in occasione della presentazione del suo libro "Sospesa a Roma". La giornalista della trasmissione Fuori dal Coro ha scritto un libro, sotto forma di diario, dove racconta la sua esperienza di over 50 che ha subito la sospensione dal lavoro a causa della sua scelta di non adempiere all’obbligo vaccinale.

Tra gli ospiti il Prof. Giovanni Frajese, che ha risposto così alla domanda: “La scienza viene oggi utilizzata come se fosse, se vogliamo essere gentili diciamo come uno sguardo in una certa direzione che dipinge la realtà. Non come un metodo di indagine della realtà stessa ma come un metodo per descrivere la realtà secondo i desiderata di qualcuno, che sono quelli che pagano per fare in maniera che questo accada”.

Anonimo ha detto...

Non si tratta di scienza dogma ma di altro peggio che ricorda Mengele

Come riconoscere le verità nascoste dal potere? ha detto...

Cos’è che spinge l’essere umano a non credere, a volte, anche a ciò che ha sotto gli occhi? Una domanda quanto mai attuale, alla luce delle sempre maggiori evidenze che sembrano contraddire inesorabilmente tanti assiomi del pensiero unico. Secondo il Professor Alessandro Meluzzi,
Medico Psichiatra, Psicologo e Psicoterapeuta, tutto dipende dal “principio di inerzia: tendiamo a non vedere tutto ciò che siamo predisposti a non vedere. La Compagnia dell’Anello dovrà tentare di addestrare il maggior numero di persone possibili all’attenzione laterale, cioè a vedere delle cose che non vogliono farci vedere ma che sono sotto gli occhi di tutti e che sono talmente bravi a non far vedere che anche quando si sono palesate (come l’esito fallimentare dei vaccini), vengono addirittura negate da chi non le ha viste perché non averle viste vuol dire smentire la propria capacità di non essere un cretino qualunque. Quindi, visto che le persone, nella loro inerzia, hanno anche la necessità di non perdere il loro status, negheranno anche delle cose che sono sotto gli occhi di tutti. Come faremo a rieducare l’umanità alla verità? È un grosso problema”.

Dello stesso avviso Alberto Contri, Docente di Comunicazione Sociale, che punta l’attenzione sull’importanza dell’educazione. Anzi, di una ri-educazione: “Si può ricostruire un modo di pensare soltanto leggendo autori che hanno saputo spaziare e immaginare cosa ci sarebbe successo già cent’anni fa. Uno dei ruoli fondamentali della Compagnia dell’Anello è diffondere il concetto di ‘studio’ e di ‘cultura’. L’altra sera ho visto due spettacoli musicali dedicati ai giovani e mi è venuto uno sconforto tremendo perché al di là della voglia di stare insieme e di sbattersi un po’, il livello dei contenuti delle canzoni era talmente basso che ti domandi ‘da quale livello dobbiamo ricominciare? A partire dalla scuola e dai giovanissimi”.

Anonimo ha detto...

La donna è un essere umano di anima e corpo diverso dall'uomo essere umano di anima e corpo diverso dalla donna. Sono stati creati diversi affinché potessero completarsi vicendevolmente nell'anima e nel corpo ed il suggello delle diversità unite si sarebbe
poi manifestato tangibilmente nel bambino e nei bambini da loro nati, ciascuno/a diverso dall'altro fratello/sorella, ma tutti somiglianti, in questo o in quello, alla mamma ed al papà.

Anonimo ha detto...

10 luglio 2022 15:03

Evidentemente la completezza umana si ha solo in rapporto con l'altro ed il primo altro è Dio, Padre Figlio e Spirito Santo, poi a scendere, senza scendere troppo pena il perdersi. La via è sempre e comunque stretta lunga in salita, con inaspettate oasi paradisiache.

Anonimo ha detto...

La “Verità” di ieri ci informa che la Nea, il più grande sindacato della scuola degli Usa, decide di stanziare ben 140mila dollari per sostenere un programma di ricerche al fine di «creare schede informative sulle 25 più grandi organizzazioni che stanno attivamente lavorando per diminuire il diritto degli studenti all’onestà nell’istruzione, alla libertà di identificazione sessuale e di genere e all’autonomia degli insegnanti». Inoltre, sempre la Nea, impegna le sue energie per abrogare la legge introdotta in Florida che vieta la trattazione di tematiche gender nelle scuole elementari. E ancora, naturalmente in nome dell’inclusività, farà di tutto per eliminare la parola “madre” e sostituirla con «genitore partoriente». Giusto un anno fa Joe Biden, intervenendo al meeting della Nea, definì questo sindacato una «delle organizzazioni indispensabili dell’America».

Il progressismo non ha confini, ovunque si muove allo stesso modo: stila liste di proscrizioni (pandemia, Ucraina, riscaldamento climatico, transizione ecologica, genderismo…) in base alle quali poi i “proscritti” perdono come d’incanto i diritti di cittadinanza (dalla semplice esclusione alla partecipazione ai pubblici dibattiti alla perdita del reddito e del lavoro… con Landini che intanto inciucia con Letta, Speranza, Calenda, Fratoianni…).

Nello specifico, il programma di ricerche approvato dalla Nea si pone l’obiettivo di stilare vere e proprie liste di proscrizione di tutte quelle organizzazioni che non si sottomettono al fanatico credo genderista, che intende rovesciare la legge di natura basata sulla differenza sessuale tra maschio e femmine. Il resto è solo chiacchiera, altro che discriminazione. Anzi, se proprio vogliamo parlare di discriminazione, questa è operata ai danni della stragrande maggioranza della popolazione “tradizionale”. Insomma per la Nea chiunque si opponga a questa inquietante ideologia diventa pericoloso perché “pretende” «diminuire il diritto degli studenti all’onestà nell’istruzione, alla libertà di identificazione sessuale e di genere e infine all’autonomia degli insegnanti». Notare come la neo lingua di questi cavalieri distopici utilizza la parola onestà: è onesto chi favorisce la libertà di identificazione sessuale e di genere, disonesto chi si oppone a questa fluidità; è onesto chi vuole distruggere la parola madre, disonesto chi solo la nomina.

Nella patria del politicamente corretto si vuole ancor più pesantemente sottomettere la scuola all’ideologia gender, nella prospettiva di “allevare” le giovani generazioni secondo questa antiumana visione della vita e delle relazioni. Qui da noi ancora non siamo a tanto, ma chi conosce la scuola, come il sottoscritto, sa purtroppo che in essa la propaganda gender è ormai prassi costante, spesso nascondendosi dietro il linguaggio fumoso e ipocrita dell’accoglienza, dell’inclusione e del contrasto al bullismo.
(Antonio Catalano)

Buffonate ha detto...

Basta grembiulini azzurri e rosa, dall’anno prossimo in Toscana «sarà consentito solo l’uso del colore giallo»

Anonimo ha detto...

Io, se avessi dei figli in quella scuola mi rifiuterei...
Io mio figlio lo voglio cercare tra i grembiulini blu e mia figlia la voglio cercare tra i grembiulini rosa, non in una massa indefinita di grembiuli gialli.... poi vediamo cosa fa il "dirigente"

Anonimo ha detto...

"Rivoluzione digitale"...è il nuovo nome dato alla schiavitù del terzo millennio ...

Allarme di scienziati e intellettuali sul transgender dei bimbi ha detto...

Non ci si illuda che queste iniziative possano essere l’inizio di un’inversione di tendenza.

Potrebbe essere, come no.

Ma intanto nella granitica “comunità scientifica” che compatta porta avanti talune pratiche senza ammettere dissenso (e non è l’unico campo), qualche falla inizia ad aprirsi.

Chissà…

Anonimo ha detto...

Qui occorre la rivolta di 'padri e madri', pochi che siano, occorre che loro si mettano alla testa di questo scempio contro l'infanzia.