Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 21 settembre 2024

È necessario “rinnovare una viva fede nella presenza reale di Cristo” nell'Eucaristia.

Articolo datato ma ancor più valido oggi che la situazione è ulteriormente degenerata. Riflessione dell'allora Segretario della Congregazione del Culto Divino. A proposito dell'inginocchiarsi [vedi].

È necessario “rinnovare una viva fede nella presenza reale di Cristo” nell'Eucaristia.

Città del Vaticano, 30 gennaio 2008 (ZENIT.org).- È necessario “rinnovare una viva fede nella presenza reale di Cristo” nell'Eucaristia, afferma monsignor Malcolm Ranjith, Segretario della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti.
È quanto sostiene l'Arcivescovo nella prefazione al libro “Dominus Est - Riflessioni di un Vescovo dell'Asia Centrale sulla sacra Comunione” (Libreria Editrice Vaticana), scritto da monsignor Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare di Karaganda (Kazakistan) [qui].

Monsignor Ranjith critica l'abbandono di pratiche quali l'inginocchiarsi per ricevere la Comunione o la ricezione in mano, avvertendo che possono condurre a un indebolimento di quell'atteggiamento di rispetto che è invece necessario quando ci si accosta alle sacre specie.
Questa situazione, spiega l'Arcivescovo, porta non solo a riflettere sulla “grave perdita di fede”, ma anche “sugli oltraggi e offese al Signore che si degna di venirci incontro volendo renderci simili a lui, affinché rispecchi in noi la santità di Dio”.

In questo contesto, è necessario recuperare la giusta considerazione dell'Eucaristia, e per questo motivo è particolarmente apprezzabile il libro scritto da monsignor Athanasius Schneider, che “vuole dare un contributo alla discussione attuale sull'Eucaristia, presenza reale e sostanziale di Cristo nelle specie consacrate del Pane e del Vino”.

Nella Chiesa, ricorda monsignor Ranjith, “la convinzione profonda che nelle specie Eucaristiche il Signore è veramente e realmente presente e la crescente prassi di conservare la santa Comunione nei tabernacoli contribuì alla prassi di inginocchiarsi in atteggiamento di umile adorazione del Signore nell'Eucaristia”.

Questa, infatti, deve essere accolta “con stupore, massima riverenza e in atteggiamento di umile adorazione”, e “assumere gesti e atteggiamenti del corpo e dello spirito che facilitano il silenzio, il raccoglimento, l'umile accettazione della nostra povertà davanti all'infinita grandezza e santità di Colui che ci viene incontro nelle specie eucaristiche diventava coerente e indispensabile”.

In alcune chiese, osserva l'Arcivescovo, “tale prassi viene sempre meno e i responsabili non solo impongono ai fedeli di ricevere la Santissima Eucaristia in piedi, ma hanno persino eliminato tutti gli inginocchiatoi costringendo i loro fedeli a stare seduti, o in piedi, anche durante l'elevazione delle specie Eucaristiche presentate per l'adorazione”.

Quanto alla prassi di ricevere la Santa Comunione in mano, il presule ricorda che è stata “introdotta abusivamente e in fretta in alcuni ambienti della Chiesa subito dopo il Concilio”, divenendo poi “regolare per tutta la Chiesa”.

Anche se è vero che “se si riceve sulla lingua, si può ricevere anche sulla mano, essendo questo organo del corpo d'uguale dignità”, non si può ignorare ciò che succede a livello mondiale riguardo a questa prassi.

“Questo gesto contribuisce ad un graduale e crescente indebolimento dell'atteggiamento di riverenza verso le sacre specie Eucaristiche”, denuncia il presule, aggiungendo che sono subentrati “una allarmante mancanza di raccoglimento e uno spirito di generale disattenzione”.

“Si vedono ora dei comunicandi che spesso tornano ai loro posti come se nulla di straordinario fosse accaduto. Maggiormente distratti sono i bambini e gli adolescenti. In molti casi non si nota quel senso di serietà e silenzio interiore che devono segnalare la presenza di Dio nell'anima”. Oltre a questo, si verificano gravi abusi perché c'è “chi porta via le sacre specie per tenerle come souvenir”, “chi le vende”, o peggio ancora “chi le porta via per profanare in riti satanici”.

“Persino nelle grandi concelebrazioni, anche a Roma, varie volte sono state trovate delle specie sacre buttate a terra”, ha avvertito.

Nel suo libro monsignor Schneider, partendo dalla sua esperienza personale collegata alla difficoltà di professare la fede nella piccola comunità cattolica del Kazakistan durante gli anni del dominio sovietico, presenta un excursus storico-teologico che chiarisce come la prassi di ricevere la Santa Comunione in bocca e in ginocchio sia stata accolta e praticata nella Chiesa per un lungo periodo di tempo.

“Credo che sia arrivato il momento di valutare bene la suddetta prassi, e di rivedere e se, necessario, abbandonare quella attuale che difatti non fu indicata né nella stessa Sacrosanctum Concilium né dai Padri Conciliari, ma fu accettata dopo una introduzione abusiva in alcuni Paesi”, constata l'Arcivescovo Ranjith.

“Ora, più che mai, è necessario aiutare i fedeli a rinnovare una viva fede nella presenza reale di Cristo nelle specie Eucaristiche allo scopo di rafforzare la vita stessa della Chiesa e di difenderla in mezzo alle pericolose distorsioni della fede che tale situazione continua a causare”, dichiara.

Le ragioni di questo gesto, conclude, “devono essere non tanto quelle accademiche ma quelle pastorali – spirituali come anche liturgiche –; in breve, ciò che edifica meglio la fede”.

14 commenti:

OT ma non troppo ha detto...

Intanto a Rotterdam un marocchino, al grido di Allah Akbar, ha accoltellato a morte un 22 enne che passava di lì con i pattini.
Il sindaco, di origini marocchine e musulmano a sua volta, ha detto che gridare allah akbar non significa niente, visto che anche lui lo fa decine di volte al giorno.
Sono tutte uguali le religioni, dai.

Oggi San Matteo ha detto...

O Dio, che nel disegno della tua misericordia hai scelto Matteo, il pubblicano, e lo hai costituito apostolo del Vangelo, concedi anche a noi, per il suo esempio e la sua intercessione, di corrispondere alla vocazione cristiana e di seguirti fedelmente in tutti i giorni della nostra vita

Adorare Gesu' ha detto...

Un sacerdote esorcista del Canada ha tenuto una conferenza in cui ha spiegato l'importanza di adorare il Santissimo Sacramento per almeno un'ora alla settimana .
E per le persone che soffrono di gravi malattie o hanno problemi con un loro familiare, ha detto che andare a pregare per mezz'ora o un'ora al giorno non solo guarisce; ma trasforma tutto. È il massimo. Il prete ha anche detto qual è il modo migliore per adorare...
Esempio :
*I primi 15 minuti* andate davanti a Gesù Eucaristia, mostratevi davanti a Lui e ditegli che venite ad amarlo e che volete lasciarvi amare da lui.

* Gli altri 15 minuti* Ringrazialo per tutto:
per la vita
per la casa
per quello che dobbiamo mangiare
per il lavoro o per gli affari , per la salute
eccetera...
Molti, ha detto, non ringraziano più perché non diamo valore a quello che abbiamo, ma guardiamo sempre a quello che non abbiamo.

*Dopo altri 15 minuti di riparazione*
Riparare e consegnare per i nostri parenti che non lo conoscono, non lo amano...
Riparazione per le cose terribili che accadono nel mondo: aborti, idolatrie, uccisioni, adulteri, ecc...

*E gli ultimi 15 minuti sono per fare richieste*
Ha detto di aver fornito i tempi di 15 minuti come guida, ma non devono necessariamente essere quei tempi.
Ha anche detto che coloro che hanno una malattia come il cancro, se vanno al Santissimo Sacramento per adorare, non perdono peso, i loro capelli non cadono e non sentono forti dolori. Ha detto che i raggi di Gesù escono da un Sancta Sanctorum esposto e le persone guariscono e si liberano.

Anonimo ha detto...

Grave malafede da parte del sindaco, in quanto in tal modo scagionato il colpevole dalla possibile accusa di " crimine d'odio ".

COME COMPORTARSI IN CHIESA E DURANTE LA S. MESSA. ha detto...

(Lettera di san Pio da Pietrelcina alla figlia spirituale Annita Rodote)

"Ad evitare irriverenze ed imperfezioni nella casa di Dio, nella chiesa, che il divin Maestro suole chiamar la casa di orazione, ti esorto nel Signore a praticare le seguenti cose.

Entra in chiesa in silenzio e con gran rispetto, tenendoti e riputandoti indegna di comparire davanti alla maestà del Signore. Tra le altre devote considerazioni, pensa che l'anima nostra è tempio di Dio, e come tale dobbiamo conservarla pura e monda davanti a Dio ed agli angioli suoi e copriamoci il volto di rossore per aver dato tante volte adito al demonio con le sue insidie, con le sue lusinghe al mondo, con i suoi fasti, alla carne con il non aver saputo tener puro il nostro cuore e casto il nostro corpo, per aver dato, dico, adito ai nostri nemici di insinuarsi nei nostri cuori, profanando in tal guisa il tempio di Dio, quale noi diveniamo pel santo Battesimo.

Prendi poi l'acqua benedetta e fa bene e con lentezza il segno della nostra redenzione.

Appena sei in vista del Dio sacramentato, fa' devotamente la genuflessione.

Trovato il posto, inginocchiati e rendi a Gesù sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Confida a lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a lui di operare in te come meglio gli piace.

Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell'alzarti, nell'inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione.

Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino; studiati di non profferir parola con chi che sia, a meno che la carità ovvero una stretta necessità non lo esiga.

Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa' bene le pause e non affrettarti mai.

Insomma, diportati in guisa che tutti gli astanti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre celeste.

Nell'uscire di chiesa abbi un contegno raccolto e calmo: saluta per primo Gesù sacramentato, domandagli perdono delle mancanze commesse alla sua divina presenza e non partirne da lui se prima non gli hai chiesto e da lui non ne hai ottenuta la paterna benedizione".

(25 luglio 1915. Epistolario, Vol. III)

Ave Maria!

Anonimo ha detto...

Guido Villa
Una raccomandazione: quando scriviamo della Messa, scriviamo sempre maiuscolo. Parliamo del più grande e sublime Mistero della nostra fede, la riproposizione incruenta del Sacrificio redentivo di Gesù sulla Croce.
Per un tale Mistero, le regole della grammatica possono (scusate l'espressione) andare al diavolo...
Un'altra cosa: quando in casa parlo di "Messa", mio figlio mi corregge sempre e mi dice: "Papà, SANTA Messa".

Anonimo ha detto...

LA MESSA È IL COLLEGAMENTO TRA NOI E IL SACRIFICIO DI CRISTO SUL CALVARIO

"Ecco lo scopo della vita! Redimere noi stessi in unione a Cristo!"

La Messa è il collegamento tra noi e il sacrificio del Calvario sotto le specie del pane e del vino: noi siamo sull’altare sotto le specie del pane e del vino, poiché entrambi alimentano la vita; pertanto, offrendo ciò che ci dà vita, simbolicamente offriamo noi stessi. Inoltre, il grano deve «soffrire» per diventare pane, gli acini d’uva devono passare attraverso il torchio per diventare vino. Ecco perché entrambi rappresentano i cristiani, chiamati a soffrire con Cristo per regnare insieme a lui.

Durante la Messa, man mano che si avvicina la consacrazione è come se il Signore ci dicesse:

«Tu, Maria; tu, Giovanni; tu, Pietro; e tu, Andrea, tutti voi, donatemi il vostro corpo e il vostro sangue. Donatemi tutto il vostro essere! Io non posso più soffrire, sono passato attraverso la mia croce, ho sofferto tutto quel che potevo nel mio corpo fisico, ma non le sofferenze che mancano al mio Corpo mistico, in cui siete voi. La Messa è il momento in cui ciascuno di voi può adempiere letteralmente la mia esortazione: “Prendete la vostra croce e seguitemi”».

Sulla croce Nostro Signore guardava a voi, sperando che un giorno gli avreste donato voi stessi nel momento della consacrazione. Oggi, nella Messa, si compie l’auspicio di Nostro Signore. Quando partecipate alla Messa, Egli vi aspetta perché gli doniate voi stessi.

Allora, quando giunge il momento della consacrazione, il sacerdote, obbedendo alle parole del Signore, «Fate questo in memoria di me», prende il pane nelle sue mani e dice: «Questo è il mio Corpo»; e poi dice sul calice del vino: «Questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza». Non consacra insieme il pane e il vino, ma separatamente. La consacrazione distinta del pane e del vino è una rappresentazione simbolica della separazione del sangue dal corpo e poiché la crocifissione implica quel mistero, il Calvario viene rinnovato sul nostro altare. Ma, come abbiamo detto, Cristo non è da solo sull’altare; noi siamo con lui. Dunque, le parole della consacrazione hanno un duplice senso; il primo significato è: «Questo è il Corpo di Cristo; questo è il Sangue di Cristo»; mentre il secondo è: «Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue».

Ecco lo scopo della vita! Redimere noi stessi in unione a Cristo; applicare alle nostre anime i suoi meriti, imitandolo in tutto, anche nella sua morte sulla croce. Egli è passato attraverso la sua consacrazione sulla croce, così che noi possiamo passare attraverso la nostra nella Messa.

(Fulton J. Sheen, da “Il Calvario e la Messa”, opera all’interno del libro “Signore, insegnaci a pregare” edizioni Ares)

tralcio ha detto...

Dal capitolo 12 di San Marco: [28]Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». [29]Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; [30]amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. [31]E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». [32]Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; [33]amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». [34]Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Gesù dà compimento alla legge antica. Infatti se "amassi Dio con tutto me stesso", come potrebbe restare ancora qualcosa per amare il prossimo?
E se, comunque sia, il prossimo l'amassi solo "come me stesso", sarebbe comunque un amore a mia misura.

Gesù durante l'ultima cena invece dice (Gv 13,34): Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri

La novità è Gesù. E lo è nel momento del Santo Sacrificio che è la Santa Messa.

Gesù infatti alla risposta dello scriba -rinchiuso nel suo modo di pensare limitato- non lo rimprovera, ma gli fa capire che non è entrato ancora nel Regno.

Non essere lontani non significa essere arrivati!
Infatti c'è un Sacrificio che dà compimento alla legge antica: la CROCE.

Il "saggiamente" utilizzato nella traduzione italiana è una forzatura: sarebbe più corretto dire discretamente, prudentemente, con una restrizione mentale.

Solo amando come ama Dio c'è posto per amare il prossimo senza fermarci alle nostre limitate misure, comprese quelle legali e religiose.

Il cristianesimo è oltre.
E' un diventare PASSIVAMENTE dei generati da Dio, figli Suoi, riempiti della Sua Grazia, abbandonati a Lui, ricapitolati in Cristo.

Non "da lontano", ma da partecipi, partecipando quella comunione, da figli.
I sacramenti, dal Battesimo alla Confessione, all'Eucaristia, sono mezzi efficaci.

Tutte le religioni esistenti sono vie per rivolgersi a Dio?
Nel cristianesimo l'antica alleanza è superata nel sacrificio redentivo del Signore.
La derivata islamica del culto mosaico nasce nell'alveo veterotestamentario, ma manca totalmente della novità di Cristo.
La legge/sharia resta ancora a quella del taglione.
E l'uomo "fa" opere di fede, encomiabilmente fedeli, tuttavia incapaci di sfuggire a tante eresie che riguardano anche i cristiani. Pensiamo al pelagianesimo, ma anche ad ogni altra eresia subentrata per il fraintendimento religioso della Verità. Ci siamo dentro in pieno, con un "cattolicesimo di striscio" che ha smarrito il pensare secondo Cristo e pensa come il mondo.

Il cristianesimo non è solo una religione, perché l'opera è di Dio e l'uomo è un contenitore di Grazia, santificato dai sacramenti in cui agisce Dio.
L'aspetto religioso (la Chiesa) può scadere in formalismi derubricanti la Grazia e l'esperienza recente è purtroppo una di queste derive, ma non è cattolicamente rivolta a Dio.

Annunciare Cristo fino al martirio non passa da delle medie ponderate dei rischi e dei benefici, mescolandoci la psicologia e il politicamente corretto, qualche assemblearismo e il voto deliberativo a maggioranza.

Adorare Gesù nel Santissimo Sacramento educa a stare in questa meravigliosa dimensione di eternità-presente, di ... paradiso.

Anonimo ha detto...

Onestamente devo ammettere che da sempre ho avuto gravi dubbi su coloro che, appena fatta la Comunione, imboccano la porta per uscire. Oggi, casualmente, nella solita chiesa alla solita ora con più o meno la solita assemblea che partecipa al OV, ho notato che una signora, tra quelle sempre presenti, fatta la Comunione ha preso la via per uscire. Non so, spero in una sua improvvisa indisposizione, ma il dubbio è  ricomparso. Dobbiamo stare attenti, sempre, anche noi, e forse soprattutto noi rischiamo di cadere nei peggiori tranelli di Satana, che ci vengono proposti, come al solito, sotto l'aspetto di ottime azioni. Non so. Stiamo in guardia, tutti!
m.a.

Anonimo ha detto...

Leggere i suggerimenti di padre Pio sul come comportarsi in chiesa e durante la Messa è commovente così come leggere gli insegnamenti di Fulton J. Sheen e tuttavia l’attuale società non è più in grado di coglierli.
Fin qui si sono succedute diverse generazioni. Quella dei nostri nonni e quella dei nostri genitori sono state le ultime convinte di vivere sotto l’occhio di Dio e di dover rispondere a Lui delle proprie azioni.
La nostra, di noi cinquantenni, è stata la prima generazione di agnostici, che sapeva di non sapere. Poi sono venute le nuove generazioni che non hanno coltivato neppure i dubbi; non si sono proprio poste il problema. Tornare indietro è impossibile.

Anonimo ha detto...

Preghiera” a Messa perchè i lavoratori autonomi paghino le tasse “con onestà e precisione”.
https://www.maurizioblondet.it/la-chiesa-di-bergoglio-incolpa-i-lavoratori-autonomi-come-evasori/

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Siccome so cosa sia successo al mio amico meccanico/preparatore (ha preparato alcune auto da rally e cronoscalate, addirittura due con motori Diesel; sì pure io sono apppassionato di automobilismo), mi sono convinto che un po' troppo è lasciato alla libera interpretazione del basso clero. In quel caso a inventarsi l'irregolarita e pure la profanazione (per essersi comunicato due o tre volte dopo essere stato riformato per cause psichiche) era stato il parroco, che non aveva minimamente sentito i superiori, quando a dichiarare un'irregolarità simile deve essere l'Ordinario del luogo.
La vicenda è stata lunga e quasi surreale, perchè è stata interpellata la Sede Apostolica, ma alla fine il parroco è stato rimosso e l'amico prosciolto da tutto (e ha potuto sposarsi).
Mi sono fatto l'idea di una Gerarchia assai poco solida.
PS: Pontefice ai tempi era il "duro" Benedetto XVI

Anonimo ha detto...

No, non è malafede, ma la certezza quasi assoluta che presto quella islamica sarà unica religione in tutta Europa, basta vedere quanti sindaci, ministri et alii sono mussulmani, si fa finta di non vedere e di non capire, l'indifferentismo e il disinteresse o negazione del Cristianesimo sono conti salatissimi che presto dovremo pagare, però si da' importanza a notizie false o idiozie varie su presunti artisti o statisti.

Anonimo ha detto...

Finché la Gerarchia attuale non rinnega il pastoral Concilio Vaticano II con tutti i suoi errori ed ambiguità, non c'è speranza. Mettetevelo bene in testa.
pp