Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 1 luglio 2024

C’è sempre una prima volta / Un papa al G7

Giorgio Agamben pubblica sul suo sito il testo che segue, di Mauro Armanino, missionario a Niamey (Niger), una voce proveniente dalla Chiesa e con la quale egli concorda interamente. Noi anche e per questo lo condividiamo: una delle tante facce della disastrosa temperie attuale. Qui l'indice degli articoli sul clericalismo politicante di Bergoglio.

C’è sempre una prima volta / Un papa al G7

Questo 14 giugno pomeriggio, papa Francesco ha fatto il viaggio a Borgo Egnazia, stazione balneare della Puglia in Italia, per partecipare al vertice del G7, che riunisce le 7 grandi potenze economiche mondiali. Una prima storica poiché nessun papa aveva finora partecipato al G7. (Agenzia vaticana Zenit)
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Difficile dire quanto di vangelo c’è in questa presenza e quanto di diplomazia vaticana che, com’è noto, appare tra le più rodate e lungimiranti. Ciò che nondimeno stupisce è anzitutto il fatto stesso che il papa, rappresentante della Chiesa Cattolica, sia stato invitato a questo tipo di vertice che mette assieme alcuni tra i ‘potenti’ della politica e dell’economia del mondo.
L’invito del papa, per motivi che non è poi difficile discernere, è già un segno e un messaggio la cui tragica scelta non potrà non lasciare tracce nel presente e il futuro del papato e della Chiesa stessa. Essere invitati al vertice di alcuni tra i Paesi più ricchi e potenti del globo significa dare sufficienti “garanzie ”al sistema perché esso possa perpetuarsi o quantomeno continuare a legittimarsi.
Aver accettato l’invito (o allora la proposta è giunta dal vaticano e accolta dalle diplomazie del vertice), come il papa ha fatto, non è che l’ennesimo e patetico tentativo di accompagnare, da “cappellano di corte”, il sistema attuale che, come il capitalismo di cui è l’espressione, è nato e cresciuto senza cuore. Non dovremmo dimenticare che i membri di questo vertice sono corresponsabili o sostenitori della produzione, vendita e uso di armi in zone di guerra. Si tratta dunque di persone che hanno le mani macchiate di sangue.
D’altra parte sembra tipico di questo insondabile e ambiguo pontificato giocare su tutti i fronti con la stessa spudorata disinvoltura. Incontrare e valorizzare i movimenti sociali. Assumere i poveri come elemento trasformatore del sistema (secondo le lezioni latinoamericane ben assimilate). Proteggere i migranti nella loro ricerca di futuro e parlare di “periferie” dalle quali dovrebbe sgorgare un mondo nuovo e una Chiesa che ascolta. Questo e molto altro all’ordine del giorno, senza dimenticare le innumerevoli volte nelle quali è stato necessario precisare, rettificare, contraddire quanto affermato il giorno precedente in uno dei tanti discorsi letti o improvvisati.
Allo stesso tempo, lo stesso pontefice (vero ponte tra sponde diverse) accompagna e celebra un’alleanza vaticana col “Capitalismo Inclusivo” che vede tra i suoi membri e promotori i più quotati magnati del capitalismo globalizzato. Con la manipolata crisi del Covid poi, l’attuale papa, ha toccato quanto di peggio ci si sarebbe potuto attendere da un qualunque politico da strapazzo. L’obbligazione per tutto il personale dello Stato Vaticano alla vaccinazione pena il licenziamento in tronco, il fermo invito fatto ai fedeli cristiani di vaccinarsi “come gesto d’amore” e gli incontri più o meno “segreti” con boss dell’industria delle vaccinazioni, Bourla. Malgrado i danni occasionati e accertati, l’aumento della mortalità nei Paesi che più hanno somministrato i ‘vaccini’, non è mai sfuggita al papa una sola parola di attenzione per quanti hanno sofferto a causa delle suo fermo invito a vaccinarsi e tantomeno la richiesta ufficiale di perdono per essersi sbagliato di bersaglio. Mai ha domandato venia per la mancanza di rispetto dei diritti dei dipendenti che avrebbero potuto scegliere o meno di vaccinarsi in tutta libertà di coscienza come i documenti della Chiesa e della medicina ufficiale sottolineano da tempo.
La parvenza “democratica” di questo papato è poi contraddetta da protagonismi nella vita pubblica quotidiana che si esibisce in modo asfissiante fino a domandarsi se esiste ancora una conferenza episcopale italiana degna di questo nome. Dappertutto e su ogni tema ci si aspetta una parola, un’allusione e soprattutto una conferma. Persino nelle trasmissioni televisive seguite da largo pubblico dove si ha il diritto e il piacere di ascoltare quanto papa Bergoglio afferma, sostiene, propone e soprattutto allude.
E, infine, la partecipazione anche fisica al vertice del G7 che ha annoverato altri invitati di marca, ma non la Russia e la Cina ad esempio. Invitato, accolto e infine assimilato ai potenti, tra coloro che hanno diritto di presenza, ascolto e udienza. Per parlare dell’intelligenza artificiale di cui, sembra, il vaticano ha assunto un ruolo non trascurabile e naturalmente apprezzato. Una Chiesa segno di contraddizione per gli imperi di oggi sembra essere passata di moda. Accomodarsi accanto al potere di turno e allo stesso tempo prendere le difese dei poveri desta sospetto sull’autenticità e sincerità di chi gioca a dare spettacolo per il pubblico.
Al vertice citato nessun povero è stato invitato. In un non lontano passato, ad esempio il G8 di Genova, si presentava come un vanto del summit quello di invitare persone di alcuni Paesi che aiutassero a non dimenticare che c’è anche e soprattutto un altro mondo. Quello a cui spesso il papa allude e che diventa visibile nelle guerre, le migrazioni e le terre rare… da sfruttare per motivi ecologici ben ricordati dall’ultima esortazione, al soldo anch’essa di una sola versione del mondo.
La presenza del papa tra i “grandi” del sistema addolora, preoccupa e fa vergognare chi pensava che scegliere i poveri e la loro strada non fosse per farsi strada tra i potenti per diventarne il “cappellano” e in definitiva il garante. Si tratta dell’esibizione di un tradimento nell’usare i volti e il silenzio dei poveri per poi accomodarsi alla mensa dei ricchi e dei potenti.
Mauro Armanino, Niamey, dalla sabbia e dai poveri del Niger, 15 giugno 2024

9 commenti:

Anonimo ha detto...

La nostra società  è costruita sul movimento, sul cambiamento, sul divertimento, sulle novità, elementi questi sempre presenti che distolgono  l' attenzione e l'approfondimento personale. I sensi si ottundono e la riflessione, la concentrazione anche. Si diventa, vuoi o non vuoi, superficiali avendo pochissimo tempo per digerire assimilare ed espellere la massa di novità a cui siamo quotidianamente esposti. E superficiale è  diventata  anche la Fede , le sue pratiche ed i suoi riti. Il ritorno al passato, in questo ambito, significa anche riprendersi il tempo necessario che il cambiamento veloce ci ha tolto e ci toglie. Questa velocità  meccanica, che forgia anche il nostro parlare ci depriva inoltre di una conoscenza lenta attenta concentrata del tempo stesso, nel quale le attività  umane materiali e spirituali possono ritrovare e ritrovano il loro senso. Il rito lungo aiuta il popolo a spogliarsi del superfluo mondano, ad entrare in un ambito di più ampio respiro ove poter parlare con Dio, con gli Angeli, con i Santi, con i nostri cari defunti e dir loro dei nostri affanni e  ringraziarli del loro costante aiuto. Se il passato remoto ha lasciato un' impronta indelebile che si salda e nutre le nostre radici ciò dipende anche dal fatto che non erano meccanizzati quanto lo siamo noi

e diversamente da noi andavano a rilento. In quelle condizioni è  stato possibile sviluppare la filosofia, il diritto costruire templi strade, acquedotti e terme e ancor prima  ascoltare Dio e con Lui parlare.
m.a.

Laurentius ha detto...

E intanto, in Francia, il fronte repubblicano anti RN - costituito da Macron e dal Nouveau Front Populaire, le due facciate della medaglia - si avvia verso la vittoria, il prossimo 8 luglio. Del resto, è impensabile che i Rothschild perdano.

Sursum corda nonostante tutto ha detto...

"Il diavolo ci conduce sempre alla disperazione, perchè la depressione è la più grande gioia di Satana."
"Mia gioia, Cristo è risorto!"
(San Serafino di Sarov)

OT Valle d'Aosta ha detto...

Piogge, esondazione torrenti, villaggi isolati= cambiamenti climatici.

NOOO!!!

1) Tutte queste piogge sono intenzionalmente indotte su tutto lo stivale.

2) I torrenti non vengono regolarmente puliti dai rami che vi cadono a monte così  fanno barriera, fanno diga e quando la massa d'acqua si assomma travolge  ogni ostacolo sia nel letto del torrente che intorno.

3) la stessa montagna sotto pressione perde, in alcune crepe, parte di terreno e massi di pietra. Circa 15 anni orsono, davanti all'ennesimo disastro, venne in aiuto la legione straniera francese che imbragò, dopo un'altra esondazione torrenziale, tutta la parte della montagna incombente sulla strada provinciale. 

N. B.  Se la Regione  Valle d'Aosta non ha ancora capito che la Natura Deve Essere Custodita  giorno dopo giorno, così  come si cura qualsiasi vivente, espone i suoi abitanti ed i turisti al rischio della  vita, che è  sacra per tutti.

P.S. Riguardo alle presenti piogge indotte anche queste vanno a braccetto  con la migrazione selvaggia fuori da ogni controllo, con le pandemie da vaccino imposto,  con che  la propaganda dei media che distoglie dal vero, con la prostituzione dei governi comunali, regionali, statali allo straniero.

Se vogliamo sparire dalla terra, avanti così! 

Chissa'.. ha detto...

Spopola che ti spopola che ti spopola il territorio chi lo custodisce? Quei tre/quattro pastori rimasti, vessati dai lupi , dai cinghiali ,da questo e da quello che' non si possono toccare? Chissa' se gli ecologisti dei libri proteggono anche i topi?

Anonimo ha detto...

Intervista al prof. Grillo, risposte e commenti

In relazione all'intervista di MiL al prof. Andrea Grillo pubblichiamo:
1)la risposta di Grillo all'intervento del prof. Roberto Spataro pubblicata su MiL;
2)La risposta di Grillo all'intervento del prof. Padre Serafino Lanzetta su Mil.
3)Ampi stralci di un commento all'intervista a Grillo de Lo Spiffero.
https://blog.messainlatino.it/2024/07/intervista-al-prof-grillo-risposte-e.html

Botta e risposta.
Curiosita': sia nella vita politica italiana che nella vita della Chiesa imperano i Grilli e le Viola.Tutto in tema ecologico

Le diverse anime della sinistra si coalizzano ha detto...

Invece di analizzare il voto questi pseudo democratici gridano al pericolo fascismo. Hanno distrutto l'Europa, la sua economia, ci vogliono portare in uno scontro diretto con la Russia, e poi ci dicono che la democrazia è in pericolo? Cosa ha fatto la sinistra fino ad oggi? Cosa ha fatto per i lavoratori, gli studenti, le famiglie? Hanno eliminato tutti i diritti, distrutto tutte le garanzie costituzionali, sono andati contro l'etica, promuovendo l'aborto, la transizione di genere, l'utero in affitto e via dicendo, creando il pensiero unico, attaccando chi si discostava di un millimetro dai loro dogmi, ed ora si meravigliano se avanzano le destre?

Anonimo ha detto...

Mélenchon al primo turno ha vinto in tutte le città a maggioranza islamica.

C’è stato un accordo con i Fratelli Musulmani?

I partiti e le organizzazioni trozkiste fecero un accordo vero con i fratelli musulmani e altre forze panislamiche negli anni '90 in chiave rivoluzionaria, terzomondista anti-occidentale e pantotalitaria.
Mélenchon si è semplicemente posto a baluardo del musulmano che si sente perseguitato dal carnefice individuato nel ‘bianco cristiano’.

La grande moschea di Parigi con il suo rettore algerino ha dato il sostegno a Macron.
Gli algerini hanno avuto la forza di cambiare il risultato?

L’Algeria ha tutto l’interesse ad usare la sua comunità come cavallo di Troia nella politica francese. L’immigrazione algerina è stata massiccia e oggi sono una minoranza che può essere tranquillamente una quinta colonna, con ampia capacità di ingerenza.

Anche Sarkozy fece un vero accordo con i fratelli musulmani.

È stato lui a creare il consiglio dell’islam francese e ci ha messo a capo la Fratellanza. Ha fatto un accordo statale. Eppure votarono contro di lui.

E perché?

Capirono che l’immigrazione sarebbe stata ostacolata. Gli islamici radicali votano in maniera pragmatica. Meglio un sinistrorso che tifa per i trans che un reazionario cattolico. Il calcolo non è sull’ideologia, ma su chi non ostacola la loro strategia di espansione: il loro obiettivo è la conquista dell’Occidente.

La Bussola quotidiana: Alexandre Del Valle, politologo, saggista, giornalista e specialista di geopolitica e Medio Oriente.

Anonimo ha detto...

Recordiamo E. Gilson, citato da Don Curzio Nitoglia nell’articolo “Consegne ai militanti”:

«Se Dio non esiste, tutto è permesso. Nulla è più proibito, non c’è più limite, non c’è nulla che non si possa tentare, che non si debba tentare perché se tutto ciò che è stato vero un tempo lo è stato partendo dall’ipotesi che Dio esisteva, ora che Dio non esiste, nulla di ciò che era vero allora è adesso vero, nulla di ciò che era bene è bene; dobbiamo ricreare tutto. Ma, prima di ricreare, bisogna cominciare col distruggere […], il migliore augurio che si possa fare all’uomo moderno è di rientrare nell’ordine naturale che è quello della creazione divina»
(E. GILSON)