Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 30 giugno 2024

Se in sé stessa la disobbedienza costituisca scisma

Pubblico il testo che segue, scritto da Paolo Pasqualucci a proposito delle consacrazioni episcopali senza mandato di Monsignor Marcel Lefebvre, eseguite in data 30/06/1988, per confutare l'accusa di scisma nei confronti della FSSPX. Ovviamente ci è utile perché il discorso è valido in generale e dunque anche nell'incandescente temperie attuale. Precedente specifico qui

Se in sé stessa la disobbedienza costituisca scisma

«Lo scisma consiste nel sottrarsi alla soggezione al Papa o alla comunione coi membri della Chiesa a lui soggetti. Questa sottrazione dà vita ad una separazione dal corpo della Chiesa [...]. È da notare che, sul piano concettuale, scisma può aversi anche sottraendosi alla sola comunione con i membri della Chiesa, che sono soggetti al Papa, senza contemporaneamente sottrarsi alla soggezione al Papa. Il peccato di scisma è contro la carità perché "directe et per se opponitur unitati", dato che non accidentalmente, ma per sua natura "intendit ab unitate separare quam caritas facit" mira a separarsi dall'unità che la carità produce. Gli scismatici sono coloro che, violando il comando della carità, si separano dalla Chiesa "propria sponte et intentione", di propria volontà ed intenzionalmente.

Lo scisma è un tipo di peccato a sé (peccatum speciale) che esige requisiti propri. Non può essere ricondotto alla disubbidienza in quanto tale, come vorrebbero alcuni, in quanto quest'ultima è il fomite di ogni peccato "In ogni peccato l'uomo disobbedisce ai precetti della Chiesa, dato che il peccato, come dice Ambrogio, è disobbedienza dei comandamenti celesti. Ergo sostengono che ogni peccato è scisma "La confutazione di san Tommaso sull'idea che ogni peccato sia scisma, verte sul seguente inoppugnabile ragionamento: nella disubbidienza che dà vita allo scisma ci deve essere una "rebellio quaedam", si deve manifestare una ribellione, che deve risultare dal fatto di "disprezzare con pertinacia gli insegnamenti della Chiesa e di rifiutare di sottostare al suo giudizio. E questo atteggiamento non ce l'ha ogni peccatore. Perciò non ogni peccato è scisma"( Dizionario di Teologia Cattolica).

Lo scisma è dunque un peccato speciale o particolare o specifico che dir si voglia, che non può esser assimilato ad altro peccato, sulla base del principio che in ogni peccato c'è una disobbedienza.
Per san Tommaso, lo scisma deve essere caratterizzato da una ribellione. Attuandosi in una ribellione, si tratta di disobbedienza illegittima (se la disobbedienza è legittima, allora non c'è più ribellione). Il pensiero teologico medievale (e oltre) è concorde su questo punto "i teologi medioevali, per lo meno quelli dei secoli XIV, XV, XVI, tengono a mettere in rilievo che lo scisma è una separazione illegittima dall'unità della Chiesa; affermano infatti che potrebbe esserci una separazione legittima, come nel caso di chi rifiuta di ubbidire al Papa, se il Papa gli comanda una cosa malvagia o indebita (Turrecremata)" (Dizionario di Teologia Cattolica). In tal caso ci sarebbe una separazione puramente esteriore e putativa»

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI. Ricordo a tutti un particolare non trascurabile: l’ha chiamata “Declaratio” e non “Renunciatio”. Qualsiasi indagine sulla questione dovrebbe iniziare da lì, cioè da quel famoso testo, e dalle dichiarazioni dei giorni successivi.
Penso che un libro dovrò scriverlo pure io, prima o poi.
Più poi che prima.
Cit. Antonio Rossix

Anonimo ha detto...

Oggi è il genetliaco di Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Raymond Leo Burke. Ricordiamolo nelle nostre preghiere e rivolgiamo a lui tanti auguri!
Ad multos annos!

Anonimo ha detto...

La carità realizzerebbe l'unità? Il peccato di scisma sarebbe contro la carità'? O piuttosto la VERITA', dato che non esiste carità senza verità? Gradirei un chiarimento.

tralcio ha detto...

Essere creature nuove in Cristo significa considerare tutte queste questioni "mare".
Il mare di cui nei capitoli finali di Apocalisse si dice che "non c'era più".
Cieli nuovi e terra nuova, senza il mare (la storia che si dipana nel tempo).
Così l'essere oltre il tempo ci affaccia nell'eternità: l'essere creature nuove in Cristo.
Il nuovo sta sopra: SOTTO il sole non c'è nulla di nuovo, perchè è tutto nel tempo.
Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, nei secoli dei secoli.
SOPRA il sole il tempo non c'è perchè c'è l'eternità. Se uno è in Cristo sta lì. Anche qui.
Cambia tutto: la stessa Gerusalemme, babilonica e prostituita ai regni del mondo, diventa la Gerusalemme celeste sposa dell'Agnello, città di Dio e non degli uomini.
Agli uomini divenuti creature nuove in Cristo è dato d'esserle cittadini.
Una città d'oro puro! Senza alcun tempio perché il Signore Dio onnipotente e l'Agnello sono il suo tempio. Senza sole né luna (senza il tempo) perché la gloria di Dio la illumina e l'Agnello è il suo luminare. Sempre giorno, perché lì non vi sarà notte alcuna.

Quando?
La domanda è posta nel tempo. Cioè da creature "vecchie" ancora limitatamente di Cristo.
Ancora abbarbicate alle leggi della terra: così non cambia la scena di questo mondo.

Come?
Per Grazia! Non è uno sforzo, perchè il cercare è ancora un'azione collocata nel tempo.
Invece l'accorgersi dell'eternità, aperta dalla porta stretta di Cristo, permette di correggersi, o meglio di essere corretti, memoria(le) di Cristo, presente adesso, nuova identità di figlio di Dio. Un adesso eterno, perchè in Dio la storia svanisce.

Lo sguardo sulla terra con lo sguardo di Dio è possibile per la creazione nuova, in Cristo.
Certe baruffe lasciano il tempo che trovano, pulviscolo... L'anima si salva nell'eternità.
Gesù si è incarnato per aprire uno sguardo che fa nuovi la terra e il cielo. Senza il mare.

Diventare cristiani significa uscire dall'ambito di ciò che tutti pensano e vogliono secondo i criteri dominanti, per entrare nella luce della verità sul nostro essere e in questa luce percorrere la via della giustizia. Così Benedetto XVI e 2Pt 3,13.
E "per vivere secondo Dio dobbiamo credere la verità rivelata da Lui e osservare i suoi comandamenti con l'aiuto della sua Grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l'orazione" (Catechismo di San Pio X).

La creazione dell'Universo all'inizio dei tempi trova senso e vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima (Catechismo cattolico).

Il battesimo inserisce la creatura nella possibilità di una trasformazione che può far partecipare della vita divina, nell'eternità, da nuova creatura, da figlio adottivo di Dio.
La radice di vita della vita soprannaturale, soggetta alla prova (nel segno della croce).

Nella nuzialità angelica delle nozze che compiono i tempi superando il tempo i figli di Dio aprono lo sguardo e "le cose di prima" sono superate: cessano! Si entra nella creazione primigenia, nella volontà creatrice di Dio, senza la conoscenza del bene e del male che ha introdotto la storia, il mare volubile, l'ingiustizia e la morte. SOPRA il sole.

Ed è innanzitutto un accorgersi. Uno sguardo che sta oltre. La Grazia della redenzione.

Anche Mons. Viganò dovrebbe affacciarsi, se no si riduce tutto a regno di questo mondo.



Per riflettere un po' ha detto...

Moltissimi anni fa lessi il libro 'Addio Mr Chips' di cui non ricordo nulla della trama, ricordo però  che era la storia di un insegnante a fine carriera, il cui insegnamento era diventato mestiere, automatismo. Molti scrittori, artisti, saggisti hanno denunciato i mali dell'abitudine. Quindi anche l'abitudine ha due possibili esiti o sprona, sveglia a far meglio domani o assopisce, astrae dal presente, confidando nell'automatismo  del saper fare già conquistato. Ogni attività umana rischia l'automatismo, religione compresa. Assieme alle eresie, agli scismi, l'automatismo  minaccia anche la Fede e le sue pratiche. Forse è  addirittura la causa prima di rilassamento. La religione dovrebbe realmente tenere insieme la vita intera con una pacata e vigile attenzione ad ogni atto, parola, ascolto, sguardo tesi ad un lento e costante miglioramento quotidiano qualunque cosa si faccia dalle più umili a quelle più  elevate.
m.a.

mic ha detto...

Cara m.a.
È l'incarnazione che lo esige e, quando si è nel Signore e si "rimane" in Lui, viene da sé, per Grazia. La Sua Presenza reale, il Suo Corpo di cui ci cibiamo nell'Eucaristia, si trasferisce alle pietre vive della Sua Chiesa, al Suo corpo mistico...

Anonimo ha detto...

In questo ultimo giorno del mese di Giugno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, ricordiamo la frase:

«quia mitis sum et humilis corde», — sono mite e umile di cuore.

Mite, cioè di buon cuore, docile, indulgente, di umore costante.
Allegro, ma non leggero.
Coraggioso, ma non temerario.
Dignitoso nel tutelare i tuoi diritti e non vendicativo nel volere ragione ad ogni costo.
In una parola: padrone di te stesso in tutte le circostanze della vita.
Sii premuroso, pronto ad aiutare il prossimo, ma non farti bello delle tue buone azioni.
Sii come la viola che si rivela con il suo profumo delicato, anche quando è nascosta al nostro sguardo.

Anonimo ha detto...

A dire il vero il mio retropensiero era cercare di capire il lamento dell'opposizione che spingeva e spinge per  l'ammodernamento continuo che oggi mostra tutte le sue falle. Allora ho riesumato libri e lagnanze varie e mi è parso che l'abitudine, nel suo lato negativo, potesse essere la causa o una causa di questa ossessione di novità. Questo pericolo incombente di meccanizzazione abitudinaria può  portare  alla noia in ogni ambito. Unico farmaco mi sembra essere l'attenzione, la presenza di spirito tanto meglio se Santo. E qui credo che I nostri terreni diventino uno solo. Ma rimane il problema del recupero di coloro che cadono nella noia o nella rivoluzione permanente causa un loro vuoto di senso, generato da abitudini per loro senza più  anima né Spirito.
m.a.

Anonimo ha detto...

Nessun cattolico che non voglia cadere nella fossa può prendere come guida dei ciechi che guidano altri ciechi.

Catholicus ha detto...

Ben detto Anonimo 11:39, ma fossero solo ciechi che si credono guide patentate, invece sono lupi rapaci mascherati da pastori, emuli del pifferaio di Hamelin, psicopatici ebbri di delirio di onnipotenza in guerra contro l' umanità intera, alla ricerca continua di nuove diavolerie tecnologiche per decimare la popolazione mondiale e schiavizzate i dopravvissuti, da imporre con l'inganno e la menzogna. Essendosi votati e venduti a Satana, ricevono da lui mezzi finanziari e tecnologici illimitati, purché eseguano i suoi ordini. Politici, massmedia, autorità di ogni ordine e grado sono i loro complici, collaborazionisti; la gente comune, come ipnotizzata, col cervello lavato dalle loro TV, dai loro giornali e dai disgraziati influencer, sono le vitime predestinate, felici di fare le vittime : gran parte della colpa ricade sulle gerarchie ecclesiastice, traditrici e ribelli da ormai 66 anni (il numero del diavolo).

Anonimo ha detto...

Non è un testo scritto. È la trascrizione di un discorso. Benedetto ovviamente leggeva un testo scritto, ma non lo ha mai consegnato per farlo protocollare e mettere agli atti. E anche la firma è spuria, aggiunta dalla mano 'birichina' del trascrittore. Consultar gli AAS per credere...

Anonimo ha detto...

Forse anche l'obbedienza, tra loro, fino alla morte nasconde l'inveterato odio manzoniano. 
m.a.