Interessante la riflessione di Daniele Trabucco sul nuovo documento Mater Populi Fidelis. Tuttavia, in soldoni, emettendo questo chiarimento, il Vaticano cerca di promuovere la comprensione ecumenica con altre comunità cristiane che da tempo vedono tali titoli come ostacoli all'unità — non più in Cristo-Verità possesso della Chiesa nei secoli — ma nelle buone volontà umane: una Chiesa sempre più ecumenica e sinodale, dunque sempre meno cattolica. Non più cristocentrica, sempre più antropocentrica, compreso l'impoverimento del linguaggio che porta con sé la scomparsa dei contenuti.
La Beata Vergine Maria: "Corredentrice" no?
La recente Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede, "Mater Populi Fidelis", datata 4 novembre 2025, affronta la questione dei titoli mariani connessi alla cooperazione della Vergine all’opera della salvezza, dichiarando improprio l’uso del titolo di "Corredentrice". Il documento argomenta che tale appellativo, sebbene nato da un’intenzione devota, genera confusione e squilibrio nell’armonia delle verità cristologiche, poiché rischierebbe di attribuire a Maria un ruolo redentivo autonomo o parallelo a quello del Figlio.
Si richiama la centralità assoluta della mediazione di Cristo, l’unico Redentore del genere umano, richiamando l’autorità di Atti 4,12: "In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati". A ciò si aggiunge la considerazione storico-patristica, secondo la quale il titolo "Corredentrice" non appartiene al linguaggio dei Padri e si è affermato tardivamente nella teologia post-tridentina, risultando pertanto, a giudizio della Nota, teologicamente immaturo e pastoralmente inopportuno, oltre che problematico sul piano ecumenico.
Tuttavia, se si accoglie la preoccupazione del Dicastero di evitare fraintendimenti cristologici, occorre domandarsi se la soluzione proposta non ecceda nella direzione opposta, impoverendo il linguaggio della fede e della teologia mariana. La questione, in realtà, non è terminologica, bensì ontologica e soteriologica. L’obiezione al titolo di "Corredentrice" presuppone una comprensione quasi competitiva della causalità tra Cristo e Maria, come se l’attribuire alla Madre una cooperazione reale alla Redenzione implicasse una diminuzione della causalità assoluta del Figlio. Tale presupposto, tuttavia, è estraneo al pensiero classico e alla dottrina cattolica della cooperazione delle cause seconde all’azione della causa prima. La metafisica tomista insegna che la causa seconda non diminuisce la causalità della prima, bensì ne è segno e manifestazione: partecipa all’efficacia della causa prima in modo dipendente e subordinato, senza introdurre dualità o concorrenza.
Applicato alla soteriologia, ciò significa che la cooperazione mariana all’opera redentrice non aggiunge un secondo principio di salvezza, ma manifesta nella sfera creaturale la pienezza dell’azione salvifica di Cristo, alla quale Maria aderisce in modo singolare, libero e perfettamente subordinato. In tale luce, il termine "Corredentrice", lungi dall’essere un’alterazione semantica del dogma cristologico, si colloca nell’orizzonte della partecipazione analogica. Esso esprime, in linguaggio umano, la verità per cui Maria è associata intimamente all’opera del Figlio non per esserne causa concorrente, bensì per parteciparvi in modo unico, cooperando alla Redenzione "de congruo" per carità, come il Figlio l’ha compiuta "de condigno" per giustizia.
La distinzione tra merito "de condigno" e "de congruo" costituisce una delle chiavi più raffinate della teologia della grazia e illumina il rapporto tra la Redenzione di Cristo e la cooperazione mariana. Il merito de condigno (dal latino "condignus", adeguato, proporzionato) si fonda sulla giustizia commutativa, cioè sulla proporzione tra atto e ricompensa. Cristo, in quanto Dio-Uomo, ha meritato la salvezza per noi "de condigno", poiché le sue opere redentrici possiedono un valore intrinseco infinito, proporzionato al fine della Redenzione. Solo il Redentore può, con diritto di giustizia, ottenere la grazia per l’umanità. Si tratta di un merito perfettamente adeguato, che "obbliga", in senso teologico, Dio stesso, per la coerenza della Sua volontà, a riconoscere il valore del sacrificio del Figlio. Il merito "de congruo" ("da congruus", conveniente, appropriato) si fonda, invece, non sulla giustizia, quanto sulla convenienza dell’amore. È il merito che nasce non da una proporzione ontologica tra opera e premio, ma dalla benevolenza divina che, per la carità e la disposizione interiore di chi coopera, decide liberamente di accogliere e premiare tale cooperazione.
L’esempio classico è quello del discepolo fedele che, mosso da puro amore, partecipa all’opera del maestro: egli non ha diritto alla ricompensa per giustizia, ma il maestro, nella gratuità del suo amore, riconosce la congruenza affettiva e morale di tale partecipazione e la onora. Così Maria, perfettamente unita al Figlio nell’amore e nella sofferenza, non merita la Redenzione "de condigno", perché solo Cristo, Dio fatto uomo, può operare tale merito in giustizia, ma coopera "de congruo", per amore e per conformità perfetta alla volontà del Redentore, alla diffusione dei frutti della Redenzione. Ella non aggiunge nulla alla sufficienza dell’opera del Figlio, tuttavia, in virtù della grazia ricevuta, coopera alla sua applicazione nella storia.
Questo schema teologico rende evidente che la cooperazione mariana non toglie nulla alla centralità di Cristo, semmai la illumina e la esplicita. Il "sì" dell’Annunciazione, la partecipazione ai dolori del Figlio non sono meri gesti simbolici: sono atti reali di partecipazione, radicati nell’amore e nella libertà, che manifestano nella creatura il dinamismo della grazia redentrice. È Cristo che redime, ma è in Maria che la Redenzione mostra la sua prima piena accoglienza. In tal senso, la Vergine è "corredentrice" non perché aggiunga qualcosa alla Croce, ma perché, con la sua adesione, ne rivela la fecondità.
Dal punto di vista teologico-dogmatico, il Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione dogmatica "Lumen Gentium" (nn. 61–62), insegna che Maria è associata al divino Redentore e Madre dei credenti, specificando che la mediazione di Cristo non esclude, bensì suppone la cooperazione delle creature. Il Concilio, pur evitando il termine "Corredentrice", non lo sconfessa, né lo interdice: ne presuppone il contenuto, pur preferendo un linguaggio prudente.
Giovanni Paolo II, nella Lettera Enciclica "Redemptoris Mater" del 25 marzo 1987, riconosce la partecipazione di Maria all’universalità della mediazione redentrice e, in più occasioni pubbliche, ha parlato della Vergine come "Corredentrice dell’umanità", intendendo con ciò la sua cooperazione amorosa e subordinata. È significativo, inoltre, che la posizione teologica che oggi si invoca per giustificare l’abbandono del titolo non nasca da una negazione della corredenzione, bensì da una prudenza linguistica.
Quando l’allora cardinale Joseph Ratzinger, negli anni Novanta, si espresse sulla questione, non negò affatto la cooperazione mariana all’opera del Redentore; ritenne piuttosto che il termine, nel contesto contemporaneo, potesse risultare teologicamente ambiguo e richiedesse ulteriori chiarificazioni. La sua posizione non era di esclusione dottrinale, quanto di sospensione definitoria, fondata sul principio che la verità della fede precede e supera la precisione delle parole con cui la si esprime. Ridurre oggi quella prudenza a un rigetto sostanziale del concetto stesso di corredenzione è un impoverimento interpretativo e teologico. La verità ultima, dunque, è che la Redenzione di Cristo è unica, assoluta, irripetibile. Tuttavia, nella sua economia, essa si dispiega nella storia attraverso la cooperazione delle creature. Maria, nuova Eva, non è "accanto" al Redentore ma "in Lui" e "per Lui": nel suo consenso e nella sua compassione redentrice, ella manifesta la possibilità creaturale di partecipare all’opera divina senza usurparne la fonte.
Negare questa possibilità in nome della purezza cristologica significa, in ultima analisi, negare la logica stessa dell’Incarnazione, in cui la causalità divina assume quella umana per elevarla. La corredenzione mariana, intesa in senso pienamente analogico e subordinato, non moltiplica i redentori: mostra l’efficacia traboccante dell’unico Redentore che, nell’ordine della grazia, rende partecipi del suo atto salvifico coloro che sono più intimamente uniti a Lui. La scelta, pertanto, della Nota di respingere il titolo di "Corredentrice" risulta insufficiente sotto il profilo teoretico.
L’unicità della Redenzione, infatti, non è minacciata dal riconoscere una partecipazione reale e unica della Vergine, così come l’unicità dell’atto creativo non è minacciata dal concorso delle cause seconde nell’ordine naturale. Una teologia che, per timore di ambiguità, rinuncia a nominare le profondità della cooperazione mariana, rischia di smarrire la capacità analogica del linguaggio teologico e di appiattire il mistero su schemi razionali estranei al dinamismo della grazia.
Maria non è principio autonomo della salvezza, ma ne è la trasparenza perfetta; non aggiunge nulla all’efficacia della Croce, ma ne prolunga la fecondità nel suo consenso e nella sua compassione; non è corredentrice per divisione, ma per partecipazione. Occorre restituire alla riflessione ecclesiale il coraggio di una mariologia alta, capace di pensare il mistero di Maria nella luce di Cristo senza timore di riconoscere la grandezza della cooperazione creaturale alla salvezza. La corredenzione, se intesa secondo la logica dell’analogia e della subordinazione, non diminuisce ma magnifica l’unicità del Redentore: in Lei si manifesta, in modo perfettamente umano e perfettamente libero, la potenza della grazia che salva e trasfigura.
Daniele Trabucco

41 commenti:
Risposta su Fb a don Mario Proietti
....
"La Nota non nega nulla di ciò che la Chiesa ha sempre creduto. Dice soltanto che, in questo clima, certi termini possono essere più fraintesi che compresi. Il che non impedisce che domani, in un contesto più maturo, la stessa Chiesa possa definirli in modo solenne. Del resto, quanti secoli sono passati prima che venisse proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione, già creduto da tutto il popolo cristiano?"
La nota "sembra" non negare ma, vietandone l'uso, consegna quei titoli al dimenticatoio.
Impoverire il linguaggio significa cancellarne i contenuti...
E non ci si chiede cos'è, se non la mancanza di insegnamenti retti e non monchi, che ha reso il contesto non solo "immaturo", ma anche sviato?
Il problema è che le storture, tutte ben identificate, derivano da 'bachi' presenti nei documenti conciliari. Di fatto, applicati nella prassi con la scusa che la dottrina rimaneva immutata (come continua ad affermare don Proietti), hanno prodotto i loro effetti per due generazioni, come ormai evidente, senza che sin da subito se ne potesse ed anche ora se ne possa discutere (alla faccia della sinodalità, da strumento improvvidamente assurta a sistema)...
E se la causa è il contesto immaturo, perché la chiesa non fa più opera di evangelizzazione, rendendolo maturo col suo munus docendi?
E se il problema è il linguaggio perché adeguare il linguaggio al mondo, di fatto depauperandosi - come già detto - e non mantenere la ricchezza primigenia per elevare il mondo?
"In fondo, la Mater Populi Fidelis non fa che ricordare una regola antica: si tace per custodire. La Chiesa non ha paura della verità, ha paura del fraintendimento. E forse questo documento è nato proprio per dire al popolo di Dio che non basta credere, bisogna capire ciò in cui si crede."
È tutto già detto sopra. "Tacere per custodire" diventa un ossimoro! La paura del fraintendimento è una scusa; per far capire basta spiegare e farlo come Cristo comanda!
Fa ridere (amaramente) quella precisazione secondo cui il titolo "Corredentrice" sarebbe "problematico sul piano ecumenico".
Aldo Maria Valli 6 ore fa
Addio oratorio ambrosiano?
C'è da rimpiangere quando eravamo analfabeti e si sapeva esprimere solo l'essenziale!
Mi sembra che la stessa cosa sia accaduta con il Padre Nostro. Invece di spiegarlo, come Dio comanda, lo si è deturpato. Ora richiederebbe più spiegazioni di prima per poter comprendere in che modo Nostro Signore ci chiedeva di rivolgerci al Padre nella preghiera. Stessa cosa mi sembra sia accaduta nella liturgia con il "fratelli e sorelle". Come se le sorelle non fossero nostri fratelli. Il che porta all'interno della liturgia quel politicamente corretto proprio del più becero femminismo.
Tempo di Dubia! Leone XIV rifiuta la Corredentrice e anche la "Mediatrice di tutte le grazie".
Nel 1913 il Vaticano concesse un'indulgenza per una preghiera che terminava con: "Benedico il Tuo Santo Nome, lodo il Tuo eccelso privilegio di essere veramente Madre di Dio, sempre Vergine, concepita senza macchia di peccato, Corredentrice del genere umano".
https://gloria.tv/share/zLs9ivRqXjCE4ykYMZWcWWXgy
Padre Benedetto Pagnotto
In effetti, l'errore nel documento DDF è facilmente individuabile se si nota che anche le espressioni “Immacolata Concezione” e “Divina Maternità” “richiedono numerose e continue spiegazioni per evitare che si discostino dal loro significato corretto”, come ben sa chiunque abbia mai fatto apologetica con i protestanti. Dovremmo quindi gettarle nella spazzatura?
Don Cesare Toscano
Domina nostra, Mediatrix nostra, Advocata nostra, Consolatrix nostra. Tuo Filio nos reconcilia, tuo Filio nos commenda, tuo Filio nos repraesenta.
Riccardo Terzo
Con buona pace loro, esiste già una messa votiva, mediatrix omnium gratiarum, firmata da Benedetto XV.
Domande al card. Fernandez (& associati):
Accetta in toto la Dominus Iesus?
E' necessario il battesimo per diventare cristiani o si è "fratelli tutti" a prescindere?
Gesù, il Cristo, è l'unico salvatore o no?
Immaginiamoci (oggi mi sforzo di essere più buono) che risponda tre volte "sì".
Se Gesù, che (vero uomo e vero Dio) rivela il volto di Dio, Gesù come Dio (il Verbo, Figlio) è coeterno al Padre. L'Agnello è immolato fin dal principio! Perciò il Verbo per farsi carne DAL PRINCIPIO prevede Maria come Madre terrena. E quella Madre sa essere con il figlio sotto la croce (al contrario di 11 apostoli su 12). Nella missione redentrice del Verbo incarnato la Madonna è coinvolta sempre "PRIMA": stabilita prima da Dio (detto al serpente in Eden), salvata prima (nata Immacolata), piena di Grazia nel dire sì all'annunciazione, restata vergine (prima, durante e dopo il parto), avvertita prima della presentazione di Gesù (segno di contraddizione) al tempio, prima discepola e al primo posto sotto la croce, assunta in cielo prima della resurrezione della carne, quando sarà.
In Dio, alfa e omega, il tempo lascia il tempo che trova. Maria è corredentrice per volontà di Dio sub specie aeternitatis.
Si può non comprenderlo, specialmente se c'è poca fede in Cristo, ma non si può negarlo.
I titoli servono ad insegnare, a capire. Capire di Cristo, naturalmente, cui la Vergine Madre ci conduce. Non servono ad esaltare certamente la più umile delle creature. Il digiuno nasce dalla fede, altrimenti alimenta solo la superbia. Dire che Maria è corredentrice serve a nutrire e accrescere quella fede.
Aggiungo.
La "chiesa al femminile" è così centrata sulle proprie voglie strane da essere incapace di immaginare il dolore di una madre davanti alla morte del figlio, qualsiasi figlio. Si può moltiplicare all'infinito quello che patì Maria per Gesù, sapendo tutto: da anni meditava ogni cosa conservandola nel cuore.
Proprio quello che non sanno più fare molti cristiani, anche consacrati.
Simposio Mariologico Internazionale
nel 60° Anniversario del Dogma dell'Assunzioine della
Beata vergine al cielo.
Maria è Assunta al Cielo perchè è Corredentrice - mons. Bruno Gherardini
Cooperatores Veritatis
https://www.youtube.com/watch?v=Qt1R2-qrDdU
Il dogma dell'Assunzione di Maria fu proclamato da Papa Pio XII il 1° novembre 1950, durante l'Anno Santo. La dichiarazione è avvenuta tramite la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, che afferma che la Vergine Maria, completata la sua vita terrena, fu assunta in cielo in anima e corpo.
Toh, guarda un po' chi inaugurava questo simposio?
Ma...i Francescani dell'Immacolata Corredentrice!
E chi lo presentava?
Ma...Padre Alessandro Maria Apollonio.
(Tutto torna).
Il titolo amato da santi e papi ritenuto «sempre inappropriato» per il rischio di «oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo». Distinguo anche per il titolo di “mediatrice”
Sulla Mediazione di Maria sentiamo San Giovanni Paolo II.
1. Tra i titoli attribuiti a Maria nel culto della Chiesa, il capitolo VIII della Lumen Gentium ricorda quello di "Mediatrice". Benché alcuni Padri conciliari non condividessero pienamente tale scelta (cfr Acta Synodalia III, 8, 163-164), quest'appellativo fu inserito ugualmente nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, a conferma del valore della verità che esprime. Si ebbe, però, cura di non legarlo a nessuna particolare teologia della mediazione, ma di elencarlo soltanto tra gli altri titoli riconosciuti a Maria.
Il testo conciliare, peraltro, riferisce già il contenuto del titolo di "Mediatrice", quando afferma che Maria "con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni della salvezza eterna" (Lumen Gentium, 62).
Come ricordo nell'Enciclica Redemptoris Mater, "la mediazione di Maria è strettamente legata alla sua maternità, possiede un carattere specificamente materno, che la distingue da quella delle altre creature" (n. 38).
Da questo punto di vista, essa è unica nel suo genere e singolarmente efficace.
2. Alle difficoltà manifestate da alcuni Padri conciliari circa il termine "Mediatrice", lo stesso Concilio ha provveduto a rispondere affermando che Maria è "per noi la madre nell'ordine della grazia" (Lumen Gentium, 61). Ricordiamo che la mediazione di Maria è qualificata fondamentalmente dalla sua divina maternità. Il riconoscimento del ruolo di mediatrice è, inoltre, implicito nella espressione "Madre nostra", che propone la dottrina della mediazione mariana, ponendo l'accento sulla maternità. Infine, il titolo "Madre nell'ordine della grazia", chiarisce che la Vergine coopera con Cristo alla rinascita spirituale dell'umanità.
3. La mediazione materna di Maria non offusca l'unica e perfetta mediazione di Cristo. Il Concilio, infatti, dopo aver menzionato Maria "mediatrice", si premura di precisare: "Questo però va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico mediatore" (Lumen Gentium, 62). E cita a questo proposito il noto testo della Prima Lettera a Timoteo: "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il Mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1 Tm 2, 5-6). Il Concilio afferma, inoltre, che "la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia" (Lumen Gentium, 60).
L'intrinseco orientamento a Cristo dell'opera della "Mediatrice" spinge il Concilio a raccomandare ai fedeli di ricorrere a Maria "perché, sostenuti da questo materno aiuto, essi più intimamente aderiscono col Mediatore e Salvatore" (Lumen Gentium, 62).
Nel proclamare Cristo unico mediatore (cfr 1 Tm 2, 5-6), il testo della Lettera di san Paolo a Timoteo, esclude ogni altra mediazione parallela, ma non una mediazione subordinata. Infatti, prima di sottolineare l'unica ed esclusiva mediazione di Cristo, l'autore raccomanda "che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini . . ." (Ibid., 2, 1).
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Toh! A questi pseudo prelati rosa fumetto non va più bene nemmeno San Giovanni Paolo II? Nemmeno la Lumen gentium?
Si vede che ci prendono per deficienti totali: non mi risulta proprio che Co- redentrice voglia dire Redentrice. Se san Paolo dice di essere cooperatore di quanto manca alle sofferenze di Cristo, cioè un piccolo co-redentore ( per aumentare le grazie altrui), e non lo confondiamo come Redentore, perchè mai non dovremmo parlare di Maria cooperatrice indispensabile della Redenzione? Senza Maria Corredentrice nessun Redentore. Ed allora rispondiamo con san Pietro e san Giovanni di fronte a pontefice e sinedrio, dobbiamo obbedire a Dio prima che a voi.
A New York hanno scelto di avere un sindaco islamico.
A Londra hanno scelto di avere un sindaco islamico.
l'Europa nonostante l'insistenza di San Giovanni Paolo II non ha voluto riconoscere le radici cristiane del continente.
Un altro attacco terroristico al grido di Allah Akbar.
Fernandez e Prevost negano alla vergine santissima la dignità di corredentrice e mediatrice.
Omicidi violenze, guerre e disastri geologici si susseguono.
I tempi sono maturi per gli eventi escatologici.
Preghiamo affinché Dio abbrevi e mitighi i tempi che sono già tra noi e dietro la porta, e affinché Gesù il nostro Dio salvatore e redentore venga presto a curare questo mondo malato e a portarci l'alba di una nuova era di pace e giustizia con il trionfo del cuore immacolato di Maria, quando il paradiso terrestre sarà ripristinato in una nuova terra con nuovi cieli.
Maranatha vieni signore Gesù.
Ester Maria Ledda
"Co" è l'abbreviazione della preposizione articolata "con". Nel termine "cooperare" significa "agire insieme con". Prima che in teologia, in Vaticano dovrebbe prendere in una laurea in grammatica.
Non i fedeli, ma gli addetti ai lavori e i media preposti hanno letto e rimbalzato la notizia come tutti l'hanno intesa. Come già per FS, chi se ne è uscito con tutta questa spiegazione sapeva benissimo che avrebbe fatto più danno che altro. Era a Roma che dovevano tacere, o porre la questione sotto un'altra luce. In questo modo invece si crea un precedente. È questo che non so vuole vedere. Se la chiesa deve evitare di parlare o di usare un termine perché "potrebbe generare confusione", nonostante questo termine sia già stato usato e sviscerato in passato da persone più che competenti e intitolate a farlo, vuol dire che la VERITÀ (tutto maiuscolo, riferita, alla Verità intera, presente solo in Dio) deve piegarsi alla ragion di stato, il che è oggettivamente inaudito e sbagliato. Se questo fosse il modus operandi della Chiesa, chi avrebbe mai saputo di Cristo e di Maria, con le loro vite e i loro MISTERI (che è sacrosanto che ci siano, viste le grandezze in gioco, che sorpassano ogni umana intelligenza e comprensione) solo perché "la gente potrebbe equivocare"? Cosa ci sta a fare la Chiesa allora? A che servono preti e predicatori, se ciò che devono fare, predicare il Vangelo con tutta la sua grandezza e i suoi misteri non lo si può fare perché "sarebbe equivocado?" Ma che Chiesa siamo? Dov'è lo zelo, l'amore, la fede che animava la Chiesa dei primi secoli e ci ha dato santi testimoni straordinari? Cosa è preminente, annunciare la Verità è indicare la direzione, o scusarsi, giustificarsi, fare inutile attendismo che non giova a nessuno ma solo detrae dal compito e dalla grandezza della Chiesa? Perché non APRIRE piuttosto, riconoscendo la vastità e la profondità di simili concetti, alla preghiera affinché le condizioni maturino verso un pieno riconoscimento e comprensione dei misteri stessi? Chi parlerà ora di Corredenzione e Mediazione se come per il Covid la direttiva dall'alto è quella di NON fare, NON promuovere, NON discutere (perché, fuori di parole, quello è) di quelli che davvero potrebbero essere i dogmi mariani per eccellenza, non imposti ma già ora riconosciuti ed accettati dai fedeli? Perché non promuovere un anno mariano, invece dell'imutile sinodalità, che porti le persone Ad Jesum per Mariam? In tempi non sospetti chi oggi viene per la Madre (sia PER Lei, sia CONTRO di Lei), domani verrà per il Figlio, perché così è scritto, e affinché l'impostura anticristica si affermi, devono demolire prima l'una poi l'altro, tra una riga e l'altra, una parola alla volta.
Perfino i Protestanti, sui social, si burlano di noi e ancor più si burlano di Maria. Grazie Tucho. Marana tha, vieni Signore Gesù!
Il problema non può essere ridotto al presente pontificato e nemmeno a quello precedente. Basta con queste abbreviature. Se i precedenti papi erano convinti della validità del titolo perchè non hanno agito?
Roberto
Il vero problema della Corredenzione di Maria Santissima nasce perché ci si vuol esprimere come al mercato odierno del pesce, cioè in modo material/ materialista.E questo non è possibile perché sono in ballo tanti concetti che al mercato odierno del pesce non sono conosciuti né mai sono entrati. Qui si sta parlando della Storia Sacra ed in particolare di una fanciulla scelta da Dio Onnipotente, Onnisciente, Eterno, Immenso, Purissimo Spirito in Tre Persone, Signore, Creatore del Cielo e della Terra, Perfettissimo per sapienza , potenza e bontà infinita, quindi questo Dio scelse questa fanciulla per redimere gli uomini attraverso il Figlio Suo Redentore di cui la fanciulla sarebbe stata la Madre.Questa Storia Sacra è conosciutissima dai Cattolici e da molti altri che fanno finta di non conoscerla e da quelli che dubitano a prescindere. Sta di fatto che molti di costoro avendo sentito che la fanciulla diventata Madre del Redentore ed essendosi dimostrata Santissima verso Suo Figlio e verso la Sua Missione di Redenzione e che era stata insignita dell'attributo di Corredentrice dalla voce del popolo, questi pidocchi hanno cominciato ad alzare alti lai perché secondo loro era troppo. Sarebbe stato troppo se la fanciulla si fosse messa in evidenza al festival di Gerusalemme o altre banalità , ma così non fu affatto Dio stesso l'aveva destina a diventare la Madre del Redentore, dalla eternità nella Sua Onniscienza. È chiaro quindi che per
comprendere questa Storia Sacra è bene immergersi in essa sempre di nuovo ed affinare pian piano il proprio spirito.
Il titolo di «corredentrice» rappresenterebbe uno schiaffo alla tradizione protestante che ha marginalizzato il culto mariano e dei santi in ragione dell’assoluta centralità del Cristo in ordine alla salvezza. Ed esso non viene usato nella tradizione orientale che condivide con il cattolicesimo una forte impronta mariana.
I teologi cattolici e protestanti che si ritrovano nel «gruppo di Dombes» hanno riflettuto a fondo sul ruolo della devozione mariana nella vita credente pronunciandosi criticamente nei confronti degli eccessi devozionali, ma riaffermando la legittimità del suo esercizio (cf. il volume Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, Qiqaion 1998).
Anche Paolo VI nella Marialis cultus (1974) sottolinea che la devozione mariana, pur preziosissima, sia collocata al servizio della centralità di Cristo e dello Spirito Santo. Venga proposta evitando con cura «qualunque esagerazione che possa indurre in errore gli altri fratelli cristiani circa la vera dottrina della Chiesa cattolica e sia bandita ogni manifestazione cultuale contraria alla retta prassi cattolica» (n. 32).
"mic" è un acronimo per "Maria Immacolata Corredentrice", come alcuni pensano?
Eccellente intervento di Trabucco, come sempre. Insieme al contributo di Luisella Scrosati su La Nuova Bussola, che merita di essere letto, non si sono levate altre voci di così grande chiarezza e logica.
Faccio notare che la Nota dottrinale approvata da papa Leone XIV si discosta totalmente dalla Supremi Apostolatus del suo grande predecessore Leone XIII. Una ENCICLICA del 1883. Una delle tante encicliche mariane di papa Leo XIII, il quale in essa scrisse: "Ella, infatti, MEDIATRICE presso Dio della nostra pace e DISPENSATRICE DELLE CELESTI GRAZIE [...], prescelta ad essere Madre di Dio, e perciò stesso fatta CORREDENTRICE DEL GENERE UMANO [...].
Enchiridion delle Encicliche vol.3 pagina 255 e seguenti.
Le mie osservazioni sulla Nota dottrinale puntano a denunciarne la confusione: unico punto ragguardevole. Unitamente a un reiterato minimalismo mariano che, lungi, dal ridare centralità a Cristo, ne potrebbe mettere in ombra l'efficacia. Come se Maria Santissima potesse essere discepola tra i tanti, credente tra i tanti...
Faccio notare inoltre che nella nota si insiste parecchio sulla maternità di Maria e mai la si proclama Sposa...
Ma non in un commento si può essere esaustivi.
Mi meraviglio - ma non poi tanto - che si perda del tempo a discettare sui fatti e mIsfatti di una gerarchia che non ha più niente né di cattolico né di cristiano. Le offese nei confronti di Maria Santissima sono pugnalate al Cuore Divino del Figlio. Noi dobbiamo riparare le pugnalate dei modernisti ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria in tutti i modi possibili, e uno dei più importanti consista nel disconoscimento di una gerarchia rovInosa per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime. E non si riducano gli atti e i misfatti intesi a spedire le anime all'inferno in nome delle ideologie mondane a qualche "papa": da Roncalli a Prevost la linea è sempre quella, nonostante qualche furbesca diversione intesa ad ingannare il popolo fedele.
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VIVA GESÙ NOSTRO AMORE. E MARIA NOSTRA SPERANZA.
Evviva l'acronimo!
Ricordo anni fa una petizione con più di un milione di firme al Vaticano per chiedere l'approvazione del titolo Corredentrice... Ma cadde nel vuoto: il partito anti-Madonna era ed è molto forte e agguerrito, non si capisce perché. O meglio, si capisce che se la Madonna è stata definita in passato "Vittoria contro tutte le eresie", può fare paura a chi le eresie le professa pur stando dentro la Chiesa cattolica.
Ricordo anche come, in nome del cosiddetto Cristocentrismo, fu fatta firmare ad un imbambolato JP2 la riforma-distruzione del Santo Rosario, con l'aggiunta dei cosiddetti Misteri della Luce (chiamati così in contrapposizione agli altri 15 Misteri... "del buio" ?). Anche in quel caso la motivazione addotta fu che una preghiera mariana non andava bene e doveva essere corretta rifocalizzandola su Gesù Cristo. Siamo in pieno e perfetto protestantesimo cattolico.
Fuori tema: segnalo l'articolo di Formicola sul radicalismo islamico via web in Italia pubblicato sulla NBQ di oggi.
Da segnalare su Exsurge Domine la bella omelia di Mons. Viganò -Humilitas- in occasione della festa di san Carlo Borromeo, che ricorreva ieri 4 novembre.
Un grande santo come l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, si chiede Mons. Viganò, dove sarebbe oggi nella Chiesa sinodale? Facile risposta, ovviamente.
¥¥¥
Ottima osservazione. "Invece di spiegarlo, lo si deturpa": sembra proprio la chiave di lettura di tutte le novità conciliari.
E sembra anche la spiegazione del perché grandissima parte dei cattolici ha una spettacolare ignoranza delle cose basilari della fede. Ho ancora davanti agli occhi quell'amico che sapeva tutte le più esatte minuzie sul cibo kosher e sul ramadan, ma sul digiuno di quaresima "ah beh, ma vabbè, poi vedremo se è il caso".
Occhio che la Dominus Iesus ha comunque la sua dose di veleno. Alla fine del paragrafo 16 e all'inizio del 17 fa tutto un peana delle "chiese particolari" (intendendo eretici e scismatici), sfruttato anche dai "preti di Milingo" autoproclamatisi preti e perfino monsignori (notizie dalla provincia di Napoli di alcune settimane fa).
OLTRE LA GIUSTA INDIGNAZIONE
Il recente risveglio mariano circa i temi della Corredenzione, oltre ad essere positivo in sé, può essere una testa di ponte fondamentale per scardinare alcune false posizioni attuali.
Il "Corredentrix Gate" ha mostrato quanto sia falso credere che "Ma sì, alla fine se tu credi o meno una cosa poco cambia": fra la Madonna Corredentrice e non c'è un abisso e tutti lo hanno compreso bene, a seconda della posizione assunta.
Viene meno quella sciocca idea che le differenze teologiche siano questioni di lana caprina, roba solo per dotti teologi con gli occhiali e non cose che hanno ricadute pratiche anche sulla vita comune dell'ultimo gradino della Società Chiesa (i laici). D'altronde, durante il pontificato di San Damaso a fine IV secolo, quando sorse l'antipapa Ursicino il laicato prese le armi e andò a combattere contro i sostenitori dell'antipapa, non lasciando di certo la questione al solo clero romano (senza cadere nell'idea che il laicato sia in qualche modo pari del clero, chiaramente).
Ci si auspica che questa presa di coscienza circa l'importanza della teologia sia applicata anche al dialogo ecumenico, laddove assistiamo ad imbarazzanti adunate e preghiere comuni con chi la Beatissima non la chiama Vergine Perpetua, Immacolata, Assunta in Anima e Corpo e nemmeno Corredentrice.
(Charlie Bunga Banyangumuka)
Padre Benedetto Pagnotto
ieri
Non è poi così difficile, in realtà.
Nostro Signore è il Redentore dell'umanità. Nostra Signora ha unito le sue preghiere e le sue sofferenze a quelle di Lui, diventando co-redentrice con e sotto (cum et sub) Cristo.
Infatti, secondo San Paolo, OGNI cristiano è chiamato ad essere corredentore con e sotto Cristo: «Ora [scil. Paolo] gioisco nelle mie sofferenze per voi e completo nella mia carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo, per il suo corpo, che è la Chiesa» (Col 1,24 DRA).
Una così intima cooperazione nella redenzione è esattamente ciò che ci aspetteremmo dalla donna che ha avuto il privilegio unico di essere la portatrice di Dio, la Theotokos; la sua maternità divina spiega il privilegio della sua Immacolata Concezione, della sua Assunzione nella Gloria e del suo essere Mediatrice di tutte le grazie.
Sulla questione del no secco a Maria Corredentrice di Prevost e "Tucho" Fernandez, si fa al solito molta confusione.
Ancora una volta non si capisce che per comprendere la crisi della Chiesa non si deve partire da codici immaginari, giudizi emotivi , complotti improbabli. Si deve partire dai principi, veri o falsi che essi siano. Sono i principi a spiegare tutto.
La Chiesa conciliare che da sessant'anni ha eretto un idolo al principio dell' ecumenismo, non sosterrà mai, dogmaticamente o meno, qualcosa che potrebbe dispiacere ai "fratelli separati"protestanti. O a ebrei, musulmani, induisti, maghi e stregoni.
Non è un ghiribizzo del cardinale Fernandez. Il dogma di Maria Corredentrice creerebbe tensione coi protestanti. Quindi non va bene.
Il no a Maria Corredentrice é quindi la consequenza dell'assunzione sessantennale di un principio autoditruttivo, l'"ecumenismo", altrimenti detto la fornicazione permanente con gli eterodossi.
Del resto per questo idolatri del Concilio Vaticano II "nessuno possiede la verità tutta intera", come dice espressamente lo scettico relativista yankee Francis Robert Prevost.
Da sessant'anni la Chiesa conciliare (ora anche sinodale) ha scelto di essere "pastorale" e non dogmatica, e continuerà ad esserlo finchè, umanamente parlando, non si sarà autodistrutta.
Non ci sono più soluzioni umane al problema. Il clero cattolico ha deciso di seguire da sessant'anni principi "moderni"che non sono cattolici, e lo ha fatto perchè si è secolarizzato all'interno e per compiacere i poteri mondani. Questi principi sono autodistruttivi, tanto nella società quanto nella Chiesa.
Non ci sono più soluzioni umane al problema. Ma solo sovrannaturali.
Martino Mora
Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori (per il sognato vagheggiato ecumenismo).
Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella.
Alma Redemptoris Mater,
quae pervia caeli porta manes, et stella maris,
succurre cadenti, surgere qui curat, populo:
tu quae genuisti, natura mirante, tuum sanctum Genitorem,
Virgo prius ac posterius,
Gabrielis ab ore sumens illud Ave,
peccatorum miserere. Amen +
Marco Brilli
Peccato che Preti e Vescovi si perdano in chiacchiere e non si applichino più ad insegnare il catechismo ai bambini. Ora sembra che un certo santone del Vaticano abbia escogitato un pensiero profondo su Maria,Madre di Dio. Un tempo semplici catechisti non troppo eruditi e Sacerdoti ,ricolmi di amore per i corpi e le anime dei loro parrocchiani insegnavano semplicemente : " Ricordatevi, Maria, Madre di Dio si venera ma Dio, invece, si adora." In tal modo il bambino, non il santone del Vaticano, sapeva che quando parlava di Maria Santissima sempre e ripeto sempre, senza mai confondersi pregava la Madonna perché "intercedesse" presso suo Figlio affinché la preghiera venisse accolta. Il bambino conosceva benissimo il rapporto che intercorre fra "mamma" e "figlio" ( a quel tempo quando esistevano quei Sacerdoti che insegnavano il Catechismo della Chiesa Cattolica non esisteva ancora l'utero in affitto, due o tre mamme per figlio e quant'altro) e il bambino apprendeva subito che se la "mamma" intercedeva presso il "figlio" il "figlio" era propenso ad esaudire la richiesta della "madre". Il bambino capiva subito il termine "avvocata nostra" e si rivolgeva a Lei per ottenere qualcosa da Lui. Più avanti negli anni un monaco mi disse : "..vedi, la Chiesa è il Corpo Mistico di nostro Signore Gesù Cristo e Gesù è il Capo invisibile di questo Corpo mentre noi fedeli, battezzati, rappresentiamo le membra di questo Corpo Mistico. Maria Santissima possiamo immaginare che sia il "collo" di questo Corpo Mistico. Da noi, dalle membra del Corpo, tutto quello che trasmettiamo, tramite il "collo" arriva alla "testa" al Capo, arriva a Gesù." A Gesù per Maria. Sia il bambino, sia l'adulto, educati da quei Sacerdoti e Vescovi che insegnavano il Catechismo con vera carità, senza scomodare il Santone del Vaticano che si muove con la grazia di un elefante nella sala degli specchi, sanno benissimo che Gesù è il Signore e come dice S.Giovanni nel Prologo al suo Vangelo ".... tutte le cose sono state create per mezzo di lui e senza di Lui niente è stato creato di quello che esiste.." . Il bambino e l'adulto veneravano Maria Santissima perchè con il suo " SI " , "fiat mihi secundum verbum tuum" ha permesso, con il concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo, (la Chiesa celebra il 25 marzo e dopo nove mesi il 25 Dicembre celebra la nascita del Salvatore) l'inizio di quel processo di redenzione che un'altra donna , Eva, prima di lei, aveva reso necessario perché con il suo "NO" aveva, per superbia, disubbidito a quanto Dio aveva disposto. Maria come Eva era libera di rispondere all'annuncio dell'angelo con un "Si" o con un "No" ma con il suo "SI" si è resa protagonista attiva nell'opera di Redenzione di suo Figlio, Gesù, nostro Signore e Re, e per questo Leone XIII la elevò al rango di "Corredentrice". Insegnate ai bambini e agli adulti il Catechismo di Santa Romana Chiesa in modo che un semplice pastore analfabeta possa capirlo e non rendetelo fumoso solo con il desiderio di confondere la mente dei fedeli che come, nella nebbia, sono confusi, non vedono e non capiscono e seguono passivamente coloro che vogliono condurli verso una Chiesa "diversa" da quella cattolica e quindi gettarli nel precipizio dell'inferno. Anche in Cielo c'è una Madre Santissima, Maria, ed un Figlio, Gesù nostro Signore e nostro Re,nostro Salvatore. Nessuna deviazione verso cedimenti contro natura LGBTQIA+ , espressi o sottintesi, ma un naturale semplice, bellissimo rapporto fra Madre e Figlio e come la Madre disse ai servitori durante le "Nozze di Cana" : "..fate come Lui vi dice". Dante a questo punto direbbe "..e più non dimandare...".
E, anche se non è un papa o un santo, ricordiamo le parole che il Sommo Poeta mette in bocca a S. Bernardo nel XXXIII canto del Paradiso:
"Donna, sei tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz'ali".
Questa è una tragedia grande che però richiede da tutti una presa di posizione personale sulla banalità del male presente e pregresso. La banalità del Male che risiede nella pretesa ignoranza del Male della Vera Storia Sacra, ignoranza coperta dal Male stesso con motivazioni parziali o addirittura false. Affermare che Maria Santissima è solo Madre è oscurare tutta la Storia della Redenzione che Dio, Uno e Trino, Onnisciente, Onnipotente, Immenso, Eterno accompagnò dal peccato originale lungo una Storia che ancora continua. Maria Santissima in questa Storia è persona di primissimo piano sia perché Madre di Gesù Cristo sia perché che si fece Madre anche dell'uomo da redimere e per il quale mediare la Grazia da Dio. Riconoscere a Maria la sola maternità fisica è porsi sul piano inclinato che questa maternità sia stata solo umana e suo figlio un bravo ragazzo, per continuare poi a falsare sempre più sia la figura della madre che quella del figlio, come è stato fatto da sempre da coloro che, irridendo, calinniano. Quindi solo la Verità dei fatti della Storia Sacra e della Provvidenza di Dio, Uno e Trino, nel condurla, consente di dare a Gesù Cristo ed a Sua Madre il posto che ad ognuno di loro spetta.
L'eccellente padre Gabriele Maria Roschini, uno dei maggiori mariologi di tutti i tempi.
"Il titolo di CORREDENTRICE del genere umano che noi tributiamo con tanto entusiasmo alla Vergine SS. è un titolo relativamente nuovo e nel medesimo tempo antichissimo: nuovo quanto al termine, poiché non lo vediamo apparire se non nel Medio Evo, e specialmente agli albori del sec. XIV; antichissimo quanto alla dignità da esso significata. Esso corrisponde ed assomma tanti altri titoli equivalenti dati alla Vergine SS. dai SS. Padri e Dottori della Chiesa. Un pio autore, per es., ha trovato che il solo titolo di «Riparatrice del genere umano» equivalente a quello di Corredentrice, si trova in ben 21 Ss. Padri e Dottori della Chiesa. Si tratta, quindi, di cosa assai antica espressa con termine relativamente nuovo.
Però, essendo questo termine in uso da più secoli presso il popolo cristiano, senza che la Chiesa lo abbia mai contraddetto, meritamente incorrerebbe la taccia di temerario quel cattolico che osasse dubitare della sua legittimità. Dobbiamo anzi aggiungere che la Chiesa non solo non l'ha mai contraddetto, ma l'ha ormai fatto suo in vari decreti emanati dalle Ss. Congregazioni Romane.
Ma che cosa intendiamo dire chiamando la Vergine SS. Corredentrice del genere umano?... Nient'altro che questo: che Essa ha cooperato realmente ed immediatamente con Gesù, Redentore divino, all'opera grandiosa della redenzione degli uomini, soddisfacendo con Lui alla giustizia divina, offesa dal peccato di Adamo, e meritandoci con Lui tutte le grazie della redenzione.
Bisogna guardarsi bene però dalle esagerazioni. Così, sarebbe esagerazione considerare la cooperazione di Maria come una cooperazione collaterale, quale è quella che ha luogo, per esempio, negli sforzi di due o più uomini nel sollevare un peso. Gesù è l'unico Redentore: ipse est propitiatio pro peccatis nostris. Maria coopera con Gesù, ma dipendentemente da Lui, ma subordinatamente a Lui. Essa, dunque, è causa secondaria, subordinata, benché vera, reale, efficace, della nostra redenzione".
P. G. Roschini O. S. M.
ISTRUZIONI MARIANE
Seconda edizione riveduta e corretta, p. 72.
fonte - https://x.com/paracleto4/status/1986004202133291240
Coraggio, neanche il documento attuale riuscirà a sopprimere i titoli in questione.
Al punto 17 ancora c'è abbastanza cooerenza e fedelta al magistero seppur difficile da campire. Il vero problema, rileggendolo, sembra il Capitolo VI. LA CHIESA E LE RELIGIONI IN RAPPORTO ALLA SALVEZZA. Dove si vuol tener assieme, per qualche innaturale motivo, la richiesta espliciti di adesione alla fede Romano Cattolica con la volonta implicita della predestinazione universale alla salvezza. Come il testo recentement pubblicato sulla S. Vergo Maria, tentato (in vado) di tenere unite possizioni molto diverse, e come al solito, quando uno è fuori dalla chiesa si usano mezze parole che a prima vista appaiono calme e buone, poi quando ci si è dentro si ritrova in un clima di ferrea autorita con la quale molti cristiani oggi giorno si sento traditi.
Nuovo attentato islamista in Francia. La Chiesa cattolica continua a battere la strada dell'ecumenismo mentre quelli che chiama i "fratelli" fanno strage di cristiani.
Anuci delle 8:34, proprio poco fa ne ho parlato con un buon cliente; lui non l'ha messa sul religioso, ha semplicemente chiesto "quanto facciamo che diranno che è malato di mente anche quello?"
Non escludo che succeda perchè ormai temono un'insurrezione islamica, che in Francia, e pure Gran Bretagna, sarebbe di tale entità da portare a una guerra civile; in altri paesi, Italia compresa, data la minore consistenza della presenza islamica, se qualcuno inziasse in quel modo ci si potrebbe aspettare solo delle "cacce all'uomo" in risposta.
Non conosco la normazione preventiva francese, non so nemmeno se in Francia esista, ma se la polizia dovunque si dedicasse meno a cercare criminali fantasma e più a cercare queli veri saremmo un posto migliore.
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