Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 27 giugno 2024

27 giugno: Festa della Madonna del perpetuo soccorso.

Ripubblico perché ne abbiamo bisogno più che mai. Precedente sulla storia, devozione, iconografia qui.
27 giugno: Festa della Madonna del perpetuo soccorso.

La Vergine Maria è lodata sotto tanti attributi e non può che essere così, visto che non ci sono mai attributi sufficienti per cantarne la grandezza. Tra le tante bellezze di cui la Provvidenza ha voluto adornare l’Immacolata vi è anche quella di definirla come Colei che è pronta non solo ad aiutare, ma ad aiutare sempre: Madonna del perpetuo soccorso. L’aggettivo perpetuo la dice lunga.

Ebbene, questa caratteristica dell’aiuto continuo è qualcosa a cui noi del C3S teniamo molto. Chi ci legge da tempo avrà ben capito il perché. Ci riferiamo al fatto che il Pellegrino del C3S deve identificare la devozione al Santo Rosario come il “bastone” con e su cui poggiare continuamente la fatica e l’impegno di ciò che continuamente è chiamato a fare. Non solo portare sempre dietro di sé la Corona del Rosario, ma anche recitarla quanto più possibile, anche nelle faccende di tutti i giorni, anche -perché no?- passeggiando o facendo sport, ovviamente, in questi casi, nel nascondimento e senza alcuna imprudente o poco equilibrata ostentazione.

San Luigi Grignon de Monfort, nel suo Il segreto ammirabile del Santo Rosario (n.129), dice chiaramente: “(…) bisogna recitare il santo Rosario con modestia, cioè, sempre che si possa, in ginocchio, le mani giunte, il Rosario in mano. Se non di meno si è malati si può dirlo stando a letto, se si è in viaggio si può dirlo camminando; se per una qualche infermità non si può stare in ginocchio si può dirlo in piedi o seduti. Si può anche recitarlo lavorando, quando non si può lasciare il proprio lavoro per soddisfare i doveri della propria professione, giacché il lavoro manuale non è sempre contrario alla preghiera vocale.” E se si ha paura delle distrazioni si ricordi questo episodio: un soldato in trincea scriveva una lettera alla mamma tra il fragore della battaglia. Un commilitone gli chiese: “Ma come fai a scrivere con questo fracasso? Chissà quanti strafalcioni ci scappano!” “Non fa niente –rispose il soldato- gli strafalcioni se li corregge la mamma. L’importante è che io le scriva.”

Il Rosario ci è stato donato per questo: per legarci continuamente alla Madre, per farci guidare da Lei, mano nella mano, e per ricevere il suo continuo -perpetuo!- soccorso. (Corrado Gnerre)

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Supplica alla Madonna del perpetuo soccorso
O Madre del Perpetuo Soccorso, molti sono coloro che prostrati dinanzi alla tua santa immagine, chiedono il tuo patrocinio.
Tutti ti chiamano “Il Soccorso dei miseri” e provano il beneficio della tua protezione.
Perciò anch’io ricorro a Te in questa mia tribolazione. Tu vedi, o cara madre, a quanti pericoli sono esposto; Tu vedi i miei innumerevoli bisogni.
Afflizione e bisogni mi opprimono; sventura e privazioni portano desolazione nella mia casa; sempre e dovunque trovo una croce da portare.
O Madre, piena di misericordia, abbi pietà di me e della mia famiglia, ma in modo speciale aiutami adesso, in queste mia necessità.
Liberami da ogni male; ma se è volontà di Dio che io continui a soffrire, dammi almeno la grazia di soffrire con pazienza ed amore. Questa grazia io ti domando con tanta fiducia (…..) e questo io spero di ottenere da Te perché sei la Madre del Perpetuo Soccorso. Amen.

1 commento:

Viandante ha detto...

27 giugno, festa della Madonna Madre del Perpetuo Soccorso, o Madre della Passione: un'icona greca (cretese per la precisione) finita a Roma (nel santuario della Chiesa di Sant'Alfonso all'Esquilino) e venerata e amata a latitudini diverse in Polonia, nelle Russie, nelle Filippine e in America Latina...

-Ἀντιλαβοῦ, σῶσον, ἐλέησον καὶ διαφύλαξον ἡμᾶς, ὁ Θεός, τῇ σῇ χάριτι.
-Κύριε, ἐλέησον.
-Τῆς Παναγίας, ἀχράντου, ὑπερευλογημένης, ἐνδόξου, Δεσποίνης ἡμῶν Θεοτόκου καὶ ἀειπαρθένου Μαρίας, μετὰ πάντων τῶν Ἁγίων μνημονεύσαντες, ἑαυτοὺς καὶ ἀλλήλους καὶ πᾶσαν τὴν ζωὴν ἡμῶν, Χριστῷ τῷ Θεῷ παραθώμεθα.
-Σοί, Κύριε.
(dalla divina liturgia di San Giovanni Crisostomo)