Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 26 giugno 2024

Brevi osservazioni sul caso Viganò, implicazioni e risvolti

Una rapida essenziale riflessione disseminata di numerosi link, che spero avrete la pazienza di consultare, per ogni argomento accennato.

Brevi osservazioni sul caso Viganò
implicazioni e risvolti

Prendendo lo spunto dal caso Viganò un lettore scrive: 
Vorrei brevemente e alla buona dare il mio contributo sul passato prossimo e sul presente:
  • Benedetto xvi è stato costretto, dalla situazione internazionale (leggi USA) ed altro forse, alle dimissioni da lui 'frenate' come ha potuto.
  • JMB sapeva di avere un compito affidatogli 'dagli uomini'. Ricordiamo il Buonasera iniziale, il nome Francesco, essere sempre rimasto in albergo.
In qualche modo entrambi hanno detto la verità come hanno potuto e saputo dirla. Un allarme l'hanno dato, ma non si è voluto coglierlo.
Per quanto detto sub a) possiamo ricordare i 20 motivi (almeno quelli noti, ma chissà quanti altri) che hanno "frenato" e in qualche modo sabotato il papato di Benedetto XVI e direttamente o indirettamente provocato la sua resa. Leggeteli qui  

Sub b) possiamo ricordare come la preparazione di questo pontificato e la fronda contro Benedetto non siano illazioni ma fatti ben noti: la famigerata "mafia di San Gallo" qui - qui - qui

Ciò nonostante restano dubbi conoscendo l'ambiguità di Benedetto, che ha motivato l'abdicazione, battezzata "dimissioni" - come da una funzione qualunque - tirando fuori l'"ingravescente aetate" prevista per il pensionamento dei vescovi; nonché la figura del papa emerito, tanto inedita quanto non normata né sotto l'aspetto teologico né sotto quello canonistico, nel più puro stile conciliarista qui e molto altro qui - qui. A cui si aggiungono le perplessità indotte dal famoso discorso del "papato allargato" di mons. Georg qui.

Personalmente, fin da allora, non traggo conclusioni, resto nel dubbio [vedi quando dicevo a caldo] e affido tutto al Signore e a quanto forse si apprenderà dalla storia futura. In sostanza non mi sono lasciata trascinare né dalle ipotesi di invalidità dell'elezione qui, né dalle elucubrazioni di Cionci qui, né dalla logica stringente e minuziosa dei ragionamenti di Radaelli, focalizzata peraltro su sull'ipotesi di fondo della invalidità e conseguente nullità della rinuncia di Benedetto XVI, su cui ho glissato; ma la trovate qui.

Finora l'ipotesi più attendibile, che penso andrebbe sviluppata, è il "vizio di consenso" di Mons. Viganò qui; ipotesi comprovata da fatti di per sé eloquenti... Tra l'altro Mons. Viganò ha avuto il pregio di fare la sintesi tra teologia e politica che sono inscindibili, anche se la crudezza del linguaggio offre pretesti a coloro che gridano allo scandalo [qui l'indice degli interventi].
Un altro scoglio è il politicamente corretto dominante sia in ambito ecclesiale che mondano, ormai sovrapponibili: è un altro elemento che riduce l'incisività dell'actio dell'Arcivescovo, anche se le sue denunce, che ora hanno fatto un inusitato scalpore extra moenia, corrispondono a detti e fatti noti e stanno aumentando le persone che iniziano ad aprire gli occhi. 
Ieri sera al TG1 è stato intervistato perfino il card. Müller che in una recente intervista a FWTN ha dichiarato: “Non ero sorpreso dalle sue accuse, ma vorrei proporre al Santo Padre di parlare con lui, di cercare una riconciliazione con lui, e di dare risposte a quelle accuse o questioni per il Popolo di Dio che ha il diritto di sapere. Sempre è possibile che ci sia stato qualche errore, o qualche sbaglio di gestione, possiamo imparare dai nostri errori e dobbiamo diventare migliori nella gestione degli abusi. Non dividere la Chiesa in gruppi. Il Santo Padre ha il compito dell’unità, deve essere il simbolo dell’unità dobbiamo superare con l’aiuto del Santo Padre la divisione fra conservatori e liberal (dov'è la salvezza delle anime, la teologia, la Rivelazione? -ndr). Vogliamo una Chiesa unita”. 

In ogni caso il punto più controverso sembrerebbe il rifiuto del Concilio, da pastorale e non dogmatico, ora trasformato in superdogma sul quale (non da ora) è vietato ogni sorta di dibattito.
Per quanto mi riguarda il Concilio è da respingere solo in quelle parti disseminate nei suoi documenti – ormai ampiamente identificate – in discontinuità con la tradizione, spesso ben mascherate da quelli che Romano Amerio (nel suo Iota Unum) chiama circiterismi nel senso di espressioni di un eloquio debordante e ambiguo, di fatto concretamente veicolate nella prassi attraverso la pastorale non più definitoria (qui). Ricordo anche i quattro livelli del Vaticano II di mons. Gherardini (solo il IV è quello delle innovazioni da identificare e disattendere qui) e la soluzione proposta da mons. Schneider (qui). Del resto sarebbe irrealistico ignorarlo come se non ci fosse mai stato, posto che le variazioni introdotte nella prassi (di cui vediamo il culmine nell'attuale pontificato), hanno prodotto cambiamenti anche nella dottrina, che definire epocali è dir poco, a tutto scapito delle nuove generazioni. Quel che è sempre mancata ed ora sembra acquistare addirittura la connotazione di comportamento scismatico è ogni possibilità di discussione e approfondimento sulle applicazioni spurie, negata a tutti i livelli, a partire da tutti i papi conciliari. 
Io c'ero a quel famoso Convegno (qui), ottimamente frequentato – organizzato dai Francescani dell'Immacolata – dal quale scaturirono molte interessanti relazioni oltre alle due di cui ai link supra. Esso avrebbe dovuto essere, dichiaratamente, l'inizio di un discorso molto serio da proseguire in ambito ecclesiale; il che, a ragion veduta, possiamo considerare una delle cause determinanti della soppressione dei Francescani dell'Immacolata (qui), il cui carisma peraltro è tuttora vivo, sia pure sotto traccia!
Siamo arrivati fin qui. Preghiamo e vedremo... (Maria Guarini)

48 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima sintesi e eccellenti riflessioni. Grazie Mic.

Anonimo ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2023/10/21/don-ricossa-vigano-e-le-sue-valutazioni-sul-vizio-di-consenso-da-parte-di-francesco-un-intervento-da-approfondire/
Don Ricossa: «Viganò e le sue valutazioni sul vizio di consenso da parte di “Francesco”. Un intervento da approfondire»

Anonimo ha detto...

Per la stesura dei documenti del VII è stata usata una tecnica molto raffinata, la stessa che ha consentito lo sviluppo dell’elettronica e poi dell’elettronica digitale e che, oggi, in forma microscopica, ci ritroviamo in tutti gli strumenti, compresa la AI: la tecnica del “drogaggio”. Se ad un materiale amorfo dal punto di vista elettrico, il silicio, si aggiungono parti infinitesimali di un semimetallo come l’arsenico, il pezzo di silicio diventa un semiconduttore, cambia completamente le sue proprietà elettriche. La prima volta che, da profano, ho letto il documento “Nostra Aetate”, fino ad un certo punto nulla di nuovo, a parte certo sentimentalismo che poi avrebbe costituito la base per la nascita e lo sviluppo dei “movimenti”; poi un’affermazione che mi ha lasciato basito e che però mi ha fatto cominciare a pensare. I documenti conciliari sono “drogati”, per questo vanno rigettati in blocco.
Per quanto riguarda la dichiarazione del cardinale Muller, se da una parte la trovo vergognosa (e uso un aggettivo lieve altrimenti lei non mi pubblica…), dall’altra non mi meraviglia affatto, da parte di uno che, per i suoi scritti, quando la Chiesa era quella vera, non sentimentale…, sarebbe finito a riscaldare i convenuti a piazza Campo dei Fiori.
E questi sarebbero i cardinali sui quali poter contare per una eventuale presa di posizione, come auspicato dal prof. Radaelli ? o magari l'altro, quello che portava a spalla la canoa in San Pietro ?
Claudio Gazzoli

Gederson Falcometa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
mic ha detto...

Per quanto riguarda la dichiarazione del cardinale Muller...

Aggiungo et alii...
Il problema di oggi, relativamente nuovo, è che anche i cosiddetti "conservatori", che colgono le magagne più eclatanti - ormai diventate ineludibili - hanno poi i loro 'bachi' e, in dichiarazioni all'apparenza corrette, ne portano (a volta chiaramente a volte invece sotto traccia) le conseguenze modernisticamente innovative che sfuggono ai più che pubblicano le loro interviste o dichiarazioni sui problemi attuali, senza le dovute osservazioni che ripareggiano la verità tutta intera.
Per quanto mi riguarda, in genere non mi sfuggono e le segnalo nell'incipit o nelle note...
Gli unici che quando citano i documenti conciliari sono sempre più che corretti sono il Card. Burke e Mons. Schneider. Solo che il primo, seppure riafferma la verità, si è sempre sottratto dal metter in discussione gli errori del concilio. Ora scopriamo fino in fondo il perché (la dogmatizzazione senz'appello nonostante la sbandierata 'pastoralità', storicista e non più definitoria: l'inganno più sottile)

Enzo basile ha detto...

Il solito e perdente approccio conciliare conservatore.

Anonimo ha detto...

a onore del vero sarebbe importante anche segnalare che la Fraternità con comunicato ufficiale ha, di fatto, scaricato Viganò.

Anonimo ha detto...

Io sono personalmente convinto dell’ invalidità della rinuncia di Benedetto XVI (da ben prima che Cionci iniziasse le sue fanta-elucubrazioni che non fanno altro che ridicolizzare e marginalizzare la critica seria alla questione) e anche della ragionevolezza del discorso “viganiano” sul vizio di consenso. Eviterei però di parlare di “logica stringente e minuziosa dei ragionamenti di Radaelli” e mi auguro che anche mons. Viganò prenda atto della oggettiva disonestà intellettuale del professore nei confronti di Benedetto XVI. Se quest’ultimo è per Cionci un santo di somma sapienza, per Radaelli è un demonio di sopraffina malizia. Non sarebbe meglio attenersi ai fatti e lasciare al Padre Eterno il giudizio sulle intenzioni?
Su critica radaelliana cf. https://padreelmocorazza.blogspot.com/2024/03/critica-alla-critica-radaelliana.html?m=1

mic ha detto...

Anonimo 9,37
In realtà la Fraternità ha messo in relazione i due diversi approcci di Mons. Viganò e Mons. Lefebvre, da lui chiamato in causa per le affinità di situazione, pur nella stessa sostanza riguardo alle critiche.
Ma si tratta di situazioni storiche diverse, di personalità e responsabilità diverse, e di implicazioni che nel tempo si sono fatte ingravescenti, pur rimanendo invariata la sostanza....

Resistente. ha detto...

Io c'ero a quel famoso Convegno, Esso avrebbe dovuto essere, dichiaratamente, l'inizio di ..

Cio' mi conferma nella mia teorìa di una "forza altra" all'interno degli uomini di Chiesa che spinge tutta la Chiesa verso altra direzione (la direzione dell'insignificanza?). Come mai sotto il regno di Ruini c'e' stata
una esplosione di costruzioni innumerevoli e costosissime similprotestanti? Come mai tanta rilevanza all'interno della Chiesa dei movimenti, vedi sant'Egidio ,tanto che in alcuni momenti e' sembrato che guidasse esso la Chiesa piuttosto che il Papa e non a caso il fondatore ha ricoperto rilevanti ruoli anche in politica..come mai...?

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Ricordiamo che appena eletto Papa dalla loggia chiese a tutti preghiere per non fuggire davanti ai lupi.

Tutti particolari importanti, avvenuti davanti al mondo intero. Da questa richiesta si deduce che lui i lupi li aveva visti, li conosceva, non era certo di poterli ammansire, anzi temeva di fuggire.
m.a.

Anonimo ha detto...

Ho citato il nome Francesco come prova perché  San Francesco non fu mai sacerdote, forse forse solo diacono, ma non si è certi. Se ne sentiva indegno tanta era la sua stima del sacerdozio. Da quello che so viceversa tutti i papi sono stati sacerdoti anche se lo sono diventati il giorno prima.
m.a.

Laurentius ha detto...

Concordo pienamente con il Rev. don Francesco Ricossa.

Per grazia e Divina Provvidenza la Chiesa e' di Cristo! ha detto...

Il mio punto di vista (non richiesto) : Papa Benedetto era un doverista e si occupava del ruolo a cui era stato designato e non si immischiava in altre competenze non richiestegli. Come inculcatogli in famiglia : vedeva, osservava, deduceva, ma teneva tutto nel suo cuore. Si e' sentito dire (dunque voci a cui non prestare molta attenzione)che quel tale fondatore poi scomunicato perche' abusatore proveniente da...portasse pacchi di denaro in Vaticano e per questo fosse benvenuto e festeggiato e che in una di queste occasioni fosse invitato al banchetto anche il Cardinale Ratzinger ma anche che questi preferisse non aderire ad alcun festeggiamento per ritirarsi in buon ordine nella sua camera.
Fine di un tempo

Successivamente fu criticato aspramente perche' nel suo ruolo non aveva ancora rimosso quel tale di cui sopra ed il Cardinale doverista rispose che non "aveva potuto farlo perche' non ne aveva gli strumenti" e chiese al Papa di dargli gli strumenti grazie ai quali pote' fare poi quel che fece in silenzio e in carita'
vedi il documentato blog di Raffaella.
Fine secondo tempo

Eletto Papa ha provato a ...ma e' stato sonoramente deriso e canzonato (porto come esempio quando ha ventilato una riforma della riforma), per caso risulta che abbia potuto esprimersi piu' compiutamente in merito ? Per caso risulta cosa avrebbe voluto attuare in merito? No ! E' stato immediatamente tacitato sul nascere da tutti! Saltiamo, saltiamo e arriviamo agli ultimi tempi, alla sua salute precaria, a cio' a cui aveva dovuto udire e assistere durante gli ultimi anni di P.G.P.II , del governo infine delegato (lo si deduce)al suo forte segretario polacco. Papa Benedetto aveva collaboratori sicuramente fedeli? Carismatici? No ! Senza fare nomi c'era fra i vari vertici una bella lotta intestina.. Ma se gli avevano liquidato perfino l'efficace portavoce Valls ! Dall'altro e' stato in qualche ruvida occasione difeso come Papa? No! Intanto le forze progressiste, i superbi fra loro e i nemici della Chiesa tessevano sottotraccia le loro astuzie e poiche' premevano sempre piu', ha dolorosamente ritenuto migliore passare per un codardo, un traditore, un pauroso che scappa davanti ai lupi (quanto e'stato schernito per questo!) piuttosto di far calpestare la Sposa di Cristo, la Chiesa universale, con il suo avallo (con la sua firma in calce a chissa' quali documenti essendo lui sempre piu'in salute precaria : sordo, privo della vista da un occhio, soggetto a svenimenti quindi col sistema circolatorio compromesso ecc. ecc.). La prova fu che seppur dimesso hanno provato a contraffarlo e schierarlo in vari modi (uno per tutti l'episodio dei famosi libretti...).
Dice, ma e' sopravvissuto altri anni. Certo,in stato di assoluto riposo e sempre meno in grado di compiere in autonomia gli atti quotidiani della vita.Ovvero, invalido al 100 per cento.
Terzo tempo Fine.

Scusate, avevo dimenticato di indicare la fonte: ha detto...

P.S. in merito al portavoce di Benedetto XVi : vedi l'esempio Regensburg.

mic ha detto...

L'unica conclusione certa è l'enorme grave confusione che regna sovrana!

Anonimo ha detto...

Riguardo al silenzio di quasi tutti i consacrati si è  fatto un gran parlare di obbedienza  verso il pontefice o a volte di timore. Solo recentemente si è  iniziato a citare sottovoce la complicità. 
m.a.

mic ha detto...

Anonimo 11:15
Ma chi ha mai detto che Chiesa e post concilio sostiene la tesi di Cassiciacum?
Io ho solo parlato delle ambiguità di Benedetto che non aiutano a trarre conclusioni sulla sua rinuncia (ma non ho mai messo in dubbio il suo pontificato né quello dei suoi predecessori né
materialmente né formalmente).
Ho semplicemente, poi, detto che su Francesco non traggo conclusioni e sospendo ogni giudizio sulla validità o meno della sua elezione mentre trovo attendibile l'ipotesi del vizio di consenso che può essere suffragato da tanti suoi atti e detti che aggiungono qualcosa di estraneo e totalmente rivoluzionario rispetto a chi lo ha preceduto, avendo in comune la sola radice conciliarista...
Ma anche su questo pontificato non mi sento né tanto meno mi dò l'autorità di trarre conclusioni definitive... tranne che continuo e segnalare gli errori (attrbuibili a Simone e non a Pietro) per "ripareggiare" la verità....

mic ha detto...

Per cautelare questo blog ho cancellato dal commento delle 11:15 la conclusione arbitraria (che presa a sé potrebbe avere un suo peso in un altro contesto) cui rispondo sopra e riproduco quanto la precede:

Don Ricossa: «Viganò e le sue valutazioni sul vizio di consenso da parte di “Francesco”. Un intervento da approfondire»

Le stesse argomentazioni che don Ricossa sottopone a mons. Viganò (su cui non mi risulta abbia finora preso posizione) valgono anche per tutti quelli che indirettamente sostengono la medesima tesi (di Cassiciacum).

Anonimo ha detto...

Potremmo stare qui a discutere per giorni e giorni, ma il VERO motivo della rinuncia di Ratzinger sarà difficile che venga fuori, al di là dei suoi errori personali ed umanissimi, non era adatto al governo, per me resta un indelebile ricordo di lui e dei suoi insegnamenti, non ce l'hanno voluto in Vaticano e adesso è tutto rose e fiori, vediamo come finisce il caso giudiziario del palazzo londinese, trattandosi di tribunali inglesi, mi aspetto di tutto, last but not least ritengo che Benedetto XVI sia l'ultimo Papa Cattolico Romano validamente eletto, speriamo non l'ultimo e basta, il resto è disbrigo di modalità di cessazione di attività e lì JMB è meglio di una wrecking ball.

Anonimo ha detto...

L’arcivescovo ha rilanciato il suo apostolato pubblico denunciando il cosiddetto “deep-state” e l’incompetenza sia dottrinale che pratica (caso McCarrick e Rupnik) di Papa Francesco. Quando poi ha sempre più esplicitamente difeso la Tradizione cattolica schierandosi non solo contro le riforme attuate da Francesco, ma anche contro le riforme pluridecennali apportate dal Concilio Vaticano II, ha dimostrato non solo di aver compreso la crisi che infesta la Chiesa nella sua panoramica più generale e completa, ma anche di essere fedele alla Tradizione con la “T” maiuscola.

In una gerarchia composta da vescovi e cardinali che dicono le cose a metà, o non le dicono proprio, Monsignor Viganò ha saputo certamente differenziarsi dalla “massa”.

mic ha detto...

Alla fine, se bisogna riconoscere l'autorità anche quando sbaglia non si può omettere di denunciare se sbaglia.

Anonimo ha detto...

Il documento vaticano che limita ulteriormente la Santa Messa tradizionale sarebbe esistente, con l’appoggio del card. Petro Parolin (ma papa Francesco lo firmerà?)
https://blog.messainlatino.it/2024/06/il-documento-vaticano-che-limita.html#more

Anonimo ha detto...

Cara Maria, mi sembra che quando si parla del concilio tutti si concentrino sugli errori e le ambiguità disseminate qua e là nei documenti, ma che tutti si scordino che il Vaticano II ha cambiato il sacramento dell'Ordine, quando sostituisce i suoi tre gradi tradizionali, comuni anche agli ortodossi, di Suddiacono, Diacono e Sacerdote, con quelli di Diacono, Presbitero e Vescovo. La differenza è sostanziale. Se prima si diceva che la pienezza del sacramento apparteneva al Sacerdote, ora si dice e si crede che appartenga solamente al Vescovo...
I preti sono stati declassati... Anche il nuovo rituale è ovviamente diverso, quello antico manomesso per rispecchiare la nuova teologia. Prima il Vescovo veniva "consacrato", ora viene "ordinato".

Anonimo ha detto...

Pur non essendo un seguace dell'Istituto Mater Boni Consilii e non aderendo alla tesi di Cassiciacum che si fonda sull'assunto di Viganò del vitium consensus, consiglio di ascoltare questa omelia, avente il pregio di fare chiarezza e di far comprendere come la posizione di Viganò sia traballante, incoerente e confusa. Chi sostiene Viganò e la sua tesi sostiene anche la confusione da lui alimentata.
https://m.youtube.com/watch?v=JS6yy9vJou0

Anonimo ha detto...

Domanda provocatoria : Come mai con questo Papa i documenti del Papa nessuno riesce a trafugarli e non vengono sbattuti sulle prime pagine dei giornali?

Gederson Falcometa ha detto...

Salvo informazioni migliori, la tesi sull'azione della mafia di San Gallo afferma che essa ha cercato di impedire l'elezione di Ratzinger nel 2005. Tuttavia, il capo della mafia e dei progressisti, il cardinale Carlo Maria Martini, ha ceduto i suoi voti a Ratzinger . Già da Papa e prima di dimettersi, andò prima a parlare con Antipapa Martini, e si dimise poco dopo la sua morte.

Vale la pena ricordare che il canonista Francesco Patruno ha rivelato che poco meno o più di un anno dopo la sua elezione, Benedetto XVI ha consultato il pontificio consiglio per i testi legislativi, riguardo alle modalità delle dimissioni.

L'ipotesi che emerge dalle informazioni di Patruno è che ci sia stato un accordo anche nel Conclave del 2005, che prevedeva la sua permanenza al governo, le sue stesse dimissioni. Benedetto XVI però non avrebbe rispettato la sua parte dell'accordo e questo ha scatenato il caos nel suo pontificato.

È piuttosto problematico per un Papa dimettersi sotto la pressione di un gruppo che ha reali possibilità che questo gruppo elegga un Papa. Un indizio che Benedetto XVI prevedeva l'elezione di Bergoglio è stata la nomina del cardinale Müller, appassionato di Teologia della Liberazione, alla carica di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. A quel tempo erano in corso colloqui con la FSSPX e Müller era a quel tempo uno dei suoi principali nemici.

Vale anche la pena ricordare ciò che ha detto monsignore. Antonio Livi, sull'insegnamento di Benedetto XVI, nell'intervista dal titolo "L'eresia al potere":

Comunque sia, mi sembra che il pensiero di Ratzinger possa essere criticato come teologo; altra cosa è la sua azione pastorale come Prefetto della Congregazione per la Fede e poi come Papa. Come Papa ha fatto molto poca pastorale dogmatica, ha fatto della pastorale che io chiamo «letteraria». Ha prodotto dei documenti che derivano più dalla teologia che dal magistero. Se si fa della teologia e si mette il proprio lavoro sullo stesso piano di quello dei teologi, non si fa più del magistero, che consiste nel riproporre il dogma e spiegarlo. Le sue encicliche sono al 90 % della pura teologia ed egli ha impiegato una gran parte del suo pontificato a scrivere i tre volumi del «Gesù di Nazareth». L'eresia al potere, intervieram a Mons. Antonio Livi

Queste informazioni sollevano le seguenti domande (e altre):

Martini darebbe i suoi voti a Ratzinger gratis?

Come ha fatto la mafia di San Gallo per impedire l'elezione di Ratzinger, se il suo capo non solo l'ha appoggiata, ma gli ha anche dato i suoi voti?

L'affermazione sulla consultazione dell'organo competente, sulle modalità delle dimissioni, non mostrerebbe anche un difetto di consenso, nell'elezione dello stesso Benedetto XVI?

Anonimo ha detto...


lE critiche di mons. Livi alla pastorale solo "teologica" di Benedetto XVI.

Una "teologia", quella di Benedetto XVI, anch'essa inficiata dall'errore dottrinale. Basta leggersi la sua "Introduzione al Cristianesimo", un testo che probabilmene solo pochissimi laici si sono presi la briga di guardare. Vi si vede uno sforzo impressionante per adattare il cristianesmo a certi aspetti della mentalità moderna. Così la Croce deve esser intesa solo come simbolo d'Amore perché non si può ammettere che Dio pretenda l'espiazione cruenta delle nostre colpe, per ottenerci misericordia per i nostri peccati. Queste sono concezione medievali.
Inoltre, Ratzinger aderì all'errore di GP II che, contro il dettato espresso del Concilio di Trento, affermò nella sua prima enciclica che "l'immagine e la somiglianza dell'uomo con Dio è rimasta intatta", e in ciascun uomo. Mentre Trento ha insegnato che dell'immagine erano rimaste solo le capacità intellettuali mentre la somiglianza (la grazia santificante) era scomparsa con la caduta. L'errore di GPII cancellava di fatto il peccato originale. La grazia santificante ci viene restituita appunto ad opera della Chiesa, con i Sacramenti, per merito della Croce. L'azzeramento di Wojtyla rende superflua anche la Chiesa per la salvezza ed infatti ha aperto la porta all'eresia della "redenzione universale": il Cristo cosmico e/o incarnatosi ha già salvato tutti, la Chiesa deve ora solo render edotti tutti gli uomini di questa verità quando "annuncia il Vangelo"(con il dialogo, non per convertire).
Taciamo per pudore sui ripetuti elogi di Ratzinger allo squilibrato gesuita Teilhard de Chardin, con le sue bislacche teorie sul carattere cosmico della Comunione, della salvezza: una forma di neopaganesimo che voleva fare la sintesi tra il cristianesimo e l'evoluzionismo più radicale, riunificati in un processo vitale-cosmico del quale il Cristo sarebbe stato il "punto omega", qualsiasi cosa ciò voglia dire.

INsomma, ancora perdiamo tempo sulla validità o meno delle dimissioni di chi? Di un novello Aquinate del XX secolo?
pp

Attenzione. ha detto...

Buona o cattiva purtroppo l'Autorita' e' l'Autorita'. Per favore non diamo loro l'ennesimo pretesto per fargli decidere quello che noi non vorremmo mai succedesse.

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno con l'autore del commento delle 20:08!
In questo periodo gli utili idioti dei modernisti sono coloro che vanno dietro al demenziale "codice Ratzinger", incompatibile sia con la teologia cattolica (se un papa può comunicare anche solo in codice non è in sede impedita),che con la teologia e la psicologia ratzingeriane.
È pessimo anche soffermarsi a cavillare sul fatto che Ratzinger sia rimasto papa oppure no (non può esistere il "papa occulto" e un papa che convoca un conclave e promette obbedienza al successore perde il pontificato, volente o nolente).
La questione del vizio di consenso non viola il principio di non contraddizione, nessun dogma e si basa su fatti oggettivi.
Il vizio di consenso non riguarda le intenzioni soggettive (come falsamente affermano Cionci e Minutella) ma quelle oggettive, visibili dal foro esterno.
Non è questione di buona fede: un Papa convinto di salvare le anime aprendo all'adulterio e/o negando uno o più dogmi, ha l'intenzione soggettiva di fare il bene della Chiesa ma ha l'intenzione oggettiva di danneggiarla (vizio di consenso).
Un Papa disinteressato alle questioni di fede, che accettasse il papato soltanto per il potere ma che non altera il depositum fidei, non ha l'intenzione soggettiva di fare il bene della Chiesa ma non ha neppure l'intenzione oggettiva di farle del male (consenso valido).

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 21:32,
Potrebbe fare un solo esempio di ciò che potrebbe decidere "l'Autorità" nel caso noi dovessimo dargliene il pretesto?
Un commento incompleto come il suo non ha alcuna credibilità: faccia almeno un esempio!
La dottrina cattolica ci insegna che l'esercizio dell'Autorità ha dei limiti ben precisi, oltre i quali non può pretendere obbedienza...ma se lei ha scoperto un sistema con il quale "l'Autorità" riuscirebbe "a punirci o a vendicarsi" ce lo renda noto e gliene saremmo molto grati!

Anonimo ha detto...

@ Attenzione. Allora a che serve l'autorità? A che serve un papa? IL VIGILANTE

Gederson Falcometa ha detto...

Caro PP,

Sono felice di vederti qui. Nella già citata intervista a mons. Livi, ci mostra en passant alcuni errori della teologia di Ratzinger. Principalmente che la sua teologia è una teologia protestantizzata. Si tratta in verità di una teologia neomodernista, come si vede chiaramente nell'articolo Rivelazione ed ermeneutica in Ratzinger, spiegate da Gagliardi di Stefano Fontana - https://lanuovabq.it/it/rivelazione-ed-ermeneutica-in-ratzinger- spiegate-da-gagliardi.

Credo che l'articolo meriti un'analisi da parte di un nostro collega, perché Fontana, pur essendo brillante su certi temi, lascia molto a desiderare quando si tratta della crisi della Chiesa. Un momento parla di Rahner, un altro di Bonhoeffer e infine parla di Moltmann, ma quando ha davanti una teologia neomodernista non dice assolutamente nulla. È un autore che ha bisogno di essere confrontato con tutto il rispetto da uno di noi.

Il problema con le dimissioni di Benedetto XVI è che ingannano ancora molte persone. Pertanto, purtroppo, è necessario continuare a tornare sull’argomento. Se Benedetto XVI si è dimesso sotto la pressione della mafia di S. Gallo, ha semplicemente peccato gravemente. Questo punto non è nemmeno menzionato nei testi che trattano l’argomento. Al contrario, la rinuncia viene spesso presentata come qualcosa di eroico. A parte i punti oscuri del Conclave del 2005, il tentativo di creare un Papato emerito o l'affermazione che esso avrebbe rappresentato la fine del vecchio e l'inizio del nuovo.

Le dimissioni sono totalmente legate all'eccessiva riduzione del papato a vescovo di Roma operata da Francesco. Questo perché il significato più profondo delle dimissioni di Benedetto XVI è proprio che il Papa è un vescovo come gli altri, a primus inter pares. Purtroppo, niente oltre a questo...

Un caro saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

Cardinal Ruini: «La morte mi fa un po’ paura. E oggi molto più che un tempo penso che l’inferno esista» | Corriere.it
…Sta pensando all’Italia di oggi?

«Da questo punto di vista l’Italia non è dissimile da molti altri Paesi europei. Colpa anche nostra, della Chiesa intendo. Non possiamo tirarci fuori: abbiamo un po’ subito la concorrenza, per così dire. Non abbiamo contrastato abbastanza i nostri avversari sul piano delle idee. Prima del Concilio, seppure tra debolezze e settarismi, c’era ancora uno sforzo per affermare la verità della fede. Con il Concilio si è cercato giustamente di ridurre il fossato con i non credenti, ma ci si è forse illusi che quel fossato fosse più piccolo di quanto non sia, e che dall’altra parte ci fosse la stessa intenzione di saltarlo. Abbiamo abbassato la guardia, ci siamo mostrati indifesi. Soprattutto quando nella teologia sono stati introiettati principi che erano incompatibili con la fede cristiana».
https://www.maurizioblondet.it/camillo-ruini-racconta-il-tradimento-di-cristo-della-gerarchia/

Diego ha detto...

Io credo che in questi anni i modernisti, quelli veri che vogliono il male della Chiesa, si sono fatti grasse risate leggendo tutte le mille teorie ed elucubrazioni sul pontificato di BXVI e sulla sua fine. E ciò per loro è stato un vantaggio perché tenevano impegnati il loro nemico (cioè chi ama la Chiesa) in mille rivoli senza che ci si potesse focalizzare con tutte le nostre forze su altri aspetti. E così hanno potuto assestare colpi potenti soprattutto contro la Santa Messa.
Io sposo una tesi diversa: un uomo di chiesa, con pregi e difetti come tutti gli uomini, viene eletto in un momento storico in cui bisogna averle quadrate per tenere botta. Lui però era mite di carattere (e questo lo capisco perché anche io mi rispecchio molto nel carattere di Ratzinger) e cercava sempre una soluzione ma non per ignavia ma perché credeva fermamente nella capacità degli uomini di arrivare ad ammettere i propri errori.
Ma il mondo non funziona così e questo io l'ho provato sulla mia pelle. Ci sono "tori" che vanno presi per le corna e il dialogo (che è comunque una cosa buona) in questi casi è solo foriero di dolore per chi invece sei stato incaricato di proteggere. Non è connivenza, né malafede; è solo essere l'uomo sbagliato al momento sbagliato e nel posto sbagliato.
In questo papa Francesco è un ottimo papa perché è molto deciso e netto e permette di capire da che parte stanno le persone lasciando poche zone grigie dove permettere ai traditori di nascondersi. Il problema della chiesa non sono i Giuda conclamati ma sono quelli che giocano "a cavallo". Questi si annidano ovunque e tirano acqua al proprio mulino prelevandola un colpo dai modernisti e un colpo dai cattolici. Chiamatele quinte colonne, basisti, spie, fate voi. Concludo dicendo che di questi "uomini di chiesa" io ne conosco, anche vescovi, e non sono malvagi nel senso comune del termine ma sono persone che presumono di essere nel giusto ma che nel cuore hanno una fede diversa dalla nostra. Pregano con noi, in mezzo a noi e stanno con noi alla presenza di Cristo ma non sono di Cristo perché non obbediscono ai suoi comandamenti (ad es. perseguitare i fedeli del vetus ordo e non scomunicare gli abortisti è come dare altri colpi di flagello al Corpo di Cristo stesso). E qui ribadisco che fino a che non si abolirà il novus ordo e cancelleranno tutti i documenti del CVII (i cui argomenti trattati però dovranno essere ripresi e affrontati da un punto di vista veramente cattolico) non ci sarà modo umano di venirne a capo. Ma la Chiesa è di Cristo e Cristo agirà con Giustizia. E allora quello scritto sopra forse sembrerà una soluzione mite a confronto.

La Chiesa la salva solo il Salvatore. ha detto...

L'Autorita' potrebbe infine tirar fuori dai cassetti quel documento "in attesa", documento vaticano ventilato in questo tempo, per il quale questa vicenda potrebbe essere un ottimo pretesto per proibire la Messa antica. Inoltre ,l'Autorita' va obbedita nelle disposizioni lecite; La Chiesa e' gerarchica ed e' un corpo unico; inoltre esiste Una sola Chiesa e non tante chiese che alla fin fine tendono alla disgregazione dell'Unico Corpo; Autorita' buone, meno buone, pessime, nella Chiesa gia' ci sono state e non e' una novita' di adesso se alcune Autorita' mancano ai loro obblighi; inoltre affermare pubblicamente che l'attuale Papa non e' Papa ci pone automaticamente nella condizione di scisma giacche' piaccia o non piaccia e' questo il Papa ; infine non consideriamo noi stessi il tribunale supremo, santifichiamoci e restiamo fedeli a NSGC nell'Unica Chiesa.

Anno 2024, quante chiese abbiamo? Contiamole.

150. Che cosa è la Chiesa cattolica?
La Chiesa cattolica è la società o congregazione di tutti i battezzati che, vivendo sulla terra, professano la stessa fede e legge di Cristo, partecipano agli stessi sacramenti, e obbediscono ai legittimi Pastori, principalmente al Romano Pontefice.

151. Dite distintamente che cosa è necessario per esser membro della Chiesa?
Per esser membro della Chiesa è necessario esser battezzato, credere e professare la dottrina di Gesù Cristo, partecipare ai medesimi sacramenti, riconoscere il Papa e gli altri legittimi Pastori della Chiesa.

52. Chi sono i legittimi Pastori della Chiesa?
I legittimi Pastori della Chiesa, sono il Romano Pontefice, cioè il Papa, che è il Pastore universale, ed i Vescovi. Inoltre, sotto la dipendenza dei Vescovi e del Papa, hanno parte nell'officio di pastori gli altri sacerdoti e specialmente i parrochi.

154. Non appartengono dunque alla Chiesa di Gesù Cristo tante società di uomini battezzati che non riconoscono il Romano Pontefice per loro capo?
No, tutti coloro che non riconoscono il Romano Pontefice per loro capo, non appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo.

156. Perché la Chiesa si dice Una?
La vera Chiesa si dice Una, perché i suoi figli, di qualunque tempo e luogo, sono uniti fra loro nella medesima fede, nel medesimo culto, nella medesima legge e nella partecipazione dei medesimi sacramenti, sotto un medesimo capo visibile, il Romano Pontefice.

157. Non vi potrebbero essere più Chiese?
No, non vi possono essere più Chiese, perché siccome vi è un solo Dio, una sola Fede e un solo Battesimo, così non vi è, e non vi può essere che una sola vera Chiesa.

https://www.maranatha.it/MobileEdition/T13-Catechpiox/testi/05page.htm

Laurentius ha detto...

La solita manfrina conservatrice.

Anonimo ha detto...

Dove va la Messa tradizionale?
https://www.youtube.com/watch?v=LjMIzmQLyQA
Cooperatores Veritatis

Gederson Falcometa ha detto...

"La Chiesa la salva solo il Salvatore"

San Pio X è stato il martello dei modernisti. Lui nel suo tempo ha salvato la Chiesa del modernismo. Questo significa che Papa Sarto e non Nostro Signore ha salvato la Chiesa? Ora, non c'e più l'inabitazione della Santissima Trinità nella nostra vità e principalmente nella vità dell'autorità? Questo modo di parlare è il luterano Solo Christus, non è cattolico.

In ciò che riguarda la questione della autorità, tra una buona e una cattiva autorità, se compreendi diversi gradi che vanno dalla magna autorità alla tirania. Inoltre a questo il problema dell'autorità dal Concilio ad oggi, non se separa dal problema dottrinale: quella del Concilio è la dottrina neomodernista della Nouvelle Théologie. Quindi, l'ultimo Papa buono è stato Pio XII, i suoi sucessori in gradi diversi sono tutti cattivi proprio per la dottrina cattiva che hanno difuso. Un buono Papa non può diffendere e insegnare la Liber religiosa, l'ecumenismo e la collegialità. Parlare della questione dell'autorità senza considerare il problema dottrinale che viviamo dal Concilio fino ad oggi è molto superficiale.

Gederson Falcometa ha detto...

È possibile un'analogia tra Benedetto XVI e Putin? Entrambi furono costretti a prendere le decisioni che presero, ma perché uno scelse le dimissioni e l'altro la guerra?

La Chiesa non poteva né comprare né vendere? Oggi la Russia, con oltre 16.000 sanzioni, affronta l’Ucraina e la NATO sul campo di battaglia.

Anche Putin avrebbe potuto dimettersi? Sì, potrebbe, ma cosa significherebbero le sue dimissioni spacciandole per qualcosa di legale per il suo popolo?

Quale sarebbe il destino della Chiesa se avessimo un Putin? Quale sarebbe il destino della Russia se avesse un Benedetto XVI?

Anonimo ha detto...

Criptico ! Pregasi fare interventi meno oscuri. Grazie

Anonimo ha detto...

Da Nicola Zingarelli sappiamo che infallibile è  un agg. 1 Che non è soggetto a sbagliare: Dio è infallibile, l'uomo non è  infallibile.

2 est. Sicuro, certo: rimedio certo.


Quindi Dio è infallibile, l'uomo non è infallibile, ma lo diventa solo quando ripete quello che Dio ha detto. Il Papa è  infallibile solo quando ripete quello che Dio, Uno e Trino ha detto.
m.a.

Anonimo ha detto...

@ 28 giugno, 2024 05:21
Queste discussioni elucubrazioni, signore, sono interminabili, sfiancanti, e lasciano ognuno nelle proprie convinzioni. Non e' compito dei laici dirimere la questione, lasciamo che lo faccia chi lo deve fare. Noi, pensiamo a santificarci e a santificare chi ci e'accanto che' c'e' molto da fare.
LJC!

Anonimo ha detto...


# Gederson, del 27 06 2024, ore 04:28.

Caro Gederson, grazie del pensiero e del saluto, che cordialmente ricambio.
Seguo sempre con profitto i tuoi acuti interventi.
PP

Anonimo ha detto...


# Il corretto compito di noi laici nella presente drammatica crisi della Chiesa non è quello di "dirimere la questione", che spetta ai sacerdoti di Cristo; è quello di denunciare senza posa le deviazioni dottrinali, pastorali e culturali dilaganti nella Chiesa e per evidente responsabilità dei pastori supremi.
Questo compito mi sembra che il presente blog lo stia svolgendo bene e da anni, grazie all'impostazione equilibrata conferitagli da Mic.
pp

Gederson Falcometa ha detto...

L'analogia si basa su somiglianze e differenze, è il caso della situazione Chiesa/Benedetto XVI e Russia/Putin. Questa diventa facile capire ciò che oscuro e ci fa pensare e riflettere.

I laici hanno la libertà di oppinare sulle questioni che non sono stati chiuse per l'autorità. Nessuno qui vuole dirimire le questione. Questo è un blog e ognuno può commentare sul tema del post. Il problema è che ci sono dei commenti che sono contrari alla "nostra convinzioni personali" proprio per questo esiste il dibattito. Allora, se ciò che me ha detto è un'assoluto, la questione non potrebbe nemmeno essere posta e tutti i cattolici dovrebbero chiudere i suoi blog... Però, il commentare in uno blog non significa che il commentattore non compie il sacro dovere di santificare la sua propria vità!

Anonimo ha detto...


Data l'eterogeneità delle personalità e delle mansioni, il paragone tra Benedetto XVI e Putin, per quanto interessante, si presenta complicato e in sostanza difficile da articolare.
pp