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martedì 30 giugno 2020

Bellissimo carteggio fra due Vescovi di Santa Romana Chiesa

Aggiornamento: Mons. Negri ha voluto precisare che la sua adesione riguarda l’Appello del 5 maggio, non gli interventi sul concilio et alia.... [qui]
L'adesione di Mons. Luigi Negri e la risposta di mons. Carlo Maria Viganò.

Mons. Luigi Negri scrive a
Mons. Carlo Maria Viganò 


Eccellenza Carissima,
man mano che le circostanze della vita tendono ad indicarci elementi di degrado sia nella vita ecclesiale che in quella sociale vorrei farle pervenire la mia adesione al suo messaggio che mi sembra abbia raccolto il cuore vivo della nostra esperienza ecclesiale. Questo cuore vivo dell’esperienza ecclesiale si connota sempre più per la quotidiana consapevolezza che il tempo che ci è dato fugge e che la nostra esistenza rimane fortemente condizionata dalla provvisorietà degli eventi e dei fatti.

Mi sembra che la Chiesa, a brani, secondo un ritmo spesso momentaneo, stia recuperando la coscienza della propria identità e il compito missionario che caratterizza la sua vita e la sua storia.

Un sacerdote negli USA rimosso dal suo ministero esemplare pro-vita

Nella nostra traduzione da Lifesitenews apprendiamo che un vescovo, in seguito alle minacce di attivisti LGBT, ha rimosso dal suo ministero un sacerdote noto per il suo impegno a favore della vita.

Padre Joseph Klee ferito alla mano durante
una veglia per la vita nel 2017. 
A causa delle  minacce degli attivisti LGBT, un vescovo ha tolto dal ministero un sacerdote noto per il suo impegno a favore della vita.
La scorsa settimana il vescovo Robert J. Brennan della diocesi di Columbus in Ohio ha annunciato che Padre Joseph Klee non è più assegnato alle parrocchie di San Giovanni Battista e del Sacro Cuore, né più le rappresenta.
Brennan, in un “Messaggio speciale” sul sito web della parrocchia di San Giovanni Battista, ha scritto: “Padre Klee ha mostrato uno stile di comunicazione divisivo rivolto ad un vasto pubblico su molti temi di attualità”. Aggiungendo: “Queste comunicazioni, mentre sembrano presentare un insegnamento morale cattolico, sono spesso offensive e irrispettose per la dignità umana delle persone”.  “Padre Klee è stato ripetutamente avvertito di astenersi da simili comunicazioni che creano divisione e gli è stato intimato di interromperle. Ora si stanno prendendo in considerazione ulteriori passi”.

lunedì 29 giugno 2020

Mons. Viganò non è sull'orlo dello scisma. Molti nodi stanno venendo al pettine

Molti nodi stanno venendo al pettine. Lo dimostra l'excursus di Sandro Magister, su recenti mosse e interventi pubblici di mons. Viganò, in chiave di lettura critica ma senza entrare nel merito; in definitiva sulla scia dell'intervento del card. Brandmüller, già analizzato qui e qui, che Magister riprende in conclusione. (Qui l'indice dei numerosi articoli in tema)
In realtà l'arcivescovo Viganò non tace sulla grave crisi che stiamo attraversando, cogliendone i molteplici risvolti non solo sul fronte ecclesiale mentre cerca di risalirne alle radici. Alcuni dei suoi interventi più recenti finalmente hanno rotto il muro di omertà su una, tanto enfatizzata e data per scontata quanto falsa, infallibilità del Vaticano II e relative conseguenze sempre più ineludibili.

Cito Magister:
Benedetto XVI nel 2011 lo promosse a nunzio apostolico negli Stati Uniti. Il mite papa teologo non poteva certo immaginare, nove anni fa, che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò – dal 2016 tornato a vita privata ma tutt’altro che nascosta – l’avrebbe oggi incolpato d’aver “ingannato” la Chiesa intera dando a credere che il Concilio Vaticano II fosse immune da eresie e, anzi, andasse letto in perfetta continuità con la vera dottrina di sempre.
Perché proprio questa è la vetta a cui è arrivato Viganò in questi giorni, in capo a un crescendo martellante di denunce delle eresie della Chiesa di questi ultimi decenni, con alla radice di tutto il Concilio, da ultimo in un botta e risposta con Phil Lawler, direttore di CatholicCulture.org. [qui]
Attenzione: non il Concilio male interpretato, ma il Concilio in quanto tale e in blocco. Nei suoi ultimi interventi pubblici, infatti, Viganò ha respinto come troppo timida e vacua persino la pretesa di alcuni di “correggere” il Vaticano II qua e là, nei suoi testi a loro giudizio più smaccatamente eretici, come la dichiarazione “Dignitatis humanae” sulla libertà religiosa. Perché ciò che deve essere fatto una volta per tutte – ha ingiunto – è “lasciarlo cadere ‘in toto’ e dimenticarlo”.
Naturalmente con la parallela “cacciata dal sacro recinto” di tutte quelle autorità della Chiesa che, identificate come colpevoli dell’inganno e “invitate ad emendarsi”, non si ravvedessero.
Secondo Viganò, ciò che dal Concilio in poi ha snaturato la Chiesa è una sorta di “religione universale di cui fu prima teorizzatrice la Massoneria”. E il cui braccio politico è quel “governo mondiale fuori da ogni controllo” perseguito dai poteri “senza nome e senza volto” che ora piegano ai loro interessi anche la pandemia del coronavirus.
Lo scorso 8 maggio, a un appello di Viganò contro questo incombente “Nuovo Ordine Mondiale” hanno incautamente apposto le loro firme anche i cardinali Gerhard Müller e Giuseppe Zen Zekiun.
Così come a una successiva lettera aperta di Viganò a Donald Trump – da lui invocato come guerriero della luce contro il potere delle tenebre che agisce sia nel “deep state” che nella “deep Church” – ha risposto entusiasta lo stesso presidente degli Stati Uniti, con un tweet divenuto virale.
Ma tornando al temerario atto d’accusa sferrato da Viganò contro Benedetto XVI per i suoi “fallimentari tentativi di correzione degli eccessi conciliari invocando l’ermeneutica della continuità“, è doveroso ridare la parola proprio all’accusato.
L’ermeneutica della continuità – o con più esattezza: “l’ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto Chiesa” – è infatti la chiave di volta dell’interpretazione che Benedetto XVI ha dato del Concilio Vaticano II, nel memorabile suo discorso alla curia vaticana della vigilia di Natale del 2005, primo anno del suo pontificato. [fine citazione Magister, Continua qui]
Per quanto mi riguarda ho sentito e condiviso tutti gli interventi di mons. Viganò sopra ricordati ed altri ancora. Ma qui mi soffermo specificamente sul tema dell'ermeneutica della riforma di cui al pluricitato discorso di Benedetto XVI del 2005 [qui].

Paolo Pasqualucci: Rispettosa replica a S. Em. Walter Cardinal Brandmüller sull’interpretazione del Concilio Vaticano II

Sul recente intervento del Card. Brandmüller, da me commentato qui, una completa articolata analisi ed una sintesi chiara e netta di Paolo Paqualucci, da tener bene in evidenza. N.B. Il testo è stato integrato dall'autore, pur mantenendo la critica la sua validità, per chiarire meglio una sfumatura del testo di Nostra Aetate, in risposta ad alcune osservazioni di un lettore.
Qui indice precedenti.

Sommario : 1. L’accusa di “relativismo” ai critici del Concilio appare del tutto fuori luogo. 2. Il paragrafo 2.5 della Dichiarazione ‘Nostra Aetate’ incita effettivamente i cristiani a far progredire i non-cristiani in tutti i loro valori, invece che a convertirli. 3.Gli incisi di NAet 2.5 non sanano la proposizione principale. 4. NAet 2.5 inquadrato nel contesto dell’intero art. 2 .
Abbiamo tutti la massima stima e deferenza per il cardinale Brandmüller, esemplare figura di pastore e autorevole storico della Chiesa. In questi ultimi tempi, nell’accentuarsi della crisi della nostra religione, ha coraggiosamente difeso pubblicamente il matrimonio cattolico, sottoscritto i famosi Dubia [qui] a Papa Francesco a proposito di certe sue scandalose affermazioni nella Amoris Laetitia [qui - qui indice], condannato senza mezzi termini l’eretico e apostatico Sinodo per l’Amazzonia [qui - qui - quiqui indice]. Tuttavia, credo che molti siano rimasti profondamente delusi dalla sua difesa dell’intoccabilità del pastorale e innovativo Vaticano II, in una recente conferenza il cui testo è stato riproposto dal sito Stilum Curiae e commentato da Chiesa e Postconcilio, il 24 giugno 2020 [qui]. Mi sia pertanto consentita una rispettosa replica alle sue affermazioni, su un punto specifico, concernente la Dichiarazione ‘Nostra Aetate’ sulle religioni non cristiane.
1. L’accusa di “relativismo” ai critici del Concilio appare del tutto fuori luogo.

E. Maria Radaelli. L'arcivescovo C.M. Viganò entra in guerra col Vaticano II

In riferimento a : Il Card.Walter Brandmüller e le difficoltà interpretative del Concilio. Ci riporta indietro... non possumus! [qui], E.M. Radaelli condensa in un rapido excursus il succo dei suoi numerosi lavori ai quali questo blog ha già dedicato spazio e interesse e con i quali egli ci ha accompagnati attraverso le acque sicure del mare tomista per spiegarci che la Forma è il linguaggio della Sostanza. Sul complesso dibattito potete trovare qui l'indice degli articoli più recenti, con l'autorevole contributo di mons. Viganò e con l'importante dibattito che finalmente va espandendosi e approfondendosi.

E. Maria Radaelli. L'arcivescovo C.M. Viganò entra in guerra col Vaticano II

Ho letto su Chiesa e post concilio l'articolo: Il Card.Walter Brandmüller e le difficoltà interpretative del Concilio. Ci riporta indietro... non possumus! [qui].
È evidente che sono migliaia, anche ai livelli più alti, i Pastori e Presuli che non hanno preso coscienza delle temerità del funestissimo Concilio Vaticano II, nemmeno dopo libri come Iota unum di Amerio, che pure raggiunse settemila copie solo nelle tre prime edizioni, e ora con quella con la mia Postfazione nei tipi Lindau ha mietuto altre duemila copie [qui].
Mi auguro che i Presuli si impegnino un po’ più vivacemente a raccogliere le denunce pur fortissime di Monsignor Livi, che col suo L’eresia al potere, pubblicato da Sandro Magister il 2 gennaio 2020, prendeva netta posizione sulla catastrofe conciliare proprio a partire dal linguaggio.
E non è forse di primo piano la denuncia che compie il sottoscritto dal 2015, v. La Chiesa ribaltata [qui], che la Chiesa e noi tutti ci troviamo nel pieno di quella che ho chiamato “Guerra delle Forme”, o “Guerra delle due Forme”, intendendo la Forma Pastorale contro la Forma Dogmatica, con morti e feriti, vincitori e vinti, eserciti tracotanti che scorrono per i Paesi annientando la fede di popoli e nazioni, come è sotto gli occhi di tutti, tranne che di essi, ciechi proprio senza occhi?

domenica 28 giugno 2020

Che fare in questo marasma? - Don Elia

Oltretutto, chiedere indicazioni liturgiche ad un Comitato Tecnico Scientifico composto da atei e massoni (peraltro di livello scientifico indefinibile) è normale oltre che indegno per desistenza dalla specifica autorità?

Anche se non mancano di certo i ministri fedeli, seppur non sempre molto visibili, l’impressione più lampante è che la Chiesa rigurgiti di eretici e apostati che abbiano occupato la casa di Dio. È pur vero che la carità, spingendo a cercare tutte le attenuanti possibili, fa supporre che l’errore, in molti casi, sia inconsapevole, dato che perfino dei sacerdoti dimostrano, col tenore delle loro omelie, di ignorare finanche i rudimenti del catechismo. Soprattutto quelli di una certa età, paradossalmente, sembrano aver completamente rimosso ciò che da giovani avevano pur appreso, sostituendolo con un groviglio di idee balorde che determinano poi comportamenti aberranti. Il grado di responsabilità individuale è noto soltanto a Dio, cosa, questa, che ci proibisce di ergerci a giudici delle coscienze usurpando il Suo ruolo; ciò non toglie però che nei fatti sussista eresia, almeno materiale, se non apostasia, benché non dichiarata.

sabato 27 giugno 2020

Mons. Viganò risponde al direttore di CWN, Phil Lawler, sui problemi dottrinali e pastorali sorti dal Vaticano II

Finalmente autorevoli risposte precise a domande precise. Di seguito il testo nell'originale italiano della risposta di Mons. Viganò al direttore di Catholic World News, Phil Lawler, sui problemi dottrinali e pastorali sorti dal Vaticano II; qui il testo pubblicato sul suo blog, Catholic Culture.
Finalmente, ad ogni passo, il dibattito si allarga ulteriormente, mentre l'analisi va sempre più in profondità.
Finalmente emerge a chiare lettere la necessità di "un atto di umiltà che tutti noi, ad iniziare dalla Gerarchia e dal Papa, dobbiamo compiere: riconoscere l’infiltrazione del nemico in seno alla Chiesa". Potete consultare tutti i precedenti qui.

Mons. Viganò sui problemi dottrinali e pastorali sorti dal Vaticano II
"La Chiesa è un’istituzione divina, e tutto in essa deve partire da Dio e a Lui tornare. Non è in gioco il prestigio di una classe dirigente, né l’immagine di un’azienda o di un partito: qui si tratta della gloria della Maestà di Dio, del non vanificare la Passione di Nostro Signore sulla Croce, delle sofferenze e dei patimenti della Sua Santissima Madre, del sangue dei Martiri, della testimonianza dei Santi, della salvezza eterna delle anime..."
Egregio Dottore
Phil Lawler
Mail plawler@cwnews.com
21 Giugno 2020
Dominica infra Octavam Ss.mi Cordis Jesu
Carissimo Dottor Lawler,
ho ricevuto per il tramite del comune amico Edward Pentin la Sua email, nella quale Ella pone alcune domande relative a quanto già da me espresso sul Concilio Vaticano II. Volentieri Le rispondo, auspicando che queste riflessioni possano contribuire a risanare la Chiesa Cattolica dai gravi mali che la affliggono.
Ph. Lawler: Innanzitutto, qual è la Sua opinione sul Vaticano II? Che da allora le cose siano andate rapidamente in discesa è certamente vero; ma se l’intero Concilio è un problema, com’è potuto succedere? Come si concilia questa posizione con ciò in cui crediamo sull’inerranza del Magistero? Com’è stato possibile che tutti i Padri conciliari siano stati tratti in inganno? Anche se solo alcune parti del Concilio (ad esempio Nostra Aetate, Dignitatis Humanae) sono problematiche, dobbiamo porci le stesse domande. Molti di noi affermano da anni che lo “spirito del Vaticano II” è in errore. Vostra Eccellenza sta ora dicendo che questo falso “spirito” liberale riflette esattamente il Concilio in sé?
Che il Concilio rappresenti un problema, penso non occorra dimostrarlo: il semplice fatto che ci poniamo questa domanda sul Vaticano II e non sul Tridentino o sul Vaticano I, mi pare confermi un dato evidente e riconosciuto da tutti. In realtà, anche coloro che difendono a spada tratta quel Concilio si trovano a farlo prescindendo da tutti gli altri Concili Ecumenici, di cui neppure uno fu definito come concilio pastorale. E si noti: lo chiamano il Concilio per antonomasia, quasi fosse l’unico e il solo di tutta la storia della Chiesa, o quantomeno considerandolo un unicum sia per la formulazione della sua dottrina, sia per l’autorità del suo magistero. Un’assise che, a differenza di quelle che l’hanno preceduta, si definisce appunto pastorale e dichiara di non voler proporre alcuna nuova dottrina, ma che di fatto crea un discrimine tra prima e dopo, tra Concilio dogmatico e Concilio pastorale, tra canoni inequivocabili e vaniloqui, tra anathema sit e ammiccamenti col mondo.

venerdì 26 giugno 2020

16-22 Agosto 2020 - I Corso estivo di Esercizi spirituali tradizionali

Amicizia Liturgica propone
I Corso estivo di
ESERCIZI SPIRITUALI TRADIZIONALI
L’Amore del Cuore
Sacerdotale di Gesù

riservato a Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Seminaristi, Giovani in ricerca vocazionale, Laici (uomini)
Predicatore: P. Serafino M. Lanzetta
Info e iscrizioni qui

"Il sacerdozio è l'amore del Cuore di Gesù" usava ripetere il Santo Curato d'Ars. È un dono che con l'Eucaristia e la Vergine Maria promana direttamente dal suo Cuore ferito e aperto. Gli Esercizi Spirituali Tradizionali saranno incentrati sulla riscoperta di questo grande dono andando alla sua fonte, provando a investigare le imperscrutabili ricchezze racchiuse nel Cuore di Nostro Signore: il Suo amore fino alla fine, fino al dono totale di Sé nell'oblazione sacrificale. Il Cuore di Maria sarà la bussola per orientarsi in questo grande mistero.

Non deve diventare illecito dire la verità. La legge Zan “contro l’omofobia” è inaccettabile

Dichiarazione del Coordinamento Nazionale Justitia et Pax per la DSC in merito alla legge Zan. Il Coordinamento, promosso dall'Osservatorio Van Thuan, riunisce 33 Associazioni e Centri Culturali cattolici operanti in Italia. 

Dichiarazione
del Coordinamento Nazionale Justitia et Pax per la Dottrina sociale della Chiesa


La proposta di legge Zan mira a punire coloro che esprimano forme di intolleranza nei confronti delle persone ad orientamento omosessuale, transessuale o bisessuale. Essa riprende e sviluppa la proposta di legge Scalfarotto già presentata nelle precedenti legislature. Su queste finalità della proposta di legge facciamo tre valutazioni di merito.

Alla base di questa legge c’è quanto Benedetto XVI chiamava “tolleranza negativa”, la quale, secondo lui, avrebbe preparato la strada a nuove forme di totalitarismo: “La vera minaccia di fronte alla quale ci troviamo è che la tolleranza venga abolita in nome della tolleranza stessa”. Tolleranza negativa comporta per esempio di non ammettere che si dica in pubblico che la famiglia è solo quella naturale tra uomo e donna per non essere intolleranti verso altre forme di famiglia. Vorrebbe anche dire di impedire di affermare in pubblico che la vera sessualità umana è quella tra uomo e donna per non discriminare altre forme di esercizio della sessualità. Quando questo venisse disposto per legge diventerebbe illecito dire la verità. Non solo la Chiesa cattolica non potrebbe più proporre gli insegnamenti biblici in materia, ma ogni cittadino non potrebbe più fare riferimento ad una natura umana eticamente normativa, ad una verità fonte di divieti morali assoluti, ad un ordine delle cose che richiede di essere rispettato. Non si vieterebbe solo la libertà di esprimere una opinione ma quella di dire la verità. Essa lederebbe direttamente la libertà di espressione, religiosa e di insegnamento, ma soprattutto eliminerebbe il fondamento stesso, oltre che l’esercizio, della libertà, ossia la verità, senza della quale la libertà diventa pura opinione infondata.

giovedì 25 giugno 2020

Sante Messe in Rito Antico a Sant'Anna al Laterano

Domenica 28 e lunedì 29 giugno - ore 16:00
Vi ricordo la Santa Messa Antica celebrata
ogni Domenica e feste di precetto
Sant'Anna al Laterano
Via Merulana, 177 - Roma

Galla Placidia, una donna che ha lasciato un segno nella storia

A dispetto dei luoghi comuni, esistono nella Storia figure di donne di alta caratura, che non si posero alcun problema di rivaleggiare con gli uomini, ma hanno, uomini e donne, collaborato per raggiungere importanti traguardi nella difesa dei principi e dei valori eterni a vantaggio del vero bene comune. Fra di loro l’imperatrice Galla Placidia (388/392-450), della quale quest’anno ricorrono 1570 anni dalla morte.

Il segno che Galla Placidia ha lasciato nella civiltà europea è a dir poco straordinario, tuttavia non se ne parla nei libri di scuola, essendo stata, come pure molte altre donne – sante e non, fra cui Matilde di Canossa (1046-1115) e Adelaide di Torino (1016-1091) – coraggiosa e determinata nel difendere la fede cristiana e Santa Romana Chiesa. Al suo nome è legata una ricca attività edilizia ed artistica, ed è a lei e al suo regno che sono attribuite le costruzioni di numerose chiese a Ravenna, Milano e Roma.

mercoledì 24 giugno 2020

Mons. Athanasius Schneider. Alcune riflessioni sul Concilio Vaticano II e la crisi attuale della Chiesa

Negli ultimi decenni non soltanto alcuni modernisti dichiarati, ma anche teologi e fedeli che amano la Chiesa, hanno mostrato un atteggiamento che assomigliava ad una sorta di difesa cieca di tutto ciò che era stato detto dal Concilio Vaticano II. Un tale atteggiamento a volte sembra richiedere vere acrobazie mentali e una “quadratura del cerchio”. Anche ora, la mentalità generale dei cattolici buoni corrisponde spesso a una totale infallibilizzazione di ogni parola del Concilio Vaticano II o di ogni parola e gesto del Pontefice. Questo tipo di malsano centralismo papale era già presente da diverse generazioni nei cattolici degli ultimi due secoli. Una critica rispettosa e un dibattito teologico sereno, però, sono sempre stati presenti e permessi all’interno della grande tradizione della Chiesa, poiché è la Verità e la fedeltà alla rivelazione divina nonché alla tradizione costante della Chiesa che si deve cercare, il che implica di per sé l’uso della ragione e della razionalità, evitando acrobazie mentali. Alcune spiegazioni di certe espressioni ovviamente ambigue che inducono in errore, contenute nei testi del Concilio, sembrano artificiali e poco convincenti, specialmente quando si riflette su di esse, in modo intellettualmente più onesto, alla luce della dottrina ininterrotta e costante della Chiesa.

Il Card.Walter Brandmüller e le difficoltà interpretative del Concilio. Ci riporta indietro... non possumus!

Ho letto su Stilum Curiae un recente intervento di S. Em. il Card.Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, sul Vaticano II  e le difficoltà di interpretazione. (qui un precedente del 2012).
Il cardinale dei Dubia - purtroppo rientrati, a quanto mi risulta, oltre che per la morte dei cardinali Caffarra e Meisner, anche per la sua successiva débâcle che ha isolato il card. Burke - non fa altro che reiterare il tema dell'ermeneutica come chiave di lettura del concilio, sposando e riproponendo la tesi di Ratzinger, su cui abbiamo ben chiarito dove sia l'inganno e i fraintendimenti (la visuale storicista del soggetto-Chiesa sganciato dall'oggetto-Rivelazione). Si tratta dei soliti argomenti triti e ritriti, fondati su false premesse, che si infrangono contro la realtà e contro la devastazione già inopinatamente lamentata da Paolo VI... Siamo di fronte ad un vero e proprio accecamento ideologico.
Mettendo l'accento su questo tema, cade l'assunto che gli errori, peraltro ben individuati con solidi argomenti, siano già contenuti in nuce nei documenti e poi sviluppati dall'applicazione attraverso la pastorale. E dunque siamo punto e a capo. Di nuovo nelle secche che tutto dipende non dal concilio ma dalla sua cattiva interpretazione, ignorando ostinatamente che questa è resa possibile proprio dai circiterismi e dalle anfibologie (per usare il linguaggio ameriano, vedi testo riportato di seguito) sparse qua e là nei suoi documenti.
Sostanzialmente lo trovo un passo indietro rispetto alle coraggiose affermazioni di mons. Viganò e mons. Schneider cui non ha tardato aderire don Barthe. [vedi]
Tenendo conto che si tratta della conferenza tenuta di recente dal cardinale su invito della Scuola Ecclesia Mater segnalata a Tosatti da Mons Nicola Bux, si capisce da dove venga il mantenersi disciplinatamente dentro i paletti del Vaticano II e dell'ermeneutica ratzingeriana. Ci vedo l'impronta dell'azione di normalizzatore, che il monsignore porta avanti in tutti i modi, anche presso importanti porpore di cui lui funge da "peritus". Dunque si capisce anche un altro motivo del perché l'operazione dei Dubia si sia miseramente arenata.

Si potrà con una analisi più meditata entrare nei singoli punti della trattazione. Ci sarebbero da scrivere volumi, condensando quelli già scritti. Ma ora, intanto, penso possa giovare a tutti rileggere il breve stralcio che riporto di seguito dal volume "Iota unum", edizione Lindau 20091, [qui] nel quale Romano Amerio tratta della "ermeneutica neoterica" del Concilio Vaticano II, quella che Benedetto XVI ha definito "ermeneutica della discontinuità", proclamando tuttavia quella della continuità; ma in chiave storicista, che non esplicitamente ma pragmaticamente, provoca la negata rottura.
Inoltre vi propongo i link ad alcuni precedenti da cui attingere utili approfondimenti. (Maria Guarini)

Numerosi i miti creati durante la pandemia da una ragione stanca - Stefano Fontana.

Tavolo di Lavoro sul dopo-coronavirus
Numerosi i miti creati durante la pandemia
da una ragione stanca

Stefano Fontana

Quando la ragione si stacca dalla fede cade nel mito. É uno dei grandi insegnamenti di Benedetto XVI. Per lui valeva anche il contrario: quando la fede si stacca dalla ragione cade nel mito. La caduta nel mito da parte della religione si chiama fideismo, la caduta nel mito da parte della ragione si chiama razionalismo: sono due religioni mitiche. Nel famoso discorso di Ratisbona del 2006 lo aveva spiegato molto bene. In questo nostro tempo notiamo che da un lato viene esaltata una religiosità mitica, come quella panteista, idolatrica e animista dei primitivi (si torni con la mente al sinodo dell’Amazzonia), e dall’altra la ragione politica si nutre di miti appunto politici. In ambedue i casi c’è un difetto di razionalità.

Durante la pandemia da Covid-19 la politica si è inventata molti miti in funzione autoconsolatoria oppure di servizio al potere politico. Sul mito dell’emergenza si può rinsaldare il potere e renderlo più pervasivo, proprio per contrastare l’emergenza. Il potere può aumentare il controllo, le libertà venire limitate con il consenso di tutti, le disposizioni autoritarie accolte perfino con soddisfazione e il potere se la gode.

martedì 23 giugno 2020

Sull’inginocchiamento dell’uomo libero - Andrea Mondinelli

Ringrazio Andrea Mondinelli per il testo che segue. Molto pertinente in un momento in cui dovremmo vergognarci di vedere questo vescovo modernista - e come lui altri - che partecipa al razzismo di BLM, mentre dovrebbe essere pastore non solo dei neri ma anche dei bianchi e altri colori. Purtroppo il gesto avalla le rivolte, i roghi, i saccheggi, lo stolto sfregio di simboli e memorie del passato di questo gruppo. Mentre  i cattolici si inginocchiano solo davanti a Dio... Intanto l'arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, coerentemente con l'esigua sanior pars del corpo ecclesiale, ha dichiarato che le proteste contro l'ingiustizia razziale sono state "dirottate" da una folla incline alla violenza. Dell'inquietante fenomeno abbiamo parlato qui e qui. Potete trovare molti spunti interessanti anche nelle relative discussioni.

Cari amici, la seguente pagina sull’inginocchiamento dell’uomo libero, tratta da Jean Madiran “L’eresia del XX secolo” ed. Volpe 1972, è di un’attualità e di una verità sconvolgente. Tenete conto che per Madiran l’eresia del XX secolo è quella dei vescovi. Ecco la corposa citazione:
La preesistente religione cattolica, squalificata dal messaggio di Saint-Avoid come inattuale (proposizione I) e non abbastanza evangelica (proposizione II), sarà anche la religione che sopravviverà. Qualunque cosa accada, a sopravvivere sarà la Chiesa santa, una e cattolica. Questa è la nostra fede. Questa Chiesa e questa religione, dette antiche, tradizionaliste e superate, sono quelle di cui viviamo. Esse sono formate da uomini liberi. Lo testimoniano, con una testimonianza che confermeremo con i nostri atti. I dottori della nuova religione non sanno più che cosa siano degli uomini liberi, sebbene parlino continuamente di libertà. Gli uomini liberi non sono né dei montoni né dei robot. « L'inginocchiamento di un uomo libero --- diceva Péguy, il bell'inginocchiamento dritto di un uomo libero ». Ma voi non volete più inginocchiamenti, e i vostri Séides, i vostri fanatici, con l'ostia in mano danno pedate alle gambe di coloro che si mettono in ginocchio per comunicarsi.

lunedì 22 giugno 2020

Joseph Ratzinger è tornato stamane a Roma

Chi fosse interessato può consultare qui l'indice degli articoli sui 'due papi', a partire dall'annuncio dell'abdicazione di Benedetto XVI.

Nell'immagine a lato Benedetto XVI è fotografato con il presidente della Baviera Markus Söder prima della partenza per Roma con un volo militare.
Apprendiamo dall' AGI che Benedetto XVI è tornato in Vaticano, al monastero Mater Ecclesiae, dopo un breve soggiorno in Germania, per visitare il fratello mggiore gravemente malato.
Il Sismografo (sito di informazione vaticana) rende noto che un corteo di numerose macchine con targa del corpo diplomatico tedesco ha varcato a velocità sostenuta la porta del Perugino con una nutrita scorta della Polizia italiana.
Come annunciavamo qui, giovedì scorso, Joseph Ratzinger si era recato in forma privata nella sua natia Baviera, ospite nel seminario di Ratisbona,  accompagnato, tra gli altri, dal suo segretario Georg Gaenswein, che da mesi si occupa solo di lui, pur mantenendo l'incarico di Prefetto della Casa pontificia.
Nel suo breve soggiorno Benedetto XVI ha avuto la possibilità anche di sostare nei luoghi di famiglia, non più visitati dal 2006 durante l'ultima visita ufficiale in patria. La prima tappa è stata al cimitero di Ziegetsdorf, sulla tomba dove risposano i genitori e la sorella maggiore, un momento di preghiera concluso dall'aspersione con l'acqua benedetta. La seconda sosta è avvenuta nella sua casa di Pentling, alla periferia di Regensburg. Tre quarti d'ora passati nell'abitazione che lo ospitò negli anni da docente di Dogmatica all'Università cittadina, dal '69 al '77, prima della nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga. La casa è ora sede, ricorda Vatican News, dell'Istituto Benedetto XVI, nel quale si conserva la sua eredità teologica.

Nobile a PG e Vigano: preghiera sì, ma anche l'azione…

Un contributo di Agostino Nobile, autore di numerosi articoli pubblicati anche da questo blog, che alimenta la riflessione. Si riferisce all’Appello per la Chiesa e per il mondo dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò [vedi anche indice interventi mons. Viganò].

Cattolici, la preghiera non esclude l’azione

Dopo l’Appello per la Chiesa e per il mondo dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, Pezzo Grosso chiede cosa dobbiamo fare noi cattolici di concreto, “limitarci a pregare, piangere e cercare di non affannarci?” Nella sua risposta Mons. Viganò, ricordando tra l’altro le parole di Gesù Cristo, non poteva essere più chiaro: “Sia il vostro parlare: Sì, sì. No, no. Il resto viene dal Maligno.” Su questa deriva della neochiesa i cattolici devono parlare chiaro e tondo. Dobbiamo avere timore di Dio non di chi lo sfida.
La situazione attuale è più critica di quelle che hanno dovuto affrontare per secoli i nostri avi con l’islam e le eresie, poiché uomini di Chiesa sono diventati la quinta colonna dell’Antagonista. Le armi oggi sono diverse, ma più perfide perché uccidono la fede e dividono il popolo cattolico.
Allora, come difendersi? Basta la preghiera?
Impariamo dalla storia. Perdonate se la prendo un po’ larga e utilizzo un vocabolario a volte terra-terra per non tediare il lettore, ma data la posta in gioco vale la pena.

I dissidenti in manicomio. Psicologia e psichiatria per fini politici - Roberto Marchesini

L'argomento ci aveva già interpellati in occasione di un fatto di cronaca riguardante un sacerdote [qui]. Anche in Unione Sovietica i dissidenti ricevevano un TSO. Il potere comunista era talmente convinto di essere nel giusto, da considerare malattia mentale qualsiasi gesto politico non allineato. Ora sembra di essere in uno Stato di polizia. Neochiesa di polizia! Per questo è importante e acquista maggiore credibilità il fatto che ne parli uno specialista. Laudetur Iesus Christus! Il dottor Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta ben noto, autore di molti testi, ha appena dato alle stampe il libro Le vie della psicologia. Storia e tendenze contemporanee (Sugarco, Milano 2020).

I dissidenti in manicomio. Psicologia e psichiatria per fini politici

Tra i tanti aspetti interessanti di questa vicenda del coronavirus c’è n’è uno particolarmente inquietante. Partiamo dai fatti.
L’avvocato tedesco Beate Bahner, esperta nel campo del diritto sanitario, ha subìto un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) con internamento in ospedale psichiatrico per aver espresso la sua opinione circa l’incostituzionalità del lockdown in Germania. Questa misura sarebbe, oltre che sproporzionata rispetto alla pericolosità dell’epidemia, incostituzionale.

domenica 21 giugno 2020

L'ossessione dei 'migranti' imperversa. Stanno demolendo l'Italia

Indice dei principali articoli sull'immigrazionismo [qui].

Una sinistra sincronia. 
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il presidente della Repubblica [qui] manda un pensiero a chi «è costretto a fuggire dal proprio Paese». Peccato che da noi arrivino soprattutto «migranti economici» traghettati da ONG e scafisti, che stanno rendendo l'Italia il campo profughi e, in prospettiva, anche la polveriera d'Europa.
Mentre gli italiani provati dalle strettoie economiche preesistenti e ancor più tartassati dal blocco delle attività legato all'epidemia faticano a rialzarsi, nonostante le loro potenzialità indiscusse. Ciò avviene a causa dell'inerte incompetenza di un governo, logorroico nelle promesse di labirintici provvedimenti ma desistente nei fatti, senza strategie, diviso su tutte le idee di fondo che, dopo aver proditoriamente escluso il parlamento, resta vergognosamente prono ai diktat dell'eurocrazia dominante. Fino a quando? A tutte queste criticità si aggiunge il papa con l'ennesimo carico da undici inserendo gli immigrati persino nelle Litanie. Una nuova esca per i cattocomunisti nostrani, fin troppi e fin troppo manipolabili dall'umanesimo suo e di Giuseppi [quiqui], che viene da lontano [qui].
Un travisamento-capovolgimento della realtà che ha dell'incredibile... Ne abbiamo parlato a sprazzi in altre discussioni; ma giova denunciarlo con maggiore enfasi perché abbiamo raggiunto livelli di degrado civile e spirituale non più tollerabili, con tutta la nostra impotente (sul piano umano) costernazione.

Schiavitù liberale: ultimo atto? - don Elia

Non enim te abiecerunt, sed me, ne regnem super eos (1 Sam 8, 7).
«Non te hanno rigettato, ma me, perché io non regni su di loro». La richiesta di avere un re, che gli anziani d’Israele avevano avanzato al profeta Samuele, è giudicata da Dio come un implicito rifiuto della Sua sovranità, esercitata per mezzo dei giudici da Lui scelti di volta in volta. Anche gli sviluppi politici del pensiero liberale, nella storia contemporanea, rappresentano un tentativo di soppiantare la regalità di Cristo, sebbene non sempre in modo dichiarato. Malgrado la manifesta inconciliabilità, sul piano pratico e speculativo, tra il liberalismo e la visione tradizionale dello Stato, si è persino voluto dare al primo un volto cattolico, avviando così una graduale erosione, in tutti gli ambiti, della coscienza cristiana, non più regolata dalla Rivelazione e dal Magistero, bensì dalle direttive statali e dalle idee del pensiero dominante. In tal modo la maggioranza del clero e dei fedeli, oggi, si sente più vincolata dalle disposizioni dell’autorità civile che non dalla legge divina.

sabato 20 giugno 2020

Lettera di don Barthe a mons. Viganò sul Vaticano II. Un esempio che ci viene in aiuto

Adesione pubblica alla posizione di Mons Viganò da parte di don Claude Barthe. 
Richiamo il suo intervento in occasione della Giornata di studi su "Vecchio e nuovo Modernismo: Radici della Crisi nella Chiesa" - Roma - 23 giugno 2018: La riforma liturgica, specchio del progetto conciliare.

Mi permetto di reagire all’affermazione di Vostra Eccellenza “Excursus sul Vaticano II e le sue conseguenze” (Chiesa e post concilio, 9 giugno 2020), per sottolineare, in tutta modestia, il suo grande interesse per la Chiesa.
Permettetemi di riassumerlo in cinque punti: 
  1. Il Vaticano II contiene testi “in chiara opposizione alla dottrina finora espressa nel Magistero”.
Il suo attacco al Vaticano II è mirato a:
  • Ciò che è in diretto disaccordo con la dottrina precedente, come la libertà religiosa della dichiarazione Dignitatis humanae e i fondamenti del nuovo rapporto con le religioni non cristiane della dichiarazione Nostra aetate (si potrebbe aggiungere a questo il decreto sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio, che introduce la novazione della “comunione imperfetta” che i separati da Cristo e dalla Chiesa avrebbero con Cristo e la Chiesa, n. 3);
  • Le ambiguità che possono essere usate nel senso della verità o dell’errore, come il subsistit in al n. 8 della Costituzione Lumen Gentium: “La Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica”, invece di : “La Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica.

Omofobia: quando l'omosessualità comincia davvero a far paura

Articolo originariamente pubblicato su Totalitarismo blog il 18 giugno 2020.

Omofobia: quando l'omosessualità comincia davvero a far paura

L’espressione “omofobia” è stata inventata nel 1971 dallo psicanalista (e militante gay) George Weinberg, giocando sul termine homos, che in slang indica gli omosessuali. Quando la definizione venne “esportata” fuori dagli Stati Uniti, ne risultò un pastrocchio etimologico (“paura di ciò che è uguale a sé”?). Anche dal punto di vista scientifico il termine mostra importanti carenze: si possono provare tanti sentimenti nei confronti degli omosessuali, ma non si capisce perché la “paura” dovrebbe essere quello prevalente.
O perlomeno si inizia a capire che forse dovremmo cominciare a provare un po’ di paura, considerando non solo i provvedimenti contro la libertà d’espressione che attraverso questa formula si vorrebbero introdurre a livello legislativo, ma anche le modalità con cui i “diritti umani” a livello internazionale sono stati ridotti a quelli “sessuali”.

venerdì 19 giugno 2020

Coerenza politica, immediatezza di espressione non bastano più...

Il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi sullo scacchiere della politica italiana si sente come il cavallo degli scacchi. Non è un caso infatti che l'ultimo libro dell'ex premier si intitoli "La mossa del cavallo" con il quale chiede un cambio di cultura politica per il futuro dell’Italia. 
Immediata la reazione della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che sui social pubblica un selfie con tanto di alfiere in mano e lancia la stoccata: "Renzi ha intitolato il suo ultimo libro "La mossa del cavallo", facendo riferimento - scrive la leader di Fratelli d'Italia - al cavallo nel gioco degli scacchi, il pezzo che muove in modo meno lineare, scavalcando gli altri. Probabilmente lo ha fatto in omaggio al suo trasformismo. Contento lui... Io invece preferisco l'alfiere, l'unico pezzo della scacchiera che non cambia mai il colore su cui è schierato. Visioni diametralmente opposte: voi quale preferite?" conclude la Meloni. L’alfiere ha una sua strategia ben definita e se gli lasciano via libera arriva a fare scacco matto.  
Ma non è possibile continuare a far politica a suon di selfie. Il problema è che il gioco è in mano ad altri perché le attuali mosse dell'inossidabile premier e della sua variegata compagine, così lontane dal paese reale, sono blindate dal Colle e dalle tecnocrazie transnazionali.
Coerenza politica, immediatezza di espressione sono apprezzabili e in situazioni normali sono vincenti. Ma non bastano più... bisogna trovare altri alleati sullo scacchiere internazionale e meglio compaginarsi all'interno con quelli esistenti. Attenti anche a non perdere consensi con le posizioni dei governatori sull'obbligatorietà dei vaccini!

Nessuno potrà mai fermarci - Don Elia

Chi mi glorifica, lo glorificherò;
chi mi disprezza sarà disonorato 
(1 Sam 2, 30)
Chi ha davvero fede nella potenza dello Spirito Santo non si arresta di fronte a nulla. Non parlo della credulità di chi Lo considera un distributore di benefici umani a comando e scambia per la Sua azione emozioni facili e superficiali. No, mi riferisco a quanti, avanzando indefessamente nel deserto di questo mondo impazzito, non smettiamo di invocarlo assiduamente in ogni circostanza, certi della Sua immancabile assistenza, sperimentando così una forza invincibile che si rinnova misteriosamente nell’anima e ci risolleva puntualmente dagli abissi di angoscia da cui, lasciati a noi stessi, ci sentiamo risucchiare. Certo, per poter disporre di tale grazia occorre aver compiuto una scelta radicale per la verità e per il bene, senza compromessi né accomodamenti, ed essere pronti a pagare di persona questa fedeltà al Signore, espressa in azioni concrete. Così è sempre stato per i veri cristiani – e non c’è altra via: è l’unica strada che consenta di attuare effettivamente la libertà che ci è stata donata, la libertà dei figli di Dio, che nessuno può toglierci.

giovedì 18 giugno 2020

Benedetto XVI ha lasciato Roma per la Baviera, al capezzale del fratello malato

Chi fosse interessato può consultare qui l'indice degli articoli sui 'due papi', a partire dall'annuncio dell'abdicazione di Benedetto XVI .

Ratzinger al suo arrivo
Città del Vaticano, 18 giu. (askanews) - Prevedibilmente durerà solo pochi giorni ma il viaggio a sorpresa di Benedetto XVI nella sua Baviera, per assistere l'anziano fratello gravemente malato, materializza nella storia moderna del Papato una variabile sinora imprevista, ossia che il Papa regnante e l'emerito, protagonisti sin qui di una coabitazione ravvicinata non priva di complicazioni, sia invece sciolta, anche spazialmente, lasciando a Roma un solo uomo vestito di bianco.
Quando Benedetto XVI si dimise, nel 2013, sconvolgendo buona parte del Vaticano, nonché chi lavorava sottotraccia alla sua successione, si pose subito la questione di dove avrebbe vissuto. Nell'odierna epoca, segnata dall'onnipresenza delle comunicazioni e da non poche minacce alla sicurezza, l'idea di un ritorno di Joseph Ratzinger in Baviera, o il suo trasloco in altro luogo lontano da Roma, suonò subito come un incubo a molti cardinali e monsignori. Alla fine si optò per lo stesso Vaticano, ma non fu una scelta scontata. Prese corpo, tra l'altro, il fantasma del passato remoto, quando le lotte attorno alla Sede apostolica portarono alla cattività avignonese, alla compresenza di due o addirittura tre Papi, a epoche laceranti. Fantasmi che difficilmente si sarebbero riproposti, e infatti non lo hanno fatto, ma cosa sarebbe successo se il successore del Papa tedesco fosse stato molto diverso dal suo predecessore? Una dislocazione geografica avrebbe teso ulteriormente un dualismo gi potenzialmente destabilizzante. Fu eletto l'arcivescovo di Buenos Aires, effettivamente molto diverso da Joseph Ratzinger, e, dopo un periodo di decantamento a Castel Gandolfo, quest'ultimo rientrò in Vaticano, dove da allora risiede nel ristrutturato monastero Mater Ecclesiae, a poche centinaia di metri da Francesco.
Gli otto anni di coabitazione sono stati inediti. Segnati tanto dalla cordialità personale tra i due uomini, quanto dalle diversità, e tensioni, tra le loro divergenti idee di Chiesa, di società, di politica, tra i loro entourage, tra i loro pronunciamenti. Benedetto XVI, infatti, non rimasto in silenzio, e con numerosi scritti, messaggi, pubblicazioni ha spesso marcato, ancorché cortesemente, distanze di sostanza dal riformismo bergogliano [vedi].

Eresia ariana e apostasia odierna - Andrea Mondinelli

Cari amici,
si sente dire, molto spesso, che la crisi che oggi attanaglia la Chiesa sia molto simile alla crisi ariana del IV secolo. Celeberrima è la frase di San Girolamo: «ingemuit totus orbis et arianum se esse miratus est» (E il mondo, gemendo, si ritrovò ariano). L’estensione di tale eresia fu veramente grande: quasi tutti i vescovi vi aderirono. I pochissimi rimasti fedeli, però, furono molto combattivi, come Sant’Atanasio, che vinse con la forza della fede e della verità (qui un bell’articolo del prof. Corrado Gnerre). Come ci ricorda Gnerre, è significativo che colui che combatté da solo contro l’eresia ariana, non fu mai un teologo. La sua grande sapienza teologica, più che dagli studi, gli venne dall’incontro con i suoi maestri cristiani che testimoniarono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano; e soprattutto dall’incontro con il grande sant’Antonio. Ario, invece, raccoglieva grande consenso per la sua grande preparazione biblica e teologica. Era insomma come tanti teologi che oggi vanno per la maggiore nei dibattiti, nelle prime pagine dei quotidiani e nei talk-show televisivi.

mercoledì 17 giugno 2020

Viganò. Che fare? Parliamo la lingua di Cristo: “Sia il vostro parlare: Sì, sì. No, no. Il resto viene dal Maligno”

La resistenza si allarga: mons. Viganò risponde a Pezzo Grosso su Stilum Curiae. Nuove luci da tenere a memoriale.

ho letto con interesse l’Appello che Pezzo Grosso mi ha rivolto dalle pagine di Stilum Curiae. Trattandosi di una questione molto grave, che sta giustamente a cuore e preoccupa molti Suoi lettori, mi affretto a rispondere.
La risposta che si impone immediatamente al mio animo è quella che troviamo nel Vangelo: “Estote parati, quia nescitis diem, neque horam” (Mt 24, 44). Dobbiamo essere preparati non solo alla venuta del Figlio dell’uomo, ma anche alla prova che la precederà e che ci obbligherà a scegliere da che parte stare: o con Cristo, o contro Cristo.
Se è vero che “Colui che bada al vento non semina mai e chi scruta le nuvole non miete” (Eccle 11, 4), è altrettanto vero che il tempo a nostra disposizione non ci permette di attendere né che cali il vento, né che le nubi che offuscano la Chiesa si diradino, se vogliamo seminare un po’ di bene e raccoglierne il frutto, con la grazia di Dio. Possiamo comportarci come le vergini prudenti: attendere con le lampade accese la venuta dello Sposo – con le lampade della Fede e della Santa Messa, dei Sacramenti e della preghiera. Le vergini stolte, che non si preoccupano di alimentare le loro lampade con l’olio della vita di grazia e della virtù, troppo tardi scopriranno di non poter andare incontro al Signore che viene.

Dopo il coronavirus: la strada della vera libertà Appunti

Dopo il coronavirus: la strada della vera libertà
Appunti

+Giampaolo Crepaldi

Qualche settimana fa, in piena emergenza coronavirus, ho avuto modo di rendere note alcune mie riflessioni [qui], condotte sia come vescovo sia come convinto promotore della Dottrina sociale della Chiesa, sulla nuova situazione sociale creata dall’epidemia. Come ricordavo in quella occasione, questa esperienza richiede di essere valutata prima di tutto in chiave spirituale e nella visione di una teologia della storia umana segnata dalla caduta e dalla redenzione. Scriveva infatti Leone XIII nella Rerum novarum che «le cose del tempo non è possibile intenderle e valutarle a dovere, se l’animo non si eleva ad un’altra vita» (n. 17). Così la Chiesa aiuta gli uomini ad affrontare anche la presente crisi: «La crisi ci obbliga a riprogettare il proprio cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno» (Caritas in veritate, n. 21). Tenendo conto di questa prospettiva, vorrei ora continuare quelle osservazioni interrogandomi più direttamente su alcune direttive di azione, che assieme ai principi di riflessione e ai criteri di giudizio, fanno parte della proposta della Dottrina sociale della Chiesa.

martedì 16 giugno 2020

Riflettendo sul nefasto boicottaggio del Latino...

Dagli spunti offerti dai lettori riprendo la  riflessione che segue. Sul Latino, lingua sacra da preservare [qui] in quanto già lingua ufficiale della Chiesa, propria della Liturgia cattolica per l’universalità, l’univocità, la sacralità. Oltre che lingua classica e vincolo di unità tra popoli e culture et alia [qui],

re: Summorum
[...] questa baggianata iperbolica che uno deve conoscere il latino altrimenti non può capire la messa tridentina. Mia nipote ha sette anni e va pazza per un giochino del cellulare che ha spopolato fra tutte le sue coetanee anche quelle meno intelligenti di lei. Il giochino ha tutta l'interfaccia in inglese, game, gift, stamina, options, character, home, presets, tutte le spiegazioni in inglese, tutti i suggerimenti e tutorial in inglese. È vero che options ha anche l'icona della rotella dentata come in tante altre app ma a sette anni, capiscimi, solo sette anni, l'inglese non scoraggia né lei né le amiche anzi, capiscono il senso, discutono fra di loro quello che sono riuscite a fare, i significati e le funzioni di quello che hanno scoperto. Per diventare operativa e giocare autonomamente bastò un'oretta in compagnia con una sua amica: installa il gioco, questo si fa così, qui si risponde così, ciao ciao. Un'ora. Bastata un'ora per diventare autonoma. La vicina di casa, più grandicella (otto anni) ha già pubblicato un video su youtube dove mostra quello che è riuscita a fare. Stiamo parlando di un giochino completamente in inglese. Allora, quando un gerarca mitriato ti dice che il latino è un ostacolo, che non lo conosci o non lo hai studiato, che bisogna capire per partecipare, che non puoi stare sempre col naso nel messalino, non solo ti sta prendendo per i fondelli alla grande, ma sta insinuando che sei estremamente più ritardato di un ritardato di sette anni. [...]

Il nuovo Ordine mondiale gnostico, l’Economia rovesciata e la Chiesa smarrita. Intervista a Ettore Gotti Tedeschi

Tavolo di lavoro sul dopo-coronavirus
Il nuovo Ordine mondiale gnostico,
l’Economia rovesciata e la Chiesa smarrita. 

Don Samuele Cecotti intervista Ettore Gotti Tedeschi  

L’Osservatorio Cardinale Van Thuân, a partire dal documento dell’arcivescovo Crepaldi sul dopo-coronavirus (qui), ha attivato un Tavolo di Lavoro per leggere cattolicamente la crisi in atto e pensare risposte adeguate alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.
Ben più che la pandemia in se stessa, le misure adottate dai governi e la conseguente destabilizzazione del quadro economico, sociale, giuridico-politico e geopolitico pongono questa crisi come momento d’eccezionale.  I processi in atto sono straordinariamente rapidi così che dinamiche epocali come la secolarizzazione dell’Europa (sul fronte culturale), la crisi d’identità e di missione della Chiesa post-conciliare (sul fronte ecclesiale), il superamento del paradigma liberal-democratico verso quello liberal-radicale (sul fronte giuridico-politico-ideologico), la ristrutturazione del capitalismo, il tentativo egemonico globale della Cina capital-comunista (sul fronte geopolitico), il procedere dell’agenda transumanista sono visibili nel loro avanzare anche con lo sguardo corto della cronaca.

Indice interventi Arcivescovo Carlo Maria Viganò

Interventi Arcivescovo Carlo Maria Viganò
sulla crisi nella Chiesa

a partire dalla sua scottante Testimonianza sul Caso McCarrick
Reazioni, altri sviluppi e interventi correlati