Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 15 settembre 2025

Fulget Crucis mysterium /Omelia nell'Esaltazione della Santa Croce

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Fulget Crucis mysterium
Omelia nell'Esaltazione della Santa Croce
in occasione del conferimento della Sacra Tonsura e dell'Ostiariato

Indue me, Domine, novum hominem,
qui secundum Deum creatus est,
in justitia, et sanctitate veritatis.
Ef 4, 24

Tre sono le ragioni di festa e di gioia di questo giorno benedetto.

La prima è certamente la ricorrenza liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, che quest’anno cade provvidenzialmente nel giorno di domenica, a celebrare il trono sul quale è assiso l’Agnello Redentore. Oggi la Croce campeggia nel vessillo del Signore Risorto.

La seconda è che dopo anni di prove ed incertezze, ci ritroviamo riuniti come una famiglia nel senso antico del termine: un microcosmo organizzato sul modello di una comunità canonicale di vita in comune. Ci ritroviamo a vedere incoraggiata da un Vescovo, Successore degli Apostoli, la piccola Fraternità Sacerdotale della Familia Christi che dopo anni di tribolazioni riprende vita nella speranza di una rinnovata fecondità.

La terza ragione della nostra gioia in questo giorno è che durante questa Messa Pontificale conferisco la Sacra Tonsura a Mauro e Antonio e l’Ostiariato a Claudio. Ringraziamo dunque il Signore per la grazia che ci concede di veder crescere la nostra Comunità e nascervi nuove Vocazioni.

La Sacra Tonsura è, nella vita di un chierico, uno dei momenti più importanti e altamente simbolici. Con il taglio dei capelli, cari Mauro e Antonio, rinunciate al mondo, per portare anche esteriormente il segno della vostra totale appartenenza a Dio. L’abito clericale e la tonsura vi identificano e vi rendono riconoscibili a tutti: chi vi incontrerà per strada, vedrà prima il vostro abito e poi voi che lo indossate. Esso ricopre con i meriti di Nostro Signore le vostre umane debolezze, e mentre scompare l’uomo, appare il consacrato e il Ministro di Dio. Non dimenticate che questa vostra visibilità, se da un lato vi designa come discepoli di Nostro Signore, dall’altro vi impone di testimoniare con le opere e con una vita esemplare la vostra appartenenza alla Santa Chiesa. Indossate l’uomo nuovo, creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità della verità, vi esorta l’Apostolo Paolo (Ef 4, 24). Nella giustizia e nella santità della verità: perché la verità è giusta e santa, in quanto promana da Dio, che è Verità somma, somma Giustizia e somma Santità.

Con l’Ostiariato, caro Claudio, sei reso degno di aprire e chiudere le porte del tempio e di suonare le campane per chiamarvi i fedeli. Quest’Ordine Minore ti conferisce le grazie di stato anche per allontanare dalla Casa di Dio chi ne è indegno, spronandoti ad essere tu stesso degno di dimorarvi cum timore et tremore (Fil 2, 12). O quam terribilis est locus iste (Gen 28, 17), esclama Giacobbe dopo il sogno in cui vede la scala che collega la terra al cielo, con angeli che salgono e scendono, e Dio che gli parla. Vere non est hic aliud nisi domus Dei et porta cœli. Luogo terribile, maestoso e solenne, in cui il Sacrificio perfetto offerto dalla Santa Chiesa sale al Padre, mentre dal Cielo discendono copiosi i frutti di quel medesimo Sacrificio.

Cari fratelli, da lunghi anni ormai, vediamo con immenso dolore una Gerarchia modernista in preda ad una mentalità totalmente secolarizzata che segue con tetragona ostinazione un preciso piano di dissoluzione della Chiesa, della Messa, del Sacerdozio e della vita religiosa. Questa Gerarchia ha imposto un modello ben preciso di chiesa, di messa, di sacerdozio e di vita consacrata che non ha più Nostro Signore Gesù Cristo al centro: è l’uomo che ha preso il suo posto, e con esso l’idea che gli Ordini Sacri possano essere superati da forme di ministero umanitario, di assistenza sociale, di mutevole dottrina. Dopo sessant’anni il fallimento è incontestabile. Per questo vescovi, cardinali e superiori non possono permettere che il proprio potere sia messo in discussione dal silenzioso monito di un’esistenza come la vostra. I falsi pastori e i mercenari vedono nelle vocazioni sacerdotali e canonicali tradizionali una minaccia, perché costituiscono una pietra di paragone che manifesta e dimostra che quanto è stato colpevolmente abbandonato e distrutto in nome del Concilio Vaticano II costituisce non solo un valore sublime ed eterno ma la miglior difesa contro quelle scellerate “innovazioni” che la riforma conciliare ha imposto.

La Chiesa fiorisce di vocazioni sacerdotali proprio quando le tiene separate dal contagio del mondo non solo nei segni esteriori dell’abito e della Tonsura, ma anche e soprattutto nel formarle ad avere Cristo Re e Maria Regina al centro della propria vita e del proprio Ministero. Essere Ministri di Dio significa prestare un servizio militare nell’esercito del Signore, nella militia christiana. Significa avere un alto ideale, un modello divino, una meta soprannaturale che rende ogni prova e ogni tribolazione degna di essere affrontata nel fiducioso abbandono alla divina Volontà.

La chiesa conciliare e sinodale, invece, agonizza nella crisi delle Vocazioni proprio perché non rappresenta una scelta eroica e non mostra alcuna meta ambiziosa da conquistare nel bonum certamen. Non vi è anzi alcun certamen da combattere, perché nella chiesa odierna non vi sono nemici, se non i Cattolici fedeli alla Tradizione e quanti hanno l’ardire di non inchinarsi all’idolo del Vaticano II. Il sacerdozio conciliare è una scelta di forzata mediocrità, voluta e incoraggiata dall’alto, che demoralizza e anestetizza spiritualmente anche le Vocazioni più generose e oneste. E con il progressivo aggravarsi della situazione, le diaconesse sono già pronte a sostituire i parroci con cerimonie senza Ministro, per la gioia dei Modernisti e di colui che, più di tutti, odia i Sacerdoti e la Messa Cattolica: Satana.

Ogni anima consacrata che sia fedele alla spiritualità e al carisma dei propri Fondatori e all’immutabile Magistero Cattolico è un temibile soldato di Cristo, armato della Grazia di Dio e della preghiera. A maggior ragione lo è una Comunità di sacerdoti secolari che ha deciso di vivere insieme per Cristo, con Cristo e in Cristo, in quello scambievole esempio e reciproco sprone richiesto da un carisma esigente, come lo è quello che vi ha lasciato in eredità il Servo di Dio Mons. Giuseppe Canovai fatto di continua offerta di sé stessi a Dio Padre per la salvezza degli uomini: “compiere ciò che manca alla Passione di Cristo e, per la salvezza del mondo, offrire, riparare, compensare, sostituire”. E come “vivere insieme” con profitto se non tramite una Fede infiammata dalla Carità e dallo zelo apostolico? Zelo che si alimenta con la celebrazione quotidiana della Messa Apostolica e la fedeltà assidua all’Ufficio Divino, pilastri imprescindibile – insieme al Santo Rosario – su cui si deve edificare la vostra vita sacerdotale e il vostro apostolato. Oportet semper orare, et non deficere (Lc 18, 1): pregate, pregate sempre senza stancarvi – vi esorta Nostro Signore. Sia la preghiera vostro scudo e vostra consolazione.

La vostra Comunità ha attraversato immani prove e persecuzioni da parte di falsi pastori e di mercenari, tanto a Ferrara quanto a Roma. Ma queste prove, che hanno causato tante sofferenze e richiesto tanta sopportazione, vi hanno dato modo di purificarvi, di abbandonare ogni compromesso con le forme liturgiche del Novus Ordo, di scegliere risolutamente la Tradizione, emendando tutti quegli aspetti che necessitavano di avanzamenti, così da far tesoro degli errori passati per non compierne in futuro.

Ma queste prove, che hanno causato tante sofferenze e richiesto tanta sopportazione, vi hanno dato modo di purificarvi, di emendare tutti quegli aspetti che necessitavano di miglioramenti, così da far tesoro degli errori passati per non compierne in futuro. E se il Signore si è degnato di vagliare la sincerità e l’autenticità dei vostri intenti e la vostra perseveranza nella verità e nel bene, benedite queste prove e ringraziateLo per l’aiuto che vi ha accordato, rendendovi degni della Sua grazia.

Mi rivolgo in modo particolare a Voi, cari Claudio, Mauro e Antonio: fate che ogni vostro pensiero, ogni vostro respiro, ogni battito del vostro cuore ripeta silenziosamente – ma efficacemente – la preghiera dell’inno Crux fidelis:
Flecte ramos, arbor alta,
tensa laxa viscera,
et rigor lentescat ille
quem dedit nativitas,
ut superni membra Regis
mite tendas stipite
.
Sono parole che non possono quasi essere pronunciate senza commuoversi, tanto esse grondano di carità soprannaturale: Piega i rami, alto albero, rilascia le [tue] fibre distese e si pieghi quella rigidità che avesti dalla nascita, per concedere alle membra del Re celeste un tronco tenero. Quando aprirete le braccia in croce, il giorno benedetto della vostra Ordinazione sacerdotale, fate che al legno del vostro Sacerdozio possa appoggiarSi il Salvatore, trovando in voi un tronco tenero che si adatti alle Sue membra.

Ricordate le parole dell’inno: Crux fidelis, croce fedele. La Croce è fedele perché non ci inganna, nella crudezza delle sofferenze e dei patimenti che evoca, ma anche nel trionfo della vittoria definitiva di cui è strumento. È fedele perché ha “servito” il suo scopo divino senza tradire la missione di essere l’altare su cui il Salvatore Si è immolato in obbedienza al Padre. È il segno tangibile della fedeltà di Dio al suo popolo e del sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo che ha portato a compimento il piano di salvezza. È fedele nel senso che rimane un simbolo eterno di amore, di redenzione e di vittoria, mai venuta meno al suo scopo divino.

Siate anche voi fedeli alla Croce, come lo fu Mons. Giuseppe Canovai, di cui leggiamo nel suo diario queste parole infuocate: “Vivere per la Croce soltanto, averla con se sempre e portare nell’anima la Croce invisibile della carità dolorante del Maestro, unica vera occupazione della vita, unica ragione di esistere.” Questa fedeltà alla Croce si traduce nella vera obbedienza, che è obbedienza a Dio prima che agli uomini, specialmente quando, a causa dell’apostasia presente, vi sono uomini che usurpano l’Autorità di Dio contro la Sua santa Volontà, abusando del loro potere imponendo ordini iniqui. La santa obbedienza, l’obbedienza virtuosa e meritoria, non è servile e pavida, ma coraggiosa e responsabile. E come il vostro Maestro è stato obbediente al Padre fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2, 8) disobbedendo doverosamente a Sommi Sacerdoti traditori e corrotti, così anche voi, sul Suo esempio, abbiate la costanza di rimanere fedeli a Colui che vi giudica e vi mette alla prova per vedervi partecipi della Sua vittoria, sapendo affrontare con fermezza la dolorosa croce di essere trattati come nemici da coloro che dovrebbero esservi padri.

Mancheremmo infatti di Carità verso i nostri Superiori, se per timore o per rispetto umano anteponessimo l’ossequio al potente alla doverosa proclamazione della Verità Cattolica e alla fedeltà a ciò che la Santa Chiesa ha sempre insegnato. Come potrebbero infatti rinsavire e convertirsi coloro che trovano in noi dei complici, anziché una voce ammonitrice che li richiami al loro dovere di Pastori? Mancheremmo parimenti di Carità verso i nostri confratelli e verso i fedeli, perché il nostro esempio di obbedienza servile li indurrebbe a tollerare ciò che ogni battezzato ha il dovere di respingere e condannare non per orgoglio o per presunzione, ma per amore di Dio che è somma Verità.

Non dimenticate che, ai piedi della Croce, vi aspetta la vostra santissima Madre, la Regina Crucis. Fate che Ella veda in voi un alter Christus, e Cristo crocifisso. Ella vi aspetta per consolarvi, e per patire con voi che patite insieme a Suo Figlio. Nei dolori della co-Passione che L’hanno resa Corredentrice, sono comprese anche le prove e le sofferenze di ogni anima sacerdotale che si immola insieme al suo Signore, Sommo ed Eterno Sacerdote.

A Lei, Madre della Chiesa e Madre nostra, noi tutti siamo stati affidati dal Salvatore morente quali Suoi figli. È Lei che Nostro Signore ha voluto quale nostra Madre, perché in questa lacrimarum valle potessimo avere l’Avvocata che intercede presso di Lui sino al Suo ritorno glorioso. Se dunque siete Familia Christi, siate anche Familia Mariæ, suoi famigli e suoi servi. E non vi è onore più grande, né privilegio più insigne dell’essere al servizio di Cristo Re e di Maria Regina: oggi, nella battaglia che infuria; domani, nella gloria beata dei Santi.
E così sia.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
Viterbo, 14 Settembre MMXXV
In Exaltatione S.ctæ Crucis Dominica XIV Post Pentecosten

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Dio, Uno eTrino, benedica Claudio, Mauro e Antonio, Maria Santissima vegli su di loro sempre!

Anonimo ha detto...

Padre Stefano Maria Manelli non è più Francescano dell’Immacolata
https://civico20-news.it/vaticano/padre-stefano-maria-manelli/15/09/2025/
Sotto la Croce s'impara ad amare

https://www.immacolata.com/2025/09/13/dispensa-dai-voti-religiosi-di-padre-stefano-maria-manelli/
Pace a voi

Anonimo ha detto...

FSSP, Roma: Festa dell’Esaltazione della Santa Croce e processione con la Reliquia del Legno della Vera Croce per le vie del rione
https://gloria.tv/track/87tGjzvEtNgG1q22zUddGpgMx

Anonimo ha detto...

"La chiesa conciliare e sinodale, invece, agonizza nella crisi delle Vocazioni..."

È una crisi che ha delle ragioni, ovviamente, ma viene anche artificialmente amplificata laddove le vocazioni fioriscono.
In diocesi di Ferrara, per esempio, le vocazioni si erano moltiplicate grazie a due buoni vescovi: Caffarra e Negri. Grazie a quest'ultimo in particolare il seminario diocesano si era riempito a dismisura e poi era stata accolta ed eretta canonicamente Familia Christi. Purtroppo al compimento esatto dei 75 anni di Negri il presule era stato defenestrato dal satrapo argentino. Il successore di Negri, per sua stessa ammissione nominato al fine di "de-negrizzare la diocesi", si era applicato con fervore e zelo in questo supremo compito, accanendosi specialmente contro i seminaristi accolti da Negri. Alcuni di questi, anche all'ultimo anno di formazione, si erano visti recapitare una raccomandata di espulsione dal seminario a qualche giorno di distanza dall'apertura dell'anno accademico, senza motivazioni o spiegazioni...
Con questi metodi, a quanto ci risulta, il loro numero era stato ridotto artificialmente della metà.
Poi c'è stata la vicenda di Familia Christi, una realtà a quei tempi abbastanza fiorente con numerosi candidati al sacerdozio, prima spostata dalla chiesa assegnata loro da Negri ad un'altra più periferica dove però mancava lo spazio fisico per alloggiare tutti i membri, poi cancellata per decreto vescovile, infine passata miracolosamente sotto l'ala del magnanimo carissimo Mons. Viganò. A cui va un ringraziamento per la fedeltà a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa in primo luogo, e poi anche per il suo coraggio, profeticita' ("parlare per conto di Dio"), intelligenza, acume, paternità e tutti gli attributi che dovrebbero caratterizzare un successore degli apostoli. E un grande ringraziamento a Dio per averlo "suscitato" e per avercelo donato.

Anonimo ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2025/09/15/e-leone-xiv-nella-recita-del-credo-salto-il-filioque-per-non-disturbare-eretici-e-scismatici/amp/. : quando vedo un papa alterare il deoositun fidei, la Verità tutta intera, per far piacere al mondo, agli uomini (e, in definitiva, al principe di questo mondo) mi assale una tristezza infinita....ricordo la scena del bacio di Giuda, il grido di Giulio Cesare "tu quoque, Brutus?" e di tutti i traditori della storia umana. Adesso si aggiunge anche Leone? Dio non voglia, non lo permetta, ce ne sono già stati sei e la misura ormai è colma, la storia recente della Chiesa è tutto un succedersi di tradimenti, rinnegamenti, falsità, menzogne spudorate spacciate per verità, e imposte con la forza dell'autorità, una autorità usurpata e immeritata....di tutto ciò i responsabili renderanno conto a Cristo Giudice, ma intanto a noi tocca il dovere di non ascoltarli, di proclamare noi la Verità tutta intera, che loro volontariamente tacciono ed omettono. LJC! Cath....us

Anonimo ha detto...

Perché l'Italia non segue l'esempio di Trump e non ritira i finanziamenti alla OMS, come scrive Luca Volontà oggi su NBQ, visto che l'OMS promuove eugenetica e omicidio dei nascituri?

Anonimo ha detto...

Da Giovanni XXIII questo è il settimo papa...le generazioni che hanno incarnato questo lasso di tempo in parte hanno assecondato quanto accadeva, un'altra parte ha capito, chi prima chi poi, alla spicciolata. La frattura interna alla Chiesa ormai è evidente a tutti direi. Forse la vita e la morte di C.Kirk sarà il lievito che si stava silenziosamente aspettando. Speriamo. Speriamo che accanto ai giovani si convertano i loro genitori e i loro nonni travolti dal modernismo, dal relativismo, dal nichilismo, da tutte quelle mode che hanno affossato la nostra religione, la nostra cultura, la nostra giustizia, la nostra scuola, la nostra medicina, la nostra economia, la nostra autonomia, il nostro lavoro, la nostra libertà di essere italiani in casa nostra. E l'unico nostro collante è la Religione Cattolica. Spero che aumentino i Viganò e che ognuno di loro prepari come si deve i nuovi Sacerdoti, affinché tutti gli immobili, che sono stati occupati dai modernisti, rimangano vuoti e i Cattolici Consacrati possano tornare ad abitarli. Presto!

Anonimo ha detto...

La correggo: sotto Mons. Negri e il Rettore da lui nominato (tale don Zappaterra) il numero di seminaristi è drasticamente sceso (di più della metà, in soli 4 anni precisi di episcopato) come da mandato esplicito della Santa Sede allo stesso Negri. Il successore Mons. Perego ha solo completato l'opera.

I seminaristi e le ordinazioni erano cresciute di numero sotto l'episcopato di Mons. Rabitti, un progressista moderato, per opera di un sacerdote con fama di doni mistici, don Carlo Mondin.

Il poi card. Caffarra non c'entra personalmente nulla con l'effimera fioritura vocazionale della diocesi, avendo solo sfiorato l'epoca Mondin (che era già sacerdote da decenni, ma in precedenza indirizzava le vocazioni verso la diocesi di Bologna dove era relegato dal 1976).

Un parziale contributo a una visione meno manichea di alcune questioni. Caffarra-Negri per la diocesi di Ferrara restano due "non pervenuti", essendo stati entrambi intellettuali poco portati al governo pastorale.

Don Alberto Secci ha detto...

Omelia In Exaltatione Sanctæ Crucis

Lezioni di storia oggi di Don Alberto al fine di farci capire che il Cattolicesimo non è spiritualismo, che un Cattolico che non mette al centro la Croce nella sua vita e nella società in cui vive non è un Cattolico ma è altro, un cattolico per cui Gesù lo prego ma la vita pubblica è altro beh ...è un cattolico che deve far opera di conversione per la sua anima

Ogni ginocchio si pieghi
https://m.youtube.com/watch?v=-SvS7ng1sr8&