Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 11 settembre 2024

Mons. Viganò / Essere o non essere papa?

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Viganò
Essere o non essere papa?
In risposta all’articolo di Boni Castellane
Il Papa parla di peccato a chi non sa cos’è
- Link

Nel suo intervento apparso su La Verità dello scorso 1° Settembre, Boni Castellane, parlando di Jorge Mario Bergoglio, ha fatto riferimento alla sua « doppiezza come prassi » e alla « preminenza della pastorale sulla teologia », partendo da un recente intervento di Bergoglio in cui definiva « peccato grave » la mancata accoglienza delle orde di clandestini islamici che stanno invadendo e “meticciando” i Paesi europei per conto dell’élite globalista. 

Difficile sentire Bergoglio parlare di peccato, quantomeno nell’accezione teologica del termine, che presuppone la violazione della Legge di Dio e la perdita dello stato di Grazia che, solo, permette all’anima la salvezza eterna. E giustamente Boni Castellane enfatizza come il tristemente famoso « chi sono io per giudicare » suoni in contraddizione con queste prese di posizione così ideologicamente orientate. 

In realtà l’operazione, iniziata con il Concilio Vaticano II e oggi portata alle sue estreme ma coerenti conseguenze, ricalca pedissequamente altri esperimenti di ingegneria sociale già attuati con successo in ambito civile. La deep church usa la Chiesa come un “contenitore” che, dopo essere stato svuotato negli ultimi decenni della sua essenza, oggi Bergoglio riempie con le istanze dell’ideologia globalista – rivoluzionaria e quindi anticristica – e alla quale adatta a forza anche il linguaggio proprio della teologia cattolica, snaturandolo.

L’autorità del Romano Pontefice è vicaria dell’autorità di Cristo e trae legittimità dalla propria conformità con questa realtà ontologica. Viceversa, l’autorità di Bergoglio si proclama apertamente indipendente e autoreferenziale: egli pensa di poter usare e abusare del proprio potere e dell’autorità (e autorevolezza) della Chiesa Cattolica semplicemente perché sa che il Clero e il popolo cristiano sono stati assuefatti, negli ultimi sessant’anni, ad accettare qualsiasi cambiamento venisse loro imposto dall’Autorità. In nome di una “democratizzazione” della Chiesa conciliare – oggi ridenominata “sinodalità” – si è spezzato il vincolo tra l’autorità di Cristo e quella del Suo vicario in terra, creando così le premesse per l’esercizio tirannico del potere. Bergoglio vuole essere riconosciuto come Papa legittimo perché solo da quella posizione può pretendere obbedienza dai Cattolici e portare a compimento la trasformazione del Cattolicesimo Romano nella Religione massonica dell’Umanità. 

Il ricorso al termine peccato grave in un contesto sociopolitico costituisce una delle principali applicazioni della neolingua orwelliana applicata alla religione. È stato per primo il Concilio a usare un linguaggio volutamente ambiguo ed equivoco, sostituendo la chiarezza e l’inequivocabilità dell’esposizione aristotelico-tomista e fungendo da supporto agli errori e alle deviazioni dottrinali di cui Bergoglio è zelantissimo propugnatore. Per questo mi pare assurdo che vi siano Cattolici conservatori che non comprendono come riconoscere Bergoglio come Papa, pur criticandolo e accusandolo di eresia, fa anzitutto il suo interesse. Se è Papa, non può essere giudicato da nessuno; ma se per diventarlo e distruggere la Chiesa ha usato il dolo, non è Papa e come tale può essere riconosciuto mai eletto.

Castellane ritiene che definire « peccato grave » la legittima regolazione dei flussi migratori serva a “richiamare all’ordine” i Cattolici “di destra”: ma la questione è ben più grave. 

In primo luogo perché l’esercizio dell’autorità non può essere improntato a « doppiezza », dal momento che è proprio la doppiezza di governo ad essere indice della sua corruzione. I casi di vera e propria compiacenza verso i crimini di Prelati amici sono indice di parzialità e complicità, specialmente se paragonati alla severità nei confronti di Vescovi che denunciano il golpe nella Chiesa.

In secondo luogo perché il fenomeno migratorio è tutt’altro che spontaneo e accidentale, e risponde ad un ben preciso progetto di dissoluzione dell’Occidente cristiano mediante l’invasione di islamici violenti, ai quali istituzioni complici accordano impunità, protezione e sovvenzioni. Il piano di sostituzione etnica teorizzato da Kalergi e fatto proprio dai leader globalisti vuole utilizzare disordini sociali, crimini, violenze e degrado per provocare la reazione della popolazione invasa – come sta avvenendo ad esempio nel Regno Unito, in Irlanda e in Francia – e avere quindi un pretesto per imporre nuove e più radicali forme di controllo sociale. Da queste restrizioni, inevitabilmente, dovrebbe poi derivare una ulteriore riduzione della visibilità dei Cattolici, in nome dell’inclusività e dei deliranti precetti dell’ideologia woke.

Dinanzi all’evidenza di questo progetto criminale, la collaborazione della “Gerarchia cattolica” costituisce un atteggiamento suicida di gravità inaudita, perché si rende complice di un’azione deliberatamente ostile di proporzioni enormi. Questo asservimento della Chiesa al mondo è voluto e deliberato: esso include l’appoggio alla frode climatica e al culto idolatrico della Madre Terra, dopo essersi esplicitato con la criminale frode psicopandemica e la “vaccinazione” di massa con sieri dimostratamente dannosi, anche mortali e quasi sempre sterilizzanti, prodotti con feti abortiti con il placet vaticano. È quindi evidente che il ruolo di Bergoglio nell’attuazione dell’inferno globalista è stato determinante e ci mostra come il Gesuita Argentino – al pari dei leader dei principali Paesi occidentali quali Biden, Macron, Trudeau, Starmer e altri – sia stato posto sul Soglio di Pietro quale emissario del World Economic Forum. 

Un simile tradimento nel governo della Chiesa Cattolica conferma un vizio di intenzione nell’assunzione del Papato, tale da invalidare la stessa legittimità di chi ne ha usurpato il potere e ne abusa per distruggere l’istituzione che presiede. Questo è il punto focale della questione: può un Papa contraddire la dottrina che Nostro Signore gli ha ordinato di difendere, custodire e trasmettere, giungendo a predicare l’eresia? Può un Papa ritenersi così svincolato da Cristo Re e Pontefice, da usare il Papato contro la volontà di Cristo, trasformando la Sua Chiesa in una organizzazione anticristiana e anticristica, serva dell’élite globalista? Di quale “chiesa” è “papa” Bergoglio? 
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo 
 5 Settembre 2024        

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Nei giorni scorsi ho avuto il grande onore di conoscere di persona monsignor Carlo Maria Viganò e di parlare a lungo con lui.
Le sue idee, pienamente condividibili, le conoscevo già. Non conoscevo invece il suo lato umano. Mi hanno colpito subito la sua semplicità e la sua profonda umanità.

Il vescovo che è il grande fustigatore del circo bergogliano e del modernismo nella Chiesa, il vescovo che è il più severo critico del globalismo guerrafondaio atlantista, il vescovo che salvò l’onore della Chiesa sugli scandali sessuali del cardinale McCarrick e che prese le più nette posizioni sulla dittatura draghiana, vaccinista e sanitaria, è anche una persona profondamente amabile: semplice, cordiale, modesta, dai modi signorili ma disponibile con tutti.
Ci sono in lui la calorosa cordialità tipica del milanese di una volta, che ben conosco, e la profonda umiltà del vero chierico cristiano.

Qualcuno dirà: per forza, eri suo ospite e gli ospiti si trattano bene.
Ma l’ho visto anche in mezzo alla gente, parlare con uomini e donne, giovani e vecchi, istruiti e semplici. Verso tutti ha un sorriso, una parola, e alle domande di tutti risponde amabilmente, conversando come tra amici. Severo nel difendere la dottrina cattolica, è estremamente dolce nel relazionarsi con chi lo circonda.
Su Viganò si è detto e scritto molto. Ma credo che nessuno abbia mai messo pubblicamente in rilevo questo suo carattere così amabile. Mi sembra giusto farlo.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Je pourrais dire exactement la même chose de Mgr Lefebvre, avec qui j'ai eu l'honneur et le bonheur de m'entretenir assez longuement trois fois. Même type d'homme. La distinction et, à la fois, la simplicité et la gentillesse même.

Anonimo ha detto...

Di quale chiesa sia papa l'attuale pontefice se lo chiedono in molti. Io credo che sia calibrato sulla chiesa di Roma deviata e corrotta che noi giustamente critichiamo. A proposito della folla oceanica raccolta a Timor est per la messa, mi domando parimenti che cristiani, che cattolici siano. Certamente sono in buona fede. Ma non sanno nemmeno chi è mons. Viganò. Lungi da loro la conoscenza del rito latino e del postconcilio

Avranno certamente ben chiaro che devono andare d'accordo con l'Islam.

Anonimo ha detto...

Mi ritorna in mente Fatima : il "vescovo vestito di bianco, ho avuto la sensazione che fosse il papa.... "...al di là del fatto che qui è suor Lucia che parla di quanto vide, e quindi non è quel che ha detto Maria ss che ancora resta a oggi occultato, resta questa anomala descrizione di un papa non tale ma Vescovo. Come mai? Anche Giuda era Vescovo. Ma un Vescovo non ha il primato di Pietro anche se veste di bianco ed in doppio pure in contemporanea, neanche se viene ritenuto tale, se è Vescovo non è Papa. Il nodo sta qui, il papa eretico fa parte di quelle eresie utili al nemico, giustamente rileva mons. Viganó. Non puó esistere un Papa eretico perchè ontologicamente non puó essere Vicario di Cristo, invece puó esistere un Vescovo eretico alla pari di Giuda, e puó anche vestire di bianco, perchè Giuda fu Vescovo. Da quanto abbiamo Vescovi vestiti di bianco, santi o non santi, ma Vescovi? Anche questo è un punto che cammina parallelo al cvII.

Marcello ha detto...

Viganò va in errore logico. La Chiesa è basata sul diritto canonico e Viganò dovrebbe sapere che: a riconoscere Bergoglio come Papa eretico non può essere il cattolico medio, ma solo il collegio cardinalizio. Poi, il Papa può certamente essere giudicato (eretico), ma solo dai cardinali. Similmente, se è stato eletto con dolo, noi popolo di Dio non possiamo esautorarlo, questa autorità ce l'hanno solo ed esclusivamente i cardinali.
Questo è quanto; si può solo affermare che se i cardinali non faranno nulla, interverrà Dio stesso.

Anonimo ha detto...

La maggior parte dei cardinali sono collusi quindi dobbiamo aspettare solo che muoia

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con S. E. R. Mons. C. M. Viganò. Che Maria Santissima Bambina lo benedica e protegga.

Sereno Graffiante ha detto...

Ricollegandomi a Marcello, vorrei sottolineare provocatoriamente che il problema, che ci portiamo dietro da parecchio, non è tanto Bergoglio, ma il 99% dei prelati silenti e dolenti.
Perché non mi spiego come il fenomeno modernista, già sanzionato come matrice e sintesi delle eresie da un santo Papa, venga da decenni tollerato e accettato in virtù del dogma dell'obbedienza al Papa, che ovviamente neomodernista non si dichiara, ma lo è, come dimostrano i suoi atti (e qui possiamo andare a ritroso sino a Montini e Roncalli).
La questione va posta alla radice prossima (CVII) e remota (modernismo).

Anonimo ha detto...

Nel 1963 Dio ha sciolto Satana?
La domanda può apparire strana. Ma ecco da dove deriva. Ho letto casualmente il testo in inglese di una conferenza, in stile parlato, dell'esorcista americano P. Ripperger, del 6 marzo 2021, citata da LSNews. Ecco il passo che mi ha colpito:
"La maggioranza degli esorcisti che operavano prima del 1963 e dopo il 1963 hanno detto che il tempo medio prima del 1963 per liberare qualcuno dalla possessione era di uno o due giorni all'esterno, forse di sette giorni, quando avevi avuto l'autorizzazone ad attuare l'esorcismo maggiore. Il caso eccezionale accaduto a St. Louis durò 59 giorni, una cosa inaudita. Ma in un solo giorno, nel 1963, ci fu un mutamento repentino.
Cosa accadde? Che il tempo per liberare i posseduti da uno o due giorni passò a dieci mesi, due anni - da un giorno all'altro. Indipendentemente dal tipo di possessione, dalle circostanze della stessa.
Quando cominciai ad effettuare gli esorcismi, circa 15 anni fa [nel 2006], ci volevano circa da 10 mesi a 2 anni per liberare qualcuno. [Ma] qualcosa accadde nella vita della Chiesa e il tempo scese a due o tre mesi. Sei mesi più tardi, ci fu un [nuovo] mutamento spirituale - credo di poter dire di averlo sentito nella forza [ da impiegare nell'esorcismo] - ma questo mutamento comportò l'aumento esponenziale dei casi che normalmente richiedevano da 10 mesi a due anni.
Molti esorcisti si lamentano di non riuscire a liberare praticamente nessuno e questo ti dice qualcosa, dato che la situazione odierna della Chiesa è parte del problema...".
Restiamo al 1963. Cosa successe? Paolo VI eletto papa il 21 giugno 1963, l'approvazione della prima costituzione conciliare, quella sulla riforma della liturgia, la Sacrosanctum Concilium, il 4 dic 1963, a due anni dalla fine del Concilio.
T.
T.

Anonimo ha detto...

Anche il cattolico medio ha il dovere, e sottolineo dovere, di chiedersi se uno è o non è Papa. Perchè dalla risposta che si dà in retta coscienza ne derivano conseguenze inevitabili anche per l'ultimo fedele. Che poi siano i porporati cardinali o i Vescovi o anche il popolo a dirimere la questione diventa relativo ... di fronte all'errore non si segue uno all'inferno per il diritto canonico, legge di uomini e non di Dio: lo dice Pietro e lo dice Giovanni di fronte al pontefice: dobbiamo obbedire a Dio. Se nessuno lo farà interverrà Dio ma guai a noi. Che sia scisma ! tanto già lo è, scismatico è chi si separa da Cristo predicando diversamente. Quanto alla morte, pare ancora lontana,anche se era dato morto da un pó. Quindi ogni vestito di rosso renderà conto a Dio per aver taciuto di fronte all'errore.

Anonimo ha detto...

A T. Si parla anche di quella doppia famosa e fumosa messa nera in vaticano e america per intronizzare Satana. BXVI riconsacró poi il tempio di Roma. Per qualcosa lo fece. Non si censuri ..poi: ci sono due volti nelle foto di Paolo VI. Basta guardarle, molto simili. Comunque i riti per i satanisti sono importanti, danno potere ai demoni. I nostri riti al contrario si sono snaturalizzati e chi li frequenta lo fa spesso poco convinto di ció che accade nel rito. Entrai nella Chiesa di Nazaret un due anni or sono, e mi colpì la celebrazione della Messa in quel momento: mi apparve il rito nella sua splendida Maestosità come mai avevo visto e capito: mistero tremendo e santo e luminoso.

Anonimo ha detto...

Addendum.
Con l'entrata in vigore della Sacrosanctum Concilium si aprì un autentico inferno liturgico nella Chiesa. Successe di tutto. In Olanda e Belgio teologi neomodernisti come Schillebeeckx facevano circolare nuove teorie sulla Consacrazione, da intendersi non tanto come un fatto (miracoloso) quanto come un "significato" (transsignificazione). Si trattava di deliri impestati di mal digerita filosofia moderna. Accanto alle teorie fasulle, il disordine liturgico, l'anarchia. Tant'è vero che Paolo VI il 3 sett 1965, tre mesi prima della fine del Concilio, dovette pubblicare la 'Mysterium fidei', enciclica che rimetteva le cose a posto nella liturgia. Le rimetteva a posto ma solo sino ad un certo punto. E comunque non impedì l'entrata in vigore del Novus Ordo, nel 1969. Nella pagina introduttiva, l'enciclica già mostrava la nuova dottrina, incorporante quello che Pio XII aveva definito un "esiziale errore": scriveva che i fedeli partecipavano attivamente alla celebrazione del Sacrosanto Mistero offrendolo unitamente al Sacerdote [una cum sacerdote offerrent] senza specificare che la loro offerta doveva ritenersi solo "in voto", spirituale, come ripetutamente ribadito da Pio XII, sulla scorta del Concilio di Trento.
Gli sconquassi tollerati da Giovanni XXIII si sarebbero potuti ancora rimediare, forse, se al posto di Paolo VI fosse stato eletto un papa di taglio "conservatore". Invece Paolo VI fu l'uomo che diede al Concilio una svolta irrecuperabile nel senso dell'aggiornamento; personalità ambigua, tenebrosa, un politico di scarsa preparazione teologica, distintosi più volte per il modo obliquo del suo agire. Solo un'ispirazione diabolica poteva sostenerlo nel suo pervicace desiderio di fabbricare una nuova Messa, in vernacolo e di taglio "ecumenico", di distruggere la millenaria liturgia romana, di azzerare tutto il passato della Chiesa, anche sul piano semplicemente storico.
T.

Marcello ha detto...

Certo, visto il mazzo da cui pescare, con la sua morte ci potrebbe capitare anche di peggio...

Chiedersi se è Papa sì, ma non stabilirlo noi. Inoltre noi dobbiamo seguire i 10 comandamenti, anche se il Papa dicesse il contrario, ma questo non cozza con la decisione su chi sia il Papa.

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI "riconsacrò il tempio". Quale "tempio"? E in che anno? Questo modo di esprimersi non è chiaro.
Forse vuol esser in senso figurato?

Almeno questa rinuncia è chiara ha detto...

Sponte, ac libere, cedo Papatui et expresse renuncio loco
(Celestino V)

Anonimo ha detto...

Al tempo delle tre linee papali contemporanee ( la vera era una) mi pare che uno dei tre avesse niente di meno che acquistato dall'eletto fatto papa a 12 anni o giù di lì ... il papato. Era il periodo delle guerre a colpi di papato delle nobili ( si fa per dire) famiglie degli Orsini Colonna e poi Gaetani .. non rimembro alla perfezione. Il papato da sempre ha fatto gola assai e triste la sorte dei popoli che meritano tali figuri. Che castigo Divino è! Ma sempre furon vinti ed il vero Papato trionfó... dandosi qualcun da fare per l'Onor Divino.

Catacumbulus ha detto...

Io ritengo che non si possa essere sedevacantisti, poiché ciò porta necessariamente a disprezzare la dimensione giuridica ufficiale della Chiesa, che non le è accidentale (poiché la Chiesa è in essenza anti-esoterica). Infatti, a prescindere dal rispetto di tale dimensione, ci si arroga diritti che non si hanno, quando si è semplici fedeli o chierici privi di specifica autorità in materia.

Il caso del papa eretico è una questione che, nonostante i richiami che si possono fare, come in questi anni hanno fatto molti, a vari autori e teologi del passato, rimane ancora da definire in modo definitivo sia a livello teologico che, di conseguenza, sul piano del diritto canonico.

Ma nello stesso tempo (e basta riferirsi ad "Amoris laetitia" e al recente "Fiducia supplicans") è di evidenza incontestabile la profonda devianza dottrinale che, incoraggiata direttamente in ogni modo dal vertice, sta travolgendo tutto.

Dunque personalmente mi sono attestato sulla seguente posizione: 1) umiltà del fedele che non ha alcun diritto di definire nulla di giuridicamente effettivo e dunque nemmeno può pensare di seguire "esperimenti" sedevacantisti vari, implicanti grande orgoglio, oltre l'assurda conclusione che Nostro Signore permetta che chi frequenti la Chiesa post-conciliare (il 99% degli attuali fedeli) ipso facto riceva finti sacramenti; 2) realismo sul piano del giudizio, diciamo così, privato (nel senso di non giuridicamente efficace), piano sul quale Bergoglio non può non essere riconosciuto come "a fide devius"; 3) assoluta certezza che questa terribile situazione non implica pericolo per la salvezza individuale di chi ne abbia compreso i vari risvolti, poiché nessuno è tenuto a rispettare indicazioni dottrinali devianti: basterà dunque attenersi alla dottrina di sempre.

Mi pare di capire che Mons. Viganò sia più o meno su una posizione simile, poiché mi risulta abbia esplicitamente negato di essere sedevacantista. Forse, però, dovrebbe spiegarsi con maggiore precisione, perché la situazione è talmente confusa, da richiedere perfetta chiarezza.

Anonimo ha detto...

Sul piano giuridico il blocco è costituito dal rifiuto di giudicare il papa anche se "a fide devius". Nel lontano passato il principio era accettato come ovvio anche se un giudizio in senso tecnico di un papa eretico non mi sembra ci sia mai stato nei pochi casi nei quali i papi furono sospetti o accusati di eresia. Il rifiuto credo sia conseguenza del caos all'epoca del Grande Scisma d'Occidente, quando si arrivò a tre papi contemporaneamente e il Concilio ecumenico provvisoriamente si sostituì al papato, coadiuvato dall'imperatore, per riportare ordine ossia per tornare ad avere un solo legittimo papa. Ci sarebbe il pericolo di dichiarare il Concilio superiore al papa, visto che lo giudicherebbe. Se a giudicarlo dovesse essere il Concistoro dei Cardinali, allora superiore sarebbe il Concistoro.
Se la situazione sul piano giuridico-canonistico appare bloccata (e si potrebbe discutere sulla legittimità di questo blocco, derivante forse da una mentalità troppo "positivistica", ma sarebbe una discussione inutile), diversa apparre essa sul piano morale. Il giudizio negativo sulle eresie propalate da un papa, può estrinsecarsi in una opposizione morale ai suoi falsi insegnamenti, tale da diventare sociologicamente una protesta popolare di ampia portata, che lo costringa a redimersi o a dimettersi. Ma questa protesta non si materializza nel cattolicesimo attuale perché rimane troppo limitata numericamente. L' alto clero ma anche quello basso continuano a latitare in nome della obbedienza assoluta che si deve al papa, un concetto di obbedienza del tutto cieco, sicuramente non praticato da san Paolo, quando diede luogo all'incidente di Antiochia, riprendendo pubblicamente l'errore dottrinale di san Pietro.
pp

Anonimo ha detto...

Non mi pare che la situazione attuale, post CVII, abbia similitudini col passato. Mi pare, se non erro, che sia qualcosa di assolutamente anomalo, a cui non si sa come rispondere.

Anonimo ha detto...

Non c'è nulla di simile ad oggi nel passato perchè una situazione di apostasia generale come oggi mai avvenne , si puó fare un paragone con l'eresia ariana in cui resistette lo scomunicato san Atanasio. Ma oggi non è solo una definizione su Cristo errata, ma infinite definizioni, dalla Madonna cone tutte le ragazze, a Gesù come tutti i giovani che andó a ballare a Cana a una serie multipla e continua di errori e eresie, negazione dell'Inferno, abolizione del Purgatorio, un Paradiso sconosciuto in Cielo e cercato in terra a suon di godurie trans e non trans ecc. ecc. Qui è un doppio papa, elezioni dubbie o nulle, rinunce invalide, decenni di errori da farci svegliare protestanti. Ed adesso ci sta conducendo il capo al paganesimo. Ma a qualcuno va bene, non si deve fare nulla. Ricordo che l'accidia è uno dei 7 vizi capitali, peccato mortale che porta all'Inferno.

Laurentius ha detto...

Guardi, non c'è nessun problema, nessuno la obbliga a "seguire" Mons. Viganò, il quale è semplicemente seguace di N. S. Gesù Cristo. "Segua" pure Francesco e compari conservatori (fedelissimi al Concilio Vaticano II, interpretato in chiave "moderata"
... e mi scappa da ridere!), esaminando ogni detto e fatto di Francesco volta per volta, per vedere se collima con la Dottrina della Fede Cattolica espressa nel catechismo tridentino, nei documenti pontifici e negli scritti dei Padri della Chiesa. Nessuno la obbliga a prendere in considerazione Mons. Viganò: perché è curioso di conoscere la sua "posizione"? A me sembra che di "posizioni" ne esistano solo due: per Cristo Re oppure contro Cristo Re. Ricorda la meditazione dei due stendardi che S. Ignazio propone nei suoi esercizi spirituali? Non esistono terze vie, che sarebbero comode scappatoie "giuridiche". Quando poi si considera che per il diritto canonico vale la massima salus animarum suprema lex, direi che ogni malsana curiosità deve scomparire e che bisogna ringraziare lo Spirito Santo di averci donato un Suo araldo: Mons. Viganò.

Anonimo ha detto...

Mons. Vigano' conosce benissimo il CDC e ha sempre esortato i testimoni delle colpe di Bergoglio a parlare, perche' venga giudicato secondo diritto

Anonimo ha detto...

@pp: sì, concordo. @Laurentius Il primo obbligo per me è sempre quello verso la verità, dunque se mai qualcuno fosse in grado di dimostrarmi che Lenin o Marx aveva ragione, non avrei problemi a diventare comunista (detto, ovviomente, come esempio per assurdo)... Ma qui chiedevo solo lumi intorno all'esatta posizione di Mons. Viganò, che in sé, basadosi sulle sue dichiarazioni che ho letto, non mi pare espressa in maniera perfettamente limpida. Il dettato e il tono molto perentorio di certe sue dichiarazioni potrebbe, mi pare, facilmente essere equivocato come attestazione di sedevacantismo...

Anonimo ha detto...

Tutta questa paura di "cadere" nel sedevacantismo. Innanzitutto quello di Mons. Viganò sarebbe Sedeprivazionismo, eventualmente. Nessuno che si scandalizzi dei silenzi dell'episcopato sulle esternazioni scandalose di Bergoglio, ma tutti col fucile puntato a Mons. Viganò. E basta, e basta....