Arciv. Viganò/ Lettera aperta al card. Zuppi
Caro don Matteo,
non oso chiamarLa Eminenza per non appesantire di trionfalismo preconciliare quell’immagine dimessa e modesta che tanto scrupolosamente Ella ha creato di sé. Essere eminenti presuppone infatti una posizione di superiorità e di responsabilità, dinanzi a Dio e alla comunità rispetto agli altri, che Le si riconoscono gerarchicamente inferiori. Credo quindi di farLe cosa gradita rivolgendomi a Lei come farei con il mio idraulico o con l’impiegato delle Poste: l’abbigliamento e l’eloquio, più o meno, sono gli stessi.
Devo dire che trovo poco spontaneo questo négligé soigné, questo Suo atteggiarsi ad ultimo degli ultimi, quando a differenza dei veri ultimi Ella conserva e sfrutta ampiamente tutti i privilegi connessi con il fatto di essere Arcivescovo di Bologna, Presidente della CEI e Cardinale di Santa Romana Chiesa. Questo impegno nel costruirsi un’immagine mediatica è di gran moda nella chiesa sinodale cui Ella appartiene. Il Gesuita Argentino che vive al residence Santa Marta anziché negli appartamenti papali del Palazzo Apostolico non è da meno: se ne va a comprare scarpe ortopediche a Borgo Pio e occhiali da vista in via del Babuino come un pensionato qualunque, con l’accorgimento di farsi seguire dai reporter e dai fotografi che estasiati celebrano sulla stampa l’umiltà di “papa Francesco”. Un’umiltà di facciata che stride con il suo comportamento tirannico e collerico ben noto a chi lo conosce da vicino. Il cliché è quindi evidente e forse sarebbe il caso di introdurvi una qualche variazione, non fosse che per fugare l’impressione di volersi ingraziare Bergoglio, o di ambire a succedergli.
Leggo su La Verità un resoconto del Suo intervento al Festival di Giffoni, località che a molti è del tutto sconosciuta e che proprio per questo rientra in quella selezione di luoghi prediletti dall’élite bolognese di ricchi radicali rigorosamente di sinistra che vive in lussuosi appartamenti del centro, lasciando ai comuni mortali le “periferie esistenziali” dei condomini popolari di via Stalingrado, dove essere un operaio e avere una famiglia normale è più problematico che fare la drag queen al Cassero. Dove un cattolico è più emarginato di un maomettano.
Ella parla di accoglienza in una città che, come quasi tutti i capoluoghi italiani, si è trasformata in un suk di derelitti, drogati, criminali e prosseneti proprio grazie alla Sua “accoglienza”, in un lucroso business foraggiato dallo Stato e dall’Unione Europea. Se Ella percorresse a piedi via Indipendenza di sera, potrebbe assaporare e respirare il clima che a parole sembra piacerLe tanto, ma che Le è evidentemente sconosciuto. E forse dovrebbe rifugiarsi in un bar o farsi venire a salvare dai Carabinieri per non dover consegnare orologio e cellulare ai delinquenti che tengono in ostaggio la città di cui Ella – lo ricordo per chi non se ne fosse accorto – è Arcivescovo. Una città in cui ci sono più persone al Pride che alla processione del Corpus Domini o della Madonna di San Luca.
La Sua accoglienza, caro don Matteo, è una grottesca chimera e una menzogna. Una chimera, perché si limita ad enunciare principi velleitari che la Storia ha ampiamente sconfessato. Una menzogna, perché l’utopia di una società multirazziale e multireligiosa serve in realtà a demolire quel modello di società che la Chiesa Cattolica – quella a Lei sconosciuta, precedente al Concilio Vaticano II – aveva costruito nel corso dei secoli non solo con le sue chiese e i suoi capolavori d’arte e cultura, ma anche con gli ospedali, gli ospizi, le scuole, le confraternite, le opere di carità. Le chiese di Bologna, come quelle di tutt’Italia, sono deserte e servono ormai come luoghi in cui tenere concerti, conferenze o incontri ecumenici riservati ai pochi privilegiati della Sua ristrettissima cerchia, che poi è la stessa della Murgia, della Schlein e della gauche caviar oggi convertita alla religione woke e al globalismo, all’ideologia LGBTQ+, al gender e al green. Quelle chiese abbandonate, in cui pochi adepti del culto modernista si raccolgono per compiacersi di quanto sono bravi e umili e inclusivi, e di quanto brutti e cattivi siano gli indietristi (che scomunicate), sono il sintomo di una crisi di cui la Sua chiesa è principale responsabile, sin dai tempi in cui il progressismo cattolico italiano di Dossetti trovava ampia protezione sotto il manto del Cardinal Lercaro. E non è un caso se Ella, pochi giorni fa, ha ritenuto opportuno celebrare una Messa da requiem per l’anima del modernista Ernesto Buonaiuti, sacerdote eretico ridotto allo stato laicale, scomunicato vitandus e morto impenitente nella difesa di quegli errori dottrinali che oggi Lei, la Sua chiesa e il Suo Bergoglio avete fatto vostri e volete imporre anche ai comuni fedeli, dei quali disprezzate la semplicità di Fede e l’esasperazione per questo mondo che la rinnega col vostro plauso. E quando sui campanili di Bologna la mezzaluna sostituirà la Croce e nelle vie del centro risuonerà la voce del muezzìn al posto delle campane, i cattolici superstiti sapranno chi ringraziare. Sta già avvenendo in molte nazioni europee, vittime prima dell’Italia della sostituzione etnica che voi colpevolmente incoraggiate.
Chi Le scrive ha avuto il privilegio di vedersi comminata la scomunica per scisma proprio dagli eredi di Buonaiuti, intimo amico di Angelo Giuseppe Roncalli quanto Giovanni Battista Montini lo fu di don Lorenzo Milani e di altri egocentrici ribelli. Un bell’ambientino, non c’è che dire. Coloro che fino a Pio XII erano pericolosi deviati nella Fede e nella Morale oggi sono i numi protettori di una Gerarchia non meno corrotta, che cambiando il Magistero della Chiesa spera di riabilitare se stessa con loro e di poter così coprire le proprie vergogne e i propri scandali. Ma non basta cambiare nome ai vizi per renderli virtù: l’eresia rimane eresia, la fornicazione rimane fornicazione, la sodomia rimane sodomia. E come tali, queste piaghe continuano a dannare le anime, perché le allontanano da Dio, che è Verità e Carità. Il Suo appello a “volersi bene” non significa nulla. Quando un’anima è perduta, è compito del buon Pastore andarla a cercare, prenderla con la forza della Parola di Dio – questo simboleggia il pastorale – e ricondurla all’ovile. La Sua indulgenza verso il “mondo queer” tradisce la mancanza di quella visione soprannaturale che dovrebbe avere ogni sacerdote e ogni Vescovo. Voler bene a una persona significa volere il suo bene nell’ordine stabilito da Dio, non confermarla nei suoi errori. Il medico che nega la piaga purulenta non cura il paziente, ma tradisce la sua vocazione per quieto vivere o compiacenza; e il paziente a cui dovrà essere amputato l’arto in cancrena non lo ringrazierà per la sua indulgenza, ma anzi lo detesterà per il suo tradimento.
Lei si bea della conventicola di seguaci che La invita a destra e a sinistra (più a sinistra, in realtà). Finché si vestirà come un conducente dell’autobus, finché terrà la Croce pettorale ben nascosta nel taschino e ratificherà le loro istanze con discorsi equivoci e ipocriti, La chiameranno anche alla Sagra della piadina di Borgo Panigale, forse più famosa del Festival di Giffoni. Ma se avesse l’ardire di fare l’Arcivescovo e il Cardinale, di predicare opportune importune il Vangelo anche nei suoi punti più ostici per la mentalità del mondo, Ella dovrebbe tornarsene in Episcopio e sarebbe ferocemente attaccato come tutti i Suoi predecessori fino al Concilio. La Massoneria si scaglierebbe contro l’intolleranza papista, la Sinistra La additerebbe come fascista, e lo stesso Bergoglio – che tradisce allo stesso modo l’intero corpo ecclesiale – La rimuoverebbe e Le farebbe omaggio della medesima scomunica che ha comminato a me, che cerco di non venir meno ai miei doveri di Pastore.
È troppo comodo, don Matteo, stare al passo coi tempi: è la tentazione di tutti i secoli e contro di essa ci ha messo in guardia anche la Sacra Scrittura. Non lasciarsi contaminare da questo mondo (Gc 1, 27) non significa vivere in un iperuranio di sedicenti intellettuali progressisti incuranti di chi muore nel corpo e nell’anima, né incoraggiare i peccatori a continuare sulla via della perdizione per essere amici di tutti e non avere nessuno contro. Chi ha ricevuto la Sacra Porpora dovrebbe sapere che essa simboleggia il sangue che deve essere pronto a spargere per la Chiesa, come hanno fatto tutti coloro che hanno preso sul serio il Signore: Voi siete miei amici se farete quello che Io vi comando (Gv 15, 14). Ha sentito bene: quello che Io vi comando. La Redenzione non è un’opzione tra le altre, come vorrebbero farci credere i modernisti: morendo in Croce il Figlio di Dio ha dato la Sua vita per noi e noi non possiamo rimanere indifferenti davanti al Sacrificio di Cristo. Senza quella Croce, senza la Passione e Morte di Cristo l’umanità sarebbe ancora sotto il potere di Satana. La vera umiltà non consiste nell’apparire umili, ma nel riconoscersi tali dinanzi a Dio, nell’obbedire ai Suoi Comandamenti, nell’avere in Lui l’unico scopo della nostra esistenza, nel condurre a Lui tutte le anime, per le quali Egli ha sofferto.
La Chiesa non è una sala di teatro o un tendone da circo da riempire con del pubblico purchessia, cambiando di tanto in tanto gli spettacoli in cartellone. Essa è la sala delle Nozze dell’Agnello, in cui si entra solo con la veste nuziale che lo Sposo ci dà nel Battesimo. Il todos todos todos del Suo Bergoglio è un inganno, ed è tanto più grave quanto maggiore è la vostra consapevolezza di andare contro le parole stesse del Signore, che pretendete di rappresentare e di cui calpestate il Vangelo. Ipocriti: la vostra inclusività comprende tutti solo in teoria, ma finisce con l’escludere nella pratica chi non ha le vostre idee e non adora i vostri idoli, esattamente come fa la Sinistra woke che tanto Le piace.
Affermare che non serve credere in Dio per salvarsi è una bestemmia: una bestemmia che piace al mondo proprio perché si illude di rendere Dio superfluo con la vostra complicità, mentre tutto ruota intorno alla Croce di Cristo, e nessuno che non rinneghi se stesso e non Lo segua potrà avere la salvezza eterna. Una bestemmia che rende la Chiesa inutile, e Lei con essa.
Continui a compiacere il mondo che Le chiede di abiurare la Fede e di abbracciare le sue ideologie false e ingannatorie. Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni» e ai profeti: «Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni!» (Is 30, 10). Continui a farsi invitare al Festival di Giffoni e a celebrare Messe di suffragio per eretici scomunicati. Continui a far credere a tante anime perdute che la loro vita peccaminosa non precluderà loro la felicità eterna, e agli immigrati maomettani che sottomettendo l’Europa all’Islam andranno in Paradiso. Ma almeno abbia la coerenza di riconoscere che di Cattolico e conforme alla volontà di Cristo, in quello che Ella fa e che è, non c’è nulla. Non le occorre nemmeno che si cambi d’abito.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
37 commenti:
I COMMENTATORI ANONIMI, quelli delle 00:00.
Una delle mele marce della comunicazione via internet è la possibilità di intervenire in forma anonima. Tale pratica è talmente diffusa da raggiungere, in questo sito, una percentuale di anonimi del 100% (il dato riguarda gli ultimi 10 articoli pubblicati, 77 anonimi su 77 commenti). Eppure proprio noi Cristiani dovremmo parlare a viso aperto, senza timori nei confronti di chicchessia, perché l’unico giudizio che temiamo è quello di Dio. Non dovremmo nasconderci, per ragioni ontologiche, validate da Chi ci ha messo la vita, imitato da tutti quelli che avrebbero potuto rimanere anonimi e “godersela la vita”.
L’anonimato è uno dei sottoprodotti del relativismo e quindi della rivoluzione che paradossalmente si ha la pretesa di combattere. A questo punto della storia l’anonimato è convivenza con il nemico.
C’è un argomento ricorrente in chi vuole giustificare il proprio anonimato in un contesto, come quello odierno, in cui peraltro, non si perderebbe quasi nulla. E’ l’argomento della vanagloria: “il nascondimento serve a nascondere la vanagloria…” oppure: “tu dai il tuo nome perché vuoi essere al centro dell’attenzione…”, come a volte mi sono sentito dire. Se non posso escludere del tutto questa motivazione, ritengo pure che sia ormai diventato un vezzo pure l’anonimato. Se vogliamo limitarci ad una corrispondenza di tipo puramente intellettuale, possiamo essere anche tutti anonimi. Ma se, data la situazione, vogliamo dare un messaggio di diniego, manifestare che una parte del popolo di Dio non ci sta, che ha capito da un pezzo di che cosa si tratta, che vuole una Chiesa normale, come quella voluta da Gesù e non come quella voluta dal mondo, allora occorre “metterci la faccia” perché la somma di mille anonimi fa zero. Se per un laico nessuna giustificazione può essere valida, sull’anonimato dei religiosi, rispetto il motivo di chi dice di voler continuare a essere vicino ai fedeli, anche se comincio a pensare che il solito pretesto “per non compromettere il ministero a beneficio delle anime” sia un alibi. Dopo le centinaia di eresie conclamate e le altrettante circostanze malefiche, vedi quella aberrante, ma trascurata dai più, della pachamama, ferita profonda ancora viva per i suoi effetti sulla Storia, il peccato più grave contro il primo comandamento commesso addirittura dai più alti vertici, la Chiesa sta operando, da decenni, anche se con una fortissima accelerazione negli ultimi anni, a “maleficio” delle anime. A causa di questa omertà io e i miei familiari siamo costretti a fare qualche centinaio di chilometri per trovare un vero sacerdote, che ha il coraggio di manifestare, anche se in modo prudente e questo va a suo merito, la sua appartenenza. Allora conta di più la salvezza di tutto il popolo di Dio, raggirato da una evidente apostasia che lo indirizza verso un’altra religione e lo precipita all’Inferno, quello vero, o la “salvezza (?)” di alcune centinaia di anime ? Se tutti quelli che hanno capito venissero allo scoperto forse questo abominevole califfato comincerebbe a traballare.
Claudio Gazzoli
Chapeau!
Uomini, come Bergoglio e Zuppi, sembrano più "influencer digitale" che dell'autorità cattoliche.
finalmente parresia anche ironica oltre che sarcastica.Occorreva cominciare parecchio tempo addietro:questi vescovi e cardinali boriosi,presuntuosi e autoreferenziali vanno sbugiardati in modo che il graffio rimanga sulla loro epidermide a guisa di ammonimento.Trattiamoli cosi' anche e soprattutto in pubblico,le maschere cadranno come le foglie d'autunno.Bravo,coraggioso e pungente Mons.Vigano'.
C'e' un tempo per la mite cordialita' e c'e' un tempo per la sferza urticante.
GianPiero
Questa lettera di Mons. C. M. Viganò è un capolavoro. Religioso, ma anche letterario. Esso è la fotografia della 'fosca turrita Bologna' attuale. L'espressione "fare la drag queen al Cassero" è davvero esilarante. Io abito in provincia di Reggio Emilia e decenni orsono amavo assai recarmi a Bologna per un giretto, per visitare le belle chiese di Bologna (S. Petronio, S. Maria della Vita col suo ligneo Compianto, S. Domenico, la chiesa dei Servi, e altre, e il santuario di S. Luca), ma in questi ultimi tempi la città è diventata irriconoscibile e io non vado più.
"Neglige' soigne' che si atteggia ad ultimo degli ultimi". Con poche parole mons. Viganò scolpisce il vero ritratto di don Matteo e di tutti i falsi umili della Chiesa conciliare.
Caro Claudio, penso che la sua reprimenda sia una battaglia persa, senza speranza alcuna. Meglio che niente è anche il catalizzare gli sfoghi in forma anonima, serve pur sempre da segnale per il clero apostata e traditore che occupa tutte le sedi per dirottare le anime verso l' inferno, ligio alla consegna datagli dal suo nuovo padrone, Lucifero. Le ragioni di questo anonimato sono le più molteplici, che io non voglio qui indagare o giudicare, convinto che al momento dello scontro diretto, anche fisico, esse cadrebbero, lasciando il posto alla battagli in prima linea, sull' esrmpio della pulzella d' Orleans, Santa Giovanna d' Arco, al motto di " a noi la battaglia, a Dio la vittoria"; ma ancora non siamo a quel punto, quando sorgeranno coloro che San Luigi Maria Grignon de Monfort chiama ,"gli apostoli degli ultimi tempi'.
Gli anonimi sono anonimi perché i nomi e cognomi vengono censusati, a meno che non siano allineati.
Perché è ben duro dover ammettere che Vigagnò sia una psy-op, che la controletteratura cattolica dopo la rivoluzione francese non solo non è neutra in quanto il passatismo dei para-vetustisti è lente distorcente quanto il modernismo, ma è stata spesso scritta proprio da chi qua si critica senza troppa esposizione, che le denunce faran pur paura.
20 anni di internet per non scoprire nulla delle cose realmente importanti, ma giungere a ripetere da boccaloni il già scritto, il già pilotato, in uno scontro alla tutti contro tutti solo per affermare chi ne sappia di più.
L'analogia fra il rito del 62 e quello del 69, il codex del 17 e quello dell'83 come il Vaticano I rispetto al Vaticano II dovrebbero palesarsi esattamente per quel che hanno determinato.
Nessuno di voi è duro e puro tanto da vivere senza conto bancario contrastando l'usura. Del digiuno vi frega qualcosa? Siete della stessa risma dei monaci del basso medioevo...troppo arduo aspettare il calar del sole per cenare, ma non si può mangiare prima dell'ufficio, tanto vale anticipare il vespro di 4 ore, no? Il risus paschalis e varie abizioni liturgiche mai esistite presso un popolo immancabilmente devoto, e le lotte fra regni cristiani prima dell'umanesimo se tornavano utili, tanto vale non condannarle. Il papato senza macchia, mai prono a famiglie e reami europei. MAI.
"Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
DAVIDE TROIANO
OT ma non troppo!
Anche oggi sulla La Verità è apparso un articolo a firma di Fabrizio Cannone dove raccontava la figuraccia della Segreteria Generale del Sinodo dove ha lanciato un sondaggio nel web su X e Facebook con la domanda:«Pensi che la sinodalità come cammino di conversione e di riforma possa migliorare la missione e la partecipazione di tutti i battezzati?». I NO sono stati ben l' 88% e i SI il 12% su 7000 votanti, allora hanno pensato bene di cancellare il sondaggio, ma il sito spagnolo di Infocattolica aveva già fatto lo screenshot.
Figuraccia a parte, insistono ancora con i sondaggi, la Dottrina di NSGC è un optional? Ma si sa che la tradizione vivente è nel popolo di Dio e se un sondaggio dice che la maggior parte della gente non crede più in Dio cosa facciamo? Chiudiamo la Chiesa Cattolica??????
Questo l'ho pubblicato per dimostrare perché, a prescindere dal nome e cognome, no ho pubblicato altri...
Quello degli Anonimi è un vecchio problema.
Chi non ha un account google con la scelta Anonimo scrive più velocemente; ma non ci vorrebbe molto (come ho suggerito più volte) se non altro a darsi uno pseudonimo che in qualche modo renda riconoscibili, ma lo fa un'esigua minoranza. Qualcuno si firma. Di solito prendo quello che viene di ciò che è interessante e commestibile.
Ho visto il sondaggio. Risultato molto interessante. Pensavo di fare un piccolo inserto pubblicandone l'immagine.
Fare del moralismo sui commenti anonimi mi sembra eccessivo. Intanto da qualche anno il clima è cambiato e si ha l'impressione di venire "schedati". Il valore del blog non è rappresentato dalle discussioni che si svolgono con i commenti ma dai documenti che pubblica. Guardare la colonna di destra. L'anonmato sarà poco elegante ma è accettabile se non trascende in insulti, malignità o calunnie. Mi sembra che Mic sappia fare buona guardia. I nostri commenti, su un semplice blog, non è che possano risolvere i problemi di fondo della Chiesa o della società, anche se è giusto pretendere da essi coerenza e logica, in definitiva una testimonianza positiva, che non sia un semplice sfogo.
"Non basta cambiare nomi ai vizi per renderli virtù"; tra le tante perle di questo capolavoro letterario e religioso, ornato di sapienza dottrinale, scelgo questa massima di Mons. Viganò, perché rappresenta, secondo me, la sintesi di un cammino di decadenza dottrinale sempre più marcata operato da decenni di governo neomodernista. Tutti, nessuno escluso, sia pur in forme diverse, i pontefici da Giovanni XXIII in poi hanno il marchio di fabbrica del modernismo. Tutti, nessuno escluso, hanno contribuito alla deriva in atto. Come tutte le rivoluzioni, anche quella nella Chiesa cattolica si concretizza attraverso la modifica del linguaggio, l'annientamento del latino, che crea i presupposti per la babele liturgica cui stiamo assistendo. Cambiare nome ai vizi è l'arte sopraffina in cui eccellono gli eretici neomodernisti, in questo degni dei loro "maestri" laici, che infestano la società civile. A questi signori, "diversamente virtuosi", in fondo interessa sdoganare il vizio e cancellare il peccato.
"Vai e non peccare più", ecco questo è qualcosa di insopportabile per i neomodernisti, che non possono accettare quella che per loro è l'insostenibile pesantezza del peccato.
Caro Claudio, grazie per il suggerimento, ma i miei superiori religiosi mi hanno ostacolato in ogni modo ogni volta che hanno trovato nell'internet un post col mio nome. Mai sottovalutare il mobbing di preti e curie.
Non si tratta di vigliaccheria, ma di mancanza di utilità nel dare dati personali (privacy). Sicuramente ci sono state firme su firme per richiami agli eretici e per combattere le assurdità varie che ci vogliono propinare. Inoltre le firme non sono servite .. vedasi ad iniziare dai dubia per continuare...
Il Signore ha usato la prudenza ritirandosi in Samaria, quando fu scomunicato. Quando venne la Sua ora partì deciso per Gerusalemme. Anche Mons. Viganó usó l'anonimato per un certo tempo, prima di lanciare denunce che fanno il paio alle invettive Evangeliche, dello stesso tenore, prima della Passione. Non è escluso che la Passione da incruenta diventi cruenta, Gesù lo sapeva e mons. Viganó lo sa, e non solo lui. Come successe a Gesù e come ricorda il rosso porpora.
Restiamo sul pezzo, monsignor Viganó ha parlato in verità, possano convertirsi in tempo, anche se i buonaiuti è tardi. I nei ( o metastasi?) di Giovanni XXIII e Paolo VI son finalmente emersi. Le foto di Paolo II tuttavia rivelano due facce diverse, un ambasciatore riscontró persino due conoscenze diverse del francese di volta in volta, si disse. Per le foto basta confrontarle.
Vorrei chiedere all'anonimo delle 20:42 del 27 luglio cosa intendesse con quasta frase (immagino che Paolo II sia in realtà Giovanni Paolo II):
Le foto di Paolo II tuttavia rivelano due facce diverse, un ambasciatore riscontró persino due conoscenze diverse del francese di volta in volta, si disse. Per le foto basta confrontarle.
A quale episodio o quali episodi si riferirebbe?
Credo si riferisca a Paolo VI. Una leggenda metropolitana ne notava la 'sostituizione'. Ma ne circolano di tutti i colori...
Curioso l’impiego di un termine moderno anzi modernista, tra l’altro “anglosassone”, da parte del religioso anonimo delle 20:02, ad indicare le pressioni, quando non le sopraffazioni, dei superiori nei confronti di religiosi che vogliono essere normali e quindi fedeli alla dottrina di sempre, quindi a Nostro Signore. Ehh!... se i martiri e tutti i sacerdoti, i frati e le monache, che hanno subito in silenzio ogni sorta di angherie (vedi Padre Pio) avessero fatto ricorso per “mobbing”… !
Raffinatissime bordate. Epico.
Circa l'anonimato nei commenti c'è un altro aspetto da tener presente. Se firmi con nome e cognome risulta anche il tuo indirizzo email sul quale poi possono arrivare poste elettroniche
non sempre gradite.
Tra il mettere una sigla o uno pseudonimo e l'anonimato non c'è poi molta differenza.
Errore di scrittura , Paolo VI. Ci sono due volti simili ma diversi nelle foto, forma orecchie, espressione, particolari vari, si puó verificar da solo. Meno verificabile il colore occhi, non ricordo bene, uno li ha castani e l'altro uno verde ed uno marrone. Come la diversa conoscenza del francese per cui ci vorrebbero le fonti prime e testimoni. D'altronde le due suor Lucie di Fatima sono molto diverse, a meno che la veggente sia morta ( stava per morire quando scrisse il segreto terzo) e risorta diversa.
Non voler sapere chi l'ha detto, ma poni mente a ciò ch' è detto.
Imitazione di Cristo
Il periódico SI SI NO NO, per esempio, segue questa linea dai tempi del suo fondatore don Francesco Maria Putti, araldo della Fede cattolica.
La lettera di mons. Carlo Maria Viganò è eccezionale anche nell'uso letterario dell'ironia. Solo Giovanni Verga in "Fantasticheria" ha saputo fare meglio.
Devo dedurre che lei sia un religioso. Ma preti e curie non scherzano neppure nei confronti dei laici quali il sottoscritto... ho subito attacchi haker piu' di una volta...
Mi sembra che il post sull anonimato sia stato un diversivo ben riuscito, da parte di questo Claudio che per me risulta un signor nessuno anche se si firma con nome e cognome. Ciò che conta è il contenuto dei commenti, non chi li firma. Al contrario, chi si firma pensa di avere autorevolezza grazie al proprio nome e cognome ma l'autorevolezza non deriva da un nome e cognome conosciuti o famosi bensì dalle idee esposte che possono essere più o meno vicine alla Verità cattolica. Anche mic, per inciso, si è firmata con questo pseudonimo per anni, prima di esporsi come Maria Guarini... O sbaglio?
Tornando al mio punto iniziale, ritengo che questa polemica sia un "diversivo" per sviare l'attenzione da questa magnifica lettera di Viganò che espone in tutta la sua comicita' il "re nudo" Zuppi. E noi siamo tutti caduti nella trappola di Claudio... Carneade chi era costui?
Il card. Zuppi è una docile marionetta nelle mani del "puparo" Card. Andrea Riccardi (titolare di Santa Maria in Trastevere), il cui potere "occulto" dovrebbe far riflettere tutti quei bravi ragazzi romani e non solo che si prostrano giulivamente alla Sua corte, convinti di servire i poveri.
Altra marionetta il card. Paglia, che passerà alla storia per il buco finanziario lasciato al suo successore in diocesi di Terni, così come per il meraviglioso affresco del Giudizio universale LGBT-friendly con cui ha voluto adornare la controfacciata della sua cattedrale.
Grazie Mons Viganò! Questa ci voleva proprio!
Non capisco perché chiamarlo "don Matteo".
Forse che le cose che Zuppi dice e fa non van bene come arcivescovo ma sarebbero accettabili in quanto semplice prete?
Più coerente e logico sarebbe stato appellarlo con un laicale "signor Zuppi", in perfetta linea con "signor Bergoglio" o "inquilino di S.Marta". Non mi sembra infatti che Zuppi debba essere trattato con miglior riguardo del sommo pontefice.
Anonimo 18,44. In effetti l'ho pensato anch'io, un modo per strozzare i commenti deviandoli. Ma diciamo pure che la denuncia di mons. Viganó si commenta da sola, si puó solo approvare . Sappiamo benissimo quanto la maggior parte di diocesi e parrocchie sia eretica e da ben prima di Bergoglio e Zuppi e Fernandez e soci. Tutto è preparato per l'ora di trionfo del principe di questo mondo, l'ora dell'ultimo anticristo che farà prodigi e aiuterà i poveri e curerà i malati... in cambio di adorazione, capo di un'unica religione pagana. Non per nulla si adultera la Dottrina e si mettono pachamame con priapi a fallo eretto, e si tace sugli obbrobri parigini: sessualmente tutto è lecito. Solo i cattolici veri sono perseguitati e magari verseranno il sangue. Il parroco nostro scriveva in questi giorni che non è stata moltiplicazione dei pani ma distribuzione, condivisione che permette di sfamare tutti. E logicamente dare tutto quel che si ha ....a chi in concreto? A loro o allo stato? Ma come si fa a condividere ció che non c'è? Ci vorrebbe almeno la fede che loro han perso. D'altronde fu Bergoglio a dire che non ci fu moltiplicazione ma che il pane non finì. E che vuol dire ? ...se non moltiplicazione ..e la distribuzione e condivisione fu possibile solo per la moltiplicazione. Moltiplicazione che avviene da parte di Dio (non dell'uomo: i poveri li avrete fino alla fine del mondo) per la fede autentica di chi Lo segue. I loro sono sofismi ed errori, per dir nulla quando va bene, oltre che recite... di chi tuttavia non si vede condividere il suo stipendio ecclesiale in alcun modo. Come ben ha scritto mons. Viganó.
Non sua ma in temporaneo comodato d'uso.
N.B.Il comodato d’uso gratuito, redatto in forma verbale o scritta, è il contratto con il quale una parte consegna all'altra un bene mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire lo stesso bene ricevuto. (art. 1803 del c.c.).
Riformulo il commento parito per errore incompleto: le loro (dei modernisti) sono recite, commedie, si tratta di commedianti travestiti da chierici cattolici, ma in realtà dediti a ben altro culto; certi sofismi, certi subdoli depistaggi, manipolazioni e falsificazioni, sono talmente evidenti e banali, oltre che perfidi, da non ingannare nemmeno un bambino del primo anno di catechismo (di san Pio X, ovviamente): come quando Bergoglio sciolse le mani giunte a quel bambino, nelle grotte vaticane, dicendogli scherzosamente "ti si sono incollate le mani" ,grazie a Dio il piccolo le rigiunse subito dopo. Se uno vuole, tutti i loro inganni possono esser rimandati al mittente, dal prete sotto casa alla Prima Sede, sedi tute occupate da gente indegna del posto occupato e della veste rivestita (ormai sono vestiti quasi da straccioni, fanno pietà con le loro sceneggiate). Ma Christus Vincit ! e se ne accorgeranno a loro spese, hanno scelto la parte sbagliata in questa battaglia degli Ultimi Tempi, e mal glie ne incoglierà, a tutti loro. Speriamo solo che i pavidi e gli indecisi si decidano una buona volta a scegliere la parte giusta delle barricate.
“...Affermare che non serve credere in Dio per salvarsi è una bestemmia: una bestemmia che piace al mondo proprio perché si illude di rendere Dio superfluo con la vostra complicità, mentre tutto ruota intorno alla Croce di Cristo e nessuno che non rinneghi sé stesso e non lo segua potrà avere la salvezza eterna…"
Forse perché Zuppi ha più tempo davanti a sé per convertirsi sul serio a Dio, Uno e Trino.
m.a.
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