Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 13 luglio 2024

Sulla tesi di mons. Viganò

Estraggo il commento di Tripudio dalla discussione dalla pagina sui capi di imputazione a carico di mons. Viganò qui, perché merita attenzione e visibilità. Qui l'indice dei 'precedenti.
Sulla tesi di mons. Viganò

La variopinta plebe degli anti-Bergoglio parte troppo spesso da presupposti complessi da decifrare per i semplici fedeli. Se una cosa importante non è comprensibile anche a questi ultimi, chi la porta avanti entra volontariamente in un campo minato irto di responsabilità (e di sensazioni "voce di uno che grida nel deserto: la Chiesa non mi capisce!").

Sul serio, come spiego a mia nonna la faccenda degli "errori di latino" previa a una "sede impedita" seguita da un "conclave invalidato da una votazione incerta", con sullo sfondo il "munus" in esercizio non più "attivo" ma col "vestirsi ancora da Papa"...?

Nulla togliendo al valore di ognuna di quelle perplessità, resta temerario addentrarsi in un campo minato a combattere battaglie convinti di essere gli unici ad aver scovato il nascostissimo dettaglio risolutore decisivo. Si finisce per prendere cantonate, come quelli che "Benedetto XVI è il mio Papa": bene, ma così ti tocca fingere di non sapere che il pontificato di Benedetto XVI ha non solo luci ma anche parecchie ombre; autoridurti a tifoseria ratzingeriana non è una soluzione ma un palliativo.

La tesi di mons.Viganò è letteralmente l'unica che merita di essere presa in considerazione perché parte da dati comprensibili a tutti ("spiegabili a mia nonna") e meriterebbe di essere presa in considerazione anche dai nemici, anche soltanto come "ipotesi di lavoro" da sottoporre a uno sguardo critico (chissà come digrignava i denti l'incaricato di redigere il documento PDF con le citazioni; gli sarà sfuggito - almeno mentalmente - più di un "ma qui Viganò ha pienamente ragione!").

Infatti Viganò:
  • come noi semplici fedeli ha inizialmente creduto di aver solo un pessimo Papa (non per partito preso o per darsi un'identità come certi Masaniello clericali)
  • come noi semplici fedeli ha osservato con crescente dolore fin dal 2013 che il pessimo Papa ce l'ha proprio contro i cattolici (etichettati con disprezzo e ammanniti di robe come l'Amoris Laetitia)
  • ha visto direttamente (ad esempio sul caso McCarrick) connivenze e complicità dal "pessimo Papa" e dalla sua cricca (e chissà quante altre porcate avrà visto nella sua carriera ecclesiale ma che non sono panni sporchi da lavare in pubblico perché i nemici della Chiesa non aspettano altro)
  • ha osservato la guerra lenta ma inesorabile contro la liturgia tridentina
  • ha notato la sostanziale irrilevanza di qualsiasi gesto bergogliano che non fosse inteso a mazzolare e umiliare i cattolici (ma bisogna essere degli ingenui "normalisti" per credere che una battutina contro la "frociaggine" sia sufficiente a risolvere il nubifrocio universale vigente in troppi seminari, case di formazione, diocesi, congregazioni, istituti).
E avrà anche lui notato che perfino Benedetto XVI, quello del «non era mai stata abolita», nel suo pontificato non ha mai celebrato la Messa tridentina. Per trovare un Papa che l'abbia celebrata bisogna andare almeno ai primissimi tempi di Paolo VI. Dopodiché tuttimapropriotutti i successori ufficiali di Pietro si son guardati bene dal celebrarla anche soltanto in privato (il Vaticano II è un superdogma che non ammette eccezioni).

Anche lui avrà notato che da 60 anni ogni porcata moderna (come il Cammino Neocatecumenale) viene giustificata tirando in ballo il Concilio. Non sei favorevole alla "comunione sulle mani"? Allora sei preconciliare! (scusate, ma dov'è che il Concilio l'ha comandata? taci, preconciliare! - sul serio, il vaticansecondismo è letteralmente una religione talebana fondamentalista, e più neodogmi ne abbracciate e più disprezzerete qualsiasi esperienza cattolica precedente al Vaticano II).

p.s.: avete visto il tempismo con cui Viganò viene colpito poche settimane prima della fatidica proibizione ufficiale della liturgia tridentina?

42 commenti:

Laurentius ha detto...

Si abbia il coraggio di ritrovare e pubblicare la lettera che il card. A. Luciani ("il papa del sorriso"!) inviò al Rev. don Siro Cisilino per vietargli di celebrare il. Sacrificio della Messa nella chiesa di S. Simon Piccolo in Venezia (dovrebbe trovarsi su Una Voce Venetia). Voi avrete occasione di constatare quanto l'accanimento contro il S. Sacrificio della Messa sia antico. Ed e soltanto un esempio fra mille dell'odio modernista per il S. Sacrificio della Messa e la Dottrina della Fede che lo accompagna. E voi concedete patenti di validità alla messa moderna e di tanto in tanto andate alle sceneggiate moderniste! Ratzinger, con le sue trovate furbesche, è davvero riuscito a scompigliare il fronte della tradizione.
Vieni, o Spirto Santo!

Anonimo ha detto...

A me pare che questo quadro (agosto 2023: https://padreelmocorazza.blogspot.com/2023/08/e-se-fosse-questa-la-realta.html?m=1 ) colga la realtà e delinei la via per rimanere cattolici nel tempo presente evitando l’anacronistico errore di tracciare confini netti.

Aloisius ha detto...

Quella di Viganò, più che una tesi, sembra una descrizione della realtà, basata sui fatti.
Alcuni pubblici, che ci è dato conoscere, altri di cui Viganò ha avuto conoscenza diretta, in quanto ha avuto incarichi di alto livello in Vaticano e sa bene quello che dice, come scritto da E.P. nell' articolo in commento.
Fatti per i quali Viganò è oggettivamente inattaccabile, per il semplice fatto che, se fosse stato minimamente complice, lo avrebbero stroncato senza bisogno dell'accusa di scisma.
Inoltre si basa sulle parole e opere del Papa e del clero da lui nominato nei posti più importanti, come Fernandez, raffrontate al Magistero bimillenario della Chiesa.
Dove sbaglia, come dice Mons. Schneider, è nei modi brutali con cui si rivolge all'attuale Papa, nella forma, nel rispetto, nella mancanza di carità e correzione fraterna, nel paragone con situazioni politiche.
Ma su questo mi fermo, non mi permetto di giudicarlo, perché quanto dice e come lo dice può essere voluto dalla Provvidenza.
Certamente lui può parlare con quei toni, pagandone le conseguenze, per carica e conoscenza dei fatti.
Noi fedeli assolutamente no.
Sappiamo chi dice il vero, chi parla in modo conforme al Magistero, e chi no, e non possiamo che prendere atto della verità nelle parole di Viganò, anche se in modo non caritatevole.
Ma non possiamo sapere, e non ci compete decidere, in questa drammatica situazione, chi sia lo scismatico.
Non sappiamo se Viganò abbia commesso un grave peccato davanti a Dio, mettendosi comunque fuori della Chiesa, pur con motivazioni che sembrano valide, anche se sappiamo, purtroppo, come è guidata la Chiesa e come è deturpata in questi tempi tenebrosi.
Possiamo e dobbiamo solo superare questa prova di fede, affidandoci e confidando fiduciosi nell'aiuto di Maria Santissima e, attraverso di Lei, della Santissima Trinità, con le opere e la pace dei figli di Dio.
E pregare molto per Viganò, perché sebbene consideri un onore la scomunica per scisma, non è una passeggiata per un vero Pastore di anime, come sicuramente è lui, che probabilmente sta soffrendo e vivendo un momento difficilissimo. Pregando anche per chi, aimé, sta guidando la Chiesa, perché si ravveda e perché non sopprima del tutto il Rito tridentino.
Di più non possiamo e non dobbiamo fare, pena cadere in peccati e sviamenti anche gravi, come si vede e si sente in giro.
Aloisius

Marcello ha detto...

Il problema è che dovremmo scegliere solo ed esclusivamente tra il restare nella Chiesa o uscirne fuori. Tertium non datur.
Si sta con Viganò? Bene, si è fuori dalla Chiesa. Si riconoscono molte cose giuste nel suo pensiero, ma non ci è lecito andare contro l'autorità del Papa? Allora si resta nella barca. Anche nella tempesta sedata i discepoli avrebbero potuto saltare giù perché l'imbarcazione era ingovernabile, ma sono rimasti a bordo.

Laurentius ha detto...

... Mons. Schneider...

Mons. Schneider non può pretendere che Mons. Viganò dica quello che vuole lui e nei modi che vuole lui. Ciascuno ha il suo punto di vista e il suo stile. Legga gli scritti dei Padri della Chiesa! Non faticherà a rinvenire in essi frasi non proprio al rosolio. Mons. Schneider è un conservatore; egli non ha mai affermato, a differenza di Mons. Viganò, che il Concilio Vaticano II e la messa-cena protestante devono essere completamente aboliti. La differenza tra i due, pertanto, è enorme. Mons. Schneider e i conservatori perpetuano una marea di equivoci estremamente dannosi. Si tratta della "posizione Ratzinger". Perché mai gli interventi "politici" di Mons. Viganò sarebbero inopportuni? Pio XII interveniva su tutto: dai discorsi alla Nobiltà Romana alle ostetriche e così via di seguito. Mons. Socche, ultimo Vescovo-Principe di Reggio Emilia non le risparmiava ai comunisti, che gli uccisero don Umberto Pessina, nel 1946. I prelati (sic!) modernisti intervengono continuamente a favore del mondialismo arcobaleno e Mons. Viganò dovrebbe tacere? Certo che per Mons. Viganò la "scomunica" (sic!) è un onore! Il 7 dicembre 1965 Montini ritirò la scomunica agli Ortodossi nella persona del Patriarca Atenagora. E dunque gli unici "scomunicati" sarebbero i cattolici fedeli alla Dottrina della Fede di sempre, quella delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa, dei Sommi Pontefici fino a Pio XII? È completamente impossibile. Che Gesù Buon Pastore benedica e protegga Mons. C. M. Viganò!

Anonimo ha detto...

L'unica cosa che sembra QUASI certa è che Mons. Viganò e Bergoglio hanno scismato l'un l'altro.
Ma chi dei due è uscito dalla Chiesa Cattolica, ammesso che qualcuno dei due ne sia uscito veramente?
Viganò ha dalla sua parte la Verità (le certezze di fede sono assolute ed immutabili), Bergoglio ha dalla sua parte la presunta Autorità (una "certezza" ecclesiologica non è assoluta e la questione del vizio di consenso permette come minimo di dubitare del fatto che Bergoglio sia veramente Papa).
Io sarei molto più preoccupato se fossi nella posizione di Bergoglio rispetto a quanto lo sarei se fossi nella posizione di Viganò!

Anonimo ha detto...

Mi permetto di intervenire nella questione del vizio di consenso relativo all'elezione di papa Francesco. Si ha vizio di consenso quando si ha errore, violenza o dolo. Violenza e dolo furono esercitati verso papa Ratzinger per indurlo alle dimissioni. Se vi fu un errore da parte sua, forse sta nel suo restare in Vaticano, come Papa Emerito e causando grande confusione. Forse avrebbe fatto meglio a tornare in Baviera con il suo segretario, e da lì fare pressioni per contrastare la politica del successore? Chissà!
Penso comunque che Bergoglio abbia accettato l'elezione sapendo benissimo quello che doveva fare: eseguire i piani della chiesa modernista post conciliare. Pertanto le dimissioni di Benedetto sono da ritenersi irrituali ma sono un fatto acclarato. Invalida la successiva elezione se fosse frutto di un accordo illecito e mafioso.
Di qui l'ira papale contro Viganò, che inoltre condanna il Vat. 2. E si permette pure di essere trumpiano e no-vax: ora. benché queste siano opinioni lecite, lo rendono assolutamente inviso. Francesco non può tollerare il mancato riconoscimento. Nessuno dopo di lui tollererebbe la condanna del Vat.2.
Dobbiamo prenderne atto. La via d'uscita richiede prudenza e pazienza, e l'aiuto dall'alto.
Ritengo che le comunità di fedeli della messa di sempre siano le più vitali. Una minoranza pensante che potrà col tempo salvare il resto. Quanto tempo ci resti, non sappiamo.

Laurentius ha detto...

La strategia dei conservatori smascherata.

Mener quelqu'un en bateau.

Signification

Tromper quelqu'un, faire croire n'importe quoi.

Origine

Cette expression est le fruit d'un mélange entre le mot bateleur qui désigne un prestigitateur et un batelier qui dirige un bateau, associé au verbe mener. Il s'agit donc d'emmener quelqu'un dans sa tromperie, et de ce fait, de le tromper.

Anonimo ha detto...

«In questioni teologiche difficili e non definite, occorre dare il proprio parere con umiltà e pace, conformandosi alla istruzione e capacità degli ascoltatori, insistendo maggiormente sulla pratica della Chiesa, esortando a seguire i buoni costumi; invece di lasciarsi coinvolgere da controversie che non hanno una conclusione certa e che sono quindi pericolose sia per chi le spiega [abuso di potere, orgoglio spirituale e intellettuale] e sia per chi le ascolta [se non ha la capacità e la preparazione per comprenderle e metterle in pratica correttamente]» (S. Ignazio da Loyola, Obras Completas, Madrid, BAC, 1982, pp. 289-290). (dal blog di Don Curzio Nitoglia)

Anonimo ha detto...

Tutti commenti giustissimi ...ma a dire il vero .. il povero fedele come me, non ci si raccapezza più: si deve accettare l'eretico perchè siede sul trono di Pietro, Mons. Viganó ha mancato di carità. Ma anche Gesù ha dato l'esempio di chiamare certuni sepolcri imbiancati, razza di vipere, ha detto loro che avevano per padre il diavolo, ha preso una frusta e ha rovesciato banchi e cose e scacciato a forza le persone. Eppure sono stati atti di carità e di fortezza assoluta, perfetta..... Mi pare che il misericordismo di decenni postconcilio abbia fatto breccia in chi condanna il concilio stesso. Io preferisco le scelte di mons. Viganó alle semplici mormorazioni contro tutto e tutti, senza fare nulla. Se ci fossero meno divisioni ( non uso il termine setta che è riportato tuttavia nei Vangeli stessi, gli stessi cristiani erano una setta, e non è un disonore esserlo se la setta fosse giusta )..... Mi paragono sempre ( la situazione è analoga) al tempo della Passione e Morte di Cristo, cosa avrei fatto? Avrei seguito, con Maria e Giovanni e le poche donne e fedeli, il Condannato scomunicato o l'avrei seguito urlandoGli contro, o tacendo per vigliaccheria oppure dandogli torto internamente, o me ne sarei andato ai miei affari? Non so dire.... la cosa più deprimente, nell'ora di tenebre odierna, è non trovare una collocazione nel vasto panorama di punti di vista ( ognuno certissimo di possedere la via giusta) , è la solitudine di chi non ha una Chiesa perseguitata ma materiale a cui affidarsi, come almeno avevano i primi cristiani, si è soli nel deserto dove tutti sanno tutto e sono uno contro l'altro. Mentre l'apostasia non solo domina ma diventa sempre più tenebrosa: della serie senza fine. È con tristezza che scrivo.

physicus ha detto...

Molto probabilmente è invalido. Ma la tesi va dimostrata. Le ipotesi di Mons. Viganò sono per l' appunto ipotesi e div vi aspettarti la reazione. E' stato un errore molto grave. Questo non toglie che chi governa la Chiesa sia solo un fantagalattico mascalzone, servo delle elites cabaliste e, come suggerito da p. Malachia Martin, sotto il probabile controllo del demonio

Anonimo ha detto...

Se i canoni hanno valore, C.M. Viganò è un presbitero. Poi di Francesco si può scrivere molto e giudicare peggio, ma le sue sono eresie spiccie da bambini, Onorio invece rimase papa e fu condannato dopo.
Tutto per scrivere che ad ogni modo l'interpretazione dell'ala destra che poi con la Tradizione e la Religio ha ben poco a che fare, con la sua lente deformante, neanche si accorge che Francesco qualcosa di buono la fa, e manco per sbaglio lo concede.
IL modernismo è il vostro grande alibi:

- Davide chiese ancora al giovane che gli portava le notizie: «Come sai che sono morti Saul e suo figlio Giònata?». Il giovane che recava la notizia rispose: «Ero venuto per caso sul monte Gelboe ed ecco vidi Saul appoggiato alla lancia e serrato tra carri e cavalieri. Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamò vicino. Dissi: Eccomi! 8 Mi chiese: Chi sei tu? Gli risposi: Sono un Amalecita. Mi disse: Gettati contro di me e uccidimi: io sento le vertigini, ma la vita è ancora tutta in me. Io gli fui sopra e lo uccisi, perché capivo che non sarebbe sopravvissuto alla sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la catenella che aveva al braccio e li ho portati qui al mio signore».
Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini che erano con lui. Essi alzarono gemiti e pianti e digiunarono fino a sera per Saul e Giònata suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d'Israele, perché erano caduti colpiti di spada. Davide chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di dove sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita». Davide gli disse allora: «Come non hai provato timore nello stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore?». Davide chiamò uno dei suoi giovani e gli disse: «Accostati e ammazzalo». Egli lo colpì subito e quegli morì. 16 Davide gridò a lui: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha detto: Io ho ucciso il consacrato del Signore!». -

Finché non si prova nulla e finché non avviene il rigetto, i vostri ifami giudizi pendano sulla vostra testa.

Catholicus ha detto...

"il vaticansecondismo è letteralmente una religione talebana fondamentalista" ; più che d'accordo, caro amico, ma vorrei aggiubgere "di orgiine e ispirazione luciferina, diabolica", rigine che condivide con il Deep State, entrambe e due facce di un'unica moneta, quella dei trenta denari di Giuda. Si tratta di un moderno cesaropapismo, comevado sempre rpetendo, ma, a differenza di quello bizantino, questo è di origine ed osservanza diabolica e prepoara il regno dell'anticristo, un regno breve, per nostra fortuna, anzi per grazia d Dio.

Anonimo ha detto...

A Aloisius. La più grande mancanza oggi in cui tanto si predica carità, è la mancanza di carità nel fare verità. Troppe divisioni .

by Tripudio ha detto...

È da tempo che osserviamo che mons.Viganò ha parlato come ci aspetteremmo che parli il Papa (viceversa il successore ufficiale di Pietro si limita nel migliore dei casi a trite banalità: «la speranza è una virtù umile», ampollosa sentenza detta ad un'udienza concessa ai capi di un certo movimento ecclesiale).

Quanto a quel gergo legale ("capi di imputazione a carico di mons.Viganò"), seguito da semplici citazioni dei suoi scritti (in cui il soggetto elenca dei fatti e trae qualche conclusione), non ci vuole chissà che perspicacia a capire che è stracarico di ironia: quella sentenza si basa solo su alcune cose scritte e dette da Viganò.

Il "reato di opinione", infatti, è perseguito solo contro le "opinioni" (cioè i fatti) sgraditi a un regime. Per esempio, è incredibile come nelle facoltà teologiche da cinque o sei decenni volino eresie e scismi a gogò (al punto che certi seminaristi di mia conoscenza han dovuto chiedere perdono in confessione per delle corbellerie che hanno dovuto pronunciare in sede d'esame, necessarie ad esser promossi, e per non inimicarsi i superiori han dovuto applaudire qualche pretastro che con Benedetto XVI felicemente regnante ne criticava ferocemente gli atti) e, pur essendo elucubrazioni pubbliche e ben note - distribuite in forma di libri e appunti approvati dal docente -, non voli neppure una mosca, neppure in una curia dall'altra parte del mondo.

Quella contro Viganò non è solo una vendetta bergogliana. È una necessità della deep church, perché alla vigilia della crudele stangata contro la liturgia tridentina bisognava urgentemente trasformare la figura autorevole in un ribelle qualsiasi, in modo da consentire ai giornalisti amici della deep church di sottotitolare i loro articoletti con: "il Ribelle però si ribella, yawn". Evidentemente nei sacri palazzi si pensa che è meglio scacciare agnelli e pastori dal recinto ufficiale che consentire una sola liturgia tridentina in più.

Mons. Schneider ha dichiarato «irriverente e irrispettosa» la critica di mons. Viganò a Francesco I... ma credo che Schneider stesse pensando proprio a quei giornalisti. Tant'è che poi Schneider settimane fa aveva invitato i funzionari vaticani a discutere con Viganò privatamente: scusate se mi scappa da ridere ma una cosa del genere era estremamente rischiosa per la deep church, in quanto qualcuno di quei funzionari avrebbe finito per non poter più fingere di non capire ciò che dice Viganò, cioè avrebbe finito per prendere le parti di quest'ultimo. (Non ci sarebbe da meravigliarsi troppo, visto che Bergoglio non ha mai avuto scrupoli a "gettare sotto un autobus" i suoi più fidati leccapiedi quando c'era bisogno di un capro espiatorio, come avvenne nello scandaletto dell'immobile milionario a Londra).

Intanto noi emeriti "signor nessuno" ci permettiamo di invitare al ravvedimento Francesco, ricordandogli le parole di Nostro Signore: «e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».

Finché non ci sarà tale ravvedimento, cosa dovranno pensare i fedeli riguardo a tutto ciò che ha detto Viganò?

Laurentius ha detto...

Un'altra espressione efficace applicabile ai conservatori.

Rouler dans la farine.

Cette expression apparaît au XIXe siecla de l'association de deux termes. À l'époque, le verbe "rouler" signifiait tromper quelqu'un. Le terme farine avait plusieurs sens dont celui de belles paroles, d'arguments tronqués. La farine était également utilisée par les acteurs pour que l'on ne les reconnaisse pas. Être "roulé dans la farine" c'est être dupé par des belles paroles.

Anonimo ha detto...

Aloisius

Bravo! Ho poi brevemente cercato di capire quali potessero essere state le banche coinvolte nel blocco dei bancomat, risultato: Banca d'Italia e Deutsche Bank. È stata una ricerca superficialissima. Meglio verificare. Se così fosse stato l'unico fatto certo sarebbe: queste due banche sono quelle importanti nei due paesi che hanno perso la II guerra mondiale. Con quello che ne consegue.
m.a.

Anonimo ha detto...

 Non ho l'impressione che Monsignore ecceda nel linguaggio; l'altro giorno Maria ha sottolineato la 'setta bergogliana' come esempio fuori luogo. Allora ho sfogliato il vocabolario e la definizione di setta mi è sembrata essere quella giusta, calzante, però in fine tra parentesi era scritto, dispr. Quindi è  un vocabolo che può  essere usato anche in senso dispregiativo. Ma se andiamo a vedere anche molte altre parole nobilissime possono essere usate in senso opposto a quello comunemente usato. Comunque 'setta' non mi ha fatto né  caldo né freddo. Invece 'bergogliana' era fuori posto, a parer mio, perché non completamente corrispondente a verità. Bergoglio è un cooptato di ben altra sostanziale setta,  della Setta plutocratico/ massonico/ occultista/ modernista. Lascerei da parte le riverenze, atteniamoci al Vero. Bergoglio è  solo l'anello più in vista di una lunga catena che cerca da tempo di strangolare la Chiesa Cattolica. Non è  il solo, sono legione . È  bene che si inizi a dare nome e cognome a ciascuno di questi legionari, dentro e fuori la Chiesa Cattolica.
m.a.

by Tripudio ha detto...

Qualche precisazione.

Anzitutto non si può venir meno alla verità, in nome della carità.
Per i cattolici vale il "caritas in veritate", cioè è fondamentale stare nella verità, auspicando di usare carità nel presentare la verità. (Non a caso un'enciclica del 2009 di Benedetto XVI ha proprio quel titolo).
Per i "catto-normalisti" (buonisti) vale invece il "veritas in caritate". Cioè occorrerebbe stare nella carità, auspicando che all'interno della carità si usi verità. (Dunque ne consegue che in nome della sacrosanta carità occorrerebbe talvolta nasconderer la verità o addirittura inquinarla...).

Chi lamenta che mons.Viganò ha usato un linguaggio non clamorosamente caritatevole verso Bergoglio, dovrebbe anzitutto rimproverare Nostro Signore, che ha insultato in maniera gravissima i farisei: «ipocriti!... razza di vipere!... voi avete per padre il diavolo!»
E in qualità di fedeli cattolici, sappiamo che quegli insulti sono la necessaria Parola di Dio per la salvezza di quei farisei.
Insomma, quanno ce vò, ce vò. Anche sant'Ireneo di Lione, nel suo libro Contro gli eretici, usò volgarissimi insulti per gli eretici.
Mettetevi nei panni di Viganò e provate a pensare: "ehi, anche oggi sarò gentile con tutti, così finalmente mi ascolteranno (poverini, il Signore consente che siano così ipersuscettibili e ultrapermalosi!) e finalmente la verità prevarrà...".

Quanto alle "divisioni" nella Chiesa, facciamo notare che ci sono state in tutti i tempi. Dopotutto ce l'aveva già fatto sapere Nostro Signore, dicendoci «non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada» (cfr. Mt 10,34). Anche se non siamo favorevoli alla creazione di divisioni, dobbiamo necessariamente dedurre dal Vangelo che se nella Chiesa vediamo "divisioni" vuol dire che da qualche parte c'è qualcuno che afferma Cristo, «segno di contraddizione», altrimenti si troverebbe un accordo...

A legalisti e legulei occorre rispondere che lo stesso Codice di Diritto Canonico ha come lex suprema la salvezza delle anime. Dunque l'adoperarne i canoni come martello per vendicarsi di qualcuno, anziché "per la salvezza delle anime", è un abuso, è qualcosa che inquina e banalizza il Codice stesso (oltre che coloro che sono chiamati ad applicarlo). Da notare che certe affermazioni contestate a Viganò risalgono a quattro anni fa: hanno avuto tutto il tempo, nei sacri palazzi, per dialogare con lui e ottenere chiarimenti, vi pare?

A chi retoricamente chiede dove sarebbe il "vero" Papa oggi, dobbiamo ricordare che la situazione di "sede vacante" è esistita in tutte le epoche e non solo per la durata non banale di certi conclavi ma anche per la presenza di antipapi (ma ve la ricordate l'anomalia pluridecennale della cattività avignonese?).
In particolare Bergoglio dovrebbe ricordare che Nostro Signore disse a Pietro: «e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».
Ciò che Viganò ha detto contro Bergoglio non cancella quelle parole di Nostro Signore ma le rende ancora più urgenti per la vita della Chiesa di oggi.
Suppongo che Viganò sarebbe molto più felice di noi di vedere tale auspicabile ravvedimento e conferma, felicissimo di poter dire "mi ero clamorosamente sbagliato". Sempre che Francesco si ravveda in tempo, s'intende. E senza dimenticare che anche se non ci fosse stato il "caso Viganò", il Bergoglio ha davvero parecchio di cui ravvedersi...

by Tripudio ha detto...

Chi usa terminologia come "le ipotesi di Viganò" non fa un buon servizio alla verità.
Viganò certe cosacce le ha viste e sentite coi suoi stessi occhi e con le sue stesse orecchie (oltre a tutte le altre che erano già fin troppo pubbliche). Viganò ha parlato di persona con Bergoglio, con McCarrick, e con tutti gli altri personaggi delle varie faccende che ha commentato (e anche tutte quelle che per vari motivi non può discutere in pubblico): in privato, per lettera, di persona, Viganò ha invitato, spiegato, implorato, chiarito, senza risultati concreti (sull'abusatore McCarrick e sul vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron, per esempio, il Bergoglio si è mosso con riluttanza solo quando lo scandalo era troppo grosso per far finta di niente).
Se dietro la montagna vedo ergersi un grosso fumo, devo dedurre che c'è un incendio. Cioè anche se non vedo il fuoco, non posso fare a meno di ipotizzarlo, perché è estremamente improbabile che quel grosso pennacchio di fumo sia dovuto a qualcos'altro. Sarebbe irragionevole concentrarsi su un'altra spiegazione.
(E del resto, ve li ricordate i primi mesi del Bergoglio, quando intellettuali e scrittori cattolici si affannavano a giustificarlo con complesse spiegazioni che non convincevano nemmeno loro stessi? dai, avete la memoria così corta?)

Vorrei anche farmi beffe di coloro che vorrebbero comodamente sfruttare il caso Viganò come spot pubblicitario per la Sampiodecimo o per altri istituti. Non sempre possiamo maturare qualche certezza che chi celebra una cum Bergoglio - o addirittura partecipi al Novus Ordo - sia automaticamente in malafede. Più esattamente, vorrei farmi beffe di coloro che aspettavano avidamente un caso come questo per poter avere una foglia di fico per propugnare le loro tifoserie e le loro ideologie (incluso il vaticansecondismo: per gli eretici neocatecumenali, e perfino per quelli che contestano l'eresia del Minutella, è un albo signanda lapillo il giorno della condanna di Viganò; il giustizialismo, anche in salsa clericale, dà più soddisfazione di una vittoria della nazionale di calcio).

by Tripudio ha detto...

Quanto alla questione del "vizio di consenso", ribadiamo ciò che ha già chiaramente asserito Viganò (e che trova appoggio nello stesso Codice di Diritto Canonico): un matrimonio è nullo se si viene a scoprire che almeno uno dei due sposi, contraendolo, era determinato a venir meno a qualcuno dei fini del matrimonio (come ad esempio l'apertura alla vita). Tale matrimonio viene riconosciuto nullo quando si ottiene ragionevole certezza che il consenso di almeno uno dei contraenti era "viziato". Il paragone con l'accettazione del papato (che esige che il soggetto eletto accetti liberamente, e dunque che accetti di fare quello che il Papa deve fare), è del tutto legittimo.

Dunque il Bergoglio che non ama il suo gregge ("pelagiani! sgranarosari! accidiosi! fondamentalisti! nostalgici!..."), che preferisce appartarsi con un pastore protestante anziché incontrare il gregge (2013: Caserta-Traettino), che sgancia "bombe" ufficiose ma devastanti ("chi sono io per giudicare?", non certo rettificato dalla recente battuta sulla "frociaggine"), che acconsente alla Pachamama (anziché gettarla nel Tevere come fece un giovane cattolico) e si fa fotografare accanto alla statua di Lutero, che si fa sostituire alla processione del Corpus Domini ma bacia i piedi a non cristiani il giovedì santo... Dopo oltre un decennio di eventi del genere, diventa sempre più drammatico e legittimo, anche per mia nonna, chiedersi: "ma se è Papa, perché agisce e parla così?"
Sul serio, con un piede già nella fossa (vista l'età e lo stato di salute), cioè col rischio di doversi presentare all'improvviso al giudizio del Creatore, con che coscienza continua ad essere mercenario anziché pastore? (Sta' a vedere che Viganò non ha tutti i torti...)
(E non gli dice niente Gv 10,14 a proposito delle pecore che «conoscono» il buon Pastore? cosa ha fatto finora per le pecorelle che è tenuto ad amare e curare?)

Se Viganò ha messo in evidenza cose vere dovremmo onestamente chiederci, indipendentemente dalla sua condanna, se per "stare nella Chiesa" occorra adoperare l'ambiguità, approvare l'ingiustizia, consentire l'inganno, fingere di non notare la menzogna (e la Pachamama, e le coperture a Rupnik, ed il fintotontismo su McCarrick, a il lassez faire agli eretici neocatecumenali, eccetera: tanta foga contro la liturgia tridentina, e nulla di nulla contro le sessantennali carnevalate liturgiche blasfeme neocatecumenali).

Badate che Viganò non ha compiuto atti scismatici (come l'ordinare vescovi autonomamente avendo maturato convinzione di non aver altra via d'uscita). Ha solo descritto lo stato delle cose e senza dover ricorrere a complessi arzigogoli "incomprensibili a mia nonna" ("errori di latino da parte di un latinista", "sede impedita", ecc.).
Sul serio, Bergoglio ha da ravvedersi (quantomeno per salvarsi l'anima), e pubblicamente (vista la sua posizione e visto che i danni che ha fatto sono incalcolabili).
Da una diocesi argentina lamentarono che "ci vorranno decenni per rimediare ai danni che ha fatto in due anni da vescovo". Se non si ravvede, quanto tempo e pazienza e risorse ci vorranno a rimediare ai danni che ha fatto (insieme ai suoi fedelissimi) in oltre undici anni da successore ufficiale di Pietro?

Anonimo ha detto...

Provo a condividere uno sguardo che cambia il punto di vista.

In questi giorni, guardando i filmati dei luoghi scelti per le prossime vacanze, ho notato che molte immagini sono riprese da un drone: dall'alto, volando.
Camminare terra-terra non permette la stessa visione; con l'ausilio tecnologico anche il pelandrone osserva il panorama che vedrebbe dalla vetta, in più scegliendo il giorno più terso, invece di arrivarci stremato proprio quando incombe la nuvolaglia.

Sembrerebbe perciò che la visione dall'alto sia reputata la migliore per una restituzione dell'insieme, per farsi un'idea completa del luogo e valutarne criticità e opportunità.

Ora applico alla prospettiva cristiana l'osservazione della temperie/congerie ecclesiale.
Come volare sufficientemente alti? Ma ancora prima: sarà davvero la prospettiva migliore?

Per quanto il drone si alzi da terra, viaggia sempre sotto il sole e quindi qui, nel tempo.
Gesù parla di vita eterna, per lui il sole è una creatura e Dio sta sopra il sole.
In Cristo tutte le creature sussistono: Lui ne è il fondamento. Il fondamento è in basso!
"Duc in altum" non significa banalmente "vola", bensì scendi in profondità.
Se lo sguardo rende l'ampiezza, l'ascolto dà la profondità: l'altezza è sapienza-gusto.
Insomma: la prospettiva giusta non è quella del drone, ma va capovolta.
Bisogna guardare tutto dal punto di vista di Cristo, il fondamento. Senza, crolla tutto!

Capovolgendo il punto di osservazione, dal punto di vista di Cristo, allora il cristiano e il cristianesimo stanno dove si deve: dove si sopporta e si sostiene tutto, perchè stia su.
L'ha fatto il Signore, portando la croce, stoltezza e debolezza per il mondo in drone.

Da dove si appare deboli, eppure fortissimi nel reggere tutta la creazione da ricapitolare in Cristo prima che il Maligno la disintegri nel nulla che l'ispira, amare anche le persone e le situazioni moleste sono segno di una forza inaudita, risoluta nella Volontà di Bene.
Inaudita, risoluta, assoluta... Fortissima... Altissima e profondissima. Eterna.


Chi sta giù, alle fondamenta? L'umile. Ad esempio l'umile Ancilla Domini. L'umile operaio della vigna. L'umile che si lascia crocifiggere perchè così decidono i potentati terreni, civili e religiosi, illusoriamente "potenti" eppure transeunti, vanagloriosi e arroganti.

Un mondo in drone pieno di "lei non sa chi sono io"! Chiunque sia, non è Dio!

Allora da sotto, dalle fondamenta che sostengono tutto, evitando la dissoluzione, la volontà è di sostenere anche chi offende e sbaglia, salvandolo dalla perdizione eterna.
Questo vuole Dio, questo ha detto Gesù, questo attiene ai cristiani in comunione eucaristica con l'ostia-vittima. La soluzione non è terrena, giudiziale o extra-giudiziale.
E' una soluzione spirituale, leggerissima: un soffio come lo Spirito Santo. Pura Grazia!
Lo Spirito di Verità è impercettibile e divino, fortissimo eppur sotto. Non è un drone.
Per capire qualche cosa è meglio scendere in cantina o se preferite nelle catacombe.
Nel sepolcro di chi muore al proprio io. Solo così può conformarsi a Dio, in comunione.

Vi pare troppo passivo? Troppo abbandonato, senza una nostra azione-reazione?
Eppure è la radice. Non di un primato-supremazia, ottenuta competendo, volando più su.
No: chi può il meno, allora può il più.
Non per "vincere i forti" che spadroneggiano e opprimono, ma per "essere forte" con Dio.
Nella debolezza il cristiano è molto più forte. Nel farsi piccolo si sta dove si deve.
Perfetta assimilazione con il Cristo in croce, il Redentore. Via, verità e vita.
Se togliamo questo crolla tutto: anche noi con le nostre eventuali ragioni.

Da questo caos diabolico ci può togliere soltanto il Signore. Poi dipende... dove stiamo.

R.S.

Anonimo ha detto...

Vizio di consenso è qualcosa di diverso da ció che lei dice ( che si puó applicare alle intenzioni di Ratzinger per le dimissioni: errore, violenza , dolo). Il vizio di consenso, dice Mons. Viganó, (che davanti a Dio è nella identica posizione di un san Atanasio), si applica invece a Bergoglio in quanto ha fatto appunto ció che lei enuncia: ha promosso il modernismo. Dal che si deduce che NON ebbe mai intenzione di fare il Vicario di Cristo = Papa. Quindi il suo consenso, come pure lei ammette, NON fu per fare il Papa= Vicario Cristo.

Anonimo ha detto...

Il problema è: i buoni costumi non sono apprezzati e neppure predicati neppure nelle parrocchie, ove i conviventi e gay compiono persino azioni liturgiche. E ti irridono e disprezzano quando dici che il peccato è peccato.

Anonimo ha detto...

Al commentatore che riguardo alle divisioni afferma essere normale, perchè Gesù è venuto a dividere, vorrei far presente che sarebbe normale ed è normale se stiamo con la verità e quindi col Magistero bimillenario, e nel caso chi sta con la verità e la Verità è mons. Viganó solo soletto ( in lui trovo la voce del Pastore). Non la trovo nell'apostata che siede sulla cattedra come Gesù ci ha avvisato: allora fuggite ai monti. Ci sono troppe verità ma sempre carenti, troppe divisioni e nessuno è infallibile purtroppo. Perchè manca la Pietra infallibile sulla Pietra Cristo. Quindi sarebbe ora di trovarsi in gruppo e lasciar perdere le proprie verità per cercare la verità. Io consiglierei con mons. Viganó, sarà forse un altro Atanasio.

mic ha detto...

Standig ovation per by Tripudio!

Anonimo ha detto...

Intendevo dire esattamente questo, ma forse non ho utilizzato bene i termini giuridici. Bergoglio era ed è consenziente con chi lo ha votato. Papa Ratzinger fu posto in qualche modo -per me fraudolento- in condizione di dover abbandonare il posto di combattimento. Aggiungo che noi non ci staremmo a interrogare su questo nodi gordiano se Bergoglio si fosse comportato con un minimo sindacale di correttezza.

SdC ha detto...

Ad ogni modo uno non va (e non vi manda coloro di cui è in carica) a liturgie la cui lex credendi non sia chiaramente cattolica, ove siano insegnate cose all’opposto di quel che è stato insegnato da 2000 anni: senza la retta Fede non ci si salva.
Anche se valide, non è moralmente lecito partecipare a liturgie scismatiche (ortodosse o sedevacantiste o, all’opposto, che pretendono ridefinire la lex orandi cancellandone la relazione alla lex credendi cattolica come secondo l’art.1 di TC), o eretiche ( quando le dottrine insegnate sono fabulazioni di chierici e laici), o apostatiche e bestemmiatrici.
In queste materie ci vuole anche un pò di semplice buon senso umano e spirituale

Anonimo ha detto...

La confusione dipende dal fatto che siamo senza Pastore ed ognuno cerca di allertare, mettere sull'avviso gli altri dei pericoli che vede. Così, senza sapere,  ci trasformiamo in pastorelli, forse amplificando le divisioni. Credo che tutto ciò  sia inevitabile. Ognuno di noi ha un percorso di vita diverso, anche per tipo di studi e tipo di frequentazioni. Queste diversità  sono una ricchezza. Per il momento dobbiamo solo mantenere l'unità tra noi, al momento non tutti sanno se il posto in cui stanno sia quello giusto. Cerchiamo di essere onesti e di seguire la verità. Personalmente credo che ora non è tempo di cerimonie. Molti sono i traditori e i farabutti, si si, no no, pane al pane e vino al vino, detti da parte dell'onesto, del semplice, sono sufficienti per mettere in fuga i demoni. Il punto è  che dobbiamo essere come i gladiatori nudi con il corpo cosparso di olio. Cioè  non ci devono essere appigli in noi dove il male possa farci suoi prigionieri.
m.a.

Anonimo ha detto...


# Nostro Signore in certi momenti ha inveito contro i Farisei a causa soprattutto della loro ipocrisia, che li portava a corrompere l'autentico insegnamento. Lui però era il Figlio di Dio e poteva porsi al di sopra di loro come giudice.

Non si dice nel NT che non bisogna offendere nemmeno Satana?
In ogni caso, non ha anche detto alle folle, il Signore, "fate quello che vi dicono ma non quello che fanno"? Significato usualmente attribuito: li dovete sempre riconoscere come Maestri di Israele, secondo la loro carica istituzionale. Perciò seguite la Legge come viene insegnata da loro. Ma non seguiteli nei loro comportamenti o prassi artatamene costruite sulla Legge, sono infatti i loro comportamenti pervasi di ipocrisia.

Invece mons. Viganò, a torto o a ragione, oltre ad usare un linguaggio violento, ha dato l'impressione di contestare oltre agli uomini di Chiesa che male agiscono anche l'istituzione stessa cioè l'autorità del tribunale che lo giudicava. Sicuramente non era questo il suo pensiero. Ma l'impressione in questo senso l'ha data.
La sua contestazione dell'accusa di scisma avrebbe dovuto limitarsi all'aspetto teologico, religioso della questione, senza tirare in ballo la faccenda della Sede vacante per "difetto di consenso", questione spinosa e che distrae dal tema principale.
L'accusa di "scisma" per non accettare il VAticano II sembra palesemente assurda, trattandosi di un Concilio che si è voluto solo pastorale e che ha posto le premesse di riforme che hanno creato il caos nella Chiesa. Non sarebbe stato più interessante e utile a noi tutti se mons. Viganò avesse contestato con una serie di precisi argomenti quest'assurda accusa di scisma, che non riguarda solo lui, evidentemente?
Circa la Messa celebrata dalla fsspx con l'Una Cum: si prega per il papa in carica e l'ordinario sempre con l'idea che lo Spirito Santo li illumini ed essi si rendano conto dei loro attuali errori.
Dove sarebbe qui l'errore o il compromesso?
Non è un'impostazione simile a quella del Signore nei confronti dei Farisei?
T.




by Tripudio ha detto...

Il rischio di diventare "pastorelli" è solo per coloro che credono che basti qualche gesto eclatante per risolvere i grandi problemi (come se credessero di star davanti ad una platea che aspetta ciò per scatenare una burrasca di applausi). Chi si lascia andare a tale equivoco finirà presto per costituire un gruppetto autoreferenziale (se non autocefalo) che in poco tempo diventa irrilevante. Nei sacri palazzi sono disposti a concedere una "riserva indiana" (in cui rinchiudere i tradizionalisti) proprio perché hanno chiara intenzione di toglierle a poco a poco ciò di cui ha bisogno per sopravvivere (esempio: la Traditionis Custodes che vieta ai nuovi sacerdoti di celebrare la liturgia tridentina). Non aspettatevi che le concessioni fatte alla FSSPX (di confessare, di benedire nozze, ecc.) siano eterne e intoccabili, visto che lo stesso Summorum Pontificum è stato considerato tutt'altro che eterno e intoccabile.

Vanno considerati autoeletti "pastorelli" anche i fanatici della lettera della legge (che ne tradiscono lo spirito), come ad esempio quelli che condannano Viganò pensando che il un tribunale in quanto tale sia infallibile e al di sopra di ogni critica. Certo che è colpevole: colpevole di mancato vaticansecondismo e -potete fidarvi!- lo stabilisce un tribunale vaticansecondista (immaginate tale tribunale esaminare questioni sulla Tradizione e sulla liturgia tridentina...). Per cui ora Viganò in qualità di scomunicato può già esigere di farsi trattare come tale: se Francesco si fa fotografare accanto alla statua di Lutero, è ora che si faccia fotografare anche accanto alla statua di Viganò, giusto? se Paolo VI e Benedetto XVI regalarono reliquie a scismatici ed eretici, vanno regalate anche a Viganò, dico bene? se agli anglicani hanno concesso il Laterano, Viganò può aspirare all'altar maggiore di San Pietro, no? se Benedetto XVI disse che «il pensiero di Lutero, l’intera sua spiritualità era del tutto cristocentrica», anche Viganò in quanto scomunicato merita lodi sperticate dalle massime sfere vatican(secondist)e, dai!

Tornando a bomba, la questione fondamentale per noi cattolici è di ricevere nutrimento spirituale sano, non sta a noi sanare le divisioni (che peraltro non abbiamo creato noi). Un pastore non può negare quel nutrimento al fedele legato alla Tradizione - fosse anche soltanto a quella Messa che ha nutrito diciassette secoli di santi (e letteralmente estintasi nei sacri palazzi negli anni '60). Attenzione a non ridurre l'ubbidienza a servilismo: in ballo non c'è il divieto di indossare scarpe gialle a pallini blu, in ballo c'è quella Messa che da papa Damaso a padre Pio ha alimentato la spiritualità di innumerevoli generazioni di santi. Un pastore che la proibisca o la consideri addirittura dannosa, non è un pastore ma un mercenario.

(E detto fra parentesi, visto che da molti anni curo un blog dedicato alla setta eretica neocatecumenale, è assurdo che i massimi pastori vaticansecondisti tacciano sul blasfemo squallore "liturgico" di quella setta; il massimo che s'è visto, da Paolo VI ad oggi, è stato il belato di Benedetto XVI del 1° dicembre 2005, che comandò ai neocatecumenali di celebrare nel Novus Ordo "senza aggiunte né omissioni"; ovviamente lettera morta ancor oggi).

Anonimo ha detto...

Bergoglio ha solo fatto da detonatore di un problema enorme che si chiama CVII. Molti hanno aperto gli occhi, compreso il sottoscritto (e lo stesso Mons. Viganò), a causa di Bergoglio. Della serie: il male che conduce per vie traverse al bene.
Ha fatto più danni Paolo VI, in proporzione, tanto per fare un raffronto, ma per soggezione verso la figura del Papa non si è avuto il coraggio di intervenire 60 anji fa con decisione e si è lasciata crescer la malapianta.
Il problema va posto alla radice, e si chiama Modernismo, o neomodernismo.
O si sta, per essere chiari, con san Pio X (giusto per citare il nome più altisonante) o si sta con il CVII e i suoi "frutti perversi", di cui la nuova liturgia è uno dei principali.
Quindi, Bergoglio deve essere l'occasione imperdibile per rimettere in discussione tutto l'armamentario vaticansecondista. Ma il fatto è che nessun porporato ha sinora messo in discussione l'autorità nè tantomeno il CVII.
La FSSPX confida nella mano benevola di Bergoglio, che ovviamente cerca di dirottare i contestatori verso i suoi lidi, in modo da toglierli dal perimetro di pertinenza dove li vede con un certo fastidio (per usare un eufemismo).
Un Concilio non può mai essere solamente pastorale, perché richiede comunque l'assenso di fede. Si scrive pastorale, si legge dogmatico, come infatti viene trattato dai governanti al potere da 60 anni (e come lo definiva lo stesso Paolo VI, mi pare) in quanto la pastoralità o meglio ancora la prassi, è lo strumento per eludere la dottrina in materia di fede e morale, come ben vediamo.
E allora focalizziamo il problema dove lo stesso si pone: il CVII, da cui più ci allontaniamo nel tempo e più ne vediamo con nitidezza le storture.
Lo si metta in discussione senza timori, da parte di coloro che sanno e che vogliono il bene della Chiesa. Ma devono essere i porporati e i vescovi a iniziare a muoversi, oltre gli studiosi che già in alcuni casi l'hanno fatto. Questo il merito grande di Mons. Viganò (mettere al centro oltre il vizio di consenso direi soprattutto il CVII) che si aggiunge alle varie anime diversamente critiche già operanti sul versante della Tradizione perenne, come FSSPX e Sedeprivazionismo (forma attenuata e più acuta di sedevacantismo).
Nell'attesa, cerco di evitare con cura il rito similprotestante, almeno da quando ho aperto gli occhi.

Anonimo ha detto...

Trovo inadeguato il termine ‘porcata’. Cerchiamo di mantenere un linguaggio elevato.

Anonimo ha detto...


# Paolo VI non ha mai dichiarato "dogmatico" il Vaticano II.
In una famosa lettera polemica nei confronti di mons. Lefebvre scriveva all'incirca: "come si osa mettere in dubbio l'autorità del Concilio Vaticano II, che per certi aspetti è più importante di quella del Concilio di Nicea?"
Per i neomodernisti il Vaticano II è certamente il Concilio più importante della storia, quello che invece di ribadire l'esigenza della conversione dell'uomo a Cristo ha affermato una grande simpatia per l'uomo (Paolo VI), ossia con il mondo moderno, con il quale bisognava dialogare.
Mai un Concilio della Chiesa cattolica aveva praticato una simile inversione di rotta.

Anonimo ha detto...


# Paolo VI non ha mai dichiarato "dogmatico" il Vaticano II.
In una famosa lettera polemica nei confronti di mons. Lefebvre scriveva all'incirca: "come si osa mettere in dubbio l'autorità del Concilio Vaticano II, che per certi aspetti è più importante di quella del Concilio di Nicea?"
Per i neomodernisti il Vaticano II è certamente il Concilio più importante della storia, quello che invece di ribadire l'esigenza della conversione dell'uomo a Cristo ha affermato una grande simpatia per l'uomo (Paolo VI), ossia con il mondo moderno, con il quale bisognava dialogare.
Mai un Concilio della Chiesa cattolica aveva praticato una simile inversione di rotta.

Gederson Falcometa ha detto...

"E avrà anche lui notato che perfino Benedetto XVI, quello del «non era mai stata abolita», nel suo pontificato non ha mai celebrato la Messa tridentina".

Anche l’episcopato è stato proibito ai Sacerdoti che celebrano la Messa tridentina. Se non sbaglio, solo D. Fernando Rifan dell'Amministrazione Apostolica di São João Maria Vianney, per noti motivi, è stato consacrato vescovo. Vale anche la pena ricordare che Roma respinse i dossier inviati dalla FSSPX in occasione delle consacrazioni del 1988 effettuate da mons. Lefebvre e mons. Antonio Castro Mayer, perché i candidati non avevano il profilo episcopale voluto dalla Santa Sede. Mentre, invece, l'attuale Papa, ingloriosamente regnante, è stato consacrato vescovo nel 1992. Quali sarebbero i criteri per il profilo episcopale voluto dalla Santa Sede?

Una cosa molto curiosa è che Giovanni Paolo I, si dice, avrebbe combattuto la Massoneria e avrebbe sciolto l'ordine dei Gesuiti. Dopo di lui la Chiesa non ha mai più avuto un Papa italiano. Non è strano?

Il fatto più notevole nel Concilio e nel post-Concilio è che il magistero infallibile è diventato qualcosa che non è più necessario. In quanto nella realtà vediamo che mai nella storia la Chiesa lei ha avuto bisogno di questo magistero. La stragrande maggioranza dei problemi conciliari e postconciliari si risolverebbero con il loro semplice esercizio, ma perché non lo hanno fatto? Non è più necessario o perché pensano che non sia più possibile? Pensateci: qualunque papa conciliare avrebbe potuto risolvere i problemi della Chiesa, semplicemente utilizzando il magistero infallibile, ma perché non lo hanno fatto?

Si dice che il magistero infallibile sia stato utilizzato nella Dignitatis Humanae, Ordinatio Sacerdotalis e Dominus Iesus, ma se fosse infallibile, perché tutte le questioni relative a tali documenti rimangono aperte?

Nel caso della Dominus Iesus, il documento afferma che la Chiesa di Cristo sussiste pienamente solo nella Chiesa cattolica. Tuttavia, se consideriamo il rapporto tra Chiesa preconciliare e Chiesa conciliare, la prima non sussiste pienamente nella seconda. Lo dimostra la stessa mancanza di un magistero infallibile per risolvere i problemi più gravi della Chiesa. Allora se parliamo del rapporto tra il mondo moderno e la Chiesa, in qualche modo questo mondo sussiste nella Chiesa Conciliar. Il fatto è che dopo il Concilio la Chiesa è diventata sempre meno cattolica. Inoltre, può darsi che il problema del “subsistit in” abbia qualcosa a che fare con Gaudium Et Spes 22, dove si afferma che il Verbo, facendosi carne, in un certo modo si è unito a ciascun uomo. Ora, se questo è vero, ogni uomo se è unito in un certo modo anche alla Chiesa e in questo modo lei c'e la missione di essere responsabile per l'unità del genero umano. Mi chiedo se non sia proprio questo a dare origine alla distinzione tra Chiesa di Cristo e Chiesa cattolica, perché come cattolici tradizionalisti, sappiamo che la Chiesa di Cristo È la Chiesa cattolica e che noi entriamo in essa attraverso il battesimo e la professione cattolica di fede. Già la dottrina della Gaudium Et Spes, possiamo dire, insegna l'unione di ogni uomo con la Chiesa di Cristo.

La situazione è arrivata a un punto in cui oggi essere un buon cattolico è possibile solo essendo un modernista. Se guardiamo il passaggio da Benedetto XVI a Francesco questo può essere paragonato al passaggio da Trump a Biden. Dopo tanti anni di predicazione dell'unità nella diversità, il pluralismo religioso, il risultato è il partidarismo. I movimenti, laici, religiosi, preti, vescovi, cardinali e il Papa sono anche liberali, comunisti, giudaizzanti, woke, filo lgbt, ecc. questo ci offre una chiesa all'immagini e somiglianza delle democrazie liberali. Purtroppo, oggi è il mondo che sussiste pienamente nella chiesa conciliare.

Anonimo ha detto...

A Gederson Falcometa, lei mette l'accento su quanto mons. Viganó ha evidenziato, Bergoglio è il frutto maturo di un cammino che arriva da lontano, di cui i precedenti papi purtroppo si sono fatti portavoce, magari senza essere consci della gravità di ció.. Per cui è giusto che il toro venga preso per le corna, cioè nelle sue origini, e gira e rigira si torna al 1958 ( non a caso il terzo segreto di Fatima doveva essere svelato entro il 1960, perchè sarebbe stato più chiaro). Alla famosa doppia fumata bianca. Al commentatore che dice che si deve stare con le mani in mano attendendo la pioggia, ricordo il detto, aiutati che il Ciel t'aiuta. Non è bello e non è cattolico voler sempre tirare acqua solo al proprio mulino, quando l'edificio brucia, basta divisioni! Fate quello che vi dicono, lei dice? Quindi ci dicono che l'omosessualità è una ricchezza , che le donne devono fare le sacerdotesse( solo ieri mi sono allontanata da una conferenza nel sentire l'incaricato del vescovo iniziare col femminismo da rivalutare nella Chiesa. Cioè o diveniamo tutti lefevbriani in una chiesa parallela con un papa eretico che dobbiamo disubbidire o ascoltiamo quello che ci dicono questi, sbagliato, o seguiamo altri ? Troppe divisioni, da chi andremo? Solo il Papa vero è infallibile. Pietro non ha riconosciuto Caifa , ha detto due volte ( una con Giovanni): dobbiamo obbedire aDio. Noi dibbiamo stare sotto Caifa e fare quanto dice? E se non facciamo quanto diceche senso ha stare subordinati a un eretico? Dobbiamo accettare pachamama e sciamani quando i martiri non versarono un solo granello di incenso? Noi lo dichiaramo ( li dichiariamo) invece nostro capo? Assurdo. Gesù poteva farlo, di rimproverare, e noi no? San Paolo ci invita a rimproverare e Gesù ci ha dato l'esempio per invitarci a imitarLo . Lettera ai Galati : è anatema chi mette una pachamama in san Pietro. Si facciano una ragione : il vizio di consenso c'è indubbiamente proclamato dall'idolatria professata ed accettata ( portarla a spalle in san Pietro da Zuppi e c.). Se la sede è ora indubbiamente occupata non è colpa nostra. Colpa nostra è fare nulla per ovviare, mons. Viganó ha fatto ció che doveva. Continuare nelle proprie visioni settaristiche non conduce a nulla di buono, per nessuno.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 8,33 hai perfettamente ragione. Mi stavo ponendo la stessa domanda, preparandomi a rispondere ad un lettore che, di fatto, proponeva di obbedire a Bergoglio piuttosto che a Dio.
Gederson, il papà del sorriso, come in precedenza sottolineato da un lettore, ha impedito la Messa VO, in maniera autoritaria e "violenta".
Forse voleva combattere la massoneria, forse ma, di certo, non lo avrebbe fatto favorendo il NO e ostacolando la Tradizione.
La frase incriminata della Gaudium et Spes, secondo Don Curzio Nitoglia, è stata fortemente voluta da GPII.
L' attuale apostasia nella Chiesa viene da lontano ma lo spartiacque è senza dubbio il 1958 e il suo principale frutto, il CVII.
Antonio

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 8,33 hai perfettamente ragione. Mi stavo ponendo la stessa domanda, preparandomi a rispondere ad un lettore che, di fatto, proponeva di obbedire a Bergoglio piuttosto che a Dio.
Gederson, il papà del sorriso, come in precedenza sottolineato da un lettore, ha impedito la Messa VO, in maniera autoritaria e "violenta".
Forse voleva combattere la massoneria, forse ma, di certo, non lo avrebbe fatto favorendo il NO e ostacolando la Tradizione.
La frase incriminata della Gaudium et Spes, secondo Don Curzio Nitoglia, è stata fortemente voluta da GPII.
L' attuale apostasia nella Chiesa viene da lontano ma lo spartiacque è senza dubbio il 1958 e il suo principale frutto, il CVII.
Antonio

Diego B. ha detto...

Sappiamo bene noi cosa vuol dire l'odio modernista perché la comunità di Vittorio Veneto, che è parte di Una Voce Venezia, ha e sta subendo la stessa persecuzione. Ma se rientrando in casa trovi tuo padre picchiato e tua madre violentata tu, prima di far giustizia, copri le loro nudità e medichi le loro ferite perché preservino la loro dignità. E la Chiesa è una madre di cui stanno abusando e prima del bastone verso i lupi va consolato Cristo in ogni occasione opportuna e inopportuna. La messa di paolo vi è il nuovo Golgota e nell'ostia c'è Cristo da consolare. Denunciamo tutti gli errori ma non abbandoniamo i tabernacoli nelle mani dei modernisti.

Anonimo ha detto...

I tabernacoli che sono già stati messi nelle mani dei modernisti non contengono Cristo da consolare bensì un pezzo di pane che i vescovi e preti modernisti mandano giù con l'aiuto di un poco di buon vino, come fossero all'osteria. Questo è quello in cui credono e pensare che, comunque, fanno quello che la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha sempre fatto, per cui salvaguardando i Sacramenti e la Chiesa stessa che odiano, è prova di essere in balia di un cortocircuito mentale e, per seguire l'esempio dei genitori, affidare il padre massacrato e la madre violentata agli stessi che hanno compiuti tali nefandezze per andare a chiamare il medico.
Valeria Fusetti

Diego B. ha detto...

Valeria, spero ti renda conto della gravità delle tue affermazioni. Ha implicazioni molto più profonde di quello che le parole possano esprimere. Io non le condivido.