2025, Interviste
Mons. Carlo Maria Viganò
Solve et coagula
Stephen Kokx intervista l'Arcivescovo Viganò
Tutte le domande e le risposte dell’intervista saranno pubblicate su questa pagina
man mano che verranno pubblicate da Kokx News, che ne detiene i diritti esclusivi.
Per ogni puntata viene indicato anche il link originale.
Domanda 1
Pubblicata su KokxNews il 18 Luglio 2025
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Stephen Kokx – Eccellenza, molte delle decisioni di Prevost indicano che egli desidera continuare sulla strada eretica dei suoi predecessori, in particolare il percorso sinodale tracciato da Jorge Bergoglio. Molti sembrano credere che sia necessario “concedergli tempo” e “nutrire speranza” che le cose migliorino. Allo stesso tempo, sembra che l’agenda di Prevost sia piuttosto chiara e che il silenzio o il “concedergli il beneficio del dubbio” – pur dando un’immagine più positiva del suo regno – possa essere un’occasione di scandalo di omissione e/o di false speranze. Cosa ne pensate di queste argomentazioni e come dovrebbero considerare i cattolici questo “pontificato” a poco più di due mesi dall’inizio?
Arcivescovo Viganò –
Nessuno di noi può giudicare il foro interno, ossia le disposizioni interiori con le quali una persona agisce o parla: questo può farlo solo Nostro Signore, che vede nel profondo del nostro cuore. Ciò non significa però che non possiamo esprimere una valutazione sul foro esterno, ossia sugli effetti e le conseguenze che le azioni o le dichiarazioni di una persona possono avere in generale o in un determinato contesto. Questo vale anche per Leone, la cui elezione viene letta da molti come un segno di cambiamento rispetto alla disastrosa parentesi dell’usurpazione bergogliana, anche se non vi è alcun elemento che induca a pensarlo, ed anzi si moltiplichino le azioni di governo, le nomine e le dichiarazioni pubbliche in cui Leone si mostra come totalmente in linea con il predecessore di infausta memoria.
Io stesso, come penso molti abbiano notato nei giorni immediatamente successivi all’elezione, ho preferito astenermi dal pronunciarmi pubblicamente su Leone con commenti che sarebbero potuti risultare affrettati.
Dopo poco più di due mesi, tuttavia, credo che sia possibile trovare una coerenza nell’azione e nelle dichiarazioni di Leone rispetto alla linea tracciata da Bergoglio. E forse quell’estemporanea apparizione di suor Nathalie Becquart e altri membri del gotha sinodale in un selfie con il neoeletto papa acquisisce oggi un significato che inizialmente poteva essere sfuggito ai più. Il messaggio che vi possiamo cogliere – e che si accompagna al sorriso beato e compiaciuto di molti Elettori ultraprogressisti (fra tutti il card. Cupich di Chicago) apparsi sulla Loggia dopo la fumata bianca – è che il percorso sinodale cui la chiesa bergogliana e postbergogliana non potrà in alcun modo sottrarsi è già stato tracciato, e che Leone è stato eletto al quarto scrutinio in quanto continuatore del mandatum sinodale, e non del munus petrinum.
Lo dico senza giri di parole: la lobby sinodale si aspetta che Leone dia legittimità canonica ad un processo eversivo di esautorazione del Papato; una sorta di volontaria abdicazione del Monarca a favore di un Parlamento che in risposta alla cessione del potere di giurisdizione e di governo gli riconosca un primato d’onore spendibile anche a livello ecumenico. In un paradosso giuridico, questa lobby pretende dal titolare di un diritto divino di esercitare l’autorità suprema per trasmetterle quel diritto, cosa che il Papa non può fare. Questo golpe ecclesiale deve portare alle sue estreme conseguenze il processo rivoluzionario inaugurato al Vaticano II con la collegialità episcopale di Lumen Gentium, estendendo il governo della Chiesa Cattolica ai laici e alle donne, a tutto detrimento del legame indissolubile tra potere d’Ordine e potere di Giurisdizione che vige nella Chiesa ab immemorabili. Sul fronte opposto, l’estensione alle donne di funzioni sino ad allora riservate ai chierici apre nella prassi uno spiraglio per l’introduzione di forme paraministeriali quali le diaconesse e le ministre non ordinate. Anche in questo non si può non vedere il compimento dei desiderata dell’Agenda 2030 per la parità di genere.
Non so se i miei Confratelli e i fedeli si rendano conto della minaccia mortale che questa azione eversiva e fraudolenta rappresenti per la Chiesa Cattolica. Qui si sta compiendo a livello ecclesiale ciò che la Rivoluzione ha fatto nelle Nazioni cattoliche: cancellare la monarchia di diritto divino e sostituirle la frode della sovranità popolare, mentre in realtà si vuole far passare il potere nelle mani di una élite e mutarlo in una tirannide. La sinodalizzazione, ossia la pseudo-democratizzazione della Chiesa, in questo senso, costituirà lo strumento e la causa della sua distruzione, esattamente come già avvenuto nella sfera civile. In questa avversione per la Regalità sacra del Papato si manifesta tutto l’odio di Satana: perché nei Re cattolici e nel Romano Pontefice risplende la Sacra Maestà di Cristo Re e Pontefice, che regna dal trono della Croce.
Questa democratizzazione – solo nominale, perché in realtà il potere è nelle mani della lobby – comporta necessariamente una burocratizzazione della Chiesa, e sappiamo che la burocrazia è uno dei principali strumenti di controllo della Massoneria. I burocrati, dietro l’alibi di procedure “democratiche” e “sinodali”, possono manovrare le assemblee, pilotare i voti, orientare i consensi, far credere che una proposta nasca spontaneamente dalla base, mentre è stata pensata fino all’ultima virgola da chi gestisce l’intero apparato organizzativo del Sinodo. È una colossale finzione, un’impostura che replica grottescamente il processo dissolutorio delle società civili dopo il 1789. Una frode che porterà anche al Terrore, alla dittatura di un organo senza volto e senza nomi, che promulgherà dogmi climatici e nuovi peccati contro l’ambiente, scomuniche per leso migrante o per aver negato il dogma dell’inclusione LGBTQ+ e lo farà in nome della chiesa sinodale. In questo caso, però, non c’è nessun Re Luigi da ghigliottinare: il monarca si è già inchinato agli idoli globalisti e la sua resa appare convinta e voluta, quasi pianificata anzitempo.
A chi si ostina a idealizzare l’immagine di Leone secondo un modello certamente consolante ma non corrispondente alla realtà, consiglio di valutare i fatti per quel che sono, e non cercando di adeguarli ai propri desideri: ad iniziare da un dato incontestabile, e cioè che Robert Francis Prevost è stato nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi e creato Cardinale nel 2023 proprio da Bergoglio; e che se quest’ultimo avesse avuto anche il vago sospetto che Prevost non sarebbe stato coerente con la sua linea di governo, non l’avrebbe mai elevato alla Porpora, né lo avrebbe posto a capo di un Dicastero strategico come quello che decide le nomine dei Vescovi.
Temo che Leone rappresenti il “Modernismo dal volto umano” – per riprendere l’espressione “Socialismo dal volto umano” legata alla Primavera di Praga del 1968 – e che i suoi modi indiscutibilmente suadenti e affabili possano trarre in inganno molti, specialmente tra i “Cattolici conservatori”, inducendoli a creare un’immagine virtuale del Papa che però non sembra trovare conferma nella realtà. Il tempo intercorso tra il Nuntio vobis e la promulgazione della Missa votiva green [qui - qui] ha fatto emergere una serie di pronunciamenti su vari temi, che ci mostrano un Leone totalmente organico all’ecclesiologia conciliare e sinodale, con la sola differenza rispetto al predecessore di avere un contegno più garbato.
Non dimentichiamo che all’epoca della psicopandemia Mons. Prevost non esitò a sostenere la narrazione vaccinista, a raccomandare l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale e il rispetto delle inutili e dannose regole sanitarie dell’OMS. I suoi recenti appelli ad una “conversione green” ricorrono ad una terminologia teologica che trasforma un’antiscientifica teoria psico-ambientalista, intrisa di neo-malthusianesimo e di gnosticismo, in una ben più presentabile Religione della Natura, alla quale si inchina il capo della Chiesa di Roma, fondamentale testimonial del globalismo.
Ma se gli artefici dell’Agenda 2030 sono dichiaratamente nemici di Nostro Signore e della Sua Chiesa; se le loro false emergenze servono a legittimare false soluzioni che implicano lo sterminio di parte dell’umanità e la riduzione in schiavitù dei superstiti, come può un Papa – mi chiedo – non rendersi conto della enorme responsabilità morale che si assume nel ratificare il colpo di stato del Nuovo Ordine Mondiale?
Come giudicherà il tribunale della Storia – e quello infallibile di Cristo Re e Pontefice – questo tradimento del munus petrinum?
Leone si trova dinanzi a un bivio: scegliere la via larga e comoda del consenso del mondo e dei nemici di Cristo e perdere la propria anima assieme al Gregge affidatogli dal Signore; o scegliere la via stretta e irta della sequela Christi e del ritorno alla Tradizione, nella testimonianza eroica di Cristo, e Cristo Crocifisso (1Cor 2, 2). È giunto il momento di chiudere una volta per tutte “l’esperienza conciliare”, con i suoi terribili fallimenti e la devastazione su tutti i fronti. Ostinarsi su questa via di autodistruzione e di perdizione suicida significherebbe rendersi responsabili di una rovina annunciata, favorendola anziché denunciarla e combatterla con ogni mezzo. Ricordiamo con fiducia le parole di Nostro Signore a Pietro: Io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando ti sarai ravveduto, conferma i tuoi fratelli (Lc 22, 32).
16 Luglio 2025
Beatæ Mariæ Virginis de Monte Carmelo
29 commenti:
Lo scritto di Mons. Viganò è del 16 luglio. Papa Leone XIV ieri all’Angelus ha parlato da pastore forte. Attendo da mons. Viganò prese di posizione altrettanto ferme: la farsa pandemica miete vittime non solo tra i cattivi, ma anche tra i buoni. E non è buono chi conta i peccati altrui, vantandosi migliore, senza aiutare il bisognoso. Fuor di metafora è ora di finirla di fare i puri dopo aver seminato zizzania. E’ meglio sporcarsi le mani con il sangue e anche il vomito e gli escrementi dell’umanità ferita piuttosto di sorvegliare asetticamente anche i movimenti delle sopracciglia di colui sl quale misuriamo anche il respiro.
Bergoglio non è stato un Papa legittimo, ma Mons. Viganò ha messo in dubbio la cattolicità di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI e ora di Leone XIV. Un po’ di umiltà non guasterebbe… il sovrano è Cristo, non chi in nome di quel sovrano non fa quel che ha detto.
Bravissimo Mons Viganò nello smascherare la scaltra strategia degli elettori del Prevosto... Rimane però un interrogativo. Come può un "papa" successore della "usurpazione bergogliana", eletto in spregio della UDG la cui validità non è stata messa in discussione da nessuno che abbia la autorità per farlo, eletto da 133 cardinali a maggioranza creati da un "usurpatore" e dunque non validi, come può essere egli stesso validamente Papa? Mistero.
Mistero che mons Viganò dovrebbe chiarirci. Aspettiamo con ansia una sua risposta su questo punto fondamentale e ineludibile, punto che se non viene chiarito inficia tutta la costruzione logica della tesi.
Più chiaro di così!
"In assenza della fede siamo governati dalla tenerezza. Una tenerezza che, da tempo, staccata dalla persona di Cristo, è avvolta dalla teoria."
(F. O'Connor)
Oppure dalla rabbia che ci fa nemici, sotto lo stesso cielo,
muto.
Caro Tralcio, so che non gradirà la mia opinione, ma tant'è, Bergoglio invitava todos, todos, todos, quindi penso si riferisse anche ad un indietrista incallito quale mi reputo, da quel servo inutile che evangelicamente ritengo di essere....
La cattolicità questi papi l' hanno messa in dubbio da soli, con gesti, atti e documenti vergognosi.
Non è nemmeno necessario accusarli. Perfettamente inutile elencare tutte le loro nefandezze.
Viganò è criticabile per altri aspetti, tipo adesione acritica a Trump o similia, non certo per la retta dottrina.
Bisogna davvero voltare la testa dall' altra parte per non vedere lo scempio della fede perpetrato dai suddetti pontefici. Non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere.
Antonio
Brava Mic, fa bene a tutelare la sopravvivenza del suo (e nostro, diciamolo, suvvia) blog dalla scure della censura dei servi dei padroni universali (come li chiamava la buonanima di Giulietto Chiesa)......forse mi ero spinto un po' troppo avanti manifestando il mio pensiero, che del resto lei conosce già da tanto tempo, ma tant'è, a volte la lingua si spinge dove la mente non vorrebbe andare, diciamo che è lo zelo per Santa Madre Chiesa, per i suoi santi, martiri e papi, ma non per tutti questi ultimi, ovviamente, niente papolatria, cara Mic, niente legalismo asettico. Cristo prima di tutto, ad onta di tutto e d tutti. LJC
Anonimo 7,50. A quanto pare il fine della salvezza delle anime non richiede sterilitá assoluta, d'altronde la sterilitá totale é indice di morte. Per cui quando ci furono 2 biancovestiti pubblici di cui uno pachamamico, nonché doppione aggiunto, era doverosa la denuncia. Ma Ecclesia supplet e sanatio in radice ci hanno condotti fin qui da 2 millenni. Affermare che le elezioni sono invalide per il numero di cardinali nominati da un usurpatore é contraddittorio, in primis ricordiamo tuti che Benedetto XVI riceveva i nuovi cardinali per cui li confermava . In secondo luogo é stato sempre lui ad accettare e scegliere la via del doppio pontificato e non dello scontro . Senza dubbio sapeva meglio di noi le cose. Terzo punto, al conclave ultimo erano presenti anche i cardinali nominati pre Bergoglio. Non si sono scismati ( teniamo presente che il solo scismatico o eretico é chi si separa dalla vera fede di Cristo, per cui davanti a Dio ci furono scomunicati come san Atanasio mai di fatto tali) ed hanno eletto e accettato papa Leone XIV. Inoltre dai dati trapelati lo hanno votato in maggioranza pure loro. Per cui non sarebbe buono davanti a Dio combattere per la veritá -sempre -ma finirla di dividerci in " linee" varie dalla sede vacante al papa eretico al sedeprivazionismo, al papa morto eterno papa? Dio non credo gradisca molto questo eterno guerreggiare. Lottiamo piuttosto per l'unitá dell' unica vera fede.
Mi è stata recentemente inviata, da parte di un confratello sacerdote, l’intervista che Monsignor Carlo Maria Viganò ha rilasciato il 16 luglio 2025 al giornalista Stephen Kokx, pubblicata sul blog di Aldo Maria Valli.
Leggendola, non si può non restare colpiti dalla radicalità delle affermazioni e dal tenore profetico con cui Viganò denuncia l’attuale situazione della Chiesa, denunciando un piano sovversivo in atto, una dissoluzione programmata del papato, una complicità dell’attuale Pontefice con l’agenda del mondialismo e una progressiva instaurazione di una dittatura sinodale.
Ma proprio per questo, è necessario fermarsi un momento, respirare, e distinguere ciò che è frutto di legittima preoccupazione da ciò che, invece, è divenuto ideologia. Non si tratta, infatti, di un semplice intervento critico, come ce ne furono nella storia anche in tempi difficili, bensì di una costruzione dottrinale alternativa, che pretende di giudicare non solo le scelte pastorali, ma persino la legittimità del Papa regnante, e di annullare di fatto il principio di comunione gerarchica nella Chiesa, sostituendolo con una sorta di intransigenza armata, costruita sul sospetto, sull’accusa sistematica e sulla presunzione di rappresentare da soli la parte sana del Corpo mistico.
Non è questo il modo della Tradizione. I santi riformatori hanno sempre gridato la verità, ma mai si sono sottratti alla Chiesa, mai hanno rifiutato la gerarchia, mai hanno pensato di essere loro i garanti ultimi dell’ortodossia. Hanno sofferto, hanno combattuto, hanno pianto, ma dentro la comunione cattolica. Viganò invece parla come chi si è già separato interiormente, come chi ha scelto un altro campo di battaglia. Le sue parole non sono quelle di un pastore ferito, ma di un oratore incendiario, e questo deve preoccuparci molto più delle sue analisi.
Quando la denuncia diventa disprezzo, quando la profezia si trasforma in accusa senza appello, quando la Tradizione viene invocata per giustificare la ribellione, allora qualcosa si è già rotto. Non si può costruire la verità sulla rabbia. Non si può servire il Vangelo attraverso la delegittimazione permanente del successore di Pietro. Non si può affermare la fede cattolica con i metodi dei complottisti.
Viganò accusa la sinodalità di essere uno strumento per abolire la monarchia divina del papato, per dissolvere l’autorità, per aprire le porte a una gestione laicista e burocratica della Chiesa. Sono timori che, in parte, trovano riscontro in alcuni documenti e in certe derive di fatto.
Ma la conclusione che ne trae è non solo errata, ma pericolosa: anziché correggere e discernere, propone di distruggere e abbandonare. Anziché purificare la Chiesa dall’interno, la dichiara irrimediabilmente corrotta. Anziché pregare per il Papa, lo accusa di tradimento. E questo non è più pensiero cattolico. Non si tratta più di interpretare i segni dei tempi, ma di riscrivere la realtà secondo uno schema ideologico dove tutto ciò che accade conferma il sospetto.
Si invoca il nome della Tradizione, ma si dimentica che la Tradizione vive nella Chiesa, e non in chi si pone al di sopra di essa. Il rischio oggi non è solo la dissoluzione modernista, ma anche la disgregazione tradizionalista. Quando si perde la fiducia nella Chiesa visibile, si finisce per crearsi una Chiesa parallela, più pura, più vera, più coerente, ma anche più disincarnata, più settaria, più fragile.
La vera Tradizione, invece, è incarnata, umile, sofferente, capace di lottare senza odiare, di resistere senza dividere, di correggere senza condannare. A chi oggi è turbato dalle parole di Viganò, vorrei dire che la via della verità non ha bisogno del furore. Il Signore ha promesso a Pietro che la sua fede non verrà meno.
Segue
Noi non abbiamo bisogno di falsi profeti che annunciano la fine della Chiesa. Abbiamo bisogno di santi che la amino così com’è, anche quando è ferita, anche quando zoppica, anche quando sembra smarrita. Il tempo presente è un tempo di purificazione.
Lo Spirito sta facendo emergere le crepe e le contraddizioni, ma anche le fedeltà e le resistenze buone. Noi siamo chiamati a custodire la fede, ma nella Chiesa, non contro di essa. Il nostro amore per la verità deve sempre essere un amore casto, non violento, non possessivo.
Se la verità è davvero di Dio, essa non ha bisogno di furore. Ha bisogno di luce, di pazienza, di discernimento, di carità. E soprattutto di comunione. Il Papa è il Papa. E finché lo è, noi dobbiamo pregarlo, ascoltarlo, sostenerlo, anche quando lo correggiamo nel cuore.
Non è questo il momento di fondare nuove chiese, ma di custodire la vera Chiesa nella prova. E di ricordare, con il Signore, che le porte degli inferi non prevarranno.
Don Mario Proietti
Grazie di cuore, Monsignore, per gli eccellenti pensieri espressi in questa sua intervista, della quale attendo il seguito.
Che il Divino Spirito la ricolmi dei Suoi Sette Santi Doni.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Ut inimicos Sanctae Ecclesiae humiliare digneris, Te rogamus audi nos.
Che i suoi amici modernisti abbiano espunto codesta invocazione dalle Litanie dei Santi poco importa: eccola risorta!
"Noi non abbiamo bisogno di falsi profeti che annunciano la fine della Chiesa. " : caro amico (cara amica), quanto ai falsi profeti le consiglio di rileggere le parole di Roncalli quando parlava dei pastorelli di Fatima come di "profeti di sventura"...e cosa dire poi dei messaggi della Madonna a La Salette? ... profeta di sventura pure Lei ? ma per favore, suvvia, ...uno, cento, mille mons. Viganò servirebbero per mandare a casa tutti questi traditori di NSGC, tutti, nessuno escluso, ne rimarrebbero veramente pochi di chierici cattolici, ma tant'é, Gesù iniziò con dodici, divenuti ben presto undici. Il colpo da maestro di Satana, lo chiamava così mons. Léfèvre, l'aver costretto il clero (e tramite esso i fedeli) ad autodistruggere la propria fede, grazie all'infiltrazione di suoi sicari fino agli alti gradi della gerarchia, infine sino alla Prima Sede. Forse la cara Mic mi censurerà, ma certe cose escono da sole dal cuore, incontenibili. Pace e bene, comunque.
Se i cardinali bergogliani sono stati "sanati" da Benedetto (una supposizione che io sarei lieto di sottoscrivere, ma non è un fatto certo) rimarrebbe comunque il punto dolente della UDG che vieta ai cardinali di apportare modifiche al modo dell'elezione, e il numero di 120 elettori che fa parte appunto di quella parte a cui non possono essere apportate modifiche risulta perciò essere inderogabile. Il che rende la elezione di Prevost invalida, al 1000 x 100.
"Ecclesia supplet" e "sanatio in radice"...??? Storicamente le sanatio riguardo ai vari papi e antipapi non sono mai state "latae sententiae" per cosi dire, ma messe in opera tramite azioni e documenti ufficiali firmati e controfirmati da tutte le parti in causa... Nel caso di Bergoglio e Prevost ancora non se ne sono viste. Dunque il dubbio è più che lecito.
Caro don Mario, mi sembra che lei "castighi" Mons. Viganò molto sulla forma, però quando nega le affermazioni del prelato non riesce a controbattere efficacemente alle sue tesi. Ci vorrebbero argomenti molto più solidi, non aria fritta e fuffa ecclesiale, un deja vu che non incide, cosi come spesso non incide il deja vu dei detrattori di Mons. Lefebvre.
Le auguro ogni bene, soprattutto di approfondire la sua preparazione teologica che, a quanto pare, è tutto fuorché ancorata nella Tradizione. Se ciò succedesse, le sue tante visualizzazioni attuali diventerebbero una valanga e la sua brillante carriera di presbitero internettiano schizzerebbe alle stelle.
Grazie di cuore don Mario per il suo pensiero perfettamente cattolico. Dobbiamo sempre stare molto attenti a non presentare le nostre opinioni come se fossero dati di fatto .... o addirittura verità di fede .... esiste una sola Chiesa Cattolica Apostolica Romana .... e non è la setta dei sedicenti puri ( i catari ... )
Mons. Viganò non è stato il primo e non sarà sicuramente l'ultimo combattente per la Verità ad essere scomunicato... Si pensi a Sant'Attanasio o, più recentemente, a Mons. Lefebvre o Mons. Williamson. Quest'ultimo, prima scomunicato, poi riportato ufficialmente nella comunione cattolica da Papa Benedetto senza che la sua posizione fosse cambiata di una virgola e senza che avesse manifestato segni di "pentimento" e di rinuncia al suo anti-vaticansecondismo: segno che la scomunica era stata comminata invalidamente.
E si pensi a Gesù Cristo stesso, "scomunicato" dal sinedrio e mandato a morire in croce per aver affermato la Verità, scomoda per l'establishment ecclesiastico di allora.
Oggi il sinedrio cattolico è composto da tutti quei presuli che, dopo essere stati primi gianpaolisti, poi benedettiani, e infine franciscani, si ergono a paladini dei nuovi dogmi: il vaccinismo, il cambiamento climatico, le divinità indigene incluse sincretisticamente nella liturgia cattolica, il catto-femminismo e catto-gaio-transismo e così via, in una sagra dell'appecoramento al mondo, ai suoi valori e ideologie.
E di questo novello sinedrio fanno parte anche i tanti "donmario" che si propongono di stemperare i fatti con i "Sì, ma..." che in nulla assomigliano al "Si sì, No no" di evangelica memoria.
Caro Marco, certo che esiste una sola Chiesa Cattolica, ma dal 1958 è stata usurpata, per stravolgerla e autodemolirla, quindi non è più cattolica, dato che ha perduto la fede : ce lo aveva predetto la Madonna a La Salette, ricorda? se ne faccia una ragione...quanto alle sette cui accenna, se ce n'è una, mastodontica e camaleontica, è proprio la setta conciliare, oggi chiesa conciliar-sinodale, mascherata da Chiesa Cattolica per meglio ingannare i fedeli, fiduciosi in autorità che non meritano più alcuna fuducia. Quando il card. Benelli fu inviato da Paolo VI a mons. Lefebvre per convincerlo a sottomettersi alla " chiesa conciliare", questi rispose " "io non cinosco nessuna chiesa conciliare, conosco solo la Chiesa Cattolica, che prima ( di Roncalli, Montini e del CV II) mi lodava per ciò che facevo, mentre ora mi punisce"... chiaro? serve altro? Pace e bene, caro Mario.
Sant'Atanasio è stato a lungo perseguitato NON scomunicato... i santi ( quelli veri ) hanno accettato anche le INGIUSTE persecuzioni ma sono rimasti nella Chiesa.....( Padre Pio ecc.ecc. ) .... più chiaro di così.... non aggiungerò altro...pace e bene
Non sto per scrivere una cosa che mi è stata riferita ieri, l'ho sentita da moltissimi anni.
Il problema (cui nemmeno persone come Mons. Viganò e forse nemmeno Mons. Lefebvre hanno mai accennato esplicitamente) è che la Chiesa ha pressochè perso i legami con il mondo materiale. Chi mi aveva detto questo era un politologo, non un sacerdote, e non intendeva assolutamente che bisognasse tornare a pene secolari per i cattolici che non si comportavano come tali, pure lui riteneva che ormai cose come la valenza civile delle censure ecclesiastiche siano fuori dal tempo; aveva fatto un discorso più ampio... ma si era interrotto, perchè questo docente universitario doveva tenere lezione! Purtroppo non ho avuto più occasione di vederlo e approfondire cosa intendesse: nel 1996 ho lasciato l'università.
@Don Mario Proietti delle 9.59 del 22 luglio
Son passati dei lustri, ma anche su questo blog si pubblicò un bell'articolo sulla Vergine della Rivelazione, mariofania che andrebbe assolutamente rispolverata per attualità e profezia dei contenuti, oggi largamente palesati...
Il suo ottimo commento, come il precedente delle 9.58, richiamano perfettamente quei messaggi della Madonna delle Tre Fontane a Bruno Cornacchiola.
Occorre tornare sul contenuto di quelle straordinarie apparizioni, particolarmente vocate al bene del Clero e della Chiesa.
La Madonna, pur avvertendo della pericolosissima svolta riguardante Chiesa, Clero e fedeli, raccomandava l'unità, nei 3 punti bianchi: l'Eucaristia, l'Immacolata, il Papa...Senza se e senza ma.
"Non si può fare, nella Chiesa, la chiesa"...
Vedo che i modernisti di ogni risma sono al lavoro su questo blog per difendere la baracca conciliare.
QUIS UT DEUS?
No Marco, si sbaglia, S.Atanasio fu scomunicato dall' allora felicemente papà regnante, come direbbe il prof. Radaelli, sceso a compromessi con gli eretici ariani, è storia.
Antonio
Sant'Atanasio è stato scomunicato da Papa Liberio, di tendenze filo-ariane, o forse no. Gli storici non concordano, ce ne sono a favore ed altri contro. Mons. Schneider crede alla scomunica...
Ma non è questo il punto. Mons. Viganò è stato buttato fuori dalla Chiesa, come poteva rimanerne dentro è un mistero... della fede modernista e dei modernisti.
Altri, come Padre Pio, sono stati perseguitati ma la loro situazione era molto differente. Padre Pio è stato confinato in convento ma non scomunicato. Era un frate sottoposto all'ubbidienza. Mons. Viganò è un vescovo che ha il diritto di parlare e di insegnare che gli deriva e dall'ordinazione sacerdotale e dalla consacrazione episcopale a nome della Chiesa - come direbbe un vaticansecondista - "Mater et magistra".
L'esempio di Padre Pio, caro Marco, non mi pare azzeccato, essendo morto nel 1968.
Infatti l'allucinazione conciliar-sinodale si è concretizzata soprattutto a partire dal 1969/70 con la nuova liturgia e le effusioni desacralizzanti.
¥¥¥
.... però ci siamo anche noi, Laurentius, importante è non mollare, resistere, resistere, e ancora resistere, come diceva il giudice Borrelli quando il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annunciava di voler fare la riforma della giustizia.
Non ho letto per ora quanto lei dice. E non mi risulta che mons.V. abbia parlato di non papato attualmente, ne parló all' epoca del doppione pubblico evidente.
Si, caro Laurentius, difendiamo il CVII perché è Magistero, perché è il nostro dovere contro gli scismatici Tradizionalisti vanagloriosi.
Cristo ha permesso che le porte degli inferi non sarebbero prevalse (dottrina protetta dall alto) e che sarebbe stato con la Chiesa fino alla fine del mondo, voi con il vostro atteggiamento date a Cristo del bugiardo e minate l unità della Sua Chiesa. Siete scesi dalla barca in tempesta.
Su questo blog sbraitate e vi lamentate, credete di essere un piccolo resto speciale ma siete solo dei guastatori e numericamente contate poco o nulla.
I vostri commenti (soprattutto tuoi e di Catholicus) sono pieni di arroganza e prepotenza , siete ormai scismatici nel cuore. E non si può che essere così se si dà seguito e riverenza ad un personaggio dannosissimo come Viganò (Dio lo perdoni per la sua totale mancanza di docilità nei confronti dell Autorità di Santa Romana Chiesa).
Spero che Mic pubblichi questo commento, perché non è possibile che tu e Catholicus potete sempre dire tutto e lanciare bordate, e gli altri invece possono dire poco o nulla.
Dio vi conceda di sciogliere la durezza farisaica del vostro cuore, in buon auspicio per l unità della Chiesa e dei suoi fedeli.
Caro difensore del CVII
mi sembra che quando parla di concilio, papi, liturgia... non abbia una preparazione approfondita, ma rimanga molto in superficie, senza prendere in considerazione la estrema complessità della situazione ecclesiale odierna ma anche post-conciliare così come la sua gravità ed eccezionalità. Però visto che è su internet può informarsi, senza preconcetti e preclusioni. Le fonti si trovano con un click, senza bisogno di peregrinare di biblioteca in biblioteca come eravamo costretti a fare una volta.
Purtroppo la formazione post conciliare dei preti (e conseguentemente anche dei laici) è molto carente da questo punto di vista, perché gli è stata raccontata e insegnata una Chiesa e una fede che sono monche, perché "prima di noi e del concilio, il nulla", oppure "prima di noi e del concilio, le aberrazioni della chiesa tridentina". Ergo, una certa faziosità di questi preti, in buona fede certamente ma sempre faziosità (che deriva dalla ignoranza di 2000 anni di Chiesa), a volte accompagnata da una certa presunzione che li porta a credere di sapere tutto e conseguentemente a non studiare e a non informarsi. "Chi più sa, più sa di non sapere", come diceva il saggio...
Dunque, si informi e studi, e avrà un'altra visione di tutto e una mente più aperta e acuta, veramente "cattolica".
Può cominciare studiando gli atti del Concilio, tanti volumi ma ne vale la pena. Poi, se vuole una ricostruzione che si discosti dalla vulgata conformista melloniana, c'è la storia del Concilio del DeMattei. Anche il diario conciliare di Mons. Luigi Carlo Borromeo, che qualcun altro ha già raccomandato, è una lettura istruttiva e perché no anche piacevole e gustosa.
Poi, sui cambiamenti nella Chiesa, le consiglio Iota Unum di Romano Amerio.
È anche interessante leggere i manuali di teologia dogmatica, morale, ascetica e mistica in uso prima del concilio, perché chiariscono in modo eccellente quello che nel post-concilio è quantomeno nebuloso, se non del tutto errato.
Le raccomando anche il Catechismo maggiore di San Pio X (se lo impari a memoria...) e quello di Trento, molto chiari ed esaustivi, molto più del CCC di Ratzinger-Gianpaolo Il, che potranno essere la sua stella polare, una base senza di cui è molto difficile dare giudizi esatti.
Anche uno studio della Summa di San Tommaso la potrebbe aiutare, leggendo il testo originale, non i commentari o i Bigini. Mi fermo qui, ricordando che anche i blog come questo di Mic a volte forniscono informazioni preziose (ne è pieno: basta consultare il motore di ricerca interno, che sarebbe stolto rigettare.
Le garantisco che se segue i miei poveri consigli ne avrà da guadagnare e magari fra qualche tempo arriverà a dire: "Ma come ho fatto a scrivere certe cose?"
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