Prefazione a “J’ACCUSE”
Il nuovo libro di Mons. C. M. Viganò
Testo corretto della Prefazione
Per un errore di redazione, la bozza finale consegnata a Amazon per la pubblicazione riportava un testo errato della Prefazione scritta dal dott. Jerome R. Corsi. La correzione sulle prossime stampe è già in corso, ma per chi avesse ricevuto il libro con il testo errato, riportiamo qui di seguito la versione corretta.
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Noi di Post Hill Press siamo onorati di pubblicare il libro dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò J’Accuse: Per fare luce sulla mia “scomunica”.
Con questo titolo, Sua Eccellenza cita il breve saggio: J’accuse le Concile! che Mons. Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X, scrisse nel 1976. L’Arcivescovo francese scriveva: «È essenziale demistificare questo Concilio che i responsabili del Vaticano II volevano fosse pastorale, a causa del loro istintivo orrore per i dogmi, e per facilitare l’introduzione ufficiale di idee liberali in un testo della Chiesa. Ma una volta completata l’operazione, hanno dogmatizzato il Concilio, paragonandolo al Concilio di Nicea e sostenendo che era uguale agli altri, se non superiore».
Il giorno in cui è stato convocato in Vaticano per difendersi dalle accuse di scomunica, l’Arcivescovo Viganò ha reso pubblico il suo proclama “J’Accuse”, accusando Jorge Mario Bergoglio «di eresia e scisma» e chiedendo che «venga giudicato come eretico e scismatico e rimosso dal Soglio che indegnamente occupa da oltre undici anni». Il parallelo con l’Arcivescovo Lefebvre è chiaro: in questo libro, Mons. Viganò chiarisce di essere “colpevole” solo di difendere due millenni di teologia e liturgia cattolica contro la progressiva apostasia del Vaticano II e di Papa Francesco. In questo libro, Sua Eccellenza chiarisce che la sua non è «una difesa personale, ma piuttosto una difesa della Santa Chiesa di Cristo, nella quale sono stato costituito Vescovo e Successore degli Apostoli». Fedele alla sua coscienza e al mandato ricevuto da Cristo, l’Arcivescovo Viganò proclama: «Non posso e non voglio accettare di assistere alla sistematica demolizione della Santa Chiesa e alla dannazione di tante anime senza cercare con ogni mezzo di oppormi a tutto questo. Né posso considerare preferibile un vile silenzio per quieto vivere alla testimonianza del Vangelo e alla difesa della Verità cattolica».
Mons. Viganò spiega che ci troviamo in una battaglia spirituale con la sinistra progressista neo-marxista “woke”, una battaglia in cui Bergoglio si è schierato con le forze delle tenebre. «Il globalismo sostiene l’ideologia LGBTQ+: Bergoglio autorizza la benedizione delle coppie omosessuali e impone ai fedeli l’accettazione dell’omosessualismo, mentre copre gli scandali dei suoi protetti e li promuove ai più alti posti di responsabilità», scrive. «Ovunque i governi al servizio del Word Economic Forum hanno introdotto o esteso l’aborto, promosso il vizio, legittimato le unioni omosessuali o la transizione di genere, incentivato l’eutanasia e tollerato la persecuzione dei Cattolici, non una parola è stata spesa in difesa della Fede o della Morale minacciate, a sostegno delle battaglie civili di tanti Cattolici abbandonati dal Vaticano e dai Vescovi.» E conclude: «La Chiesa Cattolica è stata occupata lentamente ma inesorabilmente e a Bergoglio è stato dato l’incarico di farla diventare un’agenzia filantropica, la “chiesa dell’umanità, dell’inclusione, dell’ambiente” al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa non è la Chiesa Cattolica: è la sua contraffazione.».
L’Arcivescovo Viganò obietta correttamente alla premessa fondamentale del Vaticano II, ossia che la Chiesa Cattolica avesse bisogno di una riforma progressiva per stare al passo con i tempi che cambiano. Ha chiesto da quale “Chiesa” si presume egli sia in stato di scisma «se quella che pretende di essere cattolica si distingue dalla vera Chiesa proprio nella sua predicazione di ciò che quella condannava e nella condanna di ciò che essa predicava?». Ha spiegato:
Gli adepti della “chiesa conciliare” risponderanno che ciò è dovuto all’evoluzione del corpo ecclesiale in un “necessario rinnovamento”; mentre il Magistero Cattolico ci insegna che la Verità è immutabile e che la dottrina dell’evoluzione dei dogmi è eretica. Due chiese, certamente: ciascuna con le sue dottrine e le sue liturgie e i suoi santi; ma per il Cattolico la Chiesa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica, per Bergoglio la chiesa è conciliare, ecumenica, sinodale, inclusiva, immigrazionista, ecosostenibile, gay-friendly.
Conclude che «l’unica risposta teologicamente possibile è che la Gerarchia conciliare, che si proclama cattolica ma abbraccia una fede diversa da quella insegnata costantemente per duemila anni dalla Chiesa Cattolica, appartiene ad un’altra entità e per questo non rappresenta la vera Chiesa di Cristo». L’Arcivescovo Viganò caratterizza la Chiesa creata da Bergoglio come «la deep church, cioè la sua contraffazione, la contro-chiesa, l’anti-chiesa dell’Anticristo». Prendendo spunto dal Vaticano II, lo scopo di questa deep church «è di far accettare non tanto e non solo questo o quel cambiamento di dottrina, di morale, di liturgia, ma il cambiamento in sé, ossia l’idea di una rivoluzione permanente secondo cui l’insegnamento della Chiesa deve mutare e addirittura contraddirsi a seconda delle epoche e dei contesti culturali».
In un brillante saggio finale sul “Great Reset”, Monsignor Viganò richiama gli scopi satanici dell’élite globalista del Governo Unico Mondiale, un’élite che «ha come scopo la distruzione e l’asservimento dell’Occidente cristiano all’Anticristo, dopo averlo sottratto a Cristo; come fine l’eterna dannazione delle anime, anziché la loro salvezza eterna; e come mezzo l’usurpazione del potere temporale e spirituale, così che le masse abbiano un’autorità perversa in grado di usare la forza per comandarle e farsi obbedire.»
In J’Accuse, l’Arcivescovo Viganò non solo ha fatto luce sulla sua scomunica, ma ci ha anche donato un testo teologico profondo che sonda la natura del male. Penetrando nel cuore di tenebra che è la follia del Nuovo Ordine Mondiale “woke”, Sua Eccellenza ci ha permesso di vedere nella sua scomunica fino a che punto coloro che sono posseduti da intenti malvagi si spingono per mettere a tacere la verità. Ogni pagina di questo libro richiede un’attenta rilettura e una ponderata considerazione. In J’Accuse, Monsignore ci ha lasciato una dichiarazione duratura che si affiancherà alle dichiarazioni teologiche di maggior impatto mai fatte, perché sostiene l’idea che solo Dio può donare la vita e solo attraverso Cristo possiamo trovare la Redenzione. Alla fine, Dio vince sempre. Dio non ha creato questa esperienza di vita sulla Terra perché Satana ne esca vincitore. Ma non possiamo presumere di essere dalla parte di Dio se non comprendiamo veramente il male insito nel neo-marxismo che oggi ha steso la sua ombra oscura su di noi.
Quando Cristo disse a San Pietro che le porte degli inferi non avrebbero prevalso contro la Chiesa apostolica (Mt 16, 18), aveva in mente uomini come l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò. Scrive il Profeta Geremia: Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile (Ger 20, 11). In questo spirito, Jorge Mario Bergoglio dovrebbe vergognarsi molto. La confusione eterna profetizzata in Geremia non ricade sull’Arcivescovo Viganò, ma sulla mostruosità conciliare e sinodale che Bergoglio ha portato avanti nella sua apostasia.
Ironicamente, se l’odio di Bergoglio per la vera Chiesa Cattolica non fosse così grande, non avrebbe mai scomunicato l’Arcivescovo Viganò. Con le parole scritte qui, Dio fa sempre miracoli nelle vicende umane, come dimostra il fatto che l’Arcivescovo Viganò ci ha regalato questo magnifico libro illuminato dalla saggezza dello Spirito Santo solo perché Bergoglio lo ha scomunicato. Monsignor Viganò è già passato attraverso le fiamme dell’inferno, per poi uscirne trionfante.
Se il cuore di Bergoglio non fosse stato indurito contro Mons. Viganò dall’odio di Satana verso Dio, non avremmo mai avuto l’opportunità di beneficiare della profondità di pensiero di Sua Eccellenza espressa in queste pagine. Chi legge questo libro può ora ricevere la guida spirituale necessaria per avanzare con fiducia verso la vittoria in questi giorni bui. Chi disprezza il messaggio di questo libro lo farà a proprio rischio e pericolo. La realtà è che l’Arcivescovo Viganò ci ha donato un libro che illuminerà per sempre la vera Chiesa Cattolica.
dr Jerome R Corsi, J'accuse
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