Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 28 febbraio 2024

Pax Christi in Regno Christi / Mons. Viganò al Congresso Internazionale dei Russofili. di Mosca

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati. Qui il video. Precedente qui. Qui l'indice degli articoli sulla guerra un Ucraina.

Pax Christi in Regno Christi 
 Mons. Carlo Maria Viganò

Intervento al Secondo Congresso del Movimento Russofilo Internazionale e del Forum sulla Multipolarità - Mosca, 26-27 Febbraio 2024 

Eccellenze, Illustri Signore e Signori, Cari Amici,
questa è la seconda occasione [precedente qui] nella quale ho l’onore di intervenire al Congresso Internazionale dei Russofili. Ringrazio voi tutti e gli organizzatori di questo evento, per avermi invitato a tenere questa riflessione, che segue di poche settimane la storica intervista che il Presidente Vladimir Vladimirovič Putin ha concesso al giornalista statunitense Tucker Carlson [qui]. La reazione dei media mainstream occidentali dimostra quanto la verità faccia paura, in un mondo che vive di menzogna e si regge sulla falsità.

Tutti voi, qui convenuti, avete ben chiara la minaccia che incombe sul mondo occidentale e sull’intera umanità. Anzitutto, la minaccia di una terza guerra mondiale, sotto le cui macerie seppellire decenni di crimini e frodi commessi da un’élite sempre più potente e tirannica. In secondo luogo, la minaccia dello sterminio di parte dell’umanità tramite l’Agenda 2030. In terzo luogo, la minaccia quanto mai concreta e terribile dell’instaurazione di un Governo Mondiale di stampo totalitario, nel quale i popoli superstiti siano ridotti in schiavitù. La progressiva cancellazione delle sovranità nazionali e il loro assorbimento in organismi sovranazionali hanno come scopo dichiarato l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. I leader del World Economic Forum, con tutte le sue ramificazioni ufficiali e ufficiose, non fanno mistero di aver occupato i vertici delle istituzioni tramite governi-fantoccio e con la cooperazione servile dei media di regime.

I popoli dell’Occidente hanno ormai compreso di essere governati da servi dell’élite globalista e che il cosiddetto “sistema democratico” è una grottesca finzione, ad iniziare dalla manipolazione delle elezioni. Le continue emergenze – sanitaria, bellica, climatica ed energetica – le crisi che dovrebbero giustificare l’Agenda 2030 non sono però ciò che unisce costoro, e molti iniziano a rendersene conto: ciò che muove queste persone è la loro appartenenza a un culto satanico. Ma chi vuole far regnare Satana, deve prima bandire Dio, con il pretesto della laicità dello Stato: Regnare Christum nolumus. Il mondo occidentale si è ridotto a una cloaca, ad un mattatoio, ad un enorme campo di battaglia, nel quale l’élite controlla le masse, le impoverisce, le sfrutta, le umilia, le schiavizza, le manda al macello. 

Avendo escluso Dio dalla vita pubblica, l’autorità non deve obbedire a nessun principio trascendente, e può dunque mutarsi – come si sta mutando – in dittatura. Il suo potere diviene illimitato e lo Stato – privatizzato e nelle mani di eversori criminali – si sostituisce a Dio. Possiamo credere che gli autori di questo golpe si rassegnino a cedere il potere, proprio quando manca poco all’instaurazione di questo Nuovo Ordine? proprio quando l’élite è riuscita a imporre la sistematica cancellazione dei diritti fondamentali – la salute, la proprietà, la libertà di impresa, la libertà di parola e di educazione, la libertà di muoversi e viaggiare – a un’umanità terrorizzata da continue emergenze create a tavolino, da prospettive di catastrofi inventate, dalla minaccia di guerre e invasioni?

Siamo tutti consapevoli che è in atto un risveglio dei popoli: lo dimostrano le manifestazioni degli agricoltori e degli allevatori che si allargano a macchia d’olio, e quelle dei cittadini di tante Nazioni, esasperati dalla sostituzione etnica – con tutte le conseguenze che conosciamo in termini di sicurezza, criminalità e convivenza – imposta da folli politiche immigrazioniste colpevolmente supportate da organizzazioni sedicenti umanitarie. Ma questo risveglio – se non troverà una risposta seria e responsabile nell’alveo del diritto – sfocerà inevitabilmente in guerra civile, dando il pretesto ai governi servi del World Economic Forum di intervenire militarmente. 

Solo due settimane fa l’Assemblea Nazionale francese ha varato una legge sulle “derive settarie” che prevede forti ammende e la reclusione per chi esprime dissenso. La censura di Stato o da parte di organi sovranazionali è già in atto e andrà aumentando esponenzialmente, così come il controllo sulle masse. Gli scandali della frode elettorale alle Presidenziali americane del 2020; l’evidenza di un criminale piano di sterminio e sterilizzazione di massa mediante l’imposizione di una terapia genica sperimentale presentata come vaccinazione di massa; la volontà di forzare il passaggio alla valuta digitale per controllare come possiamo o non possiamo spendere i nostri soldi: sono tutti segnali allarmanti, ai quali si aggiunge la minaccia di una guerra nucleare. L’élite è disposta a tutto pur di conservare il potere e di nascondere i propri crimini. 

In cosa dunque può consistere un’azione di resistenza e di opposizione, tale da coinvolgere quest’onda montante di dissenso, evitando che possa venire strumentalizzata o dispersa? Vorrei qui esporre la mia visione, che spero possa costituire un’occasione di confronto. 

La Rivoluzione ha fallito, così come ha dimostrato di aver fallito l’ideologia laicista e anticristiana dell’Occidente postrivoluzionario, liberale e massonico. La Russia ha vissuto questo crollo prima di noi, riappropriandosi della sua Fede, delle sue tradizioni e della sua cultura, che il totalitarismo aveva combattuto e cercato di cancellare, esattamente come la dittatura woke combatte e cerca di cancellare la nostra identità, la nostra Fede, la nostra civiltà cristiana e addirittura i principi sacri e universali della Legge naturale. Tutti siamo concordi che i danni causati da una società che si rifiuta di riconoscere Dio sono sotto i nostri occhi. Dobbiamo quindi avere non solo l’umiltà, non solo il coraggio, ma anche e soprattutto la fierezza di professare la nostra Fede, di volere che non solo il singolo, ma anche lo Stato riconosca e onori Nostro Signore Gesù Cristo come Dio, Signore e Re, e che a Lui conformi le proprie leggi. 

Nel 1874 il grande statista Gabriel García Moreno consacrò la Repubblica dell’Ecuador a Nostro Signore, prima di essere ucciso dai sicari della Massoneria. Il suo motto era: Libertà per tutto e per tutti, tranne che per il male ed i malfattori. Come non essere d’accordo? Dobbiamo riconoscere la Signoria di Cristo e arrenderci alla Sua legge, affidare a Lui la nostra patria e la nazione, noi stessi e le nostre famiglie. E chi, tra quanti si onorano del nome Cristiano, non condividerebbe queste parole? Non verremmo forse rispettati anche da chi professa un’altra religione, avendo ritrovato la comune base di principi condivisi come il rispetto della vita, della famiglia naturale, il rispetto per i deboli e gli anziani?

Penso che questo potrebbe costituire davvero, e direi quasi provocatoriamente, il great reset che tutti aspettiamo, e che costituisce un ritorno al Signore di tutti noi, delle nostre famiglie, delle comunità, delle amministrazioni pubbliche. Dovremmo tornare ad essere orgogliosi di poterci professare Cristiani. Dobbiamo tornare a chiamare bene il bene e male il male; a non sentirci inferiori dinanzi all’arroganza del vizio, al cinismo della corruzione; a non lasciarci intimidire dalla apparente irreversibilità del male. Dobbiamo restituire ai popoli occidentali quella speranza che le è stata strappata per soggiogarli. Dobbiamo delaicizzare la società e ricondurla nell’alveo di quell’ordine divino che si fonda in Cristo, Uomo-Dio, unico Salvatore del genere umano, che solo in Cristo può trovare pace. La pace di Cristo – che è pace vera perché fondata sulla verità e sulla giustizia – può essere conseguita solo dove è Cristo a regnare: Pax Christi in regno Christi. 

Qual è l’unica cosa che la chimera globalista non può offrirci? per la quale non ha un surrogato da sostituirvi? L’eroismo di un ideale, la nobiltà di uno scopo per il quale valga la pena combattere ed anche morire. E questo ideale non può che consistere nella Fede in Cristo Signore, nell’amore per Lui e per il prossimo, nel desiderio di dare alla nostra Patria e ai nostri figli un futuro in cui gli orrori del globalismo siano un brutto ricordo. Gli eversori criminali di Davos non hanno nessun ideale da offrire, perché basano il proprio successo sulla paura, e perché ottengono obbedienza dai loro servi con la corruzione e il ricatto. All’ideologia di morte del Nuovo Ordine Mondiale dobbiamo opporre il Vangelo, la parola del Verbo eterno, di Colui che si è detto Via, Verità e Vita. Se affrontiamo il comune nemico sul campo in cui è più forte siamo destinati a soccombere; se spostiamo lo scontro dove invece è debole possiamo vincerlo, con l’aiuto di Dio. Dimentichiamo troppo spesso che Dio è veramente onnipotente, e che nulla possono i Suoi e nostri nemici contro di Lui. Egli aspetta che l’umanità torni a Lui e che si lasci salvare quando tutto sembra perduto.

Questa è l’unica possibile via di uscita dalla distopia presente, perché qualsiasi cosa accada – sia che gli autori del golpe siano sconfitti, sia che conservino con la forza il loro potere tirannico – la consapevolezza della battaglia spirituale in corso orienterà e darà uno slancio soprannaturale alla nostra opposizione, la renderà meritoria e non potrà non giungere al cospetto della Maestà divina. Domine salva nos, perimus! Κύριε, σῶσον, ἀπολλύμεθα. Господи! спаси нас, погибаем (Mt 8, 25). Nella tempesta che infuria, il Signore sembra dormire, mentre attende che Lo invochiamo e che Lo riconosciamo capace di placare le onde e quietare i venti.

Rifondiamo gli Stati sulla roccia, sulla pietra angolare che è Cristo Signore. Restituiamo a Gesù Cristo la corona che la Rivoluzione Gli ha strappato. Scrolliamo da noi il giogo infernale del globalismo, l’adesione a organismi sovranazionali pensati per cancellare la nostra Fede, la nostra identità, la nostra civiltà. Mettiamo gli eversori criminali davanti alle loro responsabilità, ad iniziare dall’aver provocato un sanguinoso conflitto che ha sterminato un’intera generazione in Ucraina, usandola per aggredire la Russia, per svenderla alle multinazionali e per far crollare economicamente l’Europa.

Affrontiamo l’élite non tanto contestando le menzogne delle crisi e delle emergenze, ma piuttosto opponendo alla loro visione di morte la speranza che si fonda su Cristo e sul fare la Sua volontà. Fiat voluntas tua, diciamo nel Padre nostro. Facciamo la volontà di Dio, unica possibile risposta della creatura al Creatore, e unica premessa per vincere con Lui questo scontro epocale. Ce l’ha ricordato anche Tucker Carlson, in una recente intervista rilasciata a Dubai, quando ha indicato i due schieramenti opposti, costituiti da chi riconosce e serve Dio e da chi vuole farsi dio al posto di Dio e contro di Lui, a chi serve la vita e chi promuove la morte, da chi segue la Verità e da chi è servo della menzogna e della frode. 

I popoli sono assetati di Bene, non ne posso più di falsità e inganni, di perversioni e di violenza. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene, dice San Paolo (Rm 12, 21). Vinciamo il male con il bene, e la menzogna con la verità, la superbia con l’umiltà, la corruzione con l’onestà, l’egoismo con la carità generosa. Portiamo la Luce nelle tenebre, la luce vera che illumina ogni uomo (Gv 1, 9), perché le tenebre in cui si nascondono questi criminali eversori siano squarciate, e appaia l’orrore dei loro crimini esecrandi, e con essi la loro condanna.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace: non come la dà il mondo, Io ve la do (Gv 14, 27). 

A conclusione di questa riflessione, vorrei lanciare un appello a tutti gli uomini di buona volontà, perché le Nazioni siano consacrate al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, Madre di Dio, quale premessa per implorare dal Cielo quella pace che solo il nostro Re e Signore può dare, e che mai come in questo momento è invocata dal genere umano su questo mondo ostaggio di forze infernali. Faccio questo appello al Patriarca di Mosca, ai Prelati della Chiesa ortodossa, ai Cardinali e ai Vescovi cattolici che non hanno ceduto al compromesso, e a tutti coloro che si riconoscono nei principi universali e sacri della Legge naturale.

Su tutti voi, e su quanti condividono la nostra battaglia spirituale, imploro copiose Benedizioni celesti per intercessione della gloriosa Theotokos, la Vergine Madre di Dio.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America  

29 commenti:

È così, Mic? ha detto...

Si pubblica per molti. Si scrive per pochissimi, o uno soltanto

Anonimo ha detto...

Mons. Viganò con questo suo intervento chiaro e coraggioso ci dona lume e fortezza nel proseguimento della battaglia per la Regalità Sociale di N. S. Gesù Cristo. Egli ci ricorda il pensiero di Gabriel García Moreno: Libertà per tutto e per tutti, tranne che per il male ed i malfattori. Dopo le scene disgustose a base di baci e abbracci, leccate alle suole dei "padroni del mondo" dei giorni scorsi, un po' di aria pulita, un po' di gioia!

Anonimo ha detto...

Libertà e Verità devono sempre essere unite.
Così anche misericordia e giustizia.
La Chiesa "conciliare" sembra aver dimenticato i fondamentali.

Anonimo ha detto...

MERCOLEDI' GIORNO UNIVERSALMENTE CONSACRATO ALLA MADONNA DEL CARMINE.
A te, Maria, fonte della vita, si accosta la mia anima assetata.
A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la mia miseria.
Come sei vicina, anzi intima al Signore! Egli abita in te e tu in lui. Nella tua luce, posso contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia. Santa Madre di Dio, io confido nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.
Sii per me mediatrice di grazia presso Gesù, nostro Salvatore.
Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di gloria e di bellezza.
Vieni in aiuto a me che sono povero e fammi attingere alla tua anfora traboccante di grazia. Amen
San Bernardo di Chiaravalle

max ha detto...

Bergoglio è andato in ospedale!.

Anonimo ha detto...

Semplice visita di controllo.

Anonimo ha detto...

Alla ricerca della verita' perduta.
Sicuri che la verita' risieda a Mosca ?
E se non risiedesse ne' a Mosca ne' a Davos ?
Ho negli occhi le trasmissioni sulla 7 di Enrico Mentana i primì giorni dell'invasione dell'Ucraina. Un presentatore televisivo russo strillava improperi contro noi occidentali appellando l'occidente col titolo di anticristo. Si scoperse successivamente che quel tale era il felice proprietsrio di una villa sul lago di Como, proprio accanto a quella di George Clooney..
Non vi sembra un tantino ipocrita ?

Areki44 ha detto...

Grazie come sempre a Mons. Viganò. Ascolto e leggo sempre con frutto e piacere i suoi insegnamenti e le sue prese di posizione.

Anonimo ha detto...


L'adesione di mons. Viganò alle iniziative dei "filorussi" in modo così incondizionato mi sembra poco prudente.

Le morti improvvise e non spiegate degli oppositori di Putin (Prigozin e Navalny) qualcosa vorranno pur dire.
Prigozin e i suoi fatti fuori da una bomba messa in un aereo che stava volando in Russia da chi?
Navalny morto in circostanze che restano oscure mentre in custodia dei russi, in Siberia.
Fatte salve le gravi colpe americane per la presente guerra, dovuta all'insensata espansione della Nato ad Est sino a coinvolgervi l'Ucraina, porta di casa della Russia - tutto questo, con gli annessi e connessi, non dovrebbe tuttavia far credere che Putin sia diventato adesso il liberatore dell'Occidente, l'edizione riveduta e corretta in senso "cattolico" di uno zarismo ora missionario, dedito alla liberazione dei popoli dalla piovra verdi-lgbt-élites mondialiste.
Ci sono delle zone oscure anche in Putin, di fatto dittatore della Russia, che dovrebbero per lo meno imporre una certa cautela nei giudizi di adesione ad iniziative chiaramente patrocinate da Mosca.
Politicus

Anonimo ha detto...

EGO SUM VIA VERITAS ET VITA
N. S. Gesù Cristo (Giov. 14,6)

Con certezza la Verità risiede esclusivamente in N. S. Gesù Cristo. Con altrettanta certezza la Verità non risiede a Davos.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Non posso che concordare con l'Anonimo delle 21:19 del 28/2 (Politicus).
Aggiungo però che definire l'intero popolo russo come criminale può portarlo ancora di più ad indentificarsi con Putin e le sue politiche. E forse è questo che qualcuno vuole: già è sfuggita l'idea di inviare soldati in Ucraina...

Anonimo ha detto...


Sicuramente la verità non risiede a Davos, ma nemmeno a Mosca, anche se Mosca, dopo aver lavorato (con l'Unione Sovietica e il progetto di rivoluzione mondiale comunista mantenuto per tanti anni) alla dissoluzione della tradizione occidentale, sia in campo etico che sociale, ha tirato il freno a mano evitando di cadere nelle aberrazioni che adesso affliggono noi in Occidente.

Ha inserito nella Costituzione che il matrimonio è solo tra maschio e femmina, secondo natura; ha messo fuori legge il transgenderismo, limitato la propaganda omo; tutela la religione, in particolare quella nazionale; ha menzionato Dio (Dio in generale) nella Costituzione.

Omosessualità e aborto restano tuttavia legali in Russia. La Russia Sovietica fu il primo paese al mondo a riconoscere l'aborto legale. Poi Stalin abolì questo "diritto", avva bisogno di famiglie numerose per le sue guerre, interne ed esterne. Dopo la morte di Stalin, l'aborto di Stato fu ripristinato in Russia. Il suo fondamento ideologico è sempre quello delle pagine stralunate e luciferine dedicate da Marx ed Engels al matrimonio e alla donna nel "Manifesto del partito comunista", del 1848.
Occorre quindi cautela nel giudicare la posizione russa. Ci sono delle contraddizioni tra l'esigenza di riaffermare determinati valori cristiani e il sostrato marxista ancora presente. Questi due elementi confluiscono poi in qualche modo nell'ideologia euroasiatica praticata oggi da Mosca. Per quanto se ne può capire è un'ideologia aggressiva, espansionistica.

Anonimo ha detto...

È incominciato il discorso di V. Putin all'Assemblea federale; io leggo i tratti salienti su L'AntiDiplomatico (Telegram).

Anonimo ha detto...

VP non è né mai sarà il defensor annunciato, fa i sui interessi e lavora per la Russia, in 30 anni, da paese con le pezze al c***o lo ha riportato sulla scena mondiale, non penso abbia voglia né mezzi per conquistare l'Europa, però non vuole essere accerchiato come topo in gabbia, chi ci rimette ovviamente è l'ectoplasma UE, senza nerbo, idee e interessi comuni, senza esercito e senza una vera unione politica, schierarsi troppo pro Russia non è cosa buona e sana, bisogna attendere le prossime elezioni UE, lì ne vedremo delle belle, btw, da un pezzo VP usa solo mercenari e non militari di leva, che VZ dichiari 21.000 soldati ucraini morti, veramente è sconcertante, magari fosse, ma credo debba moltiplicare x 10, ieri sera G.A Galliani faceva un acuta analisi-riflessione sulle effettive posizioni all'interno delle 2 parti, peccato che l'ora tarda sconsigli i più ad informarsi.

Anonimo ha detto...


La cifra dichiarata da VZ dei caduti ucraini credo sia 31.000 non 21.000.
Non pochi comunque.

Anonimo ha detto...

E dagli con l'Unione Sovietica! Queste storie sul passato della Russia e sul comunismo non incantano più nessuno. Voi conservatori siete l'ala destra di Biden, Macron Scholz e compari e come loro perseguite il nuovo ordine mondiale. Di Instaurare omnia in Cristo non ve ne importa niente.

Tizzi e fiamme ha detto...

Le prossime elezioni europee saranno la solita farsa. Lei crede veramente ai miracoli elettorali? Come quelli che hanno eletto Biden e Macron per ben due volte! Perché non dovremmo schierarci troppo pro Russia? Dovremmo fare come gli attendisti che qua in Emilia non si schierarono mai né per la RSI né per i partigiani (si rivolgevano però - ottenendo tutto quello che volevano! - per ogni bisogno ai Comandi Germanici e non al PFR) ed ebbero così salva la pelle? Una caratteristica tipica dei cattolici moderni è la mancanza di coraggio; le imprese dei San Marco veronesi, dei Viva Maria aretini, della Vandea e dei Cristeros sono lontani ricordi. Adesso si preferisce credere che non sbilanciarsi troppo e gettare una scheda elettorale in un'urna compia miracoli. Sarebbe bene leggere e meditare le opere di un cattolico tutto tizzi e fiamme: Domenico Giuliotti! E trarne buone conseguenze.

Anonimo ha detto...

L'AntiDiplomatico (Telegram)
All'armi siam... von der Leyen
di Fabrizio Verde

Un interessante articolo sulla folle retorica bellicista dei "padroni del mondo".

Anonimo ha detto...


"E dagli con l'Unione Sovietica.."

Pensare che decenni di marxismo-leninismo attuatosi nel regime che sappiamo, siano spariti di colpo nel giro di qualche anno, come retaggio politico e psicologico: come si fa ad esser così superficiali?
Il processo di revisione del passato comunista, attivatosi sotto Yeltsin, è stato bloccato da Putin, che ha cercato di chiudere il discorso. Ha tolto i finanziamenti a chi se ne occupava, ha chiuso istituzioni. Da un lato ha fatto bene, non si può stare a rivangare in eterno sul male compiuto, come si fa p.e. in Italia nel continuare a processare il passato fascista, tra l'altro dandone un'immagine notevolmente deformata. Putin ha cercato di chiudere le ferite rivalutando l'opera di Stalin, in quanto artefice della potenza russa e vincitore del nazismo, anche se il suo regime, si ammette, è stato difficile. Sono ricomparse in Russia statue di Stalin e di altri protagonisti dell'epoca sovietica.
Ma Putin ha consentito anche che sulla tomba di Denikin e della moglie, uno dei capi dei Bianchi durante la guerra civile, si erigesse una statua del suddetto. La tomba è però posta all'interno di un monastero ortodosso, nel cimitero del convento.

Più ancora che il retaggio comunista, si nota in Russia il prevalere del retaggio autenticamente russo: la mentalità autocratica e la convinzione che la "Santa Russia" abbia una missione mondiale da compiere, che non è certo solo quella di difendersi dall'accerchiamento incautamente promosso dagli storditi americani.
Come sta facendo ora, con la presente guerra (che potrebbe tuttavia mutarsi da difensiva in offensiva, se portasse all'occupazione di tutta l'Ucraina - nazione che Putin e i suoi non considerano degna di essere indipendente, per loro è sempre la "piccola Rus'" di Kiev, quella distrutta dai mongoli).
Non bisogna dimenticare che Putin, nell'autentica tradizione russa, non è favorevole al cattolicesimo, considerato in Russia una setta con pochi diritti. Sembra che nel Donbass occupato dai russi (o liberato, secondo il punto di vista russo) i cattolici ucraini di rito orientali (gli Uniati) siano perseguitati.
Per questo e altri motivi, un vescovo cattolico non dovrebbe dare una adesione indiscriminata alle iniziative propagandistiche di Mosca nell'attuale situazione. Non dimentichiamo che l'ideologia di "Mosca Terza Roma" è sempre presente e che i cattolici, in quanto tali, sono per gli Ortodossi (cosiddetti) degli eretici da perseguitare.
Politicus

Anonimo ha detto...


"Perché non dovremmo schierarci troppo pro Russia?"

Non si tratta di attendismo ma di mantenere un'impostazione razionale in politica.
Evitando di attribuire patenti di "liberatore" e restauratore del cristianesimo a chi agisce pur sempre avendo come primo obbiettivo suo la grandezza dello Stato e del popolo russi, obbiettivi per raggiungere i quali è capace anche di ricorrere ai mezzi più spietati.
Come i suoi nemici.
Forse noi possiamo influire sugli eventi? No, di certo.
Possiamo solo far presente all'attuale governo CD che la politica di totale adesione all'Ucraina e alle sue pretese è sbagliata, che l'unica politica valida dovrebbe essere quella di negoziare subito un accordo di pace con Mosca. Ma la nostra dirigenza, come praticamente tutte le altre europee, ammesso capiscano la gravità della situazione, non hanno il coraggio di opporsi agli americani.
Però anche chi si augura la vittoria di Putin sul campo e il crollo dell'Ucraina, dovrebbe ragionare e non illudere se stesso e gli altri con ritratti dell'attuale Russia che sembrano cartoline illustrate.



mic ha detto...

E se i nostri politici non fossero così asserviti all'America e fossero invece più avveduti sulle dinamiche in atto e in potenza nello scacchiere nonché attenti agli interessi ma anche alla sorte dell'Italia, si preoccuperebbero di adoperarsi per congelare la guerra , posto che, se i russi prendessero Odessa, c'è
un nostro contingente di militari in Romania - duplicato da Draghi - che se li troverebbe praticamente di fronte e sarebbe coinvolto giocoforza. Dal che mi pare evidente che avremmo tutto da perdere.
E non ci abbiamo già rimesso abbastanza anche per effetto delle sanzioni e della rottura dei rapporti economici con la Russia?

mic ha detto...

Per il resto concordo perfettamente con Politicus, che ringrazio per i suoi interventi sapienti oltre che equilibrati.

Anonimo ha detto...


Giusta osservazione di Mic.
Sono d'accordo.
Avevo comunque detto anch'io che il nostro governo di CD avrebbe dovuto attivarsi per una pace negoziata tra Ucraina e Russia.
Ringrazio per i generosi apprezzamenti.
Circa il nostro contingente in Romania.
Con i romeni abbiamo una lunga collaborazione in ambito Nato, sviluppatasi soprattutto in Afganistan, credo.
Ho letto recentemente di agitazioni tra Transnistria e Moldavia, al di là del confine romeno. Sono terre da sempre contese, sin dai tempi dell'impero ottomano, tra turchi, romeni, polacchi, ucraini (cosacchi).
I russi cercheranno di aprire in qualche modo un fronte in quella zona? Difficile dire, da qui. Per il momento l'ipotesi non sembra probabile.
L'ipotesi che si sta delineando è invece quella di un progressivo, inarrestabile indebolimento delle linee ucraine, che alla fine potrebbero crollare sotto un'offensiva russa in grande stile, condotta anche con mezzi tecnologicamente inferiori ma in condizioni di grande superiorità di uomini e mezzi.
Se agli ucraini non arrivano i vitali rifornimenti americani, questa sembra essere una prospettiva possibile, per quanto drammatica e pericolosa per la pace in Europa.
Purtroppo, il "nanismo" delle nostre classi dirigenti continua. Del resto, gli ex-neofascisti sono stati per decenni talmente sottoposti a lavaggio del cervello e discriminazione sistematica attraverso campagne di odio (che tuttora continuano) da continuare ancor oggi a camminare in punta dei piedi, scusandosi quasi di esistere come entità politica.
Politicus



Anonimo ha detto...


A proposito dei complessi d'inferiorità che affliggono i politici italiani e non solo. Una riflessione, tratta da uno storico.

È innanzitutto un fatto culturale. Una debolezza culturale costruitasi nei decenni e della quale non si vede la fine. Concorre anche all'attuale odio di sé che sembra pervadere l'italica gente, che sta ricadendo nel pernicioso "particulare" di un tempo, la nostra malattia mortale.
Circa la debolezza culturale all'origine dei complessi d'inferiorità (voluti anche da tutta una politica di sinistra) mi sono imbattuto in queste affermazioni, in un recente libro di storia militare, dedicato alla battaglia di Tornavento in Lombardia tra francesi e spagnoli durante la Guerra dei Trent'anni, dell'inglese Gregory Hanlon, "Italia 1636. Il sepolcro degli eserciti", LG, Le guerre, Gorizia, 2018, tr. it. di Simone Caffari.

"Per i francesi l'Italia era il "cimitero degli eserciti", il luogo in cui ogni disegno di conquista e di dominio andava in rovina. Non solo: questa guerra infinita - incominciata nel 1625 [nell'Italia del Nord], riesplosa nel 1628-30 per infuriare senza interruzioni fra il 1635 e il 1659 - non portò alcun chiaro vantaggio a nessuno dei due schieramenti [la Spagna impedì comunque ai francesi di occupare la Lombardia, loro obbiettivo strategico]. La storiografia italiana è anch'essa esigua, nonostante il fatto che la contesa, che a più riprese coinvolse ogni parte della penisola, costituisca il singolo maggior evento nella storia del paese fra il Concilio di Trento e la Rivoluzione Francese [per la verità, nella prima metà del Settecento ci furono parecchie campagne militari anche in Italia, nelle varie guerre di successione]".
Ma ecco l'osservazione degna di nota, di carattere generale:

"Gli accademici italiani, con alcune importanti eccezioni, la ignorano caparbiamente poiché non si conforma alla cornice campanilista all'interno della quale operano. Più in generale, gli italiani ignorano la storia militare a causa della sgradevole associazione con idee del passato fascista. È considerato accettabile occuparsi delle sconfitte - come Novara, Custoza, Adua, Caporetto ed El Alamein - rispetto alle quali nessun collega, in un ambiente competitivo spesso al limite della lotta al coltello, potrà accusare l'incauto storico di aver coltivato pericolosi istinti marziali. Gli storici italiani che fanno eccezione, e il cui lavoro è generalmente di altissimo livello, si concentrano sull'amministrazione degli eserciti e sulle finanze di una delle parti in causa, tendendo a ridurre la narrazione delle campagne vere e proprie al minimo indispensabile" (op.cit., Introd., pp. 26-27).
Historicus

Anonimo ha detto...

La Russia di Navalny non è la Russia di Putin, gli Stati uniti di Biden non sono gli stessi di Trump. L'Italia di Meloni è la stessa di quella di Draghi? Questa domanda è cruciale: si asseconda per necessità-incapacità di opporsi, si finge di assecondare .. ma intanto si perde terreno? Oppure si è burattini del deep state. Qui in gioco non è tanto la Russia o l'occidente ma il governo del mondo, da decenni sotto gli angloamericani e sionisti ( tali sono gli aschenaziti banchieri che hanno finanziato Hitler come Stalin). E purtroppo sotto i reali inglesi, i clinton obama, i biden attuali, deep state. E per poco sotto gli avversari degli stessi. La vittoria sarà di Dio alla fine, quindi chi è più morale oggi? Non l'occidente piagato da aborti, lgbtq+, corruzioni, violenze, eutatanasie. La risposta è facile dunque, l'occidente infine perderà. Ma quanto sangue e rivoluzioni civili?

Anonimo ha detto...

Ma cosa si può sperare quando si legge quanto detto dalla baronessina vonderl.....che ricorda l'entrata delle truppe alleate nei campi di sterminio di Auchswitz e Birkenau? Alleati? Evidentemente mai si è degnata di visitarli i lager né di vedere i filmati storici, credere nelle elezioni forse è un sogno romantico, sperare in aiuti alieni impossibile, non essendo i tempi divini pari ai nostri umani c'è da aspettarsi bagni di sangue innocente ancora a lungo, purtroppo.

Anonimo ha detto...


Tra parentesi, nel lato oscuro della Russia di Putin c'è anche il fatto che, a quanto se ne sa, la maternità surrogata ci viene praticata in maniera massiccia, allo stesso modo che in Ucraina.
La notizia non è mai stata smentita.

Anonimo ha detto...

#anonimo 19:55
D'altro canto non si può pretendere che, dopo 70 anni di comunismo, che pur lasciano il loro fardello e il loro segno, la Russia sia un modello da seguire, ma certo non lo siamo noi occidentali dopo oltre due secoli di dominio quasi incontrastato delle sètte. Non lo è la Cina, sintesi diabolica delle due facce tenebrose della stessa medaglia. Esiste oggi uno stato modello? Assolutamente no. Ma non per questo bisogna lasciare il passo al NOM, ma lottare sempre per l'unica vera fede che è quella in Gesù Cristo contro i "dogmi" laicisti.

Anonimo ha detto...


Mettere in evidenza le contraddizioni della Russia di Putin non significa rinunciare a combattere contro il Nuovo Ordine Mondiale.
Stabilire una correlazione del genere è sbagliato.
Significa solo non farsi illusioni e non prendere fischi per fiaschi.
Noi cattolici possiamo dare il nostro contributo facendo semplicemente il nostro dovere, che consiste in questo, innanzitutto: mettere finalmente in discussione la Chiesa "conciliare" cominciando appunto dal Concilio stesso.
Questo significa andare alla radice del problema.