Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 18 giugno 2015

Il cardinal Caffarra racconta: Suor Lucia mi scrisse

Prima di chiudere la XX Settimana della Fede nell’arcidiocesi di Lecce, sabato, 16 febbraio 2008, nella cripta del santuario di “Santa Maria delle Grazie”, accanto alla tomba di San Pio da Pietrelcina, sua eminenza il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha celebrato la Santa Messa. Al termine si è fermato in preghiera sulla tomba di Padre Pio, ha visitato i luoghi santificati dal Serafino crocifisso del Gargano ed ha risposto ad alcune domande ai microfoni di Tele Radio Padre Pio. Tutte le sue risposte meritano attenzione e sono più che mai attuali, ma richiamiamo in particolare l'ultima, che dà il titolo all'articolo.

Eminenza, di recente Lei ha dichiarato al Corriere della Sera di aver sempre avuto una grande devozione per Padre Pio. Ci racconti perché.
Gli sono molto devoto fin dagli inizi del mio sacerdozio, perché vissi un’esperienza un po’ singolare. Ero sacerdote da qualche mese, e venne a trovarmi, per essere aiutato, un confratello, molto più anziano, che stava attraversando una grave crisi di fede. Non si può descrivere che cos’è una crisi di fede in un sacerdote: terribile!  Gli dissi: fratello mio, io son troppo piccolo, non mi sento di portare un tale peso. Vai da Padre Pio.
Lui venne, e mentre parlava con il Padre ebbe una grande esperienza mistica in cui sperimentò, fortissima, la misericordia di Dio. Ora è uno dei sacerdoti più buoni che io conosca. Ecco, cominciò tutto così.

Ha conosciuto personalmente san Pio da Pietrelcina?
No, perché non ho mai avuto il coraggio di venire, ritenendo che non dovevo fargli perdere del tempo! Poi invece… tante volte, non saprei dirle quante, non le ho mai contate! Ritengo che Padre Pio si inscriva in quella sequela dei grandi mistici che hanno una caratteristica: la profondissima partecipazione alla croce di Cristo, perché portano su di sé la grande tragedia dell’uomo d’oggi, l’ateismo.
Padre Pio, santa Gemma Galgani, santa Teresa Benedetta della Croce, Madre Teresa, il Curato d’Ars: hanno tutti questa profonda esperienza di sedersi a tavola con i peccatori, di vivere la loro esperienza, di portare, in maniera diversa, il peso dell’agonia del Getsemani, testimoniando l’amore di Cristo che prende su di sé il dolore dell’uomo che ha lasciato la casa del Padre e non vuol ritornare, pur sentendo nel suo cuore che si sta meglio nella casa del Padre che a pascolare porci…
L’uomo d’oggi continua a pensare che si possa vivere come se Dio non ci fosse; e vediamo la devastazione che questo ha causato.

C’è una profezia di suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima di cui il 13 febbraio scorso è cominciato il processo di beatificazione, che riguarda “lo scontro finale tra il Signore e regno di Satana”. E il campo di battaglia è la famiglia. Vita e famiglia. Non tutti sanno che Lei ebbe da Giovanni Paolo II l’incarico di ideare e fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia che oggi ne porta il nome (il card. Caffarra ne è Professore Emerito, ndr).
Il Card. Caffarra e la Madonna di San Luca
Sì. All’inizio di questo lavoro affidatomi dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, ho scritto a suor Lucia di Fatima, attraverso il vescovo perché direttamente non si poteva fare. Inspiegabilmente, benché non mi attendessi una risposta, perché chiedevo solo preghiere, mi arrivò dopo pochi giorni una lunghissima lettera autografa – ora negli archivi dell’Istituto – in cui è scritto: lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. Non abbia paura, aggiungeva, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo.
E poi concludeva: ma la Madonna gli ha già schiacciato la testa. Si avvertiva, anche parlando con Giovanni Paolo II, che questo era il nodo, perché si toccava la colonna portante della creazione, la verità del rapporto fra l’uomo e la donna e fra le generazioni. Se si tocca la colonna portante crolla tutto l’edificio, e questo adesso noi lo vediamo, perché siamo a questo punto, e sappiamo. E mi commuovo, leggendo le biografie più sicure di Padre Pio, di come quest’uomo fosse attento alla santità del matrimonio, alla santità degli sposi, anche con giusto rigore più di una volta.
[Fonte: Voce di Padre Pio, marzo 2008 (pag. 72-74)]

8 commenti:

una nonna ha detto...

Purtroppo di credenti disposti a difendere la sola e vera famiglia, voluta da NSGC, ne vedo davvero pochi. Quei pochi che osano far sentire la loro voce subiscono attacchi da tutti, in particolare da chi dovrebbe guidarli per mandato divino. Siamo alla battaglia casa per casa e spesso i nostri nemici hanno il nostro sangue. Vergine Maria proteggici sotto il tuo manto di stelle, tanti, tanti, tanti Rosari.

Anonimo ha detto...

BELLISSIMA INTERVISTA: card. CAFARRA UN GRANDE SACERDOTE DI DIO.

GRAZIE

viandante ha detto...

È anche assai logico che quello della vita e della famiglia sia la battaglia finale: tolti questi due capisaldi non resta più niente su cui costruire!
Interessante articolo.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Dopo aver letto questa intervista ora Si comprendono tante cose. E quel che e'peggio e' che anche fra i cattolici sono nascosti i lupi.

Anonimo ha detto...

E' dagli ultimi anni di pontificato di Giovanni Paolo II, lui infermo, che dentro il Vaticano spadroneggiano certi figuri. Hanno avvilito e interistito Paolo Vi. Nutro dubbi su cosa possano aver fatto a Giovanni Paolo I. Hanno intrallazzato nell'ultima fase di Giovanni Paolo II, non senza usarlo. Hanno remato contro Benedetto XVI, fino a costringerlo a lasciar fare al Signore. Adesso credono di aver vinto ed "esagerano", usando uno che non chiede di meglio, votato per quello.
E' evidente che non andrà come pensano loro. Ammirevoli per perseveranza nel loro disegno. Che non è più l'errore umano... Soprattutto si guarda bene dal notare errori. Sono spariti i peccati di sempre: Chiesa nuova, peccati nuovi...
Niente più peccati "originali", mortali o veniali...solo peccati banali, tutto mondo e codici... che se non pensi come loro, una legge ad hoc ti potrà sempre considerare illegale...

mic ha detto...

Mi rammarico che non si facciano riconoscere Anonimi che scrivono commenti così lucidi e puntuali.
Ma, se c'è un motivo valido per mantenere l'anonimato, perchè non darsi un nick qualunque che sia riconoscibile?
E, se l'intervento non è occasionale, perché non farsi vivi almeno via mail?

mic ha detto...

Mi resta solo un dubbio su Paolo Vi, che molto credo abbia fatto di suo, al di là di tante belle parole... E non ci sono solo quelle...

Anonimo ha detto...

L’importante è fare tutto per vero amore. Tutto deve essere fatto “per vero amore e con gli occhi posti su Dio” ( da Gli appelli del messaggio di Fatima, Suor Lucia- Libreria Editrice Vaticana)… non bisogna essere concentrati su sé stessi perché lo scontro finale potrebbe avere luogo sulla separazione tra lo spirito e la materia. Ecco che il perdono, e solo il perdono, consentirebbe di non perdere l’amicizia del Signore. “Voi siete i miei amici, se farete ciò che io vi comando. Questo è il mio comandamento che vi amate gli uni gli altri, come io vi ho amati.” (Gv 15,12). Suor Lucia a pagina 160 del suo libro, parlando proprio della santificazione della famiglia, sedicesimo appello, scrive che la famiglia, e quindi anche la famiglia umana, si santifica “nel perdono che genera pace, gioia, fiducia e amore”. L’uomo e la donna che si amano si riconciliano anche con il loro corpo perché si uniscono nella fedeltà e nella comprensione reciproca. La madre e il padre guarderanno i figli con sguardo materno e paterno e i figli ricambieranno lo sguardo dei genitori e sulla Terra regnerà un tempo di pace.