Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 10 dicembre 2014

Sinodalità recidiva: "Lineamenta" per il 2015

Premessa
Constatiamo che lo "spirito del concilio", nei suoi aspetti più rivoluzionari, nonché il maanchismo - il terribile deleterio effetto di un'affermazione principale corretta, seguita dal o dai "ma anche", che hanno aperto spiragli che stanno diventando voragini - risulta trasferito pari pari al Sinodo.
Abbiamo già parlato ampiamente sul blog del Sinodo conciliarista [vedi qui - qui]
Per ora mi limito al volo alle seguenti essenziali riflessioni a caldo, avendo sotto gli occhi il documento appena pubblicato: "Lineamenta" per la XIV Assemblea Generale Ordinaria: La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (4-25 ottobre 2015), 09.12.2014 [qui].

I punti che non sarebbero neppure dovuti entrare in discussione

Se mi soffermo per il momento su questi punti è perché le relative questioni – tra l'altro di per sé neppure da mettere in discussione –  non erano state approvate e purtuttavia – per volontà del papa – essi sono stati ugualmente mantenuti nel testo reso pubblico e quindi reinseriti nel circuito della discussione, nei termini indicati nella premessa. Non solo, ma il questionario appare redatto in modo da orientare le risposte, dando per scontate premesse evidentemente pilotate secondo la mens che sta conducendo il gioco.

Dunque ci risiamo. Il Circo riparte e la girandola di sofismi e di nonsense prosegue con ostinata protervia. Se si usasse lo stesso energico impegno nel combattere gli errori e riaffermare le verità perenni, non saremmo in questa crisi assurda e sull'orlo del baratro che riguarda l'umanità tutta. Ma ciò è dovuto all'oscuramento se non al rinnegamento dell'universalità della salvezza per cui è venuto il Signore, affidandone la trasmissione alla Sua Chiesa che, invece di focalizzarsi sul suo Centro e Fondamento, esce da sé stessa nel senso deteriore del termine e si appiglia ai semina Verbi ingannevolmente tirati in ballo e sofisticamente e inappropriatamente usati, concilio o non concilio. Intanto il concilio non è il Vangelo e tra l'altro Nostra Aetate [qui] (citato tra le fonti) è un documento di secondaria rilevanza, qual è una Dichiarazione, e cioè un documento di quarto e ultimo livello, tra quelli indicati da Mons. Gherardini [qui]1: il livello delle innovazioni, che non può vantare validità infallibile e irreformabile e, conseguentemente, rende possibile il dissenso secondo fede e ragione. Una semplice Dichiarazione assurta a principio fondante di questa nuova ecclesiologia basata sull'arbitrio dei nuovi barbari porporati, che usa la prassi per oltrepassare la dottrina. Ma la dottrina e la disciplina sono le condizioni per il vero incontro con Cristo. Inoltre la pastorale poggia sulla dottrina, e dunque la prassi presuppone la retta dottrina. Il rovesciamento di questo ordine porta troppo facilmente a far sì che con una nuova realtà pastorale si sviluppi una nuova dottrina.

C'è da chiedersi, nel punto 22 sotto riportato, cosa c'entra l'apprezzamento da parte della Chiesa per il matrimonio naturale? Che di seguito diventa "realtà matrimoniale e familiare di tante culture e di persone non cristiane". Ma a cosa serve? Queste hanno forse qualcosa da insegnare a chi ha tutto solo da accogliere e trasmettere del compimento della salvezza, che la Chiesa già custodisce (o custodiva) da due millenni, operato rivelato e consegnato dal Signore e dagli Apostoli e che Lui continua ad operare nonostante le nostre infedeltà? La stessa creazione pensata in vista di Lui (si sente qui l'eco di Gaudium et Spes, 12; 24 qui), attende la rivelazione dei figli di Dio, così come tutti i popoli che, per essere salvati, devono conoscerLo e accoglierLo.
Che si possa e si debba entrare in dialogo tra culture diverse per ragioni politiche o di civile convivenza non riguarda la sfera della fede e degli insegnamenti morali che da essa scaturiscono (e non da altre fonti: "sorgenti torbide e cisterne inquinate" per usare un linguaggio biblico). Cito dai Lineamenta:
L’indissolubilità del matrimonio e la gioia del vivere insieme
21. Il dono reciproco costitutivo del matrimonio sacramentale è radicato nella grazia del battesimo che stabilisce l’alleanza fondamentale di ogni persona con Cristo nella Chiesa. Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo i nubendi si promettono dono totale, fedeltà e apertura alla vita, essi riconoscono come elementi costitutivi del matrimonio i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il loro vicendevole impegno, in suo nome e di fronte alla Chiesa. Ora, nella fede è possibile assumere i beni del matrimonio come impegni meglio sostenibili mediante l’aiuto della grazia del sacramento. Dio consacra l’amore degli sposi e ne conferma l’indissolubilità, offrendo loro l’aiuto per vivere la fedeltà, l’integrazione reciproca e l’apertura alla vita. Pertanto, lo sguardo della Chiesa si volge agli sposi come al cuore della famiglia intera che volge anch’essa lo sguardo verso Gesù.
22. Nella stessa prospettiva, facendo nostro l’insegnamento dell’Apostolo secondo cui tutta la creazione è stata pensata in Cristo e in vista di lui (cf. Col 1,16), il Concilio Vaticano II ha voluto esprimere apprezzamento per il matrimonio naturale e per gli elementi validi presenti nelle altre religioni (cf. Nostra Aetate, 2) e nelle culture nonostante i limiti e le insufficienze (cf. Redemptoris Missio, 55). La presenza dei semina Verbi nelle culture (cf. Ad Gentes, 11) potrebbe essere applicata, per alcuni versi, anche alla realtà matrimoniale e familiare di tante culture e di persone non cristiane. Ci sono quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio cristiano – comunque fondato sulla relazione stabile e vera di un uomo e una donna –, che in ogni caso riteniamo siano ad esso orientate. Con lo sguardo rivolto alla saggezza umana dei popoli e delle culture, la Chiesa riconosce anche questa famiglia come la cellula basilare necessaria e feconda della convivenza umana.
Continua la manipolazione in un Sinodo "taroccato"2?

Nel questionario - inviato in più lingue alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, la cui finalità secondo il card. Baldisseri è "l'approfondimento delle questioni affrontate nel dibattito, di tutte, ma soprattutto di quelle che hanno bisogno di essere discusse in modo più accurato" -, al suddetto n.22 è correlata la
domanda n. 19: Il Concilio Vaticano II ha espresso l'apprezzamento per il matrimonio naturale, rinnovando una antica tradizione ecclesiale. In quale misura le pastorali diocesane sanno valorizzare anche questa sapienza dei popoli, come fondamentale per la cultura e la società comune? (cf. n. 22)
Notate l'inganno ancor più esplicito, contenuto anche dal questionario. Lo rivela la domanda riportata qui su, che dà per scontato sia l'apprezzamento per il matrimonio naturale che la valorizzazione della sapienza dei popoli; si tratta solo di verificare il "come"... Non sarebbe bene  limitarsi a ri-orientare i cristiani disorientati e formare rettamente quelli de-formati?

La carenza è nella formazione, cioè nell'insegnamento

In un recente articolo su la Bussola quotidiana [qui] vengono proposte interessanti riflessioni sulle aspettative laiche circa le aperture promosse e promesse dall'assise sinodale (almeno a quanto sembra dalle proposte più progressiste), aspettative e tendenze condivise da una larga fetta di cattolici "aperti al mondo", dalle coscienze e dai cuori addormentati in qualche modo assuefatti a riconsiderare in senso positivo e corrispondente al "così fan tutti" quell'agire morale che si è sempre fatto e sempre si farà fatica ad osservare. Nessuno ricorda che questo non è possibile senza la grazia di Cristo veicolata dall'azione santificatrice della Sua Chiesa, preparata e accompagnata da un insegnamento che dà il senso e rende appetibili i comandi divini fondati su verità imperiture. Ecco, questo è il punto. È di questo che non si parla più.

Ad esempio, sono in molti anche i pastori a ricordare che l'indissolubilità del matrimonio deriva dal comando del Signore presente nel Vangelo - del resto correttamente affermato al n.21, pur con i "ma anche" successivi - ma non ne spezzano il pane saporoso delle ragioni che rendono il comando assimilabile dalla ragione e dal cuore e quindi tradotto nella vita anche quando costa e non poco.
Si comprende e si accetta l'indissolubilità se si considera che è legata ad una fedeltà che ha la sua origine fontale nella fedeltà del Signore e Creatore alla sua creatura, pensata e voluta a Lui ordinata e dunque in dialogo continuo (questo è l'unico dialogo che conta) attraverso una relazione esclusiva, che mette il Signore al primo posto e da ciò fa discendere tutto quanto ne consegue di davvero fecondo, perché è una relazione che implica un'unione intima e profonda, fedele ed esclusiva, 'sponsale', appunto. Questo non riguarda solo le anime consacrate, che si sono scelte la parte migliore, ma ogni anima credente, ognuna in modo diverso a seconda delle situazioni. Si tratta di una relazione esclusiva nei confronti di Dio, perché implica il rifiuto di altri dei, che possono essere tutte le concupiscenze di cui il mondo è costante insinuatore e alle quali l'inclinazione al male, residuo del peccato originale, non rende né sordi né vaccinati. Non possiamo sottrarcene se non per mezzo della Grazia e delle scelte che essa ci consente di fare, alla fine per connaturalità più che per senso del dovere, che può essere il punto di partenza, ma non è certo il punto di arrivo.
L'esclusività riguarda innanzitutto la relazione con Dio, l'unica che allarga il cuore a dismisura rendendolo capace di accogliere la realtà dell'altro e donarsi senza aspettarsi nulla in cambio: questa è la vita vera, che solo nel Signore e nella Sua Chiesa possiamo vivere e che nessuna ONU delle religioni potrà mai rendere né possibile né accettabile.

Si parla tanto di cambiamento antropologico, tirato in ballo anche da alcuni padri sinodali:
n. 5 Il cambiamento antropologico-culturale influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato...
E sembra questo il nuovo dato fondante le nuove prassi. Ma non c'è stato nessun cambiamento antropologico. L'uomo, con i suoi bisogni e domande fondamentali, è lo stesso di sempre nella sua essenza. Ciò che è venuto a mancare è uno sguardo metafisico su Dio e sull'uomo, e questo ci impedisce di rivolgerci al vero problema. Se solo riuscissimo a vederlo avremmo già fatto un grande passo in avanti. Saremmo cioè già usciti dalla mentalità della prassi, che ahimè domina. Molto spesso a discapito del Concilio. Ma soprattutto della Chiesa. La vera crisi non è altro che la crisi della Chiesa in quanto mistero. Il vero nodo teologico è riconducibile allo smarrimento proprio del concetto metafisico di partecipazione del mistero-Chiesa. E così la teologia si riduce ad antropologia. Infatti la teologia stava già da tempo coniando un nuovo linguaggio, accantonando per lo più quello metafisico-scolastico, per fare posto a quello più moderno, che è sfociato - e ne vediamo gli esiti -, nell'adozione di una filosofia esistenzialista e fenomenica.

Riconoscimento epocale delle tendenze omofile come "diritti"

Dai punti che seguono notiamo l'incredibile spostamento di attenzione ad elementi estranei alla fede e alla dottrina anche nella successiva proposizione, mantenuta, nonostante i voti contrari, partendo da fattori marginali, "esistenziali", rispetto al nucleo del discorso. Non mancando persino di tirare in ballo in seconda battuta i "paesi poveri" e le pressioni di organismi internazionali (!?).
Ma la Chiesa non insegna psicologia e sociologia, certamente da non disattendere; e tuttavia non si può sottovalutare il fatto che in quanto scienze umane sono ancelle della teologia, se ancora questa ha un senso.
Compito e funzione della Chiesa, infatti è affermare ed insegnare. Essa non deve né recriminare né essere condizionata da pressioni di alcun genere né soffermarsi su elementi secondari e neppure prenderci per i fondelli con i nondimeno e ciò che viene dopo... Si pensa così di aggirare gli ostacoli facendo rientrare da un'altra porta ciò che era uscito dalla finestra... Si tira in ballo un'ovvietà come il rispetto e la delicatezza, mai messa in discussione dalla Chiesa della Misericordia, quella vera e non sganciata dalla Verità e dalla Giustizia. Ma c'è il rischio, non improbabile dati i precedenti, che il marchio di ingiusta discriminazionealla fine possa andare a parare sul riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali. Che senso ha, infatti, richiamarlo qui? E del resto il documento citato è ben chiaro ed esplicita la differenza tra il rispetto della persona e il mascheramento, dietro a questo, dell'uso strumentale o ideologico della tolleranza del male, che peraltro è qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male stesso. Sarebbe stato meglio partire da qui e non dalla pastorale esistenzialista con la quale diventa possibile aggirare i principi inalienabili, col rischio di ritenere poi quel documento superato alla pari della Familaris consortio, alla quale sarebbe stato bene attenersi piuttosto che guardare altrove. Cito:
L’attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale
55. Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 4).4
56. È del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il "matrimonio" fra persone dello stesso sesso.
A questo punto è legittimo chiedersi che fine ha fatto il famoso dossier segreto, redatto dai "tre cardinali 007", ricevuto da Benedetto XVI e da lui consegnato al successore, che gli svelava l'impropriam influentiam (sporco ricatto) che si intreccia tra le file omosessuali della Curia e le loro relazioni esterne.
Il discorso tuttavia, come già ricordato, è certamente ancora tutto da sviluppare. Ma il solo fatto che vengano fatti entrare nella discussione elementi di per sé indiscutibili, i timori e le perplessità li giustifica ampiamente. E non bisogna abbassare la guardia, soprattutto da parte dei pastori, anche quelli non coinvolti direttamente nell'assise sinodale [vedi].

Una domanda fondamentale cui va data risposta

Ma non c'è da farsi una domanda ancor più fondamentale, che ne implica altre? Un sinodo dei vescovi può esser ritenuto competente nel trattare questioni che attengono ad aspetti dottrinali non modificabili per loro propria natura, non solo in quanto già sanciti dalla disciplina vigente formatasi nel corso dei secoli e con interventi del magistero supremo della Chiesa ma, come nel caso del matrimonio sacramentale, derivanti da un comando divino? Può inoltre la Chiesa in questi casi agire ex abrupto difformemente dalla sua Tradizione? Può forse essa modificare la legge naturale, il rispetto della natura dell'eucarestia, e un comando divino? Anche se la parola finale spetta sempre al papa, e sarà lui a doverla pronunciare, per quale ragione egli insiste nel mettere in discussione proprio tali questioni?

Notazioni di fondo sull'infallibilità papale

A proposito della pronuncia del papa a conclusione dei lavori conciliari, è erroneo attribuire infallibilità, oltre che a TUTTE le parole e atti del papa, anche ai risultati del prossimo Sinodo, quali che essi siano.
La dottrina della Chiesa insegna che quando il Papa, da solo o in unione con i vescovi, parla ex cathedra è certamente infallibile.
Ma perché un suo pronunciamento possa considerarsi ex cathedra sono richiesti alcuni requisiti:
  1. deve parlare in quanto Papa e pastore della Chiesa universale;
  2. la materia deve riguardare la fede o la morale;
  3. il giudizio pronunciato deve essere solenne e definitivo, con l’intenzione di obbligare tutti i fedeli.
Se anche una sola di queste condizioni manca, il Magistero pontificio (o conciliare) resta autentico, ma non è infallibile. Ciò non significa necessariamente erroneo, ma semplicemente che non è immune da errore: e dunque può essere fallibile.

Da non dimenticare, inoltre, che le dichiarazioni ex cathedra di tipo definitorio sono dogmi e che le fonti dei dogmi sono la Scrittura e la Tradizione: una dichiarazione, che si volesse dogmatica, basata su fonti diverse o ex abrupto (cioè totalmente innovativa) sarebbe un falso dogma.

Un altro limite all’infallibilità papale ex cathedra: secondo la Pastor Aeternus le dichiarazioni ex cathedra non possono essere cancellate o modificate in nessun caso. Dunque non sono accettabili dichiarazioni dogmatiche (cioè definitorie) o paradogmatiche (definitive), se contraddicono verità definitorie o definitive preesistenti. Resta ferma la non-contraddizione. La distinzione comporta il fatto che chi non aderisce alle prime è eretico; chi non aderisce alle seconde è in grave errore ma non è eretico.

Quanto sopra nell'ovvia considerazione che l'infallibilità papale non è "a tempo" o legata ai tempi.
Nessuno potrà costringerci ad aderire alla proclamazione di innovazioni che sono in contraddizione con il Depositum fidei cattolico.

Il potere del papa non è assoluto, ma vincolato anche alle definizioni dogmatiche dei suoi predecessori e, in definitiva al Depositum fidei, che non è un'optional, non ingabbia perché contiene realtà vive e non museali, non inganna perché non prescinde dalla Verità, che precede sempre la Carità.
Maria Guarini
_________________________
1. Guardando al contesto da cui scaturisce il documento si capisce il perché sono stati fatti fuori i Francescani dell'Immacolata e anche la "deportazione" di padre Serafino Lanzetta, uno degli studiosi più validi e anche rispettosi - senza rinnegamenti del concilio ma anche senza contorsionismi per dimostrare una continuità inesistente -, che sui noti temi controversi ha idee chiare e documentate alle fonti originali [qui, dallo stesso contesto da cui è tratto l'intervento di Mons. Gherardini: il Convegno del 2010 sul Vaticano II] e [qui, più recentemente].
2. Il termine è stato coniato da marco Tosatti [qui]. E a questo punto si impone una notazione. La rimozione del cardinal Burke, uno degli oppositori più autorevoli sui punti sollevati dal cardinale Kasper, era stata già sancita prima del sinodo ma è stata differita, sicché egli ha potuto partecipare al primo round ma non parteciperà alla tornata successiva e risulta rimosso proprio dalla Segnatura apostolica cui appartiene l’ultima istanza in materia di nullità matrimoniali.
3. C'è da chiedersi la ragione di tutta quest'attenzione al possibile marchio di discriminazione nei confronti degli omosessuali e di chi vive in situazioni di peccato - che la Chiesa ha sempre riservato alla persona e non all'errore - e il persistere, con tendenze ingravescenti, circa il marchio di disprezzo che sfocia in persecuzione discriminatoria nei confronti di chi ama la tradizione riservato sia alle persone (pastori e fedeli) che alle loro esigenze spirituali. Per inciso: dal 1° ottobre scorso la Basilica papale di Santa Maria Maggiore è stata definitivamente serrata all'ultima Santa Messa Antiquior che vi si celebrava alle 7,30 del mattino...
4. A questo proposito dichiarava il card. Burke: Mi rifiuto di parlare di persone omosessuali, perché nessuno può essere identificato da questa tendenza. Si tratta di persone che hanno una tendenza, che è una sofferenza [qui].

34 commenti:

Anonimo ha detto...

"A questo punto è legittimo chiedersi che fine ha fatto il famoso dossier segreto, redatto dai "tre cardinali 007", ricevuto da Benedetto XVI e da lui consegnato al successore, che gli svelava l'impropriam influentiam (sporco ricatto) che si intreccia tra le file omosessuali della Curia e le loro relazioni esterne."

Se è quello che ha provocato le sue dimissioni e considerate le manovre retrostanti, nessuno risponderà mai.

Josh ha detto...

Più si avanza, più sembra di assistere a un'impostura, travestita di falso amore.

Dio non ha mai detto di cambiare dottrina, e non c'entra nulla se oggi l'uomo pare non ascoltare: questo è testimonianza solo di mancanza di fede e di mancanza di metafisica, è segno che l'uomo si è allontanato da Dio, non è certo indice che si deve cambiare dottrina che raggiungerlo, con l'approvazione al peccato....

sembra che degli impostori abbiano preso il controllo dall’interno .....e vogliano far credere che una nuova dottrina – a seguito di cambiamenti apportati alla Santa Dottrina stabilita da Dio – potrà essere modificata per adattarsi alle vite di tutti gli uomini e, suppongo a breve, di tutte le religioni.

Altro passo è trasformare la santità, le richieste morali di Dio sulla nostra vita, in attivismo sociale. Tutti questi elementi ossessivamente ribattuti vanno tutti nella stessa direzione, di distruzione della Dottrina.

A completamento, mi sembra che chi manomette con tanta facilità la liturgia banalizzandola, non potrà certo affermare di essere un vero servitore di Dio, perchè nella diminutio della liturgia c'è sempre anche un attacco all'Eucarestia, quindi alla fede che salva.

Nella passeggera gioia di essersi alla fine avvicinati di più al mondo, in cerca di approvazione, si inducono milioni di cattolici di non salda fomazione in grave errore e si perderà la santità.

Se le cose vanno viste tutte insieme, quante nuove sconsacrazioni ancora deve subire il cuore della Chiesa, per essere gradita al mondo?

L'ecumenismo con le false religioni poste tutte sullo stesso piano in inimicizia con NSGesù Cristo, l'idea dei divorzi leciti, la carezza al peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, la messa in forse dell'esistenza dell'Inferno, le dichiarazioni che mettono in forse il peccato e quindi la necessità della santità, un "nuovo" modo di annullare l'Espiazione e la Redenzione nascoste nell'incasinamento vero e proprio della spiegazione limpida dei piani di Natura e Grazia, e su come agisce il Signore e il vero Spirito Santo in essi.

Non sono apocalittico, mi limito a metter insieme i fatti: quante volte si afferma ormai con leggerezza che per via del peccato originale, è impossibile non peccare, pertanto il peccato è stato ridefinito light, con la scomparsa conseguente della morale.

Del resto dal seggio più alto è già stato detto di vantarsi assertivamente del peccare...magari presto la nuova religione mondiale stabilirà che il peccato non potrà mai danneggiarci agli occhi di Dio, perchè è..."naturale".
Ma a che Dio, a che Spirito allora si sta facendo riferimento qui?

Trovo invece un monito di stupefacente attualità tutti quei passaggi delle S. Scritture che parlano di piccolo gregge, di santo residuo, di piccolo rimanente fedele: a chi crede, è chiesto di sforzare di entrare lì, e non per la via larga e spaziosa...

viandante ha detto...

Cara Mic, domande per noi retoriche evidentemente le tue. Quanto scrivi è chiaro e condivisibile.

Ma svicoli un punto o meglio tralasci una domanda importante. Tu dici: Anche se la parola finale spetta sempre al papa, e sarà lui a doverla pronunciare.
Ebbene io ti vorrei chiedere: cosa potrà pronunciare lui come papa, non come Bergoglio, come papa?

Secondo me é lo stesso errore che fa il cardinal Burke: è il papa che deve dare la risposta.
Ma come, i papi si sono già pronunciati, cosa ne facciamo ora del pronunciamento di un papa che per certi versi non appare dei più brillanti?

Il problema principale è che tutte queste questioni sollevato nell'articolo da Maria, hanno un medesimo denominatore: non si crede più al soprannaturale o ci si crede solo a parole ma non si crede più nella capacità santificatrice della grazia. Pieno naturalismo.

Luisa ha detto...

Segnalo:

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350935

Josh ha detto...

Colossesi 2,7

"ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie."

Si può tradurre anche "confermati nella fede". Anche Gesù pregò che tutti quelli che il Padre Gli aveva affidato, fossero "confermati" e Gli appartenessero.

Forse che le "nuove dottrine" sinodali umane a mo' di via libera a tutto, fanno parte di questa confermazione nella saldezza della fede, o piuttosto il contrario?

Per giungere alla salvezza, è quindi necessario metter radice in Cristo, che l'opera, la dottrina, il carattere di Cristo siano come la terra buona in cui si piantano le radici della vita morale;

Solo da Lui, che è immutabile, assorbiamo ciò di cui abbiamo bisogno; Messe le radici in Cristo, si tratta poi di svilupparsi progressivamente, di dar dei frutti secondo la stagione S.Giovanni 15,16.

E tutto questo viene detto con "essendo edificati su Lui". In originale, è come dire: dato un fondamento, lì sopra, per via d'un lavoro spirituale costante e fedele, tirar su il resto del fabbricato (εποικοδομεν: επι, sopra; οικοδομεω, fabbrico).

Su lui, che è Cristo, ponete il fondamento (cfr. anche Efesini 2, 20-21)

Consolidati mediante la fede. Fin qui S.Paolo ha considerato i colossesi dal punto di vista del suolo in cui dovevano mettere radici e del fondamento sul quale dovevano tirar su l'edificio della propria vita morale. Ma per «camminare» e per «edificare» i colossesi hanno bisogno di forza: e la forza l'avranno mediante la fede; la Comunione intima con Dio per mezzo di quel Cristo che, quando vive in noi, trasfonde una energia divina nella nostra umana debolezza.

ma ricordiamo che Gesù oltre ad essere morto per redimerci, ha vinto nella Risurrezione, e anche noi possiamo attraverso Lui trionfare sugli errori, perchè la Grazia vince la Natura.

E anche perchè Gesù, anche mentre si avvicinava l'ultima ora terrena aveva pregato ardentemente affinchè Dio conservasse i credenti nella fedeltà,
ha promesso al Padre che avrebbe cercato di riprendere ogni anima per la quale sacrificò la Sua Vita e lo fa.

Queste dottrine sinodali vanno in questa direzione? no.
vanno nella direzione di sdoganamento del peccato che Dio odia, e che fanno parte del motivo della Passione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo.

mic ha detto...

Ma svicoli un punto o meglio tralasci una domanda importante. Tu dici: Anche se la parola finale spetta sempre al papa, e sarà lui a doverla pronunciare.
Ebbene io ti vorrei chiedere: cosa potrà pronunciare lui come papa, non come Bergoglio, come papa?


Ho detto che i timori, per come stanno andando le cose, ci sono e restano tutti. Ed è un'incognita piuttosto pesante.

Anonimo ha detto...

Sig.ra Guarini,

Posso pubblicare una traduzione ingelese di quest'articolo a From Rome, per la utilità dei Cattolici nel mondo anglofono?


Br. Alexis Bugnolo

Josh ha detto...

I rischi....

Se e quando la Chiesa vacilla nella dottrina, i fedeli si sentono disincantati da tutto ciò che Gesù aveva insegnato finora, e si trovano in contrapposizione con la loro stessa fede.

Il rischio è che la Sua Parola non venga più osservata e ci si lasci prendere da un falso senso di sicurezza: se il peccato è considerato da ogni dove come se non avesse nessuna conseguenza, allora per alcuni diventa difficile rimanere leali ai Suoi Insegnamenti.

L'impressione è che tutto quello che ci è stato insegnato come Sacro, verrà presto fatto a pezzi...

Tanti Insegnamenti, da Cristo trasmessi alla Chiesa, sembra saranno liquidati come non conformi a questo periodo.

Una dottrina fatta dall’uomo non può nutrire la nostra anima, come nemmeno il culto dell'uomo e di ciò che gli riesce più comodo.

Solo Gesù Cristo può alimentarci attraverso la Fede, e qualunque cosa di "strano" ci sarà detta, dovremo sempre rimanere fedeli a Lui.

Josh ha detto...

l'opinione umana, il desiderio di "mutar dottrina"
davanti a Gesù, roccia della nostra fede, non conta nulla nel Regno di Dio....

Turiferario ha detto...

Be', è chiaro che la macchina sinodale non si arresta e procede la sua corsa, sempre con gli stessi piloti. I quali finora si sono dimostrati assai poco interessati al rispetto della dottrina tradizionale. Tutto da copione, insomma. Spero che il bis avvenga anche per gli esiti dell'ultimo sinodo: ovvero tante chiacchiere, litigi, Deo gratias qualche levata di scudi non eterodossa, documenti che vanno e che vengono e alla fine tutto resta come prima e ognuno faccia un po' quello che vuole (che non è affatto la soluzione ottimale ma è sempre meglio di quella che vorrebbero i burattinai sinodali). Magari ci sarà l'aggiornamento a un terzo sinodo straordinario nel 2016 e a un quarto nel 2017. Intanto, prima o poi, salterà fuori qualcuno che come è avvenuto infinite volte in passato riformerà davvero la Chiesa.

Luisa ha detto...


Linguaggio ambiguo, impreciso, domande poco chiare(volutamente?) che esigono chiarimenti, chiarimenti che, se domandati saranno dati da chi?
Da vescovi progressisti, da parroci che da tempo tradiscono la Dottrina?
Si può ancora sperare che chi tradurrà quel linguaggio lo farà ricordando la Dottrina ? Riaffermando che la pastorale è legata alla dottrina, che non è libera di andare su cammini nuovi slegati dalla dottrina?
Avete notato l`invito fatto a chi risponderà al questionario "a non  proporre «schemi e prospettive proprie di una pastorale meramente applicativa della dottrina».

Come saranno interpretate quelle parole? Possiamo escludere che molti vedranno un invito a proporre schemi in cui la pastorale andrebbe per conto proprio, lasciata all`arbitrio di vescovi, pastori e comunità?

mic ha detto...

Per fromrome,

Naturalmente! :)

Anonimo ha detto...

Mic, sottoscrivo il tuo articolo. Ma mi domando: quando mai la chiesa ha condannato il peccatore e non il peccato? Ma questi preti e vescovi progressisti amano davvero il peccatore? Insegnare all'adultero o all'omosessuale che i suoi atti non sono peccaminosi e che può accostarsi all'Eucarestia non significa fargli mangiare la propria condanna come spiega S. Paolo? O è passato di moda pure lui? Il problema è, secondo me, che questi non credono più alla Presenza reale e hanno scelto come maestri l'io e le proprie voglie
John

mic ha detto...

Il cuore di tutto è nella contaminazione della liturgia.

La S. Messa, essendo la riattualizzazione del sacrificio di Nostro Signore sull’altare, è l’opera della redenzione che si realizza ogni volta, di nuovo, oggi, ad ogni celebrazione. “Redenzione” vuole dire salvezza delle anime, salvezza del mondo.

Insegnamento, guida e santificazione. Questa e solo questa è la funzione della Chiesa... La morale, le opere caritatevoli, la sociologia vengono dopo e non sono che conseguenza.

E la Misericordia è quella che ricordavo e che la Chiesa non ha mai abbandonato, verso la persona e non verso l'errore. Quella vera perché mai slegata dalla Verità e dalla Giustizia.

mic ha detto...

Cara Mic, domande per noi retoriche evidentemente le tue. Quanto scrivi è chiaro e condivisibile

E' vero. sono domande retoriche per noi. Ma, purtroppo, quanti cosiddetti "normalisti" (cioè la maggior parte dei cattolici, stranamente alleati con l'eresia più che con la Tradizione) storcono il naso e trovano da ridire sia sulle domande che sulle riflessioni che suscitano?

Non mi stanco di martellare cose anche a volte già dette, proprio nella speranza che qualcuno si apra all'ascolto, se non altro secondo logica e un buon senso comune, se non secondo retta dottrina...

Anonimo ha detto...

Rimane solo da pregare per noi e per tante anime sperdute in un universo in cui si sta perdendo ogni punto di riferimento.

Marco P. ha detto...

"...Ci sono quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio cristiano – comunque fondato sulla relazione stabile e vera di un uomo e una donna –, che in ogni caso riteniamo siano ad esso orientate. Con lo sguardo rivolto alla saggezza umana dei popoli e delle culture, la Chiesa riconosce anche questa famiglia come la cellula basilare necessaria e feconda della convivenza umana. "

Questo passo si riferisce alle "culture" non cristiane, quindi tipiche di "terre di missione" infatti ci si richiama alla Ad Gentes; ma attenzione, ai tempi della Ad Gentes le terre di missione erano quelle oltre mare, perciò si dà ad intendere che i matrimoni semplicemente "naturali" di queste "culture" siano in fondo accettabili ammesso che chi vive queste situazioni non conosca il Vangelo non per sua colpa(già questa è una forzatura della dottrina tradizionale circa l'appartenenza alla Chiesa dei non battezzati sacramentalmente, per ignoranza invincibile, ma che ad sono in Essa vivendo secondo la Legge del Signore.
Oggi la situazione è però totalmente cambiata (sono ben poche le zone del mondo in cui l'ignoranza invincibile è realmente tale), e quindi si pretende di applicare uno schema superato ad una situazione nuova, laddove tale schema non è evidentemente di dottrina ma di "pastorale" (non so se mi sto spiegando...).
Questi neo-modernisti sinodali assolutizzano la pastorale, imponendo ciò che dall'altro verso rifiutano di fare (quando negano che la dottrina - che scende dalla Verità - sia da insegnare sempre e dovunque): affermano che la (loro) pastorale è da applicare sempre e dovunque. Ora, le terre di missione, per espressa ammissione anche di BXVI sono costituite oggi da tutto l'occidente ed in primis dall'Europa (non perché vi sia ignoranza invincibile ma perché c'è un nuovo paganesimo, peggiore del primo in quanto aggravato dall'avere rifiutato il Vangelo). Considerando che in questo territorio la "cultura" dominante (nel senso che domina, opprime e non lascia spazio ad altro che a sé, come ogni idolo che si rispetti) prevede che in alternativa al matrimonio ci sia l'autobus (salgo e scendo quando mi pare, senza nessun obbligo,, se proprio pago il biglietto - mi sposo in comune o regolarizzo a secondo di leggi civili - in funzione di ciò che fa comodo e serve a me in quel momento), ecco che, applicando lo schema dei "semina Verbi" che strumentalmente viene richiamato in questo sulfureo n. 22, si vuole arriverà ad affermare, in modo subdolo perché non è possibile farlo esplicitamente ma solo attraverso un continuo stillicidio di ambiguità, sofismi e serpeggiamenti vari come quello presente, che queste unioni vanno bene ed esse sono "stabili e vere".
La stabilità verrà ridefinita in quanto il vecchio concetto non sarà più adatto ai tempi e si potrà ad esempio parlare di stabilità in quanto in quel momento per la persone, quella tale unione garantisce una sicurezza che l'evolversi della situazione potrà poi far trovare altrove.
Allo stesso modo verrà ridefinito il vero, perché questo è quello che si vuole, ridefinire la verità (se ciò fosse possibile, ma non lo è!) in modo che la verità soggettiva sopravanzi ed oscuri quella oggettiva che è Cristo Gesù.
E così continuando si ridefinirà anche la fecondità, che non sarà più vivere per il Signore e con il Signore, fonte di ogni fecondità, ma vivere nuove "esperienze", non definite, vaghe e da riempire a piacere a seconda di ciò che meglio aggrada in quel dato istante, con l'unico vincolo di non doversi riferire ad alcunché di Assoluto, Immutabile, Definitivo: un perenne divenire, senza Meta, senza Via.

murmex ha detto...

Concordo su tutto , in particolare con l'individuazione del pervertimento liturgico come radice del male . Con esso si è venuti meno non solo alla dovuta lode resa a Dio nella Sacra Liturgia , ma anche si è gravemente danneggiato il popolo dei fedeli , diminuendo l'esercizio del munus docendi e sanctificandi , e causando l'odierno disorientamento . Con molte persone in buona fede non è nemmeno più possibile ragionare , tanto sono diversi i fondamenti. Ancora mi stupisco della grazia gratuita da noi immeritatamente ricevuta , che ci permette di pensare ancora cattolicamente . Per mancanza di tempo , mi appunto solo sul numero 19 ,che dimostra la truffaldinità oggettiva del questionario .Il richiamo al pensiero tradizionale della Chiesa serve a rassicurare gli ingenui , poi si inserisce un concetto ambiguo di matrimonio naturale , che NONè quello della Chiesa . Per la Chiesa infatti il matrimonio come istituto naturale (radicato da Dio nell'uomo in quanto tale , anche prima della sua elevazione alla dignità di Sacramento )prevede comunque la fedeltà , l'indissolubilità , l'apertura alla prole (oltre , ovviamente , l'essere uomo e donna ).Se no non è matrimonio nemmeno in senso naturale , ma qualcos'altro . Quindi la saggezza dei popoli , al di fuori di questo , non è affatto saggezza , ma effetto del peccato originale . Il matrimonio islamico , per es , con la sua apertura alla poligamia , non è matrimonio nemmeno in senso naturale ;idem per "matrimoni di prova" , temporanei , previsti in certe culture tribali , ecc

viandante ha detto...

Fino a poco tempo fa pensavo che prima o poi sarebbe arrivato un castigo dal cielo e poi finalmente l'umanità si sarebbe convertita a Dio.

Purtroppo l'altro giorno, in un passo dell'Apocalisse che stavo leggendo si narrava invece dei castighi divini (flagelli) che non avrebbero portato al pentimento ed alla conversione dell'uomo tanto grande è la sua malvagità!

E ho l'impressione che è effettivamente così: non si arriva neppure più a ragionare con le persone.
Se poi sono colpite in qualche loro affetto o materialmente si inviperiscono ancor di più.

Ma i castighi arriveranno comunque!

Anonimo ha detto...

" padre Serafino Lanzetta, uno degli studiosi più validi e anche rispettosi - senza rinnegamenti del concilio ma anche senza contorsionismi"

un altro tipo di maanchismo, non credi mic?

Anonimo ha detto...

Che fine ha fatto? Bruciato, distrutto ad usum Stasi.....per fortuna in Austria il vdr è bellamente ignorato dai media, quindi ho potuto campare in santa pace, ma ho visto poco fa foto del vdr dell'8 sotto la statua della Madonna, col cappotto, senza nessuna sacralità, come fosse una noiosa incombenza, arrivato su quella stupida auto......scusate, ma BXVI arrivava in papamobile, vestito da Papa, con la mozzetta rossa e pure tra due ali di folla, checché se ne dica, permettetemi, ma che tristezza questa infantile ostentazione di rifiuto delle insegne, sarò pure uno spostato, ma azz.....l'incubo continua. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

"ma ho visto poco fa foto del vdr dell'8 sotto la statua della Madonna, col cappotto, senza nessuna sacralità, come fosse una noiosa incombenza, arrivato su quella stupida auto.."

Se arrivasse in giacca e cravatta farebbe lo stesso effetto.

Anonimo ha detto...

E consideriamo che tutti questi nuovi riti e intrallazzi da salotto della Nuova Chiesa stanno avvenendo con tanto di sorrisi compiaciuti e soddisfatti sulle spoglie e alla faccia dei nostri fratelli massacrati e perseguitati in Medio Oriente e altrove da parte degli amichetti mandanti e sponsor della suddetta Nuova Chiesa.
Tanto per non dimenticare.
Miles

Cattolico ha detto...

Caro Anonimo 15:28, lei dimostra un'alta capacità di sopportazione (in audio e in video), io cambio subito canale, appena appare il VdR, per cui non ho visto niente della cerimonia ai piedi della statua del'Immacolata (mi fa venire il nervoso vederlo e ascoltarlo, così evito le occasioni di critica). serbo nella mente e nel cuore le belle dimostrazioni di amore e devozione di papa Wojtyla verso la Madonna, anche se in ambito dottrinale preferisco Pacelli e sarto (oltre a Mastai Ferreti, ovviamente)

tralcio ha detto...

C'è del marcio in Danimarca...

Essere o non essere (cristiani) questo è il problema...

Il "questionario", già usato nel 2013-2014 per alimentare l'organizzazione di gruppi di pressione assai abili, verrà riutilizzato nel 2015 per rafforzare le aspettative e mettere con le spalle al muro chi cercherà di difendere la dottrina, spazzato via "dal basso" e "dal popolo"...

Perchè la Verità è indisponibile ai questionari, per quanto si arzigogoli tra sofismi e formulette pastoral-psico-sociologiche...

Nel 2013-2014 mandai le risposte al questionario, dopo averne discusso con moglie e figli. Ignorati in parrocchia, in diocesi e in Vaticano....
Non avevamo seguito l'onda: saremo stati classificati come dei "rumori di fondo".


Cattolico ha detto...

"Una dottrina fatta dall’uomo non può nutrire la nostra anima, come nemmeno il culto dell'uomo"
Certo, caro Josh, ma lei si ricorda le parole di paolo VI all'ONU ? "Anche Noi abbiamo il culto del'uomo" Non stridono e cozzano con la frase "Maledetto l'uomo che confida nel'uomo?" Alla faccia dell'ermeneutica ella continuità: l'unica continuità che hanno i modernisti, vecchi e nuovi, è quella con Lucifero, sicuramente !

ilfocohadaardere ha detto...

@Josh: "Non sono apocalittico, mi limito a metter insieme i fatti: quante volte si afferma ormai con leggerezza che per via del peccato originale, è impossibile non peccare, pertanto il peccato è stato ridefinito light, con la scomparsa conseguente della morale".
Premesso che concordo con te Josh su tutto quanto hai scritto, domando (sorridendo): può un cristiano non essere "apocalittico"? Secondo me, non può, proprio se orientato dal senso MISTICO della Chiesa, della storia, e dotato del senso metafisico e trascendente delle cose. Ciclicamente, in tutta la storia degli "ultimi tempi" (dalla fine della predicazione Apostolica, sino alla Parusia), i Cristiani sono sempre stati, e sempre saranno, "apocalittici": attendono la pienezza dei tempi, preannunciata dal libro della Apocalisse, ed INVOCANO il ritorno glorioso di Gesù Cristo!Maranatha! p.s. è chiaro in quale senso hai utilizzato il termine, ovviamente! :)
@Mic: (ho deciso unilateralmente, salvo diversa tua indicazione, di passare al "tu"...) Chiedo: hai tentato di mettere in relazione i contenuti dell'ultima intervista alla Piqué (dove papa Francesco SEMBRA dire che la Comunione ai divorziati risposati NON è la soluzione - tanto che a me- povero ingenuo?- verrebbe da dire, di primo acchito: "ah meno male, allora non arriveranno a tanto"), con questi contenuti dei nuovi "Lineamenta"? Lì, mi pare per la prima volta, si sposta il focus su altre questioni "secondarie" (mi si perdoni il termine, ma lo utilizzo solo in relazione alla questione fondamentale, che è l'ammissione ai Sacramenti dei divorziati risposati!) come per dire: bene, no, la Comunione non potremo darla, ma faremo fare loro i padrini, leggere le letture (perché, oggi, forse qualcuno controlla il "pedigree" a chi legge??Non mi risulta proprio...), fare catechismo (ci deve essere delle "file" di divorziati risposati che implorano di poter fare catechismo......), etc. Per stringere. E' tutta una manovra diversiva (che comporterebbe a questo punto la malizia conclamata nel dire ciò che non si farà, e non dire ciò che si farà), oppure effettivamente, può essere un'opzione da considerare, che alla fine, la montagna partorisca il topolino? Naturalmente, questa vuole essere una riflessione che non sminuisce affatto, neppure di un "iota", la gravità oggettiva del solo aver creato confusione con discussioni che- come giustamente ha affermato il Card. Burke- neppure dovevano essere poste all'o.d.g.!

ettore ha detto...

Sono stati resi pubblici i "Lineamenta" per il 2015 con la riproposizione di tutti i punti discussi nella prima sessione, compresi quelli controversi che non sono stati approvati. Il primo commento è “Sinodalità recidiva”, un giusto, efficace campanello d’allarme.
Dopotutto sono loro, innovatori, a dirigere la Chiesa, a governare il timone, a condurre la barca di Pietro più lontana dal primo comandamento di Dio e in successione, numero dopo numero, innovazione dopo innovazione, da tutti gli altri comandamenti – per assecondare la “deriva morale” degli uomini .

E’ naturale che chi – con modalità poco trasparenti - aveva scritto la relazione intermedia, aveva introdotto argomenti ad libitum, aveva formulato “novità” dottrinali, prassi pastorali etc.. etc. non conformi all’insegnamento del Vangelo, della Chiesa, del Catechismo, non abbia accettato di buon grado la inattesa sconfessione delle loro affermazioni e stia meditando di prendersi la rivincita nella seconda sessione.
Reputo sciocchi e ciechi questi pastori asserviti al mondo; vogliono ”propagandare” le loro “aperture innovative, il nuovo vangelo” alle chiese locali, sono convinti così di conquistare nuove adesioni, nuovi accoliti, sono convinti riuscire ad aver la meglio .
Usano tutti gli strumenti per conseguire tale risultato, rimuovendo chi è ostile, punendo chi osa opporsi, ammonendo chi resiste, promuovendo cortigiani e fautori, come si dice popolarmente parlando con alcuni si usa il bastone, con altri la carota. Sono le regole del potere del mondo, degli uomini di mondo, e anche tanti uomini della chiesa sono sensibili alla direzione del vento, deboli nei principi, opportunisti per la vanagloria, capiscono al volo l’antifona, si piegano ai desiderata del nuovo corso.
Gli amministratori reggenti sono convinti, arcisicuri di ottenere la maggioranza, per queste vie, con questi mezzi, già si intuiscono, si palesano le prime voci di esultanza.
Ci provino pure! Anzi lasciamoli cullare nella loro illusione! Nel loro “diabolicum perseverare”.
Io credo che andranno incontro ad una sconfitta ancora più cocente.
Come possono aver dimenticato che la “Chiesa è di Cristo” e non cosa loro.
Non preavalebunt.
La buona battaglia ha avuto inizio, lo testimoniano le argomentazioni dell’articolo e dei commenti, pur nelle diverse sensibilità, nelle diverse posizioni. Avanti, fratelli facciamo sentire forti le nostre voci a fianco dei difensori della fede.

Rr ha detto...

OT: su Rorate e' ripreso un intervento dell' intellettuale francese Zemmour sul VdR.
Rr

Anonimo ha detto...

Sig.ra Guarini,

La ringrazio...

Spero d'aver capito tutto con la precisione dovuta...

https://fromrome.wordpress.com/2014/12/10/backsliding-to-synod15/


Br. Alexis Bugnolo

mic ha detto...

L'ho programmato tradotto per domattina

bernardino ha detto...

quando vedo in TV il VdR, mi prendono i crampi allo stomaco e cambio canale, mi metto a guardare i cartoni animati con i miei pronipotini. (veramente mi metto a recitare il S.Rosario e l'intercessione della SS.ma Vergine di toglierci quanto prima da questa terribile tragedia).
Ma non solo il VdR, ma anche su tutte le trasmissioni in cui compaiono preti o suore (pseudo) che ormai con sempre maggiore frequenza fanno tolk, perchè per loro la missione è fare spettacolo in ogni luogo -chiese comprese e liturgie -.
Ieri ho assistito alle eseque della madre di un diacono permanente (forse neocat.) strimbellate di chitarre e chitarrine, canzonette pop e urla di alleluja per decine e decine di volte; i cantanti urlatori di sanremo tipo Dallara erano un giochino.

mic ha detto...

A proposito della pronuncia del papa a conclusione dei lavori conciliari, è erroneo attribuire infallibilità, oltre che a TUTTE le parole e atti del papa, anche ai risultati del prossimo Sinodo, quali che essi siano.

La dottrina della Chiesa insegna che quando il Papa, da solo o in unione con i vescovi, parla ex cathedra è certamente infallibile.
Ma perché un suo pronunciamento possa considerarsi ex cathedra sono richiesti alcuni requisiti:
1) deve parlare in quanto Papa e pastore della Chiesa universale;
2) la materia deve riguardare la fede o la morale;
3) il giudizio pronunciato deve essere solenne e definitivo, con l’intenzione di obbligare tutti i fedeli.

Se anche una sola di queste condizioni manca, il Magistero pontificio (o conciliare) resta autentico, ma non è infallibile. Ciò non vuol dire necessariamente erroneo, ma semplicemente che non è immune da errore: cioè fallibile.

Da non dimenticare, inoltre, che le dichiarazioni ex cathedra di tipo definitorio sono dogmi e che le fonti dei dogmi sono la Scrittura e la Tradizione: una dichiarazione, che si volesse dogmatica, basata su fonti diverse o ex abrupto sarebbe un falso dogma.

Un altro limite all’infallibilità papale ex cathedra: secondo la Pastor Aeternus le dichiarazioni ex cathedra non possono essere cancellate o modificate in nessun caso.
Dunque non sono accettabili dichiarazioni dogmatiche (cioè definitorie) o paradogmatiche (definitive), se contraddicono verità definitorie o definitive preesistenti. Resta ferma la non-contraddizione.
La distinzione comporta il fatto che chi non aderisce alle prime è eretico; chi non aderisce alle seconde è in grave errore ma non è eretico.

Quanto sopra nell'ovvia considerazione che l'infallibilità papale non è "a tempo" o legata ai tempi.

Nessuno potrà vincolarci ad aderire alla proclamazione di innovazioni che sono in contraddizione con il Depositum fidei cattolico.

Il potere del papa non è assoluto, ma vincolato anche alle definizioni dogmatiche dei suoi predecessori e, in definitiva al Depositum fidei, che non è un'optional, non ingabbia perché contiene realtà vive e non museali, non inganna perché non prescinde dalla Verità, che precede sempre la Carità.

Josh ha detto...

caro Il Foco ha da ardere, sì ci siamo capiti sul senso dell' "apocalittico", lo intendo infatti come spieghi anche tu, anche se là avevo un po' giocato sul termine.

Per caso ho trovato queste parole, in fondo semplici e vere, del Vescovo di Balasore (India) Mons. Kaipuram...

http://www.asianews.it/notizie-it/Avvento-in-Orissa,-Cristo-trasforma-l%27ordinario-in-straordinario-32943.html