Scopriamo assieme qual è l'origine e quale il significato dell'espressione usata ancora oggi, in latino, "ne quid nimis". E le implicazioni sotto varie angolature. Un esempio di λόγοι σπερματικοί/Semina Verbi, i “semi di verità” che i Padri attribuivano alle filosofie i “semi di verità”, anche se l’espressione risulta coniata da Giustino, nel valorizzare la ricerca filosofica e morale dell’uomo: «Tutto ciò che rettamente enunciarono e trovarono via via filosofi e legislatori, in loro è frutto di ricerca e speculazione, grazie ad una parte di Logos. Ma poiché non conobbero il Logos nella sua interezza, che è Cristo, spesso si sono anche contraddetti» (Seconda apologia, X, 2-3). Qui l'indice degli articoli sulla Latina lingua.
Latino: “ne quid nimis”, origine e significato dell’espressione
L’espressione in latino «ne quid nimis», è una delle massime più celebri dell’antichità e racchiude un intero modo di interpretare l’esistenza. Letteralmente significa: «nulla di troppo», «non eccedere in nulla», oppure «che non ci sia mai troppo». A prima vista potrebbe sembrare una semplice esortazione alla moderazione, ma il suo significato si rivela molto più ricco se lo si osserva nel contesto culturale, filosofico e morale da cui proviene.
La frase è di origine greca, prima ancora che latina: si trova infatti nel tempio di Apollo a Delfi, insieme ad altre celebri sentenze quali medèn ágan (“niente in eccesso”). Quando nel mondo romano venne tradotta come «ne quid nimis», essa mantenne intatto il proprio valore precettivo, diventando una delle massime fondamentali della saggezza stoica e della misura classica.









