Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 17 settembre 2025

Coraggio delle donne in Piazza!

Finalmente le donne si svegliano. Rischiamo di tornare indietro di secoli, ma le femministe protestano solo per gay, lesbiche e transgender e non vedono il burrone in cui stiamo precipitando: essere considerate 'fattrici' a pagamento. Evviva le donne spagnole più intelligenti e "AVANTI"

Coraggio delle donne in Piazza!

A Madrid, lo scorso 6 settembre, decine di donne hanno avuto il coraggio di scendere in piazza indossando i celebri abiti rossi e le cuffie bianche de “Il racconto dell’ancella” per protestare contro la disumanità e la schiavitù dell’utero in affitto.
Un gesto altamente simbolico e dal forte impatto visivo, con cui le manifestanti hanno voluto denunciare il rischio di ridurre le donne a meri strumenti di riproduzione e hanno denunciato l’avanzare, in Spagna e in generale in Europa, delle pressioni per regolamentare la cosiddetta “gestazione per altri”. Le strade centrali della capitale spagnola si sono così trasformate in un potente palcoscenico di testimonianza e resistenza contro l’utero in affitto.

Da Qōš a Qashîsh: Il legno secco della forza e della vecchiaia

Un'analisi interessante, su cui vale la pena meditare.
Da Qōš a Qashîsh: Il legno secco della forza e della vecchiaia
(Traiettorie linguistiche e teologiche da Edom all’apocalittica e alla Cabala)

La radice ebraica קש (qash) indica ciò che è secco, fragile, inaridito: paglia, stoppie, ramoscelli (cfr. Es 5,12). Da questa base semantica derivano due sviluppi apparentemente divergenti, ma in realtà correlati. Da un lato, Qōš (קושׁ), la divinità nazionale di Edom, plausibilmente collegata a qeshet (קֶשֶׁת, “arco”) o alla nozione di legno stagionato trasformato in arma (Römer 2017, 56–60). Dall’altro, qashîsh (קָשִׁישׁ), “anziano”, che descrive la condizione umana della vecchiaia: colui che è stato “seccato” o “stagionato” dal tempo, come in qĕsîshay (“i miei anziani”, Gb 29,8).

Qōš
: il legno secco come arma divina
Qōš, attestato in nomi teoforici come Barqōš (Esd 2,53; Ne 7,55), sembra incarnare l’“Arco”. Un arco è precisamente legno stagionato, secco: tagliato, curvato e trasformato in strumento di forza. Qash fornisce dunque la metafora materiale di un dio della guerra e del vigore desertico. Studiosi come John Day (Yahweh and the Gods and Goddesses of Canaan, 2000) hanno sostenuto che il culto edomita di Qōš fosse strettamente parallelo al primo yahwismo israelita. Entrambe le tradizioni collocano il loro dio nel deserto meridionale (Teman, Paran; Dt 33,2; Ab 3,3) e lo descrivono come guerriero divino: “Il tuo arco è messo a nudo” (qashtekha ‘erot ta‘or, Ab 3,9). In questa immagine arcaica, YHWH è difficilmente distinguibile da Qōš.

Chiese in fiamme /Il significato della distruzione secondo Sant'Ambrogio di Milano

Nella nostra traduzione da Substack.com una bella riflessione sulla sorte degli edifici destinati al culto, inclusi - in senso biblico - i nostri corpi. Ben lontano dal sensus fidei e da quanto sapientemente ci richiama il testo, il concerto pagano-protestante svoltosi a San Pietro nei giorni scorsi (qui).

Chiese in fiamme
Il significato della distruzione secondo Sant'Ambrogio di Milano

Dal 2019, quando abbiamo assistito tutti, sconvolti, all'incendio della cattedrale di Notre-Dame a Parigi (qui precedenti su Notre Dame dal link nell'incipit), abbiamo sentito parlare costantemente di eventi della stessa natura (da qui numerosi precedenti). 
Assetati di sensazionalismo, i canali mediatici non esitano a esporli al grande pubblico, evitando solitamente di commentare le origini di questi incendi. L'incendio più recente ha colpito la cattedrale cattolica della città francese di Rouen, nell'estate del 2024 (qui). [Più recente ancora l'incendio del campanile (anche qui "la flèche") a Rocca Priora qui -ndT]

martedì 16 settembre 2025

La sconcertante omissione del Filioque

Segnalazioni dei lettori. Condividiamo lo sgomento.
La sconcertante omissione del Filioque

No, non va bene.
Durante l'incontro ecumenico di ieri, in un rutilare di eretici e scismatici vari convenuti a Roma per l'ennesima manifestazione circa l'ecumenismo del sangue (per chi avesse dubbi sul perché non vada bene, rimando al trattato sui martiri redatto da Benedetto XIV a suo tempo), c'è stato un momento nel quale il Credo, forse per compiacere gli orientali, è stato recitato senza Filioque (come si evince dall'audio qui : cliccare sull'immagine per ascoltare).
Ora, l'unico caso in cui questo sia ammesso è presso alcune diocesi cattoliche dell'oriente, dove per tradizione il Credo è stato mantenuto senza Filioque anche dopo il loro ricongiungimento con Roma (ovviamente, sono tenuti a crederci).
In nessun caso ad un cattolico latino è concesso di recitarlo senza Filioque, figurarsi in un'adunanza ecumenica dove si può dare l'impressione oggettiva che lo si reputi di poco conto.

"Sono quisquilie inutili dai". Vi ricordo che quando esprimete certi concetti, state dando implicitamente ai martiri degli idioti.
I Latini massacrati a Costantinopoli nel 1182, san Giosafat, Sant'Andrea Bobola e molti altri sono morti per poter credere e recitare quelle che voi considerate quisquilie inutili. Pensateci.
Charlie Bunga Banyangumuka

Charlie Kirk: il martire della verità nell’epoca della secolarizzazione

In questo articolo c'è tutto ciò che penso e avrei voluto dire io.
Charlie Kirk: il martire della verità nell’epoca della secolarizzazione
Set 13, 2025

La storia contemporanea non conosce più, se non raramente, la figura del martire cristiano in senso stretto. Eppure essa continua a produrre figure che, pagando con la vita la fedeltà a un principio, richiamano a una dimensione superiore dell’esistenza. La morte violenta di Charlie Kirk, assassinato a soli trentun anni durante un evento pubblico, deve essere letta in questa luce: non come un fatto di cronaca isolato, ma come un segno che interpella la coscienza dell’Occidente.

Diritti umani (in mancanza di un termine migliore) in un'epoca di fede

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis una riflessione sul diritto ad esprimere le proprie idee a partire dalla visione medioevale: “L’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godranno di libertà di parola e di credo e di libertà dalla paura e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione della gente comune.”

Diritti umani (in mancanza di un termine migliore)
in un'epoca di fede


“Si credeva che solo coloro che avevano imparato a tacere... fossero in grado di esprimere le critiche nel modo giusto.”
“ Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. ”
“L’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godranno di libertà di parola e di credo e di libertà dalla paura e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione della gente comune.”
Queste affermazioni, tratte dal preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, comportano implicazioni sconcertanti per la cristianità medievale. Se i diritti umani sono un fenomeno post-medievale – idee che iniziarono a svilupparsi nel Rinascimento e raggiunsero la loro piena maturazione, seppur non ancora completa, nell'Illuminismo – dobbiamo forse concludere che i cristiani del Medioevo fossero cronicamente privati di "libertà, giustizia e pace"? Dobbiamo forse compiangerli come poveri disgraziati per i quali "la più alta aspirazione della gente comune" era irrimediabilmente irraggiungibile?

Un insegnante in Francia / Latino: una scuola di rigore e grandezza

Nella nostra traduzione da Boulevard Voltaire. Qui l'indice degli articoli sulla Latina lingua. 

Un insegnante in Francia / Latino: una scuola di rigore e grandezza

In un'epoca in cui l'ignoranza viene celebrata e la trasmissione viene sacrificata sull'altare del relativismo, il latino, un tempo pilastro della nostra istruzione, viene relegato al rango di polverosa curiosità. Eppure, in un'epoca in cui l'intelligenza artificiale sta esplodendo e una società è inebriata dall'ingresso in un'era completamente digitale, questa lingua sarebbe più utile che mai a chiunque voglia pensare con chiarezza, ragionare con rigore ed elevarsi moralmente.
Influenzati dall'ipocrisia del sistema scolastico, i genitori se ne stanno allontanando e gli studenti lo guardano con disprezzo. Farebbero bene a pensarci due volte prima di lasciare che questo insegnamento cada nell'oblio della scuola.

lunedì 15 settembre 2025

Fulget Crucis mysterium /Omelia nell'Esaltazione della Santa Croce

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Fulget Crucis mysterium
Omelia nell'Esaltazione della Santa Croce
in occasione del conferimento della Sacra Tonsura e dell'Ostiariato

Indue me, Domine, novum hominem,
qui secundum Deum creatus est,
in justitia, et sanctitate veritatis.
Ef 4, 24

Tre sono le ragioni di festa e di gioia di questo giorno benedetto.

La prima è certamente la ricorrenza liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, che quest’anno cade provvidenzialmente nel giorno di domenica, a celebrare il trono sul quale è assiso l’Agnello Redentore. Oggi la Croce campeggia nel vessillo del Signore Risorto.

La seconda è che dopo anni di prove ed incertezze, ci ritroviamo riuniti come una famiglia nel senso antico del termine: un microcosmo organizzato sul modello di una comunità canonicale di vita in comune. Ci ritroviamo a vedere incoraggiata da un Vescovo, Successore degli Apostoli, la piccola Fraternità Sacerdotale della Familia Christi che dopo anni di tribolazioni riprende vita nella speranza di una rinnovata fecondità.

La Pascendi come fondamento perenne contro il neomodernismo: la verità rivelata oltre la storia

Il Magistero perenne resta una guida irrinunciabile per la retta fede.
La Pascendi come fondamento perenne contro il neomodernismo: la verità rivelata oltre la storia

L’8 settembre 1907, nel cuore di un’epoca segnata dall’illusione positivistica e dal trionfo delle ideologie immanentiste, il grande Papa San Pio X (pontefice dal 1903 al 1914) donava alla Chiesa e al mondo la Lettera Enciclica “Pascendi Dominici Gregis”. Non si trattava di un documento contingente, redatto per porre rimedio a un errore circoscritto, ma di un testo che, con impareggiabile profondità, smascherava l’essenza del modernismo e ne mostrava la natura corrosiva, definendolo «sintesi di tutte le eresie». 
Con la “Pascendi”, la Chiesa riaffermava solennemente che la fede non nasce dall’uomo, bensì da Dio, e che la verità rivelata non può essere sottomessa alle mutevoli categorie della coscienza storica. 

Il libro di Giobbe nella spiritualità medievale

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis. Il più famoso miserabile e malato della cultura occidentale visto da Robert Keim.

Il libro di Giobbe nella spiritualità medievale

Il dottor Robert Alter, un uomo ancora in vita, che ha trascorso ventiquattro anni a tradurre, con carta e matita, l'intero Antico Testamento, afferma che è "per molti versi il libro più misterioso della Bibbia ebraica". Eppure tutto questo mistero, persino l'oscurità, non lo hanno escluso dall'elenco dei testi più influenti della civiltà occidentale. Della provenienza e della discendenza del protagonista possiamo dire poco più di quanto dice la Scrittura: "C'era un uomo nella terra di Uz chiamato Giobbe". Ed è facile riassumere ciò che sappiamo della sua composizione, perché non sappiamo quasi nulla. La datazione? Forse il V secolo a.C., forse il VI, forse il IV, e il periodo che la sua narrazione poetica evoca – l'età dei patriarchi – era molto precedente. La lingua originale? Probabilmente l'ebraico, ma gli studiosi hanno ipotizzato che si tratti di una traduzione dall'aramaico o dall'arabo. La teologia essenziale da trasmettere o gli insegnamenti da impartire? Molti secoli di esegesi sembrano offrire più domande che risposte. L'autore? Completamente sconosciuto, e facciamo bene a riflettere sulle parole, oggi più attuali che mai, di uno studioso biblico del diciannovesimo secolo di nome Andrew Bruce Davidson: