Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 21 gennaio 2025

C’è ancora speranza per un cattolicesimo politico antirivoluzionario e non prono al modernismo

Fine del ventennio globalista, a partire dal "buon senso comune", espressamente citato nel discorso inaugurale? Appena insediatosi,  Trump firma 78 decreti tra i quali quelli per la soppressione della folle ideologia gender, dello ius soli, dell'adesione agli Accordi di Parigi (climatismo e ideologia green) e dell'adesione degli USA all'OMS (vaccinismo e medicalizzazione della società). Con questa significativa inversione rispetto all'Agenda 2030 e conseguenze, a partire dagli USA, sembra finita l'era del dominio "Soros + World Economic Forum". Ma il "Ventennio globalista" non è ancora finito in UE e tocca a noi, cittadini che hanno resistito negli anni peggiori della pandemia, indicare la strada anche agli altri che pian piano stanno aprendo gli occhi. Qui da noi ci sono ancora le "Sinistre globaliste" e le "Destre della Sinistra" che si sono dimostrate funzionali al regime globalista. Dobbiamo ancora Resistere... Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Il testo che segue, sul Vice in sintonia, è molto interessante. Lo riprendo in uno scritto di Antonio Mattatelli.

C’è ancora speranza per un cattolicesimo politico
antirivoluzionario e non prono al modernismo

James Vance Nuovo vice Presidente degli U. S. A.
J. D. Vance è cresciuto in un ramo "conservatore ed evangelico" del protestantesimo.
Nel settembre 2016, non era "un partecipante attivo" in nessuna particolare denominazione cristiana, ma stava "pensando molto seriamente di convertirsi al cattolicesimo".
Il 28 agosto 2019, festa di sant’Agostino, Vance è stato battezzato e confermato nella Chiesa cattolica in una cerimonia presso il priorato di St. Gertrude a Cincinnati, Ohio. Scelse Agostino d'Ippona come santo della sua cresima.
Vance ha detto di essersi convertito perché "si è convinto nel tempo che il cattolicesimo era vero [...] e Agostino mi ha dato un modo per comprendere la fede cristiana in modo fortemente intellettuale", descrivendo ulteriormente l'influenza della teologia cattolica sulle sue opinioni politiche.

Autobiografia di Papa Francesco, o perché il Papa non dovrebbe essere uno psicoanalista

Abbiamo parlato qui dell'autobiografia di Papa Francesco. Di seguito, nella nostra traduzione da Rorate caeli un interessante articolo del Dr. Tomasz Dekert, che evidenzia come don Bergoglio ammette di aver cercato un aiuto psichiatrico, e poi mostra come rientra nel classico schema di psicologizzazione degli avversari.

Autobiografia di Papa Francesco, o perché il Papa non dovrebbe essere uno psicoanalista — 
Articolo del Dott. Tomasz Dekert

Nei recenti resoconti sulla nuova autobiografia di Papa Francesco, due aspetti hanno catturato in modo particolare la mia attenzione. Innanzitutto, il libro racconta episodi della vita di Padre Jorge Bergoglio SJ nei quali ha cercato aiuto da uno psichiatra. In secondo luogo, include la sua ormai tradizionale (in senso ironico) critica di ciò che un sito web tedesco chiama i "rappresentanti della chiesa ultra-conservatori che continuano ad aggrapparsi alla cosiddetta Messa tridentina".

Ricostruisco il discorso del Papa basandomi sulla versione inglese del libro (Papa Francesco, Hope: The Autobiography, trad. R. Dixon, Kindle Edition). Il Papa scrive che noi che “ci aggrappiamo alla cosiddetta Messa tridentina” riduciamo la liturgia a ideologia, che siamo rigidi, una rigidità spesso segnata da “sartoria elegante e costosa, pizzi, guarnizioni fantasiose, rocchetti”.

Dove essere cristiani è un dramma: i 13 luoghi peggiori al mondo

Il rapporto. Dove essere cristiani è un dramma:
i 13 luoghi peggiori al mondo

Nell'immagine: Manifestazioni per la libertà di culto delle comunità cristiane in Pakistan

Mai così tanti. Il numero dei cristiani perseguitati nel pianeta è cresciuto ancora tra il primo ottobre 2023 e il 30 settembre scorso e ha raggiunto l’assurda cifra di 380 milioni. Quindici milioni in più dell’anno precedente. Il record in oltre tre decenni di ricerche compiute da Porte aperte/Open doors. In pratica un fedele su sette subisce discriminazioni, abusi, minacce, violenze a causa della propria fede. In Africa – il Continente con i maggiori valori assoluti – sono uno su cinque. Addirittura migliaia vengono uccisi: ben 4.476, in media dodici al giorno, altri 3.775 sono stati sequestrati. «Non solo i massacri e i rapimenti ma le oltre 7.600 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse – sottolinea Cristian Nani, direttore di Porte aperte/Open doors –, le oltre 28mila case o attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una Chiesa profuga che grida aiuto». Il fenomeno è diffuso a macchia di leopardo nel mappamondo. 

lunedì 20 gennaio 2025

Capitolo 8: Dai loro frutti li riconoscerete

Nella nostra traduzione da OnePeterFive continuiamo la pubblicazione in serie del nuovo libro del dott. Edward Schaefer A Simple Man's Case for Tradition. Si tratta di un'eccellente introduzione al mondo Tradizionale e fornisce un modo semplice di presentarlo ai confratelli cattolici che cercano risposte più profonde alla crisi e alle domande odierne. Negli USA, i proventi della vendita del libro aiutano anche a promuovere il Collegium Sanctorum Angelorum, uno dei soli due college cattolici tradizionali. I nostri amici nordamericani sono molto attivi. Sarà di grande utilità anche per noi.

Leggi l'Introduzione
Cap. 2 -  La nuova Messa
Cap. 3 - Il latino

Il caso di un uomo semplice a favore della tradizione
Capitolo 8: Dai loro frutti li riconoscerete

I frutti degli ultimi sessant'anni (1960-2020)
Nell'autunno del 2019, sono stato invitato ad un seminario per parlare ai seminaristi della musica nella Chiesa. Mentre ero lì, mi è diventato chiaro che questi giovani uomini si stavano preparando a svolgere il loro ministero in una chiesa in declino. Più o meno nello stesso periodo, si è tenuto a Orlando un incontro di vescovi del Nord e Centro America. L'argomento dell'incontro era come gestire il declino dei membri della Chiesa. E' stata presa a modello la diocesi di Pittsburgh. Le parrocchie an guida di un vescovo erano ridotte da circa 230 a 188 e ora si riscontrava una riduzione ulteriore a circa 45.[1] Nell'autunno del 2023, un mio collega ha partecipato a un ritiro diaconale a Baltimora. Nell'occasione, uno dei vescovi ausiliari ha commentato che entro il 2027 a Baltimora non ci sarebbero state più parrocchie. Non è un segreto per nessuno che la Chiesa cattolica sia in uno stato di declino. Inoltre, il declino non è piccolo. È enorme. Le statistiche lo dimostrano.

Deus qui humanae substantiae

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement un fantastico articolo sulla preghiera pronunciata dal sacerdote nella prima parte della Santa Messa nel miscelare l'acqua e il vino, che ha plasmato il concetto di dignità umana di un'intera civiltà. Certamente si riferisce all'autentica dignità umana e non alle sue contraffazioni! [vedi, ad esempio, ultimo documento vaticano Dignitas infinita qui]. Sulla vera dignità umana precedenti qui - qui - qui.

Deus qui humanae substantiae

Dopo aver offerto l'ostia, il sacerdote prepara il dono successivo versando vino nel calice e acqua nel vino. Oltre a rimanere fedele alle usanze degli ebrei in Terra Santa al tempo dell'Ultima Cena (per non parlare dei romani e dei greci), la mescolanza di acqua e vino simboleggia l'unione ipostatica delle nature divina e umana nella persona di Gesù Cristo. Una conferma indiretta di questa interpretazione dell'usanza è che la Chiesa apostolica armena, che è monofisita (o, se preferite, miafisita) , si rifiuta di farlo: per loro, almeno, aggiungere acqua al vino è una confessione della formulazione calcedoniana di Gesù Cristo che ha due nature in una Persona divina. Una volta ho sentito che l'unico cambiamento liturgico che la Chiesa cattolica armena è stata tenuta a fare quando si è riunita a Roma è stato quello di aggiungere acqua al suo vino come una sconfessione del monofisismo.

domenica 19 gennaio 2025

Le due feste della Cattedra di San Pietro

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement un articolo che racconta l'avvincente storia della festa della cattedra di San Pietro del 18 gennaio (ora osservata solo dalla FSSP e dalle comunità pre-55), ma mostra anche quanto sono ben organizzate le feste del vecchio calendario dal 18 al 25 gennaio.

Le due feste della Cattedra di San Pietro

La festa della Cattedra di San Pietro era originariamente celebrata in una di due date. Alcune fonti, risalenti al IV secolo, la attestano al 18 gennaio, tra cui un antico Martirologio attribuito in passato a San Girolamo. Altri la collocano al 22 febbraio, come il Calendario Filocaliano, che contiene un elenco altrettanto antico di celebrazioni liturgiche. Non è affatto chiaro perché esattamente la stessa festa si trovi in due date diverse, e ancora meno chiaro perché un sorprendente numero di primi sacramentari e lezionari romani non vi faccia alcun riferimento. Tuttavia, nel tardo Medioevo, l'osservanza del 18 gennaio era stata quasi completamente dimenticata, e i libri liturgici del periodo precedente al Concilio di Trento, persino quelli dei riti ambrosiano e mozarabico, sono quasi unanimi nel celebrare la festa il 22 febbraio.

Dominica secunda post Epiphaniam („Omnis terra“)

Sul ricchissimo simbolismo del miracolo di Cana vedi approfondimenti qui - (qui vedi nota).
Dominica secunda post Epiphaniam
(„Omnis terra“) 

Ps. 65, 4 - Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi: psalmum dicat nómini tuo, Altíssime.
Ps. 65, 1-2 - Iubiláte Deo, omnis terra, psalmum dícite nómini eius: date glóriam laudi eius. Glória Patri…
Ps. 65, 4 - Omnis terra adóret te…

Sal. 65, 4 - Tutta la terra Ti adori, o Dio, e inneggi a Te: canti salmi al tuo nome, o Altissimo.
Sal. 65, 1-2 - Alza a Dio voci di giubilo, o terra tutta: canta salmi al suo nome e gloria alla sua lode. Gloria al Padre… Sal. 65, 4 - Tutta la terra Ti adori…
Il miracolo di Cana.
Il terzo Mistero dell'Epifania ci mostra la realizzazione dei piani della divina misericordia sul mondo, come pure ci manifesta una terza volta la gloria dell'Emmanuele. La Stella ha guidato l'anima alla fede, l'Acqua santificata del Giordano le ha conferito la purezza, il Banchetto nuziale la unisce al suo Dio. Abbiamo cantato lo Sposo che usciva radioso incontro alla Sposa; l'abbiamo sentito chiamarla dalle vette del Libano; ora che l'ha illuminata e purificata, vuole inebriarla del vino del suo amore.
Si è preparato un banchetto, un banchetto nuziale; la Madre di Gesù vi assiste; poiché, dopo aver cooperato al mistero della Incarnazione del Verbo, è giusto che sia associata a tutte le opere del suo Figliuolo, a tutti i favori che egli prodiga ai suoi eletti. Ma nel bel mezzo del banchetto viene a mancare il vino. Fin'allora la Gentilità non aveva conosciuto il dolce vino della Carità; la Sinagoga non aveva prodotto che graspi selvatici. Cristo è la vera Vite, come dice egli stesso. Egli solo poteva dare quel vino che allieta il cuore dell'uomo (Sal 103), e offrirci a bere di quel calice inebriante che David aveva cantato (Sal 22).

sabato 18 gennaio 2025

La falsa unità e il dialogo interreligioso propagandati sulla base del Concilio Vat II

La falsa unità e il dialogo interreligioso propagandati sulla base del Concilio Vat II

L'unità dei cristiani per la quale si prega oggi nella Chiesa ufficiale [qui] è la falsa unità propagandata sulla base del Concilio Vat II, il quale ha dichiarato esser anche le "Chiese" e "comunità" non cattoliche strumenti di salvezza, in quanto tali, anche se di una salvezza non "piena" come quella offerta dalla Chiesa cattolica. Si tratta di un'impostazione ereticale e demenziale, i cui risultati negativi sono da decenni sotto gli occhi di tutti, o dovrebberlo esserlo ma prevale sempre una diffusa omertà sui motivi profondi della crisi della Chiesa.

Inizia la settimana per l'unità dei cristiani

Precedenti sulla Settimana per l'unità dei cristiani a partire da qui. Sul falso ecumenismo qui.
Unità dei cristiani

Inizia la settimana per l'unità dei cristiani che, al netto delle sviolinate conciliari, fu sempre intesa come un auspicare il ritorno dei dissidenti alle Vera Fede cattolica e non ad una sorta di sacra maxichiesa in cui tutti convivono.
Un'ottima settimana per mandare definitivamente in pensione la frase "cerchiamo ciò che ci unisce, non ciò che ci divide", per ricordarsi che esiste il vero e il falso e non possono avere lo stesso peso. Recuperare le definizioni di eretici e scismatici, che il postconcilio ha tolto ai legittimi proprietari e affibbiato a coloro che non si rassegnano al nuovo corso che vorrebbe appunto l'abolizione di tali termini.
Essere antiecumenici non vuol dire tirarsi le pietre ad ogni momento, come fanno credere alcuni modernisti, bensì il primo frutto dell'essere sinceramente convinti che come fuori dell'arca di Noè tutti morirono, così fuori della Chiesa non ci si salva (e chi si salva è perché, come spiega il catechismo, viene comunque incorporato alla Chiesa e si tratta sempre di casi limitatissimi).
Impopolare essere di questi tempi antiecumenici? Può essere; un grande religioso del Novecento, come Massimiliano Maria Kolbe, disse :"non c'è peggior nemico dell'Immacolata e della sua Milizia che l'ecumenismo attuale, contro il quale ogni Cavaliere non solo deve combattere, ma anche fare opera di neutralizzazione attraverso un'azione diametralmente opposta che in ultima battuta lo annienti". (Charlie Bunga Banyangumuka)

Un mistico che versò lacrime durante la messa: rivedere la nostra immagine di San Tommaso d'Aquino

San Tommaso legge la liturgia come legge la Scritture. Sotto la “buccia” del senso letterale, egli trova il significato spirituale più profondo, una lettura spesso allegorica, ossia di un genere che è stato assai disdegnato dalla moderna erudizione liturgica, ma che è molto fruttuoso per la nostra vita cristiana. Nuovi spunti dalla seguente nostra traduzione da New Liturgical Movement. Precedenti: Tommaso d'Aquino come mistagogo della Santa Messa nel Rito tradizionale qui ; La Tomistagogia qui

Un mistico che versò lacrime durante la messa: 
rivedere la nostra immagine di San Tommaso d'Aquino
   
Il 7 marzo celebriamo il dies natalis di San Tommaso d'Aquino, il giorno in cui passò da questa vita mortale alla gloria immortale e, per questo motivo, la data tradizionale della sua festa liturgica. In uno schizzo biografico, Padre Simon Tugwell annota quanto segue:
La profonda devozione di Tommaso alla Messa emerge chiaramente da tutte le nostre fonti. Talvolta egli evidentemente ne era profondamente assorto e ne era profondamente commosso. Verso la fine della sua vita talvolta ne era così assorto che si fermava e doveva essere riportato alla realtà dai fratelli per continuare la celebrazione. [1]
I contemporanei di questo frate domenicano spesso silenzioso testimoniarono molto più spesso le sue lacrime durante la messa, la sua preghiera vigile e la sua purezza verginale, rispetto alle sue dispute e pubblicazioni. Come scrive uno dei suoi primi biografi, Guglielmo di Tocco: