Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 15 marzo 2025

Putin: una verità, un mistero e sei bugie

Soffriamo per la decadenza dell'Occidente che ha rinnegato le sue radici, fortemente contestato da Putin; ma dall'altro lato cerchiamo di vedere il rovescio della medaglia dei cosiddetti moralizzatori appoggiati dal Patriarca Kirill.

Putin: una verità, un mistero e sei bugie

«Il declino del coraggio è nell'Occidente d'oggi forse ciò che più colpisce uno sguardo straniero», scriveva Aleksandr Solženicyn. Senza questa debolezza patologica, l’Europa temerebbe così tanto la Russia di Vladimir Putin? Il padrone del Cremlino è venerato da una parte sempre più ampia dell’opinione pubblica come l’uomo forte di una nazione rinata, impegnata in una lotta titanica contro l’Occidente decadente. Questa reputazione si basa su una verità, un enigma e sei menzogne. Eccole:

«Putin ha reso di nuovo grande il suo Paese» FALSO.

venerdì 14 marzo 2025

Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze

Altre osservazioni sulla politica europea di riarmo. Purtroppo una delle conseguenze del rinnegamento delle radici cristiane e della civiltà di cui l'Europa è stata - e dovrebbe continuare ad essere - portatrice.
Il problema non è tanto il riarmo in sé, che potrebbe avere un senso se destinato ad una giusta difesa e/o deterrenza, ma il contesto e gli aspetti politicamente significativi espressi. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Qui quello sulla guerra in Ucraina. 

Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze

Con il voto favorevole del parlamento europeo al piano di riarmo (419 SI, 204 NO, 46 astenuti) credo si possa dire che, simbolicamente, con oggi, la democrazia in Europa è andata; appassita prima, oggi i petali secchi sono caduti.

Non è stata sostituita, come molti temevano, da una dittatura.
La storia prende sempre forme diverse e sorprendenti.
No, questa volta la democrazia è stata sopraffatta dalla conquista delle istituzioni e dei media, dall'interno, da parte dell'oligarchia finanziaria e dei suoi stipendiati.
Oramai la manovra di aggiramento è compiuta. I canali a disposizione per la popolazione per esprimersi in termini politicamente significativi sono stati tutti o chiusi o neutralizzati. Un po' è avvenuto con modifiche delle leggi elettorali, un po' rendendo il processo democratico contendibile solo a chi aveva finanziamenti significativi a disposizione, un po' occupando a tutti i livelli il sistema mediatico (ed espellendo chi non si adeguava a scrivere sotto dettatura), un po' sopprimendo la terzietà della magistratura, capillarmente politicizzata.

Si vis pacem para pacem. La pace in Ucraina e il “riarmo dell’Europa”

Su segnalazione dell'Osservatorio Card. Van Thuan. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Sulle molte preoccupazioni del momento relative alla situazione in Ucraina, sulle tensioni internazionali in atto e sulle ipotesi del cosiddetto e non precisato “riarmo dell’Europa”, il nostro Osservatorio propone quattro semplici osservazioni.

Capire bene cosa è accaduto

Per evitare valutazioni di parte, riduttive o strumentali bisogna tenere conto dell’intero quadro della questione. Alcune responsabilità dell’accaduto, in entrambe le parti, sono state evidenziate, ma molte altre non sono venute alla luce o si ritiene di non prenderle in considerazione. Fatti di queste proporzioni non si spiegano in modo sincronico, in base a quanto accade in un certo momento, ma diacronico, impegnandosi a ricostruire un quadro complesso di avvenimenti e ricordare il comportamento dei molti attori. Poiché, poi, la guerra viene fatta anche con gli strumenti della comunicazione, serve una prudente cautela nell’indicare i colpevoli. Più saggio è delineare un quadro articolato di responsabilità e cercare di superare i giudizi preventivi contrapposti. Non ci sono fatti che meritano di essere assolutizzati rispetto ad altri. Non si tratta di evitare di indicare dei colpevoli, si tratta piuttosto di evitare di indicare IL colpevole unico e assoluto e, una volta individuato e punito, mettersi la coscienza a posto.

giovedì 13 marzo 2025

Tradizione o annichilimento

Nella nostra traduzione da Crisis Magazine l'articolo dimostra efficacemente che per evitare l'annientamento, dobbiamo tornare alla Tradizione. Qui l'indice dei precedenti.

Tradizione o annichilimento 

Di recente, il caporedattore di Crisis Magazine Eric Sammons ha pubblicato un articolo che delineava il terribile stato della Chiesa cattolica in America. Ha mostrato che per ogni 100 nuovi cattolici, più di 800 persone lasciano la Chiesa. Inoltre, ha dimostrato che è persino peggio di quanto i numeri suggeriscano quando ci immergiamo profondamente nella partecipazione ai sacramenti et alia. In parole povere, la Chiesa in America (e all'estero perché queste tendenze sono universali) è appena aggrappata a un supporto vitale e sta rapidamente svanendo. Dire che è una crisi è un eufemismo; è una super crisi e Sammons ha ragione nel dire che sono necessari cambiamenti radicali. Ora, la mia unica critica al suo articolo è che non l'ha pubblicato mentre stavo scrivendo il mio prossimo libro sulla crisi del modernismo, il che avrebbe reso la mia ricerca un po' più facile perché lui avrebbe fatto gran parte del lavoro per me. In ogni caso, Sammons ha ragione quando afferma che sono necessari cambiamenti radicali. E ha ragione nel suggerire una serie di cambiamenti nella prassi, come il ripristino dell'astinenza del venerdì, il ritorno al Catechismo di Baltimora e così via. Ma io farò un passo in più rispetto a Sammons e dirò che se vogliamo evitare l'annientamento, dobbiamo tornare alla Tradizione.

Arciv. Viganò / Dichiarazione sulla persecuzione dei cristiani e degli alawiti in Siria

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Dichiarazione
Dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò,
Già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d'America
sulla persecuzione dei cristiani e degli alawiti in Siria

Negli ultimi giorni le violenze e gli eccidi di massa contro i Cristiani e gli Alawiti di Siria hanno conosciuto una recrudescenza inaudita, con migliaia di morti in tutte le regioni sotto il controllo del movimento estremista islamico Hayat Tahrir al-Sham (Organizzazione per la Liberazione del Levante), affiliato al gruppo terroristico al-Qaeda.

Le ragioni di questa persecuzione delle due minoranze da parte del governo siriano sono da ricercarsi anzitutto nel regime change voluto dalla precedente Amministrazione americana, in accordo con la NATO e con l’Unione Europea. L’estromissione del Presidente Bashar al-Assad e l’insediamento di Abu Mohammed al-Jolani (il cui partito era fino a ieri considerato dal Dipartimento di Stato americano come organizzazione terroristica) hanno inevitabilmente comportato il genocidio degli Alawiti e dei Cristiani siriani.

mercoledì 12 marzo 2025

«Regere Ecclesiam Dei» / Questioni sull’episcopato

Dopo il vaticano secondo quella dell'episcopato è diventata una vexata quaestio in base ad una nuova teologia che lo intende come sacramento. Paolo VI il 18 giugno del 1968 ha promulgato una nuova versione del Pontificale Romano, che per la consacrazione del vescovo recita: «Effondi sopra questo eletto la potenza che viene da Te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida» e per il sacerdote: «Dona, Padre onnipotente, a questi tuoi figli la dignità del Presbiterato. Rinnova in loro la effusione del tuo Spirito di santità». Dunque la sostanza del sacramento dell’ordine sacro è rimasta quanto alla materia e forma (vedremo poi la intenzione) nel nuovo Pontificale Romano di Paolo VI. Di seguito una interessante disquisizione. (Da Tradizione Cattolica (FSSPX) n.2/2021 

«Regere Ecclesiam Dei»
Questioni sull’episcopato

Don Gabriele D’Avino

Introduzione

Al fine di ben intendere cosa sia l’episcopato, chi sono e cosa fanno i vescovi, sarà utile qualche breve nozione preliminare che ci riporta alla filosofia perenne; dopo di che, avendo analizzato la costituzione canonica dell’episcopato, si procederà ad un excursus storico sulla sua origine, infine poi ad una trattazione teologica sulla sua precisa natura. Nozioni L’episcopato è, genericamente parlando, una funzione che presuppone una potestà, ed è quindi, nella Chiesa cattolica, un’autorità. Cosa si intende con questi due termini? San Tommaso dice che la potestà equivale alla potenza attiva, cioè la capacità in un soggetto di compiere una determinata azione2 . Ma ancora non basta: si può avere in primo luogo una potenza attiva nell’ordine fisico per produrre un movimento in un composto fisico, come accade al medico che guarisce un ammalato, sul cui corpo egli ha dunque una potestà fisica; come accade ugualmente al costruttore che ha una potestà sui mattoni e sul cemento; in secondo luogo una potenza attiva in senso più lato, morale, per produrre un movimento anch’esso in senso lato, questa volta sulle potenze spirituali dell’uomo, che sono l’intelletto e la volontà: è il caso del maestro che insegna all’alunno, su cui ha una potestà morale in quanto ne guida l’intelligenza; o del comandante dell’esercito sui suoi subordinati per muoverne la volontà. L’autorità, dal verbo latino augere, cioè «aumentare» (designa l’azione di aumentare la perfezione in un soggetto), è la relazione che esiste tra chi è deputato ad aumentare il bene, cioè far raggiungere la perfezione di un determinato soggetto, e il soggetto stesso. Come si vede, dunque, l’autorità presuppone una potestà . Sia detto a margine che il termine, piuttosto moderno, di potere come verbo sostantivato (a nostra conoscenza assente dal lessico tomista), indica l’esercizio di una potestà, e non va con essa confuso. L’uso frequente che oggi se ne fa al posto del termine più preciso di «potestà» è chiaramente ideologico in quanto presuppone l’ipostatizzazione di un’azione, quella politica, sganciata da ogni finalità verso il bene comune, e pertanto costituisce un presupposto liberale, quindi totalitario, del concetto di governo (potere giustificativo del potere, come in Machiavelli4 ). Nella Chiesa esistono due forme di potestà che permettono di compiere la finalità per cui essa fu da Nostro Signore istituita: quella di ordine e quella di giurisdizione. La prima, che è quella di realizzare i sacramenti, si ricollega per analogia5 alla potenza attiva nell’ordine fisico, poiché si agisce sulla materia (es. pane, vino, acqua, olio) per produrre un effetto spirituale nell’anima, cioè la grazia santificante conferita dai sette sacramenti; la seconda è invece quella che si ricollega alla potenza attiva nell’ordine morale per guidare i sudditi, cioè i cristiani, verso la perfezione: governare, istruire e giudicare i fedeli significa infatti condurli al loro fine.

Colligite Fragmenta / 1a Domenica di Quaresima

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui. Approfitto per rendere disponibile anche la bellissima, imperdibile, predica di don Alberto Secci, da ascoltare qui.

Colligite Fragmenta / 1a Domenica di Quaresima

Con la “Gesima”, le domeniche pre-quaresimali, abbiamo aggiunto un livello di contesto ai nostri contesti: le chiese della stazione romana. Ogni giorno di Quaresima ha, a Roma, per tradizione millenaria, una chiesa assegnata. Nei giorni feriali, le persone si riunivano in una vicina chiesa “colletta” e poi si mettevano in cammino cantando litanie penitenziali e inni alla chiesa di “sosta”, o “statio”, dove sarebbe stato celebrato il Sacrificio della Messa. I testi delle Messe quaresimali nel Vetus Ordo sono spesso collegati ai luoghi della Messa romana. In questa prima domenica di Quaresima, un tempo punto di ingresso in questa stagione solenne, è appropriato che la Messa sia nella chiesa primaziale della Città, la cattedrale del Vescovo di Roma, San Giovanni in Laterano, per secoli residenza dei Papi, nota come la “Chiesa madre e capo di tutte le chiese della Città e del mondo”. Poiché è una domenica, non un giorno di digiuno a Roma, non c'è una chiesa Colletta. Dovremmo prestare attenzione a queste Stazioni Romane e, come pellegrini in spirito, visitarle con la mente e il cuore ogni giorno. Questa è parte della nostra identità cattolica romana. Questa è la via.

martedì 11 marzo 2025

Insegnaci a contare i nostri giorni

Nella nostra traduzione da The Catholic Thing. I giorni di Quaresima sono giorni escatologici in cui ci prepariamo a incontrare Dio alla morte nel giudizio particolare. Anticipiamo anche la seconda venuta di Gesù nella gloria.

Insegnaci a contare i nostri giorni

Invecchiando, mi ritrovo a pensare di più alla morte. Non ho più la mia grinta e la mia resistenza giovanile. Riconosco di essere mortale. Morirò. "Settanta è la somma dei nostri anni, ottanta per i più forti" (Salmo 90). "Quanto all'uomo, le sue vie sono come l'erba che germoglia al mattino; egli fiorisce come un fiore di campo; perché il vento lo investe, e più non esiste, e il suo posto non lo riconosce più" (Salmo 103). "Signore, fammi conoscere la mia fine, e qual è la misura dei miei giorni; fammi sapere quanto è fugace la mia vita!" (Salmo 39). A causa della brevità della nostra vita, dobbiamo imparare a "contare correttamente i nostri giorni, affinché possiamo acquistare la saggezza del cuore" (Salmo 90).

La nostra vita può non essere lunga, ma ognuno di noi deve viverla in accordo con la propria particolare vocazione. "Stà fermo al tuo impegno e fanne la tua vita, invecchia compiendo il tuo lavoro." (Siracide 11:20) Come figli del Padre, la gloria della nostra vita è invecchiare svolgendo tutti i vari compiti che il Signore ci affidato. Dobbiamo supplicare Dio: "Rafforza per noi l'opera delle nostre mani! L'opera delle nostre mani rafforza!" (Salmo 90)

lunedì 10 marzo 2025

Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?

Chiedo in anticipo scusa per la banalità delle considerazioni che seguono. Mi sono risolto a riportarle semplicemente perché continuo a ritrovare argomentazioni lunari intorno alla necessità di armarsi per difendersi dalla Russia. Perciò, vista la posta in gioco, forse è meglio ribadire anche l'ovvio.

TEMA: Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?
 
SVOLGIMENTO:
1) Quali sono gli asset, i valori materiali che la Russia potrebbe desiderare dall'Europa?
Giacimenti minerari? Scorte di uranio?
Depositi di gas naturale? Giacimenti petroliferi? Terra coltivabile?
No, è del tutto evidente che in tutte queste cose è l'Europa ad essere carente, oltre ad essere un importatore netto dei relativi prodotti.
L'unico asset europeo desiderabile per la Russia è la sua capacità industriale, la manifattura.
Ma ovviamente per appropriarti della manifattura di un paese non ci fai la guerra contro, visto che una guerra tende a distruggere capacità produttiva e visto che sfruttare l'altrui capacità produttiva in maniera coattiva è impossibile (funziona solo per la manodopera servile).
Manifattura e industria a parte, l'Europa può solo offrire ai russi luoghi di villeggiatura.

Non tenere la spada della parola di Dio nel fodero

Una recente riflessione di Peter Kwasniewski che merita di essere ripresa.
Non tenere la spada della parola di Dio nel fodero
Jacques Philippe e Sant'Efrem il Siro sulla ricerca di rifugio e potere nella Scrittura
Peter Kwasniewski

Nell'immagine: Dopo la stampa di Aegidius Sadeler; un emblema di un re di Sicilia. Il testo è tratto dal Magnificat: “Ha mostrato la potenza del suo braccio”

La settimana scorsa ho condiviso alcuni consigli su come combattere il DOC e la scrupolosità. Tra i miei consigli c'era il seguente:
Evagrio Pontico scrisse un'opera straordinaria chiamata Talking back (rispondere) Contro i pensieri malvagi (un'edizione italiana -ndT) in cui consiglia all'eremita, quando tentato dal diavolo, di "rispondere" a lui usando la parola di Dio, come fece Nostro Signore nel deserto, perché questa parola ha il potere di scacciare gli spiriti maligni e di rafforzare l'uomo interiore. Allo stesso modo, Padre Jacques Philippe nel suo libro Assetato di preghiera dice che ci sono alcune battaglie per le quali l'unica arma è la spada della parola di Dio. Ecco cosa devi fare: rifornisci, dalla parola di Dio, la tua faretra di frecce e lanciale ogni volta che ne hai bisogno.