Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 16 settembre 2022

IV assemblea del Cammino sinodale tedesco: uno scisma consumato

Articolo della Fraternità San Pio X, pubblicato sul proprio sito in tre parti, qui raccolte di seguito. Si tratta di una panoramica circostanziata della situazione conseguente al Cammino sinodale tedesco. A partire da qui e qui, si possono consultare i precedenti.

IV assemblea del Cammino sinodale tedesco:
uno scisma consumato


I. Da che parte andrà il Cammino sinodale tedesco?

Da giovedì 8 a sabato 10 settembre si è svolta a Francoforte la IV e penultima assemblea del Cammino sinodale tedesco, dove si è avuta occasione di valutare la determinazione di una parte della Chiesa in Germania ad andare fino in fondo in un processo che tende allo scisma.

Il Cammino sinodale assomiglia sempre più ad una marcia forzata il cui obiettivo apertamente confessato è ottenere il massimo delle riforme nel poco tempo che ad esso rimane.

Anche i partecipanti se ne lamentano: si va troppo in fretta. In agenda vi sono quattordici testi da esaminare in tre giorni, molti dei quali composti da diverse decine di pagine.
Il tempo di ogni intervento è limitato a 1 minuto a persona! Senza contare alcuni cadaveri nell’armadio, come la recente intervista del co-presidente. Signora Irme Stetter-Karp, favorevole all’aborto legale.

L’agenda comprende nove testi “base” e cinque testi “d’azione”, i primi più dottrinali e i secondi contenenti delle soluzioni pratiche. Tra l’altro si tratta della creazione di consigli sinodali, della possibile revisione del celibato obbligatorio dei preti, del riesame dottrinale dell’omosessualità.

Per la vice presidente dell’Associazione delle donne cattoliche tedesche, Agnes Wuckelt, l’obiettivo a lungo termine è chiaro: la prossima assemblea sinodale è molto importante per le donne perché «si metteranno in moto le tappe decisive» con delle proposte di cambiamento che «faranno muovere la comunità ecclesiale nel mondo intero».
Nientemeno…!

Quanto a Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca e uno dei copresidenti del Cammino sinodale, ha affermato in apertura di questa quarta assemblea, di aver sentito «una pressione infinitamente grande a favore del cambiamento» da parte della base della Chiesa. Per questo i risultati del Cammino sinodale dovranno essere depositati sulla «tavola della Chiesa universale».

Una dichiarazione scandalosa di Mons. Helmut Dieser, sostenuta dall’assemblea
Il vescovo di Aix-la-Chapelle, Helmut Dieser, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna critica da parte dei suoi confratelli vescovi per aver dichiarato che l’omosessualità è voluta da Dio. E giovedì a margine dell’assemblea plenaria ha detto: «Un gran numero di loro sostengono questa posizione».
Ed ha aggiunto: «Con i nostri testi sottoponiamo un auspicio al magistero della Chiesa (…) perché ne derivi una evoluzione del Catechismo e della concezione della Chiesa sull’omosessualità»; sottolineando che le persone omosessuali sono volute da Dio al pari delle persone eterosessuali.

La vice presidente del comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK), Birgit Mock, appoggiandosi alle scienze umane, ha ricordato che secondo il Catechismo le persone che hanno un orientamento omosessuale sono tenute a non vivere la loro sessualità: il Catechismo deve quindi essere riformato.

La signora Stetter-Karp difende le sue dichiarazioni sull’aborto
Giovedì, l’assemblea plenaria del Cammino sinodale ha dibattuto le dichiarazioni sull’aborto della co-presidente del Sinodo, Stetter-Karp. La presidente del ZdK aveva chiesto in un articolo di stampa che ci fosse una «offerta generalizzata » di aborto anche nelle zone rurali.

Prima dell’assemblea sinodale, Stetter-Karp ha dichiarato di essersi impegnata per la protezione della vita e per il paragrafo 218 del codice penale tedesco relativo all’aborto. Mons. Bätzing, ha preso le distanze dalle dichiarazioni della presidente laica su «l’offerta generalizzata».
C’è qui un disaccordo insolubile tra la posizione dei vescovi e le dichiarazioni della signora Stetter-Karp.

Colpo di scena
Mentre il Cammino sinodale sembrava svolgersi tranquillamente, la sera di giovedì 8 settembre si è verificato un colpo di scena più o meno inaspettato.
Il primo testo votato, quello del IV forum «Vivere relazioni di successo - Vivere l’amore nella sessualità e nella partnership» con un esplicito sottotitolo: «Linee di forza di una rinnovata etica sessuale», è stato respinto da una minoranza con diritto di veto dell’episcopato.

Va ricordato che, per essere ratificato, un testo deve ottenere la maggioranza dei due terzi dell’assemblea generale, nonché la stessa maggioranza dei vescovi. Ora, se l’82,8% dei delegati presenti ha votato a favore del testo, il 38,9% dei vescovi ha votato contro, il testo è stato respinto.

Certi vescovi hanno messo in guardia contro una rottura con la dottrina della Chiesa
Se ci si prende la briga di leggere questo documento di una trentina di pagine, si vede che ce n’é abbastanza per provare che la rottura con la dottrina della Chiesa è stata ampiamente realizzata. Anzitutto il testo accusa la dottrina sessuale della Chiesa di aver «manifestamente favorito» atti intollerabili di violenza sessuale.
E prosegue: «Chiediamo perdono con tutto il cuore a tutti coloro che hanno subito le conseguenze dell’insegnamento sessuale della Chiesa. (…) Noi ci impegniamo a provvedere a un cambiamento nell’insegnamento e nella pratica della Chiesa in materia di sessualità umana, tenendo conto della conoscenza delle scienze umane ».

Occorre ricordare che queste scienze umane sono sottomesse a numerose ideologie e pregiudizi che conducono a degli errori, e che in nessun caso possono rappresentare una fonte di Rivelazione?

Le conclusioni del documento ribadiscono: «Per ogni sessualità, deve essere sempre rispettata la dignità delle persone interessate come espressione dell’immagine di Dio.
Il diritto all’autodeterminazione sessuale fa parte della dignità».
E ancora: «Occorre rispettare ogni forma di identità e orientamento sessuale».

Segue un rigetto della morale rivelata: «La sessualità omosessuale – realizzata anche negli atti sessuali – non è un peccato che separa da Dio e non va giudicata come cattiva in sé. L’omosessualità non è un criterio di esclusione per l’accesso ai ministeri ordinati».
Più avanti, il testo riconosce l’onanismo come una forma legittima di sessualità.

Il testo afferma poi che «anche le unioni tra persone dello stesso sesso (…) devono potersi considerare posti sotto la benedizione di Dio, espressamente accordata dalla Chiesa, e poter vivere di questa benedizione. Questo vale anche per le persone che stabiliscono una nuova unione dopo un matrimonio fallito ».

La cosa più sorprendente non è che 21 vescovi su 60 abbiano votato “contro”, ma che 33 di loro abbiano votato “a favore” di un testo del genere – 3 si sono astenuti e altri 3 non hanno votato.

L’inizio del caos
Le scene che sono seguite mostrano da un lato che la maggioranza non è pronta ad accettare ciò che pensa la minoranza: rabbia, delusione, diserzione, accuse di dissimulazione contro i vescovi che si sono opposti, critiche al sistema di voto, e così via; dall’altro mostrano che si tratta di portare avanti la rivoluzione a tutti i costi.

Diversi vescovi hanno così mostrato la loro determinazione ad utilizzare il testo nella loro diocesi, nonostante sia stato respinto.
Quanto a Mons. Bätzing, ha annunciato che presenterà ugualmente il testo respinto al sinodo mondiale, e che lo sottoporrà anche alle sue autorità sinodali, nella diocesi di Limburgo. Alla fine ha deciso che i vescovi d’ora in poi voteranno con un voto nominativo...

Alla fine di questa prima giornata sembrava brillare un piccolo barlume di speranza. Ma in realtà lo scisma di buona parte dell’episcopato tedesco è già consumato nella loro mente e nel loro cuore. Il seguito lo dimostrerà.

II. Concerto di lamenti
Dopo il rigetto del testo le cui proposizioni sono tutte una più scandalosa dell’altra, il secondo giorno, venerdì 9 settembre, c’è stato un concerto di lamenti contro tale rigetto. Diversi vescovi hanno espresso la loro delusione.

Il vescovo di Hildesheim, Mons. Heiner Wilmer, ha riconosciuto che si è trattato di una battuta d’arresto per i progetti di riforma della Chiesa; ed ha dichiarato: «Io ho votato a favore del documento base sulla riforma della dottrina sessuale cattolica e sono molto contrariato per il fatto che non sia stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei vescovi».

Egli condivide la delusione di numerosi cattolici per il fallimento del testo durante la votazione di giovedì sera. La riforma della dottrina sessuale della Chiesa è e rimane secondo lui un tema essenziale. «Il rigetto del documento base da parte di una minoranza di vescovi non cambia nulla», e assicura che continuerà ad impegnarsi per un rinnovamento della morale sessuale cattolica.

Una suora benedettina è arrivata a parlare di “autoscomunica” dei vescovi interessati! Questo termine è stato fermamente respinto da uno di loro che è stato sostenuto da Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) e copresidente del Cammino sinodale.

Adozione di un testo contrario alla dottrina e alla disciplina cattoliche
Nella serata, dopo i trambusti generati dal voto negativo, l’assemblea ha ripreso la sua marcia verso l’abisso. E’ stato adottato a larga maggioranza un documento proposto in seconda lettura: approvato dal 92% dei delegati e dall’83% dei vescovi.

Si tratta di un testo “d’azione”, cioè ai fini pratici, intitolato: «Rivalutazione dottrinale dell’omosessualità»; compilato sulla base del testo rigettato il giorno prima esso comporta un problema che è stato percepito da alcuni, ma ignorato dalla presidenza.

Nello spazio di tre pagine, il testo «raccomanda al Papa di procedere ad una precisazione e ad una rivalutazione dell’omosessualità sul piano magisteriale». In esso si afferma che «la sessualità tra persone dello stesso sesso, compresi gli atti sessuali, non è un peccato che separa da Dio e non deve essere giudicata come cattiva in sé».

Il pratica, il testo chiede una revisione del Catechismo e in particolare «gli atti sessuali devono essere ritirati dall’elenco dei «principali peccati contro la castità».
In più: «la Chiesa deve confessare di aver infitto delle sofferenze a delle persone e di avere violato la loro dignità col suo insegnamento e la sua pratica in materia di omosessualità».

E poiché «l’omosessualità non è una malattia, le cosiddette “terapie di conversione” devono essere rigettate».
Ed infine: «a nessuno deve essere impedito di assumere delle funzioni ecclesiastiche o di essere ordinato prete, e nessuna persona al servizio della Chiesa deve subire svantaggi professionali perché orientata all’omosessualità».

La giustificazione avanzata si basa sull’evoluzione delle mentalità e delle scienze umane.
«La rivalutazione dell’omosessualità vissuta, qui proposta, si muove su un percorso che cerca di costruire ponti tra le esistenti dottrina e tradizione della Chiesa e uno sviluppo sopraggiunto».

Modifica del Regolamento base del servizio alla Chiesa
In Germania esiste un Regolamento base del servizio alla Chiesa nel quadro delle relazioni di lavoro ecclesiastico, il quale disciplina l’assunzione, il trattamento e il licenziamento del personale alle dipendenze delle istituzioni ecclesiastiche.

Questo Regolamento, a fianco delle disposizioni riguardanti la qualità del lavoro, prevede misure basate sulla vita morale del dipendente. In particolare, prevede che una vita morale disordinata sia motivo di licenziamento.
Il testo adottato in seconda lettura dall’Assemblea del Cammino sinodale, oltre che dai vescovi, prevede l’abolizione di queste disposizioni.

In nome della dignità umana e dell’evoluzione dell’opinione pubblica, il Regolamento non deve più consentire che «le decisioni a favore di una forma giuridica di convivenza siano considerate violazioni degli obblighi di lealtà e, di conseguenza, impedire l’assunzione al servizio della Chiesa o comportare la cessazione di un rapporto di lavoro esistente».

Inoltre, «è opportuno introdurre nel Regolamento fondamentale una clausola di non discriminazione che vieti ai datori di lavoro ecclesiastici di non assumere una persona a causa della loro identità sessuale o della scelta di una forma giuridica di unione, o di licenziare un collaboratore ecclesiastico per questi motivi».

Infine, devono essere modificate nello stesso senso le ordinanze concernenti la Missio canonica. Lo stesso vale per le modalità di concessione del Nihil obstat.
Tuttavia, per quest’ultimo punto si precisa che, «in quanto materia riguardante la Chiesa universale, esse devono essere modificate in funzione della Chiesa universale».

In altre parole, il documento si oppone ad ogni sanzione o discriminazione nell’assunzione dei divorziati risposati o delle coppie omosessuali.

Testo base del III forum su «le donne nei ministeri e nelle funzioni della Chiesa
La seconda giornata si è conclusa con l’adozione del testo base del III forum sulla uguaglianza dei diritti delle donne nella Chiesa. Adottato in seconda lettura dal 92% dei delegati e dall’82% dei vescovi, il testo rivendica l’uguaglianza delle donne in tutti i posti di responsabilità e nell’accesso ai ministeri ordinati.

Bisogna notare questo passo dell’introduzione: «la forma istituzionale e ufficiale della Chiesa deve essere modellata in ogni momento»; cosa che si oppone direttamente alla costituzione divina della Chiesa.

Più avanti viene indicato il mezzo per pervenirvi: «Per questo è indispensabile riflettere sulle diverse posizioni teologiche nella prospettiva dell’uguaglianza dei sessi; entrare in stretto contatto con le scienze sociali, culturali e umane e riprendere in maniera costruttiva le loro riflessioni sulla teoria del genere».

I redattori hanno anche cercato l’ispirazione nella teologia e nella pratica degli Ortodossi e dei riformati… senza dimenticare il famoso Sinodo di Würzburg [Bassa Franconia].
Essi contestano la tradizione della Chiesa e mettono in discussione le decisioni definitive sull’esclusione delle donne dai ministeri ordinati.

L’Assemblea del Cammino sinodale è stata così rassicurata: la rivoluzione avanza e lo scisma – per non dire eresia su alcuni punti – si consolida nei cuori e nelle disposizioni pratiche.

III. Preparazione di un nuovo organo di direzione ecclesiastica
Sabato 10 settembre, l’assemblea sinodale ha approvato in seconda lettura il testo che prevede la creazione di un «consiglio sinodale». Quest’ultimo è descritto come un «organo di consiglio e decisionale» che «delibera sulle evoluzioni essenziali della Chiesa e della società e prende le decisioni di principio, di importanza sovra-diocesana; delibera sulle pianificazioni pastorali, sulle questioni future e sugli affari di bilancio della Chiesa che non sono trattate a livello diocesano».

In altre parole, buona parte di ciò che attiene esclusivamente al vescovo diocesano e che necessità del potere di giurisdizione legato all’ordinazione o alla consacrazione, sarà posto in mano a dei laici, in spregio al canone 127 del nuovo Codice, che peraltro è citato come riferimento.

Si tratta di un modo per poter organizzare un «Cammino sinodale permanente» che avrà dei poteri esorbitanti e fuori da ogni giustificazione canonica. Si precisa infatti che «le decisioni del Consiglio sinodale hanno almeno la stessa efficacia giuridica delle decisioni dell’Assemblea sinodale».

Il testo non lo dice, ma la discussione in Assemblea ha cercato di precisare il posto di questo Consiglio rispetto alla Conferenza Episcopale, e non è stato ancora deciso se sarà al di sopra o al fianco dei vescovi. Questa rivoluzione è stata approvata dal 92,5% dei delegati e da 43 vescovi; sei di loro hanno votato contro.

Tre documenti votati in prima lettura
Prima di sciogliersi, l’Assemblea ha esaminato in prima lettura tre testi esplosivi.

Accettazione totale di preti omosessuali, bisessuali o di altro orientamento non eterosessuale

L’Assemblea, «cosciente della situazione talvolta precaria dei preti non eterosessuali», vuole contribuire a normalizzare la loro situazione. L’obiettivo dichiarato è che «non sia l’orientamento sessuale, rivelato o no, a decidere dell’accesso o del mantenimento nel ministero ecclesiastico, ma le attitudini umane e professionali».

Occorrerà dunque modificare i testi normativi che vietano l’accesso in seminario e al sacerdozio ai soggetti non eterosessuali. E’ questo che viene esplicitamente chiesto a Roma.

Gestire la diversità di genere
Quest’altro testo del IV forum chiede l’integrazione pura e semplice nella Chiesa di tutti i «generi», in particolare dei “transgenere”; e questo deve attuarsi fin nei registri del Battesimo, che devono essere modificati su richiesta degli interessati.

Il testo chiede anche la possibilità per tutti di accedere a «tutti i ministeri ordinati e alle professioni pastorali della Chiesa», senza eccezioni. Il fondamento è sempre lo stesso: le discutibili conoscenze «scientifiche», che non sono in alcun caso fonte delle fonti della Rivelazione.

Proclamazione del Vangelo da parte delle donne nella parola e nei sacramenti
Quest’ultimo testo prevede di ampliare la possibilità di predicare per donne e laici – che in Germania esiste già a partire dal sinodo di Würzburg – ma anche di battezzare e celebrare i matrimoni. E si chiede addirittura di «rilanciare» (?) la confessione dei laici «nel contesto dell’accompagnamento spirituale.

Infine, occorre anche considerare «la benedizione e l’unzione degli infermi da parte degli agenti pastorali impegnati nell’accompagnamento dei malati».
E il testo conclude le sue richieste dicendo che «E’ da riscoprire tutta la ricchezza dell’azione pastorale esercitata nella storia della Chiesa».

Conclusione
Alla fine, in questi testi del Cammino sinodale tedesco cosa rimane di cattolico sulla Chiesa, sulla funzione episcopale, sul sacerdozio, sulla morale sessuale e anche sulla natura umana? Quasi niente!

Tutte le deviazioni del mondo moderno in campo morale – tolta qualche eccezione – e tutto ciò che riguarda il sacramento dell’Ordine sono ormai a pezzi.
Il modello del cristiano è la scienza umana in ciò che essa ha di più discutibile. Perché non si tratta delle cosiddette scienze esatte, ma di teorie etiche immaginate da pensatori contrari al cattolicesimo.

Il Cammino sinodale tedesco ha intrapreso la strada che sognava: quella che porta allo scisma. - Fonte

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche solo il moltiplicarsi di questi contenitori è un pessimo segno. Brutalmente chi è interessato alla devianza, devii per conto suo, buon viaggio. Siamo ormai alla nausea, sempre con questo sesso in bocca, non si parla d'altro. Bastaaa!

Anonimo ha detto...

Gli uomini di chiesa non si sono fatti problemi a discriminare gli omosessuali nei secoli facendoli sentire dei mostri e dei vomiti d’inferno. È proprio sbagliato che si cerchi di riparare adesso?
E non iniziate con la storia del peccato, perché è peccato anche l’orgoglio ed il giudizio temerario sovrabbondanti negli ambienti “tradizionalisti”.

mic ha detto...

L'omosessuale non va disprezzato ma neppure incensato incoraggiandolo nel peccato anziché farglielo riconoscere... Non è "giudicare", ma si chiama verità nella carità.
Oggi invece, si slimenta ik "pride", cioè l'orgoglio di praticare ciò che normale non è ed è e resta sterile...

Anonimo ha detto...

Personalmente quello che detesto sono i Gay Pride, che detesta pure Dominique Fernandez, grande scrittore omosessuale francese, figlio di un altro grande scrittore, Ramon. Scrive nel suo libro Amants d'Apollon: Bien pis, cet étalage de ce qui restait jusque-là caché ou discret choque beaucoup de jeunes gays eux-mêmes, qui ne peuvent pas s'identifier à cette sorte de tribu aux coutumes et aux costumes trop typés. Etc... (pag. 29). Per di più, il potere borghese sfrutta i Gay Pride, ma disprezza profondamente coloro che sentono attrazione per lo stesso sesso. La invito a leggere i libri di D. Fernandez, de l'Académie française. Io conosco:
- Amants d'Apollon L'homosexualité dans la culture, Grasset, Paris, pp. 656,
- Le Rapt de Ganymède Grasset, Paris, pp. 346,
- La course à l'abîme, Grasset, Paris, pp. 640 (ambientato nella Roma del 1600, è la vita di Caravaggio!).
Effettivamente nella classicità era sconosciuto il disprezzo per l'amore greco e l'omoerotismo: il culto per la Bellezza era vivissimo! Un disprezzo che sa di borghesismo e modernità.

Anonimo ha detto...

Qui non si parla di “pride”. Qui si parla di persone che hanno passato la vita a sentirsi “sbagliate”, a sentirsi dire che non erano degne di questo o quest’altro in virtù del fatto che sentivano attrazione per persone del loro stesso sesso, come se si potesse scegliere di chi innamorarsi. Quante di queste persone hanno dovuto vivere nel nascondimento e nella sofferenza? Quanti hanno subito emarginazioni e violenze in famiglia, tra gli amici, sul lavoro?
E anche questa storia della “carità nella verità” ha un po’ stufato, perché la carità non può andare di pari passo col disprezzo e la discriminazione e la verità non è necessariamente quello che penso io, perché, anche nella Chiesa, ci sono tante opinioni e pensieri diversi e vivaddio che oggi si inizia a discutere e a capire, mentre, nei tempi addietro, che a voi piacciono tanto, le voci scomode venivano subito bollate come “eretiche” e messe a tacere.
C’è da stupirsi se poi alcune di queste persone sviluppino sentimenti violenti contro la Chiesa e i cristiani?

Anonimo ha detto...

Quando ero studente ,alquanto discolo e piuttosto meschino, purtroppo,fra la fine di una lezione e l'inizio di quella successiva, in aula succedeva di tutto.Per fortuna si trattava di pochi minuti perchè molto spesso c'era il rischio che qualcuno si facesse male sul serio.All'arrivo del professore si tornava ,tutti o quasi ,seri e più o meno attenti. Ora i vescovi tedeschi hanno fretta,si sbrigano e non capiscono che possono votare tutto quello che vogliono ma è inutile, non serve a niente.E non vale il detto "cosa fatta capo ha" perchè prima o poi ci sarà un Papa che li caccerà fuori dalla Chiesa.Stanno solo perdendo tempo ed in più rischiano di pagare le loro intemperanze a carissimo prezzo dopo la morte.

Ambrosius ha detto...

"E non iniziate con la storia del peccato, perché è peccato anche l’orgoglio ed il giudizio temerario sovrabbondanti negli ambienti “tradizionalisti”".

Le fonti della divina rivelazione affermano che la sodomia è peccato (come sono anche l'orgoglio ed il giudizio temerario). Infatti, secondo la tua logica non possiamo più parlare di peccato, percchè se la sodomia non è più peccato non è anche l'orgoglio, il giudizio temerario e nient'altro lo è: l'uomo diventa la misura delle cose che sono e non sono (Protagora), e Dio non c'è più e tutto è permesso. Tutto diventa appena questione di convenienza.

Anonimo ha detto...

L'atto sodomitico è un peccato e lo sarà sempre in quanto condannato da Dio.
La Chiesa non ha il potere di aprire ad esso (sarebbe un'apertura nulla, invalida e che aumenterebbe il numero di anime che si danneranno).
Non è peccato d'orgoglio difendere la fede e la morale.
È peccato d'orgoglio (a anche di superbia!) volere aprire a ciò che Dio sesso ha proibito.
I modernisti si sono fatti una nuova religione che rifiuta la Rivelazione divina: orgoglio, superbia e impugnazione della verità conosciuta...e cercano pure di trascinare i credenti nella loro FALSA religione, commettendo pure il peccato di SCANDALO.
Vogliono correre allegramente verso l'Inferno?
Nessun vero cattolico li seguirà, anche se i loro capricci venissero approvati da Bergoglio!

Anonimo ha detto...

Non è un giudizio temerario: si tratta di peccato pubblico. Ripassi il catechismo prima di sentenziare su cosa debba fare la Chiesa.

Anonimo ha detto...

Per il commmentatore che commentava citando il mondo antico. Conterà pur qualcosa se Cristo è "comparso" nella piena estate del mondo antico ed ha sconvolto le sue fondamenta? Che non si dimentichi che la maggior parte degli assurdi culti antichi sia contemporanei a Lui che non, erano profondamente anti-umani, come Cibele, Dioniso, Baal, Moloch. I Romani, più austeri dei greci, osteggiarono per molto secoli fino a rammollirsi accettandoli. Il mondo omosessuale mi ricorda i coribanti di Cibele che giravano vestito da donna e si eviravano durante i rituali. I greci, già fautori di arcaiche forme di ecumenismo e ateismo invece erano già in piena decadenza. Ps: si consideri che le "pulsioni omosessuali" o pederastici, da Platone in poi erano proprie già allora di ricchi viziati e viziosi. Desiderosi di ampliare il loro godimento sensoriale. Il contadino che si ammazzava di lavoro aveva tutto l'interesse (materialisticamente parlando), di avere figli che un domani lo avrebbero sorretto. Saluti, L'anonimo delle 7:25

Anonimo ha detto...

Non ho detto che la sodomia non sia, secondo la dottrina cattolica, peccato. Quello che vorrei sottolineare è che, per molti che si percepiscono buoni cattolici, esistono solo i peccati sessuali, contro i quali scagliarsi senza pietà senza nemmeno cercare di capire ciò che provano le persone, mentre gli altri peccati, quelli che comportano maldicenze o durezze contro gli altri, pettegolezzi e mancanza di carità e, non da ultimo, l’orgoglio che mi fa sentire migliore degli altri perché vado alla messa in latino, spariscono, passano in secondo o terzo piano, come a dire: “io sono etero, quindi sono già un gradino più in alto”.
Spero di essere stato chiaro.

Anonimo ha detto...

Purtroppo non conosco nessun sacerdote (nemmeno 'tradizionale' nel senso di 'non modernista spinto') della mia diocesi che sostenga la dottrina tradizionale della Chiesa sul peccato impuro contro natura, la quale sembra caduta nell'oblio (per qualcuno ricordarla è la stessa cosa di ricordare il 'perfidis judeis'), come la confessione (quasi ovunque i confessionali sono stati rimossi). Non è però soltanto dall'elezione di Bergoglio che la situazione è tale. Bisogna essere onesti.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 14:47,
La questione è che la Chiesa non ha il potere di aprire a ciò che Dio ha proibito e che il suo compito è quello di indicare la strada verso il Paradiso.
L'attrazione fisica verso persone del proprio sesso non è peccaminosa così come non è peccaminoso innamorarsene.
È peccaminoso L'ATTO SODOMITICO.
Chi prova attrazione fisica verso persone del proprio sesso è chiamato a santificarsi vivendo in castità, così come sono chiamati a vivere in castità tutti coloro che non sono sposati.
Di pulsioni disordinate ce ne sono moltissime, ad esempio la pulsione a rubare: è una pulsione che va cambattuta, non assecondata; o forse la Chiesa dovrebbe aprire al furto e chiedere scusa per il fatto di aver fatto sentire i ladri delle "persone sbagliate"?
Sono d'accordo con lei sul fatto che non bisogna discriminare in nessun modo gli omosessuali e che, purtroppo, tali discriminazioni spesso avvengono (ma non soltanto da parte dei credenti, anzi...) ma il punto ora in questione è il seguente : I RAPPORTI SESSUALI FRA PERSONE DELLO STESSO SESSO SONO O NON SONO PECCAMINOSI?
La divina Rivelazione ci dice di SÌ, quindi la questione è chiusa e nulla potrà mai cambiare questa verità.

Pio ha detto...

Quello del Sinodo tedesco è un evidente segno di decadenza, che non a caso trova terreno fertile in quella terra.
La Chiesa Cattolica, avanti di questo passo, dovrà chiedere scusa agli omosessuali per non averli "compresi" nel loro travaglio interiore? Ma siamo seri!
Chieda piuttosto scusa per non essere, sempre più spesso, all'altezza, nei suoi Ministri, del compito affidatole da Gesù Cristo!

Anonimo ha detto...

"...Di pulsioni disordinate ce ne sono moltissime..."

Giustissimo. La famosa tentazione che deve e/o dovrebbe rafforzare la/e virtù corrispondenti. E' questione di abitudine, se uno si abitua alla castità poi veramente la fornicazione non è più quell'assalto che oscura la mente e anche quando la tentazione ricompare veramente basta iniziare un'Ave Maria per esserne fuori, così si impara a riconoscere il Nemico e si sperimenta che il Nemico non può andare oltre la tua volontà sorretta dalla Santissima Vergine Maria. Ma per tutti i vizi, per tutte le pulsioni è la stessa cosa, fondamentalmente veniamo tentati con i vizi, con le pulsioni, con i desideri, con le illusioni per diventare virtuosi, per diventare interiormente consistenti e per poter scoprire chi veramente siamo chiamati ad essere.

Anonimo ha detto...


I Greci e l'amore "greco", qualche distinguo. La pretesa degli omosessuali di infliggere la galera a chi solo critica la loro "tendenza" e di governare le nostre società non può essere accettata, va combattuta.

Veniva tollerato nella prassi, quel tipo di "amore". Ma Platone nell'ultima sua opera, Le leggi, rimasta incompiuta, lo condanna apertamente, sia negli uomini che nelle donne, definendolo atto disordinato e "contro natura". Anche Aristotele non mi sembra fosse tanto a favore del "vizietto", come si chiamava una volta. Nell'esercito romano la sodomia era punita con la morte.

Il problema posto dall'omosessualità oggi è del tutto nuovo e molto più grave che in passato. Perché? Perché gli omo, maschi e femmine, non si limitano a chiedere di essere accettati come sono (come credono di essere per natura). Vogliono imporre il loro modo di essere all'intera società, distruggendo la famiglia secondo natura da loro odiata, e governare gli Stati e proprio in quanto sodomiti, pederasti e lesbiche! Come a dire che vogliono far sparire i rispettivi popoli nella denatalità, nella lussuria contro natura etc.
Questa pretesa della galassia arcobaleno non può essere assolutamente accettata. Così come non può essere accettato l'abortismo di Stato.
E il modo di vivere libertino, corrotto delle nostre società.
Tutto questo deve finire, in un modo o nell'altro. Deve finire il predominio della Rivoluzione Sessuale che ha corrotto i popoli occidentali, dall'inizio degli anni Sessanta.
La pretesa indebita degli omo, con le loro richieste di leggi liberticide come quella preparata dal ddl Zan, che prevedono anni di galera per chi solo ricordasse la condanna evangelica dell'omosessualità (non dimentichiamolo), si basa inoltre sulla frode, cioè sulle bugie di una scienza medica che, senza nessuna prova, sostiene adesso esser l'omotendenza una cosa naturale (nessuna prova perché il cromosoma dell'omosessualità non esiste, non l'hanno trovato - il cervello per natura gay non esiste).
Non è ammissibile che in un Paese civile si consentano cose come le c.d. parate dell'orgoglio gay, che ormai monopolizzano tutto il mese di giugno nell'intero Occidente; che l'accettazione dell'agenda gay, parata compresa, sia condizione preliminare per essere ammessi all'Unione Europea (vedi il caso serbo).
Invece di continuare a recitare la parte delle vittime che sempre più aggressivamente chiedon giustizia, gli omosessuali dovrebbero fare un bagno d'umiltà, pentirsi (di fronte a Dio) del loro grave peccato, convertirsi, cambiar vita, per il bene della loro anima e della società. (Riflettere su: Rom 1, 24-32; 1 Cor 6, 9-11 invece di inveire contro i Sacri Testi).
La relazione omosessuale, anche se privata e nascosta, resta di per sé una perversione dell'ordine naturale delle relazioni umane, che è quello dei due sessi, creati da Dio.

Anonimo ha detto...

Errata corrige:
'perfidis Judaeis'
La tastiera del mio smartphone scrive quello che le pare.

Anonimo ha detto...

C'è anche da dire che se io,etero e sposato vado con un'altra donna compio peccato.Che lo facciano pochi o tanti resta peccato ,perciò mi dovrò confessare e ripropormi di evitare certi comportamenti in avvenire.È una legge impegnativa ,specie da giovani , ma è così .Non credo si possa cambiare ed a ben vedere se si cambiasse il matrimonio non avrebbe più senso.Ciò premesso il Signore Gesù ha detto che bisogna perdonare quasi all'infinito chi accusa i propri peccati e si propone di non ricommetterli in futuro.Si potrebbe obiettare che chi è sposato una moglie ce l'ha già e quindi è facilitato ,ma questo non è sempre vero.

Ambrosius ha detto...

Anonimo 19:49,

Chi ha detto che la sodomia non è peccato sono stati i vescovi tedeschi. Proprio per questo hai commentato qui dicendo:

”Gli uomini di chiesa non si sono fatti problemi a discriminare gli omosessuali nei secoli facendoli sentire dei mostri e dei vomiti d’inferno. È proprio sbagliato che si cerchi di riparare adesso?
E non iniziate con la storia del peccato, perché è peccato anche l’orgoglio ed il giudizio temerario sovrabbondanti negli ambienti “tradizionalisti””.

Riparare approvando ciò che era peccato mortale ieri?

Non esistono appena i peccati sessuali, io e tutti qui abbiamo dei peccati. Ora, una cosa è riconoscerti peccatore, un'altra è vivere il tuo peccato e lottare perché si normalizzi e venga approvato come "voluto da Dio". Questo è esattamente il punto dei cattolici tradizionalisti. Maledicenze, pettegolezzi e mancanza di carità non rischiano di essere affermati come normali in un sinodo di vescovi. È una questione di fede e di morale, non di pratica personale. Vedi la differenza?

Proprio nella pratica personale è che entrano i problemi che lei ha sollevato (maledicenze...), ma concretamente si può parlare bene di chi fa il male? Se può chiamare bene il male e male il bene? Tu stesso accusi i tradizionalisti di essere orgogliosi pensando che andare a messa in latino li renda migliori. Tuttavia, il problema della Messa non è di natura linguistica, ma teologica. Affermare questo orgoglio delle persone che vanno a Messa in latino, è una vera testimonianza? Sarebbe una tua benedizione verso i tradizionalisti?

Adesso e sempre peccato essere duri con gli altri? P. Pio non è stato piacevole con le persone che hanno cambiato vità per il suo amore...

Per fine, come conosce la dottrina cattolica, puoi dirmi quali sono i tre peccati che gridano vendetta al cielo?

Anonimo ha detto...

Questa dell'omosessulità è una delle teste d'ariete per radere al suolo la Chiesa e la società. Per instaurare l'agenda 2030 è necessaria la dissoluzione, il plagio, la droga, la musica a ritmo cardiaco affannato, la diminuzione del QI,la prostituzione a tutti i livelli di qualsiasi carriera, la scomparsa del sistema immunitario, è necessario che l'essere umano diventi un'ameba.

Anonimo ha detto...

Da Wikipedia:
"Le guerre dell'oppio furono due conflitti, svoltisi rispettivamente dal 1839 al 1842 e dal 1856 al 1860, che contrapposero l'Impero cinese sotto la dinastia Qing al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, i cui interessi militari e commerciali nella regione erano stati posti sotto il controllo della Compagnia britannica delle Indie orientali..."

Questa guerra dell'oppio a mio avviso è stata una delle prove fondamentali del moderno Occidente conquistatore, proprio per l'uso dell'oppio quale strumento di conquista. Addormentare il popolo che si vuole sottomettere è stato il metodo poi approfondito, ampliato, raffinato, moltiplicato ed intensivamente usato ovunque e ancora usato in maniera sempre più sottile, pervasiva fino al nostro oggi. Durante i provvedimenti per contenere la malattia covid, si è assistito, oltre a tutto il resto, sul solo territorio italiano, ad un esplosivo commercio della cocaina, per esempio.

Così capiamo che per sottomettere e derubare, senza fare chiasso, un popolo ed il suo territorio, la ghenga occidentale si presenta come samaritana scientificamente e tecnologicamente avanzata per risolvere problemi di arretramento sociale ed economico del paese XY, nel mentre, prima durante e poi, applica, nascostamente furtivamente da pirata smaliziato e patentato, l'arcobaleno della deboscia martellando su tutta la gamma della corruzione, spirituale fisica sociale politica religiosa.

Quindi bisogna saper riconoscere prima di tutto l'ipocrisia, la falsità connaturata, e se possibile fare tana immediatamente con 'presenza di spirito' semplice e rispettosa, poi, se si viene ridicolizzati e colpevolizzati, elencare le malefatte "a fin di bene" nel loro risvolto consapevolmente criminale.

P.S.Durante una parte e/o tutto il periodo delle guerre dell'oppio fu Capo del Governo Benjamin Disraeli (1804-1881). Controllare, per favore.

Anonimo ha detto...

#@ A. h:12.20

In mezzo c'era stata anche una guerra del thè, sempre con la CdI in prima fila, Disraeli, già, famiglia fuggita dal ghetto di Venezia ed emigrata in GB, autore del famoso detto 'Never complain, never explain', molto amato dall'ultima sovrana, c'è altro da aggiungere, anzi, per eleganza ho volutamente taciuto sulle guerre di corsa, veri e propri atti di pirateria nei confronti di tutti gli altri paesi che osavano attraversare i 7 mari di stretta competenza Britannica e caldamente sostenute da tutti i sovrani inglesi, una nota a piè pagina, i membri del Commonwealth, ipocrita definizione di colonie sotto il governo monarchico di Londra, è bene non nutrano troppe speranze di indipendenza con il nuovo Re, già piuttosto ammanicato coi powers that be, e per nulla disposto a rinunciare ai mld. di sterline che derivano dall'amministrazione, eufemismo, dei loro beni statali, figuriamoci, i Windsor attaccati come sono ai soldi, pur essendo taccagni e micragnosi, mai rinunceranno, domani, Deo adiuvante, Queen Elizabeth the 2nd. verrà sepolta e speriamo sia finita lì la saga, ma nutro dubbi.....

Pio ha detto...

Alla base di tutto ciò che l'anonimo del 17/9 21:04 giustamente enumera c'è il dissolvimento della spiritualità, l'assenza di fede in Dio.
L'individuo postmoderno è fragile come il cristallo, è come una casa senza fondamenta.

Ambrosius ha detto...

"Alla base di tutto ciò che l'anonimo del 17/9 21:04 giustamente enumera c'è il dissolvimento della spiritualità, l'assenza di fede in Dio".

Pio, me sembra che hanno messo (e continuano a mettere) in pratica ill programma di Karl Rahner, come ci rivela P. Cornelio Fabro nel libro "L'avventura della teologia progressista":

"Recentemente Rahner ha criticato anche il comunicato conclusivo del Sinodo dei vescovi della Germania Ovest perché non ha seguito la sua linea, cioè «l’imperativo concreto… soprattutto di natura politico-sociale e critico-sociale». Così Rahner nel recente libro Struktur-Wandel der Kirche als Aufgabe und Chance,[3] secondo un vigoroso pubblicista cattolico, è «cambiato da teologo a teorico di politica ecclesiastica, o piuttosto ha chiarito in forma esplicita il cambiamento già implicito nelle altre opere». L’intento principale del programma di Rahner è di mettere insieme nella Chiesa del futuro la «reale spiritualizzazione» con la «declericalizzazione», «demoralizzazione», «apertura», «democratizzazione» [4]. Una simile Chiesa del futuro può attuarsi soltanto dal basso mediante le cosiddette «comunità di base» (Basisgemeinde) alla cui guida le donne stanno alla pari con gli uomini e nelle quali in concreto l’obbligo del celibato dei preti non ha più senso. La spiritualità diventa così senz’altro sinonimo di impegno sociale di gruppo che ha il diritto di agire e svilupparsi in modo autonomo rispetto all’autorità: errori, questi di Rahner, osserva lo scrittore, che sono oggi molto diffusi. E molto diffusa è la paura di fronte allo spauracchio del «ghetto», sbandierato da Rahner e da altri. E conclude: «I vescovi tedeschi riotterranno la loro libertà di azione allorquando si saranno sufficientemente svincolati dalle idee di questo gruppo [di potere teologico] e torneranno a dedicarsi al semplice popolo della Chiesa»[5]. Un monito chiaro ed esplicito che rispecchia la dolorosa impressione della maggioranza dei fedeli, turbati di fronte alle confusioni e agli sbandamenti teorici e pratici che sono avallati da molti (troppi?) ecclesiastici del post-Concilio contro stesso". L'avventura della teologia progressista, P. Cornelio Fabro, Estratto dell'Introduzione.

Anonimo ha detto...

19 settembre 2022 03:08

Tutto vero.Tutto accaduto. Tutto diffuso. Come se ne uscirà?