Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 4 novembre 2024

4 Novembre, Giorno della Vittoria e dell'Unità Nazionale

Lo ripropongo, perché siamo rimasti in pochi a ricordare e a sentirci parte della nostra storia, al di là della cancellazione o delle narrazioni strumentali.

Il 4 novembre l'Italia ricorda l'Armistizio di Villa Giusti - entrato in vigore il 4 novembre 1918 - che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.
Il 4 novembre terminava la Prima Guerra Mondiale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del "Milite Ignoto", nel Sacello dell'Altare della Patria a Roma. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale, celebrata come tale sino agli anni Settanta del secolo scorso.

Fine della I guerra mondiale sul nostro fronte. 
L'armistizio fu concesso dalla Commissione militare interalleata che risiedeva a Parigi-Versailles solo in cambio della resa incondizionata dell'esercito Austro-Ungarico, peraltro in via di dissoluzione, inizialmente per cause interne, successivamente soprattutto in seguito all'offensiva italiana, con il supporto di due divisioni britanniche, una francese, una cecoslovacca, un reggimento americano. L'offensiva, iniziatasi il 24 ottobre a un anno esatto dall'inizio della 12a battaglia dell'Isonzo (Caporetto), bloccata sul Grappa, provocò lo sfondamento irreparabile del fronte nemico sul Piave, in direzione di Vittorio Veneto. Il 29 ottobre, con lo sfondamento avvenuto il giorno prima, l'imperatore Carlo ordinò si iniziassero trattative con l'Intesa, che la Commissione militare interalleata ordinò dovessero aver luogo con l'Italia. Dopo cinque giorni di convulsi colloqui, con la dirigenza austro-ungherese sempre più in preda al caos, l'armistizio fu firmato il 3, in vigore a partire dal 4 successivo. La mentalità c.d. pacifista oggi dominante, diffusa ampiamente anche tra i cattolici, rinnega oggi questa vittoria. Si è anzi diffusa una vulgata bugiarda secondo la quale la I gm sarebbe finita per noi con la sconfitta di Caporetto. Una tesi sostenuta in perfetta malafede anche da ambienti austriaci e tedeschi, nonché italiani.

Con la vittoria nella Igm l'Italia poneva fine a quattro secoli di dominazione straniera, iniziatasi con le Guerre d'Italia (1494-1559) che imposero all'Italia (esclusa la Repubblica di Venezia) il predominio asburgico. La "libertà d'Italia" dei piccoli e deboli Stati rinascimentali veniva ora ristabilita ma nell'ambito di uno Stato unitario, che ora prendeva finalmente possesso di tutto l'arco alpino, so confine naturale e strategico. Era l'Italia della dirigenza liberale e anticlericale, non possiamo nascondercelo. L'ostinata opposizione secolare della Chiesa ad ogni forma unitaria di Stato in Italia aveva alla fine prodotto un conflitto tra Stato e Chiesa che fu risolto solo nel 1929, con la Conciliazione.

Com'è la situazione oggi ai nostri confini? Pessima. A parte gli sbarchi incontrollati, in Alto Adige e al confine sloveno com'è la situazione? Ricordiamoci: il controllo della Valle dell'Adige sino al Brennero è un'esigenza strategica irrinunciabile per lo Stato italiano. 
Per il nazionalismo austro-tedesco (pangermanesimo) il confine con l'Italia dovrebbe essere addirittura al Mincio. Per il nazionalismo sloveno Trieste dovrebbe essere slava. E il Friuli? I francesi sul monte Bianco non hanno un anno fa (silente il CS) tracciato unilateralmente dei confini che violavano un accordo tacito che vigeva da più di un secolo? E i tratti di mare [qui] ceduti da Gentiloni alla Francia?

Ora in carica c'è un nuovo governo portatore di una cultura non più nichilista, se i poteri sovranazionali non lo ostacoleranno. (Historicus)

* * *
Ripropongo di seguito per intero, per non dimenticare, la Canzone del Piave, che nessuno insegna e canta più...

La Canzone del Piave

Il Piave mormorava
Calmo e placido, al passaggio
Dei primi fanti, il ventiquattro maggio
L'esercito marciava
Per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera

Muti passaron quella notte i fanti
Tacere bisognava, e andare avanti

S'udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar dell'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero"

Ma in una notte trista
Si parlò di un fosco evento
E il Piave udiva l'ira e lo sgomento
Ahi, quanta gente ha vista
Venir giù, lasciare il tetto
Poiché il nemico irruppe a Caporetto

Profughi ovunque, dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti

S'udiva allor, dalle violate sponde
Sommesso e triste il mormorio de l'onde
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero
Il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero"

E ritornò il nemico
Per l'orgoglio, per la fame
Volea sfogare tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico
Di lassù, voleva ancora
Sfamarsi e tripudiare come allora

"No" disse il Piave, "No" dissero i fanti
Mai più il nemico faccia un passo avanti

E si vide il Piave rigonfiar le sponde
E come i fanti combattevan le onde
Rosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò: "Indietro va', straniero"

Indietreggiò il nemico
Fino a Trieste, fino a Trento
E la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico
Tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti

Infranse, alfin, l'italico valore
Le forche e l'armi dell'impiccatore

Sicure l'Alpi, libere le sponde
E tacque il Piave: "Si placaron le onde"
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi
La Pace non trovò né oppressi, né stranier

4 commenti:

Anonimo ha detto...

In ricordo agli eroi che consacrarono la loro vita per la Patria, “NON PASSA LO STRANIERO“
Chi oggi sputa su quel sacrificio consegnando la nostra Terra a chiunque, non merita quel sacrificio

Anonimo ha detto...

Quanti eroi giovani hanno sacrificato la vita per la Patria, la nostra bella Italia, e ora confini aperti a tutti, che se ne approfittano perché sanno che qua possono farsi mantenere da noi che ci lasciamo insultare e ci stiamo adeguando a loro.
Se una volta noi donne mettevamo il velo per andare in chiesa in segno di sottomissione a Dio, verrà che lo metteremo per andare fuori casa, in segno di sottomissione all'uomo, se ce lo permetteranno...

Anonimo ha detto...

Mi ricordo bene questo canto e noi quando dice "Non passa lo straniero", cantavamo convinti in milanese DE CHI SE PASA NO. A me fa piangere ancora adesso

Anonimo ha detto...

Troppi italiani sono nemici dell'Italia.A cominciare dai giudici di sinistra profumatissimamente pagati dagli italiani.