Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 10 maggio 2022

E l’Europa? Fotografia a più livelli della condizione europea.

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E l’Europa? Fotografia a più livelli della condizione europea. Macron, che ha ancora la presidenza europea fino a giugno, si è liberato del silenzio elettorale ed ha presentato diverse novità nel discorso di ieri sul futuro dell’Europa.

Poco tempo fa, segnalai l’uscita di Letta in favore di un allargamento delle convenzioni europee a paesi come la Georgia, l’Ucraina e la Moldova ed i balcanici occidentali, progetto già presentato da Michel poco tempo prima. Attualmente, l’adesione dell’Ucraina all’UE, superata la marmellata idealista buona per le conferenze stampa, dovrebbe fare i conti con procedure che semplicemente durano decenni. Altresì, pur essendoci la volontà espansiva di coinvolgere queste periferie per lo più orientali, non è affatto detto, anzi è certo il contrario, che questi candidati abbiamo semplicemente i requisiti minimi per equipararsi al plotone dei 27. Che fare? Ecco allora l’idea di associarli con uno statuto limitato, meno integrativo in senso ampio, ma idoneo per condividere alcuni interessi. 

Uno di questi interessi potrebbe anche essere il dotarsi di territori friend-shoring, per usare il nuovo concetto lanciato dalla ex presidente della FED ora Segretario al Tesoro, Janet Yellen. Il re-shoring è il reimportare produzioni ad attività economiche delocalizzate dove condizioni legali e costo del lavoro era più favorevole al tempo della globalizzazione ormai archiviata, per lo più Asia ed in specie Cina. Il nuovo ordine di Washington che vuole ri-bipolarizzare il mondo (democrazie vs autocrazie) chiama ora a separare queste catene del valore visto che gli amici di ieri diventano i nemici di oggi e soprattutto domani. I friend-shoring allora, sono paesi dove permane il vantaggio giuridico, fiscale e normativo (ad esempio le Filippine per gli USA dove stanno per eleggere il figlio di Marcos), ma che rimangono amici ovvero di area contigua il sistema occidentale. Quale miglior occasione allora di andare incontro alla volontà di associazione di queste periferie europee orientali associandole in sistema che dà qualche chiave ma non tutte quelle del mazzo? Tra l’altro, poiché sarebbe cosa da fare ex-novo, salterebbe i complicati processi di tipica burocrazia bruxellese.  

Se questa volontà sembra chiara in direzione di quantità del sistema europeo, si nota un altro movimento che si pone il problema della qualità. S’è capito che l’UE è una costruzione tipica da periodo congiunturale scambiato per “fine della storia” quando s’era pensato definitivo ed eterno il dominio della filosofia del mercato come ordinatore. Qualche vincolo, qualche regola, il resto lo avrebbe fatto il mercato, questa è l’essenza del progetto unionista. S’è però scoperto col tempo che: a) la storia non era finita; b) c’erano masse migratorie ai bordi meridionali del sub-continente da trattare in qualche modo; c) il mercato di per sé non aveva affatto assorbito ed aiutato a superare i postumi della crisi del 2008-9, anzi li aveva resi endemici; d) arrivava una cosa sconosciuta come la “pandemia” a cui il sistema europeo semplicemente non ha risposto se non facendo pasticci contrattuali nell’acquisto dei vaccini e senza null’altro in termini di politica sanitaria; e) si sono firmati comuni impegni di grande onore in termini di politiche climatiche, ma poi nulla è conseguito come sempre accade quando una unione di principio economico deve trattare problemi di altra natura; f) infine, è poi arrivata addirittura la guerra imponendo logica geopolitica che non è quella economica. 

La guerra ha posto molteplici domande come la consistenza militare europea, la sua stessa assurda disorganizzazione in termini di presunta “unione”, la condizione di totale subordinazione a gli USA, le varie asimmetrie di politica energetica (nonché la totale assurdità di egoismi nazionali tipo norvegesi ed olandesi sul price cap sulle materie prime fossili il cui prezzo è fuori logica e controllo e tra l’altro ben prima della guerra che sull’argomento c’entra poco o nulla), la varietà di interessi da una parte e repulsioni nei confronti della Russia dall'altra. Insomma, l’Unione ad una dimensione è un soggetto cieco, sordo, muto e sostanzialmente paralizzato quando la complessità del mondo pone domande non previste dal copione della misera filosofia del mercato. Che fare, anche qui?

Ecco allora che Draghi lancia l’idea di rivedere i trattati, trenta anni dopo Maastricht ci starebbe pure come logica. L’idea è quella di rivedere la regola dell’unanimità di voto. Si ricordi che Maastricht venne convenuto tra soli 12 paesi di cui uno, il Regno Unito, s’è poi dissociato. Con la logica “più siamo più ci divertiamo” tipica di chi vuole fare commerci ed affari, da 12 siamo passati a 28, poi 27 anche sotto dettato americano che voleva si riassorbissero gli ex Patto di Varsavia (e conseguente allargamento NATO). Così ieri Marcon, liberato dalla sospensione elettorale, ha fatto sentire la sua voce: dobbiamo snellire i processi decisionali rompendo il vincolo di unanimità in favore di quello di maggioranza. Maggioranza semplice o qualificata? Con obbligo di sottomettersi da parte dei perdenti e come semplice ratifica di chi ci sta e chi non ci sta a fare x o y, secondo logica di equilibri e maggioranze variabili per progetti ad hoc? Che ne vien fuori e cosa ne facciamo allora del concetto di “unione” che diventerebbe spazio comune di possibilità per diverse unioni? Non si sa ancora, ovvio, se ne discuterà. 

In chiusura, segnalo che sempre Macron ha espresso una più chiara volontà o forse solo una convinta speranza, di portare la faccenda ucraina ad una chiusura a breve. Da più parti in Europa si comincia a manifestare una opinione di élite (qui da noi De Benedetti, Delrio, lo stesso Letta sembra essersi tolto l’elmetto, oggi Nelli Feroci) sul fatto che gli interessi europei ed americani non coincidono del tutto, soprattutto sui tempi. Chissà se va in questa direzione il discorso dimesso, contenuto ed altrettanto diplomatico di Putin alla parata del 9 maggio in cui gli anglosassoni avevano ardentemente sperato di sentirgli pronunciare la dichiarazione di guerra. Putin ha continuato invece a circoscrivere il conflitto. Oggi Draghi va da Biden e chissà se tra un sorrisone ed una pacca sulla spalla, non porterà avanti la linea sicuramente concordata con Macron e forse Scholz per cui prima o poi si dovrà pur far la pace. "Onorevole per tutti" ha specificato Macron il quale, come notato ieri da Caracciolo, pare faccia lunghe telefonate quotidiane con Putin alla ricerca di una exit strategy

A questo punto, abbiamo scandinavi ed europei dell’est allineati agli USA che vorrebbero chiudere la partita bellica il più tardi possibile (e non a caso Svezia, Finlandia, Danimarca, i tre baltici, Polonia, Cechia, Romania, Bulgaria, Croazia e Slovenia, Malta, si sono già dichiarate fortemente contrarie anche all’ipotesi di cambio dei trattati e delle regole di voto), ed europei dell’ovest che vorrebbero chiudere la partita ucraina il prima possibile, come forse Putin stesso. Zelensky sa che le armi per raggiungere le migliori posizioni negoziali vengono dagli USA ed UK, ma sa anche che i soldi per la ricostruzione (su cui insiste molto di recente) e la stessa apertura al club UE dipendono dagli europei dell’ovest. 

Da notare la profonda crisi ontologica tedesca. Perde il North Stream, armi sì armi no, sfiora l’incidente diplomatico con Kiev, divergenze di coalizione, reinventarsi un futuro visto che la nazione disarmata dedita alla globalizzazione non è più sostenibile (e del business con la Cina che si fa?), per ruolo al fianco della Francia ma con tutta la sua rete storica di contatto dall’altra parte (scandinavi ed europei dell’est), impossibilitata a rinunciare al gas russo (dopo aver perso enormi porzioni di business), tonfo SPD alle recenti elezioni Schleswig-Holstein, Scholz pare abbia perso 12 punti di consenso da quando è stato eletto, i tedeschi stessi paiono tripartiti in fette simili tra chi pensa che rispetto alla crisi Ucraina va bene cosa  è stato fatto, bisognava fare di più, bisognava fare di meno ed tener più conto degli interessi verso la Russia (sondaggio Ard), il futuro economico prima certezza assoluta e perno della religione tedesca è diventato improvvisamente nuvoloso. 

Germania spaccata, Europa spaccata, Occidente divergente (e qualche segnale di perplessità anche negli USA che quanto a "spaccature" non è secondo a nessuno, con la soffiata del NYT probabilmente voluta), Zelensky ne approfitta per giocare su due tavoli ma stando attento a non perdere su entrambi e spaccato anche lui tra oltranzisti e trattativisti, Putin forse spera si rompa il monoblocco occidentale ma chissà in quali tempi, tutto molto aggrovigliato ma anche dinamico. (Pierluigi Fagan)

19 commenti:

Anonimo ha detto...

"Non vedo l'ora di riaffermare l'amicizia e la forte collaborazione tra le nostre due nazioni e di discutere del nostro continuo sostegno all'Ucraina". Lo scrive su Twitter il presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden, in attesa di ricevere alla Casa Bianca il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il premier italiano è atterrato a Washington e alle 14 (le 20 in Italia) incontrerà il leader americano.

Anonimo ha detto...

L'Europa vera... o è dall'Atlantico agli Urali o non è.

Anonimo ha detto...

''L'UE è un soggetto economico [privo, come tale, della SOLA potenza che conta, ossia quella militare] che però pensa di essere un soggetto geopolitico.'' Dario Fabbri

Se non hai potenza militare, semplicemente non esisti (o esisti come soggetto ancillare dell'egemone - gli Stati Uniti, nel nostro caso). Punto (e a capo).

Anonimo ha detto...

Dopo 8 anni a Mariupol sono tornati ad indossare il nastro di San Giorgio, colui che ha sconfitto il drago.
Allora il drago erano i tedeschi fascisti, oggi per le persone che vivono qui è rappresentato dalle ex autorità ucraine.

Video di Vittorio Nicola Rangeloni
https://youtu.be/lOz1RVFw3Z0

Gesù, pensaci Tu! ha detto...

Che groviglio di serpi!
Gesù, pensaci Tu!

Arthur Shopenhauer ha detto...

Spesso noi cerchiamo di rischiarare le tinte fosche del presente, speculando su possibilità favorevoli, e inventiamo speranze chimeriche di ogni genere, ciascuna delle quali è gravida di una delusione, che non tarda a presentarsi quando tale speranza naufragherà contro la dura realtà.
Arthur Shopenhauer

Anonimo ha detto...

L'Ordine sospende anche "Vanni" Frajese, il noto endocrinologo che in tv zittì Sileri sulla sperimentalità dei vaccini. E lui alla Bussola spiega il tradimento della classe medica: «Da ordine e enti regolatori una superficialità sconcertante»; «utilizzare i bambini come cavie è stato il punto di non ritorno dell'anti-medicina»; «i case report sugli effetti avversi mostrano ormai senza ombra di dubbio che il vaccino indebolisce il sistema immunitario, poi la patologia che arriva dipende dai fattori di rischio: è come una bomba, non sai dove arrivano le schegge»; «Le mie pazienti ora sono disperate: 1 vaccinata su 3 ha problemi mestruali»; «ora combatterò in vista di settembre, ma molti medici si stanno svegliando».

Qua è stato l’errore più grande?
Quello più grave, direi è stato utilizzare i bambini come cavie. Lì si è varcata una soglia inaudita. Utilizzare i bambini per sperimentazioni geniche è un punto di non ritorno che segnerà nel male la medicina, bisogna fermarsi e farò di tutto per affermarlo.

Chi incolpa?
Ordine, enti regolatori, governo: il livello di superficialità con cui è stata trattata questa vicenda è sconcertante e in tanti medici si sono fidati con altrettanta e colpevole superficialità. Ma stanno tornando sui loro passi, lo sento nel mio ambiente.

Lei ormai è un personaggio noto. Non trova che sospendere un personaggio che viene chiamato in tv sia un atto più politico che sanitario?
Me lo aspettavo, ma a dire il vero pensavo che sarebbero andati avanti col procedimento disciplinare intentato dall’Ordine per le mie dichiarazioni tv sul vaccino sperimentale davanti a Sileri.

Continua a leggere ... https://lanuovabq.it/it/sospeso-anche-frajese-ll-vaccino-altera-il-sistema-immunitario

stamm frisk ! (Stiamo freschi!) ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/covid-speranza-alla-cgil-campagna-per-quarta-dose-di-vaccino/
Intanto "isso" s'e' confrontato con il ministro del vigore USA e con Antonio Fauci..!

Anonimo ha detto...

"dell’allineamento con paesi più culturalmente avanzati del nostro."
https://www.marcotosatti.com/2022/05/11/iustitia-in-veritate-eutanasia-la-morte-del-diritto/
'azz che progresso..! direbbero a Napoli

Anonimo ha detto...

Solo che tutto continua come prima, peggio di prima.
Peraltro pure io sono stato obbligato al vicino giusto per non morire di fame.

A fronte di questo benefattore i benefattori impallidiscono. ha detto...

Bill Gates afferma che il codice nei vaccini mRNA può essere aggiornato senza che le autorità di regolamentazione se ne accorgano

Fareed Zakaria: "La [tecnologia del vaccino mRNA] si sta trasformando? Penso al modo in cui venivano prodotti i vaccini ai vecchi tempi, ci sono molti tentativi ed errori, devi scolpire il vaccino esattamente nel modo giusto... Ecco, è un versione più prodotta in serie dei vaccini. Significa che possiamo somministrare vaccini per cose come il cancro, per l'AIDS, per tutto?"

Bill Gates: "Non immediatamente, ma il sogno è sì... Gran parte dei finanziamenti per queste aziende di mRNA sono per i vaccini contro il cancro. Parte del bello è che anche se la cosa che stai cercando di attaccare, il cancro , solo un piccolo numero di persone ce l'ha, è così facile cambiare le istruzioni nel vaccino - non devi costruire una fabbrica completamente nuova, ... e si spera che il regolatore veda "oh, stai solo facendo questa piccola cosa , andare avanti' …" link (Bill Gates Says the Code in mRNA Vaccines Can Be Updated Without Regulators Noticing.)
https://gloria.tv/post/Y2gbJZ7ypGde4SJKWrynFbmms#90

Anonimo ha detto...


''la-morte-del-diritto''

No, non raccontiamoci favole, ossia siamo realisti: non c'è nessuna morte del diritto; semplicemente, la legge, nello stato moderno laico e a-confessionale, si dà ancora una volta a divedere come mero strumento in mano di chi ha il potere.

E comunque, se ce ne siamo accorti solo ora, nel 2022, è un po' grave... Però, come si dice? meglio tardi che mai (poi mi rendo conto che titoli del genere servono soprattutto ad aumentare i click e a far montare la rabbia in chi legge, in vista del successivo post pseudo-rassicurante e atto a infondere speranze - che saranno puntualmente frustrate).

Vignetta puntuale . ha detto...

Il sogno americano...
https://gloria.tv/post/ZUinkjfDAMbv6NioMSsHY2vo3#15

Anonimo ha detto...

Il cassiere delle banche che contano è arrivato alla White House, accolto calorosamente dal capo: 'Bene, servo fedele, sarai ricompensato'........per il resto, la IV bombetta? Mah, risulta che moltissimi non abbiano fatto neanche la III, la mascherina, già ho provato a fare un giro dei supermercati, il quasi 90% la indossa, magari male, col naso fuori, sotto il mento, ma ce l'hanno, per evitare inutili discussioni, la porto al collo, in caso la alzo, ma nessuno mi ha detto niente, fuori la indossano solo tristissimi anziani, testa bassa, passo strascicato e ffp2, anche in auto e in moto ce l'hanno........io il sogno americano non l'ho mai avuto perché non mi sono mai piaciuti gli yankees, da un po' rispolvero il greco liceale per leggere messaggi in cirillico......lo so invecchiando si peggiora, mai mi era capitato prima.

Gederson Falcometa ha detto...

Molto probabilmente questo atto porrà fine a qualsiasi tipo di conversazione con la chiesa e la diplomazia russa. Inoltre, considerando ciò che ci insegna il libro "L'imitazione di Cristo" (guarda non chi l'ha detto, ma cosa ha detto): tempo fa, il patriarca Kirill, ha denunciato l'eresia di "adorare l'uomo" che sarebbe un "...'eresia globale' senza precedenti che rivendica il diritto di peccare" (https://sanmichele.altervista.org/index.php/religioni/127-ortodossia/8717-il-patriarca-ortodosso-kirill-la-chiesa-deve-combattere-un-eresia-globale-senza-precedenti-che-rivendica-il-diritto-di-peccare). Forse il patriarca scismatico non si è reso conto che il massimo rappresentante di questa eresia è la religione conciliare con il suo culto dell'uomo (soprattutto ora con Francesco). Sarà che non vedremo un confronto tra la religione conciliare e quella dei scismatici russi?

Prosit! ha detto...

Draghi torna a casa con un vincolo rinsaldato, non solo sulla gestione del conflitto russo-ucraino ma anche sulle altre questioni sul tappeto. Ma non essendo l’Europa minimamente compatta, ben difficilmente l’imprimatur statunitense potrà consentire a Draghi di ottenere quell’investitura alla quale forse ambisce dopo la sua esperienza a Palazzo Chigi.
https://lanuovabq.it/it/draghi-torna-dagli-usa-piu-atlantista-ma-a-chi-giova

In questo momento auguro a Draghi di raggiungere tutte le mete/gli obiettivi che si e' prefisso, il piu' alto pinnacolo.

Anonimo ha detto...

Intervista a Lavrov:
ci sarebbe voluta Oriana Fallaci, per far contenti tutti, forse. Ma, non essendoci Lei (che avrebbe fatto diventare l’intervista un confronto, una sfida) quel che doveva essere, e probabilmente è stato pattuito, pur di avere l’intervista, è stato: delle domande che permettessero all’ospite di fare il suo discorso – compresi i passaggi più antisemiti- e a noi di conoscerne il punto di vista, le verità di parte, le deformazioni. Cioè: è stata fatta non educazione, non pedagogia, non propaganda, non giudizio ultimativo, ma semplice informazione, e ora ne sappiamo tutti qualcosa in più, liberi di trarne noi il giudizio.
Avendo sbagliato in pieno la previsione sull’invasione del 24 febbraio – mi sembrava impossibile, e irrazionale, pur stra-annunciata - ci tengo a essere prudente, adesso, nelle previsioni. Ma non riesco ad accettare che davvero Putin annuncerà, il giorno della parata della Vittoria, una guerra totale. Anzi, mi sembrerebbe logico il contrario. Un colpo di scena sull’asse più improbabile -Vaticano-Ankara-Mosca-Pechino- e la dichiarazione, dalla piazza Rossa, di una disponibilità a sospendere il fuoco e a trattare. Naturalmente da posizioni di relativa forza, con in mano un Donbass allargato e Mariupol, e il corridoio di terra verso la Crimea. Dunque un Putin ferito sì dalla mancata presa di Kiev, dalla mancata caduta di Zelenskj, dalle ingenti perdite di uomini e mezzi, ma comunque in grado di cantare vittoria, sia pure con la “v” minuscola. E di tendere la mano scivolosa a Zelensky, spinto da dietro da Biden e dai suoi ultras nazionalisti: a che cosa è servito resistere se Putin è ancora lì, e i suoi tank anche ? L’imbarazzo, in realtà sarebbe dell’Europa, e dell’Italia: non volevamo morire per Kiev e dobbiamo morire per Donetsk, Lugansk e Mariupol ? E per quanto ancora dovremo fornire armi e soldi, adesso che non si tratta di salvare Kiev, ma di chiudere i conti di una guerra sconosciuta iniziata nel 2014?
Naturalmente c’è chi ci spiega che non è in gioco il destino di una ragione ricca e poveraccia, dilaniata senza che noi lo sapessimo. Dicono che Putin è come Hitler con la Polonia: se lasciamo che ingoi il primo boccone, il suo appetito ci divorerà. In gioco ci sarebbero la libertà, la democrazia, l’Occidente. Non lo credo. Mi pare, piuttosto, che ci siamo infilati in una guerra civile, con i suoi odi e la sua ragnatela di ragioni e di torti, quasi senza accorgercene. E che siamo diventati pendolari assonnati e sempre in ritardo tra questa guerra di confine e la grande guerra tra Russia e Stati Uniti, che trovano l’occasione di combattersi non dove confinano (l’Alaska la comprarono dagli zar, no?), ma in Europa. Trasformando l’Europa in una scolaresca ubbidiente, disposta a rinunciare ai propri interessi, in nome di un’idea. Quale? Per quanto a lungo ? Per le terre irredente di Zelenskj, o per piegare Putin e fargli passare l’appetito ? Non si sa, e non sarebbe la prima volta che ci imbarchiamo in avventure senza sbocco, dalla Libia all’Afghanistan, dall’Iraq alla Siria, fino ai Balcani. E dovrebbero anche spiegarci come si concilia questo pericolo per tutti con il fatto che un giorno sì e uno no ci spiegano che la Russia è militarmente a pezzi. Forse stavolta abbiamo la bacchetta magica, o solo una Casa Bianca abitata da amici, come quando a palazzo Chigi sedeva Massimo D’Alema e la Nato poteva bombardare Belgrado senza commettere crimini di guerra, o senza essere accusata di farlo. Però il tempo è galantuomo, e la realtà ha una sua forza.

Anonimo ha detto...

... segue
Mi hanno fatto tenerezza le accuse a Giuseppe Brindisi, i cui inviti in studio avevo declinato perché mi sembrava troppo schierato, troppo innamorato della Resistenza ucraina. L’ultima volta da lui, avrò sentito dire tre o quattro volte la formula “Mariupol città martire”, come si dice di Londra piovosa o Venezia piena di turisti. Già, la storia delle evacuazione di civili dalla Azovstal – “il cuore pulsante dell’epica resistenziale ucraina”, secondo il Corriere della Sera di oggi - qualche cosa avrebbe dovuto chiarire: parenti dei miliziani? Profughi indirizzati verso la trincea peggiore ? Scudi umani ? Ne sono usciti con il contagocce, e non per responsabilità russa. Fra il 30 aprile e il 1 maggio hanno lasciato la fabbrica 101 persone. Sessantanove tra loro – dunque una maggioranza – hanno scelto di proseguire verso l’Ucraina governativa. Trentadue invece hanno scelto di rimanere nelle repubbliche secessioniste. Nonostante fossero rimasti a vivere come topi nell’ultima trincea di Azov, gli “eroi” del Corriere della Sera che al momento della verità scansano la bella morte e chiedono permessini e corridoi umanitari. Report ha avuto il coraggio del tutto insolito per le grandi televisioni e di più per la Rai, di raccogliere i racconti dei civili di Mariupol, la città martire. E raccontano di chi li ha usati come scudi, e di chi li ha, se non martirizzati usati e gettati. Non mi ha sorpreso. Perché sono gli stessi racconti raccolti da settimane da due paria dell’informazione, Bianchi e Rangeloni (paria per come sono trattati dal resto del circo. Per me sono colleghi come tutti gli altri). La guerra ha sempre due volti, e due propagande. Finora, quella di Kiev, che ha il fascino della vittima, dell’aggredita, ha avuto via libera in ogni circostanza. Come se la propaganda, in guerra, fosse una sola. Ma se dovessi assegnare un premio al miglior racconto letto in questa guerra, lo darei a Vittorio Rangeloni. Che – ricostruisco a memoria, e con parole mie – ha descritto l’incontro con un vecchio combattente secessionista, zio Vasya. Un uomo sulla sessantina, che allo scoppio della guerra civile nella sua Kostantinovka, si arruolò con i ribelli. La cittadina cadde in mano agli altri e lo zio Vasya seguì gli sconfitti, restando con loro da allora a oggi, quasi una mascotte invecchiata, e abbandonando la famiglia. Rangeloni, che lo aveva incontrato in passato, lo ritrova a Mariupol. Zio Vasya gli propone di bere una vodka insieme. Rangeloni, che non ha preso le abitudini del posto, dice che è meglio di no, a quell’ora. “Peccato”, fa zio Vasya. Poi, i suoi commilitoni racconteranno a Rangeloni cosa era successo il giorno prima. Lo zio Vasya, schierato attorno alla Fort Alamo dell’Azovstal, aveva saputo che il suo figlio maschio era lì dentro, con la divisa dell’Azov. A proposito dell’Azov. Ieri era il 2 maggio, anniversario della morte, nel 2014, di 42 manifestanti, assediati nella casa dei sindacati di Odessa dai nazionalisti ucraini, e bruciati vivi. Per l’occasione dell’anniversario i difensori estremi della democrazia europea hanno messo in rete un poster, dove appaiono due belle molotov. Se le guerre civili sono l’orrore, quelle planetarie non sono meglio. Ma non è che quelle che ti ci ritrovi in mezzo quasi per caso, e non sai dove fanno a finire, non è che quelle siano belle e giuste.
Toni Capuozzo

Sto facendo la scrematura : chi e' degno di. nota e chi puo' essere lasciato al suo destino. ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/sospeso-frajese-per-aver-detto-ll-vaccino-altera-il-sistema-immunitario-vi-ricordate-il-medico-che-spaccava-i-femori-per-impiantare-protesi-venne-condannato-ma-mai-sospeso-ne-radi/
Carissimo Dr.Frajese, io ho bisogno di un Medico Endocrinologo vche sia solo Medico e non politico, che non sia pavido, per cui la cerchero' per le cure del caso