Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 25 marzo 2023

Vaticano: verso una sepoltura definitiva della Messa tradizionale?

Purtroppo le voci che circolano da tempo [vedi] acquistano sempre più consistenza. Ma nel mondo della Tradizione la parola d'ordine è resistere [alcuni esempi qui - qui]... Qui indice degli articoli sulla vexata quaestio.

Vaticano: verso una sepoltura definitiva della Messa tradizionale? Secondo il sito di lingua tedesca Summorum Pontificum del 13 gennaio 2023, ripreso dai siti tedeschi katholisch.de e cath.ch il 26 gennaio, una nuova costituzione apostolica limiterebbe ulteriormente la possibilità di celebrare la messa tridentina.
Questa costituzione stabilirebbe quattro nuove disposizioni: 
  •  In nessuna chiesa si può celebrare esclusivamente la Messa antica.
  •  Nelle chiese non si può celebrare ogni domenica secondo il rito antico. 
  • L'uso dei libri del 1962 (con le modifiche volute da Francesco) è autorizzato solo per la celebrazione della messa, ma non per l'amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali. 
  • Ogni sacerdote è tenuto a celebrare anche secondo il messale di Paolo VI.
L'annuncio di questo irrigidimento è, per il momento, solo una voce. Ciò si spiegherebbe con il fatto che alcuni cardinali progressisti troverebbero l'attuazione di Traditionis custodes troppo lenta e indulgente.
Ai loro occhi, troppi vescovi applicherebbero restrizioni liturgiche con esitazione e riluttanza. Un nuovo documento più esplicito potrebbe quindi esercitare una maggiore pressione su questi recalcitranti. A meno che il Rescritto del 20 febbraio che specifica due punti di Traditionis custodes fosse il testo di cui parla la voce.

A guidare gli oppositori della Messa tradizionale è lo stesso prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale Arthur Roche. In un documento del dicembre 2022, il presule britannico ha affermato che "la promozione della liturgia pre-Vaticano II, come se fosse in qualche modo più santa o più orante della liturgia attuale, non è fondamentalmente un problema liturgico, ma un problema ecclesiale".

Secondo lui, l'unificazione liturgica deve rappresentare l'unità della Chiesa. Quando sappiamo che la nuova messa non esiste, poiché in nome della creatività liturgica oggi ci sono tante messe quanti sono i celebranti, possiamo chiederci se questo desiderio di unificazione non sia soprattutto un desiderio di distruzione della Messa Tridentina.

Il futuro dirà se queste minacce di restrizioni, che colpiranno i membri degli istituti ex-Ecclesia Dei e i sacerdoti diocesani legati alla messa di San Pio V, siano giustificate o meno.

Secondo Summorum Pontificum dell'8 febbraio, si tratta di "più che semplici voci", e il documento dovrebbe uscire il 4 aprile, anniversario della promulgazione della costituzione Missale romanum di Paolo VI (3 aprile 1969).
(Fonti: summorum-pontificum.de/belgicatho/cath.ch/DICI n°429 – FSSPX.Actualités)

19 commenti:

RESPICE STELLAM VOCA MARIAM ha detto...

Gli Istituti Ecclesia Dei e i sacerdoti diocesani che hanno accettato, a tempo suo, un compromesso con i modernisti si renderanno finalmente conto che non valeva la pena di servire due padroni e della fregatura nella quale sono incappati? Che la Beata sempre Vergine Maria ben li ispiri, nell'anniversario del giorno più solenne dell'umanità, l'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele, a servire solamente Gesù e Maria, ad abbandonare al suo triste destino la setta conciliare.

Gian ha detto...

Noi comuni fedeli possiamo fare ben poco davanti alla protervia e alla malvagità di un personaggio che ha e sta facendo strame di ogni cosa buona legata alla tradizione della Chiesa. A questo punto non credo che basti semplicemente "resistere". E' arrivato il momento di dire ORA BASTA!

Anonimo ha detto...

Vanno di fretta perché sanno che il loro tempo sta finendo, così come tutti i globalisti che non lasciano passare giorno senza imbottirci con nuove regole e regolamenti, tanto che ognuno di noi necessiterebbe di un segretario per cercare di tenere il passo con il regolecaos

Anonimo ha detto...

Il 25 marzo 1991 chiudeva gli occhi al mondo per aprirli nell’eternità beata S.E.R. Monsignor Marcel Lefebvre, Arcivescovo missionario in Africa, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X per la conservazione della Tradizione della Chiesa, del Sacerdozio Cattolico e della Messa Romana.

“Noi vogliamo rimanere nella vera Religione Cattolica, noi vogliamo continuare questa Religione. Non siamo scismatici, non siamo scomunicati, non siamo della gente che si allontana dalla Chiesa. Questo non è vero, è impossibile che sia vero! Perché continuando ciò che la Chiesa Cattolica ha sempre fatto durante venti secoli, senza cambiare nulla, come possiamo essere scomunicati? come possiamo essere fuori della Chiesa? È impossibile!
Quelli che vanno fuori della Chiesa son quelli che cambiano tutto, quelli che prendono un altro cammino, che hanno cambiato cammino al Vaticano II [...] Questo cammino è falso, condannato da molti Papi [...] Noi facciamo parte della Chiesa Cattolica, questo è sicuro! Quelli che prendono un altro cammino, che cambiano il Sacrificio della Messa, che cambiano i Sacramenti, tutti i riti, prendono il rischio di andare fuori della Chiesa, di perdere le anime”
(Omelia a Torino, 11 giugno 1989)

tralcio ha detto...

Tutto quello che sta accadendo sotto i nostri occhi è racchiuso nel mistero della Divina Provvidenza.

Dio non vuole il male, tuttavia è evidente che ne permetta la manifestazione.
Gesù stesso l'ha sperimentato e per questo motivo la sapienza della croce è essenziale.

Dio è amore. Dall’amore e dell’amore è la libertà e la libertà può anche fare il male e mentire. Ma l’Amore Vero, Dio, dice la Verità sul male (e sulla morte).
L’onnipotenza di Dio nell’amore e nel bene (nel vero e nel bello) è più forte anche della morte, la negazione della vita.

25 marzo: la creatura piena di grazia genera Dio nella carne.
Con il suo sì, Maria è il ponte tra la realtà creata e il mistero Creatore.
Madre di Dio fattosi uomo per liberarlo dal Male passando attraverso un altro mistero del male: la croce del figlio (il figlio di Dio).

L’esperienza e la fede cristiana nel Risorto è innanzitutto crocefissa e i martiri cristiani ne sono i testimoni. Qui sperimentiamo l’aporia tipicamente cristiana, il cortocircuito per la ratio nutrita di tale fides.

La bontà, la verità, la giustizia e l’ordine di Dio permettono che Gli si opponga il contrario. Dall’Unico Bene, come sua negazione, scaturisce il male; come dall’Unica Luce, attraversando il prisma della storia, si scompongono vari colori che sembrano sminuirne lo splendore.

Nella preghiera al Padre Nostro si dice esplicitamente della possibilità di entrare nella prova. Gesù insegna a pregare il Padre chiedendo di non entrare in questa prova (e tentazione). In più insegna a chiedere al Padre di liberarci dal male (o dal Maligno, suo regista). La prova però è salutare: come una potatura che ferendo la pianta la rende più fruttifera. Il Divino Potatore, lo troviamo più volte, “castiga quelli che ama”. Il castigo (castum agere) purifica.

Oggi, 25 marzo, pensiamo anche a San Giuseppe e alla sua prova di fede e di amore.
Pensiamo alle prime parole dette da Maria di cui riferisce il vangelo, al momento dell'annunciazione angelica: "Come è possibile?". E subito dopo: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
Poi, 32 anni dopo, a Cana, le sue ultime parole testuali: "Fate quello che vi dirà" (Gesù).

Sia fatta la Tua Volontà o Signore. Stando sul ponte tra il mistero di Dio e quello della storia. Per esserlo da pieni di grazia, bisogna stare sul ponte come la corredentrice.

Confidare negli uomini è deludente. Fidarsi di Dio passa dalla croce.
La Verità vince: solo così si diventa veramente liberi.

Anonimo ha detto...

Quanta solerzia! Invece per i vescovi che benedicono le unioni tra sodomiti in totale disprezzo della Bibbia... nessun provvedimento contro!!

Anonimo ha detto...

Mons. Marcel Lefebvre di v.m., un bastione del Cattolicesimo, che Iddio l'abbia in Gloria!
Arnaldo T. Maria Canziani

by Tripudio ha detto...

Siamo preoccupati ma non ci fasciamo la testa prima di essercela rotta.

Nella neochiesa conciliare è tutta un'anarchia liturgica - si veda ad esempio quel cancro spirituale denominato "Cammino Neocatecumenale" nonostante addirittura le «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005 -, fermo restando che noi cattolici siamo più ricattabili perché... abbiamo una coscienza che non vogliamo sporcare e siamo abbastanza ignoranti da non ricordare che ubbidire ad un ordine ingiusto non è ubbidienza ma servilismo, connivenza, complicità.

Bisognerà convincere i sacerdoti che ancora osano celebrare la Messa di sempre che più si piegheranno ai ricatti, e più indurranno i modernisti a ricattare.

Del resto i veri fautori del Vaticano II si stanno estinguendo per meri motivi biologici di vecchiaia abbondantemente superata. Gli altri fautori sono tali solo per paura di conseguenze. Basterà che qualcuno osi finalmente gridare che "il re è nudo".

Anonimo ha detto...

Il più eccelso degli angeli fu mandato dal cielo per dir «Ave» alla Madre di Dio.
Al suo incorporeo saluto vedendoti in lei fatto uomo, Signore, in estasi stette,
acclamando la Madre così:

Ave, per te la gioia risplende;
Ave, per te il dolore s’estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, tu abisso profondo agli occhi degli angeli.
Ave, in te fu elevato il trono del Re;
Ave, tu porti colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il sole precorri;
Ave, o grembo del Dio che s’incarna.
Ave, per te si rinnova il creato;
Ave, per te il Creatore è Bambino.
Ave, Vergine e Sposa!
Ben sapeva Maria d’esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva:
“Il tuo singolare messaggio all’anima mia incomprensibile appare:
da grembo di vergine un parto predici, esclamando: Alleluia!”.
Desiava la Vergine di capire il mistero e al nunzio divino chiedeva:
“Potrà il verginale mio seno mai dare alla luce un bambino? Dimmelo!”.
E quei riverente acclamandola disse così:
Ave, tu guida al superno consiglio;
Ave, tu prova d’arcano mistero.
Ave, tu il primo prodigio di Cristo;
Ave, compendio di sue verità.
Ave, o scala celeste che scese l’Eterno;
Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.
Ave, dai cori degli angeli cantato portento;
Ave, dall’orde dei demoni esecrato flagello.
Ave, la luce ineffabile hai dato;
Ave, tu il «modo» a nessuno hai svelato.
Ave, la scienza dei dotti trascendi;
Ave, al cuor dei credenti risplendi.
Ave, Vergine e Sposa!

(Dall’inno Akathistos)

Anonimo ha detto...

La maggioranza non fa la verità, la verità deve essere la maggioranza.
In Mgr. Marcel Lefebvre, "Lo hanno DETRONIZZATO", ed. Fideliter

Anonimo ha detto...

Memento.

"Certo la questione della liturgia e dei sacramenti è molto importante, ma non è la più importante. La più importante è la questione della fede. Per noi è risolta. Noi abbiamo la fede di sempre, quella del Concilio di Trento, del catechismo di San Pio X, di tutti i Concilii e di tutti i Papi di prima del Vaticano II. Per anni, a Roma, si sono sforzati di dimostrare che tutto quello che c’era nel Concilio era perfettamente conforme alla Tradizione. Oggi si rivelano. Il cardinale Ratzinger non s’era mai espresso con tanta chiarezza. Non c’è Tradizione. Non c’è più deposito da trasmettere. La Tradizione nella Chiesa è ciò che dice oggi il Papa. Dovete sottomettervi a ciò che il Papa e i vescovi dicono oggi. Ecco cos’è per loro la Tradizione, la famosa tradizione vivente, solo motivo della nostra condanna. Oggi non cercano più di provare che ciò che dicono è conforme a ciò che ha scritto Pio IX, a ciò che ha promulgato il Concilio di Trento. Tutto questo è finito, superato, come dice il cardinale Ratzinger. È chiaro, e avrebbero potuto dirlo prima. Non ci saremmo presi la pena di parlare, di discutere. Adesso c’è la tirannide dell’autorità, perché non ci sono più regole. Non ci si può più riferire al passato. In un certo senso, oggi le cose diventano più chiare; e ci danno sempre più ragione. Noi abbiamo a che fare con della gente che ha una filosofia diversa dalla nostra, un altro modo di vedere, influenzato da tutti i filosofi moderni e soggettivisti. Per loro non c’è una verità fissa, non ci sono dogmi. Tutto è evoluzione. Si tratta di una concezione del tutto massonica. È veramente la distruzione della fede. Fortunatamente, noi continuiamo ad appoggiarci alla Tradizione»

«Io non sono cambiato. Ho pregato e fatto ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Non ho mai cambiato ciò che la chiesa decretò nel Concilio di Trento e nel Concilio Vaticano I. Quindi chi è cambiato? È il nemico, come disse Papa S. Pio X, il nemico che sta lavorando dentro la Chiesa perché vuole che la Chiesa perda la sua Tradizione." (Venezia, 7 Aprile 1980)

Anonimo ha detto...

Andrea Sandri
Leggo una preziosa citazione di Monsignor Marcel Lefebvre di cui ricorre oggi l'anniversario della morte (25 marzo 1991):

«Adesso c'è la tirannide dell'autorità, perché non ci sono più regole. Non ci si può più riferire al passato».

In poche parole tutta la sostanza e l'origine del problema: la Chiesa è stata risucchiata nel gorgo del positivismo compiuto. Difficilmente avrebbe potuto sottrarsi alla più potente corrente dello spirito del tempo cui, in ogni epoca, i suoi membri generalmente soggiacciono (la carne è debole). Ne uscirà.

25 III 1991 + 25 III 2023 ha detto...

Per l'anima santa di Mons. Marcel Lefebvre:
Pie Iesu Domine, dona ei requiem sempiternam.

Da Fb ha detto...

PERENNEMENTE GRATI

"E la prima unità che deve ricercare la Chiesa, che ha sempre ricercato e in cui si è sempre ritrovata, è l'unità della fede.
Nella misura in cui tutta la gerarchia della Chiesa professa la medesima fede, essa è unita."

Monsignor Marcel Lefebvre (29/11/1905-25/03/1991)

Problema ecclesiologico oltre che liturgico ha detto...

Di fronte all'altare di San Filippo Neri

Una domanda che mi pongo un po' ossessivamente: si può, senza commettere scisma e peccato grave, assistere a una Messa celebrata da un soggetto che ritiene che la vera fede cattolica abbia trovato nella chiesa latina autentica espressione liturgica soltanto nel 1970?
Qui non sta tanto in primo piano la controversia sul NO (che piaccia o no è celebrato in tutte le diocesi dell'orbe), ma la fede stessa della Chiesa. La tanto criticata formula di Benedetto XVI («due forme dello stesso rito») non era, pur nella sua apparente astrattezza e difficoltà, così priva di senso. Necessariamente transitoria, se si vuole, ma non inopportuna rebus sic stantibus. (Andrea Sandri)

tralcio ha detto...

Caro Andrea Sandri, si torna sempre lì: aveva ragione quello al quale non fu dato aiuto quando sarebbe stato opportuno e giusto. Adesso ci teniamo quel che abbiamo... Purificandoci.

Anonimo ha detto...

Una vita santa e a servizio della chiesa, rovinata in età pensionabile dai capricci di nove ragazzi a cui non andava bene il loro seminario.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Anonimo ha detto...

Nolite iudicare, ut non iudicemini. (Matteo, 7, 2)

Anonimo ha detto...

Noi comuni fedeli possiamo fare poco? È quello che pensa Lei. Io ed altri fedeli abbiamo aderito all'iniziativa "Una casa una chiesa". Abbiamo deciso di aprire le nostre case ad ogni sacerdote che desidera celebrare la Santa Messa di rito tridentino. Se le chiese sono chiuse alla Tradizione, le nostre case rimangono aperte ad ogni sacerdote che vuole far vivere la tradizione cattolica.