(Giovanni Paolo II, Angelus 1 luglio 1984)
Durante tutto il mese di giugno la Chiesa mette davanti a noi i misteri del Cuore di Gesù, Dio-Uomo. Questi misteri sono enunziati in modo penetrante nelle Litanie del Sacratissimo Cuore, che possono essere cantate, possono essere recitate, ma soprattutto debbono essere meditate.
Tutti questi misteri sono stati proposti nella loro globalità dalla liturgia della solennità del Sacratissimo Cuore.
Ecco le parole di San Giovanni Apostolo: "Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati"... (1 Gv 4, 10) "perché noi avessimo la vita per lui" (1 Gv 4, 9).
V'è qui la sintesi di tutti i misteri nascosti nel Cuore del Figlio di Dio: l'amore "preveniente" l'amore "soddisfattorio" - l'amore vivificante.
Questo Cuore pulsa con il sangue umano, che è stato versato sulla Croce. Questo Cuore pulsa con tutto l'inesauribile amore che è eternamente in Dio. Con questo amore esso è sempre aperto verso di noi, attraverso la ferita che vi ha aperto la lancia del centurione sulla Croce.
Questo Cuore pulsa con il sangue umano, che è stato versato sulla Croce. Questo Cuore pulsa con tutto l'inesauribile amore che è eternamente in Dio. Con questo amore esso è sempre aperto verso di noi, attraverso la ferita che vi ha aperto la lancia del centurione sulla Croce.
"Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri". L'Amore fa nascere l'amore, sprigiona l'amore e si realizza mediante l'amore. Ciascuna particella di vero amore nel cuore umano ha in sé qualcosa di ciò di cui il Cuore del Dio-Uomo è colmo senza limiti.
Perciò Egli chiede a noi nella liturgia della solennità del Sacratissimo Cuore: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me".
Tu, o Madre di Cristo, che hai ubbidito per prima a questa chiamata, insegnaci ad aprire i nostri cuori dell'Amore che è nel Cuore di Gesù, come tu gli hai aperto il Cuore sin dal primo "fiat". E come l'hai aperto sempre. Insegnaci, Madre, ad essere in intimità, nella verità e nell'amore, con il Cuore divino del tuo Figlio.
Litanie del Sacro Cuore di Gesù
Kyrie, eléison. Christe, eléison. Kýrie, eléison. Christe, audi nos. Christe, exáudi nos. Pater de cáelis, Deus, miserére nobis. Fili, redémptor mundi, Deus, R. Spíritus Sancte, Deus, R. Sancta Trínitas, unus Deus, R. Cor Iésu, fílii Patris aetérni, miserere nobis Cor Iésu, in sinu Vírginis matris a Spíritu Sancto formátum, R. Cor Iésu, Verbo Dei substantiáliter unítum, R. Cor Iésu, maiestátis infinítae, R. Cor Iésu, templum Dei sanctum, R. Cor Iésu, tabernáculum Altíssimi, R. Cor Iésu, domus Dei et porta cáeli, R. Cor Iésu, fornax ardens caritátis, R. Cor Iésu, iustítiae et amóris receptáculum, R. Cor Iésu, bonitáte et amóre plenum, R. Cor Iésu, virtútum ómnium abýssus, R. Cor Iésu, omni láude digníssimum, R. Cor Iésu, rex et centrum ómnium córdium, R. Cor Iésu, in quo sunt omnes thesáuri sapiéntiae et sciéntiae, R. Cor Iésu, in quo hábitat omnis plenitúdo divinitátis, R. Cor Iésu, in quo Pater sibi bene complácuit, R. Cor Iésu, de cúius plenitúdine omnes nos accépimus, R. Cor Iésu, desidérium cóllium aeternórum, R. Cor Iésu, pátiens et múltae misericórdiae, R. Cor Iésu, dives in omnes qui ínvocant te, R. Cor Iésu, fons vítae et sanctitátis, R. Cor Iésu, propitiátio pro peccátis nostris, R. Cor Iésu, saturátum oppróbriis, R. Cor Iésu, attrítum propter scélera nostra, R. Cor Iésu, usque ad mortem obóediens factum, R. Cor Iésu, láncea perforátum, R. Cor Iésu, fons totíus consolatiónis, R. Cor Iésu, vita et resurréctio nostra, R. Cor Iésu, pax et reconciliátio nostra, R. Cor Iésu, víctima peccatórum, R. Cor Iésu, salus in te sperántium, R. Cor Iésu, spes in te moriéntium, R. Cor Iésu, delíciae sanctórum ómnium, R. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Dómine. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Dómine. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis. Iésu, mitis et húmilis corde, fac cor nostrum secúndum cor tuum. Orémus. Omnípotens sempitérne Deus, réspice in cor dilectíssimi Fílii tui, et in láudes et satisfactiónes quas in nómine peccatórum tibi persólvit, iísque misericórdiam tuam peténtibus tu véniam concéde placátus, in nómine eiúsdem Fílii tui Iésu Christi. Qui tecum vivit et regnat in sáecula saeculórum. Amen |
Signore, pietà Cristo, pietà Signore, pietà Cristo, ascoltaci Cristo, esaudiscici Padre celeste, Dio - abbi pietà di noi Figlio redentore del mondo, Dio, R. Spirito Santo, Dio, R. Santa Trinità, unico Dio, R. Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Padre, R. Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine-Madre, R. Cuore di Gesù, sostanzialmente unito al Verbo di Dio, R. Cuore di Gesù, maestà infinita, R. Cuore di Gesù, tempio santo di Dio, R. Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo, R. Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo, R. Cuore di Gesù, fornace ardente di carità, R. Cuore di Gesù, santuario di giustizia e di carità, R. Cuore di Gesù, traboccante di bontà e di amore, R. Cuore di Gesù, abisso di tutte le virtù, R. Cuore di Gesù, degnissimo di ogni lode, R. Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori, R. Cuore di Gesù, in cui si trovano tutti i tesori di sapienza e di scienza, R. Cuore di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della divinità, R. Cuore di Gesù, in cui il Padre si compiacque, R. Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo attinto, R. Cuore di Gesù, desiderio dei colli eterni, R. Cuore di Gesù, paziente e immensamente misericordioso, R. Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli che ti invocano, R. Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità , R. Cuore di Gesù, ricolmato di oltraggi, R. Cuore di Gesù, propiziazione per nostri peccati, R. Cuore di Gesù, spezzato dai nostri peccati, R. Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte, R. Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, R. Cuore di Gesù, fonte di ogni consolazione, R. Cuore di Gesù, vita e risurrezione nostra, R. Cuore di Gesù, pace e riconciliazione nostra, R. Cuore di Gesù, vittima dei peccatori, R. Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te, R. Cuore di Gesù, speranza di quanti muoiono in te, R. Cuore di Gesù, felicità di tutti i santi, R. Agnello di Dio che prendi su di te i peccati del mondo - perdonaci, Signore Agnello di Dio che prendi su di te i peccati del mondo - esaudiscici, Signore Agnello di Dio che prendi su di te i peccati del mondo - abbi pietà di noi Gesù. mite e umile di cuore: rendi il cuore nostro simile al tuo Preghiamo. Dio onnipotente ed eterno, volgi lo sguardo al Cuore del tuo dilettissimo Figlio ed alle lodi ed alle soddisfazioni che egli a Te dà per i peccatori. E, a coloro che domandano la tua misericordia, perdona nel nome del Tuo Figlio Gesù. Egli che, Dio, vive e regna con Te in unità con lo Spirito Santo, Dio, nei secoli dei secoli. Amen. |
11 commenti:
Non insistiamo oltre sul significato e sull’obbligo dell’abito talare previsto dalle vigenti norme canoniche (di cui tante volte abbiamo scritto), norme alle quali alcuni sacerdoti si ritengono «superiori», ma esprimiamo la nostra solidarietà al novello sacerdote e a tutti, ai tantissimi giovani sacerdoti che quotidianamente sono oggetto di dileggio per la loro fedeltà a Cristo anche attraverso l’abito che indossano,
http://blog.messainlatino.it/2021/06/a-bergamo-un-nuovo-attacco-al-novello.html#more
Leggendo questo mi e' venuto da sorridere perche'quando cammino per le vie di Roma mi capita di incontrarli ( per es in via del Quirinale) e quando l'incrocio faccio come i bambini , sorridendo gli lancio un bel "Sia lodato Gesu' Cristo e Dio la benedica"!
Trentatré invocazioni litaniche, una per ogni anno della vita terrena del Nostro Signore Gesù Cristo. Cor Jesu Sacratissimum miserere nobis.
Chi torna al suo passato non esce dalla Chiesa
Nei momenti di confusione pericolosa occorre fare un passo indietro. Non si fa forse proprio così nella vita? Di fronte a una situazione confusa, difficile da districare, che ci rende preoccupati e perplessi, ci si ferma e poi si fa un passo indietro, astenendosi dall'avanzare nel pericolo.
È anche ciò che abbiamo fatto nella fede. Sì, crediamo che l'immagine rende idea delle nostre scelte. Amiamo la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e nostra Madre, amiamo il Papa e il Vescovo, ma di fronte all'evidente confusione della vita cristiana intorno a noi, ci rifiutiamo di avanzare nell'ambiguità e nell'incertezza e domandiamo la grazia di restare nel cristianesimo sicuro.
In fondo la nostra posizione è tutta qui. Per questo riteniamo, e abbiamo sempre ritenuto, di non essere nella disobbedienza. Saremmo nella disobbedienza se inventassimo un “altro cristianesimo”, se ci inventassimo “una nostra messa”, una “nostra pastorale”, un “nostro catechismo”, se riconoscessimo degli “altri superiori” fuori da quelli che la Chiesa ci ha dato nel Papa e nel Vescovo.
No, noi non facciamo nulla di tutto questo. Semplicemente, giudicando piena di confusione e di pericolo la nuova pastorale, il nuovo rito della messa, la nuova catechesi, ci avvaliamo del diritto che la Chiesa ha sempre riconosciuto alle anime nei momenti di crisi: ci atteniamo alla precedente prassi e dottrina della Chiesa, a quella sicura, a quella prima dello scoppio della crisi.
Infatti, per la Messa, non andiamo a cercare chissà quale rito arcaico, ma ci atteniamo al Messale del 1962, quello promulgato da Papa Giovanni XXIII, perché le lievi modifiche e aggiunte apportate in quella riforma non hanno nella sostanza intaccato la Messa Romana di sempre. Non andiamo a cercare ciò che ci piace, ma obbediamo alle riforme della Chiesa, quelle sicure e solo a quelle sicure. E così facciamo per tutti gli altri aspetti della disciplina sui sacramenti e per tutto l'apostolato.
Così facendo, siamo certi di non andare fuori dalla Chiesa, che è la stessa ieri e oggi. Non ci sono due Chiese, una prima e l'altra dopo il Concilio. No, ce n'è una sola! Ci sono invece, nella stessa Chiesa, riforme accettabili e riforme non accettabili; sono inaccettabili in coscienza le riforme che mettono in pericolo la fede e la vita cristiana. E siccome la Fede è il bene supremo, non è concesso a nessuno nella Chiesa esporla al pericolo.
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Sappiamo, ne siamo coscienti, di esprimere un giudizio severo sulle svolte della “chiesa moderna”. D'altronde, ad uno sguardo spassionato, gli esiti disastrosi dell' “ammodernamento” della Chiesa di questi ultimi decenni sono innegabili. L'ultima riforma del messale e conseguentemente di tutta la vita cattolica sta uccidendo il cattolicesimo nei nostri paesi. Negarlo è pura ideologia.
Chiediamo e viviamo la libertà dei figli di Dio, che amando la Santa Madre Chiesa, dicono ai suoi legittimi Pastori: noi continuiamo su quello che ci avete insegnato un tempo, e continuando nella Tradizione siamo certi di contribuire, nonostante la nostra povertà, alla edificazione della Chiesa stessa.
Uniamo così due atteggiamenti che in coscienza ci sembrano non disgiungibili:
- un grande amore e rispetto per la Chiesa
- una vigilanza per non mischiare mai la grande Tradizione della Chiesa con le ambiguità delle riforme post-conciliari, e questo non soltanto nel rito della messa.
Amore e severità, insieme. Anche perché amare la Chiesa non in astratto, significa preservare il suo tesoro costituito dalla Rivelazione divina, Tradizione e Scrittura insieme. Ma la Rivelazione si è declinata e trasmessa in ciò che la Chiesa ha sempre creduto e praticato, a partire dalla Messa Cattolica. Sbaglia chi, avendo capito il terribile pericolo interno al Cattolicesimo attuale, piange in privato ma non interviene per rispetto alla Chiesa. Ama davvero chi la Chiesa la difende.
Ciò che appare disobbedienza non lo è. È invece il più grande servizio che un credente possa fare alla Sua Madre.
Chi parla di disobbedienza parlando dei “Tradizionalisti” (termine non bello, ma lo usiamo per capirci), lo fa per ignoranza: pensa che la Chiesa abbia una autorità assoluta su tutto. No, la Chiesa obbedisce a Gesù Cristo, ne è il suo corpo; deve custodire ciò che il Signore le ha consegnato, Verità e Grazia. Non inventa la Chiesa, ma trasmette.
Per questo non può essere illegittimo decidere di stare nella Tradizione più sicura. Non esce dalla Chiesa chi sta al suo passato, ne esce chi inventa un cristianesimo nuovo.
(radicatinellafede.blogspot.it)
“ LA CHIESA SI È MESSA IN PERICOLO E C’È IL RISCHIO DI UNO SCISMA”
Stefano Filippi per “la Verità”
MONSIGNOR LUIGI NEGRI,
domanda=D :
Nel recente discorso alla Curia romana papa Francesco ha ripetuto che «quella attuale non è un' epoca di cambiamenti ma un cambiamento d' epoca».
risposta= R
«Non è il solo ad aver detto questa frase».
D ) Che ne pensa?
R ) «Mi sembra che il problema in questo momento non sia quello di cesellare meglio le espressioni. Il problema è molto più radicale , sono venuti meno, più o meno improvvisamente, alcuni riferimenti di fondo su cui l'uomo fino a un certo periodo ha posto la sua fiducia, e in forza di questa fiducia ha affrontato la vita. Oggi l'uomo su che cosa poggia? Ecco la tragedia: su niente. E nessuno se ne accorge, meno che mai l'uomo stesso».
D ) Che si dovrebbe fare?
R ) «Bisogna che qualcuno dica all'uomo di oggi che deve recuperare il senso della sua esistenza, il "mestiere duro d'esser uomo", come diceva Cesare Pavese. Il mestiere di affrontare l'esistenza cercando di assecondare le grandi domande che porta nel cuore: il senso del vero, del bene, del bello, del giusto. Queste cose non sono finite, non c'è cambiamento d'epoca che tenga».
D ) Che cosa intende?
R ) «Cambiamento d' epoca non vuol dire che sono sparite le grandi domande, ma eventualmente che è cambiato l'uomo, il quale può anche non porsi più tali domande. Il problema è l'uomo, che cosa vuole, che cosa desidera».
D ) Chi può rispondere a questi interrogativi?
R ) «Bisogna che l'uomo si rimetta in gioco e capisca da che parte andare. Se affrontare la sfida del mistero, di ciò che non conosce se non approssimativamente ma che pure innegabilmente domina comunque la sua vita, oppure se stare quieto nelle proprie quattro cose sistemando e risistemando le quali pensa di trovare una qualche consolazione all'esistenza, come ha più volte sottolineato da par suo il grande Benedetto XVI».
D ) Sintetizzi.
R ) «La questione è questa: che cosa vuole l'uomo per sé. È questa la grande rivoluzione iniziata con la venuta del Signore Gesù Cristo, che ha chiamato l'uomo di ogni tempo a prendere coscienza della sua vita per affrontare dignitosamente gli aspetti della sua esistenza».
D ) Il Papa dice che compito della Chiesa è «lasciarsi interrogare dalle sfide». Le sembra sufficiente?
R ) «Mi pare pochino. Le sfide non sono acqua che, come mi ricordava spesso don Giussani, piove sul marmo lasciando tutto come prima: esse sono provocazioni perché l' uomo si rimetta in moto e vada cercando nelle vicende piccole della vita la grande questione del senso. "E io che sono?", si chiedeva il pastore errante di Leopardi».
D ) Lei dice: cambiano le epoche, ma non cambia la questione umana. È così?
R ) «Ecco. L'uomo senza Dio perde la sua consistenza, non sa più chi è. Questo è quello che mi ha insegnato Benedetto XVI con una profondità e un rigore di cui gli sarò sempre grato».
D ) La Chiesa quali sfide deve affrontare in un mondo che non riconosce più Dio?
R ) «La Chiesa, come io stesso e come chiunque, deve affrontare la sfida della propria identità. Qual è la sfida che ci portiamo addosso per il fatto di essere vivi? Che dobbiamo sapere chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, che senso ha il vivere di ogni giorno, il lavorare, il sentire, il morire. La questione umana risorge continuamente nel variare delle circostanze, per cui fare grandi analisi sulle circostanze serve molto poco».
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D ) Don Giussani rilanciò una domanda del poeta Thomas Eliot: «È la Chiesa che ha abbandonato l'umanità, o è l'umanità che abbandonato la Chiesa?». Lei che risposta dà?
R ) «Quella che umilmente ho sempre dato: entrambe. La Chiesa abbandona l'uomo nella misura in cui non vive la responsabilità di proporgli il senso ultimo della sua vita. Di contro, l'uomo può dimenticare sé stesso se insegue i problemi personali, affettivi, sociali, culturali, etici, pensando di trovare una soluzione adeguata secondo quello che il mondo suggerisce».
D ) I cristiani devono restare fuori dal mondo?
R ) «Mi ha colpito molto, qualche anno fa, quanto mi diceva un esegeta al termine di un convegno. Mi chiese se sapessi qual era l' espressione che statisticamente ricorre più spesso nei testi di San Paolo».
D ) Qual era?
R ) «Questa: "Non conformatevi alla mentalità di questo mondo". Paolo ha insegnato della prudenza, della carità, della castità, dei costumi, ha insegnato tutto il quadro della morale cattolica. Ma la questione fondamentale è che l'uomo dia un senso adeguato al proprio vivere».
D ) E quali sono le responsabilità della Chiesa nell'abbandono dell' umanità?
R ) «Le possiamo concentrare in un punto unico: se la Chiesa vive la sua identità come presenza nel mondo del mondo nuovo di Dio, oppure se evita questa fatica e rincorre problemi importantissimi ma particolari non illuminati dalla domanda sul senso della vita umana».
D ) Intende temi come, per esempio, i cambiamenti climatici o i flussi migratori?
R ) «Dev'essere chiara la gerarchia. A un figlio di 3 anni, un padre non può spiegare un trattato di trigonometria, ma prende il pane e il latte e dice: mangia. Bisogna ricuperare questa fondamentale sanità».
D ) La Chiesa è in pericolo?
R ) «Sì. Si è messa in pericolo, perché nessuno può mettere in pericolo la Chiesa se non sé stessa. La Chiesa non è in pericolo perché ci sono problemi, sono cambiate le epoche o la assediano forze eversive: non c'è periodo della storia in cui la Chiesa non fosse presa d'assalto. Ma la Chiesa di oggi ha pensato che il problema della sua esistenza sia tentare di risolvere i problemi del mondo anziché vivere lo spettacolo sempre nuovo della sua identità».
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D ) C'è un rischio di scisma?
R ) «In ogni momento della Chiesa è possibile uno scisma. Ritengo che ci siano spazi, nella Chiesa cattolica, in cui si vive già in una situazione di scisma, non so quanto consapevolmente».
D ) A che cosa si riferisce?
R ) «Io ho dovuto costringere dei preti della diocesi in cui ero vescovo a riprendere a dire durante la messa il Credo, minacciando di togliere loro la facoltà di celebrare».
D ) La messa di precetto senza Credo non è invalida?
R ) «Non è legittima, cioè non è detta secondo il canone».
D ) Insomma, dilaga l' arbitrio.
R ) «Come no».
D ) Tra i preti?
R ) «Non solo, non facciamoli più cattivi di quello che sono. Dilaga l'arbitrio perché l' unica cosa che l' uomo ha a disposizione in questo momento è di fare quello che gli pare e piace».
D ) Non si parla più di valori non negoziabili. È un passo avanti o indietro?
R ) «Non è un caso che i valori non negoziabili di cui ha parlato Benedetto XVI siano scomparsi con lui. Forse la sua estromissione dipende anche dal fatto che tali valori fossero proposti in termini tassativi».
D ) C'è bisogno di un nuovo Ruini?
R ) «Abbiamo bisogno di ecclesiastici che siano uomini di fede. Ruini ha dato questa grande testimonianza: ha camminato nel mondo con la sola preoccupazione che la fede del popolo italiano non si esaurisse perché altrimenti si sarebbe esaurita la civiltà e la cultura italiana. Ruini, Biffi e altri come loro sono stati grandi uomini che hanno segnato il punto».
D ) Cioè?
R ) «Che la Chiesa non può mai rinunciare a mettere al primo posto la fede. Anche se ci fossero 850 milioni di migranti, la Chiesa non potrà mai dire che allora il suo problema sono i migranti, ma che il suo problema è la fede e da ciò tirare fuori la soluzione ai problemi, compreso quello dei migranti. Essere costretti a ripetere queste cose dice l'abbandono di quella che il povero e grande San Tommaso chiamava la grandezza del pensare cristiano. Il pensare cristiano è grande non perché pensa Dio, ma perché imposta il problema della totalità dell'esistenza dell' uomo».
D ) Lei è stato pensionato in modo repentino.
R ) «Sono stato pensionato velocemente, ma verso il Papa attuale, del quale pure non condivido tutto, nutro rispetto e gratitudine: è un uomo libero che lascia libera la sua gente. Non ho ricevuto mai, né per iscritto, né a voce, né surrettiziamente, una sottolineatura negativa a quello che ero e che facevo. Di uomini che lasciano liberi gli altri io sono lieto, perché Dio si comporta così».
D ) Come svolge oggi il suo ministero?
R ) «È un impegno abbastanza intenso. Mi chiamano spesso a parlare della famiglia, gravemente in crisi e abbandonata dalla considerazione normale della Chiesa, dove si parla di tutto fuorché di questo: famiglia, matrimonio, educazione. Tengo delle catechesi in cui cerco di evocare un cammino di comprensione ed espressione della fede. Il cristiano di oggi rischia di avere un grande tesoro, che è la sua fede, ma siccome non l' hanno educato a capirne tutta la potenza, essa rimane nel sottofondo. La fede giace in una sorta di semi abbandono che rimane la grande occasione perduta per la maggior parte dei cristiani».
Leggo sul Corriere:
A partire da oggi in tutto il mondo si celebra il mese dedicato all’orgoglio delle persone LGBTQIA+
L'AUSPICIO eucaristico - cosa è la Transustanziazione?
start AP
https://www.youtube.com/watch?v=s7pYVoT-pes
Nel mese eucaristico chiediamo a don Roberto Spataro, teologo e latinista, di spiegarci il mistero della Transustanziazione; autentico fondamento per una vera pietà eucaristica
Da recitarsi in ogni periodo dell’anno, particolarmente nei nove giorni che precedono la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.
I. O mio Gesù, che hai detto: «in verità vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto!», ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia…
Pater, Ave, Gloria
S. Cuore di Gesù, confido e spero in te.
II. O mio Gesù, che hai detto: «in verità vi dico, qualunque cosa chiederete al Padre mio, nel mio nome, Egli ve la concederà!», ecco che al Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo la grazia…
Pater, Ave, Gloria
S. Cuore di Gesù, confido e spero in te.
III. O mio Gesù, che hai detto: «in verità vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai!», ecco che appoggiato all’infallibilità delle Tue sante parole io chiedo la grazia…
Pater, Ave, Gloria
S. Cuore di Gesù, confido e spero in te.
Preghiera
O Sacro Cuore di Gesù, cui una cosa sola è impossibile, cioè quella di non avere compassione degli infelici, abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che ti domandiamo per mezzo dell’immacolato Cuore di Maria, Tua e nostra tenera madre.
S. Giuseppe, padre putativo del S. Cuore di Gesù, prega per noi.
Salve Regina
Le Litanie del Sacratissimo Cuore di Gesù, composte di trentatré invocazioni, furono approvate nella loro forma definita da Sua Santità Leone XIII il 2 aprile 1899. Il Sommo Pontefice Pio XI le arricchì di un’indulgenza di sette anni e di un’indulgenza plenaria alle solite condizioni se dette indulgenze con i versetti e l’orazione vengono recitate piamente per un mese intero.
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