Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 1 ottobre 2024

Il Summum Bonum di Cicerone e il più grande comandamento

Nella nostra traduzione da OnePeterFive
Il Summum Bonum di Cicerone e il più grande comandamento
   
Attraverso la filosofia, la nostra ricerca razionale è portata idealmente a un appropriato livello culturale che ci consente di accettare la rivelazione nei Vangeli. La Praeparatio evangelica è una dottrina della Chiesa primitiva, secondo la quale Dio, prima della pienezza della rivelazione nel Suo Figlio, aveva già coltivato il terreno, per così dire, per l'Incarnazione, sviluppando una cultura filosofica che sarebbe stata aperta alla rivelazione di Gesù Cristo. [1]

45 anni prima della nascita di Cristo, Cicerone, oratore, statista e filosofo romano, scrisse un libro intitolato De Finibus Bonorum et Malorum (Sui fini del bene e del male). La questione centrale di questo libro è un'esplorazione della natura del summum bonum, cioè il sommo bene. Il sommo bene è un valore ultimo nella vita, un telos finale oltre il quale non c'è ulteriore aspirazione, che organizza tutti i modelli convenzionali di condotta corretta. Ciò che è giusto è ciò che conduce a questo fine ultimo, e ciò che è sbagliato lo mina. Non usiamo il sommo bene come mezzo per un altro fine, ma lo apprezziamo di per sé. [2]

Il grande paradosso del monachesimo medievale La solitudine porta alla comunità e la comunità alla solitudine.

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis la seconda parte del testo [qui] sulle espressioni poetiche spirituali intellettuali del medioevo. Mentre nei primi secoli si valutava l’opportunità di studiare greci e latini, il medioevo rifulse, tra l'altro, per la scelta nei monasteri di approfondire le scienze e i classici... Precedenti sul monachesimo qui - qui - qui - qui - qui - qui.

Il grande paradosso del monachesimo medievale 
La solitudine porta alla comunità e la comunità alla solitudine. 

Il monachesimo era così centrale nella cultura medievale che studiare l'uno senza l'altro è semplicemente impossibile. 
Le conquiste spirituali, architettoniche, agricole, intellettuali e artistiche del Medioevo erano inseparabili dalle vite di uomini e donne di tutta Europa che scelsero di non possedere nulla, rinunciare alla propria volontà, sottomettere la carne, esaltare lo spirito e donarsi interamente a Dio. 
Cercarono di costruire per sé stessi un mondo pacifico, appartato e santificante di preghiera, studio e lavoro manuale. Così facendo, costruirono un'intera civiltà.


Questa è una situazione in cui le immagini raccontano una storia che non è possibile esprimere a parole. 
(Diritti d'autore dell'immagine (clicca per ingrandire) Oxford University Press.) 

Questa è una mappa dei monasteri che esistevano in un periodo corrispondente più o meno all'Alto Medioevo (1000-1300 d.C.). È sorprendente anche tenendo conto che a quel tempo la densità di popolazione era forse un decimo di quella attuale.

Tuttavia, date un'occhiata attenta alla legenda: questa mappa include solo istituzioni associate al cambiamento rispetto al consolidato modello benedettino di monachesimo. In altre parole, identifica centri di riforma benedettina e case appartenenti ai nuovi ordini (vale a dire, domenicani e francescani, noti come ordini mendicanti, e premostratensi, che tecnicamente erano canonici regolari piuttosto che monaci). Se la mappa avesse punti per tutti i tipi di istituzioni monastiche, apparirebbe molto diversa: secondo una stima, in Europa, durante questo periodo, c'erano ben oltre diecimila monasteri.