Il Summum Bonum di Cicerone e il più grande comandamento
Attraverso la filosofia, la nostra ricerca razionale è portata idealmente a un appropriato livello culturale che ci consente di accettare la rivelazione nei Vangeli. La Praeparatio evangelica è una dottrina della Chiesa primitiva, secondo la quale Dio, prima della pienezza della rivelazione nel Suo Figlio, aveva già coltivato il terreno, per così dire, per l'Incarnazione, sviluppando una cultura filosofica che sarebbe stata aperta alla rivelazione di Gesù Cristo. [1]
45 anni prima della nascita di Cristo, Cicerone, oratore, statista e filosofo romano, scrisse un libro intitolato De Finibus Bonorum et Malorum (Sui fini del bene e del male). La questione centrale di questo libro è un'esplorazione della natura del summum bonum, cioè il sommo bene. Il sommo bene è un valore ultimo nella vita, un telos finale oltre il quale non c'è ulteriore aspirazione, che organizza tutti i modelli convenzionali di condotta corretta. Ciò che è giusto è ciò che conduce a questo fine ultimo, e ciò che è sbagliato lo mina. Non usiamo il sommo bene come mezzo per un altro fine, ma lo apprezziamo di per sé. [2]