Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 12 novembre 2024

Dal Salterio completo al Salterio semplificato: uno sguardo alle dinamiche della riforma liturgica nel XX secolo (Parte 2)

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement la seconda e conclusiva parte dello studio del dott. Paweł Milcarek sulla storia del salterio nell'Ufficio divino romano. Prima parte qui.

Dal Salterio completo al Salterio semplificato: uno sguardo 
alle dinamiche della riforma liturgica nel XX secolo (Parte 2)

Il Salterio secondo il Concilio Vaticano II: meno è meglio
Alla vigilia del Concilio Vaticano II, la riforma pianificata del breviario — e quindi anche l’introduzione di una nuova disposizione del Salterio — era uno degli argomenti più discussi. Nel 1957, Pio XII aveva nominato una commissione che consultò un certo numero di vescovi su questa questione. La congregazione liturgica romana aveva già alcuni progetti concreti nel cassetto, ed era in attesa di farne uso.

Nel capitolo quarto, dedicato al Breviario romano, la costituzione conciliare Sacrosanctum concilium, promulgata il 4 dicembre 1963, afferma che il ripristino di questo libro liturgico, “felicemente iniziato dalla Sede Apostolica”, è realizzato “affinché l’Ufficio divino sia recitato meglio e più perfettamente nelle attuali circostanze, sia dai sacerdoti, sia dagli altri membri della Chiesa”, intenzione che — a sua volta — mira a “santificare la giornata”. I Padri conciliari erano chiaramente motivati ​​dal desiderio formulato dalla commissione nominata da Pio XII: “sia ripristinata la tradizionale successione delle Ore, in modo che tornino ad avere un autentico rapporto con l’ora del giorno in cui vengono recitate”, tenendo conto delle condizioni pastorali.

Per quanto riguarda la suddetta “sequenza tradizionale delle ore”, il Concilio decise di accettare un compromesso: l’enfasi fu posta su Lodi e Vespri, mentre Compieta e Mattutino furono mantenuti, quest’ultimo perdendo il suo carattere notturno, ad eccezione dei casi in cui veniva celebrato in coro. Nel caso delle preghiere diurne, furono accettati doppi standard — uno per la celebrazione in coro, e un altro per la celebrazione fuori dal coro — e fu soppressa l’ora Prima.

Dopo aver definito le Ore, la costituzione passa alle direttive volte a consentire ai fedeli di celebrare l’Ufficio “meglio e più perfettamente”, anche se in seguito il Concilio descrisse questa celebrazione anche con altri due aggettivi: “più estesamente e facilmente”.

Veniamo ora alla norma direttamente correlata alla questione analizzata in questo saggio. L’articolo 91 della Sacrosanctum concilium recita:
Ut cursus Horarum, in art. 89 propositus, reapse observari possit, psalmi non amplius per unam hebdomadam, sed per longius temporis spatium distribuantur.
Opus recognitionis Psalterii, feliciter inchoatum, quamprimum perducatur ad finem, respectu habito latinitatis christianae, usus liturgici etiam in cantu, necnon totius traditionis latinae Ecclesiae.

[Affinché l’ordinamento dell’Ufficio proposto nell’articolo 89 possa essere veramente attuato, il Salterio sia distribuito non più in una settimana, ma per uno spazio di tempo più lungo.
L’opera di revisione del Salterio, felicemente incominciata, venga condotta a termine al più presto, tenendo presente il latino usato dai cristiani, l’uso che ne fa la liturgia e le esigenze del canto, come pure tutta la tradizione della Chiesa latina.]
Queste due affermazioni — riguardanti il cambiamento della distribuzione dei Salmi e la revisione del testo — definirono ulteriormente il quadro di riferimento per la riforma del Salterio del breviario.

Ordo ex machina: Il Salterio della Liturgia delle Ore del 1971
Sebbene nel corso del XX secolo la riforma del breviario fosse stata il motore della riforma di altri libri liturgici, la riforma post-vaticana di questo stesso libro durò parecchio tempo e fu completata solo dopo la riforma del Messale e di molti riti del Pontificale e del Rituale. Il decreto della Congregazione per il Culto Divino, che promulgava l’edizione tipica della Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, [1] fu emanato l’11 aprile 1971. Insieme alla Liturgia delle Ore, che era il nuovo libro dell’Ufficio, fu introdotto anche il Salterio riorganizzato.
Vale la pena notare che già in precedenza, nel 1969, la Pontificia Commissione per la Nuova Vulgata, presieduta dal Cardinal Augustin Bea S.J., aveva pubblicato una traduzione latina riveduta del Libro dei Salmi, destinata al nuovo libro dell’Ufficio. Senza addentrarci qui nell’analisi comparativa delle tre versioni latine dei Salmi (quella della Vulgata, quella della Commissione Piana e quella della Neo-Vulgata), possiamo semplicemente dire che la traduzione della Neo-Vulgata si è rivelata in un certo senso conciliante con l’antica tradizione, molto più della traduzione pubblicata dalla Commissione Piana.

Passiamo ora ad analizzare il nuovo ordine del Salterio.
A causa dei cambiamenti nella disposizione delle Ore, [2] fu un desiderio specifico del Concilio distribuire i Salmi non “in una settimana, ma in un periodo di tempo più lungo”. [3] Dietro questa affermazione c’era il pensiero ricorrente di distribuire il Salterio in due settimane, come ad esempio nel rito ambrosiano. Ma alla fine il Salterio fu organizzato in un ciclo di quattro settimane, [4] sul modello del Book of Common Prayer anglicano, [5] il che significa che in pratica la maggior parte dei Salmi viene utilizzata nella preghiera una volta al mese — mentre in precedenza ciascuno di essi ricorreva una volta alla settimana.
La Liturgia delle Ore mantenne l’usanza di dividere alcuni dei Salmi più lunghi introdotti dal Breviario Romano del 1911, e in misura simile, ma in molti casi i Salmi sono stati divisi in modo diverso.
Il Nuovo Salterio, tuttavia, non è completo. Furono eliminati del tutto alcuni Salmi (57, 82 e 108), insieme a parti di altri diciannove Salmi che per la loro “natura imprecatoria” avrebbero potuto creare una “certa difficoltà psicologica”. [6] Una mossa del genere non aveva precedenti nella storia del Breviario Romano, sebbene sia nota tra le comunità riformate.
A ogni Salmo della Liturgia delle Ore è stata data una didascalia, che spiega “il suo significato e la sua importanza per la vita personale del credente”, accompagnata anche da una citazione dal Nuovo Testamento o dei Padri della Chiesa, “per favorire la preghiera alla luce della nuova rivelazione di Cristo”. [7] Sebbene quest’ultima aggiunta fosse una novità, era profondamente radicata nella tradizione cristiana di comprensione dei Salmi. [8]
Il numero dei cantici dell’Antico Testamento è stato notevolmente aumentato, da 17 a 26. Molti di quelli già usati nelle Lodi sono stati modificati: i loro testi sono stati abbreviati o elaboratamente tagliati. Come novità, i cantici del Nuovo Testamento sono stati introdotti nei Vespri.
Naturalmente, la disposizione fondamentalmente nuova del Salterio ha causato una nuova distribuzione dei Salmi tra particolari Uffici.
Come nel caso del Breviario Romano del 1911, il Mattutino, ora rinominato Ufficio delle Letture, ha subito i cambiamenti maggiori. Il numero di Salmi in ogni celebrazione è stato ridotto da 9 a 3. La disposizione dei Salmi è stata completamente modificata. Lo stesso si può dire delle Lodi, che da ora comprendono non 5, ma 3 Salmi, selezionati su una base completamente diversa.
La struttura delle Ore Minori è rimasta la stessa, composta da tre Salmi. Ma la selezione dei Salmi è completamente nuova.
Mentre la riforma del 1911 ha modificato una precedente disposizione dei Salmi dei Vespri solo in misura molto limitata, nella Liturgia delle Ore del 1971 è stata fatta una vera rivoluzione. Il numero di Salmi in ogni Vespro è stato ridotto da 5 a 2 (o a 3, se contiamo anche il cantico del Nuovo Testamento). Sono stati distribuiti tra i giorni della settimana in un modo che non era familiare né alla tradizione precedente, né alla riforma del 1911.
In breve, il Salterio della Liturgia delle Ore ha poco in comune con la precedente tradizione di preghiera della Chiesa, sia per quanto riguarda la distribuzione dei Salmi nel tempo, sia in relazione al numero dei Salmi all’interno di particolari Uffici, sia per quanto riguarda la sua completezza.

Tentativo di sintesi: modifiche della salmodia nel corso dei secoli
Cerchiamo ora di riassumere brevemente l’evoluzione storica del Salterio utilizzato nell’Ufficio del rito romano. [9]

Fin dai tempi più antichi, il rito romano ha conservato il principio di recitare l’intero Salterio in una settimana, il che significa che ogni Salmo doveva essere recitato principalmente una volta alla settimana, con molte eccezioni per quelli recitati più spesso, persino quotidianamente (4, 50, 53, 62, 66, 90, 94, 118, 133, 148, 149, 150). Il ciclo di una settimana del Salterio è stato mantenuto nel Breviario Romano del 1911, sebbene in modo tale da escludere di fatto la possibilità di recitare alcuni Salmi più spesso di una volta alla settimana. Nel caso della Liturgia delle Ore del 1971, invece, a causa della distribuzione del Salterio nell’arco di quattro settimane, la maggior parte dei Salmi viene recitata una volta al mese, ad eccezione di alcuni che ricorrono settimanalmente nella Compieta.

Fin dai primi tempi, nel Salterio dell’Ufficio del rito romano c’erano otto Ore canoniche: Mattutino, Lodi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri e Compieta. Ciò è stato cambiato solo nella Liturgia delle Ore del 1971, quando la Prima è stata soppressa e il resto delle Ore minori può essere, se recitato fuori dal coro, sostituito con una preghiera, la cosiddetta Ora di mezzo. Quindi, in pratica, l’Ufficio può essere ridotto a cinque Ore canoniche.

Fin dai primi tempi, ogni singolo Salmo aveva il suo posto all’interno dell'Ufficio, compresi quei testi che avevano maggiori probabilità di suscitare qualche riluttanza o evocare domande.

Fin dai primi tempi, nel rito romano non si era mai vista la pratica di dividere i Salmi, ad eccezione del Salmo 118: in tutti gli altri casi venivano recitati nella loro interezza. Nel frattempo, a partire dal Breviario Romano del 1911, la divisione dei Salmi è diventata una soluzione frequente, portando a situazioni in cui un solo Salmo, diviso in tre parti, può riempire l’intera Ora.

Salmodia del Mattutino
Fin dai primi tempi, il numero di Salmi nei giorni feriali non è mai stato inferiore a 12, mentre la domenica era ancora più alto: all’inizio era il doppio (24), mentre dal VI secolo al 1911 i Salmi in questo Ufficio erano 18. Solo il Breviario Romano del 1911 ha pareggiato il numero di Salmi nelle domeniche e nei giorni feriali, diminuendolo a 9. Tale uguaglianza è stata mantenuta nella Liturgia delle Ore del 1971, tuttavia il numero di Salmi nel Mattutino è stato ulteriormente abbassato a 3 unità.
Dai primi tempi, fino al Breviario Romano del 1911, nulla era cambiato nella selezione dei Salmi assegnati a particolari giorni della settimana. Ma nel XX secolo questa selezione è stata cambiata in modo praticamente completo ben due volte (nel Breviario Romano del 1911 e nella Liturgia delle Ore del 1971).

Salmodia delle Lodi
Fin dai primi tempi la salmodia delle Lodi ha sempre compreso 5 Salmi, ma in pratica c’erano 7 tra Salmi e cantici, divisi in cinque gruppi: 1, 1, 2, C, 3. Il Breviario Romano del 1911 abbassa questo numero a quello effettivo di 5, la Liturgia delle Ore del 1971 a [Numero mancante nel testo originale. — N.d.T.]. Fin dai primi tempi la salmodia delle Lodi si concludeva quotidianamente con gli ultimi tre Salmi del Libro dei Salmi, ma questa usanza fu abolita nel Breviario Romano del 1911. Fu allora che anche il precedente modo di distribuire i Salmi tra i giorni particolari della settimana fu drasticamente modificato, anche se fu solo con la Liturgia delle Ore del 1971 che fu completamente stravolto.

Salmodia dell’Ora Prima
La lunga tradizione che sta dietro all’Ora Prima non cambia il fatto che la sua salmodia sia stata sottoposta a numerose modifiche nel corso dei secoli. Tuttavia, alcuni dei suoi tratti caratteristici (riguardo alla selezione dei Salmi) sono stati generalmente conservati fino al Breviario Romano del 1911, o persino fino alla riforma del 1971. Ma l’eliminazione dell’Ora Prima, ordinata dal Concilio Vaticano II, ha posto fine alla sua carriera all’interno della Liturgia Horarum.

Salmodia delle Ore minori
Fino al 1911, Terza, Sesta e Nona consistevano nella recitazione quotidiana di parti successive del Salmo 118. Nel Breviario Romano del 1911 questo particolare Salmo fu conservato solo in caso di Ufficio domenicale, mentre nei giorni feriali furono introdotti altri Salmi (in precedenza usati nel Mattutino). Nel frattempo, nella Liturgia delle Ore del 1971 sia la cosiddetta “salmodia aggiuntiva” sia l’attuale salmodia per un’hora media particolare si basano su una selezione di Salmi che era del tutto estranea alla tradizione del rito romano. [10]

Salmodia del Vespri
Nel corso dei secoli — dalle fonti più antiche al Breviario Romano del 1568 — c’è stata una sorta di ammirevole immutabilità nella struttura e nella selezione della salmodia dei Vespri. Anche il Breviario Romano del 1911 ha in larga misura preservato questa tradizione. Ma la Liturgia delle Ore del 1971 ha introdotto un cambiamento improvviso e multidimensionale: il numero degli elementi della salmodia è stato abbassato da 5 a 3; uno dei Salmi è stato sostituito con un cantico del Nuovo Testamento; la selezione dei Salmi ha cessato di mostrare qualsiasi continuità con la precedente, eccezionalmente lunga tradizione — eccezionale è il caso della domenica, dove, tra gli altri, è stato preservato il primato del Salmo messianico 109.

Salmodia di Compieta
La struttura e la selezione della salmodia di Compieta sono rimaste le stesse per molti secoli e sono state modificate solo nel XX secolo; ma mentre nel Breviario Romano del 1911 la selezione tradizionale dei Salmi era stata conservata almeno per la domenica, nella Liturgia delle Ore del 1971 essa è stata definitivamente disintegrata e ne restano solo tracce negli Uffici dopo i primi e i secondi Vespri delle domeniche e delle feste.
___________________
[1] Officium divinum ex decreto Ss. Oecumenici Concilii Vatricani II instauratum auctoritate Pauli Pp. VI promulgatum: Liturgia horarum iuxta ritum romanum
[2] Cf. SC, 89.
[3] Cf. SC, 91: “psalmi non amplius per unam hebdomadam, sed per longius temporis spatium distribuantur”.
[4] Cf. Institutio generalis de Liturgia Horarum (IGLH), 126.
[5] Cf. Bugnini, 1990, p. 499.
[6] Cf. IGLH, 131: „Tres vero psalmi 57, 82 et 108, in quibus præponderat indoles imprecatoria, omittuntur in Psalterio currente. Item aliqui versus nonnullorum psalmorum prætermissi sunt… Quorum textuum omissio fit ob quandam difficultatem psychologicam, etsi psalmi ipsi imprecatorii in pietate Novi Testamenti occurrunt, exempli gratia Ap 6, 10, nulloque modo intendunt ad maledicendum inducere”.
[7] Cf. IGLH, 111.
[8] Cf. IGLH, 109.
[9] Per quanto riguarda la Salmodia del rito romano del V e VI secolo, rimando qui alle opere di Joseph Pascher, citate in: Robert F. Taft S.J., Liturgy of the Hours in East and West, Collegeville 1993, p. 136.
[10] Tuttavia, la cosiddetta salmodia aggiuntiva è quasi del tutto coerente con i cosiddetti Salmi graduali.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
_____________________
AIUTATE - anche con poco - il nostro impegno:
L'informazione libera, gli approfondimenti cattolici
e le molte traduzioni accurate di Chiesa e post-concilio
IBAN Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731

2 commenti:

Laurentius ha detto...

Anche per quanto riguarda il Breviario, ora denominato Liturgia delle ore, si nota un imbastardimento in senso protestante. L'eliminazione o il taglio dei salmi imprecatorî mi sembra grave e inaccettabile. Io li recito di frequente.

Anonimo ha detto...

"L'opera di revisione del salterio, felicemente incominciata, venga condotta a termine al più presto, tenendo presente (...) pure tutta la tradizione della Chiesa latina" (Sacrosanctum Concilium, 91). Il salterio così come è stato strutturato nella cosiddetta "liturgia delle ore" cosa avrebbe di conforme a "tutta la tradizione della chiesa latina"? Ecco un problema del cattolicesimo: fare affermazioni campate in aria, vendere aria fritta, realizzare una riforma che a parole è tradizionalissima, nei fatti è invenzione anti tradizionale. La distribuzione del salterio nella liturgia delle ore è stata inventata di sana pianta. Non ha nulla, ma proprio nulla di conforme alla tradizione liturgica romana. Come non ne ha neppure la sistemazione di san Pio X; come non ne ha quella del cardinal Quinones del XVI secolo. A Roma non si è mai conosciuta la frammentazione dei salmi, con l'unica eccezione del 118. Inoltre c'è una antichissima tradizione nella distribuzione dei salmi alle varie ore al punto che il salterio viene diviso in due parti: i salmi mattutinali (dal 1 al 108) e quelli vespertini (dal 109 al 147). Talmente antica che nulla sappiamo se prima era diversa!
Ma allora non sarebbe più serio e onesto dire che il salterio deve essere distribuito in modo totalmente anti tradizionale? No, non lo si può dire. Perché la tradizione bisogna sempre tirarla in ballo, bisogna sempre rassicurare tutti (forse anche se stessi?) parlando di "tradizione". E siccome siamo una massa di capre, ecco che oggi i più pensano pure che la "liturgia delle ore" ha riportato l'ufficio divino all'origine! Lo dice il concilio. Bisogna pur credergli!
Fonte: Lo spigolatore Romano