Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 27 marzo 2025

Cristiani perseguitati in Pakistan

Come una cristiana pakistana il dolore che provo oggi mi brucia dentro.
Il 22 marzo, a Sheikhupura, un altro fratello nella fede, Waqas Masih, appena 22 anni, è stato accoltellato da un collega musulmano per aver rifiutato di convertirsi all’Islam.
Un giovane, povero, umile, che voleva solo lavorare onestamente. E invece ora lotta tra la vita e la morte con una ferita al collo.
Il suo “errore”? Dire NO alla conversione forzata.
E come spesso accade in Pakistan, per giustificare l’aggressione, gli è stata gettata addosso l’infame accusa di blasfemia: una menzogna che può condannarti senza prove, senza pietà, senza giustizia.
Mi chiedo: quanto ancora dobbiamo soffrire?
Perché il mondo tace mentre il sangue dei cristiani scorre sulle strade del mio Paese?
Dove sono i difensori dei diritti umani? Dove sono quelli che gridano “libertà religiosa” solo quando fa comodo?
Anche nel mese sacro del Ramadan, non c’è pace per noi. Nemmeno il rispetto della nostra dignità umana. Ci si aspetterebbe un tempo di riflessione, di spiritualità, ma per alcuni è solo un’altra occasione per colpirci.
Non siamo invisibili. Non siamo meno umani. Siamo figli dello stesso Dio.
Padre Lazar Aslam (che ho tra i miei amici su Facebook), frate cappuccino che ha visitato Waqas in ospedale, ha lanciato un appello chiaro e accorato alla comunità internazionale:
“Pregate per lui e fate conoscere al mondo cosa sta accadendo. È urgente fermare l’uso strumentale delle accuse di blasfemia. Questo fenomeno sta diventando sempre più preoccupante. Abbiamo bisogno di un cambiamento sociale che tuteli davvero i diritti di tutti i cittadini.”
Oggi vi chiedo con tutto il cuore:
pregate per Waqas Masih,
pregate per i cristiani del Pakistan,
e non rimanete in silenzio.
Perché il silenzio uccide quanto le lame.
Zarish Imelda Neno

11 commenti:

Anonimo ha detto...

In passato le miserie umane hanno visto massacrare innocenti per svariate "ragioni" che muovevano alcuni contro altri: politiche, etniche, economiche o religiose...

A corollario delle "ragioni" che hanno portato ad uccidersi anche tra compatrioti o tra correligionari, ci sono altri convincimenti non da poco: l'odio per una razza, o il considerare animali (men che umani) quelli di un'altra razza. Il paradosso è che l'epoca che maggiormente tutela gli animali possa insegnare un tale accanimento!

Questo nostro tempo sta svelando una mostruosità inedita accanto a quelle "abituali" che provo a descrivere con la disperazione del perdente che sa di morire, ma vuol uccidere il più possibile altri. In un certo senso un "muoia Sansone con tutti i filistei".

Se so di aver perduto, ma mi illudo di poter trarre un vantaggio (fosse solo la soddisfazione dell'ego) da immensi massacri, ecco allora spendere le risorse solo per provocare guerre, costi quel che costi. Se so che son solo io a pensarlo, ecco l'utilizzo di situazioni che gridano vendetta realizzate in false flag, additando per responsabile il nemico, ma avendo agito peggio del nemico, per giustificare di attaccarlo.

Tutto questo non giustifica la sofferenza dell'innocente in Pakistan o altrove. Non giustifica la protervia disumana, nemmeno in nome della fede. Non giustifica nemmeno che lo sia in nome di una "scienza" piegata all'ideologia: non si è morti finché il cuore batte, ma non sarebbe omicidio l'aborto in cui già batteva un cuore.

Non si giustifica l'orrore, ma si comincia a capire perchè sarebbe illusorio pensare che vi siano voci a denunciare quell'orrore, se ce le si aspetta dagli stessi che massacrano impunemente e direi provocatoriamente definendosi giusti, civili e democratici.

Un potere morente sta puntando a distruggere i popoli che dovrebbe servire per costringerli a combattere un nemico che non farebbe mai quel che fanno loro: come curarti ammalandoti, dicendo che quella cura è un atto di amore e la salvezza da un malanno di gran lunga meno letale.

Vorrebbero provocare guerre, provocandole, usando sotterfugi e palesandosi come salvatori. Solo la Verità rende liberi e la croce è il suo segno. I martiri cristiani possano sprigionare abbastanza luce per accorgerci che il marcio ci è dentro casa.

Anonimo ha detto...

Il rapporto tra islam ed Europa, questo è il problema maggiore che dobbiamo affrontare ora per evitare di doverlo subire domani.
Come reggere l'urto espansionista turco nel Mediterraneo, favorito peraltro dalle recenti autolesionistiche dinamiche siriane? Come sostenere il confronto con tassi crescenti di fondamentalismo islamico in terra europea?
La nostra società occidentale fluida e opulenta, informe e parassitaria, non dispone degli anticorpi essenziali e si culla al suono dolente di un multiculturalismo foraggiato da élites senza scrupoli.

Anonimo ha detto...

Gli anticorpi ci sono: si chiama la grazia meritataci da Cristo nell’incarnazione, passione e morte di croce.

Il problema maggiore è il rifiuto della grazia, il peccato contro lo Spirito Santo: esso riguarda chi Cristo lo odia e chi da Cristo ha apostato scientemente.

L’Islam diventa un problema quanto lo alimentano diabolicamente i precedenti.

Anonimo ha detto...

Molti parlano di “Dio”.
Da Genesi sappiamo che Dio da’ all’uomo la facoltà di dare il nome a tutte le cose.
Dio e’ una cosa? No!
Allora “dio” non è il nome di Dio, ma solo un modo “comodo” per identificare l’Assoluto creatore della realtà.
Quale è il nome di Dio?
Nella rivelazione: “Io sono colui che sono”, YHWH.
E’ l’essere!
Senza l’Essere non c’è nulla.
Il nulla non è accanto all’Essere perché il nulla non c’è.
Quando Gesù fu crocifisso, Pilato fece redigere il titulus in tre lingue: in latino l’acronimo era INRI, ma in ebraico YHWH!!
Prima che Abramo fosse IO SONO!
La Verità rende liberi!
I sinedriti volevano far cambiare il titulus a Pilato che in quel caso si spazientì.
Ecco perché certe gastriti perdurano…

Anonimo ha detto...

Siamo già in piena "sottomissione" in Italia ed Europa rispetto all'Islam, come dettagliatamente scrive Lorenza Formicola oggi su NBQ, e questo anche grazie al fattivo contributo delle varie autorità cattoliche che si immergono gaudiose in un bagno di ecumenismo in tempi di ramadan.

Zarish Imelda Neno ha detto...

Da ieri non riesco a smettere di pensare a Waqas e alla sua conversione forzata. È una ferita che brucia, non solo per chi la subisce, ma anche per chi la osserva e sente il peso dell’ingiustizia.

Queste ideologie radicali, purtroppo, vengono trasmesse in contesti come quello pakistano, dove a molti musulmani viene fatto credere che convertire qualcuno con la forza o uccidere un "kafir" (non credente) sia una via sicura per ottenere il Paradiso.
Ma questa non è fede. È fanatismo. E il fanatismo non ha nulla a che fare con Dio.

Questa esperienza mi ha fatto riflettere profondamente sulla bellezza e la verità della nostra fede cristiana. Noi desideriamo che tutti siano salvati, sì, ma la salvezza non si impone.

Gesù stesso non ha mai obbligato nessuno.
Ha invitato, ha proposto, ha amato.
E ci ha lasciato un comandamento chiaro:

"Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano"
(Matteo 5,44)

E ancora:

"Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura"
(Marco 16,15)

Predicate, non “forzate”.
Amate, non “obbligate”.

Siamo chiamati a testimoniare Cristo con la nostra vita, a seminare con dolcezza e verità, ad accendere nei cuori la luce con l’esempio e la preghiera. Perché la vera conversione nasce da un incontro d’amore, non da una minaccia.

Continuiamo a pregare per chi, come Waqas, ha resistito a chi voleva togliergli il diritto di professare liberamente la propria fede.
Da lui impariamo il coraggio della fedeltà: sapeva che il suo rifiuto di convertirsi gli sarebbe costato la vita, ma non ha ceduto.
E noi, davanti a esempi così grandi, non possiamo restare in silenzio.

Dobbiamo continuare a lottare, con le armi della fede e dell’amore, per un mondo in cui nessuno sia costretto a rinnegare ciò in cui crede.

Anonimo ha detto...

il presidente argentino Javier Milei e' stato nominato “figlio della luce” - "Ambasciatore internazionale della luce" a Miami dalla setta Chabad Lubavitch per il suo sostegno ai valori ebraici e a Israele.
https://gloria.tv/post/8fLswHA1nEcNB9WJyyMVaQ2ja
El portava i scarp del tennis....

Anonimo ha detto...

Che differenza c'è tra la Turchia e la Francia? O tra la Turchia e la Romania? Entrambe eliminano a colpi di tribunale gli avversari politici del potere intoccabile. Vedremo che succederà alla Le Pen fra pochi giorni, ma il sistema è stato oliato ed è ormai ben avviato: le oligarchie finanziarie non tollerano intrusi nel giardino di casa. Gli elettori hanno capito il giochetto ed allora si passa alle maniere forti quando l'opposizione montante rischia di rovinare il castello.

Anonimo ha detto...

L’antico o primo testamento parla di Cristo, in vista della nuova ed eterna alleanza offerta all’umanita’ redenta.

Il segno di contraddizione diventa il discrimine fondamentale per vedere o rimanere ciechi. La cecità precedente non viene rigettata, ma compiuta. Non si pone come opposizione, ma come oltrepassamento. Gesù e’ venuto per i malati e non per i sani: abbraccia il lebbroso guarendolo, accoglie l’escluso, perdona il condannato etc

Poi c’è chi dice di vedere pur essendo cieco, idolatrando la legge che era data per compiersi nell’universalita’ cattolica e non in un esclusività che ritiene cani gli esclusi.

Dal discrimine esce una storia di annuncio di salvezza che attinge alla fonte veterotestamentaria, insieme a un suo pervicace e ostinato rifiuto.

L’Islam ne è una derivazione e non la peggiore. Ben più subdolo l’odio che cova in una misterica ormai distaccata dalla legge e dai profeti, da YHWH, per concentrarsi sulle ricchezze terrene promesse agli adoratori del vitello d’oro o della pietra nera (blackrock). Non rimettono il debito, ma ci fanno la cresta, moltiplicando gli indebitati e abolendo i giubilei.

La realtà è questa, piaccia o non piaccia. Non è una questione di razza o di popolo. E’ idolatria, con una cupola di assatanati in grado di comperare e asservire gli incauti che rifiutano la Verità.

Anonimo ha detto...

Armiamoci e pagate!
Silver Nervuti
https://www.youtube.com/watch?v=8IO_fszVTFY

Anonimo ha detto...

Una Chiesa fondata sulla libertà religiosa è destinata ad essere seppellita da una religione nemica della libertà religiosa cioè l'Islam.
Immagina se si dicesse che per sconfiggere Hitler bisogna rispettare le sue idee e non invece opporsi alla sua violenza con la forza militare. (Cit)

*ISLAM*

La Francia (liberale e pioniera nella creazione di ogni permissività) attraversa una fase di “musulmanizzazione” nei costumi e nelle leggi.

Un avvocato francese di nome Gilbert Collard ha deciso di parlare apertamente

*Tutti i paesi occidentali corrono lo stesso rischio.*
____________________

Sono stato costretto a prendere coscienza dell'estrema difficoltà di definire cosa sia un infedele, per poter scegliere tra Allah o Cristo; anche perché l’Islam è di gran lunga la religione in più rapida crescita nel nostro Paese. Ho partecipato ad un tirocinio annuale di aggiornamento, necessario per rinnovare il mio nulla osta di sicurezza carcerario.
In questa fase si è svolto l'intervento di quattro relatori, rappresentanti rispettivamente delle religioni cattolica, protestante, ebraica e musulmana, con l'intento di spiegare i fondamenti delle rispettive dottrine.
Con grande interesse aspettavo la presentazione dell'Imam.

Notevole la presentazione di quest'ultimo, accompagnata da una videoproiezione.

Terminati gli interventi è iniziato il momento delle domande e delle risposte e quando è stato il mio turno ho chiesto:

“Per favore correggetemi se sbaglio, ma credo di aver capito che la maggior parte degli Imam e delle autorità religiose hanno decretato la “Jihad” (guerra santa) contro gli infedeli in tutto il mondo, e che uccidendo un infedele (che è un obbligo imposto a tutti musulmani), si sarebbero assicurati il ​​posto in Paradiso. Se sì, puoi darmi la definizione di infedele?”

Senza opporsi alle mie domande e senza la minima esitazione, l’Imam rispose:
*_"Infedele è ogni non musulmano"_*.

Ho risposto:
“Allora ti assicuro che ho capito bene; gli adoratori di Allah devono obbedire all'ordine di uccidere chiunque non appartenga alla tua religione per guadagnarsi un posto in Paradiso, non è vero?

Il suo viso, che fino ad allora aveva avuto un'espressione piena di sicurezza ed autorità, si trasformò improvvisamente in quello di un ragazzo colto in flagrante con le mani in una zuccheriera!!!

_*"Esattamente"*_, rispose in un sussurro.

Ho ribattuto:
“Quindi, confesso che ho difficoltà a immaginare il Papa che dice ai cattolici di massacrare tutti i vostri sostenitori, o il pastore Stanley che dice la stessa cosa per garantire a tutti i protestanti un posto in Paradiso”.

L'Imam ha perso la voce!

Ho continuato:
“Trovo difficile anche per me considerarmi tuo amico, dal momento che tu e i tuoi confratelli incitate i vostri fedeli a tagliarmi la gola!”

In più ho un'altra domanda:
“Seguiresti Allah che ti ordina di uccidermi per ottenere il Paradiso, o Cristo che mi spinge ad amarti affinché anch’io possa accedere al Paradiso, perché Lui vuole che io sia con te?”

In quel momento si sentiva volare una mosca, mentre l'Imam rimaneva in silenzio.

Inutile dire che gli organizzatori e promotori del Seminario di Formazione non hanno particolarmente apprezzato questo modo di trattare il Ministro del culto islamico e di esporre alcune verità riguardanti i dogmi di questa religione.

Nel corso dei prossimi trent’anni, nel nostro Paese ci saranno abbastanza elettori musulmani da poter insediare un governo di loro scelta, con l’applicazione della “Sharia” come legge.

Mi sembra che tutti i cittadini di questo paese e del mondo dovrebbero essere consapevoli di queste righe, ma il sistema giudiziario e i media liberali combinati con la moda malata del “politicamente corretto”, non permetteranno in alcun modo che questo testo venga pubblicato. intensamente.

Per questo ti chiedo di inviarlo a tutti i tuoi contatti via Internet.
Grazie,

Gilbert Collard, cristiano, cittadino francese e avvocato.